Oggetto del Consiglio n. 3108 del 21 novembre 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 3108/XII - Interrogazione: "Situazione delle varie attività agricole della Valle d'Aosta".
Interrogazione
Ricordato il ruolo determinante dell'agricoltura nella nostra economia, non solo in termini di prodotto interno ma anche in termini di tutela del paesaggio, di conservazione del territorio e di presidio dell'assetto idrogeologico;
Evidenziato che alcune attività agricole hanno manifestato segni di debolezza, sia attraverso la riduzione della produzione, sia attraverso la difficoltà della riconversione indispensabile alla competitività, sia per le inefficienze della rete distributiva;
Tenuto conto che il disagio recentemente manifestato dai piccoli allevatori è sintomo di una situazione più difficile di quella descritta negli atti ufficiali dell'Amministrazione regionale;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
L'Assessore all'Agricoltura e risorse naturali per conoscere:
1) l'andamento della produzione foraggiera e della mela nella nostra regione dal 1987 ad oggi, nonché i dati relativi alle corrispondenti superfici coltivate;
2) la consistenza del bestiame (mucche, tori, vitelli, capre e pecore), dal 1987 ad oggi, di proprietà degli allevatori valdostani, nonché l'andamento della produzione lattiero-casearia nello stesso periodo;
3) quali siano i dati di attività della Cofruits di Saint-Pierre e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina nello stesso periodo, nonché quelli della Centrale del latte dal 1987 alla sua chiusura;
4) quali siano le cause dell'eventuale diminuzione delle superfici coltivate, della consistenza delle produzioni e dei capi di bestiame, nonché delle attività di cernita, conservazione e trasformazione da parte della Cofruits e della Cooperativa Produttori Latte e Fontina.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.
Isabellon (UV) - L'interrogazione in oggetto riguarda "l'andamento della produzione foraggera e della mela nella nostra regione dal 1987 ad oggi, nonché i dati relativi alle corrispondenti superfici coltivate; la consistenza del bestiame..." - sempre nello stesso periodo temporale -, "... quali siano i dati di attività della Cofruits di Saint-Pierre e della Cooperativa produttori latte e fontina nello stesso periodo...; quali siano le cause dell'eventuale diminuzione delle superfici coltivate, della consistenza delle produzioni e dei capi di bestiame...". Un arco temporale di 20 anni, sicuramente nei dati che andrò ad elencare ci potranno essere delle necessità di integrazione, siamo disponibili per fornire ulteriori elementi nell'eventualità che questo fosse richiesto.
In premessa questo arco temporale di 20 anni, sul quale si chiede di riferire, essendo molto lungo, sia in assoluto, sia per la sostanziale diversità nelle fonti dei dati e delle possibilità di elaborazione, prevede anche di fare qualche riflessione sull'evoluzione nell'ambito del settore sulla gestione dei dati stessi. Nel 1987 i dati disponibili sono quelli dei censimenti generali dell'agricoltura effettuati dall'ISTAT nel 1980 e nel 1990. Oggi accediamo alle banche dati informatizzate e i cui dati sono scrupolosamente controllati. È quindi necessario premettere alcuni fatti per una corretta interpretazione delle risposte fornite ai quesiti dell'interrogazione. Dal 1989 disponiamo, infatti, dei dati dell'Anagrafe regionale del bestiame e delle aziende di allevamento, consolidata con legge regionale n. 17/1993. Nella seconda metà degli anni '90 il Dipartimento agricoltura si è dotato di un sistema informatico via via più evoluto e completo che viene riconosciuto con legge regionale n. 17/2003: "Istituzione e gestione del sistema informativo agricolo regionale (SIAR) e dell'Anagrafe regionale delle aziende agricole valdostane". Occorre ancora dire che il Dipartimento agricoltura si è dotato di un ufficio di statistica strutturato nel 1997 che, tra le altre cose, annualmente comunica all'ISTAT i dati delle principali coltivazioni (indagini congiunturali). Infine è necessario considerare come vi siano dati che provengono da obblighi dichiarativi -quote latte, vino -, mentre altri possono solo esser stimati indirettamente - per esempio, tonnellate di fieno da ettari di prato -, secondo una valutazione di tipo parametrico e questi ultimi sono perlopiù fortemente legati ai fattori climatici. Mentre i dati dei censimenti ISTAT sono essenzialmente raccolti ogni 10 anni con metodologie proprie, a livello di singolo operatore, senza filtri - non si distingue fra agricoltore con azienda e hobbista con pezzettino di orto -, utilizzando anche l'interferenza statistica e in ultimo producono essenzialmente dati di "stock" - riferiti ad un momento -, i dati dell'Anagrafe regionale appena citata sono dati di flusso - quindi aggiornamento quotidiano -, prendono in considerazione solo realtà aziendali - con un livello di redditività -, in realtà per il bestiame si contano tutti i capi, abbiamo un'anagrafe molto efficiente e precisa, sono molto controllati e permettono analisi statistiche precise e confrontabili. Confrontare i dati del 1987 con quelli del 2007 quindi è da considerare operazione qualitativa (tendenze, andamenti...), non certo di tipo quantitativo. Questo premesso, si può rispondere alle domande cercando di interpretare i dati disponibili come segue.
Punto n. 1: "l'andamento della produzione foraggera e della mela nella nostra regione dal 1987 ad oggi, nonché i dati relativi alle corrispondenti superfici coltivate", quanto alla produzione foraggiera, risulta evidente che questa non può che essere stimata calcolando produzioni medie per tipologie di prati e per altitudine di questi, considerando dati medi in un'annata considerata "normale". Le stime della produzione lorda foraggicola nell'ordinarietà produttiva delle aziende valdostane correntemente in uso presso gli uffici dell'Assessorato dell'agricoltura sono riportate in una tabella, che all'occorrenza può essere fornita, che distingue le superfici fino a 800 metri sul livello del mare, le superfici fra 801 e 1.200 metri, le superfici oltre i 1.200 metri, con delle produzioni di tipo parametrico riferite alle superfici. La tabella che invece riguarda i dati elaborati prendendo in considerazione i dati complessivi attualmente disponibili (2.700) negli archivi dell'Ufficio sistema azienda agricola prevede prato irriguo fino a 800 m. n. ettari 7.938 con una produzione ordinaria quintali di fieno ettaro 793.800; prato irriguo oltre gli 800 m. n. ettari 5.792 con 463.360; prato asciutto fino a 800 metri n. ettari 1.559 ettari per 59.237 quintali; prato asciutto oltre gli 800 metri 320, 11.236 quintali. La produzione totale ordinaria coltivando i prati sopra elencati ammonta, dunque, a circa 132.700 tonnellate. Confrontando i dati ISTAT 1990/2000 troviamo una diminuzione della superficie destinata a prato e a pascolo del 27%, sicuramente preoccupante, anche se in linea con il resto dell'Italia, ma suscettibile di alcune considerazioni. La superficie calcolata nel 1990 era di origine catastale - qualità colturali - come quella del 2000, ma gli agricoltori, obbligati dal Sistema azienda agricola a dichiarare le particelle effettivamente coltivate, nel 2000 hanno sicuramente posto un'attenzione diversa nella compilazione dei moduli del censimento - come aiuto disponevano delle dichiarazioni fatte all'Anagrafe regionale -, da lì si è avuta una corrispondenza con i dati reali e non riferiti alle particelle come precedentemente fatto come riferimento. Si può senz'altro affermare che esiste un "trend" negativo quanto a superfici coltivate a prato, stimabile nell'ordine del 30% nel ventennio considerato dagli interpellanti, la maggior parte degli abbandoni è avvenuta in zone marginali o difficilmente meccanizzabili, oltre a quelle sottratte per altri usi: abitativi, strade, con destinazioni urbanistiche di tipo diverso. Occorre infine considerare che la produzione ordinaria soprariportata vale per la realtà attuale, molto più produttiva rispetto a 20 anni or sono a causa della meccanizzazione, miglioramenti fondiari, notevolissimo aumento delle superfici irrigate "a pioggia", bonifiche. Si potrebbe concludere che la flessione complessiva nella produzione di foraggio - intendendo per questo il solo fieno, escludendo quindi quella utilizzata come pascolo - dovrebbe essere dell'ordine del 10-15%. Per quanto riguarda la produzione di mele, il primo dato strutturato è del 1997, dato stimato a cura dell'Ufficio statistico del Dipartimento agricoltura nell'ambito delle indagini congiunturali ISTAT. Risultano: 434 ettari coltivati a melo per una produzione di 2.200 tonnellate nel 1997; 420 ha e 3.200 tonnellate nel 2000 e 420 ha con 3.500 tonnellate nel 2006. Da segnalare una sostanziale tenuta delle superfici coltivate e un significativo aumento delle rese ad ettaro - da 50 a 85 q/ha - dovuto alla sostituzione dei prati arborati con frutteti specializzati.
Punto n. 2: "la consistenza del bestiame (mucche, tori, vitelli, capre e pecore), dal 1987 ad oggi, di proprietà degli allevatori valdostani, nonché l'andamento della produzione lattiero-casearia nello stesso periodo", si tratta in realtà di 2 domande distinte. Per la consistenza del bestiame, al fine di offrire dati comparabili, abbiamo anche qui una tabella, che potrò fornire successivamente, desunta dagli archivi dell'Anagrafe regionale del bestiame. In sostanza si avevano nel 1989 38.242 bovini, nel 2007 35.434, poi vi sono tutti i dati intermedi; per gli ovicaprini 878 e 1.747 sempre nel 1989, 4.962 e 2.803 nel 2007 (qui c'è stata un'evoluzione in aumento). Quanto al numero di allevamenti, si registra in controtendenza un costante calo dai 3.036 del 1987 agli attuali 1.771. In sintesi si nota un decremento nel numero di ovini, un incremento dei caprini, una sostanziale tenuta dei bovini fino al 2003 e una riduzione di 3.000 unità negli ultimi 4 anni. Importante da sottolineare che la consistenza media degli allevamenti è praticamente raddoppiata nel periodo considerato. Dalle tabelle che fornirò si avranno tutti questi dati. Andamento della produzione lattiero-casearia: la produzione lattiera è soggetta a dichiarazione obbligatoria nell'ambito della gestione comunitaria delle quote latte. Si riportano pertanto i dati relativi a quella gestione sempre in una tabella che fornirò, comunque nel 1998-1999, l'arco temporale che è stato possibile esaminare, abbiamo un totale di 48.763.240 in questo biennio, 2006-2007 45.756.053.
Punto n. 3: "quali siano i dati di attività della Cofruits di Saint-Pierre e della Cooperativa produttori latte e fontina nello stesso periodo, nonché quelli della Centrale del latte dal 1987 alla chiusura", attività della "Cofruits"... qui abbiamo una produzione nel 1997 di 1.558, nel 2006 di 1.152, mentre la Cooperativa produttori latte e fontina nel 1997 tonnellate 2.616 e 2.274 nel 2006. Per quanto riguarda la "Centrale laitière", i dati disponibili sono riportati in una tabella che nel 1987 era di 35.297 quintali, per finire nel 1998 con 40.232.
Punto n. 4: "quali siano le cause dell'eventuale diminuzione delle superfici coltivate, della consistenza delle produzioni e dei capi di bestiame, nonché delle attività di cernita, conservazione e trasformazione da parte della Cofruits e della Cooperativa produttori latte e fontina", la diminuzione delle superfici coltivate è un dato fisiologico dell'agricoltura in generale e deve tener conto delle osservazioni fatte sopra: da un lato, erosione di terre agricole per altri scopi, l'aggiustamento dei dati, l'abbandono delle aree più difficili dal punto di vista della coltivazione. Per quanto riguarda la consistenza dei capi di bestiame e delle relative produzioni, possiamo concludere che siamo in lieve contrazione come dato regionale, in sostanziale tenuta se rapportato al dato nazionale. Per le attività di gestione delle aziende citate non si dispone di dati facendo queste capo a scelte interne.
Naturalmente mi scuso per non essere stato sufficientemente esaustivo per quanto riguarda tutta la relazione, vista la disponibilità del tempo e l'ampiezza dell'argomento, pertanto mi riservo di fornire le tabelle e altri elementi se necessari.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (PD) - Sono abbastanza soddisfatto della risposta dell'Assessore, anche se devo dire che di tempo ne avete avuto, perché la prima interrogazione in materia era di fine settembre, comunque: 6 per lo sforzo. I dati che emergono sono molto interessanti per fare un'analisi seria, una "mise au point" dell'attuale situazione dell'agricoltura valdostana e diciamo che è preoccupante almeno in alcuni settori. Non ho trattato il vino perché so che lì i risultati sono positivi, sono andato a vedere gli altri settori e diciamo che qui c'è una situazione preoccupante e in alcuni settori molto preoccupante. Innanzitutto la questione foraggiera, ossia non possiamo pensare ad un'agricoltura che si sviluppi e soprattutto mantenga alto l'allevamento, che è una caratteristica centrale della nostra agricoltura, se poi la parte foraggiera comincia a dare segni di riduzione: questo significa "aprire le porte" a tutto quanto può essere importazione di foraggi quando va bene e di mangimi quando va meno bene e la perdita del 30% in 15 anni la trovo abbastanza grave. Non credo che l'esproprio di qualche metro quadro di strada abbia... è che probabilmente le politiche portate avanti in questi anni non sono state coronate dal successo che forse ci si aspettava.
Quando poi si arriva alla questione della produzione e della trasformazione, di quella che è la filiera parte della foraggiera e dei bovini... quindi si arriva al latte... si vede come l'attività della Cooperativa latte e fontina in 10 anni, malgrado non vi sia più la Centrale del latte, è diminuita quasi del 20%; quindi abbiamo questo sistema che lentamente sta implodendo. Diminuiscono le foraggiere, diminuiscono le mucche perché perdono parecchi capi: 3.000 capi solo negli ultimi 3 anni, diminuisce la produzione della Cooperativa latte e fontina, non c'è più quella della Centrale del latte e di qui vi è una situazione preoccupante, non è un caso che una serie di privati comincino ad andare per i fatti loro, perché ormai il sistema così come ha funzionato per tanti anni oggi dà segni di stanchezza, forse ci sarebbe da farsi qualche domanda proprio in occasione del 50° così tanto sbandierato.
Per quanto riguarda l'allevamento, abbiamo dei dati che sono ancora più preoccupanti, perché si vede come gli allevatori non solo siano notevolmente diminuiti, meno male che hanno raddoppiato la consistenza per ciascuno, altrimenti sarebbe grave, ma sono diminuite anche le bovine a disposizione, siamo a poco più di 35.000. Se a fronte di questo scopriamo che l'unico dato che è in aumento sono le capre, vuol dire che vi è un'implosione del sistema, nel senso che la capra viene utilizzata perché può essere allevata in territori marginali o in cui non esista una gestione attiva del terreno, non c'è bisogno del pascolo mantenuto irrigato... bastano terreni anche molto marginali: questo vuol dire che questo è un rifugio dove vanno gli allevatori, proprio perché manca il terreno funzionale per l'allevamento bovino.
Esiste poi il dato delle mele: qui siamo messi ancora peggio, qui la preoccupazione diventa alta, perché le superfici sono stabili - da 434 a 420 - e qui va bene; vi è un aumento della produzione - per fortuna, c'è più specializzazione, siamo passati da 2.200 tonnellate a 3.500 tonnellate -, ma nel frattempo la "Cofruits", che costa un sacco di soldi perché ha delle strutture enormi, ha ridotto la propria percentuale di trasformazione da 1.600 tonnellate a 1.100, quindi oggi la "Cofruits" non arriva neanche a trasformare 1/3 della produzione. Vuol dire che ha fallito nel suo ruolo, lo si vede da quanto dà a chi consegna i prodotti alla "Cofruits", siamo a livelli di pochi centesimi al chilogrammo! È chiaro che la gente non va più lì e si va per "rigagnoli" personali, che sono una soluzione temporanea, ma che sul lungo periodo non può dare nessun tipo di soluzione e di reddito: questo è un campanello di allarme particolarmente preoccupante! Mettendo insieme questi dati: i dati della foraggiera, i dati della mela, i dati della consistenza bovina... credo che si debbano fare delle considerazioni di grande attenzione. Quando si parte, come si farà il prossimo Consiglio, mettendo nel bilancio un enorme Piano di sviluppo rurale, benissimo, siamo contenti, ma ci rendiamo conto che sugli agricoltori oggi pesano delle strutture inefficienti e la "Cofruits" in particolare - lo dimostrano i dati che lei ci ha portato - è inefficiente perché è stata costruita per quando si trasformavano 4.000 tonnellate e i costi di struttura previsti per 4.000 tonnellate vengono scaricati su 1.000 tonnellate, per cui ogni frutticoltore si trova a pagare il prezzo di strutture che non sono più adeguate! Vogliamo prendere in mano la situazione e cercare di capire che, se non si fanno degli interventi, non solo addio mela "renetta", ma anche mela "delizia"?