Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 3087 del 7 novembre 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 3087/XII - Interpellanza: "Regolamentazione dell'attività di movimentazione degli inerti".

Interpellanza

Premesso:

- che gli agenti del Corpo Forestale Valdostano hanno proceduto al fermo amministrativo di diversi automezzi e hanno irrogato pesanti sanzioni pecuniarie a imprese edili valdostane in relazione a presunte irregolarità nel trasporto di inerti in cantiere;

- che tale vicenda, scaturita da una rigida interpretazione della legge e da un vuoto normativo, penalizza seriamente le aziende interessate e rischia di paralizzare l'attività di molte altre;

- che il Presidente della Regione, nella sua veste di Prefetto, ha confermato il sequestro dei camion e le sanzioni irrogate, respingendo i ricorsi delle aziende interessate ed emanando ordinanze d'ingiunzione nei loro confronti, nonostante il parere di un consulente legale dell'Amministrazione regionale ammettesse la possibilità di configurare tali trasporti secondo lo schema contrattuale del "nolo a caldo", previsto dalla normativa vigente nello speciale comparto dei lavori pubblici;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione e/o l'Assessore delegato per sapere:

1) per quali ragioni il parere fornito dal consulente legale è stato ignorato o comunque ritenuto inattendibile;

2) se e quali iniziative l'Amministrazione regionale intende adottare al più presto per evitare che l'applicazione rigorosa o l'interpretazione rigida di norme giuridiche possano penalizzare l'attività di movimentazione degli inerti e pregiudicare la continuità di molte imprese del settore.

F.to: Tibaldi - Frassy

Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Anche questo è un fatto di stridente attualità visto che riguarda un comparto economico alquanto importante nella nostra Regione: il comparto edile; comparto che è stato protagonista in questo caso negativo di una serie di sequestri e sanzioni che sono state comminate dall'Autorità. Senza entrare nel merito, visto che vi sono uffici competenti per questa ragione, siamo rimasti però basiti da una serie di osservazioni che sono state pubblicate sui giornali. In particolare, il Presidente della Regione ha convalidato il fermo e le sanzioni ai danni di alcune aziende valdostane, poiché il Corpo forestale aveva constatato l'utilizzo di mezzi di trasporto in maniera irregolare, di conseguenza non sono state revocate le multe, anzi sono state confermate, però questo è stato fatto nonostante un parere contrario che la Regione, in particolare il Presidente immagino nella sua funzione prefettizia, avesse chiesto a un primario studio italiano. Vorremmo capire, Presidente: "per quali ragioni il parere fornito dal consulente è stato ignorato o ritenuto inattendibile", perché, se c'è un parere autorevole, questo parere doveva essere di conforto anche per il suo comportamento successivo.

La seconda domanda, di qui l'interpellanza, è quali sono le intenzioni dell'Amministrazione per dirimere questo confine estremamente sottile, che possa permettere alle imprese edili di lavorare con maggiore tranquillità. Alle aziende è stato contestato che per utilizzare i camion in quel modo sia necessaria un'autorizzazione di trasporto per conto terzi e che il cosiddetto "nolo a caldo" non sia ammissibile. Vogliamo sapere come vi state muovendo per venire incontro anche alle legittime aspirazioni e i legittimi interessi di imprenditori che devono soddisfare anche le esigenze degli enti appaltanti e dei loro clienti e non possono continuare in assenza di una norma certa e soprattutto con delle interpretazioni che, ancorché giuste, vanno a penalizzare notevolmente lo svolgimento delle attività.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Questo è un argomento molto delicato perché, fra l'altro, il parere fornito dal consulente legale è stato richiesto ed acquisito nell'ambito del procedimento avviato a seguito del ricorso promosso dai destinatari dei verbali elevati dagli agenti del Corpo forestale e questo è avvenuto nei confronti del Presidente della Regione in qualità di Prefetto. Questa quindi è una procedura in cui non agisco come esponente di vertice della Regione, ma come esponente dell'apparato pubblico investito direttamente delle funzioni di competenza statale, che altrove sono conferite al Prefetto, per cui è una situazione particolarmente delicata e, come cercherò di spiegare, è anche una situazione che ha nell'organizzazione amministrativa delle funzioni prefettizie delle sue particolarità. La prima cosa rispetto alla quale mi sento di correggerla è che non è stato il Presidente a respingere, perché il Presidente delega permanentemente i funzionari delle sanzioni amministrative, che hanno firmato anche in questa occasione l'ordinanza in cui si è...

(interruzione del Vicepresidente Tibaldi, fuori microfono)

... esatto, ma lei in un passaggio ha detto: "lei ha respinto la richiesta dei presentatori". Non è così, ma non è un fatto per togliersi una responsabilità, le sanzioni amministrative - perché in questo caso parliamo di una sanzione amministrativa che è il fermo dei camion - ha una procedura che va meglio esplicitata e ci stiamo lavorando sopra con il Coordinatore dell'Ufficio legale e legislativo, ma oggi, in effetti, ci troviamo di fronte ad una situazione nella quale, quando viene presentato un provvedimento di tale genere che deve essere esaminato, esso viene esaminato dagli uffici preposti e dai funzionari assegnati, che agiscono in piena autonomia di giudizio. In questa loro autonomia di giudizio, come hanno esplicitato nelle ordinanze emanate in esito ai procedimenti di ricorso, come lo hanno motivato? Lo hanno motivato dicendo che il parere fornito dal consulente legale, prof. Garancini, non era convincente a fronte di 2 pareri esplicitati dall'Ufficio della motorizzazione civile di Aosta, che davano ragione al Corpo forestale nella sua decisione. Credo che la questione sia molto delicata, immagino che ci si trovi di fronte da parte degli imprenditori ad una scelta di ricorso al Tribunale civile, cosa che loro possono fare, perché una delle difficoltà di affrontare complessivamente il "dossier" è derivata, da una parte, da un'assenza totale di giurisprudenza in materia; dall'altra, dal fatto che attorno a tale vicenda vi è stato un caricamento emotivo che ha poco a che fare con la freddezza delle risultanze amministrative, ossia si dice: "noi licenziamo, noi dobbiamo bloccare i camion, il Corpo forestale deve farsi i fatti suoi e non occuparsi di questa materia". Vi sono stati insomma una serie di pronunciamenti fortemente emotivi che sono stati pronunciati anche di fronte a me, mentre la logica è oggi quella di affrontare in maniera fredda le carte e trovare delle soluzioni. Fra queste soluzioni, eccettuato che sull'episodio in sé dovrà pronunciarsi definitivamente il Tribunale di Aosta, resta da dire che, per quel che è delle iniziative intraprese, ho l'impressione che con le imprese interessate abbiamo avviato un dialogo costruttivo alla ricerca di una soluzione legislativa. Naturalmente non ho ancora contezza del fatto che la soluzione che prospettiamo dal punto di vista legislativo possa incunearsi nel delicatissimo intrico della vicenda fra nolo a caldo e conto terzi e direi ancora nella delicatezza del rapporto fra la legislazione degli appalti e il Codice della strada. Fatto è che comunque nel disegno di legge recante la nuova disciplina della gestione dei rifiuti, che è all'esame delle Commissioni consiliari, è stata presentata questa norma che esclude dalla configurazione in termini di attività di autotrasporto per conto terzi con tutto ciò che ne consegue il trasporto degli inerti derivanti da operazioni di scavo, demolizione e costruzione effettuato dalle ditte nell'ambito dell'attività di cantiere delle correlate attività di stoccaggio, deposito e spostamento avvalendosi dello schema contrattuale del cosiddetto "nolo a caldo", locazione di mezzo con conducente. Il ragionamento che si fa, che era già presente per i rifiuti all'interno della nuova disciplina della gestione dei rifiuti, è quello di una sorta di prolungamento fisico del cantiere, perché è sicuro che il nolo a caldo in un cantiere è consentito, il dubbio che ha portato alla sospensione dell'utilizzo e del fermo di quei mezzi deriva dal fatto che sembra altrettanto inoppugnabile, a giudizio dei funzionari che si sono occupati della vicenda, in contraddizione con quanto ha detto il prof. Garancini, che parrebbe non aver tenuto conto del fatto che noi, in questa circostanza, ci trovavamo non di fronte a un appalto, ma ad un sistema di concessione, fatto sta che, comunque oggi si veda questo tema, rispetto al quale sarà la giurisprudenza a dirci qual è il punto di caduta e il punto di equilibrio, oggi con la legislazione regionale tenderemmo a spingerci fino a dire che nella configurazione di uno scavo di inerti il cantiere non si esaurisce all'interno del cantiere medesimo, ma esiste una specie di appendice logica al cantiere, che è laddove gli inerti vengono lavorati. Immaginando che il trasporto che avviene potrebbe avvenire con un nolo a caldo e non con un trasporto conto terzi, cosa che sarebbe resa obbligatoria qualora tu adoperassi dei camion che non sono di tua proprietà, è proprio nella circostanza particolare che gli inerti non "muoiono" all'interno di quel cantiere, ma devono essere lavorati in un altro cantiere che è la proiezione del cantiere dove avviene lo scavo.

Sono diventato purtroppo un esperto della materia, è una questione molto complessa; mi auguro, da un lato, che il tribunale ci consenta di capire qual è la linea dirimente di questa polemica e mi sono convinto che, così come si configura la situazione attuale, non è un caso che alla fine gli stessi imprenditori chiedono di avere una legislazione nuova, perché è probabile che la prospettazione che più volte ci è stata fatta di una legittimità del nolo a caldo... secondo me, scricchiola rispetto non tanto all'interpretazione della legge quanto all'interpretazione della legge più i "buchi" della legislazione attuale. Credo quindi che questa polemica sia destinata a rifluire e ad implodere in sé stessa, trovando una soluzione equilibrata in una nuova normazione di tipo regionale.

Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - È un peccato che le lacune interpretative e le lacune normative alla fine abbiano un prezzo che deve essere pagato dagli imprenditori. È un peccato che ci si accorga di questi "buchi" della legislazione solo quando qualcuno paga il conto. Mi piacerebbe sapere se anche nelle altre Regioni vi è questo rigorismo nell'applicazione della legge, sono convinto che man mano che scendiamo verso sud si è più flessibili nell'interpretazione, ma queste sono considerazioni...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... non c'è bisogno di andare in Namibia, basta fermarci prima, andiamo verso il 45° parallelo e oltre...

Prendo atto di quanto lei ha detto su questo Comitato che da alcuni giornali viene definito di salvaguardia, che vede tutte le parti intorno allo stesso tavolo: imprenditori e giuristi della Regione affinché si possa trovare una soluzione. È auspicabile che tale soluzione si trovi al più presto, questo per permettere di lavorare a tali imprenditori, a coloro che fanno quotidianamente questa attività ed è un peccato che vadano a cozzare contro delle norme che sono veramente paradossali, perché l'utilizzo del camion con o senza autista viene interpretato in un modo, se il camion arriva fino al cantiere, può andare bene e, se va oltre, configura uno schema illecito e scatta la sanzione... Siamo al paradosso, troppe leggi, troppe norme che si contraddicono e mettono in difficoltà gli stessi agenti in questo caso del Corpo forestale nel dover intervenire ed applicare le norme vigenti; quindi prendiamo atto e auspichiamo che vi sia una certa celerità e logicità nell'affrontare la materia.

Per quanto riguarda la prima domanda, non ho capito perché questo parere sia stato ignorato, lei ha argomentato facendo un gioco di parole: "è stato ignorato perché non è stato considerato confortante"...

(nuova interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... purtroppo ci sarebbe piaciuto visionare da vicino questo parere, ma un suo Dirigente ci ha negato la possibilità di leggerlo perché esorbita dalle competenze ex articolo 116 del Consigliere regionale. La sua Dirigente mi risponde con un'argomentazione approfondita che la richiesta non può essere accolta, quindi oggi ci aspettavamo, anche se in versione sintetica, qualcosa di più, perché lo stesso Dirigente nel confermare la sanzione ha preso le distanze da quel parere, ma lei non ci ha detto niente nella risposta, non so se vuole avere un supplemento di risposta per dirci qualcosa in più, perché qui non è stata data una risposta alla prima domanda; ha detto: "abbiamo preso le distanze", punto e basta. Visto che lei ha detto: "distinguiamo perché non sono stato io fisicamente a confermare la cosa", perché queste funzioni prefettizie sono state delegate ad un suo Dirigente, visto che ha avuto il buon gusto di accogliere... perché poteva anche evitare la risposta in Consiglio regionale se la questione è meramente prefettizia... oppure non fa obiezioni e la Presidenza del Consiglio l'ammette... mi aspettavo che sul primo punto vi fosse una risposta, invece la risposta non vi è stata. Presidente, questo è un voler nascondere degli atti dovuti, ossia cavillare sull'articolo 116, sulle nostre possibilità! Mi sembra esagerato e quindi tale interpellanza non ha avuto una sostanziale risposta al punto n. 1. Mi piacerebbe capire se la sua Dirigente poteva opporre quelle considerazioni e quindi negarci il parere. È un parere che immagino sia stato richiesto attingendo ai fondi regionali, con un incarico che prevede una deliberazione di Giunta, non vedo perché un Consigliere non possa averne copia per leggere le motivazioni giuridiche... che, secondo questo autorevole legale, è stato considerato inattendibile. Con questa nota di insoddisfazione e di rammarico prendiamo atto di una risposta che è parzialmente inevasa.