Oggetto del Consiglio n. 3026 del 4 ottobre 2007 - Verbale

OGGETTO N. 3026/XII - APPROVAZIONE DI RISOLUZIONE: "INIZIATIVE PER UNA CORRETTA ARMONIZZAZIONE TRA ATTIVITÀ AGRICOLE E URBANIZZAZIONE DEL TERRITORIO".

Il Presidente PERRON propone di procedere all'esame della risoluzione, presentata dai Consiglieri BORRE, FEY, Teresa CHARLES, LANIÈCE, STACCHETTI, FERRARIS, VENTURELLA e SANDRI, iscritta in via d'urgenza all'ordine del giorno dell'adunanza in corso (oggetto n. 3019/XII).

Illustra il Consigliere BORRE.

Interviene il Consigliere MAQUIGNAZ.

Prende la parola, per mozione d'ordine, il Consigliere SANDRI (che chiede la sospensione della seduta).

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Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 17,51 alle ore 18,27.

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Ripresi i lavori, il Presidente PERRON richiama all'ordine il Consigliere MAQUIGNAZ ai sensi dell'articolo 47 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio.

Intervengono i Consiglieri STACCHETTI, FRASSY, Adriana VIÉRIN, SANDRI e BORTOT.

Replicano il Presidente della Regione CAVERI e l'Assessore all'Agricoltura e Risorse naturali ISABELLON.

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Si dà atto che, dalle ore 19,35, presiede il Vicepresidente TIBALDI e che, dalle ore 19,58, riassume la presidenza il Presidente PERRON.

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Il Presidente, ricordato che la mozione iscritta al punto 35 dell'ordine del giorno è ritirata, invita il Consiglio ad esprimersi sulla risoluzione in esame

IL CONSIGLIO

- con voti favorevoli: ventinove (presenti: trentadue; votanti: ventinove; astenuti: tre, i Consiglieri FRASSY, LATTANZI e TIBALDI);

APPROVA

la sottoriportata:

RISOLUZIONE

PREMESSO che da sempre le attività umane si sono svolte insieme ad animali domestici e che queste attività hanno prodotto nei secoli una cultura che è indispensabile per l'uomo e per una corretta gestione delle risorse e del territorio;

PRESO ATTO del "Caso Cimberio" che evidenzia come in taluni casi l'agricoltura sia vissuta come un problema di convivenza con parte della cittadinanza, anziché essere un momento economico-sociale di grande rilievo per la nostra Regione;

CONSTATATO che, pur nel rispetto della Magistratura, dal contenuto dell'ordinanza n. 394/07 del Tribunale di Aosta, laddove si scrive testualmente: "dalla documentazione fotografica in atti emerge chiaramente che il sito in questione, per la sua struttura e conformazione, è tale da rendere necessaria la periodica uscita degli animali quantomeno per bere, con la conseguenza che durante tale tragitto avvengono normalmente le deiezioni degli animali medesimi (che determinano le esalazioni maleodoranti e la cui mancata tempestiva rimozione da parte del titolare dell'attività determina oggettivamente l'insorgere di condizioni di vita per gli abitanti della zona in spregio di elementari condizioni igieniche)", sembra emergere più una questione di disagio e fastidio arrecati dalle deiezioni degli animali ai ricorrenti piuttosto che un rischio per la salute pubblica;

CONSIDERATO che il territorio regionale, per la densità abitativa e per lo sviluppo complessivo delle attività economiche, risulta in buona parte saturato e che tale situazione crea nuove difficoltà;

VERIFICATO, come alcuni recenti episodi dimostrano, che in tale contesto attività legate soprattutto all'agricoltura e all'artigianato, pur beneficiando della vicinanza di interessanti bacini di consumo, tendono ad essere confinate quando non rifiutate;

RIAFFERMATO che le diverse componenti economiche e sociali devono poter godere di pari dignità per garantire uno sviluppo equilibrato e sostenibile della Regione;

SOTTOLINEATO che la sottrazione di suolo alle attività agricole compromette le caratteristiche di ruralità di porzioni di territorio e che la concomitante urbanizzazione, talvolta limitata alla mera funzione "dormitorio", rende più difficile il processo di gestione del territorio stesso e provoca, ove non supportato dalla cultura del reciproco rispetto, episodi di conflittualità;

CONSIDERATO, tuttavia, che la Regione dispone di adeguati strumenti di programmazione, quali il Piano Territoriale Paesistico e il Programma di Sviluppo Rurale, che questi contengono strategie per una corretta armonizzazione della crescita dei diversi settori e che queste devono tenere in debito conto i problemi e le esigenze sopra evidenziate;

PRESO ATTO che il Decreto del Ministro della Sanità 5 settembre 1994 elenca in senso generale tra le industrie insalubri di prima classe anche gli allevamenti zootecnici;

CONSIDERATO che autorevole dottrina e giurisprudenza chiariscono che la definizione dell'elenco di cui sopra da parte del Ministero della Sanità rappresenta solo una determinazione in astratto delle strutture che possono essere considerate insalubri, ma che nel concreto spetta all'autorità comunale l'effettiva classificazione degli allevamenti zootecnici a seconda della situazione in essere;

RITENUTO che la declinazione delle norme e delle regole contenute nei citati strumenti, così come nel complesso delle varie normative igienico sanitarie, dell'aria, dei rifiuti, del rumore, debba tener conto delle responsabilità comunali nelle materie;

CONSIDERANDO come, soprattutto nelle situazioni che presentano elementi di criticità, sia necessario, nel rispetto della normativa, trovare di volta in volta le opportune soluzioni urbanistiche e tecnologiche, con l'accordo delle professionalità coinvolte, per consentire una civile convivenza, senza compromettere le attività economiche;

IL CONSIGLIO REGIONALE

DA MANDATO

al Governo regionale di:

1) intensificare il suo ruolo di controllo, specie sui piani regolatori comunali, sull'applicazione dei principi del PTP vigilando che non vi sia contraddizione con gli obiettivi del Piano di Sviluppo Rurale;

2) provvedere ad incentivare tutte quelle pratiche che possono ridurre l'impatto della gestione delle deiezioni animali incentivando forme di gestione comuni a più aziende con possibile sviluppo energetico delle stesse;

3) prevedere un monitoraggio, d'intesa con i comuni, che verifichi la situazione e le soluzioni riguardanti le singole situazioni locali;

4) assumere, in collaborazione con i Parlamentari, un percorso di modifica della normativa nazionale in merito alla classificazione dell'attività di allevamento che sancisca che il territorio montano, come quello valdostano, rappresenta una realtà caratterizzata da una parte da una alta commistione tra aree abitative e aziende agricole e dall'altra dalla presenza di aziende zootecniche costituite generalmente da un numero ridotto di capi, di cui è bene tenerne conto.

INVITA

l'Assessore all'Agricoltura e risorse naturali a costituire un Gruppo di lavoro interdisciplinare per la predisposizione di un documento coordinato della normativa in vigore ai fini della sua univoca interpretazione da parte degli enti interessati.

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