Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2917 del 25 luglio 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2917/XII - Regolamentazione dell'attività di reclutamento di clienti della Casa da gioco di Saint-Vincent. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso che le risposte alla nostra interpellanza del 24 maggio ci hanno lasciato alcune perplessità ed incertezze qui di seguito elencate e precisamente al numero:

1) il fatto che la Casa da gioco abbia stipulato contratti con i segnalatori o porteur che non prevedono garanzie personali sulle posizioni debitorie dei propri clienti appare al di fuori di ogni logica. Il compenso, anche se modificato nel sistema, ci risulta prevedere una percentuale sul cambiato e non sul perso (dal cliente). Ci pare, invece, richiamare la dovuta attenzione sul fatto che non siano richieste garanzie reali e personali al porteur il quale presenta il cliente, si prende la percentuale stabilita contrattualmente e non risponde di eventuali insoluti;

2) il totale degli assegni insoluti dal gennaio 2006 al 30 maggio 2007 è di 1,239 milioni di euro. Non rileva il fatto che l'azienda abbia concordato un piano di rientro in quanto, a fronte di mancati pagamenti (di rientro), la stessa azienda non usufruisce di alcuna azione legale di recupero (art. 1933 cod. civ.). Pur ammettendo il rientro dell'importo specificato resterebbe una buona parte a carico di Regione poiché l'importo passato a perdite nel conto economico si risolve in un carico economico per l'ente pubblico. Certamente, ammesso e non concesso che il compenso stabilito contrattualmente sia del 5% e il totale del cambio si riferisca a quanto prodotto dai clienti dei porteur, la percentuale pagata ammonterebbe a ben 5 milioni di euro circa. Ne deriva che il 20% circa di detta percentuale equivale alle perdite per assegni insoluti. Il che non è di poco momento come, invece, si intende prospettare. Se l'importo del cambio assegni fosse esclusivamente quello concesso alla totalità dei clienti procacciati, la cosa sarebbe ben più grave;

3) che il recupero delle somme non pagate sia a carico dell'azienda è ovvio ma, stante l'articolo 6 del Disciplinare citato, l'ovvietà non dovrebbe riversarsi sull'Amministrazione regionale. Sicuramente, e lo speriamo, gli importi degli insoluti saranno passati a perdite nel conto economico e, pur prevedendo il recupero in tempi più o meno lunghi e la relativa iscrizione tra le sopravvenienze attive, lo ripetiamo non devono essere a carico di Regione. Non si può continuare a gestire la casa da gioco, in specie l'ufficio cambio assegni, ritenendo una perdita da assegno insoluto come un minore ricavo. La gestione pubblica è tale da far ricadere le perdite da insoluti sull'amministrazione dell'ente pubblico e, quindi, una decurtazione delle entrate tributarie. Non pare giusto a noi e dovrebbe essere la stessa cosa per tutti!

Il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore competente per conoscere:

a) se pare corretto, pur nell'autonomia gestionale della Casino S.p.a., che il contratto col porteur non preveda una garanzia reale e personale in caso di insoluti stante il fatto che, come si reputa aver dimostrato, essi ricadono a carico dell'Amministrazione regionale;

b) se si intenda prevedere, in occasione della modifica del Disciplinare del 2003, di statuire un importo fisso e massimo a carico della Regione quale quota ritenuta congruamente fisiologica esclusivamente per i clienti non segnalati (porteur). Al tempo stesso, logicamente, non si dovrebbe più ammettere il contratto esistente con i segnalatori che lamentiamo troppo oneroso;

c) se non si intenda prevedere, a seconda delle responsabilità aziendali di dirigenti e membri del CdA, l'accollo di perdite derivanti dal cambio assegni oltre i limiti imposti dal regolamento dell'Ufficio cambio assegni anche in ragione della natura giuridica dei debiti di gioco;

d) per quali motivazioni l'Amministrazione regionale può essere d'accordo con un sistema contrattuale che prevede la non obbligatorietà della garanzia da parte del presentatore del cliente e a maggior ragione, con un pagamento di percentuali sul cambiato anche con una diminuita percentuale.

F.to: Bortot

Presidente - La parola al Consigliere Bortot.

Bortot (Arc-VA) - L'Assessore ride, sapete perché? Perché l'ultima volta su questo argomento mi ha imbrogliato non male, dicendomi che gli assegni non andati a buon fine dei clienti procacciati dai "porteurs" ammontavano a 1,7% del bilancio della casa da gioco ed effettivamente è così e io me la sono bevuta. Non mi ha dato la percentuale effettiva degli assegni andati a vuoto sull'ammontare degli assegni dei clienti procacciati dai "porteurs" e allora lì le cose cambiano e parecchio e non so se forse abbiamo bisogno di tale figura, perché il rischio è che la percentuale che paghiamo ai "porteurs" sia superiore al volume di affari che essi ci portano alla casa da gioco. Vi cito un dato, non la voglio fare lunga, sentiremo la risposta dell'Assessore: il totale degli assegni insoluti dal 1° gennaio 2006 al 30 maggio 2007, nemmeno un anno e mezzo, è di 1.239.000 euro, mi sembra una cifra esorbitante.

Siccome non vi è traccia sulla bozza dell'anonimo disciplinare che circola per la Valle d'Aosta, relativa ai nuovi rapporti fra la casa da gioco e l'Amministrazione regionale, di definire meglio il contratto fra la casa da gioco e questi Signori, siccome nella relazione del "CdA" al bilancio 2006 della casa da gioco sull'argomento "porteurs" si fa riferimento a un contratto fra la casa da gioco e questa figura, ma sembra che sia irreperibile tale tipo di contratto, evidentemente occorrerà "metterci mano", perché a questi Signori sui giocatori procacciati che cambiano il denaro ci riconosciamo una percentuale non indifferente. Se poi gli assegni non vanno a buon fine, in teoria rimangono a carico della casa da gioco, ma, essendo la casa da gioco in rosso rispetto all'Amministrazione regionale, sono tutti soldi che di fatto poi vengono scaricati sull'Amministrazione regionale essendo a tutti gli effetti una perdita che dobbiamo riparare. L'ho detta in modo un po' ironico non troppo pesante, ma l'argomento richiede un'estrema attenzione. Dobbiamo definire il nuovo disciplinare e dobbiamo pretendere che nel nuovo disciplinare si ridefinisca il contratto fra casa da gioco e questi Signori nella massima trasparenza. La richiesta all'Assessore è di capire se si sta lavorando in questa direzione o meno.

Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Sono ben lieto di rispondere al collega Bortot precisando che do le risposte coerenti con le domande che mi vengono fatte, quindi non mi permetto di imbrogliare nessuno. Se uno vuole avere delle risposte di un certo tipo, mi faccia delle domande... quindi, se uno ha in testa una domanda, ma ne fa un'altra... poi ha una risposta e mi dice che l'ho imbrogliato. No, deve fare un po' di autocritica dicendo: "ho sbagliato a fare la domanda", allora se sbaglia a fare la domanda, poi io rispondo come si deve rispondere.

Rispetto a questo argomento, lei tocca uno degli argomenti che mi hanno visto molto, ma molto attento con delle sollecitazioni al Consiglio di amministrazione a partire dal 2003, che posso darle visto che non era in quest'aula.

Nella prima domanda chiede: "se pare corretto, pur nell'autonomia gestionale della Casino S.p.a., che il contratto col porteur non preveda una garanzia reale e personale in caso di insoluti stante il fatto che, come si reputa aver dimostrato, essi ricadono a carico dell'Amministrazione regionale", solo per chiarimento sull'Amministrazione regionale non ricade nulla, perché l'insoluto va a finire solo sul bilancio della "Casinò S.p.a.". Se lei intende che questo ricade sull'Amministrazione regionale come azionista, può esprimere un concetto corretto; se lei dice altra cosa, non è così, dice cose che non sono corrette, tant'è che gli introiti di gioco sono costituiti dalla sommatoria delle risultanze dei "bordereaux" di ogni singolo tavolo da gioco. Sugli stessi non assume rilevanza il mancato pagamento di assegni negoziati per la provvista dei gettoni, questi vengono poi introdotti nel bilancio. Il 52% che viene alla Regione quindi è calcolato indipendentemente dagli insoluti. Ciò premesso, appare evidente che solo indirettamente gli stessi ricadono a carico dell'Amministrazione regionale, in quanto nei bilanci della società vengono dapprima accantonati al fondo svalutazione crediti gli importi dei crediti di cui non si ha la certezza del pagamento e successivamente, dopo aver esperito tutto l'iter del recupero, l'importo corrispondente a detti crediti nella misura residuale diventa un costo per l'azienda, influendo definitivamente sul risultato di esercizio. La garanzia personale e reale eventualmente richiesta al "porteur" ha comportato nel passato oneri aggiuntivi, conseguenti all'erogazione di un maggior compenso, ossia per spiegarle: il "porteur" prendeva una certa percentuale sul giocato, dopodiché, se dava le garanzie per quanto veniva permesso di gestire con la cassa assegni al cliente, c'era un supplemento. La nuova formulazione del contratto con i "porteurs", che prevede compensi unitari fissi per ogni tipologia di giocatore, riduce di molto i compensi da corrispondere, rafforza in capo all'azienda la potestà di autorizzazione al cambio nei limiti stabiliti dall'azienda stessa ed evita la necessità di rapportare i compensi ad una movimentazione di complessa valutazione.

Seconda domanda: "se si intenda prevedere, in occasione della modifica del disciplinare del 2003, di statuire un importo fisso e massimo a carico della Regione quale quota ritenuta congruamente fisiologica esclusivamente per i clienti non segnalati (porteur). Al tempo stesso, logicamente, non si dovrebbe più ammettere il contratto esistente con i segnalatori che lamentiamo troppo oneroso", probabilmente lei o chi glielo ha segnalato ha letto, aveva conoscenza di contratti o di disciplinari molto datati, perché l'attualità è diversa, ma anche nei numeri, e di molto! Se poi vorrà venire a verificare i dati con me, sarà interessante vedere qual è l'andamento dei costi dei "porteurs", che segnalo nel 2003 hanno avuto un apice con più di 3 milioni di euro. Quanto ipotizzato nella prima parte dell'interpellanza è già stato oggetto in passato di apposita regolamentazione, infatti il contratto di gestione della casa da gioco del 1966 prevedeva una compartecipazione della Regione al rischio dell'attività di cambio assegni nella misura dell'1,5 sul totale dei soli assegni di conto corrente accettati al cambio fino al massimo di spesa di 50 milioni di lire. Il successivo contratto di gestione del 1978 aboliva l'importo percentuale ed aumentava il contributo ad un importo fisso di 200 milioni di lire annue. Si è ritenuta opportuna l'abolizione di tale previsione contrattuale, in quanto l'attività dell'Ufficio cassa assegni è attività propria dell'azienda, che ne deve disporre nell'ambito della propria autonomia gestionale. L'eventuale compartecipazione dell'Amministrazione regionale nella gestione di detta attività e del rischio conseguente non è stata ritenuta accettabile. E qui comincio a darle dei dati, anche se non me li ha richiesti: il contratto dei "porteurs", come già detto, è stato modificato nel 2006 e i risultati di detta modifica hanno consentito di ridurre i costi a una media da euro 2.260.000 nei 4 anni precedenti ad euro 1.150.000 nel 2006, quindi 2005, 2004, 2003 e 2002 la media di soldi che abbiamo dato ai "porteurs" in questi 4 anni è stata di 2.260.000 euro annui, ma troverà che quelle provvigioni che abbiamo dato hanno avuto un apice nel 2003 di oltre 3 milioni. Nel 2006 1.150.000 quindi dimezzati rispetto a quella media dei 4 anni con quell'apice e sa quanto abbiamo speso nei primi 6 mesi del 2007? Abbiamo speso 190.000 euro. Spero che di questa risposta sia molto soddisfatto.

"Se non si intenda prevedere, a seconda delle responsabilità aziendali di dirigenti e membri del CdA, l'accollo di perdite derivanti dal cambio assegni oltre i limiti imposti dal regolamento dell'Ufficio cambio assegni anche in ragione della natura giuridica dei debiti di gioco", l'azienda ha approvato un regolamento dell'attività della cassa assegni assai rigoroso che prevede limiti di cambio e possibilità di deroghe solo in capo a precise funzioni apicali. Non è possibile operare oltre la previsione del regolamento, peraltro, nell'eventualità che ciò accadesse, la puntuale ricognizione degli organi di controllo aziendale evidenzierebbe anomalie da sottoporre all'attenzione del "CdA". Nessuna segnalazione di tale anomalie è pervenuta dal 28 febbraio 2006, data di insediamento dell'attuale "CdA".

Quarta domanda: "per quali motivazioni l'Amministrazione regionale può essere d'accordo con un sistema contrattuale che prevede la non obbligatorietà della garanzia da parte del presentatore del cliente e a maggior ragione, con un pagamento di percentuali sul cambiato anche con una diminuita percentuale", si ribadisce quanto già evidenziato precedentemente, ossia la diversa formulazione dell'accordo contrattuale con i "porteurs", che prevede compensi fissi in ragione della qualificazione dei clienti portati all'attenzione dell'azienda. La stessa ha ritenuto meno rischioso, nell'ottica di una corretta gestione del cliente, privilegiare il rapporto di continuità dell'attività di gioco evitando così il ripetersi di situazioni di criticità manifestatisi nel passato.

Presidente - La parola al Consigliere Bortot.

Bortot (Arc-VA) - A prima vista le risposte dell'Assessore Marguerettaz sembrano esaurienti. Se avessimo avuto il nuovo regolamento e il nuovo contratto fra "porteurs" e S.p.a., tutto questo lavoro sarebbe stato inutile e infatti dobbiamo fare interpellanze e interrogazioni per poter sapere che esistono dei nuovi regolamenti e dei nuovi dati. Evidentemente, dal punto di vista delle interpellanze e delle domande e delle cose da chiedere, dobbiamo "affinare" meglio i nostri strumenti e questa è una bella lezione che ho appreso oggi dall'Assessore Marguerettaz, saremo più precisi. Oggi le dico solo - se è possibile poi avere la nota... - che verificheremo le cose che ci ha detto con quello che effettivamente succede all'interno della casa da gioco. Un solo dato: il riparto fra casa da gioco e Regione però non è 52,48, abbiamo fatto un po' di conti, arriverà anche al 38, 40, a 60 aggiungendo i ripianamenti di bilancio... ma a questo riguardo faremo un'altra interrogazione precisa e puntuale.