Oggetto del Consiglio n. 2893 del 12 luglio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2893/XII - Reiezione della proposta di legge: "Modificazione alla legge regionale 19 agosto 1998, n. 47 (Salvaguardia delle caratteristiche e tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni walser della Valle del Lys)".
Articolo 1
(Sostituzione dell'articolo 2)
1. L'articolo 2 della legge regionale 19 agosto 1998, n. 47 (Salvaguardia delle caratteristiche e tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni Walser della Valle del Lys), è sostituito dal seguente:
"Articolo 2
(Individuazione dei Comuni)
1. Ai sensi dell'art. 1, la Regione individua i Comuni di Gressoney-La-Trinité, Gressoney-Saint-Jean e Issime quali sedi delle popolazioni di lingua tedesca della Valle del Lys appartenenti alla comunità Walser.".
Presidente - La parola al relatore, il Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Monsieur le Président, chères collègues et chers collègues, questa proposta di legge prende atto dal deliberato del "Dauernder Rat für die Wahrung der Walser Sprache und Kultur" (Consulta permanente per la salvaguardia della lingua e della cultura walser), che ha richiesto all'unanimità, di abrogare l'articolo 16 della legge regionale n. 21/2002, con cui si inseriva il Comune di Gaby tra quelli individuati dalla legge regionale n. 47/1998, sul cui territorio risiedono popolazioni di lingua tedesca appartenenti alla Comunità walser.
Il testo della legge, di un unico articolo, ripropone il testo originario del 1998, quindi è semplicemente una riproposizione di una legge approvata da questo Consiglio. Tale scelta appare motivata innanzitutto dal fatto che la legge n. 47/1998 ha come oggetto la salvaguardia delle caratteristiche e tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni walser della Valle del Lys ed, in particolare, identifica i Comuni ove "risiedono popolazioni di lingua tedesca". Nel 1999 la Repubblica italiana ha emanato una legge: la n. 482, che prevede norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, tra cui quelle germaniche, identificando come parametro di tali gruppi linguistici - credo all'articolo 4 - la rappresentanza di almeno il 15% della popolazione. Il Comune di Gaby, per affermazione propria, ha "un'identità linguistica propria" diversa da quella germanofona, quindi il suo inserimento fra i Comuni walser appare scorretto. Inoltre tale provvedimento, che risale al 2002, è - particolare importante - stato collegato alle modificazioni alla legge regionale n. 3/1993 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta) e ciò evidenzia la strumentalità di questo inserimento, pensato e realizzato al fine di soddisfare le mire di elezione, o di rielezione, di qualche personalità o di qualche ex Consigliere regionale dell'"Union Valdôtaine".
Oltre a sanare questo "vulnus" politico e questo sgarbo all'identità di una popolazione e dalla più stupefacente capacità di adattamento all'ambiente alpino, tale progetto di legge mira anche a rompere la tendenza all'uniformizzazione perpetrata dal movimento politico di maggioranza relativa del Consiglio regionale. La paura di perdere il potere, l'incapacità a dialogare con il diverso da sé, il costante uso della forza e del peso preponderante nei confronti dei propri alleati e degli enti locali e territoriali hanno portato l'"Union Valdôtaine" ad un totale dispregio di ogni minoranza in ogni settore. La vicenda dei Comuni walser quindi ne è una dimostrazione particolarmente pregnante, in quanto tale processo di uniformizzazione viene applicato proprio nel campo linguistico e culturale, di cui l'"Union Valdôtaine" si fa invece forte per giustificare il proprio ruolo, la propria identità, i propri diritti. Il voto su questa legge non è solo un voto a difesa della minoranza tedesca della Valle del Lys, ma è un voto per la libertà di tutte le Valdostane e di tutti i Valdostani.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale sulla proposta.
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Quella era la relazione, ma è opportuno evidentemente fare una serie di riflessioni e per questo occorre partire da una certa conoscenza storica del problema. Innanzitutto di chi stiamo parlando? Stiamo parlando dei Walser. I Walser sono una popolazione germanofona che dall'anno 1000 si è espansa dalla Svizzera orientale, il Liechtenstein, verso l'Austria e verso il Piemonte e la Valle d'Aosta e che ha dimostrato in tutti questi secoli una capacità straordinaria di adattamento alla montagna. È una popolazione che è riuscita a popolare ampi territori senza fare una guerra, senza alzare una volta la spada, senza tirare un colpo di fucile, ma solo sfruttando la propria capacità di relazionarsi con le popolazioni locali, con i feudatari, con i monaci, con i proprietari dei territori in cui volevano insediarsi offrendo a questi responsabili del territorio la loro straordinaria capacità di insediamento e di sfruttamento dei terreni più alti. Proprio in quei terreni che erano abbandonati o sottoutilizzati la popolazione walser riusciva ad ottenere, grazie alla propria industriosità, al proprio modo diverso di pensare alla montagna, dei risultati straordinari, quindi la loro capacità di utilizzare delle sementi particolarmente adattata alla montagna più alta... usavano dei miscugli di sementi di orzo, miglio, avena ed altri cereali che riuscivano a dare i propri frutti anche ad altezze superiori ai 1.000 metri e in periodi particolarmente difficili. Ricordo che uno dei momenti più terribili che è riuscito a superare la popolazione walser è stata la miniglaciazione del XVII secolo e non è un caso che uno dei più grandi studiosi di glaciologia che esistano in Europa è stato Monterin, un Walser di Gressoney, perché l'attenzione al territorio, all'ambiente e al clima era il supporto fondamentale per le risposte.
L'altro dato interessante che caratterizza la popolazione walser è questa idea di mettere in comunicazione le varie zone alpine senza passare per il fondovalle, ma utilizzando i colli e una viabilità di alta quota, quindi vi sono queste straordinarie comunità molto compatte e che riescono a relazionare, a "fare sistema" e a dare un benessere alle proprie famiglie, che sono da parti diverse dei crinali, ma sono fra loro collegate. Il Colle della Mologna, per esempio, collegava Gressoney e Issime con le valli abitate sul versante piemontese, altri colli portavano il collegamento fra Gressoney e Zermatt o fra Gressoney, Alagna e Macugnaga. Erano comunità che riuscivano ad utilizzare questa viabilità alpina, che è stata fondamentale per loro, perché consentiva di potersi sviluppare senza dover passare dal fondovalle, dove c'erano soldati e tutta una serie di problemi che avrebbero potuto portare del disagio; quindi una straordinaria capacità di tale popolo. Vorrei citare da un testo di Zanzi, Rizzi sui Walser nella storia delle Alpi un piccolo passo che ne dimostra la capacità:
"... selve mutate in boschi e pascoli, ad allevarvi il bestiame, a formar campi, edificare fabbricati per manipolarne e conservarne i prodotti, dopo le abitazioni sovente monofamiliari con ripari del bestiame, dei prodotti e degli attrezzi, utensili e manufatti, difesa dalle valanghe e da malintenzionati, pendenze utilizzate per la canalizzazione idrica e irrigatoria e più tardi per gli scivoli, adibiti a trasportare il legname d'opera lungo percorsi arditissimi, sempre con un'economicità e una funzionalità che appartengono alla storia della cultura materiale più raffinata, quindi in perenne mutamento come quella della scienza e della tecnica con le sue strutture ed evoluzioni atte a caratterizzare, insieme con lo spirito di libertà, una gente laboriosa nota presso i francofoni come gli "Allemands" e con nome esotico presso gli Italiani...".
Abbiamo quindi a che fare con una popolazione straordinariamente legata a questo territorio, ma capace di interpretarlo. Da qui dobbiamo non solo trarre motivo di rispetto per la cultura walser, ma anche di insegnamento, perché è una popolazione che in tutti questi secoli ha saputo ottimizzare il confronto fra l'uomo e il territorio. Vi è il bisogno di riscoprire il mondo walser, perché ci può essere utile per la loro mentalità non aggressiva e non di occupazione del territorio, ma la loro capacità di utilizzare il cervello, l'intelligenza, l'artigianalità, la manualità per rafforzare un perfetto adattamento fra uomo e territorio, quindi un territorio che aiutava l'uomo, ma anche un uomo che aiutava il territorio. Credo sia tutto veramente un mondo da riscoprire.
Dal punto di vista storico, però, vi è qualche passaggio interessante, perché Gaby si è voluta staccare da Issime e adesso vuole, come ha deciso il suo Consiglio comunale, rimanere attaccata alla Comunità walser quando qualche anno fa aveva fatto scelte diverse. Vorrei citare i verbali del Consiglio regionale della seduta del 14 marzo 1952 - non credo che nessuno di voi se ne ricordi, anche se c'era un Perron in Consiglio regionale: Perron Maurizio che era di Arvier, ma non ho trovato altri con lo stesso cognome -, in quella seduta viene presa in considerazione la domanda di erezione in Comune della frazione Gaby in Comune di Issime, che dice:
"i sottoscritti elettori della frazione di Gaby in Comune di Issime, costituenti la maggioranza degli elettori rappresentanti oltre la metà del carico di tributi locali..." - ci tengono a far sapere che erano quelli che pagavano di più le tasse applicate alla frazione - "... inoltrano a codesto onorevole Consiglio di amministrazione..." - il Consiglio di amministrazione della Regione Valle d'Aosta, quindi chiamano il Consiglio di amministrazione il Consiglio Valle, manifestando un'idea non molto precisa delle nostre istituzioni - "... rispettosa domanda di erezione di Gaby in Comune autonomo con la denominazione di Comune di Gaby. I motivi dell'istanza sono i seguenti: punto primo, diversità di razza..." - e non contenti specificano , "... gli abitanti di Gaby sono di razza latina con dialetto romanzo, quelli di Issime sono di razza tedesca con dialetto tedesco, onde antagonismo secolare. Punto secondo...".
A dimostrare l'opposizione di interesse fra una frazione e l'altra giova riandare nella storia del passato. Fin dal 1756 gli abitanti di Gaby avevano inoltrato domanda all'autorità ecclesiastica tendente ad ottenere la variazione della loro Cappellania di San Michele in parrocchia autonoma, perché, data la lontananza e lo stato della strada che un'inondazione aveva devastata su tutto il percorso e rotto i ponti, i vecchi ed i bambini non potevano più recarsi alla Chiesa parrocchiale di Issime. Tale petizione rimase inevasa fino al 1786, causa la tenace opposizione del Comune, che prevedeva di dover concorrere alle spese della futura parrocchia. Ci rimetteva quindi il commercio del capoluogo meno frequentato dagli abitanti di Gaby. Finalmente eretta in parrocchia la Cappellania di San Michele, sorse il problema della ricostruzione della Chiesa dichiarata del Vescovo - qui taglio un po' perché non ci sono cose significative -, gli abitanti di Gaby comunque si appigliarono ad un'ultima alternativa di diventare Comune e il 2 febbraio 1791 il Comune di Issime deliberò all'unanimità l'erezione di Gaby in Comune. Il 2 maggio si decise la divisione del catasto. Mancava la firma del Re, che non venne però mai apposta perché nel frattempo era scoppiata la Rivoluzione francese e il nemico era penetrato in Savoia. Nel 1799 nuove istanze presso il Governo provvisorio repubblicano, ripetute anche presso l'Imperatore Napoleone nel 1800 e poi nuovamente nel 1821 presso il Governo piemontese non ebbero particolare successo. Non solo, ma il Re Carlo Felice, con decreto del 9 settembre 1823, negò la separazione dei Comuni e impose al Comune la ricostruzione della Chiesa di San Michele in Gaby, che era il contendere della situazione. L'insanabile dissidio fra le 2 frazioni per opposizione di interesse continuò durante tutto il secolo scorso e raggiunse un alto grado quando, diventato obbligatorio a carico dei Comuni l'insegnamento elementare (1911), gli 8 Consiglieri del capoluogo contro i 7 della frazione rifiutarono ostinatamente il concorso al mantenimento delle scuole di Gaby e qui si torna a scoprire qualche problema dell'oggi, il problema se le scuole elementari debbano stare a Gaby o a Issime... è una storia vecchia di 150 anni. Allora la frazione, forte per il numero maggiore dei suoi abitanti, risolse di capovolgere la situazione con l'ottenere la revisione del riparto dei Consiglieri contro la decisione... quindi la divisione dei Comuni è ben motivata dall'opposizione degli interessi fra le 2 frazioni. Se questo non è sufficiente a capire che non andavano d'accordo e che avevano 2 forme diverse, prendiamo anche la comunicazione del Comune di Issime, perché il Consiglio di amministrazione, il Consiglio regionale chiede a Issime su questa domanda come la pensa: "Issime è il solo Comune della Valle d'Aosta che consti di 2 frazioni la cui popolazione è di razza diversa. Il capoluogo di razza e dialetto tedesco, la frazione di Gaby di razza valdostana e con dialetto valdostano".
Questa è la storia e la storia poi disse che la Regione Valle d'Aosta nel suo Consiglio di amministrazione optò per accettare tale suddivisione. Arriviamo poi alla fine degli anni '90, quando viene identificata anche in Valle d'Aosta la minoranza walser e si forma la Comunità montana conseguentemente che raggruppa i 3 Comuni: Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité e Issime. Nel 1999 l'anno successivo a livello nazionale vengono approvate, con determinante e fruttuoso apporto del nostro Presidente della Regione, all'epoca Onorevole, le norme in materia di tutela di minoranze linguistiche e storiche, in cui si precisa con chiarezza che si deve identificare come minoranza linguistica un Comune in cui almeno il 15% della popolazione parli una determinata lingua. Ora, a Gaby non c'è nessuno che parli tedesco o walser, nessuno, lo dimostra il fatto che la Chiesa di San Michele, proprio per queste tradizioni storiche, ha tutta una serie di iscrizioni in italiano e in francese; lo dimostra il fatto che il Municipio, malgrado sia stata inserita una comunicazione... nella Comunità walser... in tutti questi anni non ha avuto il garbo di mettere la scritta in tedesco, ma vi sono solo scritte in italiano e francese; quindi è, come citano gli amici del 1952, un antagonismo secolare.
Tutto questo è stato smentito da una sciagurata scelta di tale Consiglio regionale, nel 2002, quando, per favorire determinati trucchi elettorali, si è deciso che si potesse sfruttare il meccanismo di elezione per i Walser anche per qualcuno di Gaby; allora si è fatto un "escamotage" per infilare Gaby in questa Comunità montana ed arrivare a poterlo inserire nel meccanismo elettorale. Ora quel meccanismo elettorale per fortuna non ha mai funzionato e questo progetto di legge, che era stato firmato dal sottoscritto, dai colleghi Fontana e Ferraris, ha avuto almeno un risultato positivo: dalla nuova legge elettorale, che successivamente è stata presentata e poi approvata da questo Consiglio regionale, il "meccanismo walser" è stato tolto. Abbiamo tolto dalla nostra legislazione quindi quello che era un obbrobrio e credo che questo sia molto positivo, il che non vuol dire che in futuro non dobbiamo ritornare a pensare a fare un collegio walser, questo è positivo, ma andando a riconoscere i dati fondamentali di tale questione, che comunque Gaby non c'entra assolutamente nulla e, se amministrativamente deve rimanere nella Comunità walser per una questione di continuità geografica, dal punto di vista culturale, non può e non deve essere identificato fra i Comuni walser, perché questo rischia di mettere in ulteriore difficoltà una minoranza linguistica che è già profondamente in difficoltà.
Qui torno e chiudo con l'illustrazione, perché bisogna tener conto di un concetto: vi è una tendenza molto forte e preoccupante all'uniformizzazione in Valle d'Aosta, lo si vede così come è impostata la scuola o il rapporto con gli enti locali, mentre io credo che ripartire dall'idea di una Valle d'Aosta articolata, in evoluzione, proprio come facevano i Walser, che avevano la capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici e storici... i Walser non si sono mai fatti problemi di chi comandava: la Chiesa, il Duca di Savoia, la Repubblica italiana, il Regno d'Italia, la Confederazione svizzera, non era importante quello: loro sapevano adattarsi, sapevano vivere, sopravvivere, svilupparsi grazie alla loro capacità di dedicarsi all'eccellenza nella gestione delle attività produttive. Noi dobbiamo imparare che la Valle d'Aosta non è più quella del 1946 o del 1921, è una Valle d'Aosta che evolve, che ha avuto l'apporto di altre popolazioni; altre popolazioni di anno in anno stanno arrivando, ma non riusciremo a capire profondamente cosa significa avere rispetto per questa evoluzione e aver la voglia di confrontarsi con tale evoluzione, fare quella politica di inclusione - che almeno a parole così bene diceva prima l'Assessore Marguerettaz -, se non "passiamo" ad essere precisi dal punto di vista del rispetto.
Capisco che i Comuni di Gaby, Issime e Gressoney-La-Trinité, che si sono espressi in modo negativo su questo provvedimento di legge, abbiano dovuto fare tale passo perché obbligati, nel senso che abbiamo un'Amministrazione regionale che non ama essere contraddetta, quindi, di fronte a un'iniziativa che veniva dall'opposizione, ci si "blinda" tutti. Dovete però rendervi conto che questa strada vi porta all'isolamento, a non guardare in faccia la realtà; perché non si vuole rispettare il popolo walser, che ha diritto di avere degli spazi separati, tutelati così come ce li ha la Valle d'Aosta rispetto allo Stato italiano, ma questa è una caratteristica utile anche a noi, perché, rispetto a tale realtà, potremmo fare una serie di riflessioni positive e averne da guadagnare.
Non ultima la questione linguistica. Credo che "se pencher un peu sur ce problème" potrebbe far fare qualche passo in avanti - non c'è oggi l'Assessore alla cultura - anche dal punto di vista scolastico. Se veramente noi abbiamo stima per questa popolazione, dovremmo fare in modo che il tedesco non possa essere solo insegnato a livello di elementari e medie, come succede oggi nella Valle di Gressoney, ma che i ragazzi di quella Valle, di origini tedesche o che vogliono vivere questa loro specialità, possano continuare nelle scuole medie superiori. Ora succede che, vuoi per l'autonomia scolastica, vuoi per questa scelta politica dell'"Union Valdôtaine", il tedesco sia boicottato in tutte le scuole medie superiori, così questi ragazzi non possono coltivare questa loro specialità: questo non è solo un danno per loro, è un danno per tutta la Valle d'Aosta, perché si riduce l'offerta formativa e si riduce anche la possibilità di avere una visione, perché avere in ogni scuola media superiore - Istituto dei geometri, Istituto tecnico commerciale, il Liceo classico e scientifico, eccetera, oltre al Liceo linguistico, l'unico che ce l'ha - un'offerta formativa in tedesco significa dare ai ragazzi una cosa in più, che poi loro si possono spendere in un'Europa in cui 1/4 della popolazione è di madrelingua tedesca e un altro 1/7 o 1/8 conosce il tedesco come seconda lingua. Questo è un dato fondamentale, che ci permette di muoverci nel Cantone vallese, che è proprio qui dietro, in modo più semplice, perché, appena passato Sion, Sierre, lì è tutto tedesco e potrebbe essere interessante fare delle gite lì, potendo avere tale capacità di relazione.
Tutta questa riflessione che portiamo avanti è solo un passaggio, credo sia un passaggio positivo, abbiamo "portato a casa" l'eliminazione dal progetto di legge delle elezioni del fallace meccanismo elettorale per i Walser ed è un dato positivo; oggi non ci sarà il voto positivo su questa restituzione di indipendenza culturale alla Comunità walser, ma ne avremo fatto un po' di riflessione sopra. Ci torneremo ma, finché non si metterà una parola di chiusura di tale situazione, restituendo alla germanofonia questa sua autonomia, credo che il sistema della Valle d'Aosta non sarà un sistema veramente democratico e rispettoso. Quando avverrà non lo so, mi auguro che avvenga nel minor tempo possibile.
Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.
Cerise (UV) - Oui, collègue Sandri, vous avez fait une très bonne représentation du territoire et des caractéristiques des gens de Gaby, je vous rappelle que c'est à Gaby que passe le grand sentier qui monte à la Mologne et vous avez aussi cité des raisons pour lesquelles le village de Gaby aurait demandé de se constituer en Commune. Je vous assure que sont les mêmes raisons que nous retrouvons dans toute cette situation... voire Montjovet et Champdepraz, même Perloz, Tour d'Hereraz, pourrait bien le dire le collègue Fey. Ce n'est pas correct de dire que les Walser se sont établis seulement dans les grands sommets des montagnes et des vallées, à Champdepraz il y a 2 villages: Viering et Gettaz des Allemands, qui sont d'origine walser, donc c'est plus complexe que cela l'installation des Walser dans nos montagnes. Il y a aussi des Walser qui sont dans des zones de plaine même si sont des zones contournées par des montagnes.
Revenant à la proposition de loi prédisposée par les Conseillers Sandri, Fontana Carmela et Ferraris, nous estimons qu'elle représente une dangereuse tentative de désagrégation de territorialités ethniques et territoriales de notre Région. Nous relevons qu'elle contient une attitude sûrement négligeable envers les sentiments, l'action et les efforts accomplis par cette communauté pour renforcer sa propre identité. Dans ce sens permettez-moi de remarquer comme cette proposition se pose en nette contradiction par rapport aux retentissantes et chaleureuses déclarations faites hier dans cette même salle par M. Sandri sur l'autodétermination des peuples. Il est incompréhensible la raison pour laquelle nous devrions mutiler cette Communauté en lui enlevant la Commune de Gaby, d'autant plus que nous avons une très performante démarche que je cite: une école primaire unique pour les Communes de Gaby et Issime, il a été constituée l'école secondaire de premier niveau communautaire, qui siège à Gressoney-Saint-Jean, qui est fréquentée par les étudiants des 4 Communes, donc c'est déjà une communauté en marche vers le futur; tout cela sert aussi pour faire dépasser les divisions du passé et dans ses cours sont produites 3 heures par semaine d'enseignement de la langue allemande, déjà étudiée aussi pour les enfants de Gaby dans l'école d'Issime. Je rappelle encore la souscription d'une convention pour la réalisation d'un écomusée walser sur le territoire des 4 Communes et on pourrait bien relever comme dans la Commune de Gaby on retrouve plusieurs toponymes allemands. D'ailleurs on ne peut pas négliger toute manifestation de contrariété à cette proposition de loi par les Communes concernées... et, permettez-moi de le dire, il s'est agi de déterminations prises en toute liberté et autonomie, sans aucune menace de la part de l'Administration régionale. Je ne sais pas avec qui vous avez parlé, moi j'ai d'autres informations et je peux vous assurer que les gens de cette Communauté, si elles ont la dignité que vous venez de dire, n'accepteraient pas de chantages de la part de la Région, donc si elles ont fait ce choix, l'ont fait en toute liberté et conscience. Pour tout cela nous croyons de ne pas pouvoir adhérer à des initiatives visées à diviser l'actuelle composition de la Communauté walser, donc nous donnerons un vote d'abstention sur cette proposition de loi.
Président - S'il n'y a pas de collègues qui souhaitent intervenir, je ferme la discussion générale.
La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Ho apprezzato almeno un tono dimesso del Vicepresidente della Regione, mi permetto di fare alcune osservazioni. Il mitico cammino della Mologne non parte da Gaby, ma da Gressoney, passa nell'alto territorio e non c'entra assolutamente nulla con Gaby, tanto che le proprietà dell'alta parte di Niel sono tutte di famiglie di Gressoney e nessuna di Gaby. Questa è una caratteristica, se si vuole divertire a leggersi qualcosa per informarsi in materia, oltre a questo libro di Zanzi e Rizzi sui Walser, può leggersi quello di Reinhold Messner sui Walser in estinzione. Lui parla molto bene di tale rischio di estinzione della lingua walser e della loro tradizione intorno al Monte Rosa, in cui si evidenzia che perfino il Colle del Sempione è stato inventato dai Walser, perché, proprio per questa loro scarsa confidenza con il fare le valli in basso, che potevano essere esposte a rischi, pericoli e brigantaggio, viaggiavano per le Alpi stando sempre molto in alto sulle montagne inventandosi i colli. Il Colle del Sempione è stato letteralmente inventato da loro ed è questa una delle caratteristiche che sta facendo riscoprire in tutto il mondo universitario proprio tale visione diversa della montagna, un modo di interpretare la montagna più ecologico, perché più rispettoso delle caratteristiche, anzi sfruttare le particolarità di queste caratteristiche a proprio vantaggio.
La seconda cosa che dobbiamo contestare rispetto a quanto detto dal Presidente pro tempore della Giunta è che nessuno con questa proposta di legge vuole mettere in discussione la nuova forma di organizzazione di scuola di cui lei ha parlato e su cui siamo contenti e convinti, nel senso che qui è solo per quanto riguarda la questione linguistica e culturale... è poi un fatto positivo che a livello amministrativo di scuola, di organizzazione di servizi territoriali, rifiuti, strade... debba essere una comunità unita... è bene che vi sia questo "melting pot" per cui i latino-romanzi di Gaby si confrontino con i germanofoni di Issime. Il che non vuol dire che non vi sia una tutela... che è esattamente quella che ha la nostra Regione rispetto allo Stato italiano. Voi continuate con questo voto di astensione ad avere "due pesi e due misure": quello che è per voi, è un diritto, quello che è per gli altri, non ve ne frega niente. È interessante che una delle poche cose che è riuscita a tirar fuori per difendere la propria posizione sia quella del museo, ossia nel vostro immaginario l'unica cosa che possono fare i Walser è finire in un museo, come una "roba" della storia, arrivederci e non se ne parla più... ma una televisione in tedesco... che vi sia un canale su tutto il territorio regionale... perché un po' di Walser si sono trasferiti a Gressoney e stanno a Saint-Vincent, Aosta, eccetera, perché non possono vedersi una televisione in tedesco? Una radio in tedesco in tutti questi anni l'avete fatta? Mai. Eppure avete fatto una legge nel 1999 che vi autoimpone di farla, ma non avete fatto niente, quindi questa è una disattenzione che non è casuale, ma premeditata. Si vuole mischiare quello che è un problema culturale con un problema amministrativo, e sull'amministrativo non abbiamo nessun dubbio: comunità montana così è e così rimane, ma a livello culturale e linguistico, tenuto conto che a livello nazionale ed internazionale vi deve essere una popolazione che parli quella lingua per riconoscere una caratteristica... non è che vi devono essere 2 toponimi in alto, che non vuol dire nulla... vi sono i toponimi perché nel Comune di Issime la colonia forte germanofona che adesso farebbe parte del territorio di Gaby è quella di Niel, ma solo perché era su quel sentiero della Mologne che lei diceva che va da Gressoney verso il Piemonte. Non dobbiamo fare demagogia, né vogliamo mettere in difficoltà nessuno, non vogliamo provocare un "dangereux problème à la Vallée d'Aoste néanmoins" a questi Comuni.
Un'ultima considerazione che volevo fare è sulla questione dell'autodeterminazione dei popoli. Ho capito che qui lei "non c'è", ma mai come oggi lo ha dimostrato. L'autodeterminazione dei popoli significa che il popolo vota, non il Consiglio comunale... ma io sono disponibile a prendere atto e a rispettare un voto dei Gressonari e delle Gressonare di Gressoney-La-Trinité, di Gressoney-Saint-Jean, degli abitanti di Issime e di Gaby, ma della popolazione, non dei Consigli comunali! Quella è l'autodeterminazione dei popoli, non degli eletti del popolo, dove voi avete un potere di determinazione che è vergognoso! Ho sempre detto: questi li avete trasformati in podestà al vostro servizio e non è un caso che spesso siano dei forestali o che a Gaby il sindaco sia per definizione un forestale...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... amico dell'Assessore Cerise pure, lo ha detto l'Assessore Marguerettaz, non io... prendo atto delle contraddizioni in seno all'"UV". Il forestale di Gaby abbiamo bisogno di portarlo in Consiglio regionale... si "violenta" una legge dello Stato: quella del 1999, si "violenta" una legge della Regione, si cambiano tutti i meccanismi elettorali, si mette Gaby lì e si cerca di fare; poi il forestale non è arrivato in Consiglio regionale, sfortuna! Finito quel sindaco forestale, però abbiamo fatto un altro forestale come sindaco e avanti di questo passo. Fra l'altro, non è l'unico forestale il sindaco... della Valle d'Aosta, dovremmo fare una riflessione sociologica su questo, per cui il podestà, per essere sicuro, deve essere anche forestale. È vero che questo è un passaggio in avanti che mi mancava e una chiave di lettura interessante.
Possiamo dire con soddisfazione che questa battaglia ha portato almeno a un risultato: che a livello di legge elettorale questa ignobile cosa del voto dei Walser, che è sempre servita solo all'"UV" per prendere un seggio in più, sia stata cancellata. Abbiamo riportato l'attenzione su questo tema, perché è un tema su cui forse conviene riflettere, capire, non è detto che la soluzione che abbiamo posto noi sia la più giusta, ma è stato un modo per attirare l'attenzione su questo tema. Credo che il rapporto fra la grande comunità francofona e quella germanofona sia un rapporto tutto da rivedere, mi auguro con questa discussione di avervi stimolato ad avere più curiosità ad affrontare tale problema. Se questo nei prossimi mesi darà qualche frutto, sarò il primo a riconoscere e accettare soluzioni che vadano in tale direzione, soprattutto se passeranno attraverso un referendum, ma fra la popolazione, non con i Consigli comunali. Questa parola, ogni volta che si pronuncia, vi fa fare un salto sulla sedia, però l'autodeterminazione dei popoli passa attraverso i referendum!
Presidente - La discussione generale è chiusa. Pongo in votazione l'articolo unico, facciamo solo la votazione finale:
Consiglieri presenti: 26
Votanti e favorevoli: 3
Astenuti: 23: (Borre, Bortot, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Fey, Isabellon, La Torre, Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Maquignaz, Marguerettaz, Ottoz, Perron, Praduroux, Rini, Salzone, Squarzino Secondina, Venturella, Vicquéry, Viérin Adriana)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Ai sensi dell'articolo 77, comma 2, la proposta di legge è respinta.
Il Consiglio respinge la proposta di legge n. 153.