Oggetto del Consiglio n. 2904 del 25 luglio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2904/XII - Modalità di regolamentazione dei percorsi formativi. (Interrogazione)
Interrogazione
Premesso che:
- l'apprendistato professionalizzante istituito con il D.lgs 276/03 demanda alle Regioni la regolamentazione dei percorsi formativi;
- la Giunta regionale si è sino ad ora limitata ad emanare disposizioni amministrative di tipo transitorio in attesa di definire in legge un'articolata regolamentazione;
- la Giunta ha proceduto a continue modifiche e proroghe delle proprie disposizioni, creando spesso confusione tra i soggetti interessati;
- la Giunta prorogando con i provvedimenti amministrativi ha espresso la mancanza di presupposti politici per la definizione di un disegno di legge in materia.
- l'assenza di una legge regionale non consente alle imprese di sfruttare appieno le potenzialità della "Riforma Biagi", tra le quali l'apprendistato di Alta Formazione che coinvolge le istituzioni universitarie;
- recentemente La Giunta ha stipulato una convenzione onerosa con il Politecnico di Torino finalizzata alla creazione di un polo formativo e di ricerca nell'edificio denominato "ex cotonificio Brambilla" sito in Verrès;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
il Presidente della Regione e l'Assessore delegato per conoscere:
1) quali sono le condizioni politiche alle quali fanno riferimento;
2) quali sono i tempi e i contenuti con i quali verrà predisposto il disegno di legge regionale a regolamentazione dell'Apprendistato professionalizzante.
F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - La proroga della durata del Protocollo di intesa per la regolamentazione transitoria dell'apprendistato professionalizzante, approvata con la deliberazione della Giunta regionale n. 73 in data 19 gennaio 2007, previo accordo con le parti sociali, è stata determinata da una serie di fattori che qui elenco:
- l'assenza di un quadro nazionale certo e di indicazioni operative precise circa l'evoluzione del sistema dell'apprendistato... anche in relazione alle 3 tipologie introdotte dal decreto legislativo n. 276/2003: "Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30" e dal successivo decreto legislativo n. 251/2004: "Disposizioni correttive del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, in materia di occupazione e mercato del lavoro"... contratto di apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione; contratto di apprendistato professionalizzante per il conseguimento di una qualificazione attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico-professionale; infine, terza tipologia, contratto di apprendistato per l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione;
- la situazione transitoria, questa è l'altra ragione, dalla "vecchia" alla "nuova" programmazione FSE, che porterà cambiamenti nell'allocazione delle risorse finanziarie nazionali e regionali;
- i processi di riforma del sistema di istruzione e formazione professionale parzialmente delineati dalla nuova legislatura, con particolare riferimento al tema dell'obbligo formativo;
- il periodo di sperimentazione regionale operativamente avviato solo nell'autunno 2006;
- l'assoluta necessità di dare continuità al processo intrapreso, portando a compimento gli obiettivi, a suo tempo definiti e sottoscritti nel Protocollo di intesa, che sono: a. sviluppo del confronto con le parti sociali al fine di valorizzare la reale valenza formativa del contratto di apprendistato; b. definizione di un modello operativo che valorizzi l'insieme delle attività formative formali e non formali del contratto di apprendistato; c. sviluppo di un sistema di certificazione delle competenze in correlazione alla definizione dei profili formativi e alla loro regolamentazione, anche tenendo conto dei risultati progressivamente acquisiti nell'ambito dell'azione di sistema per "la definizione del sistema regionale di certificazione delle competenze", rivolta alla "creazione del repertorio delle qualifiche professionali e dei relativi standard formativi minimi", avviata dall'Agenzia regionale del lavoro e che avrà caratteristiche di grandissima importanza, è un progetto che ho visto pochi giorni fa e sarà una novità molto forte; d. valorizzazione della figura del "tutor aziendale" regolamentata con D.M. 28 febbraio 2000, anche attraverso l'individuazione degli "standard" professionali e formativi per la definizione delle specifiche competenze; e. promozione di azioni sperimentali i cui esiti saranno progressivamente utilizzati per la formulazione degli atti necessari all'attuazione della normativa.
Con questo disegno ci troviamo di fronte a una mancanza delle condizioni politico-istituzionali derivanti dall'insediamento di un nuovo Governo nazionale, soprattutto da elementi di una grande contraddittorietà che da tale disegno emerge, perché, da un lato, si è deciso di mantenere vigile ed esistente la cosiddetta "riforma Moratti", spogliandola di fatto di elementi che a mio avviso erano interessanti, come quello del ritenere che formazione e istruzione avessero una stessa connotazione. Oggi la formazione è stata con le decisioni del Ministro Fioroni secolarizzata e d'altra parte va anche detto che la crescita dell'obbligo scolastico ha fatto in modo che ciò abbia inciso anche sulle caratteristiche della formazione professionale. In particolare, con riferimento alla sperimentazione in atto, l'attività formativa rivolta agli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzate ed agli apprendisti maggiorenni assunti ai sensi della legge 196/1997 è iniziata nei primi mesi del 2007 a seguito della presentazione ed approvazione dei piani formativi individuali di dettaglio degli apprendisti presentati a decorrere dal mese di ottobre 2006. Ciò significa che nel primo semestre di quest'anno sono stati avviati in formazione circa 500 apprendisti e circa 350 "tutor" aziendali. L'attività formativa rivolta agli apprendisti è annuale e si prevede pertanto che i soggetti coinvolti concludano l'attività formativa prevista dai piani approvati entro i primi mesi del 2008. L'Amministrazione regionale potrà pertanto procedere ad una verifica della sostenibilità del modello formativo proposto avendo monitorato e verificato almeno un primo ciclo annuale formativo concluso.
Per quel che è l'apprendistato per l'alta formazione, la Regione intende definire, nell'ambito dell'attività di revisione in corso del Piano di politica del lavoro per il triennio 2008-2010, le strategie e le forme incentivanti al fine di poter attivare tali opportunità per le imprese e per i giovani valdostani attraverso il coinvolgimento dei diversi soggetti interessati, prima fra tutti l'Università della Valle d'Aosta.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Ci aspettavamo qualcosa di più da questa risposta perché pensiamo che problematiche legate alla formazione, in particolar modo all'apprendistato, siano problematiche che incidono direttamente sulle situazioni di un indotto economico artigianato e industria, ma non solo, di tutto quello che è il comparto della produzione valdostana, che soffre spesso di alti costi e soffre di conseguenza dell'impossibilità di essere competitivo. Su questo argomento avevamo posto domande nei tempi passati, anche perché la sua risposta è una risposta breve, in quanto la sperimentazione a cui lei fa riferimento, autunno 2006, è la sperimentazione della seconda parte del progetto apprendistato istituito dal decreto legislativo n. 276, nel senso che nell'autunno 2006 è partito il percorso formativo completo, ma l'avvio dell'apprendistato professionalizzante risale a più di un anno prima, estate 2005, e dall'estate 2005 ad oggi sono passati 2 anni. Normalmente, quando qualcosa avviene a titolo sperimentale, sarebbe bene fermarsi, fare il punto della situazione e verificare se sia necessario effettuare o meno delle correzioni di rotta, invece lei ci lascia intendere che, con buona pace del risultato delle ormai prossime elezioni elettorali, le previsioni sono di andare fino al 2010 con un proseguimento delle sperimentazioni riferito all'alta formazione.
Le riflessioni che facciamo allora sono le seguenti. La "legge Biagi", con decreto legislativo n. 276, è norma dello Stato italiano e, al di là delle dichiarazioni più o meno capricciose dei vari Ministri del "Governo Prodi", essendo legge dello Stato, è legge che va praticata. La Regione Valle d'Aosta è rimasta, se non l'unica, una delle pochissime Regioni italiane a non aver legiferato in materia e a non aver dato di conseguenza piena possibilità alle aziende di poter gestire i 3 moduli previsti dalla "riforma Biagi" in materia di apprendistato. È vero che l'allora "Governo Berlusconi", a fronte della pigrizia legislativa delle Regioni, precisò con una circolare dell'allora Ministro Maroni, che era possibile dare avvio all'apprendistato, perlomeno a quello professionalizzante, sul presupposto che i contratti collettivi ne prevedessero il percorso formativo, a prescindere dalla legislazione regionale, ma noi Regione turistica rileviamo che per un paradosso il contratto del turismo di questi apprendistati non fa menzione e che tutto il comparto del turismo non può dare applicazione all'apprendistato professionalizzante, che fra l'altro consente di inserire i giovani fino a 29 anni rispetto ai 24 anni non compiuti, limite d'età previsto dalla vecchia legge degli anni '50: la n. 25. Possiamo dire perciò che la pigrizia legislativa di questa maggioranza penalizza il comparto del turismo, ma le dobbiamo dire, Presidente, che la stessa cosa riguarda il percorso dell'alta formazione. Leggendo "Il Sole 24Ore" del 4 giugno 2007 c'è una rassegna dello "stato dell'arte" per tutto il comparto del nord, da Bergamo a Venezia, passando per il Piemonte orientale e quant'altro e vediamo che sono stati attivati percorsi per l'alta formazione in qualcosa come in 20 università del nord Italia. Abbiamo espresso la perplessità che, a fronte dell'Università della Valle d'Aosta, ma a fronte soprattutto di quella convenzione che avete recentemente predisposto con il Politecnico di Torino, finalizzata alla creazione di un polo formativo e di ricerca da allocarsi nell'ex cotonificio "Brambilla" di Verrès, non siano stati previsti dei percorsi di alta formazione.
La conclusione di questa breve replica perciò è uno sprone a voler superare non tanto condizioni di propaganda politica, ma quella che è una pigrizia politica, in quanto sarebbe opportuno che, a distanza ormai di 4 anni dal decreto legislativo n. 276 e di 2 anni dall'avvio della prima sperimentazione in questa Regione, si potesse "mettere mano" a un progetto legislativo organico, che possa dare attuazione completa a una materia complessa. Se il legislatore nazionale cambierà gli indirizzi, ci sarà la necessità di adeguarsi, ma aspettare che le affermazioni ideologiche di una certa Sinistra radicale contraria alla flessibilità del lavoro possano essere oggetto di attesa politica di questa Regione ci sembra politicamente non condivisibile.