Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2889 del 11 luglio 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2889/XII - Approvazione della risoluzione: Ricorso per conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale contro il disegno di legge costituzionale relativo al distacco del Comune di Carema dalla Regione Piemonte".

Risoluzione

Il Consiglio regionale

Vista la nota in data 25 giugno 2007 con cui il Presidente della Regione trasmette la richiesta del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie locali con la quale si sollecita il Consiglio regionale a pronunciarsi, ai sensi dell'articolo 132 della Costituzione, sullo schema del disegno di legge costituzionale, predisposto dal Ministro dell'Interno, che sancisce il distacco-aggregazione del Comune di Carema;

Rilevato

- che l'articolo 44 dello Statuto speciale della Valle d'Aosta prevede l'intervento del Presidente della Regione alle sedute del Consiglio dei Ministri quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione;

- che il Consiglio dei Ministri nella seduta del 23 maggio 2007 ha approvato il disegno di legge recante "Distacco del Comune di Carema dalla Regione Piemonte e sua aggregazione alla Regione Valle d'Aosta", senza aver previamente acquisito, come prescritto dall'art. 132, comma secondo, della Costituzione, il parere del Consiglio regionale;

- che il predetto disegno di legge è stato presentato alla Camera dei deputati il 4 giugno 2007;

- che il Consiglio dei Ministri non ha rispettato la procedura sancita in quanto la predetta deliberazione è stata adottata dal Consiglio dei Ministri senza la partecipazione del Presidente della Regione e quindi in violazione di quanto previsto dall'articolo 44 dello Statuto Speciale;

Preso atto con soddisfazione dello schema di disegno legge costituzionale presentato dal Governo recante modifica all'articolo 132, secondo comma, della Costituzione in tema di distacco-aggregazione di Comuni e Province, auspicando nel contempo l'inserimento nel testo di una corretta declinazione del principio dell'intesa;

Verificato comunque che non è stato rispettato il principio di leale collaborazione Stato-Regione, anche in considerazione di quanto statuito dalla Corte costituzionale, con sentenza n. 66 del 29 marzo 2007 relativa al ricorso per conflitto di attribuzione, sollevato dalla Regione avverso la richiesta di indizione del referendum per il distacco dalla Regione Piemonte e l'aggregazione alla Regione Valle d'Aosta del Comune di Noasca, la quale ha stabilito che "prima dei lavori legislativi che avranno inizio con l'eventuale presentazione del disegno di legge governativo" occorre provvedere "allo specifico e solenne coinvolgimento delle Regioni interessate" mediante la richiesta di parere al Consiglio regionale;

Richiamate tutte le motivazioni sopra esposte

Decide

di non pronunciarsi, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione, sullo schema di disegno di legge costituzionale concernente "Distacco del Comune di Carema dalla Regione Piemonte e sua aggregazione alla Regione Valle d'Aosta ai sensi dell'articolo 132, comma 2, della Costituzione";

Invita

la Giunta regionale a promuovere ricorso per conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale, ai sensi dell'articolo 134 della Costituzione, avverso la deliberazione del Consiglio dei Ministri del 23 maggio 2007 di approvazione del disegno di legge costituzionale recante "Distacco del Comune di Carema dalla Regione Piemonte e sua aggregazione alla Regione Valle d'Aosta ai sensi dell'articolo 132, comma 2, della Costituzione".

F.to: Cesal - Ferraris - Viérin Marco - Rini - Frassy - Vicquéry

Président - La parole au Conseiller Cesal.

Cesal (UV) - Molto brevemente, non starò ad annoiarvi circa le problematiche relative alla nota questione distacco-aggregazione del Comune di Carema, in quanto credo che tutti voi siate a conoscenza del referendum che si è svolto qualche mese fa e che ha dato un risultato favorevole al distacco di questo Comune dalla Regione Piemonte e la sua richiesta di aggregazione alla Regione Valle d'Aosta.

Occorre dire che sotto questo punto di vista il Presidente Caveri ha trasmesso al Consiglio regionale il 25 giugno scorso una nota, in cui il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali sollecitavano il Consiglio regionale a pronunciarsi ai sensi dell'articolo 132 della costituzione sullo schema di disegno di legge, che era stato predisposto dal Ministero dell'interno e dal Ministero degli affari regionali, con cui si sanciva il distacco - aggregazione del Comune di Carema dal Piemonte alla Val d'Aosta.

Da un rapido esame abbiamo rilevato che in questo caso non è stato rispettato l'articolo 44 del nostro Statuto speciale, che prevede l'intervento del Presidente della Regione alla sedute del Consiglio dei ministri in cui si tratta di un argomento riguardante la nostra Regione. Oltretutto il Consiglio dei ministri, approvando questo disegno di legge, non ha acquisito il previo parare, come prescritto dall'articolo 132 della costituzione, del Consiglio regionale della Val d'Aosta, ma che ha presentato alla Camera dei deputati direttamente questo disegno di legge, saltando il richiesto parere dal parte del Consiglio regionale della Val d'Aosta.

Quindi riteniamo che non sia stata rispettata la procedura in questo caso.

Prendiamo atto con soddisfazione del dibattito che si è innescato in questi ultimi mesi, inerenti questa problematica, con vari Comuni che hanno chiesto di trasferirsi da una Regione all'altra.

Prendiamo atto che il Consiglio dei ministri ha presentato un disegno di legge costituzionale per la definizione di queste procedure, mai avvenute nel corso dei 60 di storia repubblicana e che si stanno concentrando in questo periodo, quindi riteniamo positivo questo disegno di legge. Vorremmo solo che venisse meglio definito all'interno di questa nuova procedura il principio dell'intesa con la nostra Regione.

Oltretutto il Consiglio dei ministri non ha neanche rispettato la sentenza della Corte costituzionale, che aveva dato esito negativo per la Regione Val d'Aosta, quando si è discusso della questione riguardante Noasca, in cui si diceva che prima dei lavori legislativi che avranno inizio con l'eventuale presentazione del disegno di legge governativo, occorre provvedere allo specifico e solenne coinvolgimento delle Regioni interessate, mediante la richiesta del parere del Consiglio regionale.

Per quel che ci riguarda, quindi c'è una palese mancanza di rispetto di quelle che sono le procedure previste dalla legge in materia.

Detto questo, non vogliamo entrare nel merito del problema dell'aggregazione di Carema alla Regione Valle d'Aosta. Titolava l'ANSA questa mattina: Ricorso della Valle d'Aosta contro l'aggregazione di Carema; assolutamente non si tratta di questo, anzi, devo dire come Presidente della I Commissione ho provveduto a prendere contatti con il Sindaco di Carema, cercheremo di sentirlo nel corso delle prossime settimane. Ha un leggero problema di salute, non sa se potrà essere presente alla prossima riunione della Commissione programmata per giovedì della prossima settimana, ma ha dato la sua disponibilità e noi lo sentiremo per sensibilità istituzionale, in merito a quelle note storiche che ci ha trasmesso, relative ai rapporti fra il Comune di Carema e il Comune di Pont-Saint-Martin.

Con questo non vogliamo entrare nel merito della questione di Carema, vogliamo solo che siano rispettate le procedure previste dalla costituzione e le sentenze della Corte costituzionale in merito a questa problematica, che sta diventando sempre più complessa.

La risoluzione è stata firmata da tutti i gruppi, ad eccezione del gruppo "Arcobaleno" e dei "DS"; ritengo che trattandosi di una materia tecnica, in cui non intervengono delle motivazioni o non vengono dati dei giudizi di tipo politico, possa essere votata da tutti affinché si provveda a sciogliere questo dilemma.

Président - La parole au Conseiller Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Noi non voteremo la risoluzione per una motivazione di onestà intellettuale e di correttezza nei confronti della Corte costituzionale e del Governo nazionale, perché mi sembra abbastanza fuori luogo questo ennesimo "grido di dolore" rivolto alla Corte costituzionale per una presunta inadempienza del Governo nazionale, quando sul problema identico di Noasca abbiamo fatto molto peggio del Governo nazionale. Ricordiamo i passaggi. Con la deliberazione n. 2444 abbiamo a gennaio scorso deciso di non esprimerci sulla questione di Noasca dicendo che aspettavamo la sentenza della Corte costituzionale in materia; il 21 febbraio è arrivata la sentenza della Corte costituzionale, ma nessuno si è preoccupato di chiedere al Consiglio regionale cosa ne pensava, per cui la legge su Noasca è in Parlamento da mesi con il parere del Piemonte che è stato dato nel mese di gennaio di quest'anno dal Consiglio regionale del Piemonte senza il parere della Valle d'Aosta. Probabilmente allora il Governo ha ritenuto, visto che non abbiamo risposto per Noasca, che forse non ci interessava così tanto rispondere per Carema.

Credo che il Governo non abbia fatto bene a fare quella tempistica, ma di certo noi non ci siamo messi dalla parte della ragione, né ci mettiamo dalla parte della ragione quando andiamo a dire, come ha detto il collega Cesal, che il Presidente della Regione Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste... perché la Corte costituzionale usa - credo unico ente in tutto lo Stato italiano, perché la Regione non lo fa mai - il nome costituzionale della nostra Regione, appunto "Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste" ed è un merito del nostro Presidente aver ottenuto la dizione bilingue... in cui dice alla fine della sentenza n. 66 del 21 febbraio 2007 - ringrazio il Presidente per avermi dato le indicazioni per poterla ritrovare - che veniva rigettato il ricorso della Regione Valle d'Aosta perché non compete alla Regione di preoccuparsi dei vari passaggi dell'indizione del referendum, ma soprattutto non spetta al Presidente della Regione Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste partecipare alla seduta del Consiglio dei ministri, in cui si delibera l'indizione di tale referendum. Non è la stessa cosa, perché qui si parla dell'emanazione della legge, ma paro-paro vuol dire che la Corte costituzionale su questi punti qualcosa ha già detto. Non mi sembra giusto "partire sempre in tromba"... perché "Roma ce l'ha con noi, perché "noi siamo piccoli e loro sono cattivi".

Questa è una situazione di complessità istituzionale, come ha ricordato il Consigliere Cesal è una cosa che non era mai stata attuata in 50 anni di Repubblica, adesso per attuarla ci vuole una revisione di tutto il procedimento, ossia un provvedimento di legge presentato dal Governo, ma credo che questo ricorso alla Corte costituzionale voglia avere solo l'obiettivo di non far parlare il Consiglio regionale su Noasca e su Carema e su tutto questo meccanismo. Avete paura di discutere i contenuti e vi attaccate alla forma e noi qualcosa di contenuto lo diciamo già adesso. Credo che tutti noi possiamo essere convinti che, quando un popolo si può esprimere, debba essere tenuto in conto con grande rispetto quello che esprime. Se c'è una popolazione che a larga maggioranza chiede di poter essere annessa alla Valle d'Aosta, credo che dovremmo essere tutti contenti perché si dimostra che la nostra organizzazione va meglio che da altre parti, per cui c'è un'attrazione che facciamo, ma c'è un'unica risposta vera che si può dare ed è far decidere i Valdostani con un referendum, come richiede il Governo nazionale, che dice: "va bene, quando ci sono queste cose, non decide più il Parlamento, ma decide un referendum", dato che abbiamo a disposizione un referendum consultivo...

(interruzione del Consigliere Cesal, fuori microfono)

Caveri (fuori microfono) - ... la procedura dell'articolo 132... non è previsto il referendum...

Sandri (GV-DS-PSE) - ... non credo che nessuno impedisca al Governo regionale di proporre al Consiglio regionale un referendum consultivo che non ha valore legale, ma in cui si chiede ai Valdostani di dire cosa ne pensano di Carema o di Noasca.

Mi diventa difficile capire di richiederlo agli abitanti della Regione che deve perdere questi Comuni, perché è chiaro che quello è un modo di bloccare tutti i passaggi, però, dato che c'è una popolazione, e l'autodeterminazione dei popoli è un valore in cui tutti crediamo - o diciamo di credere -, credo che si debba riflettere su questa situazione non "a colpi" di ricorsi alla Corte costituzionale per rinviare la discussione in Consiglio regionale, tanto che stamani abbiamo depositato assieme alla collega Fontana e al collega Bortot un'interpellanza per sapere come mai su Noasca non diciamo più niente. La deliberazione che avevamo fatto a gennaio diceva di non esprimersi sullo schema di disegno di legge costituzionale in attesa della pronuncia della Corte costituzionale, in ordine al ricorso notificato il 27 luglio 2006 da parte della Regione; la Corte costituzionale è arrivata 4 mesi fa e non se n'è più saputo niente.

Noi approvando questa risoluzione cosa facciamo? Aspettiamo la Corte costituzionale a settembre-ottobre e poi ci dimenticheremo di Carema e finito lì? Se è questa la volontà, credo che questo sia un modo per non guardare in faccia la realtà. Vi sarà poi una maggioranza che dice "sì", una maggioranza che dice "no", una maggioranza che dirà "non so", o "è meglio chiedere al popolo", o "è meglio non chiedere al popolo": questo non è importante, ma non si può privare il Consiglio regionale di una discussione su tali 2 temi importanti, perché qui si parla dell'identità della Valle d'Aosta, ma anche della capacità della nostra Regione di essere una terra viva, una terra che sa dare un'impronta di vita e la vita vuol dire qualche volta espansione e qualche volta diminuzione, ma non è una "roba" stagnante; da questo punto di vista, non si può tentare di bloccare l'evoluzione dei tempi. Questi ricorsi alla Corte costituzionale sembrano solo un tentativo di rinviare un confronto con la realtà; la realtà è meglio guardarla negli occhi con più coraggio e con una visione da adulti si possono risolvere i problemi in un modo o nell'altro, ma occorre guardare in faccia la realtà!

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Chissà perché, quando eravamo un popolo di morti di fame, di montanari con il gozzo, nessuno aveva voglia di venire con la Valle d'Aosta... questo è un simpatico interrogativo che dovrebbe aleggiare sempre sull'aula nel discutere di tali argomenti. Ciò detto, vorrei sgombrare il campo da 2 cose dette dal Consigliere Sandri, che sono inesatte: la prima è che dovremmo pronunciarci su Noasca, no, perché il parere del Consiglio regionale è preventivo alla decisione del Consiglio dei ministri e non successivo: questo è chiarito dall'articolo 132 e soprattutto dalla legge applicativa dello stesso articolo. A suo tempo la Regione decise di non esprimersi ritenendo che si dovesse puntare sulla non applicabilità dell'articolo 132 alle particolari condizioni di autonomia e io sono convinto che siamo di fronte a una cattiva sentenza della Corte costituzionale, che nega il valore storico giuridico del decreto luogotenenziale e del successivo Statuto di autonomia, tanto che va detto che la proposta di modifica del 132 rende questo articolo più democratico di quanto sia scritto oggi. Cosa è successo? È successo che dopo il nostro parere, che è stato una non espressione in attesa della Corte costituzionale, il Governo è andato avanti e ha depositato il disegno di legge costituzionale; quindi non capisco perché oggi dovremmo pronunciarci su Noasca essendo il nostro parere un parere preventivo e non successivo.

Seconda considerazione: il Consigliere Sandri dice: "inventiamoci il referendum", facendo propria un'idea che ho letto sul sito degli "Arancioni" di Paolo Louvin. Fino a prova contraria, i nostri referendum sono regolati dall'articolo 15 dello Statuto, referendum regionale abrogativo, propositivo e consultivo. Non potremmo inventarci un referendum consultivo sullo spostamento dei Comuni, perché questo non sarebbe previsto dal nostro ordinamento, non potremmo neanche legittimamente decidere un referendum di questo genere con legge regionale non avendo un appiglio di tipo giuridico. È nel nuovo articolo 132 che si prevede il referendum... dice il testo presentato dal Ministro Chiti: "nelle Province interessate"... in realtà, abbiamo già scritto al Governo e non vi dico quale colorita espressione, perché tradirei l'amicizia con il Presidente Prodi, ha usato il Presidente per quelli che vogliono spostarsi delle Regioni, perché siamo di fronte a una situazione grottesca, così come è grottesca questa sorta di "embrassons-nous" che dovremmo fare nella logica referendaria che ci porterebbe fino a Lampedusa. Ciò detto, in questo momento non stiamo discutendo di Carema, lo ha fatto benissimo il Consiglio regionale del Piemonte e va bene. La determinazione del Consiglio regionale del Piemonte con la propria deliberazione è cristallina, i Piemontesi rivendicano una Carema piemontese con tutta una serie di motivazioni storiche, il Piemonte vuole che Carema resti in Piemonte!

Certo, l'autodeterminazione dei popoli... non si dica al sottoscritto che l'autodeterminazione dei popoli non è una cosa da seguire, ma se i popoli che si vogliono spostare da una Regione all'altra hanno la propria Regione di appartenenza ferocemente contraria per ragioni storico-culturali, allora è difficile inserirsi in questo argomento. In realtà, non dobbiamo oggi discutere di Carema, perché non possiamo farlo per la semplice ragione che per una terrificante "gaffe" il 23 maggio il Consiglio dei ministri ha deciso di inviare la richiesta di parere al Consiglio regionale della Valle d'Aosta e in contemporanea ha mandato il disegno di legge costituzionale in Parlamento; quindi "è cascato l'asino", perché invece la sentenza della Corte costituzionale chiarisce tale questione di quanto sia solenne il parere dei Consigli regionali. Tutta la sentenza della Corte è basata sul fatto che i Consigli regionali possono esprimersi previamente; a questo Consiglio regionale, a mio avviso, per un errore del Governo... e mi auguro che il Governo, quando faremo ricorso venerdì, ritiri il disegno di legge facendo quello che in gergo parlamentare si chiama "rigo nero", quindi cancelli il disegno di legge costituzionale, riporti in Consiglio dei ministri il disegno di legge, lo mandi per un nostro parere che noi esprimeremo, dopodiché essi potranno decidere di non tenere conto del parere, perché l'altra volta il Piemonte ha detto "no", ma il disegno di legge costituzionale di Noasca è andato avanti lo stesso... quindi credo che facciamo molto bene ad andare avanti. Così come facciamo molto bene a riaffermare la mia convinzione personale che anche su un altro punto la Corte costituzionale ha sbagliato, perché essa nega il diritto al Presidente della Regione di prendere parte al Consiglio dei ministri. Lo Statuto di autonomia è molto chiaro da questo punto di vista, in quanto dice: "il Presidente della Regione interviene alle sedute dei Consigli dei ministri, quando si trattano questioni che riguardano particolarmente la Regione", ma lo spostamento di un Comune o di 2 Comuni piemontesi verso la Regione, che modifica la geografia della Valle d'Aosta e l'elenco dei Comuni che ... Consigliere Sandri, ha modificato... perché il decreto luogotenenziale non è frutto di una qualche assemblea democratica: è frutto dei padri fondatori, perché si è ritenuto che la Provincia di Aosta, nata nel 1927, come bene descrive il Consiglio regionale del Piemonte... perché dice che la nascita della Provincia di Aosta era nata in una logica antivaldostana, lo dicono i Piemontesi, allora credo che si debba prendere atto di una necessità: quella di porre una questione seria, non in una logica antigovernativa. Ho già avuto modo di dirlo al Ministro Lanzillotta: ritengo che vi sia stato un errore materiale, ossia non si può, a fronte di una sentenza che dice certe cose, ritrovarsi poi con comportamenti diversi. La Corte dice: "lo specifico e solenne coinvolgimento delle Regioni interessate" e la parola "solenne" mi è piaciuta da matti, poi il 23 maggio deliberano di mandarlo al Consiglio regionale della Valle d'Aosta e in contemporanea il disegno di legge costituzionale va alle Camere; si è trattato di un errore materiale che deve essere rimediato, ma rispetto al quale non abbiamo alternative: dobbiamo ricorrere al giudice delle leggi.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Credo vi sia stato un errore materiale da parte del Governo, credo proprio che sia stata una svista. Mi chiedo se di fronte a tale svista l'unico strumento che abbiamo sia quello del ricorso alla Corte costituzionale, perché mi sembra che in questi ultimi mesi abbiamo fatto diverse volte questo ricorso alla Corte e che poi dobbiamo fare marcia indietro. Ricordo l'ultimo: 21 giugno 2007, la deliberazione n. 1659, in cui si ricorre dinanzi alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione in relazione a comportamenti tenuti, ad atti assunti dal Governo in relazione al procedimento di approvazione di uno schema di norme di attuazione in materia di catasto e via dicendo, poi, di fatto, il problema è stato risolto. Mi chiedo allora se ogni volta - questa penso sia proprio una svista, un errore - non vi siano altri strumenti che il ricorso alla Corte costituzionale o se non è possibile utilizzare altri strumenti, tanto più che nella sostanza il Governo ha risposto predisponendo giù uno strumento legislativo che consente di risolvere in modo chiaro ed efficace questa situazione.

Proprio nella relazione a tale disegno di legge costituzionale, che riguarda il distacco del Comune di Carema, si dicono 3 cose: prima cosa, questa legge la facciamo non perché vogliamo farla, ma perché c'è il famoso articolo 45 della legge n. 352/1970 in cui si dice che, quando c'è tale referendum - in questo caso il referendum di Carema -, nel caso di approvazione della proposta sottoposta a referendum, il Ministro dell'interno entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale presenta al Parlamento il disegno di legge costituzionale o ordinario di cui all'articolo 132 della Costituzione. È un rispetto di una legge quello di presentare entro 60 giorni questo. Capisco... ripeto, in premessa ho detto che, secondo me, è stata una scorrettezza, non si sono resi conto nella forma, ma nella sostanza c'è la presentazione di un disegno di legge perché i termini lo richiedono.

Seconda cosa: giustamente dice "abbiamo scelto la forma di legge costituzionale e non ordinaria per rispetto allo Statuto della Valle d'Aosta".

Terza: dice quanto riferito qui non esclude peraltro che la materia che è disciplinata da questo disegno di legge costituzionale possa essere in via generale regolamentata mediante lo strumento delle norme di attuazione statutarie allo scopo di definire i rapporti fra Stato e Regione. Dice: "guardate, noi facciamo questo", ma tale tema andrebbe inserito nelle norme di attuazione: questo sarebbe il campo più adatto per lavorare.

Quarto: si segnala infine che a fronte di tutto il problema a cui accennava prima il Presidente Caveri... ossia in questo momento si stanno moltiplicando le iniziative di Comuni che vogliono cambiare Regione, la legge attuale non è fatta in modo rispettoso di entrambe le realtà, per cui si segnala nella relazione introduttiva al disegno di legge costituzionale a cui ci riferiamo adesso che il 30 marzo 2007 il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale che modifica l'articolo 132 della Costituzione, che regolamenta le modalità per la fusione di Regioni, oppure regolamenta la possibilità di Province o Comuni che ne facciano richiesta di staccarsi da una Regione o di aggregarsi a un'altra. Qui allora si dice: "noi, rispetto a questo principio della Costituzione, abbiamo presentato un disegno di legge che razionalizza tale procedimento di distacco e di aggregazione di Comuni o Province da una Regione all'altra". In particolare, la riforma - questa legge costituzionale che è in Parlamento - per la parte che qui interessa prevede che la proposta per il passaggio di un Comune da una Regione ad un'altra - e qui rientrano Noasca e Carema - venga approvata mediante referendum dalla maggioranza delle popolazioni di ciascuna delle 2 Province interessate e non solo del Comune che chiede il distacco o l'aggregazione, come previsto dalla normativa attuale...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... certo, come è legge costituzionale questa del distacco del Comune di Carema, sono sullo stesso piano...

Caveri (fuori microfono) - ... ma il nostro procedimento è più avanti...

Squarzino (Arc-VA) - ... ho capito, stavo concludendo... Dicevo, sostanzialmente le cose sono state rispettate nella complessità del problema, quello che non è stato rispettato è il "sentiti i Consigli regionali", è vero. Mi chiedo allora... è una scelta, è proprio il caso che questo Consiglio faccia ricorso alla Corte costituzionale perché non sono stati sentiti i Consigli regionali? Non c'è un altro modo per far presente il nostro parere? Direi, proviamo domani, il Presidente Caveri è a Roma al Consiglio dei ministri, pone il problema, anche senza dover ricorrere alla Corte costituzionale; se poi questo non avviene, credo che si debba ricorrere alla Corte costituzionale tranquillamente.

Caveri (fuori microfono) - ... scadono i termini entro venerdì di ricorso alla Corte, siamo obbligati...

Squarzino (Arc-VA) - ... va bene, adesso le cose che dovevo dire le ho dette.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per il secondo intervento.

Sandri (GV-DS-PSE) - Innanzitutto mi ritengo offeso come Valdostano delle parole usate dal Presidente per descrivere un passato della nostra Regione, parole volgari di impeto e di getto, ma offensive per chi vive in questa Regione e ne condivide pienamente tutto il profondo senso di appartenenza. Qui bisogna fare alcune precisazioni, perché non esistono popoli di serie "A" e popoli di serie" B", esistono popoli e il loro diritto all'autodeterminazione, per cui se c'è un popolo di 100mila abitanti che è una piccola realtà in un grande Paese, come l'Italia, e che ha avuto riconosciuta la sua autonomia speciale, altrettanto questo popolo deve rispettare i 600 abitanti di Carema o i 200 abitanti di Noasca: non so se è così fragile la sua identità valdostana per aver paura di 800 abitanti in tutto! Credo che questo non sia nulla che debba spaventare la Valle d'Aosta, ma deve spaventare invece la Valle d'Aosta e questo Consiglio il non guardare la realtà.

Rigengo che si debba dare merito al Presidente della I Commissione di aver voluto in questa fase esprimere la volontà di ascoltare, visto che non si è ascoltato il Sindaco di Noasca, almeno il sindaco di Carema, perché su tale tema il Presidente ha invocato delle motivazioni storiche, credo che tutti abbiano ricevuto un'ampia documentazione inviataci dal Sindaco di Carema, in cui si evidenziano alcune piccole cose, del tipo che metà dell'attuale territorio di Pont-Saint-Martin fino a 70 anni fa era parte del territorio di Carema, quello che era il confine fra i 2 Comuni era il Lys, per cui il famoso Ponte del diavolo collegava Pont-Saint-Martin con Carema e non 2 pezzi di Pont-Saint-Martin e tutta la zona di Prati Nuovi, della stazione, quella che conosciamo oggi come l'ultimo territorio della Valle d'Aosta era Carema. Tant'è vero che la parrocchia oggi fa parte di Carema, vi sono tante famiglie di Pont-Saint-Martin che hanno le tombe di famiglia a Carema, perché c'è stato un po' di pasticcio nella divisione di questi territori, vi è una lunga storia che voi avrete letto, vi sono una serie di motivazioni storiche che identificano che Carema è al limite, ma è una parte di interfaccia fra Valle d'Aosta e Piemonte, ma forse più con caratteristiche piemontesi dal punto di vista linguistico, ma più di legami di famiglie valdostane dal punto di vista del radicamento delle famiglie. Questa è la realtà, è una realtà complessa: la vogliamo studiare? Non so quale sia la soluzione giusta, ma è una soluzione da guardare per quella che è, guardandone la storia dal '500 fino al '700, fino alla storia recente.

Non ultimo, il Deputato di Verrès, che non è il nostro Presidente della Regione, ma era il Deputato che veniva eletto fino alla riforma del 1924-1925 di Mussolini, era eletto nella circoscrizione di Verrès, erano 2 Deputati della Valle d'Aosta: uno eletto ad Aosta e uno eletto a Verrès. Quello di Verrès era eletto anche dagli abitanti del Comune di Carema e anche da quelli di Quincinetto. Qui la storia cosa dice allora? La storia è da studiare e non si può liquidare con qualche battutina facile un problema complicato. Così come è un problema complicato Noasca, anche se lì c'era una forte componente rivendicativa di visibilità, perché era un Paese abbandonato dalla Regione Piemonte e il Consiglio regionale della Regione Piemonte lo ha ammesso nella sua deliberazione, come la montagna viene abbandonata dalla Regione Piemonte e noi cosa facciamo?

Noi abbiamo appena al di là della frontiera un Comune in cui parlano "patois", in cui hanno una fortissima tradizione in tutto e per tutto uguale a quella della Valle d'Aosta, grandissimi legami con la Comunità di Cogne, storicamente, andate a vedere i rapporti fra Campiglia in Val Soana e la Comunità di Cogne e su questo noi non vogliamo vedere, sono dei parenti poveri, chi se ne frega! Questo non è il modo di comportarsi, per cui noi ribadiamo la nostra volontà di discutere di tale questione, guardandone con calma tutti gli aspetti di contenuto. Attaccarci a tali questioni formali non serve a nulla, se non far vedere che brucia aver perso già una volta su tutta la linea con la Corte costituzionale, non sto a rileggere la sentenza della Corte costituzionale...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... non sono contento, so che non si può permettere un'istituzione fondamentale come il Presidente di una Regione di criticare in assemblea una sentenza della Corte costituzionale; ci piaccia o non ci piaccia, quella è ed è un punto di riferimento fondamentale a cui dobbiamo attenerci. Rifare un ricorso alla Corte costituzionale su degli argomenti simili comunque non lo sbandiererei come una grande azione politica, è un'azione politica di estrema debolezza.

Dobbiamo uscire su questo tema, la maggioranza poi dirà una cosa, ma sui contenuti di tale questione e sul contenuto mi permetta di essere altrettanto "terra terra" come ha voluto lei essere all'inizio. Se vogliamo andare a fare i conti in casa almeno su Noasca, teniamo conto che nel territorio di quel Comune vi sono delle centrali idroelettriche, vi sono circa 18 milioni di IVA pagata dalle centrali idroelettriche della "AEM Torino" allo Stato italiano, che, se fossero annesse alla Valle d'Aosta, verrebbero al riparto fiscale. Se vogliamo andare a fare i conti, di conti, può darsi che alla fine convenga più a noi annettersi determinati Comuni, piuttosto che altri. Ricordo solo per essere più "alto" che, come scopriremo domani facendo delle riflessioni sui Walser, che i popoli alpini, quelli profondamente radicati nel territorio alpino, evitavano i fondovalle e mantenevano i grandi collegamenti intervallivi, passando sui colli, fra una comunità montana e l'altra. È così che vi sono state queste grandi identità fra Alagna, Macugnaga, Gressoney, vi sono stati sempre tali grandi legami perché passare lungo le valli era complicato perché lì c'erano i feudatari, i soldati, invece il montanaro che badava al suo difficile compito di vivere dignitosamente a confronto con una natura difficile aveva più facilità di fare qualche centinaia di metri in alto, andare al colle ed incontrare il montanaro dell'altra parte. Se c'è una realtà su cui dobbiamo ragionare, è proprio su questi collegamenti intervallivi, il che non vuol dire sconvolgere le istituzioni o ribaltare il nostro Statuto regionale, ma significa che con tali popolazioni bisogna cominciare a parlare e confrontarci. Non avere neanche il buon gusto di chiamare il Sindaco di Noasca per fare una valutazione all'interno di questo problema credo sia stato un errore, ma un errore per la Valle d'Aosta non per Noasca, perché era un momento di confronto. Adesso vedo che vi è qualche apertura sul discorso di Carema, spero che si possa affrontare seriamente nei contenuti, ma non credo - e ne parleremo nella prossima interpellanza - che sfuggire attraverso il discorso della Corte costituzionale, attraverso tali questioni formali sia una scelta giusta e valida per il nostro Consiglio. Dobbiamo essere concreti, guardare in faccia la realtà e non farci condizionare da degli "escamotage" che spesso - non credo che siano tutti sprovveduti i giudici costituzionali - ci portano a fare delle magre figure.

Presidente - Dichiaro chiusa la discussione generale. Se non vi sono dichiarazioni di voto, pongo in votazione la risoluzione in oggetto:

Consiglieri presenti: 29

Votanti e favorevoli: 26

Astenuti: 3 (Fontana Carmela, Sandri, Squarzino Secondina)

Il Consiglio approva.