Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3119 del 22 novembre 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 3119/XII - Discussione congiunta del disegno di legge: "Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti".

Presidente - Scuso l'assenza per malattia della Consigliera Charles Teresa. Come convenuto ieri nella Conferenza dei Capigruppo, ripartiamo dal punto n. 23 all'ordine del giorno.

La parola al Consigliere Segretario Venturella, per mozione d'ordine.

Venturella (Arc-VA) - Sollevo una questione pregiudiziale sospensiva, articolo 61 del Regolamento, che ha il suo fondamento nella - adesso mi aiuti il Segretario generale - supposta incostituzionalità di alcuni articoli del capo III, inseriti in modo surrettizio, ma principalmente vorrei accentrare l'attenzione del Consiglio sull'inserimento di un emendamento in Commissione che riguarda il trasporto per conto terzi. È una cosa un po' complicata, credo che l'inserimento di alcuni emendamenti in Commissione, sull'onda della protesta di alcune categorie per una questione che riguardava dei lavori in alveo nella Dora Baltea nel tratto fra Pont-Saint-Martin e Donnas, sia deleterio per i lavori del Consiglio, ma anche per la sua credibilità, perché non si possono inserire emendamenti che non sono in linea con le normative nazionali, normative non su materie su cui abbiamo competenza esclusiva, ma sul Nuovo Codice della strada; in definitiva, non possiamo inserire articoli che siano in contrasto con il Nuovo Codice della strada. Fra l'altro, è proprio su questo emendamento che il Capogruppo Vicquéry - mi dicono - ha proposto... ed è passato in Conferenza dei Capigruppo di interrompere i normali lavori del Consiglio, ossia il completamento dell'ordine del giorno, per passare stamani al punto sulla legge sui rifiuti, paventando un'urgenza in riferimento proprio a questo emendamento. Informo solo il collega Vicquéry che l'urgenza non vi è, perché entro il 27... se questa era l'urgenza, ossia il problema del fermo amministrativo di 12 camion, oggi saranno dissequestrati - ma non è stato un sequestro - i 9 camion ed entro il 27 tutti i 12 camion saranno riconsegnati alle ditte.

Rimane il problema, Assessore Cerise, che so essere lei ad aver spinto in questa direzione, del comma 2 dell'articolo 15, che dice: "La locazione di mezzi con conducente effettuata nell'ambito delle attività di cantiere e delle correlate attività di stoccaggio, deposito e spostamento dei relativi materiali, come definite dall'articolo 13, comma 1, lettere f), g) e h), non costituisce attività di autotrasporto per conto di terzi". Questo allora è un tentativo di bypassare il Codice della strada e la legge nazionale n. 287 sui trasporti e di far sì in definitiva che esista in Valle una zona franca, naturalmente variabile a seconda dei cantieri, per cui dal cantiere all'area attrezzata di stoccaggio non c'è bisogno di niente, invece non si può, perché? Leggo al riguardo la legge n. 298/1974 che stabilisce nell'articolo 40 cosa vuol dire trasporto per conto terzi: "È trasporto di cose per conto di terzi l'attività imprenditoriale per la prestazione di servizi di trasporto verso un determinato corrispettivo". La legge in tale caso non dà adito a nessuna interpretazione diversa da quella di queste 2 semplici e stringate righe, ma c'è di più: si occupa del trasporto per conto terzi anche il Nuovo Codice della strada. Non penso che l'Assessore Cerise voglia inventarsi il nuovo Codice della strada valdostano, credo invece che il nuovo Codice della strada valga dal Manzanarre al Reno, dalle Alpi alle Piramidi e anche fra Scilla e Cariddi. Sezione 2, destinazione ed uso dei veicoli, Codice della strada, articolo 82: "... i veicoli possono essere adibiti ad uso proprio o ad uso di terzi...", segue la classificazione, comma 4: "... si ha l'uso di terzi quando un veicolo è utilizzato, dietro corrispettivo, nell'interesse di persone diverse dall'intestatario della carta di circolazione. Negli altri casi il veicolo si intende adibito ad uso proprio...". Comma 5: "... l'uso di terzi comprende: a) locazione senza conducente..." - ed è chiaro, il Codice della strada parla di locazione senza conducente come trasporto conto terzi - "... d) servizio di trasporto di cose per conto terzi...". Non esiste nella fattispecie dell'articolo 82 del Codice della strada il nolo a caldo e il nolo a freddo, ossia credo che nel Codice della strada, quando sono spiegate in maniera precisa e chiara le definizioni, non vi sono... ma di più, l'articolo 88 del Codice della strada, concernente servizio di trasporto di cose per conto terzi, specifica ancora di più, dice al comma 1: "Agli effetti del presente articolo un veicolo si intende adibito al servizio di trasporto di cose per conto di terzi quando l'imprenditore si obbliga, dietro corrispettivo, a prestare i servizi di trasporto ordinati dal mittente", con o senza conducente, è questo.

Credo che con tale comma 2 dell'articolo 15 potremmo avere questa situazione, pensate ad un'area di cantiere a Donnas e un'area di stoccaggio a Baio Dora, nel momento in cui da Donnas passa per Pont-Saint-Martin, Carema, il trasporto di cose per conto terzi, ossia la ditta che impresta, non ha bisogno... perché sa benissimo - qui chiedo aiuto al collega Fey - che per fare il trasporto per conto terzi bisogna essere iscritti all'Albo dei trasportatori per conto terzi, non si può fare così... dico bene, collega Fey? Con questo comma invece si bypassa tale norma, non c'è più bisogno dell'iscrizione all'Albo dei trasportatori per conto terzi, quindi potrebbe esserci la situazione paradossale per cui da Donnas a Pont-Saint-Martin c'è l'articolo 15, comma 2, da Pont-Saint-Martin a Baio Dora v'è l'bbligo di iscrizione all'albo. Chiedo quindi che il Consiglio si esprima su questo perché magari in maniera involontaria, spinti dall'emozione di risolvere il problema del fermo amministrativo dei 12 camion, si è inserito un comma che è effettivamente illegittimo.

Presidente - Può esplicitare bene la sua richiesta, in modo che su questo interverrà uno a favore e uno contro e poi si metterà in votazione?

Venturella (Arc-VA) - Esistono in tutto il capo III... e questo lo avevo detto anche in Commissione, è registrato, che si doveva approfondire perché non era così semplice la faccenda. Chiedo "in primis" il rinvio in Commissione solo del capo III, in subordine il fatto che si possa approfondire dal punto di vista legislativo, oppure, ancora in subordine a questo, ho presentato degli emendamenti che riguardano tutto il capo III e chiedo una breve sospensione per vedere se è il caso di spiegare, cosa che non è potuta avvenire in Commissione perché era un emendamento presentato dall'Assessore in una seduta di Commissione, quindi non c'è stato il tempo di approfondire il tutto. Ho queste 3 richieste che sono a cascata.

Presidente - Applicando l'articolo 60, uno a favore e uno contro la richiesta avanzata dal collega Venturella.

La parola al Consigliere Vicquéry, per fatto personale.

Vicquéry (UV) - Intervengo per fatto personale essendomi state attribuite opinioni difformi da quelle espresse. Evidentemente la Capogruppo del gruppo "Arcobaleno" non ha riferito correttamente al collega Venturella. Ho chiesto di discutere da questa mattina il disegno di legge sui rifiuti soprattutto perché era l'unico inserito all'ordine del giorno e perché non possiamo permetterci di portarlo nella sessione di bilancio: questa è la motivazione principale, a cui si aggiunge anche l'altra. Prego la collega Squarzino, che non è nuova ad attribuire a me affermazioni in sede di Conferenza dei Capogruppo e in altre sedi difformi da quelle che faccio, di astenersi per il futuro da utilizzare questo comportamento scorretto.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per fatto personale.

Squarzino (Arc-VA) - Non volevo intervenire perché il collega Venturella è stato chiarissimo. Voglio solo ricordare al collega Vicquéry, e faccio appello anche agli altri Capigruppo che erano nella riunione, che è stato chiesto di discutere oggi questa legge sui rifiuti; inoltre, ad una proposta che è stata fatta di rinviare al prossimo Consiglio è stato risposto in questo modo: "ci sarebbe..."

(interruzione del Consigliere Vicquéry, fuori microfono)

... collega Vicquéry, posso parlare? Quando non si hanno elementi concreti, ci si basa sulla forma... quindi è stato detto che non era opportuno rinviarlo al prossimo Consiglio per 2 motivi: perché ci sarebbe stato un ingorgo con tutte le altre leggi, poi perché c'era un elemento urgente e bisognava risolvere tale problema del trasporto delle cave: questo è stato detto, questo è quanto è stato deciso e queste motivazioni portate nella Conferenza dei Capigruppo. Collega Vicquéry non è il caso che ogni volta mi attribuisca delle cose che non ho detto o non ho fatto, perché oggettivamente le motivazioni per cui si è insistito nel portare oggi questa legge era il problema dei camion e io non mi sono opposta a discuterlo. Nel momento in cui si discute arrivano le questioni. Non siamo entrati nella discussione del merito del disegno di legge, vi è la volontà della maggioranza di discuterlo oggi e noi abbiamo detto: "va bene, se la maggioranza vuole questo, discutiamo". In Consiglio si interviene sul merito, in Conferenza dei Capigruppo non si entra nel merito delle singole proposte, ma solo sull'organizzazione dei lavori.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri, per parlare contro la proposta del collega Venturella.

Caveri (UV) - Sono abbastanza stupito, collega Venturella, di scoprirla giorno dopo giorno un fine giurista: oggi ha fatto una ricostruzione....

Venturella (fuori microfono) - ... basta non lo accetto più, lei deve... le persone...

Presidente - Adesso sta parlando il Presidente Caveri, poi eventualmente parla lei.

Caveri (UV) - ... collega Venturella, non ce l'ho con lei...

Presidente - ... silenzio, basta, parla uno alla volta!

Venturella (fuori microfono) - ... sono stufo!

Presidente - ... non fa niente, stia zitto, interviene dopo per fatto personale se vuol parlare, lasci parlare il Presidente della Regione, parlate uno alla volta, non siamo al mercato qui, siamo al Consiglio regionale!

La parola al Presidente della Regione.

Caveri (UV) - ... collega Venturella, capisco che il nervosismo in queste ore vi ha "catturato" perché nello scorso Consiglio pre-referendum eravate sorridenti, oggi non so come mai siete così nervosi e noi siamo sorridenti.

Quando, con grande rispetto, noto una ricostruzione giuridica così puntuale, mi permettevo di farle i complimenti, perché lei ha scoperto delle vicende sul nolo a caldo e sul conto terzi, dando per scontato delle cose che vorrei capire dove ha letto. Perché vede su tale questione, sulla quale è intervenuto il Corpo forestale regionale alla stazione di Pont-Saint-Martin, si è andati ad occuparsi di una vicenda della quale mi sono occupato anche personalmente in uno studio approfondito di questi temi e si è scoperto che in effetti grandi sicurezze in tale materia non ci sono. A parte che su questa vicenda dovrà ancora pronunciarsi un giudice, finora abbiamo un agente di polizia giudiziaria che ha assunto determinate decisioni, tali decisioni sono state confermate dall'Ufficio sanzioni della Regione, dopodiché vedremo quale tipo di determinazione ci sarà. Perché dobbiamo essere interessati dal proseguimento in sede giurisprudenziale di questa vicenda? Perché non c'è giurisprudenza. Su tale questione, che lo si veda con l'impostazione che nel caso ha dato la Motorizzazione civile, che lo si veda nella memoria che il prof. Garancini ha predisposto, va detto che oggi chiunque di fronte a queste questioni abbia sicumera sbaglia, perché non è molto chiara la questione applicativa: fin dove va la legge sugli appalti, fin dove va il Codice della strada. Sono contento quindi che lei abbia delle certezze, collega Venturella, però lei non ci deve prendere per stupidi, perché stupidi non siamo! Nel momento in cui viene predisposta una norma come questa, che è, fino a prova contraria, l'articolo 15... quindi in questo momento una discussione nel merito è esclusivamente pretestuosa per prendere tempo e per rinviare la discussione di una legge complessiva che non vi piace. Quando viene scritta una norma di questo genere, viene presentata in Commissione, la III Commissione la vota, quindi nel momento in cui la III Commissione la vota entra a far parte organicamente del testo, non è più solo una proposta del Governo regionale, ma finisce per essere una proposta di una parte del Consiglio regionale nella discussione in Commissione, il testo arriva già con questo emendamento approvato, quindi vuol dire che qualcuno l'ha già approfondita e, nel momento in cui abbiamo presentato questa proposta, lo abbiamo fatto perché riteniamo che lo spazio per poter legiferare da parte della nostra Regione vi sia.

Lei ha dei dubbi, pone dei problemi di legittimità o, meglio, pone dei problemi di incostituzionalità? Lei sa come funziona il meccanismo: il meccanismo è che noi approviamo una legge, questa legge viene sottoposta al vaglio di costituzionalità da parte del Governo della Repubblica, il Governo può decidere di rinviare una norma di qualunque legge della Regione alla Corte costituzionale, sarà il giudice delle leggi a decidere. Se noi oggi, sulla base di presunzioni, diciamo che questa norma è incostituzionale, non capisco, visto che vi siete lungamente lamentati della questione della legge referendaria e degli atteggiamenti pretestuosi del Presidente della Regione che sulla base di pareri di costituzionalisti riteneva che le norme referendarie fossero in parte incostituzionali, perché oggi ve la pigliate sul fatto che questa norma è una norma chiara scritta non in violazione del Codice della strada, che resta per tutte le altre tipologie in vigore.

Non volevo offenderla, collega Venturella, abbiamo sempre avuto dei rapporti reciproci cortesi al di là delle profonde differenze ideologiche e politiche esistenti fra di noi; mi permetto di dirle, nel respingere questa richiesta che lei ha avanzato e tutte quelle in subordine - ritorno in Commissione, utilizzo dell'articolo 61 e altre cose -, che ritengo che tale legge sia una legge importante e anche questa norma sia una norma importante.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri a favore della proposta del collega Venturella.

Sandri (PD) - Parlerò a favore della proposta del collega Venturella, semplicemente perché credo che dobbiamo cercare di lavorare al meglio, non di lavorare nel senso di: "proviamo ad approvarla, poi, se la va, la va". Cerchiamo di acquisire tutti i dati possibili ed immaginabili, io penso che se il Presidente era serio quando faceva i complimenti al collega Venturella... credo sia una materia da approfondire. Abbiamo tutto il tempo per poterlo fare, nel senso che, se non è possibile una sospensiva, chiederei che comunque in queste ore in cui discuteremo di tale testo che sicuramente non sarà approvato nella mattinata, di poter avere dagli uffici legali della Giunta o del Consiglio, o da tutti e due, una valutazione di quanto espresso in aula dal collega Venturella. Se questa potesse arrivare per fine mattinata o inizio pomeriggio, potrebbe essere una valutazione che ci tranquillizza. Non metto in dubbio che il prof. Garancini sia un emerito amministrativista e che conosca queste cose, ma, avendo noi a disposizione 2 efficienti uffici legali, non capisco perché non utilizzare in tale occasione questa possibilità, se possibile.

Presidente - Pongo in votazione la proposta del collega Venturella:

Consiglieri presenti e votanti: 27

Favorevoli: 5

Contrari: 22

Il Consiglio non approva.

CAPO I

DISPOSIZIONI GENERALI

Articolo 1

(Finalità ed oggetto)

1. La presente legge detta disposizioni in materia di gestione dei rifiuti in conformità all'obiettivo primario, comunitario e nazionale, di promuovere livelli di qualità della vita umana che assicurino la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell'ambiente e l'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, nel rispetto delle disposizioni vigenti, con particolare riferimento al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale).

Articolo 2

(Obiettivi)

1. Nella gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani, la Regione promuove, in conformità agli indirizzi e alle scelte programmatiche già definiti nel Piano regionale di gestione dei rifiuti, approvato con deliberazione del Consiglio regionale del 15 aprile 2003, n. 3188/XI:

a) la corretta gestione delle attività di raccolta, trasporto, smaltimento e recupero finale, attraverso la riorganizzazione dei servizi pubblici:

1) in un ambito regionale unico (ATO), corrispondente al territorio della regione, per le attività di smaltimento e recupero finale dei rifiuti urbani;

2) in sottoambiti territoriali ottimali (subATO), coincidenti con il territorio delle Comunità montane e del Comune di Aosta, per le attività di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani;

b) il recupero e l'effettivo avvio della valorizzazione, anche a fini energetici, dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani;

c) la riduzione progressiva dell'uso delle discariche per rifiuti urbani e rifiuti speciali assimilabili agli urbani;

d) il raggiungimento dell'autosufficienza nelle fasi di smaltimento finale dei rifiuti urbani che residuano a valle delle raccolte differenziate.

2. Nella gestione dei rifiuti speciali, la Regione promuove:

a) la corretta gestione dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani, con particolare riferimento ai rifiuti valorizzabili, in conformità alle finalità di cui alla parte IV, titolo II, del d.lgs. 152/2006, relativamente alla gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio;

b) la corretta gestione dei rifiuti speciali inerti derivanti dalle attività di demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali, al fine di ottimizzare l'uso delle discariche per rifiuti inerti e favorire il riutilizzo diretto nei luoghi di produzione, nonché il riciclaggio dei rifiuti che residuano dalle attività di demolizione e costruzione.

3. Per il perseguimento degli obiettivi di cui al comma 1, la Regione:

a) assume le necessarie decisioni di carattere pianificatorio e tecnico, finalizzate all'individuazione dei sistemi finali di smaltimento e di recupero dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani, in conformità alla normativa comunitaria e statale vigente, con particolare riferimento alla ricerca di sistemi che prevedano l'individuazione della discarica solo come impianto residuale rispetto ad altri sistemi, anche complessi, di smaltimento e recupero;

b) adotta atti di indirizzo e coordinamento finalizzati alla riorganizzazione dei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani nei subATO;

c) individua azioni coordinate volte a raggiungere livelli minimi di valorizzazione dei rifiuti urbani raccolti in forma differenziata, fatto salvo il rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di valorizzazione di cui all'articolo 10;

d) promuove la sottoscrizione di accordi e convenzioni con i consorzi di filiera per il recupero degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio aderenti al Consorzio nazionale imballaggi e con eventuali altri consorzi nazionali per il recupero di rifiuti valorizzabili diversi dagli imballaggi;

e) promuove ogni utile iniziativa di informazione e sensibilizzazione degli utenti, domestici e non, finalizzata alla piena conoscenza degli obiettivi regionali in materia di gestione dei rifiuti urbani e delle modalità di conferimento idonee al conseguimento degli obiettivi stessi;

f) promuove l'adozione di iniziative volte alla riduzione dei rifiuti domestici attraverso l'autocompostaggio delle frazioni organiche, oltreché di interventi finalizzati alla riduzione dei rifiuti di imballaggio;

g) promuove il consumo di beni eco-compatibili.

4. Per il perseguimento degli obiettivi di cui al comma 2, la Regione:

a) individua le necessarie azioni finalizzate a favorire il conferimento, in forma differenziata, dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani al fine di assicurare il concorso nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e di valorizzazione di cui all'articolo 10, anche attraverso forme di penalizzazione tariffaria;

b) disciplina l'organizzazione e la gestione dei cantieri edili, con particolare riferimento alla gestione dei materiali da scavo e dei materiali che residuano da attività di demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali, favorendo il riutilizzo in cantiere;

c) fissa le prescrizioni, da recepire nei progetti di opere pubbliche o private, inerenti alle modalità di gestione dei materiali di cui alla lettera b);

d) fissa le prescrizioni inerenti alla gestione dei materiali da scavo da avviare al recupero e per l'uso ottimale delle discariche per rifiuti speciali inerti;

e) promuove ogni utile iniziativa di informazione e sensibilizzazione, anche attraverso il coinvolgimento degli ordini professionali e delle associazioni di categoria, finalizzata alla piena conoscenza delle norme per l'attuazione delle disposizioni vigenti in materia di gestione dei rifiuti speciali, anche in relazione all'obbligo per le imprese di concorrere al raggiungimento delle finalità di cui all'articolo 178 del d.lgs. 152/2006.

5. In attuazione di quanto stabilito dall'articolo 196, comma 1, lettera p), del d.lgs. 152/2006, la Regione, gli enti pubblici da essa dipendenti, gli enti locali e le società da essi maggioritariamente partecipate devono coprire il fabbisogno annuale di materiale necessario alla realizzazione, alla ristrutturazione, alla manutenzione straordinaria di manufatti e all'acquisto di beni, indicati in apposito decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, impiegando materiale riciclato per almeno il 30 percento del fabbisogno medesimo. Tutti i progetti di titolarità della Regione e degli altri enti di cui al primo periodo del presente comma devono prevedere espressamente l'impiego di detti materiali.

Articolo 3

(Informazione ai cittadini)

1. La Regione promuove e coordina iniziative e campagne di informazione e sensibilizzazione finalizzate a fornire piena conoscenza ai cittadini in merito alla programmazione regionale di settore e alle conseguenti scelte operative, anche al fine di favorire comportamenti conformi alle esigenze di riduzione, riutilizzo, valorizzazione, recupero e smaltimento dei rifiuti.

2. La Giunta regionale assicura l'unitarietà di indirizzo dell'informazione, predisponendo programmi pluriennali di attività e provvedendo alla realizzazione e divulgazione di materiale didattico e informativo.

3. Le Autorità di subATO, nel rispetto della programmazione regionale di settore, oltre alla produzione di materiale proprio, curano la diffusione nelle scuole e nelle comunità locali del materiale didattico ed informativo di cui al comma 2, armonizzandone i contenuti agli indirizzi formulati dalla Giunta regionale e apportando agli stessi ogni integrazione ritenuta necessaria in relazione alle peculiari caratteristiche del territorio di riferimento.

4. Le Autorità di subATO attuano, in collaborazione con i Comuni, le attività di informazione e sensibilizzazione necessarie in relazione ai tipi di raccolta attivati con riferimento alla pianificazione comprensoriale.

Articolo 4

(Competenze della Regione)

1. Ferme restando le competenze di cui all'articolo 196, comma 1, del d.lgs. 152/2006, spettano inoltre alla Regione:

a) le competenze altrove attribuite alle Province ai sensi dell'articolo 197, comma 1, del d.lgs. 152/2006;

b) l'approvazione, all'esito della conferenza dei servizi di cui all'articolo 208, comma 3, del d.lgs. 152/2006, dei progetti di impianti per la gestione dei rifiuti, il rilascio dell'autorizzazione alla loro realizzazione e all'esercizio delle operazioni di smaltimento e di recupero definite dagli allegati B e C alla parte IV del d.lgs. 152/2006, secondo le modalità di cui al medesimo articolo 208, ed il rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione e all'esercizio di impianti di ricerca e sperimentazione ai sensi dell'articolo 211 del d.lgs. 152/2006;

c) il rilascio, il rinnovo ed il riesame delle autorizzazioni integrate ambientali di cui al decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 (Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento);

d) la determinazione delle garanzie finanziarie per la realizzazione e l'esercizio di impianti per lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti di cui alle lettere b) e c);

e) la definizione della disciplina della gestione integrata dei rifiuti attraverso l'adozione di atti di indirizzo e coordinamento per la riorganizzazione dei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani nei subATO;

f) lo svolgimento delle attività di competenza dell'Autorità di ATO per le fasi finali di smaltimento e recupero finale dei rifiuti urbani, ivi compresa l'assunzione delle decisioni in merito all'individuazione tecnica del sistema di trattamento integrato dei rifiuti.

Articolo 5

(Piano regionale di gestione dei rifiuti)

1. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti di cui all'articolo 199 del d.lgs. 152/2006 concorre all'attuazione dei programmi comunitari in materia di sviluppo sostenibile ed è elaborato secondo logiche di autosufficienza, programmazione integrata, protezione ambientale, sicurezza, economicità ed in base a criteri di flessibilità del sistema di recupero e smaltimento. Il Piano persegue, inoltre, l'obiettivo della riduzione della quantità di rifiuti prodotti, dell'effettivo recupero di materia ed energia e sostiene l'innovazione tecnologica.

2. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti si articola in sezioni tematiche, distinte e separate, relative alla gestione dei rifiuti urbani e speciali, degli imballaggi, dei rifiuti di imballaggio e alla bonifica delle aree contaminate; esso contiene inoltre i criteri per l'individuazione dei siti idonei alla realizzazione degli impianti.

3. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti è approvato dal Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, sentiti il Consiglio permanente degli enti locali e le Autorità di subATO. Per l'attuazione degli obiettivi indicati nel Piano, la Giunta regionale può approvare appositi programmi esecutivi ed atti di indirizzo e coordinamento concernenti, in particolare:

a) la riduzione dei rifiuti biodegradabili da smaltire in discarica;

b) gli indirizzi per la riorganizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali inerti;

c) gli indirizzi per la gestione di particolari tipologie di rifiuto speciale, quali i rifiuti assimilabili agli urbani, i residuanti dall'uso di prodotti fitosanitari e i derivanti da attività particolarmente diffuse a livello regionale, quali le autoriparazioni, le lavorazioni del legno, le attività sanitarie e similari;

d) gli indirizzi per la gestione dei rifiuti nelle strutture pubbliche o che gestiscono servizi pubblici;

e) gli indirizzi per la predisposizione dei regolamenti per la disciplina dei servizi di raccolta, trasporto e gestione dei rifiuti urbani nei subATO;

f) gli indirizzi per la disciplina, a livello di subATO, del sistema tariffario, in conformità a quanto disposto dall'articolo 238 del d.lgs. 152/2006.

4. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti è sottoposto, ove previsto, alla valutazione di impatto ambientale, ai sensi della legge regionale 18 giugno 1999, n. 14 (Nuova disciplina della procedura di valutazione di impatto ambientale. Abrogazione della legge regionale 4 marzo 1991, n. 6. (Disciplina della valutazione di impatto ambientale)).

5. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti, i programmi esecutivi e gli atti di indirizzo e coordinamento sono pubblicati nel Bollettino ufficiale della Regione.

6. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti è aggiornato, con cadenza almeno quinquennale, con le stesse modalità previste per la sua adozione.

Articolo 6

(Contributo ambientale ai Comuni sede di impianti di recupero e di smaltimento di rifiuti)

1. Al fine di favorire la realizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, è riconosciuto un contributo ambientale ai Comuni sede di tali impianti, ad eccezione delle discariche per rifiuti speciali inerti.

2. L'entità del contributo ambientale è determinata con deliberazione della Giunta regionale, in relazione alla tipologia dell'impianto, all'entità e alla qualità di rifiuti conferiti. La Giunta regionale individua, inoltre, i criteri per la suddivisione del contributo fra i Comuni confinanti ed effettivamente interessati dal disagio provocato dalla presenza degli impianti.

3. L'entità del contributo ambientale è aggiornata, ogni tre anni, con deliberazione della Giunta regionale.

4. Il contributo ambientale è corrisposto ai Comuni interessati da parte dei soggetti gestori degli impianti di smaltimento e recupero, ad eccezione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti urbani per i quali la Giunta regionale può prevedere forme di versamento diverse. Il contributo costituisce onere aggiuntivo rispetto alla tariffa di conferimento presso gli impianti in questione.

5. I Comuni interessati all'introito del contributo ambientale devono destinare almeno il 50 percento del relativo gettito ad interventi finalizzati al miglioramento e alla riqualificazione ambientale.

CAPO II

GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

Articolo 7

(Sistema integrato di gestione dei rifiuti)

1. La Regione costituisce Autorità di ambito territoriale ottimale unico (ATO) per le fasi di smaltimento e recupero finale dei rifiuti urbani.

2. Le funzioni organizzative e tecnico-amministrative dell'Autorità di ATO sono esercitate dalla struttura regionale competente in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti e di gestione dei rifiuti, di seguito denominata struttura competente.

3. Le Comunità montane e il Comune di Aosta costituiscono Autorità di sotto ambito territoriale ottimale (subATO) per le fasi di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani. Le funzioni organizzative e tecnico-amministrative dell'Autorità di subATO sono esercitate dai predetti enti.

4. La Regione orienta le attività di recupero e di smaltimento verso un sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani e speciali assimilabili che tenda:

a) ad assicurare l'autosufficienza regionale per lo smaltimento delle frazioni di rifiuto urbano che residuano dalle attività di recupero;

b) ad assicurare la corretta gestione delle fasi di smaltimento e recupero finale, sia per le frazioni di rifiuto urbano che residuano dalle attività di recupero, valorizzabili a fini energetici, sia per le particolari tipologie di rifiuto o di residuo, quali i fanghi degli impianti di depurazione delle acque reflue urbane e assimilate, i rifiuti speciali da attività sanitarie, gli animali e le parti di animali destinati alla distruzione e tutte le tipologie di rifiuto disciplinate dal regolamento (CE) n. 1774/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 ottobre 2002, recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano;

c) ad assicurare un'efficace protezione della salute e dell'ambiente;

d) a ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti, anche con azioni positive a carattere preventivo;

e) ad ottimizzare e integrare le operazioni di riutilizzo, di recupero, anche energetico, e di riciclaggio come materie delle singole frazioni dei rifiuti urbani provenienti dalle raccolte differenziate e dei rifiuti speciali.

5. Nella gestione del ciclo dei rifiuti urbani, la Regione persegue criteri di economicità, efficienza ed efficacia e di tutela della salute e dell'ambiente.

6. I rifiuti urbani e speciali provenienti dalle raccolte differenziate devono essere destinati esclusivamente alle operazioni di recupero. È vietata ogni attività di smaltimento, fatte salve le tipologie di rifiuti urbani pericolosi che devono essere raccolti in forma separata al fine di assicurarne l'avvio ad idonee operazioni di smaltimento.

Articolo 8

(Gestione dei rifiuti all'interno dei subATO)

1. Al fine di assicurare la riorganizzazione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani nei subATO, le Comunità montane e il Comune di Aosta provvedono, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, all'avvio delle attività finalizzate all'organizzazione, all'affidamento e al controllo del relativo servizio. In caso di mancato rispetto del predetto termine, la Regione diffida gli enti interessati ad adempiere entro l'ulteriore termine di sessanta giorni. In caso di persistente inadempimento, la Regione, sentito l'ente inadempiente, provvede in via sostitutiva, con oneri a carico del medesimo ente, mediante la nomina, con decreto dell'assessore regionale competente, di un commissario ad acta.

2. Le Comunità montane provvedono a sottoscrivere con i Comuni ad esse appartenenti apposita convenzione volta a disciplinare, in fase di avvio, le modalità e le condizioni per l'esercizio delle funzioni inerenti alla gestione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, in considerazione anche delle particolarità locali, nonché delle modalità di trasferimento dei beni oggetto del servizio. Le Autorità di subATO possono stipulare tra loro apposita convenzione, ai sensi dell'articolo 104 della l.r. 54/1998, per l'esercizio in forma associata delle funzioni e delle attività di cui al presente articolo.

3. Il Piano di subATO, costituente il documento di riferimento per l'attuazione della riorganizzazione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, è approvato dall'Autorità di subATO, contestualmente alla sottoscrizione della convenzione di cui al comma 2, ed è predisposto in relazione alle particolarità territoriali, insediative e di variazione della popolazione turistica evidenziate da ciascun Comune appartenente all'ambito territoriale di riferimento del subATO.

4. Il Piano di subATO definisce, in particolare:

a) le modalità di riorganizzazione del servizio, rivolto a tutte le tipologie di rifiuto urbano, come definite dall'articolo 184, comma 2, del d.lgs. 152/2006, individuando i sistemi previsti per il conferimento dei rifiuti in forma differenziata. Tali sistemi possono essere diversi a seconda delle particolarità territoriali e delle esigenze legate alla popolazione turistica;

b) il numero e le modalità di dotazione e di gestione delle stazioni intermedie di trasferimento dei rifiuti e dei centri comunali di conferimento;

c) la tipologia degli eventuali servizi integrativi ed aggiuntivi che si intendono attivare;

d) il sistema di gestione del servizio;

e) i costi per la riorganizzazione del servizio ed il relativo piano tariffario;

f) il programma operativo di attuazione degli interventi previsti per assicurare la piena riorganizzazione del servizio.

5. I Piani di subATO approvati sono trasmessi, entro trenta giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 1, alla struttura competente, ai fini dell'acquisizione del parere di conformità in relazione alle disposizioni e agli obiettivi individuati nel Piano regionale di gestione dei rifiuti. La struttura competente esprime il proprio parere entro sessanta giorni dalla data di ricevimento del Piano di subATO proponendo, qualora necessarie, integrazioni o modificazioni che devono essere recepite dall'Autorità di subATO nei successivi trenta giorni.

6. Le Autorità di subATO disciplinano le modalità di esercizio del servizio inerente alla raccolta e al trasporto dei rifiuti urbani e degli altri servizi connessi, nel rispetto della normativa comunitaria e statale vigente e del Piano regionale di gestione dei rifiuti, attraverso appositi regolamenti, predisposti in conformità a quanto disposto dall'articolo 198, comma 2, del d.lgs. 152/2006. I regolamenti devono stabilire, in particolare:

a) le misure per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei rifiuti urbani;

b) le modalità di svolgimento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani;

c) le modalità di conferimento, raccolta differenziata e trasporto dei rifiuti urbani ed assimilati, al fine di garantire una distinta gestione delle diverse frazioni di rifiuti, in coerenza con le modalità organizzative dello smaltimento e del recupero finale definite nel Piano regionale di gestione dei rifiuti;

d) le modalità per la gestione di tutte le tipologie di rifiuto urbano, come definite dall'articolo 184, comma 2, del d.lgs. 152/2006;

e) le misure per favorire ed ottimizzare il conferimento, la raccolta ed il trasporto dei rifiuti primari da imballaggio;

f) le modalità di determinazione dei quantitativi di rifiuti urbani indifferenziati conferiti dagli utenti;

g) le modalità di assimilazione, per qualità e quantità, a rifiuto urbano dei rifiuti speciali non pericolosi derivanti da attività produttive, commerciali e di servizio;

h) gli eventuali servizi integrativi ed aggiuntivi, a favore di utenti non produttori di rifiuti urbani, e le modalità di svolgimento dei medesimi;

i) le azioni previste a livello comprensoriale, finalizzate alla sensibilizzazione alla corretta gestione dei rifiuti e alla riduzione della produzione dei rifiuti urbani.

7. I regolamenti di cui al comma 6 devono essere adottati entro sei mesi dalla data di avvio delle attività finalizzate all'organizzazione, all'affidamento e al controllo del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani nei subATO.".

8. Le attività di riorganizzazione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani da parte delle Autorità di subATO sono assoggettate a valutazione periodica sulla base di criteri di efficienza, efficacia ed economicità da parte dell'Osservatorio regionale sui rifiuti di cui all'articolo 17.

Articolo 9

(Funzioni dell'Autorità di subATO)

1. L'Autorità di subATO è titolare del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani all'interno dell'ambito territoriale di riferimento. Essa svolge funzioni di organizzazione, affidamento e controllo del servizio di gestione integrata dei rifiuti, ed in particolare:

a) redige ed approva il programma operativo, attuativo del Piano di subATO;

b) realizza gli interventi previsti dal programma operativo ed individua i soggetti cui affidarne la realizzazione;

c) individua i soggetti affidatari del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, secondo le modalità di cui agli articoli 113, 113bis e 113ter della l.r. 54/1998;

d) provvede alla determinazione e all'articolazione della tariffa e alla determinazione delle relative modalità di riscossione, direttamente o tramite soggetti terzi;

e) provvede alla verifica della gestione operativa;

f) stabilisce gli obiettivi di raccolta differenziata da raggiungere a livello di bacino territoriale ottimale, in coerenza con gli obiettivi fissati dal Piano regionale di gestione dei rifiuti;

g) provvede all'aggiornamento, con cadenza almeno quinquennale, del Piano di subATO.

Articolo 10

(Misure per incrementare la raccolta differenziata e la valorizzazione dei rifiuti urbani)

1. In ogni subATO deve essere assicurato il raggiungimento dei seguenti obiettivi di raccolta differenziata e di valorizzazione dei rifiuti urbani:

a) 40 per cento di raccolta differenziata, entro il 31 dicembre 2007;

b) 50 per cento di raccolta differenziata e 40 per cento di valorizzazione, entro il 31 dicembre 2009;

c) 60 per cento di raccolta differenziata e 50 per cento di valorizzazione, entro il 31 dicembre 2011.

2. Il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata deve coincidere con l'adozione da parte dei subATO di misure che consentano di perseguire un'idonea qualità dei rifiuti raccolti in forma differenziata, in modo da assicurare il conseguimento di livelli di valorizzazione.

3. Il mancato conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata e di valorizzazione comporta l'applicazione, a carico delle Autorità di subATO, di un'addizionale del 20 per cento al tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, istituito ai sensi dell'articolo 3, comma 24, della legge 28 dicembre 1995, n. 549 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica).

Articolo 11

(Tariffa per la gestione dei rifiuti urbani)

1. In conformità a quanto disposto dall'articolo 238 del d.lgs. 152/2006, i costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani sono coperti dall'Autorità di subATO mediante la tariffa di cui al medesimo articolo, da essa determinata ai sensi dell'articolo 9, comma 1, lettera d).

2. Con deliberazione della Giunta regionale, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono individuati ulteriori criteri per la definizione delle componenti dei costi per la determinazione della tariffa di riferimento per la gestione dei rifiuti urbani. La Giunta regionale definisce, inoltre, i criteri per l'applicazione di agevolazioni a favore degli utenti domestici che effettuano il recupero diretto, tramite autocompostaggio, della frazione umida dei rifiuti urbani.

Articolo 12

(Determinazione dei canoni per il conferimento dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani)

1. Entro il 30 settembre di ogni anno, la Giunta regionale determina gli importi dei canoni relativi ai servizi assicurati presso gli impianti regionali di smaltimento e recupero, da applicare nell'anno successivo ai soggetti conferitori di rifiuti urbani e di rifiuti speciali assimilabili agli urbani. La Giunta regionale determina, inoltre, i criteri per le eventuali riduzioni o penalizzazioni da applicare alle Autorità di subATO in relazione agli obiettivi conseguiti nella raccolta differenziata e nella valorizzazione, limitatamente ai rifiuti urbani indifferenziati.

2. I canoni sono determinati, per le differenti tipologie di rifiuto ammesse agli impianti regionali di smaltimento e recupero, sulla base dei costi complessivi effettivamente sostenuti dalla Regione nell'anno precedente, in attuazione di quanto previsto dalla legge regionale 10 agosto 1987, n. 63 (Costituzione di una Società per azioni per la gestione dell'impianto di compattazione e discarica dei rifiuti solidi urbani, sito in Comune di Brissogne).

3. Il dirigente della struttura competente provvede, entro il 30 aprile di ogni anno, al calcolo e alla comunicazione dei canoni per ciascun subATO, sulla base dei quantitativi effettivamente conferiti presso gli impianti regionali di smaltimento e recupero, suddivisi per tipologie, fissando i tempi e le modalità di versamento alla Regione degli importi dovuti.

CAPO III

GESTIONE DEI MATERIALI INERTI E DEI RIFIUTI SPECIALI INERTI DERIVANTI DA ATTIVITÀ DI SCAVO, COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE

Articolo 13

(Definizioni)

1. Ai fini della presente legge, si intendono per:

a) materiali inerti da scavo: i materiali inerti, non pericolosi, derivanti da operazioni di scavo e costituiti da materiale naturale terroso, litoide, roccioso o limoso privo di inquinanti chimici, compresi i materiali derivanti da versanti in frana, da operazioni di disalveo e da attività di sistemazione idraulica di torrenti e fiumi, destinati ad essere riutilizzati, direttamente o presso impianti fissi di lavorazione di inerti per aggregati, o ad essere avviati a operazioni di reimpiego in recuperi ambientali, recuperi di versante, bonifiche ambientali ed agrarie, ricopertura periodica o definitiva di discariche;

b) materiali inerti da demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali: i materiali inerti non pericolosi, costituiti da miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e materiali in gesso, derivanti da attività di demolizione e costruzione, e le miscele bituminose non contenenti catrame di carbone, destinati ad essere riutilizzati direttamente all'interno del cantiere, previo eventuale trattamento di selezione, vagliatura e riduzione volumetrica;

c) rifiuti inerti: i rifiuti, non pericolosi, derivanti da attività di demolizione e costruzione, che residuano dalle attività di riutilizzo diretto di cui alla lettera b) e che rientrano nella classificazione di cui all'articolo 2, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 (Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti);

d) rifiuti da costruzioni stradali non pericolosi: il materiale inerte, proveniente dalla sovrastruttura stradale composta da strati base, binder e tappeti di usura, avente leganti bituminosi non contenenti catrame di carbone e il materiale sciolto da sottofondi stradali che residuano dalle attività di riutilizzo diretto di cui alla lettera b);

e) rifiuti pericolosi da demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali: i rifiuti derivanti da dette attività e classificati come pericolosi nel catalogo europeo dei rifiuti, di cui alla decisione 2000/532/CE della Commissione, del 3 maggio 2000, destinati allo smaltimento o al recupero;

f) cantiere: il luogo in cui sono effettivamente eseguiti i lavori di demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali, e l'insieme dei luoghi interessati dalla realizzazione delle opere e dei depositi a servizio del cantiere, ed espressamente individuati nei piani di sicurezza allegati al progetto approvato dall'autorità competente e nel piano operativo di sicurezza di cui al decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494 (Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili). Il cantiere costituisce, inoltre, luogo di produzione dei rifiuti, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 183, comma 1, lettera i), del d.lgs. 152/2006;

g) area attrezzata di stoccaggio e di deposito: l'area o le aree recintate espressamente individuate nel piano di sicurezza e nel piano operativo di sicurezza, a servizio del cantiere, in cui sono assicurate le seguenti attività:

1) ricovero dei mezzi d'opera;

2) deposito dei materiali di costruzione;

3) stoccaggio dei materiali inerti da scavo;

4) stoccaggio dei materiali inerti da demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali;

5) selezione, vagliatura, eventuale riduzione volumetrica dei materiali inerti da demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali, destinati al riutilizzo diretto all'interno del cantiere;

6) deposito preliminare dei rifiuti non pericolosi che residuano dalle attività di riutilizzo diretto all'interno del cantiere e di tutte le altre tipologie di rifiuto risultanti dalle attività svolte;

h) spostamento dei materiali: la fase di eventuale trasferimento dei materiali inerti da scavo e dei materiali inerti da demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali, dal luogo di esecuzione dei lavori all'area attrezzata di stoccaggio e di deposito, ai fini dell'effettuazione di una delle attività di cui alla lettera g). Tale fase non è soggetta alle disposizioni di cui al d.lgs. 152/2006;

i) trasporto: la fase di avvio delle operazioni di smaltimento o di recupero dei rifiuti che residuano dalle operazioni di riutilizzo diretto all'interno del cantiere dei materiali di cui alle lettere a) e b), e degli altri rifiuti prodotti nel cantiere.

Articolo 14

(Riutilizzo e gestione dei materiali inerti da scavo)

1. I materiali inerti da scavo non costituiscono rifiuti e non sono assoggettati alle disposizioni di cui al d.lgs. 152/2006, qualora derivanti esclusivamente da suoli naturali, da versanti in frana o conseguenti ad attività di sistemazione idraulica e manutenzione di alvei di fiumi e di torrenti, la cui qualità ambientale risulti essere corrispondente almeno allo stato chimico di buono, come definito dall'articolo 74, comma 2, lettera z), del d.lgs. 152/2006. La provenienza del materiale deve essere espressamente dichiarata dal progettista in fase di progettazione preliminare delle relative opere o, nel caso di interventi assoggettati a denuncia di inizio attività, dal soggetto titolare dell'intervento cui le opere si riferiscono.

2. I materiali inerti da scavo non costituiscono rifiuti qualora risultino non pericolosi, previa apposita caratterizzazione effettuata in conformità alle procedure analitiche di cui all'articolo 186, comma 3, del d.lgs. 152/2006, se derivanti da:

a) siti per i quali risultino in corso le procedure di bonifica ai sensi della parte IV, titolo V, del d.lgs. 152/2006;

b) siti già assoggettati ad attività finalizzate alla bonifica o alla messa in sicurezza permanente;

c) siti già destinati ad attività di gestione dei rifiuti, quali impianti di smaltimento o recupero di rifiuti;

d) siti ove siano state esercitate attività produttive commerciali, artigianali e industriali che risultino dismesse e che possano aver provocato fenomeni di contaminazione ambientale, ad esclusione delle attività agricole;

e) attività di sistemazione idraulica e di manutenzione di alvei di fiumi e di torrenti la cui qualità ambientale non risulti essere corrispondente almeno allo stato chimico di buono, come definito dall'articolo 74, comma 2, lettera z), del d.lgs. 152/2006.

3. I materiali inerti da scavo che non costituiscono rifiuti ai sensi dei commi 1 e 2 devono essere avviati, in via prioritaria, ad attività di riutilizzo diretto o ad attività di riutilizzo presso impianti fissi di lavorazione di inerti; qualora ciò non sia possibile, devono essere destinati ad attività quali la gestione ordinaria di discariche, l'utilizzo in operazioni di bonifica o messa in sicurezza permanente di siti contaminati, il recupero ambientale di siti già destinati ad attività estrattive, il recupero di versanti e di zone di frana, i miglioramenti fondiari ed agrari, o qualunque altra opera, di titolarità pubblica o privata, per la quale sia necessario l'utilizzo di terra, rocce, ghiaia e sabbia.

4. Al fine di favorire l'avvio del riutilizzo dei materiali inerti da scavo, sono individuate apposite aree di stoccaggio attrezzate. Tali aree, di titolarità pubblica, devono essere realizzate a livello intercomunale in zone che risultino baricentriche rispetto al bacino di riferimento.

5. All'individuazione delle aree di stoccaggio attrezzate provvedono i Comuni, anche in accordo tra loro. L'ubicazione di tali aree deve preferibilmente coincidere, laddove lo spazio lo consenta, con le aree di discarica per rifiuti speciali inerti o con i centri di recupero dei rifiuti inerti già in esercizio. In tali casi, la gestione dei materiali inerti da scavo può essere assicurata anche avvalendosi dei soggetti gestori di detti impianti. La realizzazione e l'esercizio delle aree di stoccaggio attrezzate dei materiali inerti da scavo al di fuori delle aree di discarica o dei centri di recupero dei rifiuti inerti non sono soggetti alle disposizioni urbanistiche vigenti. La gestione dei materiali inerti da scavo, attraverso uno o più centri di stoccaggio, può essere effettuata in modo coordinato all'interno dei bacini territoriali di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani dalle Autorità di subATO.

6. La realizzazione e l'esercizio delle aree di stoccaggio attrezzate dei materiali inerti da scavo non sono assoggettate alle procedure autorizzative di cui al d.lgs. 152/2006.

7. Le aree di stoccaggio attrezzate dei materiali inerti da scavo costituiscono punto di riferimento obbligatorio per i soggetti, pubblici e privati, che usufruiscono di finanziamenti pubblici, per un valore pari o superiore al 50 per cento del costo delle opere, e che hanno la necessità di utilizzare tali materiali per le attività edili o di recupero o bonifica ambientali. Le aree di stoccaggio attrezzate dei materiali inerti da scavo costituiscono inoltre punto di riferimento obbligatorio per i gestori delle discariche operanti nel territorio regionale, ai fini dell'approvvigionamento dell'eventuale materiale necessario per la ricopertura periodica, la formazione di argini, le ricoperture finali e i recuperi ambientali delle discariche stesse.

8. Al fine di destinare parte delle aree di discarica per rifiuti speciali inerti all'esercizio dei centri di stoccaggio dei materiali inerti da scavo, i titolari di tali aree devono presentare alla struttura competente apposita domanda, corredata della seguente documentazione:

a) una planimetria catastale concernente le zone da destinare al deposito dei materiali inerti da scavo, specificando le aree di stoccaggio del materiale in ingresso, quelle destinate alle eventuali operazioni di selezione, vagliatura e riduzione volumetrica, e quelle per lo stoccaggio del materiale da avviare al riutilizzo;

b) una relazione tecnica riportante:

1) l'indicazione dell'estensione dell'area da utilizzare per i depositi;

2) l'indicazione delle eventuali attività di selezione, vagliatura e riduzione volumetrica, con la specificazione delle caratteristiche dell'attrezzatura che si prevede di utilizzare;

3) l'indicazione presunta dei quantitativi di materiale da scavo che si intendono stoccare, sia in ingresso che in uscita;

4) l'indicazione delle altezze dei cumuli;

5) l'indicazione delle modalità gestionali, con la specificazione di tutte le misure previste per evitare la formazione di polveri e, in generale, per evitare inconvenienti alle persone e all'ambiente.

9. Le aree di stoccaggio attrezzate dei materiali inerti da scavo, realizzate all'interno delle aree di discarica, devono risultare separate rispetto alle zone destinate all'esercizio della discarica medesima e la gestione delle due attività deve essere assicurata in modo tale da non creare promiscuità ed interferenze.

10. La struttura competente decide sulla domanda di cui al comma 8 entro trenta giorni dalla data di ricevimento. Al fine del rilascio dell'autorizzazione, può essere convocata un'apposita conferenza dei servizi per l'acquisizione di tutti i nullaosta, permessi, autorizzazioni, pareri o altri atti di consenso, comunque denominati, di competenza di altre strutture regionali o di enti diversi dalla Regione.

11. L'autorizzazione per l'attivazione di aree di stoccaggio attrezzate, all'interno di discariche per rifiuti speciali inerti di nuova realizzazione, è rilasciata contestualmente alle autorizzazioni per la realizzazione e per l'esercizio dei nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti di cui all'articolo 208 del d.lgs. 152/2006.

12. A decorrere dal 30 giugno 2008, il conferimento in discarica di materiali inerti da scavo, ai fini dello smaltimento finale, è vietato. I gestori di discariche sono autorizzati a ricevere i materiali inerti da scavo limitatamente ai quantitativi necessari per gli interventi gestionali e di recupero. Annualmente, contestualmente alla presentazione della relazione di cui all'articolo 10, comma 2, lettera l), del d.lgs. 36/2003, i gestori delle discariche devono comunicare alla struttura competente la quantità di materiale da scavo ricevuta in discarica a fini gestionali, di cui va tenuta una contabilità separata. In particolare, devono essere specificati:

a) la data del ricevimento in discarica del materiale inerte da scavo da utilizzare a fini gestionali;

b) il nominativo del soggetto conferitore;

c) i quantitativi espressi in peso, se presente una pesa all'interno dell'impianto, o in volume;

d) l'eventuale costo di conferimento che deve essere documentato e che costituisce elemento da computare nella determinazione della tariffa di smaltimento da applicare.

13. I materiali inerti da scavo, accettati in discarica a soli fini gestionali, non costituiscono rifiuti e non sono assoggettati alle disposizioni di cui al d.lgs. 152/2006.

Articolo 15

(Riutilizzo dei materiali inerti da demolizione e costruzione)

1. Al fine di ridurre la quantità di rifiuti da smaltire in discarica, devono essere avviate tutte le iniziative volte a favorire, in via prioritaria, il riutilizzo diretto all'interno dei cantieri dei materiali inerti da demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali, come definiti dall'articolo 13, comma 1, lettera b). Lo smaltimento dei rifiuti costituisce operazione residuale rispetto al riutilizzo.

2. La locazione di mezzi con conducente effettuata nell'ambito delle attività di cantiere e delle correlate attività di stoccaggio, deposito e spostamento dei relativi materiali, come definite dall'articolo 13, comma 1, lettere f), g) e h), non costituisce attività di autotrasporto per conto di terzi.

Articolo 16

(Gestione dei materiali inerti da demolizione e costruzione)

1. A decorrere dal 1° gennaio 2008, tutti i progetti riferiti ad opere pubbliche o private per i quali è previsto il rilascio di un titolo abilitativo edilizio o la presentazione della dichiarazione di inizio attività devono indicare il bilancio di produzione dei materiali inerti da scavo e dei materiali inerti da demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali, che si presume siano prodotti per l'esecuzione dei lavori cui il progetto si riferisce, e della produzione di eventuali rifiuti.

2. I progetti devono riportare:

a) la stima delle quantità dei materiali inerti da scavo e dei materiali da demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali, da riutilizzarsi all'interno del cantiere, le eventuali operazioni di selezione, vagliatura e riduzione volumetrica previste per rendere compatibili tali materiali con i lavori da realizzare, e le modalità di reimpiego;

b) la stima delle quantità di rifiuti inerti che residuano dalle operazioni di reimpiego o di altre tipologie di rifiuto non riutilizzabili all'interno del cantiere, da avviare al recupero o allo smaltimento;

c) le destinazioni finali dei materiali non riutilizzati nel cantiere e dei rifiuti da avviare al recupero o allo smaltimento finale.

3. I rifiuti inerti eventualmente non riutilizzabili direttamente all'interno del cantiere devono essere conferiti, in via prioritaria, a centri di riciclaggio autorizzati ai sensi degli articoli 208 e 216 del d.lgs. 152/2006.

4. I progetti devono contenere l'indicazione puntuale del cantiere in cui è prevista l'esecuzione delle opere e delle aree di stoccaggio e deposito in cui effettuare le attività di cui all'articolo 13, comma 1, lettera g).

5. Con deliberazione della Giunta regionale, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono individuate le modalità e le prescrizioni tecniche da rispettare per la gestione all'interno dei cantieri dei materiali inerti da scavo, dei materiali da demolizione e costruzione, comprese le costruzioni stradali, soggetti al riutilizzo diretto, e dei rifiuti inerti che residuano dalle operazioni di reimpiego.

6. L'omessa indicazione nei progetti dei dati di cui al presente articolo ne impedisce l'approvazione da parte delle autorità competenti.

7. Copia della comunicazione di inizio delle attività di cantiere deve essere trasmessa, a cura dell'impresa esecutrice delle opere, al Comune interessato e alla stazione forestale competente.

8. Il mancato rispetto degli obblighi di cui ai commi 1, 2, 4 e 5 comporta l'assoggettamento dei materiali inerti da demolizione e costruzione alle disposizioni di cui al d.lgs. 152/2006. Alle stesse disposizioni sono assoggettati i materiali inerti da demolizione e costruzione che non siano effettivamente e oggettivamente riutilizzati direttamente nel cantiere in cui sono stati prodotti, nel periodo di validità del titolo abilitativo edilizio.

CAPO IV

OSSERVATORIO REGIONALE SUI RIFIUTI

Articolo 17

(Osservatorio regionale sui rifiuti)

1. Al fine di garantire la piena attuazione degli obiettivi di gestione dei rifiuti urbani di cui alla presente legge e di quelli indicati nel Piano regionale di gestione dei rifiuti, è istituito, presso la struttura competente, l'Osservatorio regionale sui rifiuti, di seguito denominato Osservatorio.

2. L'Osservatorio svolge le seguenti funzioni:

a) vigila sulla gestione dei rifiuti, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio;

b) vigila sulla riorganizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti urbani, in conformità alle disposizioni di cui alla presente legge e del Piano regionale di gestione dei rifiuti;

c) vigila sulle modalità di pianificazione dei servizi a livello di subATO e sull'attuazione dei relativi piani;

d) provvede alla raccolta e all'elaborazione dei dati inerenti ai flussi dei rifiuti urbani ed assimilati e dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani;

e) provvede al monitoraggio sui costi di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani e sulle modalità di applicazione delle relative tariffe;

f) controlla la definizione e l'attuazione di accordi di programma e protocolli di intesa con enti ed operatori coinvolti nella gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani o di particolari tipologie di rifiuto speciale;

g) propone alla Giunta regionale azioni volte alla promozione di interventi finalizzati alla sensibilizzazione e informazione dei soggetti interessati alle raccolte differenziate, anche ai fini della predisposizione dei programmi pluriennali di attività di cui all'articolo 3, comma 2;

h) propone alla Giunta regionale lo svolgimento di studi e indagini su alcuni comparti produttivi significativi e, in generale, sulle utenze non domestiche, anche in collaborazione con altri enti ed autorità competenti in materia ambientale;

i) fornisce alla Giunta regionale il necessario approfondimento sulle tematiche inerenti alla gestione dei rifiuti, con particolare riferimento agli aspetti applicativi legati all'introduzione del sistema tariffario e al miglioramento della resa della raccolta differenziata o del recupero dei rifiuti;

j) fornisce alle strutture regionali interessate, qualora necessario, pareri finalizzati anche all'adozione di atti amministrativi nel settore della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento ai rifiuti urbani e ai rifiuti speciali assimilabili agli urbani;

k) collabora con la Camera valdostana delle imprese e delle professioni/Chambre valdôtaine des entreprises et des activités libérales al fine di promuovere iniziative finalizzate all'informazione e alla sensibilizzazione nel settore della gestione dei rifiuti speciali e allo sviluppo del recupero dei rifiuti presso le imprese operanti nel territorio regionale;

l) provvede all'attivazione e all'organizzazione di uno sportello informativo inerente alla gestione dei rifiuti urbani e speciali;

m) provvede alla pubblicazione, entro il 31 marzo di ogni anno, di un rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani, riportante la situazione per ogni subATO.

3. L'Osservatorio è costituito, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con deliberazione della Giunta regionale ed è composto da:

a) l'Assessore regionale competente in materia di ambiente, con funzioni di Presidente;

b) il responsabile della struttura competente;

c) il responsabile della sezione competente dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Valle d'Aosta (ARPA);

d) un rappresentante del Comune di Aosta e due designati d'intesa dalle Comunità montane;

e) il responsabile del settore competente in materia di gestione dei rifiuti del Comune di Aosta e due responsabili del medesimo settore designati d'intesa dalle Comunità montane;

f) un rappresentante designato dai soggetti affidatari della gestione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti urbani, operanti nel territorio regionale;

g) un rappresentante designato dalle imprese che gestiscono il servizio di raccolta e di trasporto dei rifiuti urbani, operanti nel territorio regionale;

h) un rappresentante designato dalle associazioni di categoria operanti nel territorio regionale, maggiormente rappresentative degli interessi dei soggetti economici produttori di rifiuti non domestici;

i) un rappresentante designato dalle associazioni ambientalistiche maggiormente rappresentative ed operanti nel territorio regionale;

j) un rappresentante designato dalle associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative ed operanti nel territorio regionale;

k) un tecnico esperto, avente particolare esperienza in materia di tutela dell'ambiente dagli inquinamenti e nel settore della gestione tecnica ed economica dei rifiuti nel loro complesso, con funzioni di coordinamento tecnico-scientifico, designato dalla Giunta regionale.

4. La durata in carica dei membri dell'Osservatorio è di cinque anni, decorrenti dalla data di nomina. Con la deliberazione di nomina sono individuati l'entità degli eventuali compensi da corrispondere al tecnico esperto di cui al comma 3, lettera k), e le modalità di liquidazione.

5. I componenti dell'Osservatorio possono designare a partecipare alle riunioni di lavoro persona da loro delegata.

CAPO V

BONIFICA DEI SITI CONTAMINATI

Articolo 18

(Principi e campo di applicazione)

1. Gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti contaminati devono essere effettuati nel rispetto delle disposizioni di cui alla parte IV, titolo V, del d.lgs. 152/2006.

2. Al fine di assicurare il rispetto delle esigenze di carattere igienico-sanitarie ed ambientali nelle zone interessate dalla presenza di attività produttive in esercizio, la Regione promuove con gli enti interessati e con le imprese appositi accordi finalizzati all'individuazione delle problematiche di gestione del territorio potenzialmente lesive per la salute delle persone e dell'ambiente e delle misure atte a monitorare, contenere e, qualora necessario, migliorare la qualità ambientale, in armonia con i principi di cui agli articoli 239 e 242 del d.lgs. 152/2006.

Articolo 19

(Siti sottoposti ad interventi di bonifica o messa in sicurezza permanente)

1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 252 del d.lgs. 152/2006, ai fini dell'esecuzione degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza permanente, del rimodellamento delle scarpate e della formazione dello strato finale di ricopertura dei siti contaminati, è consentito l'utilizzo di materiali inerti da scavo e di fanghi provenienti dallo sfangamento di bacini idroelettrici, preventivamente caratterizzati in modo analitico e dichiarati idonei dal punto di vista ambientale ed igienico-sanitario dalle competenti strutture dell'ARPA e dell'Azienda regionale Unità sanitaria locale (USL) della Valle d'Aosta.

2. Per l'esecuzione degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza permanente dei siti contaminati devono essere adottate, in via prioritaria, tecniche che privilegiano il trattamento, il riutilizzo e la ricollocazione in loco dei materiali contaminati, al fine di evitare la movimentazione e di ridurre, conseguentemente, i rischi derivanti dal trasporto e dalla messa a discarica di terreno inquinato.

Articolo 20

(Finanziamenti)

1. In deroga a quanto stabilito dalla legge regionale 20 novembre 1995, n. 48 (Interventi regionali in materia di finanza locale), qualora l'esecuzione di interventi di bonifica o di messa in sicurezza permanente dei siti contaminati sia effettuata d'ufficio, ai sensi dell'articolo 250 del d.lgs. 152/2006, dal Comune territorialmente competente, le relative spese sono sostenute dalla Regione, fatte salve la rivalsa nei confronti dei soggetti responsabili della contaminazione o del proprietario del sito e l'applicazione delle altre misure di cui all'articolo 253, comma 3, del medesimo decreto.

2. Gli interventi di bonifica o di messa in sicurezza permanente dei siti contaminati, effettuati direttamente dai soggetti obbligati, possono essere assistiti da contributi regionali qualora sia verificata l'assenza di dolo e nei casi in cui sussistano preminenti interessi pubblici connessi ad esigenze di tutela igienico-sanitaria e ambientale o occupazionali. Tali contributi non possono superare il limite massimo del 50 per cento delle spese ritenute ammissibili.

3. La Giunta regionale definisce con propria deliberazione, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i criteri e le modalità, anche procedimentali, relativi alla concessione dei contributi di cui al comma 2.

CAPO VI

DISPOSIZIONI PARTICOLARI

Articolo 21

(Centri comunali di conferimento dei rifiuti urbani)

1. I centri comunali di conferimento dei rifiuti urbani, attivati dai subATO a seguito della riorganizzazione dei servizi di raccolta e trasporto, costituiscono fase di conferimento per la consegna, anche in forma differenziata, dei rifiuti da parte dei produttori di rifiuti urbani e di rifiuti speciali assimilabili agli urbani.

2. I centri di cui al comma 1, denominati anche isole ecologiche, in quanto assicurano il raggruppamento dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani in frazioni merceologiche omogenee ai fini della raccolta e del successivo avvio alle operazioni di smaltimento e di recupero, non costituiscono operazioni di smaltimento o di recupero, come definite negli allegati B e C alla parte IV del d.lgs. 152/2006, e non sono assoggettati alle procedure autorizzative di cui agli articoli 208 e 216 del medesimo decreto.

Articolo 22

(Veicoli a motore fuori uso)

1. Al fine di contenere i fenomeni di abbandono sul territorio di veicoli a motore fuori uso e di facilitare l'avvio, da parte dei Comuni interessati, dei procedimenti finalizzati all'attuazione degli adempimenti di cui all'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 29 luglio 1982, n. 571 (Norme per l'attuazione degli articoli 15, ultimo comma, e 17, penultimo comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689, concernente modifiche al sistema penale), e nelle more dell'individuazione, da parte della Regione, di centri di raccolta aventi i requisiti di cui all'articolo 208 del d.lgs. 152/2006 e al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209 (Attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso), possono essere utilizzati, quali punti di deposito e di custodia dei veicoli, i luoghi in cui gli stessi risultano in stato di abbandono.

2. I Comuni interessati devono provvedere, in ogni caso, ad avviare le procedure finalizzate all'identificazione del proprietario, per la riconsegna o l'eventuale radiazione e demolizione del veicolo, in conformità alle disposizioni tecniche stabilite dal d.lgs. 209/2003 e dall'articolo 231 del d.lgs. 152/2006.

Articolo 23

(Determinazione dell'entità del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi)

1. L'ammontare del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, istituito ai sensi dell'articolo 3, comma 24, della l. 549/1995, per ogni tonnellata/metro cubo di rifiuto conferito in discarica ai fini dello smaltimento finale, è fissato, a partire dal 1° gennaio 2009, nella misura di cui all'allegato A.

2. Alla rideterminazione del tributo si provvede con legge regionale, da adottare entro il 31 luglio di ogni anno per l'anno successivo. In caso di mancata determinazione, il tributo si intende prorogato nell'ammontare vigente.

CAPO VII

DISPOSIZIONI FINANZIARIE E FINALI

Articolo 24

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere complessivo derivante dall'applicazione dell'articolo 4, comma 1, lettera f), dell'articolo 17, comma 2, lettera h), e comma 4, dell'articolo 20 e delle campagne di sensibilizzazione e di informazione previste dalla presente legge è determinato in euro 5.000 per l'anno 2007, in euro 6.694.000 per l'anno 2008 e in euro 6.285.000 a decorrere dall'anno 2009.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2007 e di quello pluriennale per il triennio 2007/2009 nell'obiettivo programmatico 2.2.1.09 (ambiente e sviluppo sostenibile).

3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede mediante l'utilizzo delle risorse iscritte negli stessi bilanci:

a) per l'anno 2007, mediante l'utilizzo di pari importo delle risorse iscritte nell'obiettivo programmatico 2.1.6.01 (Consulenze e incarichi) al capitolo 38345 (Spese per collaborazioni tecniche, studi e ricerche nell'ambito dell'assetto, della tutela e della valorizzazione del territorio e delle sue risorse);

b) per l'anno 2008, mediante l'utilizzo delle risorse iscritte:

1) nell'obiettivo programmatico 2.1.6.01 al capitolo 38345 per euro 10.000;

2) nell'obiettivo programmatico 2.2.1.09 al capitolo 67390 (Spese per la tutela ed il recupero dell'ambiente, l'educazione, propaganda ed informazione del settore) per euro 5.000, al capitolo 59300 (Spese per la realizzazione e manutenzione straordinaria di impianti per lo smaltimento dei rifiuti) per euro 2.082.000 ed al capitolo 59310 (Spese per la gestione di impianti e di attività finalizzate allo smaltimento ed al recupero dei rifiuti nonché per la gestione delle acque reflue) per euro 4.597.000;

c) per l'anno 2009, mediante l'utilizzo delle risorse iscritte:

1) nell'obiettivo programmatico 2.1.6.01 al capitolo 38345 per euro 190.000;

2) nell'obiettivo programmatico 2.2.1.09 al capitolo 67390 per euro 5.000, al capitolo 59300 per euro 1.493.000 ed al capitolo 59310 per euro 4.597.000.

4. Al finanziamento per la bonifica di aree inquinate si provvede anche con il 20 per cento degli introiti derivanti dal tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi.

5. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

6. Eventuali maggiori oneri derivanti dall'articolo 20, comma 1, saranno autorizzati con legge finanziaria, ai sensi dell'articolo 19 della legge regionale 27 dicembre 1989, n. 90 (Norme in materia di bilancio e di contabilità generale della Regione Autonoma Valle d'Aosta).

Articolo 25

(Abrogazioni e disposizioni transitorie)

1. Sono abrogate le seguenti leggi regionali:

a) 16 agosto 1982, n. 37 (Norme per lo smaltimento dei rifiuti solidi);

b) 16 giugno 1988, n. 44 (Disposizioni urgenti in materia di raccolta e stoccaggio provvisorio di rifiuti solidi urbani e per l'incenerimento dei rifiuti speciali a base organica nonché degli animali o parti di animali da distruggere);

c) 21 agosto 1990, n. 60 (Ulteriori disposizioni in materia di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e modificazioni alla legge regionale 16 agosto 1982, n. 37 così come modificata dalla legge regionale 16 giugno 1988, n. 44);

d) 30 maggio 1995, n. 19 (Norme per il recupero ed il riutilizzo di materiali inerti).

2. Sono, inoltre, abrogati:

a) l'articolo 7 della legge regionale 8 gennaio 2001, n. 1;

b) l'articolo 5 della legge regionale 4 agosto 2006, n. 21.

3. Al fine di assicurare che non vi sia soluzione di continuità nel passaggio dalla preesistente disciplina a quella di cui alla presente legge, nelle more dell'adozione dei provvedimenti attuativi della presente legge continuano ad applicarsi i corrispondenti provvedimenti attuativi delle leggi di cui al comma 1.

Articolo 26

(Dichiarazione d'urgenza)

1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

Allegato A

(Omissis)

Presidente - Procediamo quindi con la relazione al disegno di legge n. 180. La parola al relatore, Consigliere Borre.

Borre (UV) - Prima di passare alla relazione, vorrei tornare un attimo alla Commissione. La Commissione ha dibattuto il disegno di legge, ha recepito degli emendamenti portati dal CPEL, ha recepito gli emendamenti portati dall'"Assocave", non ha discusso sugli emendamenti che voleva portare il collega Venturella proprio perché voleva portarli, ma non li aveva portati. Allora ci eravamo presi l'impegno in maniera non ufficiale, ma ufficiosa di trovarci dopo l'approvazione della legge, perché ritenevamo che questo provvedimento non solo avesse urgenza per non andare a finire nel momento della finanziaria, quindi ritardasse una quindicina di giorni per l'approvazione, ma proprio perché avevamo l'esigenza di normare questa materia, proprio anche per il capitolo terzo che riguarda gli inerti. Sono ormai 15 anni e più che si parla che gli inerti stanno diventando un problema, specialmente per il fatto della ristrutturazione, che deve essere momento principale nella nostra Regione, non più andare a costruire il nuovo, ma ristrutturare... ristrutturare produce tanto inerte, quindi non potevamo più pensare di andare a coprire "buchi" in Valle d'Aosta. Già nel 1995 avevamo fatto una legge in questo Consiglio dove si parlava di recupero degli inerti, ma la legge non è stata mai applicata visto il mancato interesse da parte di privati di mettere in moto impianti. Oggi con questa legge invece si va a dare una risposta concreta, perché gli enti pubblici, quindi la Regione deve mettere nei capitolati anche il riutilizzo di tale materiale. L'urgenza pertanto, al di là del comma 2 dell'articolo 15 e della finanziaria, come Commissari l'avevamo ravvisata nel fatto di portare avanti questa nuova legge, che va a rivedere quella del 1982, che è la normativa precedente. Capisco - ma non condivido - il fatto che il Consigliere Segretario Venturella, e quindi il gruppo "Arcobaleno", abbia visioni diverse su questa materia, cosa legittima, però la maggioranza ha il diritto di lavorare e portare avanti quelle che ritiene proposte corrette e più che altro pragmatiche necessarie. L'intervento del collega Sandri pertanto mi trova pienamente d'accordo: nessuno ci proibisce, quando arriveremo al comma 2 dell'articolo 15, di approfondirlo con altri elementi, cosa che come Commissari avevamo ritenuto più che sufficiente perché proposti dal Coordinatore del Servizio ambiente... e dei funzionari e quindi anche dall'Ufficio legale... ritenevamo che fosse, anzi che sia una richiesta...

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

... quando ci arrivano delle proposte di legge, riteniamo che le hanno già viste. Vorrei poi anche dire, senza offendere il Consigliere Segretario Venturella, perché dobbiamo metterci noi a fare i Commissari dello Stato, anziché fare i legislatori di una Regione e quindi cercare di portare avanti delle proposte di legge che vadano nell'interesse del popolo valdostano? Questo comporta a volte di cercare di forzare la mano, vista la nostra autonomia e la nostra esigenza come territorio; a volte le norme nazionali hanno dei problemi che non rispecchiano la nostra realtà. Il collega Bortot ha seguito questo per quanto riguarda le stalle, sappiamo bene che la norma igienico-sanitaria sulle stalle è ben lontana dalla realtà valdostana.

Venendo al disegno di legge, la legge regionale n. 37 che detta: "Norme per lo smaltimento dei rifiuti solidi" è del 1982. È una legge datata, superata da normative statali e comunitarie, dall'evoluzione della produzione stessa dei rifiuti; è dunque una legge non più in grado di fornire risposte alle odierne esigenze. Con questo disegno di legge pertanto si vuole rispondere innanzitutto all'esigenza di dare attuazione alle nuove disposizioni comunitarie recepite a livello statale; riprendere e precisare gli obiettivi del Piano regionale di gestione dei rifiuti; dare risposta al sempre più crescente problema dei materiali inerti - vedi ristrutturazioni, manutenzioni straordinarie, scavi... - con una disciplina per la gestione degli stessi più compatibile con la nostra realtà, passaggio che avviene con la definizione ed elencazione dei rifiuti speciali inerti derivanti da attività di scavo, costruzione e demolizione - articoli 13 e 14 -; inoltre, fatto importante, si indirizza, regolamentando, al riutilizzo e alla gestione del materiale inerte.

Il disegno di legge in esame si compone di 7 capi per complessivi 26 articoli.

Capo I. Le disposizioni contenute nel capo I disciplinano gli aspetti generali riferiti ai principi ispiratori della legge. Principi che fanno riferimento alle norme nazionali in materia di gestione di rifiuti. Principi che però anticipano già quelli generali riportati nella nuova direttiva comunitaria 2006/12/CE del 5 aprile 2006. Principi che fanno riferimento agli obiettivi dell'articolo 3 della direttiva, in merito alle azioni da assumere per favorire: la prevenzione o la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti; il recupero dei rifiuti mediante riciclo, con l'obbligo per la Regione, gli enti pubblici dipendenti dalla stessa, gli enti locali e le società da essi partecipate di coprire il fabbisogno annuale di materiale necessario alla realizzazione, alla ristrutturazione e alla manutenzione straordinaria di manufatti impiegando materiale riciclato per almeno il 30% del fabbisogno medesimo (articolo 196 comma 1, lettera p), del decreto legislativo n. 152); il reimpiego, riutilizzo, come materia o come fonte di energia. Norme queste peraltro già contenute anche nel Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato con la deliberazione di Consiglio n. 3188 del 15 aprile 2003, integrata con successive deliberazioni di Consiglio, che prevedono la riduzione della produzione di imballaggi, nonché di rifiuti biodegradabili da avviare in discarica, i cui obiettivi vengono integralmente recepiti. Vengono inoltre disciplinate tutte le competenze regionali in materia di gestione dei rifiuti, comprendendo, fra l'altro, le competenze delle Province, attribuite in Valle d'Aosta, alla Regione con il decreto n. 45/1945. Fra le competenze più significative vi sono quelle della predisposizione, approvazione e aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, comprensivo, per le motivazioni sopra evidenziate, anche del Piano operativo provinciale, di organizzazione dei sistemi di gestione dei rifiuti urbani.

Capo II. Le norme del Capo II disciplinano principalmente la riorganizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti urbani dal punto di vista operativo e giuridico-amministrativo. Si recepisce infatti, come già detto, quanto riportato nel Piano regionale di gestione dei rifiuti. In particolare viene ribadita la seguente riorganizzazione: individuazione di un unico ambito territoriale ottimale per la gestione dello smaltimento e del recupero finale dei rifiuti urbani: ATO - ambito che coincide con la Regione; individuazione di sottoambiti territoriali ottimali per la gestione delle fasi di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, ambiti che coincidono con le Comunità montane e con il Comune di Aosta, sia dal punto di vista territoriale che gestionale, sub-ATO; riorganizzazione dei servizi di raccolta e trasporto all'interno dei sottoambiti territoriali ottimali. Servizi che tendono ad ottimizzare i sistemi di conferimento diversi a seconda degli utenti a cui i singoli servizi sono rivolti. Servizi che si basano principalmente sull'obbligo di raggiungere obbiettivi di raccolta differenziata secondo le scadenze stabilite dall'articolo 205 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive integrazioni e modificazioni. Particolarmente importante è quanto previsto per le raccolte differenziate: in netto anticipo rispetto anche alle politiche comunitarie si sposta l'attenzione della raccolta differenziata dal raggiungimento di percentuali predefinite dallo Stato all'obbligo del raggiungimento di percentuali che consentano un livello minimo qualificato di rifiuti effettivamente avviati al riutilizzo, riciclaggio, recupero; è questo un aspetto innovativo. Aspetto che vincola tutti i soggetti coinvolti nel problema delle raccolte differenziate (cittadini, soggetti economici, istituzioni) a porre una maggiore attenzione nelle attività di competenza. La raccolta differenziata non è più considerata un esercizio fine a sé stesso e oggetto a volte anche di strane manovre (esempio: l'aumento spropositato di rifiuto verde per condizionare la percentuale aggiunta, a fronte di basse raccolte di altre tipologie valorizzabili attraverso il CONAI). La raccolta differenziata diventa l'elemento qualificante della corretta gestione dei rifiuti urbani e speciali. Infatti deve, entro i termini stabiliti dalla legge regionale, essere raggiunta una percentuale non inferiore al 50% di rifiuti raccolti in forma differenziata, avviati effettivamente alla valorizzazione attraverso appunto i consorzi di filiera CONAI. Il Capo II disciplina infine gli aspetti economico-finanziari (tariffa e cauzioni di smaltimento) di competenza della Regione riferiti agli oneri di smaltimento e recupero finale dei rifiuti.

Il Capo III rappresenta uno degli elementi qualificanti della nuova disciplina regionale in materia di gestione dei rifiuti. In particolare affronta il problema della gestione dei materiali e dei rifiuti speciali inerti derivanti dalle attività edili in genere e di costruzione stradale, anche al fine di fornire linee di comportamento chiare a fronte di disposizioni nazionali non sempre facilmente attuabili. Con il disegno di legge, quindi, è stato affrontato il problema dell'organizzazione, del recupero e dello smaltimento di detti materiali e rifiuti attraverso disposizioni gestionali. Disposizioni gestionali che consentono, in via prioritaria, di destinare i flussi di tali materiali verso attività di recupero e di smaltimento. Il tutto in piena coerenza, nelle diverse fasi, con i principi comunitari sopra richiamati e nel rispetto della tutela della salute delle persone e dell'ambiente. Fasi che consistono in: progettazione degli interventi con l'obbligo di predisposizione di un bilancio che riporti una stima dei quantitativi dei materiali e dei rifiuti inerti che saranno prodotti nell'ambito dei lavori oggetto del progetto, con l'indicazione delle destinazioni finali; individuazione, in fase di allestimento dei cantieri, dei centri di deposito dei materiali e dei rifiuti soggetti a riutilizzo diretto o da avviare ad operazioni di recupero e smaltimento esterni. Individuazione che deve avvenire attraverso l'obbligo in capo alle imprese, di proporre in sede di presentazione delle offerte tecniche tali indicazioni; gestione integrata delle discariche per rifiuti speciali inerti attraverso la previsione che all'interno di tali impianti possono essere realizzati anche punti di deposito e di gestione dei materiali inerti derivanti da attività edili, di costruzione stradale e di lavori di disalveo che risultino eccedenti rispetto alle esigenze di cantiere, ma che possono essere avviati a recuperi ambientali, bonifiche agrarie, eccetera.

Con il Capo IV è prevista l'istituzione dell'Osservatorio regionale sui rifiuti. È l'organismo che assumerà un importante ruolo nella riorganizzazione dei servizi regionali di gestione dei rifiuti urbani, oltreché di impulso nella promozione di attività finalizzate a potenziare e migliorare l'informazione e la sensibilizzazione in tale settore. L'Osservatorio dovrà assicurare la vigilanza sulla coerenza dei Piani comprensoriali di riorganizzazione della gestione dei rifiuti urbani, sulla correttezza dell'attuazione degli stessi e sulla congruità delle tariffe applicate.

Il Capo V integra le norme statali in materia di bonifica di siti contaminati, rispetto ad alcuni aspetti non chiaramente disciplinati dal Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo n. 152/2006. In particolare viene precisata la possibilità di utilizzare materiali inerti da scavo e da disalveo per l'esecuzione di opere di bonifica e/o messa in sicurezza permanente. Viene inoltre integrata la possibilità di accedere a finanziamenti regionali di interventi conseguenti a contaminazioni in cui non si ravvisi dolo o colpa grave.

Il Capo VI riporta disposizioni finalizzate a disciplinare specifiche situazioni gestionali di rifiuti speciali. Di particolare importanza è la norma che disciplina i centri comunali di conferimento dei rifiuti urbani, il cui esercizio non trova regolamentazione nel decreto legislativo n. 152/2006. Mancata regolamentazione che crea un vuoto normativo dal punto di vista della corretta individuazione di tali centri nell'ambito delle attività di gestione dei rifiuti urbani. Per questo fatto il disegno di legge regionale precisa che le attività svolte nei centri comunali non sono impianti e non sono quindi soggetti ad autorizzazioni, così come individuati negli allegati b) e c) della Parte IV del decreto legislativo n. 152/2006. In effetti l'attività che viene svolta è di semplice aggregazione di rifiuti per tipologie merceologiche omogenee, di completamento della fase di trasporto. Attività non riconducibile a smaltimento e recupero, soggetti invece ad autorizzazione regionale. Sempre in tale capo vengono definite le entità dei tributi speciali per lo smaltimento in discarica dei rifiuti. Importante è l'importo definito - riportato nella tabella allegata al disegno di legge - per lo smaltimento della terra di scavo in discarica, che prevede una forte penalizzazione. Tale decisione è supportata dalla necessità di favorire al massimo le azioni finalizzate all'incentivazione del recupero di materiali inerti, la cui disciplina è riportata al Capo III.

Il Capo VII riporta le disposizioni finali e l'abrogazione delle norme non più compatibili con la nuova disciplina.

Presidente - Ricordo che sul disegno di legge vi è stato il parere favorevole a maggioranza della III Commissione e un parere per compatibilità finanziaria della II Commissione. Vi è stato il parere favorevole con proposte modificative del CPEL. Si discuterà il nuovo testo approvato dalla III Commissione con l'emendamento alla parte finanziaria della II Commissione all'articolo 24. Sono stati presentati 3 emendamenti dall'Assessore Cerise e 23 emendamenti dal gruppo "Arcobaleno", su cui abbiamo acquisito anche il parere dell'Assessorato delle finanze. Dichiaro aperta la discussione.

La parola al Consigliere Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Devo dire che questo disegno di legge fa un po' il pari con tutte le discussioni che facciamo sul risparmio energetico e le fonti rinnovabili, ossia continuiamo ad intervenire, salvo enunciare dei bei principi, a valle del problema: facciamo una legge che parte dal presupposto che i rifiuti ci sono, bisogna smaltirli, bisogna trovare dei siti, in qualche modo si può fare la raccolta differenziata, ma, al di là dei principi enunciati, non c'è una struttura del disegno di legge che parta dal presupposto di come la Regione interviene nel proprio territorio nei confronti e quindi a monte dei produttori di rifiuti. Siamo di fatto cittadini passivi che subiamo la logica della liberalizzazione del mercato, quindi delle aziende, logiche che producono e ci impongono la produzione di quantitativi enormi di rifiuti di tutti i generi: dai rifiuti tossici alla plastica, ai rifiuti organici, a quelli nocivi. Ancora una volta interveniamo con un provvedimento legislativo che dà per scontato che le liberalizzazioni, il mercato, le aziende possono produrre qualsiasi cosa perché le leggi dall'UE alle nostre glielo permettono di fare, quindi di scaricare sulla collettività, sul territorio, sul pianeta una montagna enorme di rifiuti, salvo poi pretendere che gli enti pubblici, a nome della collettività, intervengano senza imporre loro criteri che non siano quelli solo di alcune regole, alcune tasse, alcune imposte per quanto riguarda la produzione, ma per evitare la produzione dei rifiuti... Faccio un esempio: l'acqua minerale era confezionata in bottiglie vuoto a rendere, adesso siamo sommersi di bottiglie di acqua minerale di plastica usa e getta, per dire di quello che utilizza il 90% della popolazione. Non so se siete mai entrati in un supermercato a comprare 4 viti, in qualche posto si possono acquistare sciolte - nei ferramenta -, in altri per 10 chiodini o 15 viti, ci portiamo a casa un pacchetto di plastica perché questo fa comodo all'azienda, al supermercato, parlo di piccolissime cose, ma significative, tutto questo poi si riverbera sul consumatore che si ritrova tutta una serie di rifiuti e nell'impossibilità di riusarli. Viene introdotto poco qui in merito ad indicazioni precise sul riuso e sul riciclo, ma soprattutto sul fatto che non si vuole intervenire a monte. Capisco che le regole non le facciamo solo noi, ma possiamo intervenire per almeno ridurre questi effetti moltiplicatori.

Vogliamo parlare del trasporto dei combustibili o del rifiuto per produrre energia o rifiuto per riciclaggio? Perché se ricicliamo e differenziamo, non individuiamo il rifiuto come una risorsa energetica per produrre energia, a questo punto tutto il discorso degli inceneritori si dovrebbe ridiscutere perché, nella misura in cui io riciclo lo smaltimento di determinati rifiuti, si riducono talmente tanto, vengono disattivati che non sono più appetibili dal punto di vista della costruzione degli inceneritori, non so se rendo l'idea... Con la logica invece degli inceneritori continueremo ad avere un alibi per continuare a produrre rifiuti, perché dobbiamo alimentare l'inceneritore. È un po' come l'uso del telefono, una volta il telefono si usava con parsimonia, oggi invece c'è tutta una campagna pubblicitaria per usare il telefono a più non posso con il conseguente dispendio di energie, di consumi, di produzione, di usa e getta.

Vogliamo parlare dei rifiuti usa e getta? Chi di voi non ha un frullino a casa che si è rotto e ha dovuto buttarlo in mancanza di un pezzettino piccolo così? O vogliamo parlare della rottamazione delle auto? Perché sulla rottamazione delle auto come ferri vecchi che emettono inquinanti d'accordo, ma se facciamo il bilancio energetico del rifiuto automobile in quanto produttore di inquinanti e sostituzione del mezzo con un mezzo nuovo meno inquinante, il consumo e il bilancio energetico non so se va alla pari o se non abbiamo uno svantaggio: allora ecco perché occorre intervenire sulla possibilità di impianti che recuperano un uso dell'automezzo che non è da riciclare e con l'intervento tecnologico si riducono le emissioni. Voi dite: "cosa c'entrano i rifiuti con le emissioni di inquinanti?". C'entrano eccome perché partiamo sempre dal presupposto che, se produciamo rifiuti per produrre energia, evidentemente anche la logica è quella dell'usa e getta. La logica dell'uso e getta non è più sostenibile con l'appartenenza di questo pianeta, se vediamo dove vanno a finire i rifiuti tossici o vanno a finire le scorie nucleari, fra poco ci troveremo a doverli inviare nello spazio, perché ci saranno sempre più territori e persone che dicono: "nel mio cortile non voglio queste produzioni, non voglio tali rifiuti, non voglio questi inceneritori" e diventa difficile nell'interesse collettivo pretendere di sacrificare quote di popolazione da sottomettere nell'interesse collettivo, perché tali popolazioni non rientrano nell'interesse collettivo tra virgolette... Vogliamo parlare di tutti i sistemi informatici, l'usa e getta che c'è in questo comparto? Solo da poco tempo ci si mette a riciclare. Vogliamo parlare della carta che quotidianamente consumiamo noi, quando abbiamo a disposizione dei computer sottoutilizzati rispetto alle possibilità? Vogliamo parlare delle campagne per cambiare le lampadine in casa? Sì, ci mancherebbe!

Le sensibilità dei cittadini stanno aumentando, ma c'è che il cittadino tramite i suoi legislatori, che saremmo noi, non interviene per far spegnere tutte le vetrine illuminate durante la notte e il giorno con un dispendio incredibile... perché è facile fare la campagna e i colleghi di "Forza Italia" ieri hanno sollevato il problema della campagna pubblicitaria di "CVA" sull'uso razionale del consumo di energia... va bene, il cittadino singolo fa la propria parte e il cittadino singolo credo sia molto più avanti del disegno di legge che stiamo discutendo oggi, ma com'è se non tramite i legislatori... solo ieri si parlava e si riaffermava la centralità del Consiglio regionale... come i cittadini possono intervenire per modificare questi consumi e questi sprechi? Tramite i legislatori. Nel disegno di legge non vedo nulla se non dei principi e delle affermazioni sulle possibilità della legge di intervenire in tali direzioni. A questo punto passa il messaggio che io devo comportarmi in modo giusto, qualcuno, che sarebbero poi le aziende o soggetti terzi, si possono permettere di fare quello che vogliono ed è per questo che sul testo di legge occorrerebbe riprendere tali principi. Voglio dire: la "CAS" produce dei rifiuti, perché qui parliamo molto sul rifiuto prodotto dalla persona fisica o dalla famiglia e parliamo poco del rifiuto di dimensioni ben più grandi e pericolose. Vediamo che abbiamo speso una barca di soldi per la discarica della "CAS" a Chambave e vediamo però che si producono ugualmente rifiuti poco percepibili, poco solidi che ci inquinano l'aria e l'acqua. Anche qui il disegno di legge doveva con maggior forza occuparsi anche di questi comparti, perché il rifiuto che inquina l'aria e l'acqua, al di là che è meno percepibile del sacchetto dell'immondizia che abbiamo sotto i nostri lavandini, è al pari, se non superiore, dell'inquinante e del rifiuto che produciamo individualmente.

Credo che, rispetto alle leggi del mercato - leggi che sembra in questo periodo storico siano inoppugnabili e quindi sia difficile intervenire a quel livello -, il legislatore possa intervenire comunque sulle realtà specifiche della nostra regione: il riciclaggio del cibo avanzato, i cartoni e la carta, gli oli essenziali. Non c'è l'Assessore Pastoret, è da un anno che dovevamo andare a vedere un impianto di riciclaggio degli oli esausti alimentari in Austria, poi ne abbiamo uno anche a Castellamonte, e non ci siamo riusciti... c'è una raccolta differenziata che alimenta l'impianto di biogas, stiamo dilazionando e, secondo me, "non abbiamo preso il toro per le corna". Parlavo delle persone che sono più avanti di noi. Possiamo intervenire allora nella misura in cui attiviamo l'intelligenza del cittadino, qui subentrano fattori di educazione: o c'è una possibilità... "fattori di educazione" vuol dire che non si compra quell'oggetto perché non è riciclabile o aggiustabile in caso di guasto, allora occorre una campagna che educhi, se non si ha il coraggio, la voglia, la forza, la possibilità di intervenire sul mercato, sulla produzione delle merci, allora bisogna intervenire con le campagne di educazione. "Campagne di educazione" tradotto in parole povere vuol dire boicottaggio e quindi l'ente pubblico nel legiferare deve dare anche delle indicazioni non generiche, ma generali di massima su come ci si deve comportare rispetto all'utilizzo e alla necessità di prodotti che vogliamo acquistare. Evidentemente siamo in grado, in quanto consumatori e persone che acquistano prodotti, indirettamente, di orientare il mercato perché, nella misura in cui non compriamo più acqua imbottigliata nelle bottiglie di plastica, state tranquilli che le aziende tornano al vuoto a rendere! Intervenire sul cittadino vuol dire migliorare la qualità della vita comune e questo vuol dire per esempio intervenire nell'individuare i prodotti, quelli che adesso vengono definiti "a chilometro zero". Non capisco perché devo comprare un prodotto che viene dalla Cina, o dall'India, o non importa da quale parte del mondo perché costa meno, o perché rappresenta uno "status symbol", prendiamo ad esempio le automobili, quando ho la possibilità di acquistare i prodotti nei limiti del possibile sotto casa o più vicino a casa. Anche qui occorre contrapporre una diseducazione veicolata anche dai mezzi di informazione pubblici ad un'educazione nel definire, far percepire nelle scuole, ma anche agli adulti la filiera del prodotto che si vuole acquistare. La "filiera" si intende... se un litro di latte arriva in Olanda nel "tetrapak", può darsi che noi smetteremo di comprare quel tipo di latte nella misura in cui gli impianti che sono stati installati nella nostra regione e che vendono il latte sfuso... nella misura in cui incentiviamo la diffusione nel territorio di questi impianti evidentemente otterremo 2 risultati: consumiamo un prodotto nostro che è molto più controllabile, evitiamo di far circolare dei camion che inquinano e producono rifiuti tossici per l'aria e non solo, ma soprattutto non usiamo il "tetrapak", che ha un periodo di smaltimento non da poco. Faccio un altro esempio: quando abbiamo discusso la legge sui rifiuti di montagna perché non abbiamo prodotto una norma che stabilisse che nei rifiuti di montagna... non si utilizzano le acque minerali, che qualcuno deve caricare in elicottero, portare il rifiuto e poi riportare a valle l'acqua e il rifiuto, invece di utilizzare l'acqua a disposizione magari con opportuni depuratori? Mi sembra che, al di là dei principi, la legge stabilisca dei principi che servono come alibi alla legge, che interviene esclusivamente a valle e dà per scontato che qualcuno produce rifiuti su scala più generale e queste sono le aziende con la filiera dei supermercati, che non si fa carico delle conseguenze del modo in cui producono... parlo dell'evitare l'uso e getta e gli imballaggi... e tutto venga scaricato sui cittadini e sulla collettività, che si deve far carico di problemi che dovrebbero essere risolti a monte all'interno delle produzioni e della commercializzazione dei prodotti da parte delle aziende. Per fortuna forse noi siamo immuni... abbiamo di fronte gli affari e i malaffari che si intrecciano con lo smaltimento delle montagne di rifiuti che produciamo nel nostro Paese, in questo caso intendo più che la nostra Regione il nostro Paese. In sostanza, occorrerebbe che la legge fosse intervenuta nell'indicare le modalità di acquisto dei prodotti che vanno dal latte al televisore, le modalità con cui il cittadino si approccia ad un acquisto e questo non c'è; dall'altra parte, nel limite del possibile, con le tasse si intervenisse nei confronti delle aziende e si penalizzassero nella misura in cui non si impegnano a produrre meno rifiuti e merci usa e getta.

Su questi 3 filoni, innestando il fattore educativo, evidentemente il disegno di legge ha delle grosse lacune e, avendo grosse lacune, tale provvedimento nasce già vecchio, pur essendo un adeguamento a normative più obsolete.

Queste sono le cose che volevo dire su tale disegno di legge, le riassumo: intervenire come fatto educativo sui cittadini e nelle scuole, portando loro a conoscenza il concetto di filiera, per cui si compra un prodotto, piuttosto che l'equivalente perché le condizioni sono queste e quest'altre; intervenire sulle aziende di commercializzazione obbligandole a sensibilizzarsi maggiormente; intervenire come cittadini consumatori nei confronti delle aziende per evitare il concetto di usa e getta o quanto meno ridurlo al minimo. Secondo filone di intervento: la separazione del rifiuto, la sensibilizzazione, il riutilizzo e anche in questo settore potremmo attivare delle professionalità del lavoro... che non sia quello di raccogliere il rifiuto e non sapere dove metterlo o doverlo bruciare, con l'alibi che bruciando i rifiuti consumiamo energia, che è una "bufala" delle più grosse mai esistite, nel senso che consumiamo energia per produrre rifiuti per produrre energia. Rendetevi conto di che razza di circolo vorremmo mettere in circolo! Educazione, filiera corta, uso e riuso, separazione: questi sono i criteri che avremmo voluto vedere in tale legge come enunciazione non solo di principio, ma con una normativa che si traducesse in azioni e atteggiamenti concreti dei principi che sono solo stati enunciati.

Non interessava a nessuno quello che ho detto e non c'è il numero legale, è una battuta, Assessore Cerise...

Presidente - ... se fa la richiesta, facciamo l'appello. Fa la richiesta?

Bortot (Arc-VA) - ... sì.

Presidente - Il collega richiede la verifica del numero legale, invito il Consigliere Segretario a fare l'appello.

Procedutosi all'appello nominale dei Consiglieri da parte del Consigliere Segretario Venturella, il Presidente, ai sensi dell'articolo 40 del Regolamento interno, constatato che sono presenti 22 dei 35 Consiglieri e che pertanto è presente la maggioranza dei componenti del Consiglio, dichiara valida la seduta ed invita il Consiglio a continuare la trattazione dell'ordine del giorno dell'adunanza.

Presidente - Sono presenti 22 Consiglieri, vi è il numero legale, quindi continuiamo i lavori.

La parola al Vicepresidente Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Fino a qualche mese fa si parlava di emergenza in Valle d'Aosta in termini di rifiuti, la discarica di Brissogne, che è il principale sito di conferimento, sta andando in fase di esaurimento e, di conseguenza, questa evoluzione, questo fatto che la discarica si sta saturando importa delle scelte di carattere politico-amministrativo che vengono adottate. Si è fatto riferimento alla grande quantità di rifiuti prodotti in Valle d'Aosta che nel 2006 si è attestata sulle 94.000 tonnellate di rifiuti, che arriveranno a quota 100mila nel 2012, quindi c'è una propensione alla crescita della produzione di rifiuti. Naturalmente la discarica non può ospitare anche se solo l'indifferenziata questa quantità crescente, che via via andrà a completarla e a saturarla. Fino a qualche mese fa era emergenza, se n'è parlato in questo Consiglio in forza anche di interrogazioni e mozioni presentate dai diversi gruppi consiliari; più volte è stato sottolineato quello scadente biglietto da visita che si ha entrando in Aosta, un biglietto da visita odoroso, olfattivo, si sentono i miasmi di questa discarica puzzolente che si propagano nell'aria fino ai Comuni vicini. La discarica oggi è un sistema obsoleto di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, le Regioni più avanzate d'Italia, che sono la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna, hanno già provveduto diversamente. Facciamo parte di quell'insieme di Regioni italiane che finora si stanno barcamenando nello stoccaggio sotto terra, perché non hanno ancora individuato una formula efficace e funzionale per trattare e smaltire i rifiuti.

È vero che la nostra società consumistica produce molti rifiuti, collega Bortot, perché la civiltà dello sviluppo e del benessere ci induce a produrre più rifiuti; è altrettanto vero che le grandi industrie che producono beni che devono essere imballati stanno cercando di evolvere come mentalità nel confezionare i loro prodotti con imballaggi biodegradabili o compatibili con l'ambiente, ma siamo in una fase evolutiva ed è naturale che non si può dire: "non consumo beni per non produrre rifiuti", sarebbe un tornare indietro, ma è altrettanto naturale che la problematica dei rifiuti deve essere affrontata.

Di fronte a questa emergenza che stiamo vivendo, e la Valle d'Aosta non fa difetto, ci pare di capire che tale disegno di legge, che è stato frutto di una lenta e complessa elaborazione in III Commissione, dia una risposta solo di carattere normativo, perché la legge del 1982 è ormai superata da fattori sociali, consumistici, che ci propongono nuove modalità e nuove tipologie di rifiuti e nuove caratteristiche di smaltimento dei medesimi, e anche da una normativa comunitaria e statale, che impongono nuovi limiti, nuove modalità di applicazione e di attuazione dello smaltimento nelle singole Regioni e Province italiane o, meglio, anche europee, visto che si parla di normativa comunitaria. Questo disegno di legge dà una risposta solo normativa, perché stabilisce le competenze - peraltro già stabilite da norme dello Stato -, sottolinea i compiti di spettanza dei vari enti, in sostanza risponde alla domanda: chi deve fare che cosa e suddivide il territorio considerando ambiente territoriale ottimale tutta la regione, in sub-ATO, come già successo per il sistema idrico integrato, trasferendo dei compiti per la raccolta e il trasporto alle Comunità montane e al Comune di Aosta. Viene poi istituito il consueto osservatorio, speriamo che non sia la replica di quello del turismo e del commercio, perché abbiamo visto che con grande enfasi venne presentato sul finire degli anni '90 l'Osservatorio del turismo e poi è testimone l'Assessore Pastoret che questo Osservatorio si riunisce in sede conviviale ogni tanto, discutono di problemi turistici e commerciali della Regione, ma non è che abbia una funzione pregnante nel sistema ordinamentale valdostano. Non vorremmo che l'Osservatorio finisse nella stessa situazione dell'Osservatorio del turismo, dove vi sono delle competenze burocratiche, tecniche e amministrative di massimo livello, dove vi sono le rappresentanze di tutti gli enti e organismi, consumatori, ARPA... ma alla fine diventa quell'assemblea che ama "parlarsi addosso" e, purtroppo, di osservatori di questo tipo in Valle ve ne sono.

Viene data una risposta importante ed urgente al problema degli inerti, che avevamo anche noi evidenziato con un'interpellanza "ad hoc" nell'ultimo Consiglio, ma manca la risposta di fondo, la risposta politica: che ne facciamo dei rifiuti in Valle d'Aosta?

Penso che anche i colleghi "Verdi", con i quali abbiamo visioni diametralmente opposte sull'argomento, si siano posti il medesimo problema: cosa si fa dei rifiuti valdostani, visto l'ammontare della produzione annua che è effettivamente non solo elevata, ma addirittura in crescita? Qui l'assenza di risposta indica la debolezza politica della Giunta nel compiere delle scelte. Abbiamo letto delle dichiarazioni anche importanti del Presidente Caveri, nel momento in cui vi siete incontrati con la Presidente Mercedes Bresso e con la Giunta regionale piemontese. Si fa riferimento al termovalorizzatore come unica soluzione, così ho letto le agenzie che sono state pubblicate, qui fa riferimento al Presidente Caveri che si è incontrato con la sua Giunta con l'omologa piemontese, si è parlato non solo di ferrovia, ma anche di termovalorizzazione, oltre che di Comuni confinanti, se ci ricordiamo bene. Il Presidente Caveri dà un indirizzo, che peraltro noi avevamo anche anticipato, che ci sembra una soluzione importante, e non è l'unica perché ci sono anche delle nuove modalità di smaltimento e di trattamento che sono state studiate da esperti del "CNR", qui c'è il "THOR", mi fa notare il collega Ottoz, di cui lui dopo ci darà qualche lume. Quando un Presidente dà un annuncio di questo tipo, sarebbe auspicabile che nel disegno di legge n. 180 vi fosse qualcosa in merito, non possiamo dire che la soluzione idonea è il termovalorizzatore e poi, di fatto, di termovalorizzatori qui "non si vede neppure l'ombra"! Blandamente, fra le "pieghe" degli articoli di questo disegno di legge si fa riferimento - articolo 2, comma 1, punto b) - all'effettivo avvio della valorizzazione anche a fini energetici. L'argomento quindi viene quasi toccato perché si ha paura di affrontarlo, la verità è che non si ha il coraggio di affrontarlo! Eppure il sottoscritto, come tanti altri colleghi di questo Consiglio, ha avuto l'opportunità di recarsi a visitare dei siti importanti dove la termovalorizzazione, ovvero bruciare rifiuti per produrre energia - e non stoccarli sotto terra come facevano nel Medioevo o come facciamo noi a Brissogne -, è un sistema moderno, pulito e non pericoloso come qualcuno vuol farci credere. I colleghi Borre, Venturella e tanti altri che sono venuti a Brescia si ricorderanno che il termovalorizzatore di Brescia, di cui si vedono i fumaioli alti 120 metri e con un leggero pennacchio bianco che emettono di anidride carbonica, brucia delle quantità di rifiuti pari... non solo per tutta la Provincia di Brescia, ma anche per buona parte della Lombardia e anche di altre Regioni limitrofe. È vero che quello ha una storia consolidata, è un impianto a dimensione metropolitana e l'"ASM" - è interessante ricordarlo - ha un volume di affari, perché lì si parla di "business", lì i rifiuti sono un "business", non un guaio, perché nelle Regioni più avanzate d'Italia e nelle Nazioni più avanzate d'Europa: mi riferisco alla Mitteleuropa e alla Scandinavia i rifiuti sono un "business" e lì c'è un'attenzione per la salute che è superiore alla nostra, però proviamo a copiare e a immaginare quello che fanno quelli che sono più avanti di noi, e torniamo a Brescia. A Brescia c'è un volume di incenerimento elevatissimo, che equivale a 2 miliardi di euro all'anno, pari al bilancio della Regione Valle d'Aosta. Ci lavorano più di 2.000 dipendenti, l'"ASM", partecipata dal Comune di Brescia, fornisce a quel Comune delle risorse che vanno ad arricchire il suo bilancio e naturalmente si tolgono d'attorno i rifiuti generati dal consumismo quotidiano di una società che si sviluppa e che vive nel benessere. Brescia è un esempio metropolitano, ha una dimensione enorme rispetto alla nostra Valle che demograficamente ed orograficamente ha tutta un'altra strutturazione, però abbiamo visto che a Bolzano, dove da 30 anni esiste un termovalorizzatore che 30 anni fa partì con la logica dell'incenerimento, con questa ciminiera fumosa che buttava in atmosfera delle quantità di diossine e di gas pericolosi per la salute, tale problema è stato completamente risolto ed è oggi monitorato come anche a Brescia con strumenti sofisticati, dove le polveri sottili e i fumi pericolosi sono catturati da appositi sistemi di filtraggio e poi inviati in Germania, dove vengono interrati in cave a ciò destinate. Lo fa Bolzano, dove la coscienza ambientale e dove l'analogia con la nostra mentalità è notevole. Bolzano ha bandito un appalto per un secondo termovalorizzatore che sostituirà il primo, dove ci sarà il raddoppio delle griglie di combustione e naturalmente lo fa perché va bene la cultura della differenziazione che parta dalla famiglia e arrivi per lo smaltimento altrettanto differenziato nei centri di stoccaggio per il recupero e riciclaggio dei materiali riciclabili - carta, cartone, plastica, vetro e alluminio -, però tutto il resto viene bruciato. Dobbiamo uscire da quella concezione arretrata che quello che si brucia genera inquinamento ed è un inquinamento cancerogeno, incontrollabile: questo poteva essere 20-30 anni fa, ma allora come farebbero a vivere le popolazioni della Lombardia, del Veneto e dell'Alto Adige? Hanno sperimentato e ogni giorno il monitoraggio di questi fumi viene divulgato via "internet" per informare in maniera dettagliata i cittadini di quelle Regioni di ciò che viene buttato nell'aria. Consigliere Segretario Venturella, inquina più la tua auto, che è un "Euro 2", che non quei termovalorizzatori! Te lo abbiamo detto scherzando e te lo ripetiamo adesso: sono più i TIR o altre auto che non hanno aggiornato i loro sistemi di emissione che non questi termovalorizzatori. Vogliamo crescere come concezione e non rimanere prigionieri di tale fondamentalismo ambientalista, che è un freno allo sviluppo e all'utilizzo intelligente dei rifiuti, che produciamo e che produrremo sempre, perché fa parte del nostro vivere produrre rifiuti. Questa legge non dà indirizzi in materia, non c'è stato il coraggio, nonostante le dichiarazioni del Presidente, nonostante qualche timida affermazione dell'Assessore Cerise, di dire che quello è il nostro indirizzo. Si arriva a decidere sulla materia, come avvenne 5 anni fa, in scadenza di legislatura, perché 5 anni fa il Piano di gestione dei rifiuti venne adottato nell'aprile 2003 e adesso siamo alla fine della legislatura e siamo costretti a "mettere mano" ad una normativa obsoleta, frammentaria, che deve essere riordinata. Tale provvedimento consegue solo ed esclusivamente quell'obiettivo: "mettiamo mano" alle norme giuridiche esistenti e facciamo un testo; questo è il testo.

L'unica emergenza che viene risolta è quella degli inerti, perché comunque avete tutti vissuto il problema di queste aziende, di escavazione, di trasporto inerti che hanno fatto una sommossa anche comprensibile, legittima: il nolo a caldo, il trasporto degli inerti perseguitato, vietato, insomma ha creato dei momenti sanzionatori e delle difficoltà imprenditoriali non indifferenti, quindi quella emergenza viene risolta, ma tutto il resto, il "mare magnum" dei rifiuti che ci riguarda rimane "lettera morta". Ci piacerebbe sapere - mi rivolgo ai colleghi della III Commissione e all'Assessore Cerise - le risultanze di quello studio comparativo realizzato dal prof. Genon e dall'ing. Ziviani, costato non poco e che in Commissione avete esaminato con attenzione, dove le ritroviamo in questo disegno di legge? La Giunta, Assessore, cosa ci dice di suo in termini politici per risolvere il problema dei rifiuti? Fra 4 anni il problema dei rifiuti è lì, vorranno aspettare la prossima legislatura i futuri legislatori regionali, come hanno fatto 5 anni fa, quando hanno scritto un piano di gestione che dice tutto, rende possibile tutto come tale provvedimento che lascia aperta ogni strada? Questo è un disegno di legge senza lode e senza infamia, ci permette di fare di tutto, ci permette anche di valorizzare i rifiuti, di aumentarne i livelli di raccolta differenziata, di utilizzare formule innovative nello smaltimento, ma di fatto è ancorato ad un piano che è altrettanto generico e a queste normative di piano manca la scelta fondamentale. Assessore e "Giunta Caveri", diteci come volete trattare i rifiuti, ma ditelo non sulla base di annunci che fate, ditelo con atti concreti perché, se la vostra paura è quella di affrontare di petto il problema della valorizzazione perché c'è un'opposizione della Sinistra antagonista, della Sinistra che si oppone allo sviluppo... sì, perché si oppone allo sviluppo e, di conseguenza, vorrebbe essere un freno al benessere perché vede nel termovalorizzatore - come lo chiama il collega Venturella - il cancrovalorizzatore, diteci quali sono le alternative! Diteci se dobbiamo continuare ad usare la vanga e mettere i rifiuti in giardino o lasciarli all'ingresso di Aosta con un profilo olfattivo che non è qualificante; se entrate a Bolzano, non sentite questi odori. Assessore, a lei la risposta, in questa legge la risposta politica manca e a noi piacerebbe vedere un indirizzo politico chiaro. Possiamo dare merito agli uffici, ai burocrati, a coloro che hanno steso questo disegno di legge, un merito anche alla Commissione per averlo raffinato nei suoi passaggi di dettaglio, ma la politica in tale norma è la grande assente. Assessore, quindi non possiamo esprimerci con favore di fronte ad una legge che, al di là di riscrivere delle norme, riprendere delle norme comunitarie e statali, di riordinare delle norme regionali obsolete, non dà alcun indirizzo politico, né fa capire quale idea avete in mente per dare una risposta seria concreta ed efficace alla problematica dei rifiuti in Valle d'Aosta.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (CdL) - Che sia una legge di riordino è chiaro, che non dia soluzioni definitive è altrettanto chiaro, anche perché evita accuratamente il rischio semantico di parole come "termovalorizzatore" e, d'altra parte, sicuramente un riordino è necessario, ma la soluzione del problema anche. È un problema che intanto andrebbe separato fra inerti e rifiuti domestici, perché sono 2 problemi completamente diversi che toccano ambiti senza quasi rapporti fra di loro, servirebbe - ma non so se è competenza nostra - una normativa sul "packaging" - sintetizzo quello che ha detto il Consigliere Bortot -, tutti abbiamo visto che i telefonini "Nokia" all'interno hanno i separatori e gli antiurto di cartapesta, materiale biologico, mentre la plastica presenta altri problemi. Vorrei però chiedere all'Assessore nelle sue conclusioni se è possibile nello studio comparativo, per andare poi verso le soluzioni che sarà necessario adottare e che non sono in questa legge, considerare il sistema chiamato "THOR", che sta per "Total house waste recycling", messo a punto dall'Istituto di studi sui materiali nanostrutturati del "CNR", che ha delle caratteristiche utili per noi, se è vero quello che dice il "CNR" e se sono confortate queste cose dai risultati della sperimentazione che si sta facendo in Campania. Il THOR potrebbe essere molto interessante e risolvere la diatriba fra inceneritore, che poi diventa termovalorizzatore, che alla fine è sempre bruciare la roba con una serie di opportunità che sono state illustrate... ma anche di problemi. È vero che altrove i rifiuti sono un "business", ma è vero che sono un "business" anche da noi, chiamiamolo "mafia business", quindi, essendo un "mafia business" sarebbe opportuno risolverlo anche qui, perché l'ecomafia non opera solo nel sud. Fino a quando il problema non è risolto e non c'è il controllo di dove va a finire la roba, quindi si sa con quale bolla parte, ma non si sa con quale bolla viene poi smaltita... cosa che peraltro non ci riguarda a livello di controlli, ma riguarda la Comunità intera per i danni successivi. Questo richiederebbe una rivisitazione anche della legge, o dei regolamenti comunali, o meglio della raccolta differenziata. Vi do solo due dati. Questo "THOR", un impianto di meccano-raffinazione di taglia medio-piccola da 20mila tonnellate, in Valle mi diceva l'Assessore se ne producono circa 100mila... costa circa 40 euro per tonnellata, contro i 100 euro per tonnellata di una discarica e 200 euro per tonnellata di un inceneritore. Fra l'altro, questi impianti sono autonomi, producono il combustibile che li fa funzionare, oltre che energia che può essere usata per produrre singas, varie forme... potrebbe essere un modo per "CVA" per produrre energia elettrica, dando un ulteriore ruolo sociale a questa azienda. È possibile realizzare impianti mobili, che vengono portati sul posto. Chiedo che l'Assessore mi dia una risposta sulla disponibilità ad aggiungere allo studio comparativo un supplemento di indagine su una soluzione di questo genere che per la nostra Regione, "se tutto è oro quello che luccica", potrebbe essere utile, economica e risolutiva.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella.

Venturella (Arc-VA) - Vorrei fare un piccolo "résumé" prima perché vorrei toccare 5 punti: il primo punto è il problema centrale, della riduzione e della minimizzazione dei rifiuti, punto che questa legge non toccava e ora tocca con un emendamento all'ultima ora in maniera marginale. Vorrei parlare poi degli obiettivi di raccolta differenziata, quelli che sono scritti, e anche della presunta differenza concettuale fra differenziazione e valorizzazione che è solo dell'Assessore Cerise, lo inviterei a fare un trattato sulla valorizzazione; quindi il problema del passaggio dalla tassazione all tariffazione, ossia da "TARSU" e "TIA", cosa che tale disegno di legge non risolve; il problema della ricerca, degli studi che possono essere fatti a livello regionale, e su questo va un emendamento che abbiamo presentato; infine una questione di metodo di lavoro che l'Assessore mi permetterà di affrontare.

Diciamo subito che il problema dei rifiuti andrebbe affrontato per stadi, non lo diciamo noi, lo dice la Commissione interministeriale che nell'aprile 2007 ha chiuso i suoi lavori, durati un anno, e ha parlato di stadi e questi 5 stadi, che sono la riduzione, la restituzione, la consegna e la raccolta differenziata, il pretrattamento, il recupero inteso come riciclaggio e lo smaltimento, devono essere stadi ineludibili, ma affrontati e considerati secondo un ordine gerarchico. La Commissione interministeriale, Ministero dell'industria, dell'ambiente, ha stilato questo elenco con una priorità, dicendo che quegli stadi erano ineludibili e che dovevano essere considerati gerarchicamente secondo un certo ordine: un ordine che è appunto quello stabilito da questa Commissione che deriva dalle normative europee, che parla come primo stadio di riduzione e minimizzazione dei rifiuti, perché è l'unico sistema che ha del futuro per la nostra società, per le generazioni che verranno. Quando mi si dice che si passa da 90mila a 100mila tonnellate, se abbiamo letto lo studio "Genon-Ziviani", si sa che ci sarà essere un aumento di migliaia di tonnellate fino ad un massimo di quasi 100mila. Vi è poi un piccolo problema che non è stato affrontato: quello dei fanghi di depurazione che bisogna prima o poi affrontare, perché, ad esempio, 3 Comunità valdostane che non hanno l'impianto di depurazione, quando le loro acque reflue confluiranno nel depuratore, credo che circa 6.000 tonnellate di fanghi dovranno essere inserite nel circuito del sistema integrato dei rifiuti, portando la produzione annua da 14mila a 20mila tonnellate, quindi un pensierino sullo smaltimento dei fanghi di depurazione dovremmo farlo. Vi sono delle tecniche di abbattimento microbiologiche, esiste anche la prospettiva che ha testé evidenziato il collega Tibaldi dell'incenerimento, si possono incenerire anche i fanghi di depurazione.

Il primo stadio, la riduzione, è quello che riguarda sia i produttori, in un principio contenuto nelle direttive europee, applicato in Germania, applicato nelle democrazia del nord Europa, che parla di "responsabilità estesa" del produttore, per cui il produttore non deve immettere sul mercato prodotti e non curarsi di quello che capita dopo, ma deve pensare ad utilizzare materiali facilmente recuperabili e riciclabili, in caso contrario vi è l'ecotassa su questi prodotti: ecco allora che assume fondamentale importanza cosa facciamo a livello di Regione rispetto ad una serie di innovazioni e di accordi volontari per far sì che nella nostra Regione vi sia un'elevata... io auspicherei esponenziale...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

Presidente - ... non si può interrompere... quando finisce l'intervento... vi è il Regolamento...

Squarzino (fuori microfono) - ... se l'intervento dura un'ora...

Presidente - ... non si può interrompere... il Consigliere Venturella finisce il suo intervento e si chiede il numero legale... questo è il Regolamento...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

Venturella (Arc-VA) - ... cosa faccio? Posso proseguire?

Presidente - ... se viene chiesta la verifica del numero legale, deve chiudere il suo intervento...

Venturella (Arc-VA) - ... devo chiudere il mio intervento però...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

Squarzino (fuori microfono) - ... è importantissima questa legge...

Presidente - ... continui il suo intervento Consigliere Segretario...

Venturella (Arc-VA) - ... quindi assume fondamentale importanza tutto ciò che fa la Regione per ridurre la quantità di rifiuto e non è vero, come si diceva non ricordo più se in Commissione o nei corridoi, che la Regione "aveva le mani legate" e non poteva farlo: ecco il perché della presentazione all'ultima ora dell'"emendamento Borre" sulla riduzione dei rifiuti... "emendamento Cerise"... eccolo qui: "all'articolo 2, comma 2, la lettera c) è sostituita dalla seguente:

"c) la riduzione progressiva dell'uso delle discariche... anche attraverso l'individuazione di azioni finalizzate, sin dalla fase della produzione, alla riduzione dei rifiuti..."

Borre (fuori microfono) - ... comma 1...

Venturella (Arc-VA) - ... sì, comma 1, perché non si capisce... questo fatto che non vi mettevate d'accordo la dice lunga sul comma dell'ultima ora. Diventa quindi importantissimo il problema della riduzione alla fonte con delle scelte che possono essere fatte su scala regionale, naturalmente su base volontaria e concordata, perché la questione della produzione dei rifiuti... e qui introduco una piccola invasione di campo in quello che, secondo me, non dovrebbe essere oggetto di questa discussione, però ne diventa oggetto perché è stato ripreso dal collega di "Forza Italia": il problema dell'incenerimento, di questa presunta termovalorizzazione, che amo chiamare cancrovalorizzazione e spiegherò poi il perché. La produzione di 100mila tonnellate è la produzione totale, a cui bisogna togliere l'eventuale crescita delle percentuali e quindi delle quantità della raccolta differenziata e sappiamo benissimo - qui finalmente un dato certo perché è stato riportato in III Commissione con l'audizione dei vertici di "Valeco S.p.a.", società che gestisce la discarica di Brissogne dopo aver vinto la gara di appalto - che abbiamo ancora un tempo di esaurimento della discarica di 8,5 anni: 2,5 per completare il III lotto e 6 per il IV lotto. Aderendo quindi alla richiesta del neo Consigliere del gruppo "La Casa delle Libertà" di approfondire tutte le tematiche che riguardano lo smaltimento, quello che dovrebbe essere a valle di tutto questo, è chiaro che qui bisognerà studiare, il tempo ce lo abbiamo, perché quella tecnologia di cui parla il neo Consigliere di "Forza Italia" è una tecnologia... se è la stessa a cui penso: quella della dissociazione molecolare, quella della produzione di singas... è quella che stanno sperimentando in Provincia di Benevento e che dicono sia un sistema chiuso, ossia non vi dovrebbero essere emissioni in atmosfera.

Abbiamo allora il tempo per approfondire in questi mesi la tecnologia finale, a valle, ultima fase, e adesso veniamo alla proposta di legge, che parla di percentuali di raccolta differenziata ricopiandole esattamente dal testo della finanziaria dello scorso anno. Il collega Borre e l'Assessore Cerise si sono dimenticati che mettere nel disegno di legge all'articolo 10 (Misure per incrementare la raccolta differenziata e la valorizzazione dei rifiuti urbani): "40% di raccolta differenziata, entro il 31 dicembre 2007" non ha senso perché a quella data manca un mese! Già in Commissione il Commissario Stacchetti aveva sollevato il problema, perché non ha senso il 31 dicembre 2007 mancando ormai un mese a quella data, a meno che non si mettano i numeri sapendo che poi non si rispetteranno. Questa predisposizione del 40%, 50%, 60% quindi è non la ricopiatura, ma la tracopiatura, vengono tracopiati in maniera precisa gli obiettivi minimi inseriti in finanziaria, quando noi come Regione potremmo, come altre Regioni fanno, spingerci molto più in alto; il 40%, 50%, 60% fino al 2011 sono obiettivi di basso profilo, perché? Ora i colleghi della III Commissione sono tutti entusiasti della visita in quel di Bolzano e Trento, ma si sono dimenticati di una piccola pubblicazione che ci è stata consegnata: il calendario 2007 della Val di Fiemme dal titolo "In Val di Fiemme stiamo facendo la differenza" e ci sono i dati. In 10 mesi - lei non c'era, Assessore Cerise, se vuole, poi le regalo il calendario 2007 della Val di Fiemme - nel 2006 la raccolta si è attestata sul 76%. Ricordo che diceva un po' di tempo fa l'Assessore Cerise che in montagna non si può recuperare o differenziare, diventa difficile puntare in alto verso raccolte differenziate, ma l'Assessore è smentito dai dati e dai fatti perché 3 Comuni della Comunità montana Grand Combin: Ollomont, Bionaz, Etroubles, in neanche 5 mesi sono balzati di botto dal 25% al 60%, e i cittadini non pagano di più. Avremmo allora sognato un po' più di coraggio, è chiaro che questo coraggio manca; l'Assessore Cerise non è che manca di coraggio, ne ha coraggio, ma questa scelta del 60% è funzionale alla scelta dell'inceneritore, perché sappiamo bene che o si fa la raccolta differenziata, o si fa l'impianto di incenerimento. Infatti a Bolzano la raccolta differenziata - lei non c'era e, se vuole, le regalo, oltre al calendario 2007, anche il rapporto - si ferma al 50%. Abbiamo avuto notizia, che vi sono disparità tra noi e il Canavese dove la raccolta differenziata... dati della "Società Canavesana Servizi"... sul giornale... un'inchiesta in alcuni Comuni si supera il 70%, ma già adesso, mentre noi diciamo sulla legge che nel 2011 raggiungeremo il 60%. Solo qui, suggerita da non si sa chi, c'è questa falsa classificazione-diversificazione fra differenziazione e valorizzazione, smentita in III Commissione con l'audizione dei vertici "Valeco", quando ad una precisa domanda del Presidente Borre in riferimento alla differenziazione e valorizzazione l'Amministratore delegato e il Direttore tecnico sono "caduti dal pero": "che cosa valorizzazione? Guardi che tutti i materiali che vengono in discarica, vengono valorizzati perché vengono mandati al Conai, Corepla, Coreve. Non esiste in Valle proprio per le sue caratteristiche di tipologia di raccolta la differenza fra valorizzazione e differenziazione". Addirittura il Presidente Borre, preso alla sprovvista, perché gli avevano sempre raccontato che invece era una divisione fondamentale questa... è vero o non è vero che lei ha detto: "va bene, però a me hanno raccontato sempre così..."? Questa falsa ed inventata differenza fra valorizzazione e differenziazione, che non ha nessun fondamento in Valle d'Aosta, perché la nostra Regione non la si può confrontare con Bolzano, come lei sa bene, Assessore Cerise, perché Bolzano ha 4 volte gli abitanti: sono più di 400mila e la produzione di rifiuti è 4 volte tanto. Anche a Brescia ad una domanda mia specifica: la taglia di un inceneritore che possa funzionare e che non sia un "bagno di sangue" dal punto di vista finanziario qual è?, il signore ha risposto: "Sotto 300mila tonnellate scordatevelo". Naturalmente poi con vari suggerimenti ha aggiunto: "Sì, però se proprio volete farlo, si può fare". È chiaro che i conti del collega Ottoz sono presto fatti: 100 euro, 90 o 70 euro conferimento in discarica, 200 euro a tonnellata, che poi anche qui attenzione, ma poi sull'incenerimento vedremo di approfondire. Questa falsa differenziazione e valorizzazione qui in Valle d'Aosta quindi non esiste, perché la "taglia" è così piccola che noi affidiamo tutto ciò che viene raccolto in maniera differenziata, lo compattiamo in discarica e lo affidiamo a Conai, diviso in Corepla, Coreve. Lei sa che il compattatore funziona per i rifiuti indifferenziati e ogni tanto smettono e caricano balle... e poi viene affidato... oppure no, va in discarica? Lei ci dice che ora va in discarica? No, non mi pare...

(interruzione dell'Assessore Cerise, fuori microfono)

... esatto... benissimo e qui ci mettiamo d'accordo.

Vi è poi l'altro problema che è quello della tariffa. Durante un'audizione, uno dei passaggi fondamentali per far sì che la raccolta differenziata abbia successo è che si passi dall'iniqua tassa che colpisce in maniera indiscriminata gli utenti che conferiscono... perché il parametro unico è quello della superficie per gli utenti domestici, per gli altri è la sola superficie, ma parametrata al tipo di attività con delle piccole riduzioni che ogni Comune sceglie, ad esempio riduzioni per gli anziani, per le persone che vivono da sole, questa è una tassazione che colpisce in maniera iniqua perché qual è il grande pregio della tariffazione? È che con la tariffazione paghi ciò che produci. Non è vero, come dice qualcuno, che con il passaggio da tassa a tariffa aumenta in maniera esponenziale il costo, perché esiste un piccolo Comune nell'astigiano che ha visto aumentare la raccolta differenziata: è Villafranca d'Asti - ma poi esiste anche Novara - con 3.083 abitanti, quindi si può confrontare con dei nostri Comuni della Valle centrale. Visto che si parla sempre di costi - ed è sul sito del Comune, non sono invenzioni -, i costi dal 2001 al 2003 sono diminuiti del 33%, perché hanno fatto una raccolta porta a porta "spinta"... Esistono quindi degli esempi a noi vicini di aumento della raccolta differenziata e riduzione dei costi, perché qui si dice che la raccolta differenziata costa tanto, ed è vero, forse nei primi 2, 3 anni la raccolta differenziata costa tanto, perché all'interno di questi costi c'è la campagna di sensibilizzazione e di informazione, che costa tanto, ma dopo i costi vengono abbattuti. Invito tutti a guardare ciò che è stato fatto nel Canavese, dove anche qui abbiamo raccolte differenziate, ad esempio a Rivarolo Canavese passate al 74% e in un anno e mezzo! Una media del 68%, in tutti i Comuni serviti dalla "Società Canavesana Servizi"! E noi ci fermiamo al 2011 al 60%? Tutto questo senza aumentare i costi, quindi mente chi afferma che il passaggio dal sistema a cassonetti al sistema porta a porta aumenta i costi, li aumenta nei primi anni per la campagna di sensibilizzazione, ma poi scende in maniera esponenziale.

Quarto punto: noi abbiamo visto nel disegno di legge n. 180, e abbiamo presentato degli emendamenti... mi pare il primo articolo del Capo IV... ciò che viene chiamato Osservatorio... Mi permetta, Assessore, è la solita riproposizione di un osservatorio dei rifiuti che si riunisce, i rappresentanti sono 40, un po' come l'Assessore aveva riferito sull'Osservatorio per la casa, dicendo che è inutile l'Osservatorio per la casa, perché, in sede di predisposizione della legge sull'edilizia, ha detto che l'Osservatorio non funziona e qui ci ripropone un osservatorio dei rifiuti! Assessore, Coordinatore, rappresentanti degli enti locali... noi non vogliamo togliere l'Osservatorio, però un centro di ricerca e studi che individui le azioni di riduzione e quindi proponga alla Giunta regionale, proposte di accordi volontari, di ecobilanci, ossia qualcosa che finalmente dia una smossa a questi organismi che sono sì importanti, ma che si trascinano, come se l'Osservatorio potesse intervenire su nuove tecnologie, su progettualità! Andava in tale direzione il fatto che bisognerebbe fare ricerca.

Ultimo argomento: il metodo e qui entra in campo non solo l'Assessore, ma anche il Presidente della Commissione, perché eravamo disponibili ad approfondire e avevamo annunciato che dovevamo presentare gli emendamenti, ma bisogna dirla tutta. Eravamo disposti a presentare gli emendamenti e a lavorare insieme in Commissione, ma le dichiarazioni del Presidente Caveri sull'incontro fra lui e la Presidente Bresso con l'aiuto fondamentale dell'Assessore all'ambiente regionale hanno dato l'indirizzo: la termovalorizzazione è ineluttabile...

Caveri (fuori microfono) -... ma in senso generale, per i rifiuti nel mondo, "in the world"... lo ha detto anche Veltroni, non Pecoraro...

Venturella (Arc-VA) - ... infatti il disegno di legge n. 180 è: norme in materia di differenziazione dei rifiuti nel mondo, in the "world". Ho presentato una memoria alla III Commissione dicendo: "facciamo prima, dite che siete proiettati in quel senso, che senso ha presentare gli emendamenti quando avete già deciso che la frazione residua, il 50% di rifiuti, li trattate con il fuoco, siamo tornati al fuoco purificatore che tutto brucia!".

Un emendamento quindi dell'Assessore, che obtorto collo ha convenuto con il Presidente Borre che si doveva togliere quel piccolo inciso: "anche il ricorso alla termovalorizzazione", è una beffa, perché lo ha tolto nel provvedimento, ma intanto "ciò che è uscito dalla porta è rientrato dalla finestra". Ecco perché ho dichiarato la mia contrarietà e ho detto che dovevamo metterci d'accordo: o è la III Commissione che individua le tecnologie o, se ci dite che è già tutto predisposto, allora lo scontro sarà non in Commissione, ma in Consiglio.

Sulla termovalorizzazione... detta incenerimento... il paradosso che non diciamo solo noi ambientalisti, "Verdi", sempre i soliti rompiscatole, no, perché esiste una ricezione differenziata da parte degli uffici dell'Assessorato... i comunicati stampa che servono la causa... alla stufa che volete costruire a Brissogne, perché è una semplice stufa, grande, da 50mila tonnellate, ma una stufa... vengono tutti presi e catalogati, quelli che non servono vengono dimenticati... Sa, Assessore, che esiste un comunicato stampa delle Associazioni comuniste "Assocarta" e "Assolegno": la prima è un'associazione della Sinistra radicale che riunisce tutti gli industriali della carta, la seconda è un'associazione della Sinistra radicale che riunisce tutti i produttori di pannelli...

(interruzione dell'Assessore Pastoret, fuori microfono)

... esatto, sapete perché l'abbiamo comprata? Perché "Finaosta" l'ha valutata 5 milioni di euro come valuta l'Ospedale, allora abbiamo fatto una colletta e l'abbiamo subito comprata perché con la valutazione "Finaosta" qui diventiamo tutti imprenditori. Queste 2 Associazioni comuniste ambientaliste hanno "pregato in ginocchio" chiedendo di non bruciare più niente, perché stanno importando carta da macero dall'estero pagandola oro; questo comunicato stampa - che, se vuole, Assessore Cerise, giro anche a lei - chiede di non bruciare più niente, ma di recuperare tutto, carta e legno, perché importano carta da macero e legno per fare i pannelli e li pagano cari. Crediamo che questa sia una legge con poca spinta ideale, pochissima innovazione e progettualità, tutta tesa a parlare e a rivolgersi allo smaltimento, alla soluzione tecnologica finale, dimenticando tutto il problema a monte, ad esempio, quello delle raccolte differenziate e della tariffazione, delle operazioni di riduzione che sono fondamentali. Con questa legge viene tutto sepolto sotto una percentuale: 50% di valorizzazione nel 2011.

Crediamo che la nostra Regione non si meriti questo e gli esempi in tutta la valle di Comuni che stanno tentando in ogni modo di avanzare nel settore della raccolta differenziata, da una parte, sono ridicolizzati e banalizzati; dall'altra, invece, si tenta di tornare al gioco differenziazione/valorizzazione con gli ultimi incarichi che abbiamo apprezzato nell'ultima decisione della Giunta, non bastavano 250mila euro per uno studio sull'ipotesi di inceneritore ma sono stati incaricati gli stessi consulenti che hanno analizzato la soluzione dell'incenerimento per uno studio più approfondito. In Commissione avevamo chiesto che non fossero gli stessi e qualcuno che è in Commissione e in quest'aula - che non si sa bene se stia dalla parte dell'opposizione o della maggioranza perché, secondo le dichiarazioni, è all'opposizione e dal comportamento in Commissione e in Consiglio è in maggioranza, quindi si potrebbe anche procedere ad una variazione delle Commissioni perché ritrovarsi sempre soli in Commissione non è rispettoso della democrazia -, proprio queste persone e qualcuno in maggioranza avevano detto: "affidiamo l'approfondimento ad altri esperti, che sono veramente esperti di trattamento biologico, di riduzione e minimizzazione, non sempre ai soliti" e allora per pari importo si è affidato sempre ai soliti noti un altro studio e in più un altro ancora e siamo arrivati per la predisposizione di uno studio, non di un piano, che forse doveva essere fatto prima della legge, all'iperbolica cifra che si situa fra i 600 e i 700mila euro: queste sono cifre che dovrebbero farci riflettere tutti.

Presidente - La parola al Consigliere Borre.

Borre (UV) - Continuo a ribadire che posso capire le diverse posizioni, anche ideologiche se si vuole, però bisognerebbe a volte cercare di capire se si dicono le cose esatte o si continuano a dire le cose che si hanno in mente, perché sul fatto della valorizzata e della differenziata sono convinto che il collega Venturella ben conosce cosa vuol dire differenziata e valorizzata. Nella differenziata abbiamo anche dei materiali che non possono essere valorizzati, quindi devono essere messi nella discarica per rifiuti pericolosi e lei lo sa bene questo. Forse non sa che è stato messo in legge il 40%, ma ci è stato detto anche in Commissione che a settembre il 40% non era ancora raggiunto, ma si era raggiunto il 38%, ad ottobre si è raggiunto il 40% di differenziata e di valorizzata il 95%; quindi i dati che abbiamo messo corrispondono alla realtà.

Quanto al discorso che ha fatto il collega Tibaldi, condivido il fatto che la legge sia una legge tecnica, non solo, perché va anche a vedere la parte degli inerti che è una risposta tecnica, ma anche politica se vogliamo, nei confronti delle scelte che si vanno a fare. Manca il riferimento al termovalorizzatore, verissimo; questa è una responsabilità che si è presa la III Commissione e l'Assessore oggi forse se ne pentirà, ma ha condiviso con noi tale tipo di scelta, dicendo che, per avere un'approvazione della legge che risulta urgente, separiamo i 2 momenti, portiamo tale provvedimento che dà delle risposte urgenti, ma continuiamo in maniera seria e adesso accelerata questo confronto, non mettiamo insieme i due momenti, altrimenti dovremmo riprendere daccapo tutto il dibattito sullo studio "Genon-Ziviani", che non abbiamo ancora concluso, anche per impegni che la Commissione ha avuto su altri problemi, comunque un impegno che ci siamo assunti e che dobbiamo risolvere in tempi brevi. Siamo stati confortati anche dalla visita a Bolzano e Brescia, poi anche dalle norme comunitarie, se andate a vedere, c'è scritto che la termovalorizzazione non è che sia un peccato, ma è un passaggio obbligato per l'ultima fase dei rifiuti. Lei dice, collega Venturella, abbiamo ancora il tempo perché abbiamo ancora 6 metri di altezza da fare alla discarica di Quart, quindi, quando arrivi, avrai una vista su una montagna ancora 6 metri più alta, andremo ad ampliare un altro lotto, quindi andiamo piano perché abbiamo ancora 8 anni per chiudere con la discarica... Io dico che non sono gli 8 anni ancora a disposizionme che possono tranquillizzarci... io dico che il tempo è urgentissimo, perché quella discarica deve sparire per un discorso di ripristino territoriale e ambientale, in quanto la stessa oggi produce più diossina o altri inquinanti di quanti ne produrrebbe un termovalorizzatore. Il recupero ambientale quindi non è indifferente per ridare ad un territorio come Quart, Brissogne e Aosta uno spazio gestito in maniera diversa. La scelta del termovalorizzatore quindi potrà essere... e ha detto bene il Presidente, non è che, quando ha parlato nel suo comunicato, ha detto: "in Valle d'Aosta si farà il termovalorizzatore". Il termovalorizzatore è una delle scelte che ormai sembra improrogabile non solo per la Valle d'Aosta, ma anche per le altre Regioni, perché, se girate l'Italia, ne trovate a decine di termovalorizzatori. A Bolzano ci è stato detto che loro per la dimensione di 40 milioni di tonnellate stanno studiando un termovalorizzatore, si sono dichiarati disponibili - e qui ritorno al collega Tibaldi - a dare informazioni, venire da noi, fare un convegno o un seminario in modo che la gente capisca cosa vuol dire termovalorizzatore non solo dalla campana che si continua a gridare - Grillo o chi per lui - che cancro, diossina... ma anche dall'altra parte vi sia un'informazione scientifica, corretta, che possa permettere di affrontare in maniera tranquilla questo tipo di problema.

Sul fatto della modalità di comportamento della Commissione, è vero, collega Venturella, lei ci ha fatto pervenire una memoria dove dice: "ho sentito il Presidente Caveri, quindi non vi porto più le mie...", ma il Presidente Caveri non faceva parte della Commissione, ha fatto un'affermazione generale dicendo che il termovalorizzatore è una delle scelte. Non sono andato a "spulciare" quello che è, l'ho letta così, il Presidente ha detto che il termovalorizzatore è una delle scelte che la Regione potrebbe fare insieme al Piemonte. Questa cosa è sempre stata detta: "perché non si verifica anche con il Piemonte?". Infatti abbiamo tolto "anche termovalorizzatore" perché prima volevamo verificare le possibilità diverse, quindi il discorso di dire: "ho ritirato tutti gli emendamenti perché non li potevo discutere in Commissione, vengo a discuterli in Consiglio" è solo un modo per continuare a ritardare l'approvazione della legge...

Venturella (fuori microfono) -... stasera viene approvata la legge, non si preoccupi!

Borre (UV) - ... ma il dibattito, un dibattito serio e approfondito perché quello che lei ha detto qui non è vero.

È vero che ho fatto la domanda al Presidente e all'Amministratore delegato se tutto quello che viene portato viene valorizzato, ci è stato risposto: "sì". Appena dopo abbiamo sentito Maria Pia Simonetti che ci ha detto: "riciclare la plastica è difficile, in genere si brucia tutto, perché vi sono tanti tipi di plastica, alcuni dei quali sono riutilizzabili e altri no..." - ed era quello che ho sempre sentito dire - "... si porta nella differenziata del materiale che poi non è recuperabile". È stato detto appunto che nella differenziata ci sono pile che non sono più recuperabili, valorizzabili ed era a quello che mi riferivo io. Non è quindi tutto valorizzabile quello che è differenziato e ha dei costi differenziare e poi di nuovo buttare nell'indifferenziato.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Volevo solo dare un'interpretazione autentica del mio pensiero, perché capisco che il collega Venturella è ormai un mio esegeta... non ancora? Lo diventerà, perché con l'invecchiamento sarà un po' meno estremista e piano piano si avvicinerà anche lui all'"Union Valdôtaine" e farà come quelli laici che all'ultimo secondo: prima di morire, si pentono e si fanno fare la messa. Lei telefonerà al Consigliere Cesal ormai novantenne o centenario e dirà: "Guido, dammi questa tessera perché mi sono pentito, dammi la benedizione". Sul fatto che il Consigliere Cesal potesse diventare Monsignore non ho dubbi, ma è stato traviato fin da giovane da un interesse per un altro tipo di mistica...

Vorrei dire che l'incontro con il Piemonte è stato molto interessante, perché la Presidente Bresso e l'Assessore all'ambiente di cui mi sfugge il nome, comunque la "Giunta Bresso" è una Giunta Rosso, Bianco, Verde, hanno detto una cosa molto interessante: "noi abbiamo fatto la scelta del termovalorizzatore in Piemonte avendo una certezza ormai della realizzazione del termovalorizzatore a sud di Torino..." - se ricordo bene, nella zona di Orbassano - "... che è in una fase avviata, mentre l'idea è quella di averne un secondo, perché la Provincia di Torino ha fatto un comitato etico..." - che ha una parte della competenza sui rifiuti - "... presieduto dal prof. Bobbio figlio e questo comitato ha individuato le localizzazioni del termovalorizzatore. Un secondo termovalorizzatore sorgerà nella zona del Canavese, anche se la Provincia di Biella ha deciso di creare un termovalorizzatore nella propria zona, che tra l'altro si chiama in termini mitologici Fenice". Devo dire che quel giorno la cosa che è stata interessante nel dibattito politico - i colleghi che hanno partecipato hanno visto che non è stato un incontro stucchevole, ma basato sulla ricerca di soluzioni concrete - è che i Piemontesi ci hanno detto che dalla loro analisi del problema dei rifiuti, pur con tutto il rispetto per tutte le migliorie al sistema attuale: puntare sempre più sulla differenziata, educare i cittadini, alla fine dell'"imbuto" c'è il termovalorizzatore. La ragione per la quale il Piemonte è intenzionato a costruirli è che loro ritengono che, come tutte le Regioni più avanzate e anche meno avanzate d'Europa, perché ho visitato dalla Svezia alla Danimarca, dalla Finlandia fino alle Regioni del centro e dell'est Europa entrate da poco in UE, non c'è Paese che non abbia il termovalorizzatore... allora o noi siamo più furbi, ossia inventiamo una metodologia talmente fantastica da essere alternativa a quello che tutto il mondo occidentale - e non - fa, oppure la scelta della Regione Piemonte, che quel giorno è stata ampiamente motivata nella discussione che abbiamo avuto è una scelta della quale dobbiamo intelligentemente tenere conto.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella, per il secondo intervento.

Venturella (Arc-VA) - Era solo per puntualizzare alcune cose e parto dall'interpretazione autentica delle dichiarazioni fatte mi pare in un Consiglio in sede di comunicazioni del Presidente della Regione, poi è agli atti, non è che ho letto una dichiarazione, ma il Presidente Caveri ha fatto dichiarazioni in apertura di Consiglio, ma lei ha detto anche qualcosa di più, Presidente, perché lei ha detto, ed è giusto, Gerbido e Torino sud, ossia Canavese inceneritore nord provinciale e lei ha detto che dobbiamo tenere conto anche di questo.

Si deve però mettere d'accordo con il suo Assessore e con il Presidente della III Commissione e la parte di maggioranza presente in III Commissione, perché, se è vero che esiste una specie di corrispondenza fra ciò che decideranno la Provincia di Torino e la Regione Piemonte per la soluzione finale, inceneritore in Canavese, e quello che faremo noi... allora che c'entra la proposta del Presidente Borre e di uno dei Commissari di intervenire sull'articolo 7, capo II, che al comma 4 parla di "... assicurare l'autosufficienza regionale per lo smaltimento delle frazioni di rifiuto urbano che residuano dalle attività di recupero...", ossia quella che parla di frazione residua, ma allora non accettando il principio contenuto nell'articolo 200 del decreto legislativo che parlava di accordi... Allora è successo questo in Commissione: qualcuno della maggioranza ha sollevato la questione che ci può essere l'autosufficienza regionale di tutto e per tutto, autosufficienza alla quale ho fatto solo una piccola osservazione: che l'autosufficienza regionale, proprio per la nostra dimensione, non esiste già ora, perché noi anche le frazioni che derivano dalla raccolta differenziata non le trattiamo qui, perché devono essere trattate fuori dalla regione, per le dimensioni, quindi in Commissione mi pare il Presidente Borre ha detto che c'era il problema dell'autosufficienza. Se lei dice autosufficienza "tout court", vuol dire che tutto ciò che noi trattiamo, il residuo che rimane deve essere trattato in regione e non si possono fare accordi fra... e lei mi pare che abbia posto un problema di tipo politico dicendo: "su questo non sono disposto ad emendare"... perfetto. Mi sforzo allora di capire anche ciò che stava dicendo il Presidente Caveri: che nesso c'è? In sintesi, cosa ci importa di quello che fa la Regione Piemonte se intanto l'Assessore Cerise ha detto che non c'è possibilità di fare accordi fra ATO diversi? Non riesco a capire quali siano le posizioni dominanti.

Seconda questione: è una risposta al collega Tibaldi quando dice, scherzando, che inquina più la mia "Panda Euro 2" che non l'inceneritore. Dopo che lei mi ha detto questa cosa, ho cercato di utilizzare il meno possibile la "Panda", ma sono andato a verificare in quale convegno è stata detta, ripetuta fra l'altro a Bolzano da quell'ingegnere che gestiva l'impianto. Per prima cosa: non chiedere mai all'oste se il vino è buono, perché ti dirà che il suo vino è ottimo, anche se è "piquetta", come diceva qualcuno; quindi mai chiedere ai gestori degli impianti se il loro impianto funziona bene, perché ti diranno sempre che il loro impianto è eccezionale. Infatti, se vi ricordate, fra Brescia e Bolzano nel giro di qualche ora... passando per Trento, dicevano: "sì, chiedete a Bolzano come fanno i controlli" e a Bolzano ci dicevano: "sì, però quelli di Brescia come fanno i controlli...", anche su questo "omissis".

Mi sono andato a vedere in quale convegno si era detto che i TIR inquinano di più che un inceneritore ed è un convegno del 2005 a Milano, in cui un professore del politecnico di quella città ha fatto tale affermazione. È stata richiesta conferma di questa dichiarazione, nel senso che io faccio un'affermazione... allora mi si dice: "dato che lei è un professore del Politecnico di Milano, quali fonti scientifiche cita?". Dal 2005 ad oggi in risposta ad un comitato non è stata ancora fornita risposta perché sono leggende metropolitane, non confortate da nessun dato scientifico!

Costi dell'incenerimento, per rispondere al Presidente Borre. L'incenerimento, cancrovalorizzatore, produce fumi, scorie e le abbiamo viste nella boccetta di vetro a Brescia, ci hanno omaggiato di una provetta con le scorie, poi di quello che non ci hanno omaggiato... delle polveri fini... e le polveri fini, collega Tibaldi, sono materiale tossico pericoloso perché trattiene tutta la schifezza e vengono impacchettate, da quello che ci hanno detto Bolzano e Brescia, e poi spedite in Germania. Due cose: la prima, il prezzo di smaltimento di questi materiali tossici pericolosi non è un costo fisso, ma è soggetto alle variazioni di mercato, una volta costa 100, un'altra volta 200, un'altra volta 300 e con l'andamento dei prezzi forse qualche diminuzione è improbabile se non impossibile. Mi si può dire poi... quando la Germania deciderà che non prende più le nostre polveri da incenerimento cosa facciamo, Presidente Borre? Sa che per smaltire non ci sono discariche, come ci spiegava l'ingegnere di Brescia, ma ci sono delle vecchie miniere di sale che devono garantire una percentuale di umidità bassissima, non ci deve essere acqua, per cui queste miniere di sale, dove l'ambiente è garantito, possono essere considerate come discariche di rifiuti speciali tossici e tutto quello che è. Quando la Germania dirà: "basta, no grazie", dove mettiamo ciò che rimane degli impianti? A Emarèse? Ci saranno le navi verso la Nigeria, verso l'Etiopia, verso i Paesi cosiddetti "in via di sviluppo"? Questa è realtà: dove mettiamo i nostri rifiuti tossici pericolosi? Credo che una risposta in tale senso dovesse essere data.

Chiudo, quando si parla di termovalorizzatore si usa un neologismo solo italiano, perché in tutti i Paesi europei che citate come esempi non esiste la parola "termovalorizzazione", ma esiste la parola "inceneritore", perché di grande stufa si tratta.

Presidente - La parola al Consigliere Stacchetti.

Stacchetti (SA) - Il disegno di legge in discussione tratta la gestione dei rifiuti, ossia quella massa enorme che quotidianamente produciamo per l'esercizio delle attività in senso generale e per l'alimentazione dei viventi, quella massa che culturalmente consideriamo ancora solo come scarto e non come risorsa.

Con onestà devo dire che, al di là della passionale e competente relazione del collega Venturella, l'impianto di base della legge presentataci in III Commissione era già ben argomentato, entrava in profondità dei problemi e delle necessità della società in cui viviamo, con precise e puntuali indicazioni per le soluzioni non a tutte le necessità, ma a molte. Tale impostazione è stata di buon inizio per i lavori della III Commissione, dove, a seguito dei suggerimenti e proposte raccolte nelle audizioni dai sindaci, dai rappresentanti delle associazioni produttive, dall'Assessore Cerise e dai Commissari tutti, è stato predisposto il testo che oggi è in approvazione, certo perfetto no, ma buono sì. Un testo che riporta non solo emendamenti proposti dal sottoscritto e dal gruppo "Stella Alpina", ma tanti altri che l'Assessore Cerise in questa occasione ha avuto il buon senso di condividere. Non sono d'accordo con il gruppo "Arcobaleno" sulle iniziative contro il comma 2 dell'articolo 15, in quanto dare la possibilità alle imprese di spostare materiali inerti dal cantiere allo stoccaggio con automezzi anche senza conto terzi, credo sia molto importante. Come già detto, un provvedimento molto importante che va a mettere più ordine in un settore: quello dei rifiuti, del quale le persone iniziano ad interessarsi e a preoccuparsi per le ricadute negative che si potranno avere se non si interviene in modo razionale e più condivisibile non solo per i costi sul bilancio familiare ed imprenditoriale, ma soprattutto per la salute e l'ambiente. Infatti al Convegno sui rifiuti organizzato alcuni mesi fa dal gruppo "Stella Alpina", molti di noi siamo stati testimoni della grandissima e interessata partecipazione della gente allo stesso, un argomento che interessa e preoccupa, perché, qualsiasi soluzione si adotterà per lo smaltimento del non differenziabile, avremo sempre la preoccupazione delle ricadute negative soprattutto sulla salute di tutti. Noi non diciamo "sì" al termovalorizzatore come non diciamo "no" allo stesso: diciamo che prima di decidere occorrono degli approfondimenti per decidere in tutta tranquillità secondo scienza e coscienza.

Un provvedimento che entra nel merito dell'organizzazione a 360° di tutti i rifiuti, siano essi urbani, speciali assimilabili agli urbani o speciali inerti e a titolo di esempio cito solo alcuni provvedimenti. Per la gestione dell'attività di smaltimento e recupero finale costituisce l'Autorità di ambito unico regionale, cosiddetto "ATO", mentre per le attività di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani crea dei sub-ATO che, esclusa Aosta, coincidono con il territorio delle Comunità montane. L'incentivazione della raccolta differenziata e relativo recupero, la gestione dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani, la gestione dei rifiuti speciali inerti derivanti da demolizione e loro riciclaggio... disciplina la gestione e il reimpiego dei materiali da scavo, la demolizione e costruzione, individuando apposite aree intercomunali di stoccaggio e tante altre misure, come l'istituzione della tariffa in sostituzione della tassa per la copertura di costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, mi fanno dare un giudizio positivo, anche se mi rammarico di essermi dimenticato di proporre un emendamento per la riduzione del costo euro tonnellata per i rifiuti inerti da scavo, che incide ben 10,33 euro a tonnellata. È un tributo che va ad incidere troppo sul costo finale di un'abitazione o di altre destinazioni. Se pensiamo ad un fabbricato unifamiliare, 300 circa metri cubi di inerti di scavo sono 2 tonnellate al metro cubo moltiplicato 10,33, fa la bellezza di 6.000 euro per trasportare questa terra; quindi occorre una riflessione e mi rammarico di essermene dimenticato.

Presidente - Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale. La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.

Cerise (UV) - Intanto vorrei ringraziare tutti i colleghi che sono intervenuti, un ringraziamento particolare ai membri della III Commissione e al Presidente per aver voluto non tanto licenziare tale disegno di legge affinché se ne potesse discutere in questo Consiglio, ma per l'attenzione che è stata data alla stessa, attenzione che si è tradotta in una serie di approfondimenti e anche riflessioni che hanno portato a degli emendamenti a mio avviso utili per migliorare l'impianto generale del provvedimento. Ricordo come il disegno di legge sia stato licenziato dalla Giunta il 7 agosto, siamo a fine novembre, credo che già questo testimoni come vi sia stato sul provvedimento un dibattito e delle considerazioni molto importanti.

È stato detto molto, anche se secondo delle angolature... in particolare di interventi che sono arrivati da parte del collega Venturella... secondo una visione che è la loro, siamo nella stessa logica dell'Ospedale, piuttosto che di qualcos'altro, per cui l'importante è non fare niente, "congelare" la situazione magari per poi trovarsi di fronte ad una situazione di emergenza rifiuti come alcune Regioni d'Italia ci stanno rappresentando proprio per non aver voluto decidere in merito. A questo riguardo volevo solo fare una considerazione in merito ad una battuta che ha fatto il collega Ottoz, molto pericolosa... soprattutto riportare in sede politica... sulla questione delle ecomafie. Credo che questa sia una Regione che ha saputo mettersi al riparo dalle ecomafie e questo anche grazie all'attività del Corpo forestale, e non solo, perché abbiamo avuto anche dei severi ed efficaci interventi da parte della Guardia di finanza che hanno stroncato sul nascere alcuni tentativi. Se c'è un settore che è qui presidiato, sicuramente è quello dei rifiuti, tanto che, quando uscì un certo articolo sul quale si parlava di ecomafia e si citava la Valle d'Aosta per alcuni episodi, io censurai severamente questa notizia perché si faceva confusione fra qualche infrazione dovuta al fatto che un imprenditore non aveva ben compilato una bolletta con quella che è l'ecomafia, che è ben altra questione. Se questo non è successo, lo si deve anche al fatto che su tale argomento c'è stata una gestione politica molto attenta che data dagli anni '80, continuata negli anni '90 e via ad andare. Da tale dibattito emerge che ancora una volta si scontrano 2 modi di affrontare dei temi molto importanti come è questo: da una parte, c'è questo modo di vedere ideologico, integralista, teorico, del tutto impositivo quando non addirittura punitivo, un modo di vedere che pone al centro una sorta di pregiudiziale nei confronti del cittadino, delle istituzioni, che sono visti quasi sempre come operatori di malaffare ambientale, dove pervade una sorta di attitudine di cattiva gestione dei rifiuti, tutti indifferenti in una sorta di masochismo radicale all'ambiente e alla salute; si contrappone a questo un punto di vista più pragmatico e anche più onesto dal punto di vista intellettuale, che è quello contenuto in tale legge.

Consigliere Segretario Venturella, lei fa male a volermi sempre attribuire... perché sembra che tutte le azioni contenute in questo provvedimento siano frutto dell'Assessore Cerise, ma non è vero: tale disegno di legge nasce da un lavoro intenso molto intelligente ed efficace fatto dalle mie strutture, fatto con i Comuni, con gli operatori e con coloro che hanno una visione ambientale, quelle persone che sono moderate e non quelle che si vestono con gli "abiti" del komeinismo ambientalista più retrivo, ma con quelle persone serie si è costruito tale disegno di legge, per cui io c'entro nella misura in cui politicamente ho raccolto tutto questo, l'ho portato alla Giunta che lo ha approvato e poi è passato in Commissione che si è dedicata a fare gli approfondimenti. Ho poi accolto dei suggerimenti e delle indicazioni che sono venute dai Commissari della III Commissione. Quello che mi dispiace è questo: accettare delle volte, venire con voi a dei patti è un'operazione sempre suicida, perché la questione del termovalorizzatore io ho accolto questa indicazione perché ho detto: sì effettivamente aver citato così può far sembrare che vi sia un'attitudine ad andare in quella direzione, allora per dare più trasparenza alla legge l'ho tolto e adesso me lo vedo rinfacciare. Lo stesso l'emendamento, tutto il capo I della legge è improntato alla riduzione dei rifiuti e lei lo sa bene! Devo dirle che siamo stati in questo senso degli anticipatori, perché già un anno prima avevamo fatto delle deliberazioni, portate in questo Consiglio e approvate dallo stesso, dove siamo andati a dire che attivavamo dei programmi per la riduzione dei rifiuti. Potevo richiamare nel provvedimento, ma mi sembrava che richiamare nel provvedimento qualcosa che era già efficace fosse troppo. Il Presidente Borre poi propone questo emendamento, ma anche qui nell'ottica di rendere migliore la legge... naturalmente lei ha "colto la palla al balzo" per dire: "ah, lo avete aggiunto dopo, altrimenti tale argomento non era considerato!". Questa è una sorta di malcostume politico che porta ad ogni sorta di chiusura nei confronti delle vostre proposte, perché, se le vostre proposte vengono ribaltate in una sorta di accusa e naturalmente di visione negativa del comportamento della maggioranza, allora si dice: "d'ora in poi quello che proponete sappiate che non sarà mai preso in considerazione".

L'altro punto di vista che mi pare sia il nostro, non solo quello della maggioranza, ma quello di molti Consiglieri regionali che non sono di maggioranza, è quello di cercare di fare un'analisi razionale del problema, contestualizzando il problema, perché anche qui, quando si prendono a prestito esperienze di altre realtà, sicuramente può essere, da un punto di vista cognitivo e se vogliamo anche della conoscenza e della valutazione, molto importante, ma poi dobbiamo calare i problemi nel nostro territorio, con la nostra urbanizzazione, con il nostro flusso di turismo, con i consumi che ci sono qui e che non sono quelli di altre Regioni; possono essere significativi eventi che capitano da altre parti, ma poi vanno contestualizzati. Cosa abbiamo fatto poi da un punto di vista politico che è molto produttivo? Si è cercato di recuperare all'interno di tutto quel complesso normativo comunitario e nazionale quei principi che erano principi positivi ed innovativi di questa norma, come dire... farli diventare degli elementi di crescita e di opportunità economica, degli elementi che coniugavano economia con ecologia. In questa ottica c'è nella legge un "fil rouge" che vuole far diventare il rifiuto come un'opportunità; lasciamo stare il capo III, ma anche sul resto. I fatti poi lo stanno a dimostrare, siamo arrivati al 40% di raccolta differenziata, siamo al 95% di questo 45% di valorizzata e non è vero che questo è un sofisma o una presa in giro. La presa in giro è quella che viene quando lei mi cita certe percentuali di differenziata, dove si arriva all'80% di differenziata, per poi farne cosa? Buttarla in discarica! Questa allora è una truffa, ma sì che lo sappiamo tutti! Tutto quella specie di "pseudo compost" che serve a fare quelle cose finisce in discarica, quando non addirittura nei termovalorizzatori o inceneritori come li chiama lei. Questi sono i 2 modi di vedere, lo abbiamo visto sull'Ospedale, lo vediamo adesso.

Trovo poi pericoloso... fra l'altro, è uno "scivolone" anche inopportuno quello del termovalorizzatore, perché, se lei fosse stato corretto, questo argomento non lo avrebbe tirato fuori, nella stessa misura in cui...

(interruzione del Consigliere Segretario Venturella, fuori microfono)

... lo abbiamo sentito tutti, lo ha tirato fuori lei, non il Vicepresidente Tibaldi... dal momento che l'avevamo tolto dal disegno di legge perché non fosse deviante, qualcuno è già arrivato per dire: "è tutto fatto per arrivare lì", ma assolutamente no!

Così come ho ritenuto molto inopportuno e, per certi versi, disonesto... quella disonestà della dialettica politica non nel senso come siete abituati a pensare nei nostri confronti, quando lei cita gli incarichi: guardi che gli incarichi potevo fare a meno di darli! Io li ho dati perché la III Commissione ci ha chiesto di far fare una serie di verifiche e di studi. Non è vero che vengono dati agli stessi, perché, quando abbiamo fatto delle analisi di confronto, siamo andati a vedere sul mercato delle professionalità a livello nazionale cosa c'era di meglio che ci poteva dare delle risposte, vedi il prof. Cossu... sono 3... voglio dire Genon non ce lo siamo inventati noi, ma è la persona che al Politecnico di Torino si occupa solo di questi problemi e fa il consulente anche a Regioni che sono "arcobalenate", più o meno "Rosse"... Siamo andati a cercare queste persone e ci stanno dando le risposte che la III Commissione ha chiesto, noi ne avremmo fatto a meno, compreso anche qui e voglio poi riprenderla la questione relativa all'autosufficienza.

Il Consigliere Bortot ha fatto l'ennesimo processo al consumismo, "non c'è niente di nuovo sotto il sole", ma mi permetta di dire una cosa: la legge si configura come una sorta di patto, un patto direttorio se vuole, che dà degli indirizzi e argina certi tipi di possibilità o dispone per certi orientamenti, poi la legge deve essere tradotta attraverso il piano, che è lo strumento operativo attraverso il quale si possono perseguire determinati obiettivi in termini pratici. Diciamo che il nostro piano è un buon piano, un piano che all'80% è del tutto valido ed è del tutto efficiente, naturalmente alla luce anche delle evoluzioni normative comunitarie e nazionali deve essere aggiornato e lo sarà. Siccome il piano sarà di nuovo oggetto di discussione in questa sede, anche quella sarà un'occasione per fare degli approfondimenti e dei miglioramenti, ma, per quanto riguarda l'operatività, ad una legge non si chiede operatività, ad una legge si chiedono degli indirizzi e delle prescrizioni. Il collega Bortot ha detto una cosa assolutamente non corretta, ha detto: "questa legge nasce vecchia". Guardi, nasce talmente vecchia questa legge che addirittura ha dei contenuti che traducono già in legge quelle che saranno delle scelte normative che si faranno a livello comunitario e nazionale, allora non si può dire che è vecchia. Abbiamo cercato di anticipare tutto questo, perché tale provvedimento è stato anche oggetto di confronto con il Ministero, abbiamo fatto degli approfondimenti anche fuori della Valle d'Aosta, perché volevamo essere sicuri che fosse una norma recepita, dal momento che andiamo a fare anche delle scelte coraggiose che potrebbero essere interpretate come delle scelte non di competenza della Regione, vedi la questione della tariffa, dove diciamo che la Giunta regionale ha la possibilità di introdurre... questo mi pare che affronta i contenuti dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 36, se non vado errato, dove si parla della tariffa, per dire che vi sono delle scelte che sono coraggiose.

Quando poi si dice che non si cura dell'informazione, della sensibilizzazione e dell'educazione, ripeto, sono tutte contenute nel capo I, ma lo stesso Osservatorio censurato dal suo collega Venturella, prevede che abbia la possibilità di sollecitare la Giunta a fare dell'informazione e dei piani, ma dice di più. Questa legge finalmente mette meglio in rete l'attitudine bizzarra in realtà piccole come la nostra, dove ognuno s'inventa un po' di informazione, per cui la Regione fa l'informazione, poi i Comuni danno l'informazione, poi c'è la parrocchietta che dà l'informazione, ognuno dà l'informazione con il rischio di avere delle informazioni fra di loro poco coordinate. Qui abbiamo previsto che vi sia una sorta di coordinamento dell'informazione, abbiamo detto che prima la Regione dà degli indirizzi sulla informazione, dopodiché si fa in modo che ognuno parli la stessa lingua, perché abbiamo visto campagne per la raccolta differenziata che erano addirittura fuorvianti, anche dal vostro punto di vista, nel senso che dicevano delle cose che non erano del tutto corrette. Magari è stata fatta con buona volontà da parte di un Comune, piuttosto che da parte di qualcun altro, ma la cosa alla fine non ha sortito l'effetto. Vi è sempre nei confronti dell'Osservatorio una pregiudiziale, in particolare da parte del vostro gruppo, questi osservatori sono sovente visti come dei "carrozzoni" incapaci di esprimere qualcosa di sostanziale. Spero che questo non avvenga in tale circostanza, anche perché abbiamo cercato di dare all'Osservatorio dei compiti anche importanti di analisi e di indirizzo, quindi lo vedremo alla prova dei fatti. Quello che lei ha fatto lo accolgo come un sollecito ad essere attenti che questo Osservatorio non sia una specie di salotto, dove ci si scambia qualche opinione, ma ci si ferma lì.

Non entro assolutamente nel merito, non mi farò trascinare né da una parte, né dall'altra sulla questione dello smaltimento residuale dei rifiuti, perché così come ho tolto quella parola non voglio riprenderla qui. Sono però a ribadire che il Governo regionale ha seguito un percorso del tutto conforme agli impegni assunti in questo Consiglio e nei confronti della III Commissione, dove ci è stato chiesto di fare determinate cose e noi le abbiamo fatte puntualmente. Dopodiché aspettiamo che la III Commissione ci dica come la pensa in merito, cosi come la invito, collega Venturella, alle riunioni che facciamo con tutti gli enti locali - ci saranno questo lunedì mattina e il prossimo lunedì mattina, fra l'altro dovreste essere stati invitati anche voi -, dove si parla di gestione di ciclo completo dei rifiuti, delle norme, di come affrontare i problemi e dove ognuno esprime le proprie perplessità, con la possibilità di avere un confronto con gli enti locali, che sono quelli che sul territorio si confrontano con questo problema.

Il collega Ottoz propone delle soluzioni che conosciamo, sono sicuramente interessanti, ma siamo sempre nel campo sperimentale. Noi abbiamo la necessità di prendere delle decisioni, siamo attenti anche noi a quello che c'è di sperimentale, perché, se potessimo sottrarre allo smaltimento in un unico complesso, se potessimo trovare delle soluzioni intermedie che ci consentissero già a livello locale di trattare, saremmo anche noi agevolati in questo tipo di problema.

Vi erano poi tutte quelle considerazioni che ha fatto il collega Venturella su questi 5 punti; sulla riduzione dei rifiuti ho già detto, programmi già deliberati dal Consiglio regionale, un'attività già in corso, tutto il capo I della legge prevede queste cose. Mi permetto di dire riguardo ai fanghi che abbiamo nel primo ardo ai fanghi che abbiamo nellello studio che èdal consiglio regionale, una attività già in corso, ktutto i salotto, dove ci s studio che è stato fatto da Ziviani e Genon, che i fanghi sono già stati calcolati in funzione dei 3 depuratori, con il sistema della depurazione completo e quindi non sull'attuale, ma su quello che avverrà in prospettiva. La valorizzazione è certificata per quanto riguarda la raccolta differenziata, quindi non sono delle parole.

La tariffa: noi la tariffa l'abbiamo prevista, l'articolo 11 della legge parla di tariffa, è un obiettivo ineludibile quello della tariffa, siamo i primi a dirlo. Cosa succede? Succede che ci sono dei "volets" sulla tariffa che riguardano anche i "sub-ATO", allora l'articolo 9 del decreto legislativo n. 36 stabilisce quali sono gli elementi che compongono la tariffa, noi siamo andati a dire nella legge che la Giunta regionale - peraltro qualcosa del genere lo ha fatto anche la Provincia di Bolzano - può anche individuare o togliere alcune voci di costo della tariffa, perché non ha senso addebitare ai cittadini il costo dello spazzamento delle strade in Valle d'Aosta: questo lo si può fare dove è rifiuto, ma qui si deve andare a tirare via la sabbia... quindi anche qui c'è, ma poi cosa succede? Che una volta che tu hai messo le voci, sono i "sub-ATO" che devono andare ad individuare come pesare le singole voci nell'ambito di questa tariffa. Vede allora che il percorso non è così semplice come alzarsi la mattina e dire: "applichiamo la tariffa", ma bisogna fare un confronto e un ragionamento. Ora pretendere che una Regione come la nostra si metta a fare della ricerca in fatto di rifiuti smentisce tutto quello che si è detto prima, perché in termini di produzione siamo anche minimali. Noi possiamo sicuramente essere attenti a quello che vi è nell'ambito della ricerca, cercare di capire se nell'ambito delle varie ricerche vi può essere qualcosa che ci è utile.

Vengo a quello che mi importa molto: la questione dell'autosufficienza. Perché ho detto che non ero disposto a fare delle transazioni politiche sul concetto di autosufficienza? Perché questo sarebbe rinunciare da parte di una Regione ad essere efficiente in tale logica. Detto questo, è tutto aperto; tenga presente però che il decreto legislativo n. 152 impone comunque alla Regione di mettere in piedi un impianto di pre-trattamento, ma allora che senso ha andare già a mettere nella legge che l'autosufficienza si può ottenere portando fuori i rifiuti, piuttosto che fare cose di questo genere? Sono tutte porte aperte, ma questa Regione per un senso di responsabilità non può partire con l'inventarsi un'autosufficienza che è già quella di immaginare di scaricare il problema alla Regione vicina o cose del genere. Noi ci mettiamo a posto per essere autosufficienti, sulla base di quello che verrà fuori da parte dell'analisi che viene fatta in III Commissione dopo il confronto con gli enti locali, dalle scelte che il Governo regionale vorrà fare e con il dibattito che verrà fatto in quest'aula si potranno fare tutte le scelte del mondo, ma che una Regione nel ciclo dei rifiuti rinuncia ad essere autosufficiente è già l'abdicazione alla logica del non decidere.

Presidente - Iniziamo l'esame dell'articolato. Vi ricordo che si mette in approvazione il nuovo testo elaborato dalla III Commissione, che vi sono 3 emendamenti dell'Assessore Cerise e 23 emendamenti del gruppo "Arcobaleno". All'articolo 1 vi è un emendamento del gruppo "Arcobaleno".

La parola al Consigliere Segretario Venturella.

Venturella (Arc-VA) - Prima mi permetta una piccola questione di metodo. Innanzitutto come gruppo, come da accordi, voteremo e saremo collaborativi in questo, per cui il Consiglio voterà la legge, quindi qualunque accusa di ostruzionismo la rimando al mittente. Noi ci impegniamo fra stamani e oggi pomeriggio a votare il provvedimento, naturalmente in che modo vi immaginate... non c'è bisogno di approfondire, ma non anticipo la dichiarazione di voto...

Sugli emendamenti mi permetto di fare un invito in generale. Ultima pagina degli emendamenti, il parere sugli stessi: devo denunciare in questo Consiglio l'uso strumentale dei pareri, che praticamente serve a delegittimare gli emendamenti stessi, perché, quando mi si dice dal punto di vista finanziario che sull'emendamento n. 5 si esprime parere negativo in quanto comporta aumento di spesa al bilancio regionale, non posso accettarlo, perché l'emendamento n. 5 parla di promozione e incentivazione di azioni in senso generale. Una legge deve dare degli indirizzi generali, credo che se uno va a leggersi nelle disposizioni finanziarie... all'articolo 24 non sono indicate all'interno delle disposizioni finanziarie le somme messe a disposizione articolo per articolo, ma capo per capo, attività per attività. Credo quindi che "entrare a gamba tesa" sul diritto di ogni Consigliere a presentare degli emendamenti, che danno degli indirizzi generali e che non comportano spesa, mi sembra un intervento che non condividiamo. Affibbiare una caratteristica di spesa ad emendamenti che sono solo di indirizzo, noi non ci stiamo, poi deciderà il Consiglio.

Emendamento n. 1 al comma 1 dell'articolo 1: è l'emendamento che va a rafforzare ciò che ha detto l'Assessore Cerise e ciò che è stato detto in Commissione. Chiediamo, condividendo la prima parte, da "La presente legge..." fino a "... risorse naturali", che debba essere inserita la frase: "e il perseguimento, in via prioritaria..." - proprio perché le 5 azioni sono in ordine gerarchico, sono ineludibili e devono essere affrontate secondo l'ordine gerarchico che stabiliscono sia il decreto legislativo n. 152 che soprattutto le direttive europee - "... delle iniziative dirette a favorire la riduzione e la prevenzione della produzione e della nocività dei rifiuti", perché crediamo che un'indicazione sulla riduzione debba essere inserita. Ripeto: deve essere inserito perché prioritariamente dobbiamo agire sulla riduzione e sulla minimizzazione.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Proprio a sostegno della richiesta dei nostri emendamenti, crediamo che, per dare più fondamento all'emendamento n. 1 presentato dall'Assessore Cerise, in cui si parla anche di individuare azioni finalizzate a ridurre i rifiuti nella fase della produzione, quindi cominciare a ridurre i rifiuti fin dalla prima fase di tutto il ciclo dei rifiuti... il mettere nelle finalità questo elemento rafforzerebbe ulteriormente l'emendamento successivo che l'Assessore ha presentato all'articolo 2, comma 1.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - A semplice tutela dell'onorabilità dei funzionari dell'Assessorato del bilancio, non è che i funzionari del bilancio si esprimano sulla copertura finanziaria a seconda dei capricci o dell'Assessore, o del Presidente che "tira loro la giacchetta"! Questo è un compito importante che deriva dall'articolo 81 della Costituzione, che ricorda come nuove e maggiori spese debbano "indicare" ogni volta i mezzi per farvi fronte. Questo è un vaglio tecnico che ritengo debba essere rispettato, per cui non vi può essere una maliziosa lettura politica nel caso in cui, come in questa occasione, la pubblicizzazione e qualunque cosa debba essere fatta aumenta i costi; questo è quanto dicono i funzionari del bilancio, liberamente.

Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.

Cerise (UV) - Questo emendamento è del tutto inutile, intanto perché sono elementi contenuti tutti nel capo I della legge, in particolare all'articolo 2, che viene anche emendato alla lettera c) con il mio emendamento con il quale si va a dire la stessa cosa, perché allora bisogna ripetere una cosa che è già contenuta nella legge, che abbiamo voluto "ad abundantiam" ancora inserire con l'emendamento? Mi pare sia del tutto pleonastico, per cui siamo contrari.

Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Per dichiarazione di voto. Devo dire che non ho sentito delle risposte esaustive da parte dell'Assessore Cerise in merito al problema di fondo che abbiamo sollevato, ovvero qual è l'indicazione politica, qual è la soluzione che pensate di attivare per risolvere il problema dei rifiuti. Ho sentito il Presidente Caveri che ha fatto cenno a quell'incontro, che non è stato stucchevole - per riprendere le sue parole -, fra la Giunta regionale valdostana e quella piemontese, dove avete ottimizzato tempi e risorse e avete parlato di cose concrete. Il Presidente Caveri ha fatto riferimento a dei termovalorizzatori che sarebbero in corso di progettazione, o nelle intenzioni almeno, in alcune aree piemontesi, una delle quali sarebbe anche vicina alla nostra Regione, però non abbiamo capito cosa ha intenzione di fare la Valle d'Aosta. In Piemonte fanno dei termovalorizzatori e la Valle d'Aosta cosa fa: ne fa qualcuno? Conferirà i rifiuti nell'area piemontese? Guardiamo cosa facciamo, quando lo facciamo e come lo facciamo. Non metto in dubbio che l'incontro non sia stato meramente conviviale, ma abbia avuto un significato anche politico e di conoscenza reciproca delle rispettive realtà, però ci aspettavamo qualcosa di più; lo stesso da parte dell'Assessore che dice che è stato stralciato il capitolo termovalorizzatore, è una parola sola, ma pesante, densa di significato.

Questa legge di conseguenza rimane buona nelle intenzioni, noi l'articolo 1 lo votiamo anche perché gli obiettivi e le finalità sono condivisibili, come facciamo ad essere contrari all'articolo 1? Ma la legge non è altro che una risistemazione normativa dei nuovi indirizzi legislativi in materia, per il resto non vi è nulla, manca completamente l'indirizzo politico. Mi sa allora che saremmo costretti a sopportare questa maleodorante discarica ancora per qualche anno, con buona pace di quelli che abitano nella zona e di quelli che arrivano ad Aosta. Mi sa che il terrorismo ambientalista ha fatto breccia nel cuore e nella mente di qualche componente dell'Esecutivo regionale, perché parlare oggi di termovalorizzatore sembra di parlare di un qualcosa di improponibile, sembra che vi siano dei livelli di inquinamento insostenibili per la salute umana e per l'ambiente. Non so se i colleghi "Verdi" hanno provato a vedere se è più inquinante il termovalorizzatore di Bolzano o l'azienda siderurgica che risiede in Bolzano, o l'azienda siderurgica che risiede in Aosta, forse facendo qualche comparazione sulle emissioni nocive che vengono fatte dai rispettivi camini ci accorgiamo che i sistemi di filtraggio per le aziende siderurgiche sono meno garantisti rispetto ai sistemi di filtraggio usati per i termovalorizzatori. Questo non vuol dire che dobbiamo aggiungere inquinamento ad inquinamento, però dobbiamo essere realisti, la sindrome "NIMBY", che è un po' il vostro vangelo: "cerchiamo di evitare di accumulare in casa nostra"... ci piacerebbe a tutti coltivarla questa sindrome, ma sappiamo che il vostro Ministro Ronchi ha detto nel 1997 che dobbiamo raggiungere l'autosufficienza anche nello smaltimento dei rifiuti. Penso che dopo 10 anni la Valle d'Aosta potrebbe traguardare qualcosa di più che una semplice legge di riordino, perché dal 1997 ad oggi non mi sembra che "siano stati fatti passi da gigante", anche perché questa legge è un passo obbligato, è un'esigenza normativa alla quale non potevamo rinunciare.

Ricordo che qualche mese fa più persone qui dentro e Amministratori regionali hanno detto che si doveva risolvere il problema dei rifiuti; questo provvedimento non lo risolve, questo provvedimento distribuisce competenze, perimetra l'"ATO" e i "sub-ATO", stabilisce che ci saranno le tariffe e anche qui vi è un grosso punto interrogativo perché la tariffa dovrà coprire tutti i costi di gestione, quindi vuol dire che i cittadini, oltre a tenersi i rifiuti, sanno con certezza che andranno incontro ad una lievitazione dei costi per lo smaltimento, la raccolta, il trasporto... Altre certezze da un punto di vista amministrativo non ce ne sono, perché di scelte non ne sono state compiute. Come ho già visto quest'anno che i rifiuti a Châtillon, per citare il Comune che conosco, sono aumentati del 15%, non per colpa della comunità di Châtillon, ma per colpa di qualche comunità limitrofa, meno virtuosa di quella di Châtillon nel raccoglierli, secondo il sistema del "sub-ATO" i più virtuosi pagheranno le carenze di coloro che sono meno virtuosi.

Alla luce di queste considerazioni, ci sembra che manchi la "polpa" in questo disegno di legge, esso stabilisce delle regole anche condivisibili perché sono "senza lode e senza infamia", ma ancora una volta la "Giunta Caveri" e l'Assessore Cerise non sono riusciti a dare soluzione ad un'emergenza. Un'emergenza che il collega Venturella dice che possiamo prorogare ancora di 6 anni e mezzo perché la discarica può ancora contenere, ma, se volete continuare a seppellire i rifiuti che produciamo, assumetevene le responsabilità! Noi guardiamo alle Regioni e alle Province che sono più capaci di noi di gestire questi problemi. Qualcuno, nonostante i sopralluoghi fatti, continua a rifiutarsi; di conseguenza, non possiamo che prenderne atto, ma non possiamo votare favorevolmente il disegno di legge e per tali ragioni ci asterremo.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - Innanzitutto voglio precisare che richiamo fin dall'inizio una cosa che ci sta a cuore, un concetto che il Consigliere Borre ha detto poc'anzi, quel concetto che è stato espresso nel dibattito che il Consigliere Segretario Venturella ha innescato sull'opportunità o meno di inserire il comma 2 all'articolo 5 inerente ai mezzi di attività di cantiere. Non possiamo condividere quella polemica, perché condividiamo pienamente quanto detto dal collega Borre che l'obiettivo di questo Consiglio deve essere quello di forzare la mano sui limiti della nostra autonomia facendo sì che sia lo Stato a contestarcela e non noi a rinunciarvi. Approfitto per dire che, quando abbiamo portato in aula la legge sulle indennità espropriative che portava queste indennità al 90-100%, ci fu chiesto di aspettare, questo è un argomento che riporteremo in quest'aula e chiederemo alla maggioranza - come maggioranza perché facciamo parte della maggioranza - di sostenerlo anche a seguito di una sentenza che è stata pubblicata che afferma il concetto da noi espresso sugli espropri. Come d'altronde abbiamo fatto quando abbiamo presentato la legge sulla riduzione dei costi di energia per la Valle d'Aosta, fatto che a più riprese questa maggioranza ha detto che porterà in aula entro questa legislatura; quindi è un concetto molto condivisibile quello che ha detto il Consigliere Borre da parte del gruppo "Stella Alpina" ed è per quello che non condividiamo quella polemica.

Sul tema complessivo della legge, riteniamo di aver dimostrato non solo all'aula, ma anche ai Valdostani di credere fermamente che questo è un tema che dobbiamo affrontare. Abbiamo fatto un convegno come movimento, quindi non abbiamo speso dei soldi pubblici della Regione, ma dei soldi del nostro movimento su questo tema, perché è un tema in cui crediamo fortemente, ma che crediamo vada affrontato in maniera vera e completa, dicendo sempre che "la verità in tasca" non ce l'ha nessuno, cerchiamo di sbagliare il meno possibile. In quel convegno - mi sembra che il Consigliere Segretario Venturella fosse presente - abbiamo chiamato dei relatori che hanno affrontato 3 o 4 tipologie in merito al trattamento dei rifiuti, dal rifiuto zero al termovalorizzatore passando per altre tecniche. Due cose sono emerse da parte di tutti i relatori: la prima che qualsiasi tecnica di trattamento finale dei rifiuti produrrà un rifiuto finale che può essere il 3%, 4%, 10% come il 30%; quindi un rifiuto finale che non può essere trattato ci sarà sempre; l'altra cosa è che la nostra Regione ha ancora un anno per decidere, ma da qui a qualche mese dovrà decidere perché le scelte vanno fatte e questo concetto lo hanno espresso dopo aver analizzato pubblicamente i dati della Valle d'Aosta.

Partendo da lì condividiamo appieno l'analisi dell'Assessore Cerise sul concetto dell'autosufficienza, siamo una comunità che non può delegare ad altri, ma siamo anche una comunità che deve guardare se insieme si possono fare delle migliorie e questo non vuol dire delegare agli altri. Ben venga il fatto allora che tale proposta di legge, come ha detto l'Assessore Cerise, lasci "le porte aperte" per qualche mese per meglio entrare nelle innovazioni su sistemi già attuali o su sistemi che verranno. È una riflessione interessante e rigettiamo al collega Tibaldi, che ho visto un po' in difficoltà nel cercare di motivare la propria astensione... perché la posizione che la Giunta ha preso insieme alla III Commissione è molto intelligente. Questa posizione ha permesso alla III Commissione di lavorare in maniera corretta, di esprimersi in maniera corretta, e oggi dibattiamo sul testo della III Commissione, e ha fatto sì che tale argomento inizi un percorso che non sia il percorso che ha seguito l'Ospedale. Non vorrei che "Forza Italia" utilizzasse tale tema per incanalarsi in un percorso come quello dell'Ospedale, non sarebbe giusto né verso quest'aula, né verso coloro che credono fermamente che questo problema vada affrontato; riteniamo che tale tema debba essere risolto da questo Consiglio. Caro Vicepresidente Tibaldi, nel tuo intervento, da collega, hai dimostrato di soffrire il fatto che anche il gruppo "Arcobaleno" su tale tema condivida la strada intrapresa e per raggiungere degli obiettivi, perché noi su tale tema vogliamo raggiungere degli obiettivi, non vogliamo fare politica su questo tema, perché troppo importante per i Valdostani. Su tale base allora noi siamo per soluzioni concrete e per l'apertura totale al confronto: è questo che sosteniamo ed è per questo che ringraziamo sia l'Assessore Cerise per la disponibilità che ha avuto su tale disegno di legge, sia la III Commissione, sia i colleghi del gruppo "Arcobaleno". Con questo abbiamo voluto dimostrare che lo scontro sull'Ospedale non è ideologico, ma è uno scontro sui contenuti.

Presidente - La parola al Consigliere Lavoyer.

Lavoyer (FA) - Sarò brevissimo, per una dichiarazione di voto sull'articolo 1 e sull'intero disegno di legge. Anche noi non siamo d'accordo con l'analisi fatta dal collega Tibaldi, riteniamo che questo sia un buon disegno di legge, d'altro canto sia il sottoscritto, sia il Capogruppo dell'"Union" facevano parte dell'Esecutivo che aveva approvato il Piano rifiuti a suo tempo e mi pare che tale disegno di legge sia in linea con quel Piano rifiuti. Coerentemente quindi daremo il nostro parere favorevole, ci sembra un testo puntuale anche negli obiettivi, l'individuazione dell'unico ambito territoriale ottimale, l'individuazione dei sottoambiti, la riorganizzazione dei servizi di raccolta. Riteniamo anche corretta l'impostazione del disegno di legge che va nell'ambito... dove fa riferimento ai rifiuti speciali, che affronta il problema dell'organizzazione, del recupero, dello smaltimento, in particolare i materiali dei rifiuti inerti, quindi sia dal punto di vista della previsione puntuale e della progettazione, dell'individuazione della fase di approntamento dei cantieri... nella gestione integrata. Ci pare che questo disegno di legge sia esaustivo e dia una risposta precisa e puntuale all'argomento, per tale motivo il nostro gruppo lo voterà in modo convinto.

Presidente - Per questioni tecniche chiederei di votare nel pomeriggio l'articolo 1, altrimenti avremmo una deliberazione con solo la votazione di un emendamento e poi l'altra deliberazione con la votazione dell'articolo. Per questioni tecniche riprendiamo la discussione alle 15,30 con la votazione dell'emendamento del gruppo "Arcobaleno", poi dell'articolo 1. Ricordo che alle 15,00 c'è la Conferenza dei Capigruppo, dove ci sarà la discussione in merito alle Commissioni, in modo da poter alla fine della votazione del disegno di legge...

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

Presidente - ... dichiaro conclusi per questa mattina i lavori del Consiglio.

Il Consiglio prende atto.

Presidente - I lavori riprenderanno alle 15,30.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 13,01.