Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2884 del 11 luglio 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2884/XII - Parametrazione dei criteri di valutazione, di cui all'articolo 22 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45 e successive modificazioni.

Il Consiglio

Visto l'articolo 22 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45 e successive modificazioni recante "Riforma dell'organizzazione dell'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta e revisione della disciplina del personale" ed in particolare il comma 3 in base al quale con deliberazione del Consiglio regionale sono stabiliti i criteri e i parametri di riferimento per la verifica della realizzazione degli obiettivi;

Richiamate le proprie deliberazioni:

- n. 307/XI in data 16 dicembre 1998 concernente la costituzione della Commissione di valutazione ed in particolare il punto 4) del dispositivo il quale rinviava a successivo provvedimento del Consiglio regionale la definizione della parametrazione dei criteri di valutazione;

- n. 2158/XI in data 25 luglio 2001 concernente la parametrazione dei criteri di valutazione, di cui all'articolo 22 della legge regionale 23 ottobre 1995 n. 45 e successive modificazioni, ai fini dell'attribuzione dell'indennità di risultato al personale con qualifica dirigenziale;

- n. 110/XII in data 1° ottobre 2003 avente ad oggetto: "Integrazione alla deliberazione del Consiglio n. 2158/XI del 25 luglio 2001 concernente la parametrazione dei criteri di valutazione, di cui all'articolo 22 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45 e successive modificazioni, ai fini dell'attribuzione dell'indennità di risultato per incarichi dirigenziali inferiori ai tre mesi";

Richiamato l'articolo 25 del C.C.R.L. sottoscritto in data 27 settembre 2006 per il personale appartenente alla qualifica unica dirigenziale di tutti gli Enti del Comparto unico della Valle d'Aosta (definizione e chiusura del contratto 2002/2005 per la parte normativa e dei bienni economici 2002/2003 e 2004/2005) che individua i criteri generali che costituiscono i sistemi di valutazione delle prestazioni e delle competenze organizzative dei dirigenti nonché dei risultati di gestione;

Richiamato l'articolo 7 del suddetto contratto che stabilisce, per quanto riguarda i criteri generali relativi alle modalità di combinazione, integrazione e ponderazione dei fattori per l'erogazione del salario di risultato, che gli stessi sono oggetto di concertazione;

Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 213 del 3 febbraio 2007 inerente "Definizione del sistema di valutazione dei dirigenti per l'anno 2007 (articolo 25 del CCRL dirigenti del 27 settembre 2006)", con la quale si approvava il verbale di concertazione sottoscritto in data 17 gennaio 2007 ed avente ad oggetto: " Accordo per la definizione del sistema di valutazione dei dirigenti per l'anno 2007. Organico della Giunta e del Consiglio regionale";

Richiamato altresì l'atto della Giunta regionale n. 683 del 15 marzo 2007 inerente alla proposta al Consiglio regionale di deliberazione concernente la parametrazione dei criteri di valutazione di cui all'articolo 22 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45 e successive modificazioni;

Richiamato il verbale di concertazione, sottoscritto in data 17 maggio 2007, e avente ad oggetto: "Sistema di valutazione dei dirigenti per l'anno 2007 - definizione degli indicatori per ogni singolo criterio di valutazione. Organico della Giunta e del Consiglio regionale.", approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1561 in data 8 giugno 2007 che sostituisce la precedente deliberazione n. 213 del 3 febbraio 2007;

Tenuto conto che la Commissione di valutazione, costituita con deliberazione del Consiglio regionale n. 307/XI in data 16 dicembre 1998, effettua la valutazione di tutti i dirigenti, ad eccezione dei dirigenti che rispondono direttamente all'organo di direzione politica;

Considerato che l'attuale Commissione di valutazione effettua la valutazione anche dei dirigenti dell'Organico del Consiglio regionale e che per le future designazioni dei componenti della stessa sarà sentito l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale;

Ritenuto di stabilire che la pesatura dei criteri di valutazione per l'attribuzione dell'indennità di risultato ai dirigenti, per posizione e livello dirigenziale, è la seguente:

CRITERI DI VALUTAZIONE per livello dirigenziale

1A, 2A, 3A

3B

a)

Grado di conseguimento degli obiettivi

40%

40%

b)

Capacità di gestire, motivare, guidare i collaboratori

5%

0%

c)

Grado di collaborazione con gli altri settori

5%

10%

d)

Capacità di gestire e promuovere innovazioni e formazione

5%

10%

e)

Adattamento al contesto di intervento

0%

0%

f)

Capacità di gestione delle risorse assegnate

5%

0%

g)

Competenze ordinarie assegnate

40%

40%

TOTALE

100%

100%

Ritenuto di stabilire che la pesatura dei criteri di valutazione, nel caso in cui non sia stato possibile conferire gli obiettivi dirigenziali o ogni volta che si ha interruzione dell'incarico prima della scadenza naturale dell'obiettivo, è la seguente:

CRITERI DI VALUTAZIONE per livello dirigenziale

1A, 2A, 3A

3B

a)

Grado di conseguimento degli obiettivi

0%

0%

b)

Capacità di gestire, motivare, guidare i collaboratori

5%

0%

c)

Grado di collaborazione con gli altri settori

5%

10%

d)

Capacità di gestire e promuovere innovazioni e formazione

5%

10%

e)

Adattamento al contesto di intervento

0%

0%

f)

Capacità di gestione delle risorse assegnate

5%

0%

g)

Competenze ordinarie assegnate

80%

80%

TOTALE

100%

100%

Ritenuto di stabilire che la pesatura dei criteri di valutazione per il personale dirigenziale incaricato ai sensi degli articoli 35 e 62 della l.r. 45/95, che risponde direttamente all'organo di direzione politica, è la seguente:

CRITERI DI VALUTAZIONE - segretari particolari e fiduciari

a)

Grado di conseguimento degli obiettivi

0%

b)

Capacità di gestire, motivare, guidare i collaboratori

0%

c)

Grado di collaborazione con gli altri settori

10%

d)

Capacità di gestire e promuovere innovazioni e formazione

0%

e)

Adattamento al contesto di intervento

10%

f)

Capacità di gestione delle risorse assegnate

0%

g)

Competenze ordinarie assegnate

80%

TOTALE

100%

Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 4223 in data 29 dicembre 2006 concernente l'approvazione del bilancio di gestione, per il triennio 2007/2009, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;

Visto il parere favorevole rilasciato dal Direttore della Direzione sviluppo organizzativo della Presidenza della Regione, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2, della legge regionale 23 ottobre 1995 n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;

Visto il parere della II Commissione consiliare permanente;

Delibera

1) di approvare la pesatura dei criteri di valutazione per l'attribuzione dell'indennità di risultato ai dirigenti, per posizione e livello dirigenziale, in sostituzione delle deliberazioni del Consiglio regionale n. 2158/XI del 25 luglio 2001 e n. 110/XII del 1° ottobre 2003, come segue:

CRITERI DI VALUTAZIONE per livello dirigenziale

1A, 2A, 3A

3B

a)

Grado di conseguimento degli obiettivi

40%

40%

b)

Capacità di gestire, motivare, guidare i collaboratori

5%

0%

c)

Grado di collaborazione con gli altri settori

5%

10%

d)

Capacità di gestire e promuovere innovazioni e formazione

5%

10%

e)

Adattamento al contesto di intervento

0%

0%

f)

Capacità di gestione delle risorse assegnate

5%

0%

g)

Competenze ordinarie assegnate

40%

40%

TOTALE

100%

100%

2) di stabilire che nel caso in cui non sia stato possibile conferire gli obiettivi dirigenziali o ogni volta che si ha interruzione dell'incarico prima della scadenza naturale dell'obiettivo, la pesatura dei criteri di valutazione è la seguente:

CRITERI DI VALUTAZIONE per livello dirigenziale

1A, 2A, 3A

3B

a)

Grado di conseguimento degli obiettivi

0%

0%

b)

Capacità di gestire, motivare, guidare i collaboratori

5%

0%

c)

Grado di collaborazione con gli altri settori

5%

10%

d)

Capacità di gestire e promuovere innovazioni e formazione

5%

10%

e)

Adattamento al contesto di intervento

0%

0%

f)

Capacità di gestione delle risorse assegnate

5%

0%

g)

Competenze ordinarie assegnate

80%

80%

TOTALE

100%

100%

3) di stabilire che la pesatura dei criteri di valutazione per il personale dirigenziale incaricato ai sensi degli articoli 35 e 62 della l.r. 45/95, che risponde direttamente all'organo di direzione politica, è la seguente:

CRITERI DI VALUTAZIONE - segretari particolari e fiduciari

a)

Grado di conseguimento degli obiettivi

0%

b)

Capacità di gestire, motivare, guidare i collaboratori

0%

c)

Grado di collaborazione con gli altri settori

10%

d)

Capacità di gestire e promuovere innovazioni e formazione

0%

e)

Adattamento al contesto di intervento

10%

f)

Capacità di gestione delle risorse assegnate

0%

g)

Competenze ordinarie assegnate

80%

TOTALE

100%

4) di stabilire che l'attuale Commissione di valutazione, già costituita con deliberazione del Consiglio regionale n. 307/XI in data 16 dicembre 1998, effettua la valutazione anche dei dirigenti dell'Organico del Consiglio regionale e che per le future designazioni dei componenti della stessa sarà sentito l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - L'articolo 22, comma 3, della legge regionale n. 45 prevede in capo al Consiglio regionale la competenza in ordine alla definizione dei criteri e dei parametri ai fini della verifica dell'attività dei dirigenti della Regione. Il Consiglio regionale adottò una prima deliberazione in data 25 luglio 2001, poi integrata con deliberazione in data 1° ottobre 2003, il contratto di lavoro siglato il 27 settembre 2006 concernente la disciplina della dirigenza del comparto unico ha stabilito che i criteri di valutazione e la determinazione del loro peso siano oggetto di concertazione con le organizzazioni sindacali. Il nuovo contratto ha attribuito alla Commissione valutazione la competenza su tutti i criteri di valutazione, mentre fino al 2006 la Commissione si limitava alla valutazione di cui al criterio A, ossia "grado di conseguimento degli obiettivi": questo ha indotto le organizzazioni sindacali a richiedere la definizione di specifici e oggettivi indicatori per ogni criterio di valutazione in linea con le esperienze maturate sul punto dagli altri enti pubblici. A tal proposito il 17 gennaio 2007 è stato sottoscritto un primo verbale di concertazione sull'argomento, successivamente sussunto nel verbale siglato il 17 maggio 2007, che ha regolato la materia e ciò è avvenuto con deliberazione n. 1561 dell'8 giugno 2007. Il verbale di concertazione contiene sia i criteri di valutazione, sia gli indicatori afferenti i singoli criteri, al Consiglio regionale spetta la definizione dei soli criteri, infatti gli indicatori non sono presenti nell'atto presentato al Consiglio.

I criteri per la dirigenza sono indicati nelle prime 2 tabelle: la prima è quella che potremmo definire ordinaria, la seconda riguarda i casi in cui gli obiettivi dirigenziali per qualsiasi fondato motivo non possono essere assegnati, ad esempio breve periodo di incarico, o quando l'incarico dirigenziale cessi prima della scadenza dell'obiettivo assegnato. Vi è poi una terza tabella riservata al personale fiduciario, che risponde direttamente all'organo di direzione politica, per esempio il Gabinetto e i Segretari particolari, con una ponderazione che tiene conto della particolare attività; in particolare, non sono assegnati obiettivi, come peraltro è sempre avvenuto.

Rispetto al passato, vi sono delle novità: è stata introdotta la valutazione sulle competenze ordinarie assegnate, lettera g); è stato ridefinito il sistema di ponderazione dei criteri, dando un peso preponderante alle lettere a) e g); il motivo risiede nell'esordio del nuovo sistema di valutazione con la competenza in capo alla Commissione per tutti i criteri di valutazione e con la definizione di indicatori specifici, rappresentativi di ogni singolo criterio. Di fronte a una novità di tale portata, si è scelto, all'esito della concertazione con le organizzazioni sindacali, di privilegiare il criterio a) in ragione delle conoscenze maturate in questi anni e il criterio g) in quanto similare al criterio a) e quindi apparentemente gestibile in modo analogo.

Si dà atto che dalle ore 16,46 riassume la Presidenza il Presidente Perron.

Président - Je peux ouvrir la discussion générale.

La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Penso che qualche considerazione vada fatta su questo atto, che non è nuovo perché periodicamente riproposto per la definizione degli elementi che compongono la retribuzione della dirigenza. Si innesta tale provvedimento amministrativo sulla legge regionale n. 45/1995, legge sulla quale abbiamo avuto modo di discutere a lungo soprattutto sul finire della scorsa legislatura, quando scoppiò la nota vicenda dell'Ufficio stampa, nota come "vicenda Maccari". In quella occasione, dopo ampi approfondimenti, la relazione che venne presentata a quel Consiglio regionale di fine legislatura scorsa, approvata da tutte le forze politiche, evidenziava la necessità di arrivare a una riforma significativa e organica della legge n. 45/1995. Ci apprestiamo a chiudere questa legislatura invano rispetto a quella proposizione politica che tutti a parole avevano condiviso, ossia una revisione di certi meccanismi sulla ripartizione e distinzione fra le funzioni politiche e gestionali che spettano, in base a tale legge, all'apparato amministrativo. Oggi si richiama un accordo sindacale e si dice che, in base a quell'accordo, la deliberazione che viene proposta oggi al Consiglio aggiorna e recepisce questi criteri.

Presidente Caveri, lei ha evidenziato quella che dovrebbe essere la novità e normalmente, quando si annuncia una novità, è implicito un giudizio di positività sulla novità stessa. Noi esprimiamo una forte perplessità invece su questa novità, soprattutto sulle conseguenze che essa può avere rispetto all'efficacia dell'azione dell'amministrazione in generale, in particolare della dirigenza. I criteri di valutazione per il livello dirigenziale sappiamo che hanno riferimento rispetto a una componente della retribuzione ed è evidente che più i criteri di valutazione considerano la capacità del dirigente di conseguire gli obiettivi più l'Amministrazione può giovarsi di un dirigente dinamico, perché alla fine ha l'interesse di portare a casa una retribuzione più pesante dando delle risposte all'amministrazione pubblica. La lettera g) individua il 40% delle risorse del salario di risultato sulle competenze ordinarie assegnate. Le chiedo, Presidente, allora cosa c'entri questo con il salario di risultato, sul presupposto che riteniamo che le competenze ordinarie assegnate... in relazione soprattutto al fatto che qui stiamo parlando di dirigenza e la dirigenza qui è già divisa per 2 fasce... dovrebbero prescindere dal risultato, anche perché le competenze ordinarie assegnate non dipendono assolutamente dalla volontà e dalla capacità del dirigente stesso. Non ci risulta che vi sia un momento di contrattazione fra il dirigente superiore, piuttosto che la struttura politica rispetto alle competenze assegnate; il dirigente o per nomina fiduciaria, o per concorso accede a certi comparti e quelle sono le sue competenze. Dopodiché mi si potrà dire che vi sono strutture più o meno complesse, a prescindere da quella che può essere la diversa ripartizione dei 3 livelli dirigenziali; probabilmente una percentuale potrebbe essere prevista, ma una percentuale pesante com'è la percentuale del 40%, riteniamo che consenta di incentivare quei fenomeni che anche in questa Regione hanno cittadinanza - e le cronache giornalistiche, ma prima ancora giudiziarie ce lo confermano -: è la prassi del "mobbing", prassi che in questa Regione è stata quanto meno praticata nel passato, dirigenti che sono stati messi in "congelatore" senza competenze particolarmente rilevanti assegnate. Andare ad individuare il 40% delle competenze assegnate come componente del salario di risultato allora riteniamo che non sia - gioco di parole - un gran risultato.

L'altra perplessità è che si possa prevedere che il salario di risultato venga erogato a prescindere dal risultato, perché nelle 3 tabelle che qui sono indicate... la seconda tabella prevede l'ipotesi giusta dell'incarico prima della scadenza... ma prevede anche che in quella seconda tabella vadano a confluire quei dirigenti ai quali non sia stato possibile conferire degli obiettivi dirigenziali. Mi domando qual è il senso di avere un dirigente al quale non si diano degli obiettivi dirigenziali, Presidente! È un non senso dal punto di vista del buon senso, ma è un non voler far funzionare in maniera efficiente l'amministrazione e la macchina amministrativa regionale! Qui vi sono delle responsabilità che diventano politico-amministrative nella gestione delle risorse! La Regione Valle d'Aosta ha un numero di dirigenti quasi equivalente al numero dei dirigenti della Regione Lombardia, nella Regione Lombardia vi sono 200 dirigenti...

(interruzione dell'Assessore Cerise, fuori microfono)

... i consulenti della Regione Valle d'Aosta non sono "noccioline"! Possiamo un giorno dedicare qualche approfondimento sui consulenti e sugli "sponsor"... che spesso creano la consulenza in virtù dell'amicizia e non dell'obiettivo del consulente. Andiamo a vedere quanti sono i cassetti e i faldoni di progetti che sono stati finalizzati al pagamento della consulenza, consulenza che era il frutto di un'aspettativa di scambio politico, piuttosto che la conseguenza di un ringraziamento politico. Perlomeno per noi dei banchi dell'opposizione... di fronte a queste distonie, rispetto a certe dichiarazioni di principio che l'"Union Valdôtaine" aveva fatto relativamente a certe distinzioni ed evidenze di principi che dovevano essere cambiati nella gestione dell'apparato amministrativo, nell'interpretazione, nella revisione della legge n. 45/1995... ma come è credibile una maggioranza che in un'intera legislatura non è riuscita a "rimettere a fuoco", sui binari dell'efficienza e dell'efficacia dell'azione amministrativa quell'apparato che è necessario per governare? Assessore Cerise, molte volte lei lamenta le difficoltà e i ritardi con cui la sua struttura si muove, ma se quella struttura non viene messa a punto dal livello politico, che ha l'onere di assumersi certe scelte decisionali, del come far funzionare l'apparato, è inutile lamentarsi! Penso che il livello politico abbia fra i vari compiti non solo quello di teorizzare i grandi obiettivi: l'aeroporto, l'autoporto - domani qualcuno inventerà il porto sulla Dora, perché abbiamo capito che ormai le infrastrutture sono quelle che più affascinano -, poi non vi è la "macchina" che funziona... non vi sono gli "autisti", non vi sono coloro che devono dar seguito alle volontà politiche... Non ci sentiamo di condividere questa impostazione soprattutto dopo tutto il tempo che è passato ed è passato invano. Non dobbiamo stupirci allora se nella giornata di ieri abbiamo visto delle aberrazioni, che abbiamo sollevato nelle nostre azioni ispettive. Parlare di un aeroporto da 20 anni a questa parte con incarichi, consulenze, piste che sono state progettate e riprogettate e che non si realizzano mai, o scoprire che esiste un immobile bellissimo da vedere dal di fuori in quel di Morgex, che dovrebbe essere sede di una cooperativa e scopriamo dalle risposte che l'Assessore all'agricoltura ieri ci ha fornito che quell'immobile, anziché essere ad uso di un'attività cooperativistica, consente a quella cooperativa di stare in piedi in quanto quella cooperativa fa un'azione di imprenditoria e dunque a scopi di lucro con un subaffitto! Queste sono le incongruenze di un'amministrazione che costruisce dei beni per destinazioni a scopo cooperativistico, li cede in comodato e non controlla quello che accade e ci troviamo le cooperative che, sotto le mentite spoglie della cooperazione, fanno un "business" che va contro l'interesse pubblico! Queste cose qui, Presidente Caveri, prima o poi qualcuno le dovrà raddrizzare, ma senza struttura penso che tutto questo sia impossibile.

Negli anni passati su tali documenti avevamo espresso un voto di astensione auspicando che qualcosa potesse cambiare, oggi ci sentiamo di poter esprimere un voto più netto di contrarietà, ma sia ben chiaro: non perché da parte nostra non vi sia la volontà politica di riconoscere una componente importante come quella dell'erogazione del salario di risultato, ma perché riteniamo che l'erogazione del salario di risultato, affinché consegua quel risultato di incentivare l'efficacia dell'azione amministrativa, debba essere basata su parametri realistici. Pensate che le competenze ordinarie assegnate arrivano a determinare l'80% di questa retribuzione di risultato per quei dirigenti - e vorremmo sapere, Presidente, quanti sono stati nello scorso anno - ai quali non sono stati assegnati gli obiettivi dirigenziali: l'80% e, se quel dirigente ha la sfortuna di trovarsi di fronte a una scrivania e poco più, perde la possibilità di acquisire l'80% di questa indennità; perciò il nostro giudizio non può che essere totalmente negativo.

Président - La parole au Conseiller Rini.

Rini (FA) - Interverrò non tanto per la parametrazione in sé quanto per l'attribuzione dell'indennità di risultato ai dirigenti, ai quali riconosco un'indubbia importanza, ma che voglio considerare alla stregua di ogni altro lavoratore, ognuno con i propri diritti e i propri doveri. Credo sia giusto pretendere che ogni lavoratore, compresi i dirigenti, faccia il proprio lavoratore con competenza, gestendo in modo conveniente le risorse assegnate, motivando e guidando i collaboratori, conseguendo gli obiettivi per il conseguimento dei quali sono pagati. Ritengo altrettanto giusto e doveroso che le strutture regionali funzionino bene, che vi sia un sistema di controllo per il miglioramento dell'efficienza organizzativa, che si verifichino i costi di funzionamento, il rispetto delle norme e dei programmi e tutto ciò nell'ottica di migliorare l'economicità di produzione, l'efficienza operativa delle strutture e soprattutto la qualità dei servizi da erogare al cittadino. Sono personalmente meno d'accordo che, per ottenere dei risultati, per cui un dipendente è pagato, si debbano elargire delle indennità; mi sembrerebbe più giusto e sensato, dopo aver fatto le doverose valutazioni, penalizzare e forse rimuovere chi non adempie ai compiti per i quali è pagato. Come ogni agricoltore ben sa, i rami secchi vanno tagliati; può sembrare un discorso impopolare e difficile da sostenere, ma così non è. La gente, il cittadino è proprio ciò che chiede e si aspetta e, in vista delle prossime elezioni, dovremmo dimostrare che vogliamo cambiare rotta, dotarci di regole generali comuni ed eque e orientarci sempre più verso il cittadino. So che altri Consiglieri la pensano come me, ma l'avere una tessera in tasca a volte non permette di "cantare fuori dal coro"; essendo il sottoscritto un indipendente in un gruppo nel quale ogni soggetto ha la sua propria libertà di espressione, può permettersi questo lusso.

Dopo queste personali riflessioni, vorrei entrare nel merito alla parametrazione che oggi è in discussione, visto che, come fatto rilevare anche dalla deliberazione di Giunta n. 213/2007, è una parametrazione sperimentale e valida per il solo anno in corso, per il futuro si potrà rimediare e, se non si troveranno altre soluzioni, per ottenere dei risultati credo che si debbano modificare le tabelle di valutazione. Noto che, in controtendenza alle prime tabelle approvate dal Consiglio il 25 luglio 2001, si dà meno importanza alla capacità di gestione delle risorse e alla collaborazione fra settori. Mi sembra assurdo e auspico che per il prossimo anno si vada ad incidere su questi aspetti di valutazione, che hanno una grande valenza per quanto riguarda i servizi resi alla popolazione. Sovente, infatti, si sentono lamentele da parte degli utenti cittadini, che rilevano poca o assoluta mancanza di collaborazione fra i vari settori, con le negative ripercussioni che ciò può generare.

In conclusione, in Commissione ho votato a favore del provvedimento affinché lo stesso arrivasse in aula per la discussione; oggi, per coerenza con quanto ho detto, mi dovrei astenere, ma, per evitare strumentalizzazioni e per rispetto di questa maggioranza di cui faccio parte e che intendo sostenere, voterò a favore, con la speranza che su tale argomento si faccia in futuro una seria riflessione, forse anche in occasione della dovuta revisione della legge n. 45.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Quando si affronta la questione della valutazione dei dirigenti, questione che è prevista in uno specifico contratto di lavoro, oltre che anche della legge regionale n. 45/1995, ci si imbatte purtroppo sempre, se non nell'assenza, quanto meno nella carenza di strumenti di controllo, di gestione dell'amministrazione. Valutare significa misurare, misurare quindi l'operato in base a criteri definiti, oggettivi, tali da attenuare al massimo la discrezionalità, tanto più se questa valutazione è collegata a una remunerazione, ad un'indennità di risultato come in questo caso. Mancando però totalmente un sistema di controlli di gestione all'interno dell'amministrazione, si cerca di introdurre altri criteri, in questo caso abbiamo visto che c'è stato un accordo fra sindacati e Amministrazione regionale per individuare alcuni criteri che fossero meno soggettivi possibili e che potessero andare al di là di un'apparente trasparenza di una dichiarazione di risultati che si intendono raggiungere. È vero che il Consiglio è chiamato solo a pronunciarsi sulla parametrazione dei criteri di valutazione, ma, se uno va a vedere i documenti che stanno alla base di questi criteri e quindi sia delle spiegazioni con cui vengono definite le varie percentuali per i vari criteri, sia lo stesso modo di individuare i criteri nel momento in cui si individuano gli obiettivi che si affidano ai vari dirigenti, si vede che vi è una grande discrezionalità. Nel momento in cui non vi è un disegno chiaro dell'amministrazione su quali sono gli obiettivi da raggiungere, è chiaro che bisogna inventarsi qualcosa. Ad esempio, se uno va a prendersi tutti gli obiettivi gestionali specifici che sono assegnati ai vari dirigenti, si vede che maggiormente viene utilizzato come criterio di valutazione il tempo: quanto tempo impiego a redigere quella proposta, quanto tempo impiego ad elaborare quel documento, quanto tempo impiego ad aggiornare quel bando tipo, quanto tempo impiego ad individuare una procedura, ma nulla che riguardi i contenuti delle azioni che vengono indicate. E anche il criterio tempo è un criterio particolarmente aleatorio, perché in alcuni casi si dice: "l'obiettivo è raggiunto se entro un dato termine è stato predisposto quel documento o quella attività particolare", poi si individua anche un tempo diverso per indicare l'obiettivo parzialmente raggiunto, per parametrare la percentuale dei punteggi che posso dare. Il divario fra il tempo dell'obiettivo raggiunto e il tempo per l'obiettivo parzialmente raggiunto oscilla in alcuni casi di 15 giorni, in altri di un mese, in altri ancora di 6 mesi. Voi capite che, quando si utilizza solo il criterio tempo e questo criterio è definito di caso in caso, secondo valutazioni che nessuno può valutare oggettivamente, ma che dipendono solo dalla discrezionalità e del dirigente e del coordinatore e/o del personale politico, tutta la valutazione si affida a strumenti molto labili.

Ancora: gli stessi criteri che sono stati individuati - qui li possiamo vedere nel documento che viene presentato al Consiglio - sono criteri in cui prevale la capacità di gestire le competenze ordinarie e la capacità di gestire gli obiettivi indicati, ma, per quanto riguarda l'innovazione, è minima; quindi l'attenzione a processi di innovazione, di cambiamento dell'intera struttura organizzativa... questo non è preso in considerazione.

Mi sono chiesta cosa vuol dire "grado di collaborazione con gli altri settori"; se andiamo a vedere come viene valutata la capacità di collaborare con gli altri settori, vediamo che questo viene valutato con il tasso di partecipazione a riunioni indette dal Segretario generale. La "collaborazione con gli altri settori" quindi è partecipare alle riunioni, non i contenuti, non aver fatto progetti interassessorili, progetti gestiti insieme ad altri settori dell'amministrazione, ma solo una cosa formale che è la partecipazione a una riunione. Capiamo lo sforzo che è stato fatto, ma è uno sforzo che non incide sull'attività di lavoro dei dirigenti e le modalità per valutarne l'azione.

Dicevo prima che valutare solo l'ultimo atto di un processo molto complesso di programmazione, di organizzazione del lavoro... se non vi è tutto il resto, se manca questa attenzione all'organizzazione dell'intera amministrazione, non vi sono elementi per valutare chi è chiamato a governare tale organizzazione e queste cose non le dice la sottoscritta, ma sono effettivamente concetti base di ogni studio organizzativo. Leggo da un documento, uno dei tanti predisposti in questa Amministrazione in vista di un'ipotetica riforma della legge n. 45:

"la valutazione dovrà misurare i risultati conseguiti, dovrà correlarsi e fruire dei rendiconti e delle informazioni raccolte dal controllo interno, anche ai fini di evitare per quanto possibile che la valutazione sia viziata da un'eccessiva soggettività o autoreferenzialità nella determinazione degli obiettivi e nella rendicontazione dei medesimi. Un rafforzamento del sistema di valutazione della dirigenza del personale deve avvenire in maniera coordinata e coerente con un analogo rafforzamento del sistema degli strumenti di controllo strategico e gestionale".

Ma qui dove non esiste nessun controllo di gestione...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... avrò anche torto, ma ogni volta che chiedo informazioni su questo mi si dice che non c'è, ogni volta che vediamo i documenti ufficiali si dice che questo controllo di gestione non c'è; c'è un controllo finanziario, ma non di gestione, che è diverso! È un controllo di gestione che hanno gli enti locali, loro ce l'hanno e noi no!

Non solo, è tutto il sistema della dirigenza che va rivisto. Ricordo quando l'attuale Presidente Caveri ha iniziato la sua attività come Presidente, era venuto non so più in quale Commissione a dire che avrebbe sicuramente affrontato tale tema in breve tempo, che avrebbe lavorato seriamente e che nel giro di poco tempo questo ci sarebbe stato. Questa è la riforma della dirigenza, che, come la riforma della legge n. 45, è uno degli obiettivi di tale maggioranza che non abbiamo ancora avuto modo di vedere realizzato. Finché non si interviene sull'intera struttura della dirigenza, parlare di valutazione sì è doveroso, perché il contratto del comparto lo richiede... è utile fare uno sforzo e diamo atto che si tenta di rendere più oggettivi gli elementi ma, se tutto questo si inserisce in un sistema che complessivamente non funziona, non può che dare risultati poco oggettivi.

Président - La parole au Conseiller Ottoz.

Ottoz (UV) - Vorrei tranquillizzare la collega Squarzino, nel senso che è vero tutto quello che ha detto e può anche essere condivisibile, ma, qualora fosse applicato, forse non sarebbero più d'accordo con la collega neanche i suoi colleghi di opposizione, perché si comincerebbe veramente a misurare la produttività del personale anche se questo creerebbe delle tensioni sul piano sindacale. Dico questo perché il contenuto del provvedimento nelle intenzioni e nella stesura è condivisibile, ma è vero che è difficile adottare non solo degli strumenti di controllo, ma dei modelli in base ai quali effettuare il controllo, faccio l'esempio di un ospedale e l'Assessore Fosson mi capisce perfettamente: l'ospedale non è un'azienda che deve produrre, è molto più complessa, vi sono aspetti che non attengono solo ad aspetti finanziari, ma vi sono problemi sociali, di salute; quindi capire la produttività di un ospedale non è come capire la produttività di un negozio, non si fa valutando l'utile finale. Resta il fatto che abbiamo un elemento, che non so se sia considerato o no, ed è il risultato finale, mi spiego. Se alla fine dell'anno si verificasse che la stragrande maggioranza dei dirigenti ha raggiunto gli obiettivi, salvo quelli sui quali si potrebbe avanzare qualche dubbio che vi siano nelle "pieghe" dell'Amministrazione delle pratiche di "mobbing"..., ma se tutti raggiungono gli obiettivi, vuol dire che gli incentivi sono sbagliati. A posteriori, anno per anno, sarebbe possibile rettificare il sistema. Questo non per pagare meno incentiva ai dirigenti, ma per aumentare artificiosamente la cifra totale destinata, partendo dal principio che gli incentivi sono tali per incentivare, se sono un po' più difficili da raggiungere e se non tutti li raggiungono. Con lo stesso investimento sarebbe possibile differenziare la produttività e il comportamento dei dirigenti. Questo però forse introdurrebbe nel sistema problemi sindacali complessi, perché quelle cose che avevo notato anch'io come la collega Squarzino, ossia il fatto che i parametri che contano non sono basati sul risultato, ma sulla declinazione dei tempi di lavoro e della partecipazione alle attività, fanno sì che tutti tali obiettivi siano raggiungibili e quindi siano da liquidarsi giustamente gli incentivi, indipendentemente dal fatto che la produttività sia o non sia aumentata. Credo che sarebbe opportuno ogni anno fare una valutazione su qual è la percentuale di raggiungimento, ridefinire gli obiettivi in modo che siano più difficilmente raggiungibili, aumentando magari il premio corrispondente, in modo che alla fine si distribuiscano tutte le risorse che si è deciso, ma venga stabilita una meritocrazia naturale determinata dallo stimolo a fare di più, rappresentato dal fatto che il risultato finale non è garantito se non mettendo dell'impegno extra. Questo mi sembra un concetto che potrebbe essere adottato in futuro, in modo che la valutazione non sia autoreferenziale, non sia un modo di chiamare in modo diverso una parte di salario, che è di nuovo corrispondente al salario fisso. Ritengo perciò che il sistema sia corretto, che siano stati effettuati tutti gli accordi per poterlo applicare anche a livello sindacale, ma che servirebbe anno per anno una valutazione a posteriori, che permetta di definire gli incentivi in modo che siano tali da impegnare il personale a raggiungerli.

Si potrebbe inoltre introdurre una fetta di incentivi a parte, una cifra che sia distribuita a quei dirigenti che possano dimostrare di aver introdotto delle semplificazioni sulle procedure, che senza aver diminuito l'efficacia dei controlli sui processi amministrativi abbiano diminuito i costi per l'Amministrazione, ossia fare in modo che i funzionari possano partecipare al risparmio che fanno realizzare all'Amministrazione mediante la loro capacità di innovare i processi amministrativi introducendo percorsi non meno controllabili o non meno precisi, ma più efficaci ed economici.

Credo che si dovrà pensare a valutazioni a posteriori e a meccanismi di controllo per completare l'opera disegnata da questa deliberazione.

Président - Je n'ai pas d'autres collègues qui s'inscrivent à parler. Je ferme la discussion générale.

La parole au Président de la Région, Caveri.

Caveri (UV) - Prendo atto dell'insieme delle suggestioni che sono venute da Consiglieri di maggioranza e di opposizione. Questo documento che votiamo è frutto dell'accordo con le organizzazioni sindacali, l'ultimo contratto dei dirigenti è un'anticipazione forte della legge n. 45, perché va detto che una parte della contrattazione legittimamente si "mangia" una parte della legge n. 45, perché è evidente che la legge n. 45 aveva anche tale connotazione di un'estrema rigidità oggi in parte ridimensionata dall'utilizzo corretto dello strumento del contratto.

Per quel che concerne la riforma della legge n. 45, continuiamo ad essere impegnati; oggi il livello di contrattazione politica è nella discussione fra la Regione che ha le idee molto chiare e gli enti locali, se dovessimo fare una legge n. 45 solo dedicata ai dirigenti della Regione, saremmo pronti a farlo domattina. Molto più complessa è la questione della connessione con il resto del comparto unico, quindi in questo momento cerchiamo di superare, rispetto al testo che abbiamo predisposto, una serie di obiezioni che vengono dagli enti locali. Resta una necessità di modernizzazione, perché è indubbio che attraverso la dirigenza passa quella "spina dorsale" dell'amministrazione, che è quella che garantisce l'efficacia dell'amministrazione.

I processi per "mobbing", almeno gli ultimi 2, nel "caso Bonetto" e nel "caso Courthoud", sono stati persi da chi riteneva di esserne stato vittima, possiamo dire che la giurisprudenza si assesta in termini positivi per l'Amministrazione regionale dopo aver perduto una prima causa.

Ritengo che la larga maggioranza della dirigenza sia pronta ad un salto di qualità, ce n'è una parte residuale che non lo sarà mai, ma in linea di principio la riforma della legge n. 45, in parte avvenuta con il contratto e in parte che verrà con la riforma della legge n. 45 stessa, darà nuovi assetti.

La figura del segretario generale ha dimostrato già di poter apportare a normativa vigente delle grandi novità: una di queste coincide nel fatto che gli obiettivi da raggiungere, che sono il 40%, sono obiettivi che oggi coincidono con il programma del Governo regionale; questo è molto importante per evitare che gli obiettivi siano distanti dalla realtà fattuale degli obiettivi che si devono raggiungere.

Presidente - Pongo in votazione l'atto nel suo complesso, ricordando che ha avuto parere favorevole a maggioranza da parte della II Commissione:

Consiglieri presenti: 29

Votanti: 23

Favorevoli: 21

Contrari: 2

Astenuti: 6 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela, Sandri, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.