Oggetto del Consiglio n. 2880 del 11 luglio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2880/XII - Realizzazione di una struttura sanitaria privata di riabilitazione ospedaliera in Comune di Saint-Pierre e motivazioni della partecipazione azionaria di Finaosta. (Interrogazioni e interpellanza)
Interrogazione
Preso atto della deliberazione di Giunta n. 1623 del 15 giugno 2007 che autorizza l'ISAV S.p.a. di Saint-Christophe a realizzare una struttura sanitaria di riabilitazione ospedaliera in Comune di Saint-Pierre, per ottanta posti letto;
Venuti a conoscenza che in tale Società per Azioni è presente l'Amministrazione regionale, tramite la sua controllata Finaosta S.p.a., con un 15% di quote;
Constatato inoltre che nella VALSAN S.r.l., proprietaria del 41% dell'ISAV S.p.a., una parte delle quote è in carico a singoli privati;
Evidenziato come tale iniziativa rischi di mettere in crisi le infrastrutture pubbliche sanitarie regionali, in quanto potrebbe sottrarre personale specializzato, medico, tecnico e infermieristico;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
il Governo regionale per conoscere:
1) quando e come Finaosta S.p.a. è stata autorizzata ad acquisire quote nell'ISAV S.p.a., per quale percentuale del capitale sociale e per quale importo;
2) quale sia l'effettiva disponibilità in capo all'ISAV S.p.a. dei terreni in Comune di Saint-Pierre, indicati come possibile sede di tale infrastruttura;
3) quali valutazioni siano state approntate dall'Amministrazione regionale per valutare l'impatto di tale struttura sul mercato delle professioni sanitarie valdostane, già notoriamente carenti in più settori;
4) le motivazioni per cui l'Amministrazione regionale, anche tramite Finaosta, non abbia valorizzato ipotesi pubbliche di strutture riabilitative, ad esempio, utilizzando immobili demaniali, quindi gratuiti, come l'Albergo ex-Enpaia ad Etroubles.
F.to: Sandri
Interrogazione
Preso atto della DG n. 1623 del 15 giugno 2007 con cui si autorizza l'Istituto Sanitario Valdostano (ISAV) S.p.a. di Saint-Christophe, che ha presentato istanza in tal senso il 19 febbraio, a realizzare una struttura residenziale sanitaria destinata all'assistenza riabilitativa ospedaliera, per 80 posti letto, con la precisazione che tale autorizzazione "non pregiudica la successiva realizzazione di strutture pubbliche prevista dalla pianificazione regionale";
Viste la DG n. 2340/2006, con la quale si definisce in 80 posti letto il fabbisogno della politica sanitaria e si individua in n. 30 posti quelli a copertura pubblica, e la successiva DG n. 597 del 9 marzo 2007 in cui si eleva la copertura pubblica in posti 50;
Considerato che, secondo il Piano della Salute e del Benessere Sociale "saranno da favorire le strutture dedicate alle patologie riabilitative, specie dell'apparato muscolo-scheletrico, a quelle cardiovascolari, nonché ai disturbi del metabolismo nutrizionale";
Vista infine la composizione dell'ISAV S.p.a. di Saint-Christophe e il capitale sociale di cui dispone;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l'Assessore competente per sapere:
1) per quali motivi la Giunta ha deciso di aumentare i posti a copertura pubblica da 30 a 50 e su quale previsione è stata fatta l'istanza dell'ISAV;
2) quali sono le "successive strutture pubbliche" di cui l'attuale autorizzazione non "pregiudica la realizzazione";
3) se nel corso dell'istruttoria che ha preceduto l'atto di autorizzazione all'ISAV della realizzazione della struttura sanitaria a Saint-Pierre si è analizzata la consistenza del patrimonio societario e la sua congruità rispetto ai costi della struttura;
4) sulla base di quale mandato politico Finaosta ha quote nell'ISAV, una società che opera nel settore sanitario privato.
F.to: Squarzino Secondina - Bortot
Interpellanza
Premesso che:
- la Giunta regionale ha dato il proprio assenso all'insediamento di una struttura sanitaria privata destinata alla riabilitazione, il cui assetto societario vede la compartecipazione nel capitale sociale di Finaosta per il 15%;
ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
Il Presidente della Regione e l'Assessore delegato per conoscere:
1) se la partecipazione societaria di Finaosta è in gestione ordinaria o speciale;
2) quali sono le motivazioni della partecipazione azionaria di Finaosta;
3) se esistono patti di sindacato con Finaosta e comunque quale è la rappresentanza della finanziaria regionale negli organi societari;
4) se la realizzazione della struttura sanitaria comporta l'erogazione di finanziamenti o contributi regionali e in caso affermativo per quali importi, con quali modalità e caratteristiche.
F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Il destino dei lavori consiliari e la prassi dei lavori consiliari vuole che iniziative che abbiano ad oggetto il medesimo argomento, seppure con punti di vista diversi, siano affrontati con un'unica discussione. Per sgombrare il dubbio da ogni sorta di equivoco, penso sia chiara la posizione del nostro gruppo su questo argomento, tanto che quel Piano della salute portato all'approvazione in Consiglio qualche tempo fa venne giudicato positivamente dal nostro gruppo, anzi fra le questioni sulle quali avremmo voluto che lei avesse più coraggio vi era la necessità di introdurre elementi di ulteriore liberalizzazione, dunque privatizzazione nella sanità valdostana. Sicuramente perciò le premesse alla nostra interpellanza non partono da una censura al fatto che finalmente nel panorama della sanità valdostana si dia spazio ai privati, anzi riteniamo che per troppo tempo si sia ignorata l'esigenza di far entrare nel territorio regionale delle strutture private che servono al pubblico per metterlo a sprone nella condizione di dare le migliori e più efficaci risposte.
Questa interpellanza parte da un dato che però, per nostra considerazione, rischia di falsare un'apertura ai privati stessi. Mi tocca ogni volta citare l'Assessore La Torre per quel suo esordio all'atto del suo insediamento in Giunta, quando esordì con "più mercato e meno pubblico". Il primo a contraddirsi è stato l'Assessore La Torre stesso, quando in un'operazione di politica industriale ha acconsentito a che "Finaosta" entrasse nel capitale sociale in azienda della quale avremo modo, dopo averne già parlato, di riparlarne prossimamente. Notiamo con qualche preoccupazione che questo insediamento di sanità privata autorizzato dal Comune di Saint-Pierre... e non sto qui a entrare nel dettaglio e in alcuni rilievi che sono stati fatti nel Consiglio comunale di Saint-Pierre rispetto all'opportunità di quella ubicazione, perché alcune perplessità sono fondate per chi conosce il luogo destinato ad ospitare la clinica e per chi ha memoria di quel reperto di residuato turistico che è l'ex "Hôtel Lanterna", che fa bella mostra del suo stato di abbandono, seppure abbandonato dal Governo in quanto acquisito, dopo le note vicende fallimentari, dal Ministero degli interni.
Senza affrontare le tematiche sull'ottimale localizzazione della struttura, riteniamo che, quando si fa del privato, si deve fare con i privati, nel senso che non crediamo a quel privato che ha la partecipazione del capitale pubblico. Questo passaggio è anche un po' in contrasto con un principio che lei, Assessore, condivide: quello della sussidiarietà e, quando parliamo di sussidiarietà e diciamo che ciò che possono fare gli operatori privati non lo devono fare gli enti pubblici, sottintendiamo anche che, se lo fa l'ente pubblico, non lo fa il privato e, quando ci rendiamo conto che "Finaosta" ha una partecipazione del 15%, qualche perplessità la nutriamo. Riservandomi allora di fare ulteriori valutazioni...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... sulla partecipazione del 15% del capitale sociale dell'"Istituto sanitario valdostano" di "Finaosta"... non la vorremmo "Finaosta", non capiamo... ormai "Finaosta" è diventato questo mostro tentacolare che è onnisciente: dall'industria alla sanità, alle consulenze, al casinò, "Finaosta" è l'ottavo Assessorato, con buona pace dell'Assessore Pastoret, che vediamo molto tranquillo e disoccupato rispetto alle preoccupazioni che invece la Giunta condivide, nel senso che "Finaosta" si occupa di tutto e di più. Auspichiamo che le motivazioni della partecipazione azionaria non siano nate in "Finaosta", perché, Assessore Marguerettaz, se così fosse, questo diventerebbe preoccupante. Riteniamo che vi siano state delle motivazioni che non possono non essere passate al vaglio di un ragionamento politico, pertanto vorremmo capire se la partecipazione è in gestione ordinaria o speciale e quali sono le motivazioni di questa partecipazione.
Immaginiamo poi, perché esperienze passate ci dicono che così è, che le partecipazioni di "Finaosta" sottendono a quelli che una volta venivano definiti patti di sindacato e che oggi forse vengono definiti in maniera diversa con la riforma del diritto societario, ma la sostanza è quella. Infine vorremmo capire dietro, a fianco, sopra o sotto "Finaosta" che tipo di ragionamenti economici in tema di erogazione di contributi a fondo perduto o di finanziamenti su leggi regionali sono prevedibili, previsti o già richiesti, o in fase di istruttoria.
Pensiamo che un parere favorevole su questa apertura ai privati rischi di rimanere in un "cono d'ombra" per tale inserimento del pubblico, perché "Finaosta" è emanazione diretta dell'Amministrazione regionale; di conseguenza, rappresenta la "longa manus" dell'amministrazione pubblica.
Le domande penso siano chiare, all'Assessore l'incombenza di rispondere a domande che sono più di politica finanziaria e societaria che non di politica sanitaria, ma chi della Giunta risponde basta che dia puntuale risposta ai nostri quesiti e dichiareremo la soddisfazione rispetto alla forma, sul contenuto ci riserviamo di ascoltarlo.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.
Fosson (UV) - Intanto spero di essere completo, di rispondere alle interrogazioni e all'interpellanza in modo esauriente. Rispondiamo - perché sul discorso economico patrimoniale interverrà il collega Marguerettaz - volentieri perché è una nostra esigenza, lo è stata da subito, dare a questa operazione la massima trasparenza, anche la comunicazione in Giunta è avvenuta attraverso un comunicato scritto affinché non vi fossero strumentalizzazioni. Ci saranno lo stesso, probabilmente, ma vogliamo che tale operazione sia nella massima trasparenza, poi ognuno si esprimerà secondo le proprie sensibilità.
Parto da una premessa, ossia da dove siamo partiti: i dati sono del 2005, la mobilità passiva per patologie osteo articolari è stata di 330 dimessi da strutture fuori Valle, soprattutto Piemonte, Lombardia, sono i casi più pesanti, per una riabilitazione di 2° e 3° livello, che ha dato per il 2005 un costo di 1,797 milioni di euro. Associati a questo i costi per la convenzione che abbiamo con la clinica di Albenga, dove di solito si mandano i primi e i secondi livelli riabilitativi, sempre nel 2005 per una convenzione i ricoveri sono stati 694 malati per 903.499 euro. A questo aggiungo che la mobilità ortopedica così elevata forse ha nella carenza in Regione di una struttura riabilitativa un motivo incentivante. Questo porta come conclusione in tale ragionamento a vedere che nel 2005 per attività riabilitative intensive (da ricovero) è stato praticato un esborso elevato di 2,7 milioni di euro tutti fuori Valle. Questo porta intanto, oltre all'esborso rilevante, a non "chiudere in casa" un processo terapeutico in cui la riabilitazione ha e avrà sempre un'importanza maggiore, l'ospedale per acuti prevede ricoveri brevi, nel momento in cui però c'è la possibilità di una riabilitazione. Questo comporta dei disagi, grandi spostamenti per i pazienti e per le famiglie, sono in corso delle indagini di qualità sulla soddisfazione di tali trattamenti fatti fuori Valle. Mi permetto quindi di dire che il punto di partenza è un bisogno non soddisfatto qui ora per i malati di servirsi di strutture riabilitative fuori; la riabilitazione veniva fatta sempre verso privati non valdostani accreditati fuori Valle, per il sistema dell'accreditamento nazionale.
La seconda premessa è che il procedimento di autorizzazione alla costruzione di strutture, come ha ben ricordato il collega Frassy, da noi non è libero, ma prevede dei vincoli che in altre Regioni non esistono, vincoli che sono stati diminuiti nell'ultimo piano, basta leggere l'obiettivo 25 del Piano del benessere per rendersi conto di tale procedura di autorizzazione, che non prevede come nelle altre Regioni solo dei requisiti strutturali, ma prevede un'autorizzazione della Giunta dopo aver fatto uno studio sui fabbisogni e questi sono verificati dalla V Commissione. L'accreditamento successivo non è vincolato da questa autorizzazione, quindi tutto un meccanismo, che nelle altre Regioni non c'era per voler verificare opportunamente quali sono le strutture e se corrispondono a un reale fabbisogno.
Per quel che riguarda la riabilitazione in particolare, l'obiettivo 12 dice che l'indicazione del Ministero è di un letto di riabilitazione ogni 1.000 malati, quindi noi dovremmo avere 120 posti letto di riabilitazione con una possibilità di aumentare anche questa indicazione del Ministero a seconda della vocazione della Valle d'Aosta. Come abbiamo detto, la Valle d'Aosta è una Regione in cui la riabilitazione può avere un senso particolare per le sue qualità. Di fronte a questa carenza dei posti di riabilitazione, abbiamo agito come pubblico già da alcuni anni, aprendo i 20 posti di riabilitazione ad Antey, che è sempre più selettiva dopo aver aperto anche la RSA di Aosta, dove vanno invece le lungodegenze respiratorie e la riabilitazione respiratoria. Ciò non esclude che gli 80 posti letto di cui abbiamo bisogno non possano essere in questo momento per vari problemi "costruiti" da noi: per sede, costi molto elevati, per cui questo è un dato di fatto: grande mobilità verso il privato fuori valle, assenza ancora o carenza di posti di riabilitazione nella nostra Regione, per cui tale procedimento di autorizzazione ha seguito tutto il suo corso in modo corretto, ossia prima nell'agosto del 2006 è stato fatto uno studio dei fabbisogni proposto e approvato dalla V Commissione, che prevedeva l'esigenza in Valle di avere 80 posti di riabilitazione, di cui in un primo tempo 30 in convenzione. Questi 30, come chiede la collega Squarzino, è vero, sono passati a 50 a febbraio, perché intanto i fabbisogni non sono aumentati significativamente in quei mesi, ma soprattutto, come ho spiegato in V Commissione, gli accordi con il Piemonte siglati a livello generale e che dovevano essere definiti a livello più concreto e che sono ancora da definire, perché la malattia del collega Valpreda pone in questo momento il Piemonte in una situazione di assenza di Assessorato... comunque il Piemonte richiedeva un accordo di mobilità, una cardiochirurgia valdostana portata in Piemonte a fronte di posti di riabilitazione in Valle in cui inviare tutti i malati piemontesi. La V Commissione quindi ha votato a favore, collega Squarzino ha votato anche lei a favore, proprio per questi 80 posti in generale e 50 in convenzione.
Tale procedimento porta il pubblico a una garanzia particolare, nel senso che questo meccanismo di autorizzazione, a seconda dei fabbisogni, mette il pubblico valdostano in un sistema garantito. Nella nostra deliberazione - è un'altra richiesta della collega Squarzino - è scritto in modo chiaro che nei nostri programmi la riconversione dell'Ospedale Beauregard in riabilitazione prevede non una definitività di rapporto con chi viene, ma un nostro progetto futuro di risolvere questo con le nostre strutture; quindi un'autorizzazione che per ora non vincola per sempre il sistema delle autorizzazioni. Questo porta ad un rischio di impresa molto alto per il privato - diceva bene il Consigliere Frassy -, per quel che ne so io, anche se tale rischio, di fronte a una mobilità di questo tipo, a un accordo di mobilità con il Piemonte... crede di più a un'attrattiva... per questo elevato rischio di impresa il privato ha richiesto una partecipazione di "Finaosta".
Un altro punto da sottolineare senza demagogia è che l'Organizzazione sanitaria nazionale vede sempre più la presenza del privato nella sanità. Una recente indagine della Commissione sanità del Senato testimoniava che la Valle d'Aosta è per una percentuale molto elevata la Regione che ha meno privato di tutti, questo perché si è operato potenziando tutti i settori. Il settore della riabilitazione è un settore, lo dico come dato di fatto, che è sempre realizzato in tutta Italia da un privato convenzionato: questo fa pensare, vi è anche un articolo del Ministro Turco, poi ce l'ho a disposizione... che dice che i costi del pubblico sono del 30% maggiori dei costi del privato, più agile; abbiamo parlato gli altri giorni di flessibilità e sicuramente fa pensare - io ho lavorato 26 anni solo nel pubblico - che il pubblico in questo momento abbia dei costi più elevati del privato e su questo bisogna agire. In tutta Italia soprattutto il post acuto è svolto a carico del privato convenzionato, il Piemonte è una Regione sicuramente di un taglio politico preciso, non solo il riabilitativo, ma anche molto dell'acuto... a Novara vi sono 2 Cardiochirurgie, ad Ivrea vi è una clinica: penso questo che non sia un percorso percorribile da noi, ma va sottolineato. Abbiamo delle presenze di privato che gestisce servizi psichiatrici in Valle con grande soddisfazione.
A maggior ragione per i nostri numeri non potevamo affrontare da soli un problema di strutture riabilitative che sono strutture costose, con piscina... non possiamo costruire 80 posti, un minimo di struttura riabilitativa che possa avere dei riscontri al di sopra degli 80 posti letto... allora cosa si faceva? Li mandavamo verso strutture private di altre Regioni e qui non sarebbero venuti finché non vi fosse stato un accordo di mobilità o un grande "partner" come l'"Humanitas", il quale ha 10 Cardiochirurgie in Piemonte e in Lombardia, che cercava una sede per costruire una struttura riabilitativa, la voleva fare nel Biellese e, per fortuna, con un accordo con un privato che si occupa già di riabilitazione in Valle, ha deciso di trasportare le sue iniziative qui.
Altro punto richiesto dal Consigliere Sandri è che siamo sguarniti sul personale... intanto bisogna sottolineare che questa è una grande occasione di lavoro per la Regione, la vocazione a un turismo sanitario, a una riabilitazione, alla possibilità di riprendersi meglio che a Torino e Milano è nella nostra natura. Non siamo sguarniti perché la figura del fisioterapista è attualmente in eccesso, negli ultimi anni avevamo messo in formazione 40 fisioterapisti, ossia 10 per 4 anni successivi presso la scuola di Novara, adesso viene opportuno che anche l'ultimo anno di scuola di questi fisioterapisti sia concluso, per cui noi abbiamo sul mercato valdostano diverse figure di giovani fisioterapisti che cercavano lavoro e non lo avrebbero trovato in una nostra struttura in questo momento. Anche per quanto riguarda le OSS si è svolto un concorso, erano 160 domande per 25 operatori, quindi cresce nei Valdostani l'indirizzo verso una professione sanitaria; così per gli infermieri professionali siamo la Regione che ha un deficit rispetto ai parametri, ma molto più contenuto rispetto alle altre Regioni. Se questa iniziativa va avanti, si può pensare ad aumentare gli accessi nella scuola infermieri che negli ultimi anni sono più numerosi. Per quanto riguarda la professionalità dei medici, ricordo che l'"Humanitas" è sede di formazione universitaria del secondo triennio presso l'Università di Milano e questo può essere un aiuto alla professionalità dei medici valdostani.
Perché a Saint-Pierre? Non abbiamo scelto noi, al privato quando viene in Valle gli lasciamo la libertà di scegliere dove vuole fare e il Comune di Saint-Pierre ha già un piano regolatore che prevede il posto per una struttura sanitaria, ha fatto un accordo con queste strutture, anche perché la localizzazione in tale zona sembra particolarmente idonea per quanto riguarda una struttura riabilitativa, è un accordo di cui non sappiamo molto di più, mi permetto di dire. Questa è una struttura solo riabilitativa, non ha alcuna sala operatoria, né nulla di mascherato.
Concludo prima di dare la parola all'Assessore Marguerettaz dicendo che mi sembra una grande opportunità per il sistema sanitario valdostano, lo dice chi ha sempre affermato come sia importante potenziare il pubblico che abbia la preminenza su tutto, ma questa è una grande occasione per curare qui dei malati e non mandarli presso un privato e fuori valle, per concludere un percorso, per richiamare malati da fuori con accordi di mobilità, per essere anche un traino in quanto confronto per la struttura pubblica. In tutta Italia la riabilitazione è gestita da un privato convenzionato, sottolineo con molto affetto che il collega Valpreda, a cui facciamo tutti gli auguri, è in questo momento ricoverato per la riabilitazione a San Maurizio Canavese in una struttura privata convenzionata in modo molto adeguato, quindi bisogna accettare che quello che curava il privato fuori valle... che sia possibile, con tutte le garanzie che vanno richieste, farsi curare oggi qui.
Mi permetto di sottolineare un articolo di "Mondo e salute" del mese di giugno di quest'anno, in cui il Ministro Turco, a cui viene chiesto come mai il 30% dei costi in più nel sistema pubblico, risponde dicendo: "la mia posizione è chiara: nel sistema sanitario italiano pubblico e privato hanno la pari dignità". Mi sembra in conclusione che questa sia un'opportunità importante per la Valle d'Aosta, da seguire nelle sue varie evoluzioni, ma che questo venga a chiudere un fabbisogno che avevamo che non era soddisfatto, senza penalizzare assolutamente il pubblico.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Cercando di dare quegli elementi ad integrazione dell'illustrazione del collega Fosson, si pongono alcuni quesiti rispetto all'attività di "Finaosta". In un'interrogazione si chiede quando è stata autorizzata "Finaosta" e nell'interpellanza si chiede se è gestione ordinaria o speciale. Questa è un'operazione che viene fatta in gestione ordinaria, quindi non vi è nessuna autorizzazione da fare a "Finaosta"; "Finaosta" in gestione ordinaria ha un Consiglio di amministrazione che ha facoltà di analizzare le proposte che gli vengono fatte e, rispetto a queste, fa delle valutazioni. Ricordo che noi abbiamo una legge di riferimento rispetto alla finanziaria regionale e fra le attività che possono essere effettuate in gestione ordinaria vi sono quelle che, rispetto a delle partecipazioni temporanee, possono sostenere delle "start up" rispetto ad attività che vengono ritenute meritevoli e sostenibili dal punto di vista finanziario all'interno del quadro di riferimento della Valle d'Aosta. Questo ragionamento ha governato le valutazioni di "Finaosta", perché le motivazioni che sono state ritrovate da parte del "CdA" risiedono in una valutazione positiva del progetto di impresa, in particolare rispetto sia alla forma imprenditoriale, allo "standing" dei soci, quelli che sono stati testé indicati, all'equilibrio della struttura finanziaria, al settore di riferimento, ai fabbisogni della Valle d'Aosta che oggi vengono soddisfatti con delle strutture che risiedono fuori Valle, facendo venir meno dei flussi economici, ma anche non valorizzando delle professionalità e un'occupazione che può essere valorizzata in Valle d'Aosta.
A questo riguardo, collega Frassy, è opportuna la sua terza questione che introduce un argomento che è finalizzato rispetto alla rappresentanza, ma in realtà i patti parasociali sono patti molto più ampi, quindi al loro interno non solo vi è un accordo per la rappresentanza, ma vi è un discorso più ampio, tanto che i soci hanno sottoscritto dei patti parasociali che ne disciplinano i rapporti. In particolare vi è una negoziazione sulla logica della tutela dell'azionista di minoranza e la disciplina tecnica dell'uscita del socio di minoranza al quinto anno, quindi in questa situazione vi è un obbligo di riscatto da parte degli altri soci al valore di mercato della partecipazione. Ecco che siamo nel pieno degli intendimenti che il Consiglio regionale ha voluto dare a "Finaosta", ossia come soggetto facilitatore, come soggetto che contribuisce a far crescere un certo tessuto produttivo, senza per questo sostituirsi all'imprenditore. È stata proprio questa la logica del patto parasociale, dove è stata disciplinata quella che in termini tecnici viene definita la via di uscita. "Finaosta" con una partecipazione del 15% designa 1 dei 6 membri del "CdA" e 1 sindaco effettivo del collegio. Nell'ambito di queste attività sono inoltre previsti per "Finaosta" dei poteri supplementari che consistono, coerentemente con l'attività di presidio e di controllo che abbiamo constatato in tali accordi, nella possibilità di avere un diritto di veto su alcune materie, ovvero poter avere un parere vincolante su una serie di materie.
Io posso poi venire in Commissione, perché qui più si conosce della questione e più diventerà difficile opporsi a questo tipo di impostazione, anzi nel confronto troveremo modo per apprezzare questo tipo di iniziativa.
Abbiamo ancora un ragionamento rispetto al piano finanziario. Qui abbiamo un "business plan" importante, che, da un lato, prevede un apporto di capitale sociale in 2 "tranche", un'operazione importante che è un'operazione di "leasing", ma non comporta l'erogazione di finanziamenti o contributi regionali obbligatori. Vi è una proposta, quindi non vi è un impegno da parte di "Finaosta"; vi è, rispetto al mutuo previsto nel "business plan", un'offerta di 1,2 milioni di euro da parte di "Finaosta", per quanto attiene alla parte addebito, vi è una disponibilità da parte di "Finaosta" da sottoporre al proprio "CdA" per un mutuo di 1,2 milioni, che è un intervento da fare alle condizioni abitualmente applicate per tali operazioni. Non vi è quindi un intervento propriamente pubblico, ma un intervento di finanza di 1,2 milioni da offrire alle condizioni abituali (condizioni di mercato). Vi è quindi una situazione che ha un capitale sociale che in 2 "tranche" vedrà "Finaosta" impegnarsi nella misura del 15%, vi è un'operazione importante di "leasing" per la struttura, vi sono tutte le condizioni per dare una valutazione.
Il collega Sandri pone delle domande, non so se lo ha fatto per omaggiare la mia valle, dice: "ma perché non farlo nell'ex "Enpaia" a Etroubles?". Sono sempre contento quando si cerca di valorizzare una delle valli più belle della Regione, ma nell'individuare correttamente una valle adeguata per tanti motivi credo che vada "fuori tiro", perché che l'ex "Enpaia" a Etroubles sia una struttura pubblica lo apprendo dal Consigliere Sandri, io dico quello che so io, poi, siccome lei è molto vivace, sa molto più di me. L'"Enpaia" era un ente di previdenza degli agricoltori che nel 1990 ha ceduto quell'immobile a una società che si chiama "Regina S.r.l.", la quale successivamente si è trasformata in una società che si chiama "G4 S.r.l.", che, nonostante questa valle così simpatica e interessante, purtroppo è fallita. Tale società "G4" in fallimento con sede ad Anzio, è amministrata da una procedura fallimentare, nel 2005 casualmente avevo visto un'esecuzione fallimentare, quindi forse l'ex "Enpaia" con il pubblico l'ha visto solo il Consigliere Sandri in una delle sue escursioni, ma lo dico perché il pubblico ovviamente, se ha dei locali interessanti, li deve valorizzare, altrimenti li vende e, da questo punto di vista, l'"Enpaia" lo ha fatto nel 1990. Forse il Consigliere Sandri è arrivato in ritardo per dare tale tipo di notizia, ma comunque mi fa piacere che lui guardi sempre con simpatia la mia valle. Credo che quanto scritto nel Piano sanitario, che ha individuato il "Beauregard" come zona per fare una serie di attività, mantenga la sua validità. Il privato credo nell'individuare degli spazi pubblici quali Saint-Pierre, per poter creare una serie di attività, abbia valorizzato delle importanti proprietà pubbliche, quindi spero di aver dato tutti gli elementi ma, essendo molto articolato, se vogliamo confrontarci in Commissione, sarò ben lieto di venire.
Presidente -La parola alla consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Non sono soddisfatta delle informazioni avute, perché apparentemente si sono rispettati tutti i vari passaggi, in realtà vi è qualcosa che non funziona nella procedura e cerchiamo di capire perché. Tutto si basa sul fatto che la Regione ha stabilito in 120 posti letto il proprio fabbisogno per la riabilitazione facendo questo ragionamento: se ne sono già una quarantina fra Antey e Aosta, ne rimangono 80. Ho bisogno di 80 posti letto e sarebbero i famosi 120 posti letto che, secondo il piano, dovrebbero andare al "Beauregard". Mi chiedo allora: al "Beauregard" ci saranno, nella logica del progetto che la Giunta sta portando avanti, i 120 posti letto per la riabilitazione? Non più, perché dovrei chiudere Antey, i posti letto qui... e dovrei chiudere Saint-Pierre, perché, se sono quelli, non li posso cambiare, ma devo aumentare gli indici, ma in base a cosa? Seconda cosa: dapprima si dice 80 posti letto li lasciamo a Saint-Pierre; intanto non è vero così, perché, quando è stato approvato sia il piano, sia la deliberazione, si era detto che saranno da favorire le strutture dedicate alle patologie riabilitative, specie dell'apparato muscolo scheletrico, a quelle cardiovascolari, nonché ai disturbi del metabolismo nutrizionale. Per tutte tali patologie riabilitative sarà possibile ancora aprire posti se sono tutti stati conglobati in questi 120 posti e quindi in 80 posti a Saint-Pierre? Non veniamo allora a dire che erano previste diverse patologie riabilitative e poi solo una viene favorita.
Seconda osservazione. Si dice nella deliberazione del 2006 che di 80 posti letto 30 saranno a copertura pubblica e si spiega il perché: 30 posti a copertura pubblica pari a circa 0,25 per 1.000 abitanti. Su 100mila abitanti 25, 120mila 30 posti letto e qui c'è un criterio e viene indicato, ma questa scelta è fatta nell'agosto 2006. A febbraio 2007 poi arriva la domanda, l'"ISAV" presenta istanza per essere autorizzata in data 19 febbraio e qui ho posto una domanda precisa a cui non è stato risposto, dicevo fa una domanda sulla base della deliberazione precedente in cui avrebbe dovuto poter costruire 80 posti letto, di cui 30 a copertura pubblica e 50 a copertura privata. Il 9 marzo vi è una deliberazione di Giunta che stabilisce senza nessuna motivazione che i posti sono a copertura pubblica 50 e non più 30, addirittura facendo un falso, perché si dice a giugno 2007, dopo che è stata presentata la domanda a febbraio: "richiamata la deliberazione di Giunta del 9 marzo 2007 recante ulteriori determinazioni, che individua in 80 posti complessivi elevandone la copertura pubblica in 50 posti". Non è vero! La deliberazione a cui si fa riferimento, la deliberazione precedente, non eleva a 50 posti letto quelli a copertura pubblica, ma si arriva solo a giugno 2007... In base a quali motivazioni, in base a quali dati allora è stata fatta l'istanza di autorizzazione? L'"ISAV" quindi ha fatto istanza di autorizzazione quando erano previsti solo 30 posti letto a copertura pubblica, poi, nel momento in cui invece dovrebbe essere autorizzato, i posti diventano 50, all'improvviso e senza nessuna motivazione, io mi chiedo...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... io mi chiedo cosa c'è sotto...
Presidente - ... può concludere, per cortesia...
Squarzino (Arc-VA) - ... sì, concludo... perché, se andiamo agli anni '90, c'era già un progetto preciso di fare qualcosa a Saint-Pierre e, guarda caso, il suo promotore era Rollandin, lo stesso che attualmente in qualche modo...
Presidente - ... adesso concluda, grazie...
Squarzino (Arc-VA) - ... c'è dietro all'IRV che gestirà questa cosa.
Presidente - Consigliere Sandri, intende intervenire, perché spetterebbe a lei? Per prassi, prima rispondono gli interroganti e poi gli interpellanti.
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Grazie, Presidente, anche se ritenevo più opportuno, per il buon andamento dei lavori, poter rinviare al pomeriggio la risposta alle interrogazioni e interpellanze da parte dei Consiglieri, sarebbe stato più utile per tutti; prendiamo atto.
Su tale questione credo vi siano poche cose da dire, ma che si è aperta una falla molto grave nel sistema sanitario valdostano ed era uno dei settori in cui non eravamo comparsi sul libro "La Casta", di Gian Antonio Stella, che invece descrive diffusamente commistioni politiche e sanità, citando Daniela di Sotto in Fini e Francesco Proietti Cosimi, Deputato di "AN", con le strutture sanitarie romane, ampiamente beneficate, la moglie di Totò Cuffaro, "Forza Italia"... e le convenzioni per quanto riguarda svariate cliniche in Sicilia, parliamo del Forzista Guglielmo Scammacca della Bruca, già Assessore regionale ai lavori pubblici, quote nella casa di cura "Musumeci", Istituto oncologico e quant'altro, centinaia di milioni di euro di sprechi in tutta Italia legati alla commistione fra politica e sanità. Questa è l'apertura di quel percorso dove arriviamo e non è un caso che "Forza Italia", "La Casa delle Libertà della Valle d'Aosta", sia così interessato per motivi opposti ai nostri a questo interessamento e non è un caso, ovviamente, che sentiremo continuamente lodi dell'attività dell'Assessore, che oggi ha ammesso davanti a tutti, e ci scusiamo se abbiamo fatto un'interrogazione troppo complicata e specialistica, forse la prossima volta scriveremo in maniera più semplice per lei, che non è specialista in materia. Abbiamo una situazione per cui su questo "terreno" apriamo la porta ai privati con i soldi del pubblico, perché oggi cosa abbiamo scoperto? Che non c'è solo la partecipazione, ma gli abbiamo promesso i posti in più, gli abbiamo promesso il "leasing", il mutuo, di tutto!
Ci stiamo preparando ad entrare nella prossima edizione del libro "La Casta" anche dal punto di vista della sanità e questo è un vecchio progetto ed è vero! Perché come mai chiedo sui terreni... e sono a disposizione dell'"ISAV"? Sono a disposizione da 15 anni quei terreni perché vi sono stati interi Consigli comunali di Saint-Pierre che si sono dedicati all'acquisizione di un terreno sufficientemente grande per fare questa "roba", 15 anni che è fermo là! Adesso finalmente, tramite i propri rappresentanti nella Giunta regionale, il grande "vecchio" della politica valdostana è riuscito a far partire il progetto e quello viene rifatto ripartire: questa è la verità! L'Assessore oggi ha dimostrato davanti a tutti che è colpevole, perché ha detto: "qui è un sacco di tempo che mancano 120 posti e io mi sono rifiutato di far qualunque cosa per far vedere che il debito verso l'esterno era enorme per poter giustificare che adesso lo diamo ai privati"...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... io non l'ho interrotta... allora, "lo diamo ai privati...", ma scusi, in tutti questi anni... ma lei pensa che la clinica domattina sarà aperta? Ci vorrà il suo bel tempo, i lavori... e in tutti questi anni cosa ha fatto lei? Quale progetto? Non fa un ospedale, non ristruttura quello vecchio, non fa la riabilitazione, non si fa niente da questo punto di vista! Perché? Il perché lo abbiamo scoperto oggi: perché bisogna dare lo spazio ai privati. Chi se ne frega poi se mancano le infermiere professionali, se ci sono pochi fisioterapisti, se delle OSS ce ne saranno 100, spero sia così come ha detto lei, ma su questo faremo delle verifiche. Chi se ne frega: l'importante è mandare avanti i progetti, per cui uno è stato messo lì come Assessore... perché lei è stato messo lì per fare queste cose, per fare la ristrutturazione dell'Ospedale ad est e per aprire la strada alla sanità privata ed è quello che sta facendo!
Siamo poi arrivati quasi al ridicolo, perché, quando si parla del privato, vi sono dei costi che sono bassissimi: 80 posti letto, poche decine di milioni di euro, quando invece si parla del pubblico... e oggi ci siamo sentiti di nuovo dire: "ma, se lo facessimo noi, avremmo dei costi molto elevati!". Per quale motivo vi sono dei costi molto elevati nel pubblico? Perché il pubblico oggi è gestito in modo tale, per cui, quando si ristruttura qualcosa, si pagano cifre che sono fuori da ogni limite. Non voglio riprendere l'esempio delle rotonde, ma vale anche per la sanità, per quel "buco" clamoroso che è l'Ospedale che serve non alla sanità pubblica, ma a fare avere soldi e soldi attraverso gli appalti. In quei 55 milioni di euro che lei ha rivendicato tante volte non c'erano 10 milioni di euro per fare la riabilitazione?
Per quanto riguarda le strutture della valle che si potevano utilizzare nella valle dell'Assessore Marguerettaz, ringrazio per l'attenzione che ho sempre avuto per quella piccola valle, ma le informazioni che abbiamo su dati forniti dal demanio statale ci dicono che fa ancora riferimento al Ministero dell'agricoltura. Magari sono falliti proprio perché non avevano la disponibilità di quella struttura, quindi è un dato da verificare, però era in un elenco del Demanio ed erano intestate al Ministero dell'agricoltura...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... può essere, però il Demanio non può cedere niente, quindi bisogna capire anche se gli atti che sono stati fatti erano validi o meno. Erano del Demanio e del Ministero dell'agricoltura. Dico che comunque vi sono delle strutture in Valle che si possono rapidamente mettere in piedi molto prima di quanto non facciano i privati a Saint-Pierre, il problema è la volontà politica: qui la volontà politica è asservita a degli interessi che con il Consiglio regionale non c'entrano niente! Il nome e cognome è stato fatto e non c'è bisogno di ripeterlo.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Voglio dare soddisfazione al collega Sandri esordendo con un complimento all'Assessore Fosson, ma il complimento all'Assessore riguarda la tempistica con cui è riuscito a dare una risposta rispetto ai tempi con i quali è pervenuta una domanda, ossia fra febbraio e giugno una risposta in termini di atto amministrativo c'è stata ed è un dato da record rispetto alla "vicenda Multibox", alla vicenda del "Pala-Ayas", rispetto al tiro a volo di Saint-Vincent, rispetto all'aeroporto, dove sono passate legislature senza che venissero date delle risposte.
Qui però mi fermo con i complimenti, perché la parte finanziaria, Assessore Marguerettaz, non ci soddisfa affatto e non ci convince neppure quella ingenuità da "verginella della politica" con cui lei ha detto che è gestione ordinaria, "Finaosta" è una s.p.a., e in gestione ordinaria "Finaosta" fa quello che ritiene opportuno fare. Assessore, su "Finaosta" nulla si muove che la politica non voglia e la gestione ordinaria e la gestione speciale sono 2 "escamotage" di natura finanziaria. Lei non può venire a raccontare in questo Consiglio... perché non è credibile, ma non è soltanto non credibile la sua risposta, non diventa più credibile lei, Assessore! Perché o lei non sta facendo quello che dovrebbe fare, o viene qui a raccontarci un sacco di panzane e nell'una, nell'altra delle 2 ipotesi è grave tale atteggiamento in questo Consiglio! Non può venire a dire qui che la gestione ordinaria fa quello che vuole e che, di conseguenza, non vi sono motivazioni di carattere politico, fatte salve quelle che... non so se lei ha suggerito all'Assessore Fosson o se l'Assessore Fosson le ha attinte strada facendo fra qui e "Finaosta", o fra qui o non so dove... perché testualmente ha detto - o forse lo ha detto lei -: "la partecipazione di Finaosta è dovuta al particolare rischio imprenditoriale". Ma scusate il rischio di impresa è connaturato all'attività imprenditoriale privata, che ha per sua stessa definizione quale componente importante il rischio di impresa! E voi venite a dire che c'è un rischio di impresa particolare in una società neocostituita, che vede il 43% del capitale sociale in capo alla "Humanitas S.p.a.", che ha 10 cliniche fra il Piemonte e la Lombardia, che è sede di formazione universitaria e che, di conseguenza, è "partner" affidabile e competente in campo sanitario... meno sappiamo della "Valsan S.r.l.", per la quale chiederemo con un'altra iniziativa alcuni lumi.
"Finaosta" dunque entrerebbe per questo motivo? No, Assessore Fosson, non è possibile, né credibile! Il punto debole di tale operazione allora è ancora una volta "Finaosta". "Finaosta" si mette a finanziare chi fa gelati e yogurt a Pont-Saint-Martin, e poi vedremo quanti gelati e yogurt verranno fatti e per quanto tempo soprattutto, "Finaosta" entra nel capitale sociale di quella che dovrebbe essere l'apertura ai privati in Valle d'Aosta. Lei ci dice che c'è un patto di sindacato ma, visto che noi non le abbiamo chiesto in maniera esplicita quali ne siano i contenuti, ci dice solo i punti principali: previsione di uscita di "Finaosta" al quinto anno, faremo in modo di essere presenti nella prossima legislatura per verificare cosa accadrà al quinto anno, anche se auspichiamo di non farle l'interpellanza... dice "parere vincolante di "Finaosta" su alcune materie", allora io dico che queste materie non possono essere materie di politica sanitaria, perché? Perché non vorrà convincerci che "Finaosta" possa esprimere dei pareri vincolanti sulla materia sanitaria? Sulla materia sanitaria perciò "Finaosta", che non è "partner" tecnico, non penso possa esprimere dei pareri vincolanti. Pareri vincolanti su cosa? Sulla logistica della costruzione e della disposizione di ambienti? Non penso, perché l'edilizia sanitaria necessita di tecnici e non mi sembra che "Finaosta" abbia queste capacità, tant'è che il gruppo messo in piedi da "Finaosta" sulla "vicenda Ospedale" ha fatto confluire nella struttura creata tecnici esterni. Probabilmente allora il parere vincolante di "Finaosta" non può che essere su quelle materie che definirei di tipo amministrativo e, quando dico questo, faccio riferimento alla gestione di tale struttura sanitaria. Facendo riferimento alla gestione, la prima problematica riguarda le assunzioni, la seconda i vari contratti che chi gestisce una struttura deve stipulare: forniture, contratti di servizio, consulenze... rapporti forse anche con l'Amministrazione regionale.
Non vorremmo che qui la chiave di lettura sia un'altra e non sia... Assessore Fosson, con buona pace dell'ingenuità con cui lei sostiene che "Finaosta" è lì per l'importante rischio di impresa, "Finaosta" è lì in quanto è il prezzo politico - il "pizzo politico" se vogliamo essere più chiari - di questa operazione. Tale operazione, che da 15 anni o più si mormorava nei corridoi dei palazzi, è stata realizzata solo mettendo il controllo della politica in quella che doveva essere una libera iniziativa privata. Se così è, quello che poteva essere un modo di cambiare la filosofia di gestire la sanità in Valle d'Aosta rischia di essere inficiato dal fatto che ancora una volta la politica vuol mettere il suo "zampino". Mi sembra la vicenda della casa da gioco, mi sembra la vicenda di tutte quelle grandi opere che hanno sempre visto la "mano" fallimentare dell'Amministrazione regionale a condizionare e a gestire.
Il mutuo poi: è vero che "Finaosta" può fare tante cose rispetto alla legge - che abbiamo non votato - del marzo 2006, ma le partecipazioni temporanee - articolo 5, gestione ordinaria - dovrebbero essere finalizzate al conseguimento di obiettivi di interesse per il contesto economico regionale e penso che l'interesse del contesto economico regionale sia secondario rispetto a un altro interesse: quello ossia di dare delle risposte che oggi non riusciamo a dare. Questo perché i dati forniti dall'Assessore sono chiari: la mobilità passiva più le convenzioni con strutture esterne fanno sì che più di 1.000 persone all'anno vadano fuori Valle per risolvere le loro patologie riabilitative e che la Regione spenda quasi 3 milioni di euro in questo campo. Cosa c'entrino qui gli obiettivi di interesse per il contesto economico? Sono gli 80 posti, sono i nomi che stanno dietro agli 80 posti? Penso di no, anche perché non è o non dovrebbe essere questo l'obiettivo che si prefigge "Finaosta".
È vero poi che "Finaosta" ha una sua autonomia finanziaria, ma deve smettere di fare la banca e di fare concorrenza alle banche, anche perché spesso la fa male la concorrenza alle banche, perché le banche si prendono delle garanzie che riescono spesso ad essere sufficienti per garantire le operazioni finanziarie, "Finaosta" spesso prende dei grandi abbagli. Non sarà il caso di tale vicenda, perché ci sembra che alcuni di questi "partner" siano seri e affidabili, che però "Finaosta" faccia concorrenza alle banche solo per quelli che possono essere più o meno politicamente raccomandabili o raccomandati ci sembra un sistema che esula dalle finalità di "Finaosta".
In conclusione di tale replica, Assessore Marguerettaz, soprattutto, non crediamo che "Finaosta" sia lì per un caso, sia lì in quanto il privato ha chiesto in ostaggio "Finaosta" perché non si fida dell'Amministrazione regionale, perché questa potrebbe essere l'unica chiave di lettura: "a fronte di un'Amministrazione di banditi pretendiamo che l'Amministrazione pubblica si impegni direttamente attraverso la sua finanziaria" e non vi farebbe neppure onore questo tipo di lettura. Di conseguenza, rimane solo la terza ipotesi: che ancora una volta la politica ha voluto mettere il suo "cappello" sull'iniziativa privata e ancora una volta l'iniziativa privata "alla valdostana" viene fatta con i denari pubblici.
Presidente - Vista l'ora, dichiaro chiusi i lavori del Consiglio regionale, che riprenderanno nel pomeriggio alle 15,30.
La seduta è tolta.
---
La séance se termine à 13 heures 32.