Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3099 del 8 novembre 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 3099/XII - Discussione e inizio votazione del disegno di legge: "Modificazioni alla legge regionale 31 dicembre 1999, n. 44 (Disciplina della professione di maestro di sci e delle scuole di sci in Valle d'Aosta. Abrogazione delle leggi regionali 1° dicembre 1986, n. 59, 6 settembre 1991, n. 58 e 16 dicembre 1992, n. 74)".

Articolo 1

(Modificazione all'articolo 2)

1. Al comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 31 dicembre 1999, n. 44 (Disciplina della professione di maestro di sci e delle scuole di sci in Valle d'Aosta. Abrogazione delle leggi regionali 1° dicembre 1986, n. 59, 6 settembre 1991, n. 58 e 16 dicembre 1992, n. 74), dopo le parole: "ed escursioni con gli sci;" sono inserite le seguenti: ", con risalita dei pendii anche mediante l'uso di pelli di foca o racchette da neve;".

Articolo 2

(Modificazioni all'articolo 4)

1. La lettera c) del comma 1 dell'articolo 4 della l.r. 44/1999 è sostituita dalla seguente:

"c) allenatore tecnico nazionale formato dalla FISI.".

2. La lettera d) del comma 1 dell'articolo 4 della l.r. 44/1999 è abrogata.

3. Il comma 2 dell'articolo 4 della l.r. 44/1999 è sostituito dal seguente:

"2. Le qualificazioni di cui al comma 1, lettere a) e c), si conseguono a seguito della frequenza di corsi teorici e pratici e del superamento di appositi esami organizzati dalla FISI.".

4. Il comma 3 dell'articolo 4 della l.r. 44/1999 è sostituito dal seguente:

"3. La qualificazione di cui al comma 1, lettera b), si consegue a seguito della frequenza di corsi teorici e pratici e del superamento di appositi esami, organizzati dall'AVMS, previa intesa con la struttura regionale competente.".

5. Dopo la lettera d) del comma 4 dell'articolo 4 della l.r. 44/1999, è aggiunta la seguente:

"dbis) direttore di scuola di sci.".

Articolo 3

(Modificazioni all'articolo 8)

1. Il comma 3 dell'articolo 8 della l.r. 44/1999 è sostituito dal seguente:

"3. Sono ammessi a partecipare ai test tecnico-attitudinali, ai corsi di formazione e ai successivi esami coloro che:

a) hanno compiuto la maggiore età;

b) risultano in possesso dei requisiti morali di cui all'articolo 11, comma 1, lettera e);

c) sono in possesso del diploma di licenza di scuola secondaria di primo grado o hanno assolto all'obbligo scolastico o, se provenienti da Stati esteri, sono in possesso di un titolo di studio riconosciuto o dichiarato equipollente dalle competenti autorità statali.".

2. La lettera c) del comma 4 dell'articolo 8 della l.r. 44/1999 è sostituita dalla seguente:

"c) una sezione teorico-culturale, comprendente le materie di insegnamento fondamentali individuate con deliberazione della Giunta regionale, su proposta dell'AVMS, in armonia con quanto previsto dall'articolo 7 della legge 8 marzo 1991, n. 81 (Legge-quadro per la professione di maestro di sci e ulteriori disposizioni in materia di ordinamento della professione di guida alpina). È ammesso il riconoscimento di crediti formativi secondo le modalità di cui all'articolo 19 della legge regionale 31 marzo 2003, n. 7 (Disposizioni in materia di politiche regionali del lavoro, di formazione professionale e di riorganizzazione dei servizi per l'impiego);".

3. La lettera e) del comma 4 dell'articolo 8 della l.r. 44/1999 è abrogata.

4. Dopo il comma 6 dell'articolo 8 della l.r. 44/1999, è aggiunto il seguente:

"6bis. A seguito del conseguimento dell'abilitazione tecnica, i maestri di sci o di snowboard sono tenuti, ai fini dell'iscrizione alla sezione ordinaria dell'albo, a svolgere presso una scuola di sci o di snowboard autorizzata ai sensi dell'articolo 19 e sotto la vigilanza del direttore della scuola, un periodo di pratica professionale regolarmente retribuita, da effettuarsi nell'arco di una medesima stagione invernale, della durata di almeno venti giornate per i maestri di sci alpino e di snowboard e di almeno sette giornate per i maestri di sci nordico. In tale periodo, e comunque fino all'avvenuto completamento della pratica professionale, i maestri interessati sono iscritti, a cura dell'AVMS, in apposita sezione speciale dell'albo, previa verifica del possesso dei requisiti di cui all'articolo 11. L'AVMS e le scuole di sci autorizzate assicurano lo svolgimento della pratica professionale mediante la stipulazione di accordi.".

5. Dopo il comma 6bis dell'articolo 8 della l.r. 44/1999, aggiunto dal comma 4, è aggiunto il seguente:

"6ter. Salvo quanto disposto dal comma 6quater, i maestri di sci iscritti alla sezione speciale dell'albo sono equiparati, agli effetti della presente legge, ai maestri iscritti alla sezione ordinaria del medesimo albo.".

6. Dopo il comma 6ter dell'articolo 8 della l.r. 44/1999, aggiunto dal comma 5, è aggiunto il seguente:

"6quater. I maestri di sci iscritti alla sezione speciale dell'albo possono svolgere l'attività di insegnamento nelle sole forme della pratica professionale di cui al comma 6bis e non possono conseguire le qualifiche e specializzazioni di cui all'articolo 4.".

Articolo 4

(Modificazioni all'articolo 9)

1. Il comma 1 dell'articolo 9 della l.r. 44/1999 è sostituito dal seguente:

"1. L'AVMS indice e organizza, per conto e previa intesa con la struttura regionale competente, i corsi di aggiornamento per i maestri di sci di discipline alpine, di discipline nordiche e di snowboard, nonché delle relative qualificazioni e specializzazioni, durante i quali sono fornite le nozioni necessarie ad adeguare l'insegnamento dello sport ai progressi della tecnica. L'AVMS, con proprio regolamento, definisce la cadenza, la durata e le modalità di svolgimento dei corsi di aggiornamento, in relazione alle esigenze tecniche e professionali.".

2. Al comma 2 dell'articolo 9 della l.r. 44/1999, le parole: ", una volta ogni due anni," sono soppresse.

3. Il comma 3 dell'articolo 9 della l.r. 44/1999 è sostituito dal seguente:

"3. Nel caso di impossibilità di frequentare, per motivi di salute o per causa di forza maggiore regolarmente documentati, i corsi di aggiornamento alle scadenze fissate dall'AVMS, il Presidente dell'AVMS rilascia all'interessato l'autorizzazione e l'iscrizione all'albo, fatto salvo l'obbligo di frequentare il primo corso di aggiornamento immediatamente successivo al venir meno dell'impedimento.".

Articolo 5

(Modificazioni all'articolo 10)

1. Dopo il comma 1 dell'articolo 10 della l.r. 44/1999, è inserito il seguente:

"1bis. L'albo è suddiviso nelle seguenti sezioni:

a) ordinaria, in cui sono iscritti i maestri di sci di discipline alpine, i maestri di sci di discipline nordiche e i maestri di snowboard che esercitano stabilmente la professione in Valle d'Aosta;

b) speciale, in cui sono iscritti i maestri di cui all'articolo 8, comma 6bis;

c) separata, in cui sono iscritti i maestri di cui all'articolo 13, comma 1, ultimo periodo.".

Articolo 6

(Modificazioni all'articolo 11)

1. La lettera c) del comma 1 dell'articolo 11 della l.r. 44/1999 è sostituita dalla seguente:

"c) essere in possesso del diploma di licenza di scuola secondaria di primo grado o aver assolto all'obbligo scolastico o, se provenienti da Stati esteri, essere in possesso di un titolo di studio riconosciuto o dichiarato equipollente dalle competenti autorità italiane;".

2. Alla lettera e) del comma 1 dell'articolo 11 della l.r. 44/1999, le parole: "salvo il caso di aver ottenuto la riabilitazione" sono sostituite dalle seguenti: "salvo che il reato sia estinto o sia intervenuta la riabilitazione".

Articolo 7

(Sostituzione dell'articolo 16)

1. L'articolo 16 della l.r. 44/1999 è sostituito dal seguente:

"Articolo 16

(Modalità di svolgimento dell'attività)

1. Fatto salvo quanto stabilito dall'articolo 8, comma 6bis, i maestri di sci di discipline alpine, di discipline nordiche e di snowboard possono svolgere la propria attività professionale nell'ambito di una scuola di sci autorizzata o in forma individuale.

2. Ai maestri di sci iscritti nella sezione ordinaria dell'albo professionale regionale è consentito l'esercizio della libera professione al di fuori delle scuole di sci, a condizione che le prestazioni professionali non siano offerte nel quadro di un'attività, anche occasionale, organizzata con altri maestri di sci.".

Articolo 8

(Modificazioni all'articolo 19)

1. Il secondo periodo del comma 1 dell'articolo 19 della l.r. 44/1999 è sostituito dal seguente: "L'autorizzazione scade il 31 maggio di ogni anno per le scuole operanti nella sola stagione invernale e il 30 novembre di ogni anno per le scuole estive.".

2. La lettera a) del comma 2 dell'articolo 19 della l.r. 44/1999 è sostituita dalla seguente:

"a) la scuola abbia un organico di maestri effettivi, con ciò intendendosi quelli che assumono l'impegno ad esercitare con continuità e in forma esclusiva la professione nell'ambito della scuola medesima, in regola con l'iscrizione all'albo, il cui numero minimo, fra maestri di discipline alpine, di discipline nordiche e di snowboard, è stabilito sulla base dei parametri indicati nell'allegato A;".

3. La lettera abis) del comma 2 dell'articolo 19 della l.r. 44/1999 è sostituita dalla seguente:

"abis) salvi i casi di nuova apertura, ciascuno dei maestri costituenti l'organico effettivo minimo della scuola abbia impartito, per conto della stessa scuola, un numero di ore di lezioni, durante la stagione precedente, non inferiore a centocinquanta, per i maestri di discipline alpine e di snowboard, e non inferiore a cinquanta, per i maestri di discipline nordiche. L'autorizzazione può essere eccezionalmente rilasciata anche in difetto del predetto requisito, qualora siano accertati gravi e oggettivi motivi, riconosciuti con provvedimento del dirigente della struttura regionale competente;".

4. La lettera b) del comma 2 dell'articolo 19 della l.r. 44/1999 è sostituita dalla seguente:

"b) la scuola sia in grado di funzionare senza soluzione di continuità per tutta la stagione invernale o estiva garantendo la presenza continuativa del numero minimo di maestri di sci effettivi previsto per la località e abbia la disponibilità di una sede adeguata al numero di maestri e alle esigenze del servizio offerto alla clientela, ubicata nella medesima località, in locali autonomi destinati in modo esclusivo all'attività di scuola di sci o, comunque, in locali ad uso promiscuo destinati a servizi di interesse pubblico. In caso di notevole distanza tra la sede della scuola e i punti di partenza dei diversi impianti di risalita, è consentito istituire sedi separate di una stessa scuola;".

5. Alla lettera e) del comma 2 dell'articolo 19 della l.r. 44/1999, le parole: " la direzione della scuola sia affidata ad un maestro che disponga della qualifica di direttore" sono sostituite dalle seguenti: "la direzione della scuola sia affidata, preferibilmente, ad un maestro che abbia conseguito la specializzazione di direttore di scuola di sci".

Articolo 9

(Modificazioni all'articolo 20)

1. Al comma 1 dell'articolo 20 della l.r. 44/1999, dopo le parole: "alla struttura regionale competente in materia di turismo" sono inserite le seguenti: "entro il 30 settembre di ogni anno per le scuole operanti nella sola stagione invernale ed entro il 31 marzo di ogni anno per le scuole estive".

2. Al comma 3 dell'articolo 20 della l.r. 44/1999, le parole: "dalla data di presentazione della relativa domanda" sono sostituite dalle seguenti: "dalla scadenza dei termini di cui al comma 1".

Articolo 10

(Modificazione all'articolo 24)

1. Al comma 1 dell'articolo 24 della l.r. 44/1999, la parola: "annualmente" è sostituita dalle seguenti: "ogni due anni".

Articolo 11

(Modificazioni all'articolo 25)

1. Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 25 della l.r. 44/1999, le parole: "senza essere iscritto all'albo," sono sostituite dalle seguenti: "senza essere iscritto alla sezione ordinaria dell'albo".

2. La lettera e) del comma 1 dell'articolo 25 della l.r. 44/1999 è sostituita dalla seguente:

"e) l'esercizio di una scuola di sci in difetto della condizione di cui all'articolo 19, comma 2, lettera a), comporta la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da euro 1.000 a euro 3.000;".

Articolo 12

(Modificazioni all'articolo 28)

1. Alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 28 della l.r. 44/1999, le parole: "nonché per allenatori nazionali e regionali" sono sostituite dalle seguenti: "nonché per allenatore tecnico nazionale".

2. Al comma 4 dell'articolo 28 della l.r. 44/1999, dopo le parole: "per incentivare la ristrutturazione" sono inserite le seguenti: ", ed eventuali ampliamenti derivanti esclusivamente da adeguamenti normativi o funzionali al miglioramento del servizio,".

Articolo 13

(Modificazione all'articolo 30)

1. I commi 4 e 5 dell'articolo 30 della l.r. 44/1999 sono abrogati.

Articolo 14

(Sostituzione dell'allegato A)

1. L'allegato A della l.r. 44/1999 è sostituito dall'allegato A al presente disegno di legge.

2. I requisiti numerici di cui all'allegato A, come sostituito dal comma 1, non si applicano, ai fini delle successive autorizzazioni annuali, alle scuole di sci già autorizzate per la stagione 2006/2007 alle quali continuano ad applicarsi i requisiti numerici vigenti antecedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge.

Articolo 15

(Dichiarazione d'urgenza)

1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.

Allegato A

(Omissis)

Président - La parole au rapporteur, la Conseillère Viérin Adriana.

Viérin A. (UV) - Aujourd'hui nous allons enfin examiner le projet de loi n° 181, qui porte modifications de la loi n° 44/1999 concernant l'exercice de la profession du moniteur de ski et des écoles de ski en Vallée d'Aoste. Ces modifications interviennent sur requête explicite de l'Association valdôtaine des moniteurs de ski avec le but principal de répondre convenablement aux nouvelles exigences techniques et professionnelles de la profession.

A l'article 1er on précise que les moniteurs peuvent, sans que cela comporte un emploi de techniques et d'équipements propres aux guides de haute montagne, utiliser des peaux de phoque ou des raquettes de neige pendant leurs excursions. L'article 2 porte modifications aux qualifications et spécialisations des moniteurs, à savoir on supprime l'hypothèse - par ailleurs jamais réalisée - de former des entraîneurs régionaux et, pour ce qui est des directeurs des écoles de ski, on parlera désormais de spécialisation et non de qualification. L'article 3 concerne d'un côté une mise à jour des qualités requises et des titres d'étude que les moniteurs doivent avoir afin d'être admis aux tests, aux cours de formation et aux examens conséquents. La définition des matières et des arguments qui seront développés au cours de la partie théorique et culturelle des cours de formation fera l'objet d'un acte administratif successif. Avec les alinéas 6bis et 6ter on introduit la pratique professionnelle que les moniteurs doivent exercer après avoir obtenu l'habilitation - 20 journées - afin d'augmenter leur compétence à côté des collègues plus expérimentés. L'Association valdôtaine des moniteurs de ski et les écoles de ski auront le devoir d'assurer au nouveau moniteur une insertion convenable dans la pratique professionnelle, l'alinéa ter dispose l'assimilation des nouveaux moniteurs dans la section ordinaire du tableau. L'article 4 porte modifications à l'article 9 de la loi n° 44, il défère à l'AVMS la tâche de prévoir un règlement qui définisse durée, modalités et périodicité des cours de perfectionnement. Il précise également que, si un moniteur ne peut pas participer aux cours de recyclage pour des raisons valables, pourra obtenir l'autorisation pour l'inscription au tableau à condition qu'il fréquente obligatoirement les cours de recyclage immédiatement successifs. L'article 5 va définir quelles sont les sections du tableau des moniteurs de ski. L'article 6 prévoit une mise à jour des titres d'étude que les moniteurs doivent avoir pour l'inscription au tableau, ainsi que les qualités morales requises. L'article 7 va mieux définir ce qui était par ailleurs déjà prévu par l'article 16 de la loi n° 44, je précise ici que les nouvelles dispositions sont exactement les mêmes votées par la Province autonome du Sud-Tyrol en 2001. L'article 8 fixe de nouvelles échéances quant à la validité des autorisations à l'ouverture des écoles de ski, de plus il définit les nouvelles conditions pour l'ouverture d'une école de ski et précise quel est le nombre minimal des moniteurs nécessaires d'après les paramètres fixés par le tableau à l'annexe A. Au même article on défini quelles sont les qualités requises afin que l'on puisse définir adéquat le siège d'une école de ski et précise que dans le cas d'une utilisation mixte est admis le partage des locaux qui ont déjà une destination de service public. L'article 9 insère des échéances précises quant à la présentation des demandes d'autorisation pour l'ouverture des écoles de ski. L'article 10 prévoit que l'inspecteur régional, auquel il est confié le contrôle sur la régularité de l'exercice de la profession de moniteur de ski, soit nommé chaque 2 ans. L'article 11 comporte une mise à jour des sanctions compte tenu des modifications apportées par ce projet de loi. Avec l'article 12 on va élargir la notion de restructuration en précisant que pourront bénéficier des interventions financières prévues par la loi également les agrandissements qui se révèlent nécessaires pour la mise à jour normative ou fonctionnelle des locaux. L'article 13 va abroger les alinéas 4 et 5 de l'article 30 de la loi n° 44. L'article 14 remplace l'annexe A de la loi n° 44 par l'annexe du projet de loi en discussion et précise que les qualités numériques requises ne s'appliquent pas pour les successives autorisations annuelles aux écoles de ski déjà autorisées au cours de la saison hivernale 2006-2007. L'article 15 enfin prévoit la déclaration d'urgence, qui devient encore plus urgente aujourd'hui.

Il s'agit donc pour la plus grande partie de modifications vraiment techniques et qui n'entraînent pas les conséquences terribles que l'on veut nous faire croire, mais évidemment les médias ont d'autres exigences et la minorité au Conseil également. Il est donc nécessaire de faire quelques petites réflexions, qui vont un peu au-delà de la simple énumération des articles de la loi. Il faut analyser d'abord ce qui s'est passé lors du passage de la loi en IVe Commission. Le rapport que la Société Coopérative "Sport Turismo" nous a présenté en Commission est non seulement très long et articulé, riche en suggestions et analyses, mais surtout dénonce une fracture entre les membres de la Coopérative et l'Association des moniteurs de ski, une incapacité totale de communication et de confrontation. La lecture de cette masse inhabituelle de données et des déclarations qui se transforme en un véritable cahier des doléances, qui nous présente l'Association comme un monstre arrogant, amoral, malhonnête, dépourvu de sens éthique et de savoir-faire, où les conflits d'intérêt sont à l'ordre du jour, où l'inspecteur abuse de son rôle en poursuivant et en menaçant les associés... la lecture de ce dossier laisse paraître une grande rancune et présente le cadre d'une Association gérée par des bandits qui regroupent 1.500 moniteurs, incapables de réagir et de lever la tête, subissant sans réactions toutes les décisions prises, je cite: "Maestri che subiscono i controlli dell'ispettore, minacciati di richiami disciplinari, di sanzioni e perfino di radiazioni. Quanti diritti che si spengono nel silenzioso subire dei maestri. Quante ingiustizie soffocate fra le mura delle scuole, paure anche solo di esprimere idee sgradite dalla dirigenza", mais étonnement un plus loin les mêmes signataires du rapport nous rappellent: "... i maestri di sci sono dei fiori all'occhiello delle nostre tradizioni alpine. Una categoria di veri professionisti competenti e in gran parte apprezzati. Una delle immagini forti della tradizione sportiva della Valle d'Aosta, una categoria che indubbiamente contribuisce da sempre ad attirare i turisti". Alors des 2 choses l'une: ou bien les moniteurs représentent une masse de demeurés incapables de réagir face à l'autoritarisme le plus farouche ou bien ils sont le fleuron du tourisme valdôtain et des professionnels compétentes et appréciés. Permettez-moi de croire à la deuxième version, non seulement parce que les moniteurs de ski que j'ai le plaisir de connaître me paraissent tous doués d'une capacité certaine de discernement et une attitude critique qui leur permet de se confronter sans aucun problème avec leurs associations et leurs respectives écoles de ski. J'ai entre autres eu la chance de participer à la dernière Assemblée des moniteurs de ski, Assemblée qui a connu une très ample participation et où le climat m'a paru tout à fait serein et constructif.

Nous devons donc, chers collègues, nous poser des questions... ou les questions que chaque législateur devrait se poser quand il va élaborer une nouvelle loi ou s'apprête à revoir une norme existante: premièrement, est-on en train de répondre aux exigences de la ou des catégories concernées? Deux: la norme est-elle partagée par la grande majorité des sujets concernés? Trois: la loi répond-t-elle correctement aux actions politiques que nous voulons développer dans le secteur, au sens plus large du terme, de référence? Quatre: y a-t-il eu un travail préparatoire correct, une confrontation sérieuse entre les sujets concernés et les administrateurs, que ce soient les fonctionnaires comme les organes politiques chargés du dossier? A toutes ces questions les réponses ne peuvent qu'être affirmatives. Les auditions en IVe Commission vont d'ailleurs dans le même sens, sauf une. Je ne veux pas sous-évaluer le désagrément exprimé par les 3 moniteurs que nous avons rencontrés et qui devraient représenter peut-être 15 moniteurs, mais 15 moniteurs sur 1.247 actifs. Le Président de l'Association des moniteurs nous a confirmé que la norme a été présentée à l'Assemblée de l'Association et approuvée à l'unanimité par le Conseil de direction, Conseil qui regroupe les représentants des toutes les disciplines, tous les directeurs des écoles de ski et un représentant des moniteurs qui exercent la profession libérale. Le même Président nous a informé que la rédaction de la norme a été le fruit d'un travail synergique avec le bureau compétent de l'Assessorat du tourisme. Il nous a également renseignés quant au fait que d'autres Régions de l'arc alpin regardent avec un vif intérêt ce qui se passe en Vallée d'Aoste et que nous représentons, au moins dans ce secteur, un modèle à suivre, un modèle constitué par 22 écoles de ski, qui regroupent 849 moniteurs et qui représentent un point de référence d'excellence du tourisme hivernal de notre Région. De plus, nos touristes ont toujours démonté une véritable appréciation quant aux moniteurs de ski, qui jouissent d'une cote de popularité très élevée, compte tenu également d'un sondage effectué récemment au niveau de l'Etat italien. Des moniteurs qui, afin de répondre convenablement aux nouvelles exigences de la clientèle, se prêtent volontiers à suivre des cours de formation organisés par leurs associations qui vont des cours linguistiques aux cours destinés à l'apprentissage de la pratique de ski de la part des personnes handicapées, qui a eu lieu ces derniers jours entre autres.

Cela dit, il faut avoir par contre le courage de parler des statuts des différentes écoles de ski, statuts très probablement désuets et qui ne savent plus répondre d'une façon adéquate aux exigences des moniteurs, statuts qui représentent, à mon avis, l'anneau faible qui déclenche le malaise et le vrai problème, mais là il s'agit d'un problème qui concerne les écoles de ski au premier degré, ainsi que l'Association valdôtaine des moniteurs de ski et les moniteurs. Nous n'avons pas le droit ici, dans cette salle, de nous occuper du règlement interne d'organisations qui jouissent d'autonomie de gestion propre. A eux d'en débattre et de trouver les solutions les meilleures avec la participation de tous les moniteurs, surtout ceux qui dénoncent les discriminations et qui demandent des changements importants. Je veux croire que les moniteurs sauront trouver la force et la détermination pour affronter ce passage délicat et important, afin de rétablir un climat de sérénité et de partage au sein des écoles de ski et de l'Association au profit de toute la catégorie et du secteur touristique dans sa globalité. Ce n'est pas avec les polémiques, avec les accusations et le manque de dialogue, que dans ce secteurs, comme dans tous les autres par ailleurs... nous parviendrons à donner des réponses adéquates à notre Communauté. A ce propos je dois avouer que je regrette vivement l'attitude du Conseiller Secrétaire Venturella et du Vice-président Tibaldi. Ils ont participé aux travaux de la IVe Commission, là le Conseiller Venturella a d'ailleurs sollicité et obtenu l'audition de la Coopérative "Sport Turismo", mais il a attendu la dernière minute afin de présenter les amendements, anticipés la veille du dernier Conseil par un communiqué de presse. Sincèrement j'aurais personnellement préféré une discussion préalable au sein de la Commission, où par contre les Conseillers présents se sont bornés à poser uniquement des questions. Très, très souvent une confrontation, parfois même serrée, et un travail sérieux lors des séances de Commission nous ont permis d'obtenir de grands résultats et vous pouvez me le confirmer; cette fois n'a pas été le cas et je le regrette vivement. Est-ce que la fièvre électorale commence déjà à se déclarer? Il est peut-être un peu tôt, vous ne croyez pas? Merci pour votre attention.

Président - La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Pastoret.

Pastoret (UV) - Je remercie le collègue rapporteur, les collègues de la Commission qui s'est occupée de ce projet de loi, ainsi que tous ceux qui à différent titre se sont occupés de ses contenus, qui ont fait parvenir des observations et même des critiques, tout est important lorsqu'on discute de quelque chose. Dans ce cas il s'agit d'un projet de loi simple, qui se limite à faire une mise à jour de la loi n° 44/1999, 14 articles au total, qui introduisent 32 modifications au texte en vigueur. Des modifications, comme vous le savez, qui ne changent pas la structure de l'actuelle loi n° 44, mais qui par contre contribuent à éclaircir certains points pouvant être controverses ou d'en remettre à jour d'autres. Il est vrai, il ne faut pas se cacher et nous avons pu le constater au cours des semaines passées qu'il y a quelques aspects de cette modification de loi qui a des jugements controverses. Cela d'ailleurs a été confirmé et même de manière forte par la présentation d'ultérieurs amendements au texte en examen et à l'ensemble de la loi n° 44/1999, cela a été fait au cours de la journée d'hier, cela nous dit qu'il y a un intérêt pas banal autour de cette loi. Nous aurons l'occasion donc d'entendre les différentes opinions sur ce thème, j'aurai manière par la suite de répondre aux questions qui seront posées au cours du débat, dans une intervention successive à la fin du débat que cette Assemblée voudra bien développer. Cela dit, j'ai terminé mon intervention et encore je vous fais parvenir les remerciements pour vous être occupés de cette loi dans les différentes occasions où cela vous a été demandé.

Président - La parole au Conseiller Ottoz.

Ottoz (GM) - Non so se tutti i Consiglieri siano così preparati come i colleghi della IV Commissione per giudicare questa legge sia perché non tutti si occupano di sci e di sport, sia perché per un misterioso motivo tale provvedimento non è passato in V Commissione. Ci "riempiamo la bocca" di sport, di preparazione sportiva, la funzione sportiva, aiuto allo sport, ma nella Commissione che si occupa di sport questa legge non è passata, pur essendo giustamente consuetudine di tale Consiglio di far passare le leggi in più Commissioni, ancorché con un primo relatore, quando esse toccano argomenti che "attraversano" settori affidati a diverse Commissioni nel lavoro di preparazione dei testi che vanno in aula. È pur vero che si può partecipare liberamente alle Commissioni delle quali non si fa parte, è pur vero che vi sono una serie di accavallamenti di cose che rendono difficile questo nel calendario del Consiglio.

Vorrei fare 2 considerazioni: una di metodo e una di merito generale, riservando le questioni di merito particolare ai singoli articoli. Sul percorso l'ho detto in una riunione dei Capigruppo, lo ripeto qui perché non è mio costume parlare in un modo in un posto e in un altro in un altro posto: non ho assolutamente gradito in tutta questa vicenda l'atteggiamento dell'Assessore Pastoret, il quale a conclusione del Consiglio precedente... durante il quale a nessun titolo e per nessuno motivo ho percepito... e poi sentendo i colleghi altri hanno percepito... una qualche volontà dilatoria o ostruzionistica per far sì che il Consiglio terminasse senza discutere tale disegno di legge, del quale fra l'altro non si vede l'urgenza, ma non è questo il problema: non sono i 15 giorni o il mese che spostano su tale tipo di materia... il quale ha fatto una dichiarazione dove sostanzialmente ha detto: "qui sono l'unico amico dei maestri di sci, gli altri 34 sono dei badola che hanno fatto in modo che questo disegno di legge non passasse oggi". Questo ha sollevato all'epoca, 15 giorni fa, una certa quantità di reazioni immediate, che poi non hanno effetti particolari salvo "guastare il clima", ma che andrebbero analizzate meglio, perché poi l'Assessore ha insistito, noi abbiamo sentito in televisione questo discorso - o, meglio, altri hanno sentito, io non l'ho sentito, quindi "relata refero" - e poi sono andato all'Assemblea dell'ASIVA dove l'ho sentito per la terza volta! Non vorrei invertire i tempi, ma di nuovo l'Assessore ha spiegato che, malgrado la sua decisione a mandare avanti questo provvedimento nei tempi più brevi possibili, il Consiglio non era sensibile a tale problema, i maestri di sci non li considera. Questo metodo è inaccettabile, perché è inutile spostare sempre la responsabilità di cose neanche esistenti nel caso sugli altri. Questa è la prima considerazione sul metodo.

Sul merito mi limito a dire che non condivido totalmente le cose che ha detto la collega Viérin, condivido quanto ha detto sull'importanza del ruolo dei maestri di sci in Valle, su cui si potrebbe dire anche di più, sono ancora più meritori per alcuni versi, ma non vedo le contraddizioni che lei ha citato perché mi sono sembrate artifici un po' sofistici. Non c'è una contraddizione nel dire, da una parte, che esistono situazioni di contrasto, o di "mobbing", o di ghettizzazione da parte delle scuole sui maestri liberi e, dall'altra, che i maestri sono il fiore all'occhiello. In realtà quelli che hanno fatto questa dichiarazione fanno la distinzione: i maestri in quanto categoria sono meritori, ma forse quelli delle scuole lo sono un po' di più, quindi dicono: "sì, viva i maestri, i maestri sono bravi, noi stessi siamo maestri, ma quelli delle scuole ci fanno trovare un po' lungo".

Chiudo le considerazioni sul metodo generale, perché poi vi sono una serie di aspetti legati agli articoli che potremo meglio vedere, dicendo che, non avendo potuto assistere alle audizioni, né chiederne... sono state audite le scuole e un'Associazione che è contestata proprio dalle scuole. In realtà su 1.500 maestri in Valle d'Aosta la domanda è: quanti di questi maestri sono iscritti a scuole? Rappresentano il 90%, l'85%, il 60%, il 50, il 40? Perché, da dati che mi ha dato appena adesso il collega Praduroux, Presidente della IV Commissione, i maestri non iscritti sarebbero la maggioranza, 700 sono iscritti, sono 1.450 i maestri dell'Associazione, qualcuno non esercita, pare che esercitino in 1.200. Intendo dire che questo gruppo di maestri che desiderano fare la loro attività professionale al di fuori di uno schema obbligato e che vogliono disegnarsi, purché sempre in modo legittimo, i loro schemi... questi maestri siano una parte più importante di quelli - pochi - di un'Associazione, fra l'altro contestata, che sono stati auditi dalla Commissione.

Qualche riflessione su questi punti quindi andrebbe fatta, dopodiché la legge può essere un'ottima legge, vi sono alcuni articoli da rivedere, è sicuramente criticabile la coincidenza fra l'Associazione e l'albo perché non si capisce quali conflitti di interessi possano crearsi tenuto conto del peso preponderante - lo vediamo nel testo - che hanno comunque, e forse a giusto titolo, le scuole, un tema che andrebbe approfondito e forse risolto. La coincidenza fra albi professionali, ordini professionali a seconda dei casi e associazioni di categoria non è un percorso comune nella democrazia, lo stesso Ordine dei giornalisti non è l'Associazione dei giornalisti, uno fa il sindacato e l'altro gestisce l'Ordine, in quel caso lì è un ordine, ma potrebbe essere un albo. Ritengo quindi che qualche riflessione che magari utilmente potrà essere affrontata, meglio discussa e, quando possibile, risolta si possa ancora fare.

Président - La parole au Vice-président Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Se abbiamo presentato 15 emendamenti a questo disegno di legge non è per spirito polemico, come ha affermato la relatrice, Adriana Viérin, ma forse perché, come ha detto l'Assessore Pastoret, vi è un interesse che non è banale intorno a questo argomento; il fatto che non sia banale lo dimostriamo cercando di dare un contributo positivo alla realizzazione di una modifica di una legge: la legge n. 44/1999, che già avversammo all'epoca perché conteneva delle stridenti contraddizioni. D'altronde in 8 anni di vigenza questa legge ha manifestato tutta una serie di suoi limiti, che sono poi sfociati in malumori, strappi, malcontenti, difficoltà assurte anche agli onori della cronaca, come recentemente abbiamo letto sui giornali. Tacciare questo fermento con la semplice definizione di polemica mi sembra presuntuoso e arrogante, di conseguenza sarebbe più opportuno approfondire le cause, i presupposti che hanno generato queste situazioni e cercare di dare delle risposte.

In IV Commissione abbiamo provato ad approfondire l'argomento, è vero quello che dice il Consigliere Ottoz: nel 1999 questa legge venne esaminata preventivamente dalla V Commissione, adesso la materia delle professioni turistiche di competenza della IV Commissione ha visto una nostra partecipazione propedeutica alla realizzazione di questa norma e in IV Commissione abbiamo audito "tutte le voci del coro", alcune che cantavano in maniera più o meno intonata, qualcuna che risultava alle orecchie di qualcun altro stonata, ma sta di fatto che sono emerse delle note diverse.

Vorremmo dire che tale provvedimento, a nostro avviso, costituisce una revisione fortemente peggiorativa rispetto alla legge n. 44/1999, qui non si tratta di considerarla peggiorativa perché qualcuno vuole "metterci in bocca" una nostra diffidenza nei confronti dei maestri di sci, che sono dei signori professionisti, che sono il fiore all'occhiello della nostra tradizione alpina, sono riconosciuti oltre confine - e nelle altre Regioni italiane, e a livello internazionale - come delle risorse che sono in grado di esportare le loro conoscenze, ma questo non significa che una regolamentazione più equa ed ordinata del settore non permetta di svolgere le attività in forma migliorativa.

"Nulla quaestio" sulle scuole di sci, 22 scuole di sci va bene, vuole passare il concetto una località una scuola? Possiamo anche sostenerlo questo concetto. Un eccesso di scuole creerebbe forse una competizione eccessiva, ma non bisogna avere paura del confronto e della competizione. Oggi mi è parso di sentire dalle parole della relatrice una tensione emotiva contraria al confronto, alla possibilità di dialogare e di vedere se certe proposte possono essere sovrapponibili o possono intersecarsi. Le scuole, che sono dove c'è il vivaio dei professionisti attivi in Valle, sono l'elemento portante di questa categoria professionale, ma non sono l'unica parte attiva. Le scuole di sci in Valle d'Aosta, a differenza delle altre Regioni o delle Province autonome, sono fortemente sovvenzionate. Non mettiamo in dubbio il fatto che debbano essere comunque finanziate e sovvenzionate, anche da un esame comparato che abbiamo effettuato grazie agli uffici legislativi abbiamo constatato che in Valle l'apporto di risorse finanziarie è di tutto rispetto, mentre in altre Regioni queste cose non sono previste se non in minima parte. Le scuole di sci hanno una loro funzione che non vogliamo mettere in discussione, una funzione che va tutelata, rafforzata, ma questo non significa che debbano essere alzati i parametri addirittura a livello doppio. Si sta ragionando con una logica ultraprotezionistica e la storia e l'esperienza economica del passato ci insegnano che, quando si imbocca la strada protezionistica, difficilmente il settore cresce, difficilmente dal settore possono uscire delle nuove risorse, ma tende ad affievolirsi e forse anche ad estinguersi. Non ci sembra che sia questa la volontà dei maestri di sci, perlomeno quelli che sono in attività, ci sembra piuttosto che una parte di loro vada in un'altra direzione.

Le 2 grosse contraddizioni che ci sono in questa legge sono la negazione della libertà professionale e la coincidenza fra il sindacato, che è l'AVMS, e l'albo professionale; queste 2 contraddizioni non possono esistere, sono assolutamente irrazionali ed innaturali. Come tutti i professionisti e gli esercenti di diverse professioni, che possono essere avvocati, giornalisti, commercialisti, ma anche le professioni turistiche, la guida naturalistica, l'accompagnatore della natura... a qualunque professionista è permesso di associarsi, di lavorare in collegamento con un suo collega. Perché in Valle d'Aosta questa libertà viene negata? Non è assolutamente spiegata, non c'è alcuna ragione logica in questa scelta, che è una scelta profondamente anticostituzionale a nostro avviso, perché, se la relatrice si fosse soffermata un attimo su alcuni articoli della Costituzione, visto che spesso e volentieri si vanno a citare le leggi importanti, le grandi norme e i grandi principi, si renderebbe conto che il 2° comma dell'articolo 14 o 16, che vieta tassativamente l'associazionismo professionale, è costituzionalmente illegittimo. L'articolo 18 della Costituzione recita: "I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale...". Mi sembra che qui non stiamo parlando di attività illecite, non è un associazionismo a delinquere l'associazionismo di professionisti che fanno i maestri di sci, di conseguenza l'articolo 18 della Costituzione qui viene ignorato e scavalcato. L'articolo 41 - mi rivolgo all'Assessore Pastoret - dice: "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana...", ma non mi sembra che maestri associati vadano a recare danno alla sicurezza, libertà e dignità umana di qualcuno. L'articolo 45: "La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione...". Qui la funzione sociale della cooperazione sembra quasi che sia stata castigata perché qualcuno che ha osato istituire una cooperativa a scopo turistico e sciistico è stato perseguitato. L'articolo 46: "Ai fini dell'elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare... alla gestione delle aziende". Vi sono almeno 4 articoli della Costituzione che stridono con una norma della legge regionale, poi saranno i competenti organi governativi a fare il vaglio di quella che è la portata e la "ratio" di questa norma, ma sta di fatto che anche guardando le leggi di altre Regioni: mi riferisco a 2 Regioni a noi vicine come il Piemonte e la Lombardia... il Piemonte ammette la libertà di esercizio autonomo della professione o di esercizio professionale in aggregazione diversa dalla scuola di sci, la Lombardia dice che i maestri di sci sono da considerarsi professionisti autonomi quando esercitano una professione senza far parte dell'organico di una scuola, non vi sono norme che negano o limitano il diritto dell'associazionismo. I "decreti Bersani" - cito un Ministro caro alla relatrice Viérin perché più vicino come sensibilità politica alle sue idee che non alle mie - favoriscono la collaborazione e l'associazionismo professionale, penso che questa rivoluzione culturale di pensiero l'abbia notata la collega Viérin. Non riusciamo allora a capire tale norma, non riusciamo a condividerla, abbiamo proposto alcuni emendamenti che sono soppressivi perché non ha alcuna ragion d'essere. L'AVMS, che ha svolto e svolge una funzione indubbiamente importante per gli associati, però è un sindacato di categoria; da quando in qua uno è obbligato ad iscriversi ad un sindacato? Anche qui la Costituzione parla chiaro: l'associazionismo e la libertà sindacale sono sanciti chiaramente dalla carta fondamentale. Perché io professionista nel settore dello sci sono obbligato ad iscrivermi ad un sindacato che si chiama AVMS? Perché me lo dice una legge regionale? Perché non può nascere un'altra o più associazioni di tutela sindacale di categoria, come vi sono CGIL, CISL, UIL, SAVT, come vi sono a livello scolastico altre sigle, perché l'AVMS deve avere tale titolarità, questo "abito istituzionale" che non ha alcun diritto di possedere? Vi è una contraddizione clamorosa: vietate l'associazionismo fra professionisti e obbligate l'iscrizione all'Associazione AVMS, spiegatela questa contraddizione! Da una parte, è negato recisamente il diritto di associarsi liberamente fra professionisti; dall'altra, chi è professionista è obbligato ad iscriversi all'AVMS. Questa è una contraddizione che finora non ha avuto alcuna spiegazione né da coloro che sono stati auditi a livello di Commissione, né dalla relatrice, non so se l'Assessore riuscirà a fornirci qualche lume in merito.

Avevo messo da parte un passaggio dell'allora Consigliere Viérin Laurent quando venne affrontata con una soluzione legislativa la questione dei maestri di sci inglesi, per i maestri di sci stranieri è stato previsto che possono esercitare la loro attività fra le nostre montagne se si iscrivono all'albo professionale, ma non è previsto alcun obbligo di iscrizione all'AVMS, perché? Perché non ha ragione di esistere! Perché allora i cittadini italiani abilitati a fare i professionisti devono obbligatoriamente appartenere al sindacato, all'AVMS, e per gli stranieri ciò non è previsto? Mi rivolgo a lei, Assessore, che alla fine dovrà darci delle risposte, ci dica il perché di questa clamorosa decisione che non può esistere in un sistema "congelato". Come si cerca il rifiuto del confronto in quest'aula, come si è cercato di farlo in IV Commissione, analogamente si cerca di rifiutare la concorrenza in un settore popolato da professionisti, 1.250, leggo sul giornale (sono dati forniti immagino dall'AVMS). Di questi 1.250 una buona parte sono attivi, l'altra parte invece si fregia del titolo, appartiene all'ordine, gode di alcuni privilegi come gli sconti sulle piste, ma è spiacevole vedere che, di fronte ad uno "strappo" dei maestri di sci, che nasce una nuova Associazione con 20 iscritti, il Presidente dell'AVMS dica: "vediamo quanti saranno", come per dire: "vediamo quanti avranno il coraggio di iscriversi a questa nuova Associazione che si chiama AMSL, Associazione maestri di sci liberi!". È un po' minaccioso e spiacevole anche perché conosciamo il Presidente, è una persona di buon carattere e di grande competenza, ma sembra quasi voler "mettere le mani avanti" ed elevare una barriera, come per dire: "qui l'orticello è nostro, la protezione ce la gestiamo a modo nostro", ma cerchiamo di proteggerci dai concorrenti stranieri, non cerchiamo di creare al nostro interno una logica protezionistica che impedisca di crescere al nostro patrimonio professionale: questa potrebbe essere una logica più lungimirante e dinamica! Qui si è imboccata una strada a nostro avviso pauperistica anche da un punto di vista professionale.

Sulla base di queste considerazioni, rifiutiamo certi ragionamenti che ha fatto la relatrice, forse in forma provocatoria, perché non crediamo che consideri quei 3 maestri di sci che si sono presentati come liberi professionisti che "cantavano fuori dal coro" come un insieme di persone minimali da non tenere in considerazione. Proprio lei dovrebbe avere una forte concezione della tutela delle minoranze, lei ha detto che sono una minoranza e che la stragrande maggioranza è dalla sua parte. È strano che abbia rivisto questo suo pensiero, questa sua filosofia concettuale dove le minoranze devono essere schiacciate! Ho sentito il suo passaggio, la relazione è stata orale, ma l'ho memorizzata; la invito a rimeditare certe affermazioni perché sono pesanti. Sembra quasi che si voglia tutelare una casta, a lei non è molto simpatica la parola "casta" come neanche a noi, quella casta che si vuole combattere non solo a livello politico, ma anche in altre realtà economiche valdostane. Per evitare di creare troppe caste o per cercare di eliminarle, evitiamo di considerare negativamente quelle minoranze che vengono tacciate di polemica. Sono minoranze vivaci, forse esuberanti, ma non hanno detto delle idiozie. Li abbiamo ascoltati, abbiamo letto anche la relazione, anzi alla relazione che hanno scritto è seguita una controrelazione dell'AVMS, che è alquanto debole - e lei lo sa collega Viérin -, non ha grandi giustificazioni a fronte delle osservazioni sulla libertà economica che sono d'altronde inconfutabili! Non si può favorire la crescita di un comparto se si mettono dei paletti di questo genere ed è naturale che abbiamo presentato una serie di emendamenti che tendono a modificare la legge nei 3 filoni di cui dicevo. Non vogliamo stravolgere nulla, vogliamo solo ripristinare dei principi di libertà associativa anzitutto, di appartenenza ad un sindacato e vogliamo che questi principi di libertà, che stanno a cuore anche a chi è - o presume di essere - autonomista nel DNA, vadano a tutela di coloro che non sono omologati ad un sistema che secondo la relatrice ha voluto costruire una protezione degna di una casta. Interverremo sui vari articoli a spiegazione degli emendamenti.

Président - La parole au Conseiller Comé.

Comé (SA) - Il disegno di legge oggi in discussione si riferisce all'organizzazione e all'aggiornamento della professionalità di una delle categorie libero-professionali che maggiormente caratterizzano la Valle d'Aosta sia sotto il profilo interno della conoscenza e della tutela del suo territorio, sia per ciò che concerne l'immagine turistica complessiva della nostra Regione. Il maestro di sci infatti è uno dei maggiori esperti dell'ambiente montano, di cui conosce stabilità dei pendii, accessibilità e sicurezza, potenzialità paesaggistiche. Egli d'altra parte è da sempre uno dei migliori ambasciatori della Valle ovunque si parli di turismo, vale a dire nei "workshop" o nei saloni, ed in particolar modo con i fruitori dei suoi servizi. Spesso si è elogiato, lo sottolineava la collega Viérin, il rapporto che si instaura fra ad esempio il maestro di sci e il suo cliente per la capacità di far conoscere fuori Valle il volto reale delle nostre montagne e il significato più autentico della nostra civiltà alpina. L'efficienza delle strutture associative ed organizzative della categoria, l'Associazione valdostana maestri di sci, che è Collegio professionale così come indicato dalla legge n. 44, e delle scuole delle diverse stazioni è del tutto nota e non richiede né precisazioni, né commenti. L'adeguamento della normativa è dunque oggi proposto esclusivamente per renderla pienamente rispondente alle necessità di un mondo, quello generale e quello dello sci in particolare, che cambia ormai con vertiginosa rapidità e segnala attualmente elementi di difficoltà, fra i quali è appena il caso di ricordare il rischio di un massiccio afflusso nella nostra Regione di istruttori di sci provenienti da altri Paesi dell'UE e dei quali non è spesso verificabile l'effettiva preparazione sotto il profilo tecnico e soprattutto per quanto riguarda la conoscenza del territorio. Innanzitutto per il tema di adeguamento della professionalità alle esigenze attuali non può non ritenersi opportuna l'esplicita autorizzazione all'esercizio del fuori pista sino al limite peraltro non superato, né superabile dell'alpinismo, campo giustamente riservato alle competenze delle guide alpine; sulla stessa lunghezza d'onda si colloca la scelta di richiedere agli aspiranti maestri una base culturale generale che consenta loro di svolgere un ruolo turistico complessivo, oltre che quello esclusivamente tecnico. Anche in tema di aggiornamento delle competenze e delle tecniche la norma in esame accoglie, a fianco della doverosa evoluzione, le istanze tendenti ad eliminare automatismi eccessivamente rigidi.

La "querelle" che è nata nei giorni scorsi, relativa alla possibilità per i maestri di esercitare l'attività anche al di fuori delle scuole di sci autorizzate e riconosciute, mi pare pretestuosa e fuorviante. Abbiamo istituito nel tempo in Valle un sistema organizzativo razionale ed efficace non solo per l'insegnamento dello sci, che, pur riconoscendo libertà nello svolgimento dell'attività, la riconduce all'interno di una struttura complessiva solida, efficace, riconoscibile e trasparente, ma anche a tutela e garanzia del lavoratore che esercita tale professione. Il binomio AVMS e scuole non può e non deve essere spezzato se si vuole evitare la disparità nella preparazione dei professionisti, la conoscenza approssimativa dei comprensori, lo scollegamento dei professionisti stessi e il territorio complessivo in cui operano. È semmai auspicabile nell'insieme del settore del turismo l'individuazione di organizzazioni di nuova concezione che sappiano porre in effettiva sinergia i differenti fattori costitutivi del comparto: ospitalità, gastronomia, offerta culturale, offerta sportiva e turistica di ogni genere per realizzare prodotti turistici integrati e di alta gamma. Questa Regione, lo dicono i dati di raffronto in nostro possesso, dispone del sistema di finanziamento delle attività sciistiche più capillare ed efficace dell'intero arco alpino italiano. Vogliamo disperderlo in una miriade di rivoli incontrollabili e incontrollabili o, peggio, in una pioggia di favori elargiti a questo o a quel gruppo? Sono stupito per la conversione e il liberismo selvaggio di chi da sempre ha fatto professione di fede per la pianificazione e la regolamentazione. Dare voce e gambe a progetti che sotto le vesti del cooperativismo celano l'assalto di personalismi assolutamente minoritari contro l'insieme di una categoria che si sente già ben rappresentata dalla sua Associazione professionale mi pare operazione improvvida e foriera di disgregazione all'interno di un gruppo che vuole e deve al contrario rimanere compatto e mi spiego. Sotto l'incalzare di una generale crisi del settore sciistico può apparire seducente per qualcuno moltiplicare le strutture, avere più scuole equivale però a dividere la categoria per consentire l'attribuzione di gruppi di clientela e di guadagno solo al più simpatico - forse - con forme organizzative - forse - non sempre garantiste di qualità verso la clientela. Di fronte all'incremento delle entrate di qualcuno, si assisterà in tal modo impotenti alla perdita di redditività per la categoria nel suo insieme. Trovo che in questo senso l'innalzamento del numero dei maestri aderenti necessario per aprire nuove scuole, bene inteso accompagnato da parametri relativi al numero di piste e alla portata degli impianti di risalita, frena la tentazione alla moltiplicazione dei gruppi, che laddove è stato sperimentato non ha dato grossi risultati. Altro discorso invece è quello che mira alla razionalizzazione degli apparati amministrativi e al coordinamento generale delle attività, che in seno al Collegio regionale e all'Associazione valdostana maestri di sci nel dibattito libero e franco fra i maestri potrà trovare la sua giusta sede di dibattito e di discussione.

Un auspicio mi permetto di formulare all'intero Consiglio: non ci porti un puntiglioso cavillare su contrapposizioni, mascherate forse da interessi di qualche gruppo, a paralizzare questo provvedimento. Rimanere in mezzo "al guado" della dialettica forzata impantana l'azione amministrativa e pone tutti gli organi di governo verso la paralisi dell'azione e delle intelligenze, fenomeno a cui assistiamo ormai giornalmente in ambito nazionale.

Sono queste le ragioni che mi inducono ad esprimere il voto favorevole al disegno di legge n. 181.

Président - La parole au Conseiller Secrétaire Venturella.

Venturella (Arc-VA) - Vorrei prima fare una piccola osservazione, anche perché vi sono stato "tirato per i pochi capelli che ho" dalla critica avanzata per il fatto che all'ultimo minuto il nostro gruppo ha presentato alcuni emendamenti. Collega Viérin, se si vuole affrontare il metodo di lavoro, affrontiamolo con il dire che cosa è successo in IV Commissione, di cui non faccio parte, non ho diritto al voto, quindi non ho potuto lì esprimere il mio dissenso. Nello stesso giorno che abbiamo audito i rappresentanti della Cooperativa "Sport Turismo", audizione durata tre quarti d'ora, nello stesso giorno, una volta che ci avevano consegnato quel lungo documento a cui faceva riferimento il collega Tibaldi, avevo detto: quello che hanno detto i rappresentanti della Cooperativa è abbastanza interessante, vi sono alcune suggestioni, perché non ci fermiamo su questo documento e non cominciamo a ragionare? Mi ricordo benissimo, perché prendo sempre appunti, che la modificazione è stata votata 3 minuti e mezzo dopo che il rappresentante della Cooperativa "Sport Turismo" è uscito, ossia non vi è stato dibattito. Mi ricordo che qualcuno ha detto: "va bene, hanno parlato, le cose sono abbastanza chiare, chiedo che si metta in votazione" ed è stato messo in votazione. Collega Viérin, l'apprezzo tantissimo, ma credo che in questo frangente lei abbia mosso un'accusa a me personalmente e anche al collega Tibaldi che è un po' fuori luogo, perché dovevamo riflettere su 2 cose: su tale presunta urgenza, non l'ho detto io, lo ha detto un esimio rappresentante della maggioranza, non c'era tanta fretta e poi sul fatto che forse un passaggio in V Commissione che si occupa di sport forse era necessario, ma non per voler fare ostruzionismo, ma perché lo richiedeva la situazione contingente. A parte il fatto che mi sono andato a rileggere i resoconti della legge n. 44/1999, mi pare che il relatore fosse proprio l'attuale Presidente della "Association valdôtaine moniteurs de ski", il quale era in questi banchi come Consigliere regionale, che ci sta guardando e che tutto il gruppo saluta caramente... la legge n. 44/1999 era andata in V Commissione, perché non riproporre lo stesso percorso amministrativo anche per le sue modifiche, che non sono modifiche lievi, sono modifiche importanti, come ha detto giustamente l'Assessore Pastoret? Ritengo che questo peccato originale, dovuto forse alla foga nel far sì che il provvedimento passasse via liscio anche in IV Commissione, sia stato assodato; credo che la lettura dei verbali potrebbe essere in questo caso rivelatrice. A questo punto cosa dovevamo fare con il collega Tibaldi? Dovevamo accettare il passaggio in IV Commissione?

(interruzione dell'Assessore Pastoret, fuori microfono)

Squarzino (fuori microfono) ... è un fatto politico per cui prendono le distanze da questa legge, è un segnale politico?

(interruzione del Vicepresidente Tibaldi, fuori microfono)

Venturella (Arc-VA) - ... chiedo al Presidente se devo consegnare il testo scritto e uscire anch'io, così...

(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)

Squarzino (fuori microfono, ridendo) ... certo...

Venturella (Arc-VA) - ... cosa dovevamo fare? Accettare ciò che era successo, ossia dire: "va bene, colleghi di maggioranza, avete fatto passare in IV Commissione il disegno di legge senza nulla discutere, senza nulla approfondire, l'unico strumento che ci riserva il Regolamento, strumento improntato alla correttezza, è quello della presentazione degli emendamenti". Ricordo al Consiglio che ho presentato una piccola memoria non dopo, ma l'ho presentata all'Assessore Pastoret e alla relatrice della legge prima, una memoria nella quale si parla di Costituzione, quindi credo che il mio comportamento sia stato improntato alla correttezza, perché la memoria che parla di anticostituzionalità di alcune modifiche alla legge regionale l'ho presentata prima di presentare gli emendamenti, anche perché volevo approfondire.

Veniamo invece alla questione nel merito. Credo che si possa dire che questa modificazione è una risposta data dalla politica, certo, almeno lo dovete riconoscere che vi è un malessere nel mondo dei maestri di sci, altrimenti non vi sarebbe stato tale sommovimento, scambi di comunicati stampa e poi non voglio scendere in polemica, ma una piccola osservazione durante il dibattito sui comunicati stampa bisogna secondo me farla. La risposta della politica a questo malessere è stata improntata su 2 caratteristiche: si risponde alla richiesta di più trasparenza e democrazia all'interno del mondo dei maestri di sci, che riguarda sì statuto e regolamenti, ma riguarda anche la legge regionale da cui discendono gli statuti e i regolamenti. Si risponde quindi alla richiesta di trasparenza e democrazia con una rigidità, si inserisce uno strumento ancora più rigido e con la negazione di un diritto che è sancito dalla Costituzione... e qui arriviamo nel merito ad alcuni punti che vorrei approfondire. Credo che - e questo è contenuto nella memoria che ho consegnato lo scorso Consiglio - il secondo comma dell'articolo 16 rilevi che esiste una certa volontà quasi persecutoria rispetto ad alcune legittime aspirazioni, lo leggo: "Modalità di svolgimento dell'attività. Ai maestri di sci iscritti nella sezione ordinaria dell'albo professionale regionale è consentito l'esercizio della libera professione al di fuori delle scuole di sci, a condizione che le prestazioni professionali non siano offerte nel quadro di un'attività, anche occasionale, organizzata con altri maestri di sci". Per far capire di che portata sia questo emendamento, vi faccio un esempio, prendo l'esempio di alcune professioni della montagna, che sono le guide alpine e le guide escursionistiche. Io come guida escursionistica mi posso associare con un maestro di sci, faccio una cooperativa, una società, qualsiasi cosa anche occasionalmente. Abbiamo un contatto con un albergo, organizziamo una racchettata e con un maestro di sci accompagniamo i clienti, di cui una parte scende a piedi, una parte scende con gli sci da un altro pendio, questo succede normalmente; oppure un gruppo di guide alpine si associa per una discesa un po' tecnica e perché i clienti lo desiderano con alcuni maestri di sci e prestano un'attività professionale occasionale. Se il maestro di sci si associa occasionalmente con me, la legge non lo vieta; se sono 2 maestri di sci che si associano anche occasionalmente, la legge lo vieta. Non riesco a capire con quale meccanismo si è voluto inserire questo comma. Faccio un altro esempio pratico: l'UVGAM (Unione valdostana guide di alta montagna) è l'Associazione che più o meno è analoga all'AVMS (Associazione valdostana maestri di sci), le guide alpine sono liberi professionisti e possono essere iscritte alle "compagnies des guides" che ci sono nelle varie località di montagna, ma attenzione le guide alpine fanno parte sì delle "compagnies des guides" di Courmayeur, Valpelline, ma, se decidono di prestare la loro opera professionale in un'attività occasionale, lo possono fare, anzi ancor di più Assessore e collega Viérin: esistono delle società cooperative di guide alpine al di fuori delle "compagnies des guides", ricordo la Compagnia interguide, che lavora anche con l'Amministrazione regionale per esempio per i "trekking nature", di cui l'Assessore Cerise è responsabile. Esiste quindi effettivamente una certa discrepanza nelle normative che regolamentano le professioni dei professionisti della montagna, perché in alcuni casi si può fare e in altri no; allora vuol dire che c'è stato un "black out", qualche comunicazione non è stata diffusa da un settore all'altro.

Vorrei approfondire un'altra questione: è il problema sollevato dalla collega Viérin nella sua relazione in riferimento ad un nostro emendamento, perché ci dice: "la politica, la legge regionale non ha il diritto di occuparsi in maniera precisa e contingente di affari che riguardano solo lo statuto delle scuole e del regolamento", mi riferisco all'espressione: "un cranio un voto", l'emendamento che inserisce l'equità della rappresentanza all'interno dello statuto. Questo ha invece un senso, perché, dato che è giusto che la politica non si interessi di cose molto specifiche e contingenti, mi devono spiegare l'Assessore e la collega Viérin come mai nella legge regionale n. 44/1999 non solo vengono normate alcune attività, ma all'articolo 15 vengono normate addirittura le lezioni di sci in maniera puntuale. Vengono classificate nella legge regionale le lezioni di sci suddivise in private e collettive, vengono dati dei limiti di partecipazione alle lezioni, viene detto che la lezione collettiva deve tenere conto dell'esigenza di consentire un efficace insediamento dello sport dello sci. Mi dovete allora spiegare: da una parte, si dice che la legge regionale non si deve occupare di cose molto particolari; dall'altra, normate perfino come deve essere messo il bastoncino del cliente durante una discesa, mi pare un po' paradossale! Ecco perché vorremmo inserire all'interno dello statuto il fatto che i rappresentanti delle varie sottocategorie dei maestri, scuole piccole, scuole grandi, maestri di "snowboard", di sci alpino, di sci nordico... un emendamento che nelle modalità per l'elezione degli organi direttivi venga garantita la presenza in tali organi dei rappresentanti di tutti i maestri di sci in maniera proporzionale al numero di appartenenti. Vi faccio un esempio: il direttore che rappresenta una scuola di sci grande all'interno del direttivo ha 4 voti, il rappresentante dei liberi professionisti che racchiude 300-400 persone ha 4 voti, se questa è democrazia, non riesco a capire... Abbiamo introdotto anche degli emendamenti che riguardano una parte finanziaria, per cui non è che, come dice il collega Comé, siamo stati "fulminati sulla via di Damasco" dal liberismo sfrenato. No, noi crediamo che nel mercato regolato vi sia la soluzione a questo problema, perché sono importanti le scuole di sci, è importante l'Associazione, ma non confondiamo l'esercizio di una professione con l'eccessivo controllo da una parte dell'Associazione e, dall'altra, della Regione stessa.

Permettetemi poi un'ultima considerazione di carattere politico-culturale, perché dovremmo stabilire quale confine soprattutto etico non dovrebbe superare la politica per garantire l'autonomia delle associazioni, l'autonomia degli ordini professionali, delle professioni, perché, quando a capo di alcune società economiche e non, di ordini professionali e non, di associazioni di hobbisti - la Valle d'Aosta credo sia l'unica Regione che riesce a commissariare le trote - vengono poste delle persone che hanno sì delle competenze specifiche molto forti, è il caso dell'AVMS, non neghiamo che il Presidente sia una persona responsabile, corretta e seria, ma come lui altre associazioni non solo devono rispondere ai loro associati della correttezza, ma devono o dovrebbero rispondere o gli si chiede di rispondere non solo ai loro associati, ma anche all'Esecutivo: rispondere solo ai fini della fedeltà alla parte politica. Se vi è questa richiesta in più che è stata accertata, perché i commissariamenti, le varie lotte che ogni tanto vediamo pubblicate sui giornali, anche se non è questo il caso, lo dimostrano, allora vi è qualcosa che non funziona, è stato superato il confine, vuol dire che la politica ha preso il posto che non doveva prendere e che controlla in maniera forte ciò che non dovrebbe controllare. Questo mondo, il mondo dello sport, delle libere professioni, degli hobby non dovrebbe essere posto sotto tutela del mondo politico, invece questo capita ormai troppo spesso.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Solo per chiedere una sospensione prima della chiusura del dibattito generale per poter valutare gli emendamenti anche con gli altri gruppi che li hanno presentati e, se la Giunta ritiene di poter partecipare alla sospensione, per verificare gli emendamenti.

Presidente - Nessuna difficoltà da parte della Presidenza.

Il Consiglio è sospeso per 15 minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 10,46 alle ore 11,48 e che dalle ore 11,48 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - Riprendiamo i lavoro dopo la sospensione.

La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Abbiamo presentato 2 sub-emendamenti all'emendamento n. 7 da noi già depositato, si riferiscono in particolare all'articolo 3, comma 4, del disegno di legge n. 181.

Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Pastoret.

Pastoret (UV) - Je l'avais dit tout à l'heure: ce projet de loi propose d'éclaircir quelques points de la loi n° 44, qui est actuellement en vigueur et, en effet, les modifications sont tellement banales et relativement peu intéressantes que personne ne s'y est vraiment attardé dessus. Cependant se sont vérifiés des faits par rapport auxquels l'attention de tout le monde a été capturé par un élément qui parait aujourd'hui d'importance capitale, il s'agit là de 2 articles: le 7, qui modifie l'article 16 de la loi n° 44/1999, de l'article 14 et de l'annexe A. Sur ces points il parait tourner toute la discussion de ce projet de loi, la preuve nous l'avons aussi pour ce qui se passe quant aux amendements présentés. Sur les amendements il y a lieu de dire qu'ils ont été présentés dans 2 moments différents: une partie lors de la séance passée du Conseil, une autre à l'occasion de ce Conseil. Le constat serait qu'il n'a pas été possible en Commission de travailler sur cette loi, sauf que l'on veuille pour cause dépasser les thèmes - qui sont modestes - faisant l'objet de cette loi pour ouvrir un débat plus ample sur une série de thèmes qui n'ont pas vraiment grand-chose à voir avec cette mesure législative.

Autour de cette loi tout a été dit et je regrette qu'on l'a dit peut-être davantage sur la presse que non pas ici; quant à moi je ne veux pas convaincre tout le monde, je pense que les positions sont figées et donc je me lancerais dans un effort vain. Je suis convaincu de ne pas pouvoir faire revenir quiconque sur ses opinions. Cependant je veux que restent aux actes de ce Conseil quelques considérations qu'il me semble indispensable de faire. Je relève avant tout qu'après une discussion intéressante au cours de l'autre séance sur la nécessité de réduire les investissements et les activités dans le domaine di ski aujourd'hui de même et avec des énergies importantes on pose des thèmes sur les écoles de ski. Il me semble que dans la suspension que nous avons faite tout à l'heure les esprits se sont un peu éclaircis et il y a une attitude moins dure par rapport à ce que paraissait au commencement de ce débat.

Il est nécessaire éclaircir au préalable quelques éléments. Les moniteurs de ski aujourd'hui sont 1.468, mais ceux qui sont en activité sont 1.287, dont 849 (66%) ceux qui sont inscrits dans les écoles et 438 (34%) ceux qui exercent la libre profession; de quoi dire donc que tant les uns comme les autres peuvent exercer leur profession avec des chiffres importants. Tous, malgré ce qu'on a entendu au cours des journées passées, ont le droit de s'associer et de créer une école de ski, sauf qu'un nombre minimum de personnes est nécessaire pour ouvrir une école de ski, ce numéro doit être fixé étant donné que quelqu'un doit autoriser cette ouverture et que cela doit se faire sur la base de paramètres dont le jeuil numérique est indispensable. Peu importe que la barre soit posée plus en haut ou plus en bas, toujours les paramètres seront nécessaires. Question de bon sens je pense, qui tient en compte la situation des différents domaines skiables. D'ailleurs cela existait déjà dans la loi n° 44/1999, sur ce point je voudrais rappeler que nous aurions pu par simple délibération du Gouvernement modifier l'actuelle annexe, cela était prévu dans la loi n° 44, et introduire d'autres critères numériques. Nous ne l'avons pas fait, j'ai choisi de venir ici face à l'Assemblée pour proposer cette modification que je considère nécessaire, mais surtout utile pour toute l'activité future des écoles de ski. Certes, nous introduirons dans cette loi des critères numériques plus amples pour autoriser l'ouverture d'une école de ski. On nous demande donc pourquoi: pour une pure question de logique et de bon sens, la Région finance récupérations et interventions sur les écoles de ski, comme cela est prévu à l'article 28, 4e alinéa de la loi n° 44, et peut-être que la Région a un intérêt que ces écoles ne prolifèrent pas et ne se multiplient pas comme des champignons sans avoir des présupposés numériques d'un certain genre. J'imagine que l'on reconnaîtra le bon droit de la Région de s'assurer que ces investissements soient organisés et programmés convenablement, comme on le dit dans la loi, et sur la base des nombres minimum pour avoir la possibilité d'exercer le droit d'ouverture d'une nouvelle école et d'accéder aux financements conséquents. Est-ce que nous disons par cela que de nouvelles écoles ne pourront pas ouvrir? Non, nous fixons des critères qui prévoient l'adhésion d'un nombre majeur de moniteurs pour pouvoir autoriser l'ouverture d'une école. Il faudra encore s'accorder si l'activité devra se conduire par l'organisation en écoles, comme cela a été jusqu'à présent et comme le prévoit aussi notre Région, ou si par contre il faudra imaginer que l'activité soit exercée par d'autres associations. Jusqu'à présent il a été reconnu que la forme organisationnelle actuelle était celle des écoles et de par les résultats acquis je pense que cela doive encore durer ainsi en Vallée d'Aoste. Pourquoi cela? Une première réponse est dans l'histoire des moniteurs de ski de cette Région, qui a reconnu au fil des années l'importance de la profession de moniteur, en a assuré la possibilité de s'associer dans les écoles, que la Région a contribué financièrement à créer, signe celui d'une volonté précise. Dans certains cas nous avons eu une multiplication des écoles, où il y en avait 1 elles sont devenues 2, puis 3; je pense que cela n'est pas bien, ces écoles pourront conserver le droit de continuer à exister, mais je suis convaincu qu'une prolifération de ce genre ne porte pas de bénéfices ni du point de vue de la qualité, ni du point de vue de l'organisation pour ce qui est une offre que les écoles de ski doivent faire dans le secteur du tourisme. Est-ce que donc cela signifie qu'il n'y a pas la possibilité d'exercer la profession sous d'autres formes? Non, cela a été assuré soit par le droit civile avant tout, soit par la loi n° 44/1999 et ainsi dans les modifications que nous proposons, qui réaffirment ce principe. Certes, il est exclu que l'activité de moniteur soit offerte à l'intérieur d'une activité sous forme d'organisation telle que celle d'une école, qui doit être autorisée sur la base des critères prévus par la loi. La loi n° 44/1999 prévoyait déjà cet aspect d'une façon claire, mais parait-il pas du tout claire pour tout le monde. Voilà pourquoi nous avons voulu introduire à l'article 7 une petite précision, sur laquelle je reviendrai. A-t-il été celui-ci un caprice? Non, il ne l'a pas été ni dans le passé, ni actuellement et il ne sera pas même dans le futur. Il me semble que la discussion se soit adressée sur la possibilité d'exercice de la profession de la part de quelqu'un; ce n'est pas ainsi.

Nous nous préoccupons du service qui sera rendu aux usagers, tel est notre devoir. Tout le monde peut rendre un bon service, mais nous devons aussi garantir en tant qu'institution publique l'existence de structures aptes à satisfaire les besoins. Les écoles de ski le sont et non pas seulement ici au Val d'Aoste, en Italie et également dans les autres Pays et dans les Pays qui sont nos compétiteurs au point de vue touristique. En fait, les écoles assurent toute une série de services à l'usager et elles sont garantes du respect des droits des usagers; c'est le sens d'une organisation. Pourquoi donc des écoles? Pour garantir de par leur organisation le respect des droits des usagers, droit d'avoir un apprentissage de la pratique basé sur des éléments techniques et des assurances de fonctionnement correct. En fait, pour les écoles on prévoit une période d'ouverture, de fonctionnement, on assure une direction ayant des responsabilités dérivant d'une formation spécialisée. On prévoit une structure organisée par un nombre obligatoire de base de moniteurs pour pouvoir assurer un service en ligne avec les potentialités de la station. Voilà ce que la Région a voulu en passer, parce que ces éléments étaient déjà présents dans la loi n° 44... et qu'elle veut continuer à assurer. Peut-on exercer la profession en dehors d'une école? Oui, cela a été et continuera à être dans le cadre de la libre profession. On dit pourquoi pas dans d'autres formes organisées; est-ce que l'exercice en forme organisation est interdit? Non, il ne l'est pas. Le passage de la libre profession à une forme organisée de prestations est et reste possible, à travers l'association en écoles de ski. On peut aussi en créer de nouvelles, en respectant les paramètres qui ont été définis et qu'on proposera aussi dans cette loi. Pourquoi demande-t-on d'exercer la profession à travers une ou des écoles? Pour exclure quelqu'un, pour empêcher à quelq'un de travailler? Non, au contraire: pour assurer à tous la possibilité d'exercer la profession si on choisit la forme associative dans des conditions paritaires. Nous savons très bien que cela n'a pas toujours été contrôlé convenablement et sous cet aspect au futur on devra passer aussi à travers des modifications des statuts afin qu'il soit possible à tous les associés d'une école de participer à sa vie et à ses activités et à sa distribution de travail de façon paritaire, en rappelant que les écoles qui existent ont assumé des dépenses et des risques d'entreprise, elles ont été obligées à avoir un siège convenable avec des caractéristiques spécifiques. Nous l'avons dit dans toutes les lois précédentes, ce qui détermine des coûts d'investissement et de maintien, qui demande à tous les associés d'être engagés dans un risque d'entreprise partagé. Je dis alors que nous devons aussi assurer à ceux qui veulent pratiquer cette profession en forme associée qu'ils puissent le faire et sur un "pied d'égalité" avec ceux qui le font sur la base de règles partagées et certaines.

Quelqu'un a parlé aujourd'hui d'une inconstitutionnalité d'une mesure que nous présentons, je ne suis pas juriste et je ne sais pas si elle en est ainsi, par contre moi je fais confiance à mes dirigeants qui ont travaillé sur la loi et au Bureau législatif de la Présidence de la Région, lesquels n'ont point relevé des opinions du genre. Naturellement chaque opinion est légitime dans le domaine du droit, à l'intérieur duquel je ne veux pas m'aventurer. Je me permets à ce propos d'avoir quelques doutes que je vais vous expliciter en vous lisant la disposition contestée: "Ai maestri di sci iscritti nella sezione ordinaria dell'albo professionale regionale è consentito l'esercizio della libera professione al di fuori delle scuole di sci, a condizione che le prestazioni professionali non siano offerte nel quadro di un'attività, anche occasionale, organizzata con altri maestri di sci"...

(interruzione dei Consiglieri del gruppo "La Casa delle libertà", fuori microfono)

... c'est le 2e alinéa de l'article 7, ce que vous avez demandé de par un amendement de dégommer. Je me permets là de vous lire un autre passage: "Ai maestri di sci iscritti nell'elenco provinciale dei maestri è consentito l'esercizio della libera professione al di fuori delle scuole di sci, sempre che le prestazioni professionali non vengano offerte nel quadro di un'attività organizzata con altri maestri di sci anche occasionale". Il s'agit là de l'article 19 de la loi n° 5/2001 de la Province de Bolzano, un lieu qui est très souvent cité à titre d'exemple dans cette salle, surtout par les oppositions lorsque vous avez voulu démontrer qu'ailleurs les choses marchent d'une façon différente qu'ici. Si inconstitutionnalité existe, existera aussi pour la Province de Bolzano, on verra bien.

Enfin qu'il me soit permis de conclure mon intervention sans entrer dans le mérite des querelles qui sont aujourd'hui sur la table. Moi je pense que l'Administration régionale doit tenir en compte tout, mais doit aussi faire en sorte de ne pas être partisan des unes et des autres. J'espère que ces querelles pourront dans le futur trouver bonne composition, je pense qu'il s'agit là aussi d'un effort de bonne volonté de l'une comme de l'autre part, mais je suis obligé de relever que l'une chose c'est de demander la liberté d'exercer une profession, ce que la loi permet absolument, autre chose c'est d'organiser une activité collective sous forme d'école sans y être autorisé. Je voudrais bien qu'on fasse attention à cet aspect - qui n'est pas à négliger - car ici, mais dans beaucoup d'autres professions nous avons le risque de voir une prolifération d'organisations par rapport à l'activité desquelles après on viendra dans cette salle demander compte à ceux qui devront s'occuper de l'affaire. Attention car nous sommes aujourd'hui dans des situations de développement du marché vraiment difficiles et par rapport auxquelles moi je n'ai pas de certitudes. C'est justement là donc, parce qu'il y avait de doutes interprétatives par rapport à l'actuelle discipline, qu'on a introduit dans cette loi la mesure dont à l'article 16, exactement comme l'a fait Bolzano.

Il y a eu des pages pleines de critiques qui ont été transmises à la IVe Commission, je ne veux pas revenir là-dessus car j'entrerai dans une querelle que moi je veux éviter, mais qu'il me soit permis de faire quelques considérations finales encore. M. Ottoz a fait une remarque pour l'attribution à une plutôt qu'à l'autre Commission; cela ne dépend pas de moi d'attribuer l'analyse d'une loi à une Commission plutôt qu'à l'autre. Je n'ai pas eu la prétention moi d'être un ami de la catégorie des moniteurs de ski, j'ai exprimé mes perplexités et aussi mon malaise par rapport au fait que cette loi est une loi urgente à soumettre à l'Assemblée pour des raisons que j'ai expliquées tout à l'heure dans la réunion qu'on a faite au moment de la suspension, c'est-à-dire l'article 20 de la loi en vigueur prévoit: "Procedura per l'autorizzazione. Le domande di autorizzazione all'apertura di una scuola di sci sono presentate alla struttura regionale competente in materia di turismo... Copia della domanda deve essere altresì trasmessa...", eccetera. L'article 19 au 1er alinéa, lettre e), prévoit que: "la direzione della scuola sia affidata ad un maestro che disponga della qualifica di direttore...". Cette qualification avait été introduite par la loi n° 44/1999, mais cette qualification n'a jamais été mise en marche. Il y avait un temps de transition de 5 années qui a été reporté à 7 années, l'échéance de 7 années a été pour la saison d'hiver 2006-2007, voilà pourquoi aujourd'hui, même si l'Assesseur aurait voulu, personne aurait pu autoriser l'ouverture d'aucune école. En fait la saison a commencé à Breuil Cervinia, les remontées mécaniques ont ouvert, les écoles de ski n'ont pas été autorisées. Voilà pourquoi il n'y avait pas une question de faveur envers quelqu'un et d'attitude négative vers d'autres. Un principe est un principe, un droit est un droit et sur ce point personne n'a eu de privilèges, mais là il y avait la raison de l'urgence de cette loi, car ceux qui me connaissaient... souvent que je n'ai jamais eu, sauf une fois, l'attitude de faire inscrire une loi avec procédure d'urgence au Conseil. Cette fois l'urgence d'inscription était liée à ce problème. Sur ce qui a été mon intervention à la fin de l'autre Conseil, quand j'ai fait un reproche que peut-être a été exagéré de ma part et je m'excuse si j'ai donné cette impression, mais je voulais rappeler à tous le sens des temps de cette Assemblée, car les citoyens nous regardent et donc nous avons le devoir de procéder avec une certaine rapidité. Cela dit, j'avais eu l'impression que quelques collègues aient traîné un peu ses temps dans la discussion. Nous avons eu l'occasion de nous éclaircir et donc cette préjudicielle je la considère tombée. Vous me donnerez acte que je n'ai pas demandé de continuer la discussion à 19 heures 30 car cela n'aurait pas eu le temps de permettre... on n'imaginais pas que la loi sur les bâtiments prenait plus que d'une demi-journée.

Si dà atto che dalle ore 12,10 riassume la presidenza il Presidente Perron.

Presidente - Passiamo all'esame dell'articolato. Ricordo che si vota sul nuovo testo predisposto dalla IV Commissione, siamo all'articolo 1. Prima dell'articolo 1 vi sono 3 emendamenti presentati dal gruppo "La Casa delle Libertà" - gli emendamenti n. 4, n. 5 e n. 6 -, che vanno ad introdurre articoli precedenti al primo.

La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Illustrerò singolarmente gli emendamenti per evitare che vi possa essere confusione nelle votazioni, perché sono questioni distinte e hanno anche una loro diversa valenza tecnico-amministrativa. Inizierò dall'illustrazione dell'emendamento n. 4 che incide sull'articolo 1 della legge n. 44/1999, legge sulla quale sta incidendo con modifiche il disegno di legge n. 181. Il comma 2 dell'articolo 1 (finalità) dice che la struttura regionale competente "sovrintende alla disciplina e all'organizzazione della professione di maestro di sci...". Riteniamo che sia assai discutibile, forse anche difficilmente realizzabile che la struttura competente possa occuparsi dell'organizzazione di un'attività professionale, anche perché "da che mondo è mondo" le professioni si gestiscono o si autogestiscono attraverso gli organismi associativi propri, o attraverso la capacità dei singoli professionisti nell'organizzare la propria attività professionale. Qui invece in un eccesso di dirigismo siamo alla Regione che deve organizzare la professione di maestro di sci e, quando si dice "organizzare", si dice una cosa ben precisa, ossia si entra nel dettaglio della caratteristica di qualsiasi lavoro autonomo e di qualsiasi professionalità. Paradossalmente ci troviamo la Regione che funge quasi da datore di lavoro; è tipico del datore di lavoro organizzare l'attività dei propri dipendenti ed è antitetico rispetto al lavoro dipendente l'attività libero-professionale che per definizione si autorganizza e non ha vincoli che non siano quelli di legge; di conseguenza, ipotizzare che la struttura regionale debba organizzare la professione di maestro di sci ci sembra veramente un'esagerazione. Reputiamo con questo emendamento di modificare tale distorsione rispetto all'attività professionale e riteniamo che la parola "organizzazione" debba essere sostituita dalla parola "vigilanza", ossia la struttura regionale competente "sovrintende alla disciplina e alla vigilanza della professione di maestro di sci...". Questo vuol dire che c'è una norma di legge regionale e la struttura regionale competente deve far sì che la tenuta dell'albo, piuttosto che l'esercizio della professione associata attraverso le scuole, piuttosto che individuale, in termini prettamente libero-professionali avvenga secondo i principi contenuti nella legge di riferimento: la n. 44/1999. Riteniamo che sia, prima ancora che una questione di tipo politico, una questione di riportare alla giusta definizione quelli che sono i ruoli e i ruoli della Regione non possono che essere di sovrintendere e di vigilare sul rispetto dei principi che sanciscono l'esercizio di questa professione.

Président - La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Pastoret.

Pastoret (UV) - Intervengo per questo emendamento, ma anche per esporre una posizione di metodo. Tale emendamento è fatto non sul disegno di legge n. 181, ma è presentato sull'articolo 1 della legge n. 44/1999, ossia un emendamento tendente a modificare la legge per altri aspetti ulteriori rispetto a quelli presentati nel disegno di legge. Ho ricordato prima che alcuni anni fa, in occasione della discussione di una "omnibus", il Governo regionale aveva chiesto di introdurre degli emendamenti alla "omnibus", ma fu deciso in quella sede che non si potevano introdurre degli emendamenti che riguardassero altre disposizioni di legge diverse da quelle contemplate per una ragione che è parsa evidente a tutti, ma che soprattutto fu posta dalle minoranze. In questo caso non siamo in una "omnibus", quindi non vale quel ragionamento. Io lo faccio però per analogia, nel senso che in occasione dello scorso Consiglio erano stati presentati degli emendamenti che facevano riferimento al disegno di legge n. 181, sono stati poi presentati ulteriori emendamenti per la seduta di questo Consiglio, alcuni dei quali fanno riferimento sempre a tale disegno di legge, altri vi prescindono totalmente; fra quelli che vi prescindono ve ne sono alcuni che potrebbero avere una logica, perché, dovendo modificare delle cose nel disegno di legge n. 181, bisogna trovare la stessa coerenza logica anche nell'intero provvedimento n. 44. Altri, come nel caso di questo emendamento che propone il gruppo "La Casa delle Libertà", concernente la modifica di organizzazione con vigilanza all'articolo 1, non hanno alcun rapporto diretto con il resto dell'articolato che portiamo in approvazione. Come ho detto prima, non interverrò più a dare spiegazioni sugli emendamenti presentati non riferiti al disegno di legge n. 181, ma all'insieme della legge n. 44/1999. Per quanto riguarda questo... considero che l'emendamento proposto non contribuirebbe a fare chiarezza, ma aggiungerebbe confusione.

Considero poi che la parte introdotta con l'emendamento n. 5, del quale qualcuno del gruppo "La Casa delle Libertà" parlerà, non sia accoglibile e questo perché esso propone una modifica sulla quale non siamo d'accordo, e perché riguarda sempre il discorso della legge n. 44 nel suo insieme, ed infine perché esso va ad introdurre degli elementi che tendono a togliere dei compiti all'associazione facendole svolgere direttamente dall'Assessorato. Non è il caso di questo, però lo si toglie per lasciare in modo indefinito ed implicito alla struttura competente una serie di funzioni, che nella legge abbiamo riconfermato dover essere assicurate dall'Associazione valdostana maestri di sci.

So bene, collega Venturella, che la cosa che ho detto prima non è prevista in termini regolamentari, ma lei sa bene che in un Consiglio regionale vi sono anche degli atteggiamenti di "agrément" e di "fair play".

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella.

Venturella (Arc-VA) - Una piccola puntualizzazione: è vero che l'articolo 66, comma 5 bis, parla di "omnibus", ma era venuta alla luce una discussione sull'interpretazione della parola "disposizioni", lo abbiamo avuto anche in Commissione un caso. La disposizione è l'articolo o è la legge? Per quel che mi ricordo, avendo letto i resoconti, questo emendamento era stato suggerito dal collega Frassy che aveva inteso parlare all'interno di una "omnibus" del fatto che la Giunta inseriva articoli emendativi su tutte altre disposizioni di legge, ossia su leggi regionali; qui invece in questa interpretazione, che ritengo restrittiva, ci si limita alla disposizione normativa intesa come singolo articolo. Credo sia un'interpretazione legittima, ma restrittiva.

Credo che l'emendamento n. 4 del gruppo "La Casa delle Libertà" abbia un senso, anche in Commissione è venuta fuori questa esigenza di evitare che la Regione controlli, sovrintenda in maniera pesante l'organizzazione e l'attività; quindi è solo per dire che il nostro gruppo voterà favorevolmente tale emendamento.

Président - La parole au Conseiller Ottoz.

Ottoz (GM) - Non ho capito bene il passaggio dell'Assessore sulla "omnibus", nel senso che o l'Assessore sta innovando il Regolamento del Consiglio, oppure fa un ragionamento peraltro comprensibile, ma che non ha nessun valore cogente sul funzionamento di questa aula. Prima dice che nella "omnibus" non si possono proporre emendamenti che riguardino cose non previste e già proposte nella "omnibus" stessa, e questo è comprensibile; poi dice che però in una legge che modifica la legge n. 44 non si dovrebbero poter presentare emendamenti alla legge n. 44; poi dice che si possono però presentare qualora gli emendamenti proposti non alla legge n. 44, ma a questa legge dei maestri di sci richiedano modifiche della legge n. 44; poi dice che questo è un ragionamento che non vale, ma che lui propone per analogia. Vorrei capire chiaramente se questi emendamenti sono non tanto presentabili perché sono stati presentati ed accettati, ma sono una prassi che fa parte di quello che i Consiglieri possono fare nell'espletamento del loro mandato, oppure se stiamo cercando di ridurre determinate possibilità migliorative dei provvedimenti presentati. Devo dire che metterla sul "fair play" mi sembra quasi voler mettere in difficoltà chi non è d'accordo, quasi a rivendicare un primato morale al fatto di non farlo, quindi una "diminutio" morale a chi lo presenta e questo non mi sembra tanto simpatico e non lo accetto. È vero, come dice l'Assessore, che la volta precedente non erano stati presentati determinati emendamenti, io peraltro non ho presentato emendamenti neanche in questa sede; è vero però che una maggiore attenzione e un ulteriore approfondimento, uno scrutinio più preciso della legge in parte se l'è cercato con questa sovraesposizione che ha voluto dare a tale vicenda con i comportamenti di cui ho parlato in sede di discussione generale... purtroppo è il risultato del comportamento dell'Assessore.

Rimanendo sul tema, credo che questo emendamento sia da votare... non dico il "Gruppo Misto", perché sono da solo, ma potrei dirlo ironicamente: il nostro gruppo pensa che sia da votare e lo voterà, in quanto è una questione di libertà. Se c'è un'Associazione valdostana maestri di sci, che i corsi se li organizzi come vuole, se li deve organizzare; o deve organizzare i corsi, o non li deve organizzare, o deve organizzare l'attività, o non la deve organizzare, ma, se ha come compito dato dalla legge di organizzarla, essendo un'Associazione di liberi professionisti, se li organizzi come vuole. La Regione può sovrintendere alla vigilanza, stabilire quali saranno i modi in cui vigilare su questo - ed è chiarito in altri punti della legge -, ma sull'organizzazione credo che la Regione non dovrebbe "mettere il naso", ma che sia un compito dei maestri di sci, della loro Associazione liberamente esercitabile nell'ambito del mandato che questa legge e che la legge n. 44 affidava loro. Mi sembra una banale questione di libertà e non possiamo non stare dalla parte di un comportamento più libero e meno vincolato delle associazioni.

Président - La parole au Conseiller Frassy, pour déclaration de vote.

Frassy (CdL) - Per precisare quello che sarà il seguito della discussione, Assessore, perché su questo disegno di legge lei ha tenuto un atteggiamento strano e devo dire che nel prosieguo del dibattito lei sta confermando un atteggiamento originale per non volerlo definire diversamente. Non sto a ricordare l'epilogo dello scorso Consiglio con quella sua reazione difficilmente comprensibile, salvo forse interpretabile alla luce di quei banchi di Giunta che erano completamente vuoti stamani durante la discussione generale, ma è curioso che lei nell'Assemblea regionale, organo deputato a fare le leggi, voglia arrogare alla Giunta non solo quel giusto diritto di iniziativa legislativa, ma quasi il ruolo di arbitro di regole che non stanno scritte da nessuna parte. Ribadiamo perciò che, come legittimamente la Giunta ha titolato: disegno di legge n. 181, modifiche alla legge regionale 31 dicembre 1999 n. 44, i Consiglieri hanno tutti i diritti di intervenire sulle modifiche alla legge regionale n. 44/1999. Il fatto che lei si stupisca mi stupisce, perché lei non è Consigliere di primo corso e non è neppure Assessore di primo corso, quindi ci stupisce il fatto che lei in questa vicenda di modifica della legge che disciplina la professione dei maestri di sci voglia fare non tanto il maestro di sci, ma voglia fare il maestro, si voglia mettere in una posizione superiore dicendo che era quello che voleva farlo approvare prima, che è quello che non è riuscito ad accelerare certi iter e che, se le discussioni vanno in una certa maniera, è perché qualcun altro si mette di traverso. La inviterei, nell'ottica del confronto politico che ci impegnerà per più di qualche mezz'ora, a scendere nell'aula e ad accettare il confronto politico, perché sulla legge n. 44/1999, se si è riguardato i resoconti di quella discussione, ci fu un confronto serrato perché vi erano una serie di problematiche che a distanza di 8 anni puntualmente si sono verificate. Con grande ritardo state cercando di porre mano, riteniamo in maniera discutibile, a quelle situazioni che già nel 1999 noi da questi banchi avevamo evidenziato come situazioni che avrebbero creato una serie di problemi applicativi. Siamo stati Cassandre nel 1999, abbiamo la sensazione che anche nel 2007 rischiamo di rimanere Cassandre inascoltate.

Chiudo questa replica per dichiarare che il nostro gruppo voterà l'emendamento e che avrebbe auspicato che il Consiglio in un momento di approfondimento di un aspetto di logica e di differenziazione dei ruoli potesse capire che la Regione non può organizzare una professione, perché non esiste in nessun paese al mondo che un ente pubblico organizzi una professione! Un ente pubblico quando legifera disciplina una professione, vigila che quella professione sia svolta secondo le regole che sono state sancite nelle norme di legge, ma non la organizza! Lei sta dando un'indicazione fuorviante all'aula, perché sta condizionando i colleghi della maggioranza a darle la fiducia su una questione illogica e non penso si trovi più nemmeno nelle norme di quei Paesi che sono tutt'altro che liberali, come i Paesi del dirigismo dell'Europa dell'est un tempo. Questo sicuramente è frutto di una mentalità che è ferma all'ante caduta del Muro di Berlino, quando la struttura burocratica amministrativa - il Palazzo - doveva gestire, controllare, organizzare e certificare. Ci dispiace che lei non abbia capito un principio di attualizzazione con i ruoli dell'ente pubblico, ce ne dispiace immensamente.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 4 del gruppo "La Casa delle Libertà", che recita:

Emendamento

Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:

"Articolo 01

(Modificazione all'articolo 1)

1. Al comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale 31 dicembre 1999, n. 44 (Disciplina della professione di maestro di sci e delle scuole di sci in Valle d'Aosta. Abrogazione delle leggi regionali 1° dicembre 1986, n. 59, 6 settembre 1991, n. 58 e 16 dicembre 1992, n. 74), le parole "all'organizzazione" sono sostituite con le parole "alla vigilanza"."

Consiglieri presenti: 30

Votanti: 26

Favorevoli: 9

Contrari: 17

Astenuti: 4 (Comé, Lanièce, Stacchetti, Viérin Marco)

Il Consiglio non approva.

Presidente - La parola al Consigliere Frassy sull'emendamento n. 5.

Frassy (CdL) - Questo emendamento incide sempre su quell'articolo 1 delle finalità e, contrariamente all'emendamento precedente, che voleva solo dire chi faceva che cosa e soprattutto chi doveva fare che cosa e chi non lo doveva fare, questo emendamento si inserisce su una filosofia, che sarà poi sviluppata da successivi emendamenti: quella di distinguere il ruolo pubblico dal ruolo associativo mettendo sullo stesso piano tutte le associazioni. Cosa c'è scritto nel testo originario che proponiamo di sopprimere? Si dice che la struttura competente assicura il coordinamento con l'Associazione valdostana maestri di sci (AVMS) di cui all'articolo 26: questo significa dire che l'AVMS è l'Associazione di riferimento, è l'Associazione che ha il privilegio di avere un filo diretto con la struttura regionale a discapito di associazioni che nel tempo potranno nuovamente costituirsi. Riteniamo che non abbia senso che si voglia dare la patente di Associazione preferita dall'ente pubblico, che deve mantenere un rapporto di equidistanza e di pari trattamento con tutte le associazioni che possono un domani rappresentare i maestri di sci sul presupposto che l'Associazione valdostana maestri di sci deve essere intesa per come viene descritta: Associazione. Come brillantemente il mio collega Tibaldi in discussione generale ha evidenziato, vi sono dei principi costituzionali ripresi nel Codice civile che lasciano libertà di associazione e per fortuna, guai se fosse diversamente, non saremmo in un Paese libero! Questo eccesso di dirigismo e di protezionismo nei confronti di questa categoria alla fine cozza contro i principi costituzionali; di conseguenza, riteniamo che abrogare questo diritto di privilegio nei confronti di un'Associazione rispetto alle altre serva a tutelare la possibilità che tale legge non incorra in censure relative all'incostituzionalità di una certa impostazione: ecco perché chiediamo che venga abrogato questo passaggio. È vero che è un passaggio che già esisteva nella legge del 1999, ma è un passaggio che ha creato non pochi problemi e che probabilmente è alla fonte della necessità di porre mano all'articolato del vostro disegno di legge n. 181. Se venisse chiarito questo nodo, probabilmente si potrebbe evitare il rischio di creare i presupposti di ulteriori contenziosi, perché lei sa bene che il disegno di legge n. 181 nasce su una situazione di contenzioso rispetto alla libertà di rappresentanza, di associazionismo nell'ambito della categoria professionale dei maestri di sci, ma non riuscirà ad impedire che questi contenziosi siano riproposti un domani, anzi, da notizie conosciute da tutti penso in quanto pubbliche, ci sono già i presupposti per creare ulteriori contenziosi. Bisogna allora prendere atto che la situazione deve essere gestita in maniera difforme e non può che essere gestita assicurando pari trattamento a tutti quelli che vogliono mettere i piedi associazioni che rappresentino una categoria. Le associazioni in tutti gli ambiti professionali hanno evidenza pluralistica; in tutti gli ambiti lavorativi esistono più associazioni, che, in base ai diversi orientamenti politici e le differenti piattaforme organizzative o rivendicative dei vari settori, rappresentano liberamente gli associati. Qui si vuole creare un recinto e dentro quel recinto ci devono stare tutti i maestri e quelli che vi stanno sono i maestri cattivi e brutti dei quali bisogna diffidare perché minano non si capisce bene cosa. Pensiamo che si debba uscire da questa impostazione che riteniamo inaccettabile.

Président - La parole au Président de la Région, Caveri.

Caveri (UV) - Vorrei brevemente intervenire per una considerazione più generale nell'ambito del dibattito, perché credo che su questo tema evocato dal Consigliere Frassy subiremo nelle prossime ore un autentico martellamento.

Della professione dei maestri di sci io sapevo poco se non che l'ordinamento delle scuole di sci è una delle competenze esclusive della Valle d'Aosta ai sensi della lettera u) dello Statuto di autonomia speciale. Questo vuol dire che, per quanto la professione di maestro di sci sia stata regolamentata a partire dagli anni '50, essendoci già i maestri di sci in Valle d'Aosta dagli anni '30 con la nascita del Breuil Cervinia, esisteva già nel Consiglio Valle, che ebbe la possibilità di discutere con i Costituenti i contenuti dell'articolo 2, una volontà da parte del Costituente di rendersi conto che questa è una particolarità dello Statuto di autonomia della nostra Regione. Devo ad Umberto Parini la spiegazione del perché bisognasse trovare una metodologia di organizzazione di questa professione che tenesse conto della particolarità storica; in parte questa professione si era incardinata e lo resta ancora alla Federazione italiana sport invernali, in parte le Regioni avevano organizzato in maniera abbastanza bizzarra gli esami per cui capitava, in alcuni casi, che si potesse diventare maestri di sci senza aver mai messo gli sci ai piedi, con le legislazioni regionali precedenti alla legge quadro, ed eravamo di fronte a situazioni di quando sulle piste di sci della Valle d'Aosta c'erano 2 tipi di tuta: quella dell'AMSI e quella dell'AMSCI. Umberto, a cui va in questo momento il mio pensiero per le sue difficoltà, venne delegato ad occuparsi della nuova legge quadro e io ho avuto l'opportunità con lui, in lunghissime giornate a Montecitorio passate nei gruppi parlamentari, di cercare di varare la legge quadro n. 81/1991 che in Valle d'Aosta è stata recepita facendo in modo che l'Associazione coincidesse esattamente con il collegio regionale. Vi è quindi un'ambiguità di comportamenti e parole "al vento" che non tengono conto di questa necessità, peraltro unanime dei maestri di sci della nostra Regione, che, da un lato, aderirono alla legge quadro pur ritenendo che la Valle d'Aosta potesse continuare ad avere un margine di libertà legato al fatto che non dobbiamo buttare via una competenza esclusiva e primaria quale quella che ci deriva dallo Statuto di autonomia. E questo, è vero, in una materia delle professioni che è stata investita dalla liberalizzazione delle professioni a livello europeo e di questo dobbiamo tenere conto e devo dire anche in tale caso, per mia fortuna, ho avuto la possibilità di seguire l'evoluzione della normativa concernente i maestri di sci in Europa a fronte di una necessità cardine: quella del mantenimento delle specificità di una professione come quella del maestro di sci, che rischia, in una logica di liberalizzazione selvaggia, di essere investita e travolta da una logica di peggioramento complessivo della qualità e di mortificazione di una professione che è strettamente collegata alle popolazioni di montagna.

Eccentrica l'idea che ho sentito poco fa di una sorta di godimento tafazziano di un'impugnativa di questa legge alla Corte costituzionale. Sono contento che finalmente su una materia non tutti la si pensi nello stesso modo, perché ci sono delle occasioni in cui sono le "messe cantate", dove ci sono delle "cerimonie" per cui si dice: "andiamo all'AVIS, siamo tutti donatori di sangue; andiamo all'AIDO, siamo tutti donatori di organi; andiamo dai maestri di sci e siamo tutti grandi sostenitori dei maestri di sci", per fortuna quest'anno non sarà così, andremo serenamente alle assemblee dei maestri di sci con delle posizioni differenziate. C'è chi oggi ha in testa una liberalizzazione che è molto rischiosa, che sarebbe "buttare nel gabinetto" tutti gli sforzi che sono stati fatti a livello nazionale con la legge quadro del 1991, per merito di Umberto Parini, e tutto quello che è stato fatto a livello europeo in maniera molto faticosa, mettendo assieme le associazioni di categoria dei maestri di sci dei Paesi più importanti per lo sci, un lavoro difficile che ha portato ad un accordo, che nel caso della Valle d'Aosta ha sortito una legge in vigore che ci viene invidiata in assenza di una legge nazionale nostra che regolamenti la materia. Noi siamo stati i primi, rispetto alla legge quadro la Regione ha dimostrato una duttilità nel seguire l'evoluzione della professione di maestro di sci che nessun legislatore regionale ha saputo cogliere in questi anni. Ecco perché sono preoccupato, sono preoccupato da certe idee, come quella che la proliferazione di associazioni significhi democrazia, che il fatto di non essere inquadrato nelle scuole di sci... lo dico al Consigliere Bortot che dovrebbe essere un paladino anti-liberalizzazione e invece in questo caso impugna una bandiera completamente diversa, nel senso che sembra che l'ultimo che gli parla alla fine lo convince... Siamo veramente di fronte ad un tema molto importante, perché, se non avessimo opposto delle norme alla liberalizzazione delle professioni di maestri di provenienza dagli altri Paesi europei, avremmo avuto sulle nostre piste ancora dei maestri di sci inglesi, olandesi, dei maestri di bassissima professionalità che andavano a fare una concorrenza sleale a dei professionisti come i nostri che subiscono nel corso della loro formazione dei processi molto complessi, che oggi fanno parte di un "réseau" internazionale. Ci tenevo ad intervenire per dire che sono contento che non tutti la pensiamo nello stesso modo!

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Ho ascoltato in silenzio tutto il dibattito, ma il suo intervento mi ha stimolato una risposta perché sembra che lei si faccia oggi, insieme all'Assessore Pastoret, paladino dei maestri di sci. Lei mi consentirà di dire che questo non è accettabile, perché nessuno mette in discussione la necessità da Valdostani di proteggere una competenza e una professionalità e valorizzare delle risorse umane che, lei mi consentirà, possono anche non essere solo amiche sue, possono anche essere amici nostri, che sono preoccupati, che hanno voglia di garantirsi una professionalità in questo settore. Vede, stiamo discutendo da qualche ora su un peccato originale parlando del peccato mortale; per quanto ci riguarda, il peccato mortale è questa legge, il peccato originale è la n. 44. All'epoca, era il 1999, non avemmo i numeri per impedire un obbrobrio alla libertà, perché sotto la giustificazione del protezionismo, che nelle sue parole intendo come conservatorismo, si parlava dell'opportunità che si rendesse più professionale l'attività del maestro di sci inquadrandola in un albo, cosa di cui siamo tutti convinti e consapevoli. Non torniamo quindi su quella decisione di rendere questa professione un diritto, al quale si accede dando dimostrazione di competenza, fornendo una serie di documentazioni, dopo una serie di praticantati che dovrebbero essere espressi prima del superamento dell'esame e non dopo come in questo caso; nessuno pertanto mette in discussione la necessità di valorizzare tale professione come tutte le professioni sono state valorizzate attraverso la costituzione di un albo professionale. Qui si sta discutendo se questo albo deve essere gestito da un'Associazione, voi dite "sì" e noi diciamo "no", anche se tale Associazione in questo momento raccoglie il 90% dei maestri di sci, i quali non è che la pensino tutti allo stesso modo, perché il 90% di quelli iscritti in quella Associazione, il 90% di quel 90% non ha alternative oggi! Noi quindi abbiamo un albo professionale che è gestito da un'Associazione privata fatta dalla stragrande maggioranza dei maestri di sci, all'interno della quale ci sono delle minoranze che non possono fare nessun'altra alternativa, perché c'è una legge regionale che prevede che l'albo, gli esami, la preparazione, la qualifica professionale sono demandate non all'organo regionale, ma all'organo associativo, che è una cosa che "non sta né in cielo, né in terra", leggetevi la legge n. 44, è un obbrobrio! Non ho mai visto nessun albo professionale, né il mio, né quello degli avvocati, né quello dei ragionieri commercialisti demandare la gestione dell'albo professionale, le iscrizioni all'albo, il superamento degli esami dell'albo, la gestione dell'albo, delle iscrizioni, delle cancellazioni, le qualifiche professionali... corsi di formazione professionale e di aggiornamento demandati all'Associazione, ma dove l'avete mai vista una roba del genere? Capisco per come è nata questa cosa... e c'era anche del buon senso quando nacque questa cosa, ma è incostituzionale!

Dopodiché si vuole andare avanti perché qui i numeri sono piccoli, la gente è poca e bisogna proteggere quel poco che abbiamo... io voglio solo ricordare, siccome lei si è sperticato in una lode di questa legge che proteggerebbe i maestri di sci, che tale provvedimento non ha impedito alla concorrenza straniera di insegnare sulle piste valdostane senza qualifiche e senza bilinguismo, senza nulla di nulla! Siete dovuti intervenire dopo, nonostante la presenza di questa legge, per impedire certe situazioni, perché non ci possiamo non ricordare qualche anno fa che c'erano gli Inglesi, i Francesi, i Tedeschi che insegnavano senza neanche aver sostituto esami a truppe di turisti che neanche passavano attraverso di noi! O ve lo siete dimenticato? Questa legge quindi non ha protetto, come dice lei, i maestri di sci e noi diciamo che non sta neanche proteggendo le competenze e le professionalità, perché in tale Associazione ci sono persone che non lavorano e non possono lavorare perché c'è una casta che, quando fa il sole, esce lei, quando fa brutto, manda fuori gli altri! Ce le dobbiamo dire queste cose, e che non tutti devono essere costretti a stare nell'unica Associazione che, guarda caso, gestisce l'albo professionale, perché questo è il diritto che voi le avete dato: il diritto all'Associazione di gestire l'albo professionale e, guarda caso, se tu sei di quella Associazione, superi gli esami, se non lo sei, non li supererai mai, lo stesso dicasi per gli aggiornamenti, ma dove lo avete mai visto una roba di questo tipo? Non è che nell'Associazione maestri di sci, dove c'è il 90% dei maestri di sci, siano tutti contenti; non sono tutti contenti, non hanno alternative!

Siamo poi d'accordo che per fare una scuola di sci ci vogliono i numeri minimi, le professionalità e le competenze minime; noi stiamo contestando che la regolarità dell'applicazione della legge, ossia del diritto dell'albo, venga gestito da un'Associazione privata perché è privata tanto questa quanto tutte le altre. Che poi si voglia demandare a questa Associazione particolarmente capace lo sviluppo dei corsi professionali... tutto bene, ma a tutto c'è un limite e c'è soprattutto un limite a chi oggi, arroccandosi su questa legge, pretende con tale provvedimento di difendere i maestri di sci, cosa che così non è, perché la difesa dei maestri di sci si fa con l'iscrizione all'albo e con la competenza e la professionalità, che verranno meno se non diamo possibilità e alternative, competitività formative in questo settore. Voi dite che siamo troppo pochi? Siamo 1.500 maestri, ma cosa troppo pochi? Avete deciso di dare a un organo unico... e di controllare un organo unico... benissimo... la gente non è stupida, sa perfettamente chi fa il maestri di sci e che all'interno lì si è controllati, lo si sa. A voi va bene, a noi non va bene; è legittimo, possiamo dircelo senza essere accusati di essere contro i maestri di sci? Non siamo contro i maestri di sci, siamo contro le caste dei maestri di sci!

Presidente - La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Presidente Caveri, sappiamo che la Regione ha un Presidente di lungo corso con una lunga storia parlamentare e con una tradizione familiare politica alle spalle, perciò sappiamo che quello che non ha fatto e che non riuscirà a fare il Presidente della Regione Valle d'Aosta, Caveri, o lo ha fatto l'Onorevole Caveri o lo ha fatto Severino Caveri, perciò, da questo punto di vista, siamo con una "copertura ad ombrello" e di questo ne siamo consapevoli. Presidente, però non può in aula fare un intervento che tocca le corde del cuore e strappa le lacrime a tutti quando ricorda quei tempi della sua prima gioventù politica dove con Umberto Parini, che è persona che allo sport valdostano e in particolare allo sport agonistico e allo sci agonistico ha dato moltissimo, non può fare un'operazione di manipolazione, buttare tale affermazione dicendo: "quello che è stato fatto 10-15 anni fa oggi è ancora attuale e di questo non se ne discute", non è vero e spiegherò il perché. Se andiamo a leggere il combinato disposto della legge n. 44/1999, in particolare l'articolo 26 che riguarda l'AVMS, l'articolo 27 che riguarda i compiti dell'Associazione stessa e l'articolo 28 che riguarda gli interventi finanziari della Regione a favore di questa Associazione, è qui dentro che sta l'elemento di contrasto fra la sua visione e la nostra visione. Se l'AVMS deve svolgere le funzioni che normalmente svolgono i collegi e gli albi professionali, non c'è nessuna discussione perché siamo i primi, insieme a lei, nel senso che siamo primi "inter pares", non le lasciamo il merito di essere il paladino della difesa della professionalità dei maestri di sci valdostani! La difendiamo tanto quanto lei e le dirò di più: l'abbiamo difesa con l'amico Frattini, mi sembra che vi sia una comunanza di rapporti amicali e ci fa piacere. Questo è il discorso dei principi, sul quale siamo disposti a fare la battaglia. Quello che non ci sta bene è che, andando a leggere l'articolo 27, nei compiti che la legge regionale assegna a chi dovrebbe essere il custode delle regole ed è chi svolge le funzioni di tenuta di un album professionale... gli si demanda anche la preparazione tecnica, la preparazione culturale, la preparazione professionale; gli si demanda la possibilità di promuovere intese con gli impianti a fune; gli si demanda ancora la possibilità di promuovere e organizzare manifestazioni per l'incentivazione e lo sviluppo dell'esercizio dello sci; gli si demanda la possibilità di promuovere studi; gli si demanda la possibilità di collaborare con i Comuni e le Comunità montane... ma qual è l'oggetto di contenzioso? Che tutte queste cose fatte dall'AVMS hanno l'"ombrello finanziario" dell'articolo 28, per tutte queste cose l'AVMS percepisce contributi regionali che vanno dal 60 al 100% e, se domani un'Associazione di maestri di sci che non è l'AVMS decide di fare delle cose legittime che può fare, come promuovere manifestazioni, fare formazione, per ottenere contributi regionali deve mettersi in coda il martedì e chiedere se gli viene dato un contributo, che può andare in base alla legge regionale in una misura che mi sembra non superi il 15%. Questo è l'elemento che contrappone la sua visione alla nostra visione, siamo d'accordo che la competenza statutaria della Regione vada difesa, siamo d'accordo che la competenza statutaria comporti una legislazione regionale che valorizzi e tuteli la pratica della professione di maestro di sci in Valle d'Aosta, siamo d'accordo che vi sia un albo professionale e che qualcuno lo gestisca, si chiami la struttura competente... si chiami AVMS, ci va bene, ma l'AVMS, al di là del custode dell'albo, non può pretendere di avere un rapporto privilegiato con le finanze regionali e mi sembra un ragionamento logico che sta in tutte le professioni! Vi parlo della professione di avvocato, quella che svolgo: c'è un Consiglio dell'ordine che viene finanziato dagli iscritti fra l'altro, di conseguenza si mantiene con i contributi che gli iscritti sono obbligati a versare perché per esercitare hanno l'obbligo di essere iscritti all'albo. Dopodiché vi sono diverse associazioni nell'ambito della categoria degli avvocati, ogni associazione fa i corsi che vuole, fa i convegni che vuole, chiede i contributi che vuole, ogni avvocato è libero di aderire a un'associazione piuttosto che ad un'altra o di non aderire a nessuna! Qui invece ci troviamo di fronte a questa duplice veste che ha l'AVMS di custode dell'albo e di libera associazione, che non è più libera perché vi è l'obbligo di aderirvi e chi vuol fare qualcosa in concorrenza nell'ambito della formazione e della promozione non lo può fare.

Riteniamo che la concorrenza sul campo della formazione e della promozione sia un beneficio per la Regione; le cito l'esempio, l'Assessore Pastoret lo conosce, di chi ha portato la seconda scuola di sci di Pila, che poi è riconfluita nella scuola storica... ai maestri di sci di Pila. Ha messo in moto una serie di meccanismi che sono stati recepiti, tanto che dopo un anno e mezzo di competizione c'è stato il riassorbimento dei cosiddetti "eretici", che però hanno portato in dote alla scuola tradizionale di Pila dei metodi innovativi, che altrimenti non sarebbero mai stati praticati, ma che sono metodi che in Trentino fanno parte dell'a, b, c dell'essere maestri di sci: ovvero andare negli alberghi, proporsi, lasciare "dépliant", ipotizzare un percorso di accompagnamento non limitato solo alle ore di lezione sulle piste, ma fare una serie di altre iniziative, che vanno a valorizzare la funzione del maestro di sci. È vietato fare questo, Assessore Pastoret? È reato fare questo? No. Il problema è che per fare questo quel pugno di coraggiosi lo ha fatto "mettendo mano alle loro tasche", con l'ostracismo della Regione e dell'AVMS: questa è la realtà, voi questo non lo volete capire e non riusciamo a capire quale sia il motivo per cui continuate a sovrapporre i 2 livelli: quello dell'associazionismo rispetto a quello della tenuta dell'albo, del custode della professionalità dei maestri di sci. Siamo per la differenziazione dei 2 ruoli in una logica di mercato che non è, Presidente Caveri, il mercato selvaggio; il mercato selvaggio è quando non c'è un albo professionale, il mercato selvaggio è quando non ci sono le regole che regolamentano una professione. Abbiamo l'albo, abbiamo la legge, abbiamo la struttura regionale competente, dov'è il mercato selvaggio? Non c'è il mercato selvaggio!

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (GM) - Credo che un piccolo problema sia dovuto alla mancanza di un chiarimento, che non so se sia una sfortuna non voluta o se sia un fatto che abbia un significato che non conosco. Nella legge n. 44 e in questa non si parla mai del Collegio regionale valdostano dei maestri di sci. Il Presidente Caveri sa per motivi privati quanto mi hanno toccato le sue parole e quanto tra l'altro di condivisibile e di vero c'è su quello che ha detto sull'insieme del problema dei maestri di sci che rende necessario proteggere questa professione nella nostra Regione. La legge nazionale a cui ha fatto riferimento attribuisce però una serie di compiti ai collegi regionali dei maestri di sci, la legge n. 44 dice che i maestri possono confluire nell'AVMS da altri collegi regionali, fa costantemente richiamo in 3 o 4 punti al Collegio nazionale, ma del Collegio regionale non vi è traccia. Se ne dovrebbe dedurre che l'AVMS è il Collegio regionale, allora perché non lo si scrive? Ma a questo punto l'AVMS non ne ha le caratteristiche, onori ed oneri di Collegio regionale, senza confondere con un conflitto di interesse la situazione associativa che può anche essere unica e la situazione di inquadramento giuridico. La situazione associativa è una situazione parasindacale o sindacale, difende gli interessi di una certa categoria nel modo in cui l'Associazione ritiene siano meglio difesi; altri potrebbero pensare che sia diverso oppure tutti potrebbero confluire, non sono proibite le associazioni uniche. Questo sommato al punto successivo - in cui l'Assessore ha rifiutato di accettare che i maestri liberi professionisti possano esercitare l'attività in modo associato, quando in questo Paese il Codice civile riconosce la libertà di associazione, addirittura citando le associazioni non riconosciute che sono differenziate rispetto alle associazioni riconosciute che hanno personalità giuridica ottenuta presso l'autorità prefettizia - fa sì che non si capisca perché questo Collegio regionale sia scomparso dal "corpus" giuridico regionale che riguarda i maestri di sci, salvo far riferimento ad altri collegi regionali, al Collegio nazionale... Forse sarebbe stato opportuno un chiarimento di questi punti, che avrebbe portato probabilmente, senza negare neanche uno dei punti che ha illustrato il Presidente, chiarendo il fatto che l'albo o il collegio è una cosa, l'Associazione altra cosa. Questo mi sembra essere il punto di fondo di tale questione, che non mi sembra risolto. È vero che la legge nazionale stabilisce una serie di cose che ci danno tutta una serie di poteri, ma è vero che lo fa sulla base di un Collegio regionale che qui non è mai stato definito, salvo - come direbbe l'Assessore - per analogia dire: "abbiamo sottointeso che sia l'AVMS". Questo mi sembra il punto che andrebbe chiarito.

Président - La parole au Président de la Région, Caveri.

Caveri (UV) - Solo per un chiarimento. Adesso non ho la norma sottomano, ce l'avrò nel pomeriggio, ma, quando in Valle d'Aosta è stata recepita la legge n. 81/1991, è stato chiarito che l'Associazione valdostana maestri di sci è il Collegio regionale. Credo sia una polemica inesistente, nel senso che questa coincidenza dell'AVMS con il Collegio regionale è avvenuta con una normativa regionale, di cui vi darò conto nel pomeriggio.

Président - Je soumets au vote l'amendement n° 5 du groupe "La Casa delle Libertà", qui récite:

Emendamento

Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:

"Articolo 01

(Modificazione all'articolo 1)

1. Al comma 2 dell'articolo 1 della legge regionale 31 dicembre 1999, n. 44 (Disciplina della professione di maestro di sci e delle scuole di sci in Valle d'Aosta. Abrogazione delle leggi regionali 1° dicembre 1986, n. 59, 6 settembre 1991, n. 58 e 16 dicembre 1992, n. 74), le parole ", assicurando il coordinamento con l'Associazione Valdostana Maestri di Sci (AVMS), di cui all'articolo 26" sono soppresse.

Conseillers présents: 30

Votants: 24

Pour: 8

Contre: 16

Abstentions: 6 (Comé, Ferraris, Fiou, Lanièce, Stacchetti, Viérin Marco)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Nous suspendons les travaux pour ce matin. Le Conseil est convoqué à 15 heures 30.

La séance est levée.

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La séance se termine à 13 heures 13.