Oggetto del Consiglio n. 3007 del 3 ottobre 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 3007/XII - Raccolta differenziata dei rifiuti biodegradabili nella nostra regione. (Interpellanza)
Interpellanza
Ricordato che il recupero della frazione biodegradabile dei rifiuti al fine di ridurre i quantitativi avviati a smaltimento riveste un ruolo primario nell'attuare quanto previsto dalla strategia europea in materia di rifiuti e che la Direttiva 1999/31/CE in materia di discariche introduce, inoltre, specifici obiettivi di riduzione dei rifiuti organici da avviare allo smaltimento in discarica;
Constatato inoltre che l'incentivazione al compostaggio domestico è, tra le politiche di riduzione a monte della quantità di rifiuto da smaltire, una delle più importanti;
Considerato che in Valle d'Aosta la percentuale della frazione umida risulta essere intorno al 17-18%;
Rilevato come sia il Piano regionale di gestione dei rifiuti, approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 3188/XI del 15 aprile 2003, che la delibera di Giunta n. 543 del 28/02/2005 "Integrazione del piano regionale di gestione dei rifiuti approvato con deliberazione del consiglio regionale n. 3188/XI, del 15.4.2003. Approvazione di tre programmi operativi per lo smaltimento degli apparecchi contenenti PCB e PCT, per la riduzione della produzione dei rifiuti e per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da smaltire in discarica." prevedono iniziative molto parziali e limitate quali ad esempio l'attivazione di raccolte differenziate di tipo domiciliare della frazione organica (limitatamente ai Comuni con meno di 3.000 abitanti e laddove i singoli agglomerati abitativi consentono di raggiungere almeno 250 utenti);
Preso atto che le esperienze in aree e comprensori molto simili alla nostra realtà, ad esempio nella Val di Fiemme e nella provincia di Bolzano, recentemente oggetto di sopralluogo da parte della terza commissione consiliare, smentiscono la fondatezza delle limitazioni messe in atto dalla deliberazione 543/2005;
Ricordate inoltre le positive esperienze dei Comuni di La Salle, Etroubles, Ollomont e Bionaz.
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per sapere:
1) i dati relativi alla produzione di rifiuti urbani, differenziati e indifferenziati, suddivisi per sotto ambiti territoriali nel primo semestre 2007;
2) come si intende operare per attivare anche in Valle d'Aosta la raccolta differenziata dei rifiuti urbani biodegradabili in tutte le sue componenti al fine di ridurre la quantità, in volume e in peso, dei rifiuti da smaltire in discarica.
F.to: Venturella - Squarzino Secondina
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Ritorniamo a discutere con il Governo regionale su un problema: quello dei rifiuti, che si sta facendo sempre più pressante e che ha bisogno di soluzioni che vadano alla radice. La radice non è la soluzione tecnologica che ha testé indicato il Presidente Caveri, perché, riguardo questo problema, che è un problema globale, la sola soluzione tecnologica non è mai una risposta risolutiva del problema, ma è una delle risposte, ma non la sola; la risposta è a monte e credo che anche l'Assessore Cerise convenga con me che il problema è della riduzione, della prevenzione e della minimizzazione dei rifiuti. La pratica principe nella riduzione e minimizzazione dei rifiuti è quella relativa al compostaggio di quella parte di rifiuti, di quelli che sono in Valle d'Aosta, con una percentuale che è da "Guinness dei primati", i rifiuti biodegradabili, ossia i rifiuti organici, che siano scarti da cucina, che siano altri rifiuti provenienti da piccole operazioni di giardinaggio, sono quelli che sono più o meno intorno al 17-18%. Bene, proprio recentemente noi con un sopralluogo in III Commissione, guidati dal Presidente della III, siamo stati in Trentino e abbiamo osservato che l'ATO Val di Fiemme ha centrato la sua azione proprio sulla pratica, sulla diffusione in maniera capillare del compostaggio domestico e di prossimità, raggiungendo quel ATO - che ha per orografia, topografia, per territorio caratteristiche quasi simili alle nostre valli - percentuali che in media superano l'80% di raccolta differenziata. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che la quantità di rifiuti da portare in discarica si riduce enormemente, si riduce al 20%, rimane un residuo del 20%. Questa è la strada che crediamo la Regione debba percorrere, non vi sono altre strade, la strada è quella della riduzione dei rifiuti, quella dell'aumento della raccolta differenziata prima di innamorarci della soluzione tecnologica, panacea di tutti i mali, l'inceneritore! Cosa chiediamo al Governo regionale? Anzitutto un po' di dati più recenti di quelli che abbiamo richiesto il 2006, almeno il primo semestre 2007 se li ha, naturalmente sappiamo che i dati devono essere validati, ma ci accontenteremmo anche solo dei dati ufficiosi, perché crediamo che le variazioni non siano tanto significative.
La seconda domanda, quella più importante, è come si intende operare per far sì che in Valle d'Aosta la quantità di rifiuti marcescibili, quelli che danno più fastidio perché in discarica provocano cattivi odori, quelli che in massa e in peso sono più problematici... quali sono gli intendimenti di questo Governo per finalmente puntare all'obiettivo di ridurre i rifiuti attraverso l'aumento della raccolta differenziata soprattutto in questa fase?
Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.
Cerise (UV) - Argomento non nuovo, peraltro molti di tali aspetti sono stati già oggetto di riflessione e di considerazioni in quest'aula, ma "repetita iuvant"... e allora comincio con il dare dei dati. È importante sapere che disaggregando il dato complessivo per Comunità montana, per Comune di Aosta, che sono gli ambiti di riferimento, potremmo dire che, per quanto riguarda la Valdigne-Mont Blanc, siamo al 36%; Grand Paradis 34%; Grand Combin 36%; Monte Emilius 34%; Monte Cervino 35%; Evançon 34%; Monte Rosa 37%; Walser 35%; Comune di Aosta 43%; totale della Regione 37%.
Per quanto riguarda i rifiuti biodegradabili, a parte quanto già contenuto nel Piano regionale sulla gestione dei rifiuti, approvato dal Consiglio nel 2003, voglio ricordare il programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da smaltire in discarica contenuto nella deliberazione della Giunta regionale n. 543 del 28 febbraio 2005, che aveva come obiettivo fra l'altro quello di valutare la possibilità di intersecare tutta una serie di filoni di rifiuti biodegradabili che provengono da filiere determinate, ospedali, mense... Fermo restando l'obiettivo principale, enunciato sia nel piano, sia negli atti amministrativi, compresa la deliberazione che dicevo prima che nel titolo parla specificatamente di riduzione di rifiuti, concetto che poi verrà riportato nella proposta di legge che il Governo regionale ha presentato, la scelta su come trattare i rifiuti biodegradabili non può prescindere da cosa la Regione intende fare in via definitiva con i rifiuti residuali e mi spiego. Se l'opzione fosse quella, immaginiamo di avere un'altra discarica, lei sa bene che nella discarica i rifiuti così non si potranno più mettere, quindi devono essere comunque pretrattati; allora, se l'opzione fosse quella della discarica, bisognerà studiare delle fasi di pretrattamento e ricostruire tutta la filiera secondo le caratteristiche merceologiche dei singoli rifiuti e di conseguenza dire: "va bene, raccogliamo". Noi, peraltro, abbiamo visto anche altri sistemi, non ultimo la possibilità di premiare con degli sconti tariffari chi farà il compostaggio domestico, proposta che credo abbiate fatto anche voi, ma voi l'avete fatta sulla base comunale che non è possibile fare, perché la tariffa non viene individuata a livello di Comune: viene individuata a livello di sub ATO o al limite di Comune di Aosta, ma prima bisogna costruire la tariffa e poi possiamo anche immaginare una quota di sconto per chi fa il compostaggio domestico: questo è già incentivare tale tipo di attività attraverso la defiscalizzazione... se vogliamo la diminuzione di tariffazione... Ci troveremmo comunque a che fare con un residuo dell'ordine di un 10-15%, oggi siamo al 17% dell'umido, ebbene questo bisognerà immaginare di pretrattarlo, di fare del compostaggio, di fare un sistema di trattamento per poi trasformarlo in sostanza...
Se il discorso dovesse essere quello di portare i rifiuti fuori Valle, bisogna capire come lo vogliono il rifiuto, perché il rifiuto fuori Valle difficilmente ce lo accettano così, nel senso che l'umido non lo vuole nessuno, per ovvi motivi, soprattutto se vai a portarlo in casa d'altri; quindi bisognerà pensare di vagliare il rifiuto, tirare via il materiale che compone l'umido e anche qui immaginare di fare un sistema di trattamento per produrre dei "compost"... parliamo di stabilizzazione che forse è il termine giusto. Posso anche dirle cosa succederà nel caso facessimo il termovalorizzatore noi: si tratta di capire cosa vogliamo termovalorizzare e come.
Visto che la sua domanda voleva escludere l'aspetto finale, che è un appuntamento assolutamente ineludibile per ricostruire la filiera della raccolta e del trattamento dei rifiuti prima dell'eliminazione finale, vi sono 2 strade, non vi sono tante cose da fare: la prima è quella di continuare a fare la battaglia per ridurre la produzione dei rifiuti, mettendoci dentro tutto; la seconda è quella di fare in modo che, laddove è possibile, questo rifiuto sia in qualche modo intercettato, da un lato, attraverso delle azioni di filiera, che sia la Regione, gli ATO, per fare in modo che si intercettino queste produzioni nei centri di produzione - mense... -; dall'altro, sul singolo cittadino, ossia per dirla un po' così: "fatevi la fossa e mettetecelo dentro, con dei sistemi di premio che possono essere quelli che ho detto prima". Non facciamo però la cosa molto più semplice di quella che non è... intanto sulla tariffa siamo "in alto mare", non qui, ma in tutta Italia, perché la tariffa, stando a quello che dice il decreto n. 152 per essere identificata, bisogna prima chiarire le voci di costo, poi fare una concertazione... in ogni caso un'azione minimale posso immaginare di poterla fare.
L'altra cosa che sono invece poco propenso a sponsorizzare è l'apertura di una cosiddetta "filiera di compostaggio domestico" laddove non si ha la possibilità di avere uno spazio agricolo dove depositare tali rifiuti, questo perché cosa ne facciamo una volta raccolto tale materiale a livello di singolo cittadino? Dobbiamo mettere in piedi dei centri di stabilizzazione, che hanno dei grossi problemi perché generano degli odori che sono nauseabondi, nessuno li vuole. In Valle d'Aosta peraltro vi sono dei problemi di rallentamento nel processo di stabilizzazione dovuto ai fattori climatici, per cui su questo sarei prudente, mentre sarei disponibile ad accelerare nell'ambito del processo di compostaggio di tipo agricolo, utilizzare qualche spazio, cosa che avviene già, altrimenti non si spiegherebbe come mai abbiamo il 17%. Se si facesse in modo che a livello di sub ATO questa cosa venisse ancora più stimolata, può darsi che questo 17% scendesse anche al 10%, ma sotto tale soglia è difficile poter arrivare.
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Assessore, volevo richiamare la sua attenzione e quella dei colleghi proprio su quello che lei ha citato: su quella famosa deliberazione del febbraio 2005, che disponeva l'integrazione del Piano regionale dei rifiuti del 2003. Proprio su quel programma del febbraio 2005 cosa si scriveva? Si scriveva che all'attivazione nei termini - sul compostaggio naturalmente - e secondo le modalità indicate dal piano di raccolte differenziate di tipo domiciliare della frazione organica, limitatamente ai Comuni con non meno di 3.000 abitanti e laddove i singoli agglomerati abitativi consentono di raggiungere almeno 250 utenti... Vorrei dire, Assessore, che queste limitazioni sono state smentite nei fatti proprio dai nostri sopralluoghi, perché abbiamo potuto apprezzare che anche i nuclei con meno di 3.000 abitanti e con meno di 250 utenti - naturalmente sia essi non selezionati che selezionati, ossia famiglie, piccole imprese - le raccolte differenziate dell'umido funzionano eccome! Certo, ci vuole più responsabilità dei Comuni e dei sub ATO, certo che in prima battuta si aumentano i costi, ma questo aumento viene compensato dal fatto che non si portano più i rifiuti in discarica, che è il grande problema! Perché, se riuscissimo a limitare il conferimento in discarica alla sola frazione secca, leggera, buona parte dei problemi di tipo ambientale sarebbero risolti. Quello che ci pare è che il Governo regionale inizi a considerare il problema dalla parte della coda, prima abbiamo la soluzione tecnologica e poi pensiamo al resto, ma non è vero, anche perché il disegno di legge regionale che lei ha presentato è la mera riproposizione degli obiettivi che sono del 40%, 50%, 60% di raccolta differenziata. Pensiamo che la Valle d'Aosta, dotata di capacità e di autonomia, non riesca a far molto di più, a puntare a raggiungere degli obiettivi che sono ormai obiettivi raggiunti dalle altre località montane? Pensiamo che in Valle d'Aosta non riusciamo a superare l'80% della raccolta differenziata? Ma non abbiamo proprio fiducia dei nostri cittadini? È chiaro che esistono dei problemi quali: ma dove mettiamo il "compost" che originiamo? Ma certo! Abbiamo però circa il 70% di territorio e forse il 70% delle utenze, che possono ben riutilizzare il proprio umido, lo scarto da cucina direttamente nell'area verde, nel proprio giardino. Ho qui un esempio di buona pratica del 2006 a cura dell'Osservatorio nazionale dei rifiuti, in cui grande importanza viene data ai cosiddetti "rifiuti biodegradabili", è una delle buone pratiche da mettere in campo; ad esempio, il Comune di La Salle è già stato un anticipatore, perché ha distribuito a ben 180 famiglie i "composter", fa già una riduzione del 15% della tassa sui rifiuti! Abbiamo queste esperienze, perché non le esportiamo? Non c'è solo l'esempio di La Salle, ve ne sono altri. Se non si vuole uscire dalla Regione, abbiamo nella Coumba Freida, nella valle dell'Assessore Marguerettaz, 3 Comuni che stanno lavorando in maniera egregia raggiungendo in neanche 6 mesi percentuali di raccolta differenziata di oltre il 60%: mi riferisco ad Ollomont, Bionaz e Etroubles. Esportiamoli allora, non partiamo dalla coda, non partiamo dalla soluzione tecnologica che è rappresentata dall'inceneritore, partiamo dall'inizio, che è quello di far sì che il ciclo dei rifiuti sia sì chiuso, ma prima bisogna far sì che la raccolta differenziata sia almeno in linea con le realtà non dico italiane, perché sappiamo tutti quali sono i problemi, ma almeno dell'arco alpino. Perché, togliendo la Liguria, che è il fanalino di coda con la Campania dell'Italia, la Valle d'Aosta, rispetto alla raccolta differenziata, non se la passa molto bene. Ci si confronterà, Assessore, in Commissione e in Consiglio, ma almeno per costruire un processo condiviso, si parte dall'inizio che è quello di aumentare la raccolta differenziata. Abbiamo gli strumenti e le "leve", facciamolo!