Oggetto del Consiglio n. 2866 del 10 luglio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2866/XII - Ipotesi di realizzazione di un impianto di termovalorizzazione nella regione. (Interpellanza)
Interpellanza
Premesso che:
- la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, il riciclaggio e la valorizzazione energetica dei medesimi sono problematiche che investono anche la Regione Valle d'Aosta, il cui polo di conferimento di Brissogne andrà ad esaurimento entro pochi anni;
- il Consiglio regionale ha approvato, il 21 dicembre 2005, una mozione che impegnava la Giunta regionale a presentare entro due mesi una valutazione tecnica, economica e ambientale delle diverse possibilità di valorizzazione energetica dei rifiuti valdostani, inclusa l'ipotesi di realizzare un impianto di termovalorizzazione nel territorio valdostano;
- nel marzo 2007 è stato consegnato all'Assessorato del Territorio, Ambiente e Opere pubbliche uno Studio comparativo fra i sistemi di trattamento e smaltimento dei rifiuti in Valle d'Aosta, realizzato dal Prof. Ing. Giuseppe Genon (Politecnico di Torino) e dall'Ing. Luciano Ziviani (Zimatec) e il cui costo supera i 250.000 euro;
ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore delegato per sapere:
1) se condivide l'ipotesi di realizzare un impianto di termovalorizzazione in Valle d'Aosta e come si inserirebbe nel quadro di una gestione complessiva del ciclo dei rifiuti;
2) quali sono i luoghi che potrebbero potenzialmente ospitare un impianto di questo genere e sulla base di quali caratteristiche e requisiti sono stati individuati;
3) se ritiene che lo studio citato in Premessa sia esaustivo nell'affrontare i fattori ambientali, economici, di sicurezza e di salubrità necessari a garantire il miglior funzionamento di un termovalorizzatore nella nostra regione;
4) entro quando la Giunta regionale intende adottare una decisione in merito e portarla all'esame del Consiglio regionale.
F.to: Tibaldi - Lattanzi - Frassy
Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Ci siamo permessi di proporre un'interpellanza in materia, senza togliere alcuna primogenitura ai colleghi "Verdi", per approfondire un argomento che ci sembra di estrema attualità, ovvero la quantità di rifiuti smaltiti di anno in anno presso la discarica regionale di Brissogne sta portando all'esaurimento della medesima. Esaurimento che, secondo uno studio all'esame della III Commissione - lo studio del prof. Genon e dell'ing. Ziviani -, si prevede entro il 2012. La quantità di rifiuti conferiti nella discarica è di circa 95mila tonnellate annue, di conseguenza tale quantitativo sta accelerando, visto che nei prossimi anni è previsto anche un incremento di tale quantitativo, la saturazione del sito. Il 21 dicembre 2005 il Consiglio regionale ha approvato una mozione che impegnava la Giunta a presentare entro 2 mesi una valutazione tecnica, economica e ambientale sulle diverse possibilità di valorizzazione energetica dei rifiuti valdostani, inclusa fra le varie ipotesi c'è anche quella di realizzare un termovalorizzatore nel territorio valdostano. Naturalmente si tratta di ipotesi che sono all'esame degli organi competenti, "in primis" immaginiamo anche all'attenzione dell'Assessore Cerise. In questo studio di cui mi sono fatto produrre copia, ci sono alcuni scenari ipotizzati: il primo si pone nel solco del Piano regionale di gestione dei rifiuti, varato nell'aprile 2003; un secondo si fonda su un intervento integrato di termovalorizzazione dei rifiuti prodotti nella nostra Regione e prevede contestualmente la riqualificazione ambientale del sito di Brissogne. Naturalmente in entrambi i casi non si può prescindere da una raccolta differenziata sempre più selettiva e sempre più ampia dei cosiddetti "rifiuti recuperabili".
Con l'interpellanza in oggetto chiediamo all'Assessore alcune cose, immaginando che sia lui non solo ad aver dato l'incarico di studio ora citato, in particolare se ha già qualche determinazione in merito, in particolare se condivide l'eventuale ipotesi di realizzare un impianto di termovalorizzazione in Valle d'Aosta. Sappiamo che attraverso la termovalorizzazione, ovvero con l'incenerimento dei rifiuti si potrebbe anche generare dell'energia elettrica, come già avviene in altre strutture analoghe nel nord Italia, dove si può citare in particolare la struttura di Brescia, qualificata come una delle migliori del mondo non solo per la capacità energetica che possiede, ma anche per la salubrità dell'impianto nel suo insieme, le cui emissioni di sostanze nocive sono veramente ridotte. Si può citare Pavia, si può citare anche Bolzano la cui realtà è più simile alla nostra e potrebbe essere presa ad esempio. Se una volta c'era una sorta di ostracismo nei confronti degli inceneritori, perché rilasciavano nell'aria una quantità notevole di emissioni nocive, in particolare diossina, e maleodoranti, oggi la termovalorizzazione poggia su studi scientifici più innovativi e più sicuri sotto il profilo della tutela della salute umana e dell'ambiente. Questa termovalorizzazione, che non è un incenerimento puro, ma è un qualcosa di più importante, allora è una delle ipotesi al vaglio degli organi competenti.
La prima domanda che poniamo è se lei condivide questa ipotesi, per capire qual è l'idea che lei si è fatto dell'argomento e come si inserirebbe questo nel quadro di una gestione complessiva del ciclo dei rifiuti. Chiediamo anche, qualora vi fosse già qualche idea in merito, se sono già stati individuati i luoghi che potenzialmente potrebbero ospitare un impianto di tale genere. Le altre 2 domande si riferiscono alle determinazioni della Giunta: innanzitutto "se ritiene che lo studio citato in premessa..." - lo studio "Ziviani-Genon" - "... sia esaustivo nell'affrontare i fattori ambientali, economici, di sicurezza e di salubrità necessari a garantire il miglior funzionamento di un termovalorizzatore nella nostra regione". La quarta domanda è una domanda di prospettiva, una domanda che ha una valenza politica, perché alla fine la scelta è eminentemente politica: "entro quando la Giunta prevede di adottare una decisione in merito e di presentarla all'esame e all'approvazione del Consiglio Valle".
Si dà atto che dalle ore 18,12 assume la Presidenza il Presidente Perron.
Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.
Cerise (UV) - La termovalorizzazione è uno dei metodi di trattamento assunti a riferimento nello studio preliminare di confronto richiesto dalla Giunta ai fini dell'assunzione della decisione sul sistema di smaltimento e di recupero da realizzare in sostituzione di quello attuale che si basa sull'uso esclusivo della discarica, oltre che sulla raccolta differenziata. Questo studio è stato commissionato dalla Giunta in coerenza con la mozione del Consiglio regionale del 21 dicembre 2005, che impegnava la Giunta regionale a presentare una valutazione tecnica. Il riscontro fa notare come questo sia stato articolato in modo da consentire l'acquisizione di primi elementi volti a fornire un quadro conoscitivo tecnico, tecnologico, ambientale e economico-finanziario coerenti con quanto espressamente indicato dalla mozione. Mi permetta, collega Tibaldi, di richiamare alcuni passaggi che mi sembrano importanti: innanzitutto è stato fatto un esame di tipo merceologico sulla produzione dei rifiuti dal 1989 al 2005 per avere degli indicatori sui "trend" e anche in relazione alle variazioni dei flussi in funzione del cambiamenti demografici che la Regione subisce per via delle presenze turistiche. Sono stati poi definiti tutti i costi afferenti la gestione del centro regionale e quelli sostenuti per lo smaltimento di tutte le diverse tipologie di rifiuti, con elaborazione dei costi complessivi riferiti alla gestione dei rifiuti in Valle d'Aosta, ricavando una tariffa di riferimento per tonnellate di rifiuti smaltiti. Successivamente è stata elaborata la serie di dati inerenti alla produzione storica dei rifiuti con una proiezione fino al 2012, come dire tempo zero, nel senso che da lì in avanti la soluzione deve essere trovata e già in funzione. L'elaborazione di una prima relazione di sintesi contenente le indicazioni sulla procedura metodologica di analisi adottata per affrontare il problema e la redazione di 3 scenari proiettati a fine 2012, anno in cui si prevede vengano raggiunti, a fronte dell'obbligo di raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata stabiliti dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, anche obiettivi di valorizzazione dei rifiuti pari al 50%, il che corrisponde a una quantità di raccolta differenziata pari al 60%, con una perdita di circa il 10%.
I 3 scenari, andando oltre il mandato del Consiglio regionale, descrivono la situazione attuale impostata esclusivamente sulla raccolta differenziata e sulla messa in discarica dei rifiuti indifferenziati; la situazione prevista dal Piano di smaltimento dei rifiuti vigente in Valle d'Aosta e approvato nel 2003, e qui devo fare una notazione: il piano in un certo senso è imperfetto perché prevede la possibilità in una fase transitoria di appoggiarsi anche su termovalorizzatori fuori dalla Valle d'Aosta. Non prevede la possibilità di fare della termovalorizzazione in Valle d'Aosta, quindi questa è una questione che dovrà essere risolta nel momento in cui si dovesse fare la scelta in quella direzione; la soluzione alternativa fondata sull'ipotesi di realizzare in Valle d'Aosta un impianto di termovalorizzazione.
Il documento "B" dello studio è dedicato alle problematiche legate alla termovalorizzazione e si compone di 4 elementi. Dobbiamo tenere conto delle prescrizioni normative e delle problematiche di carattere igienico sanitario e ambientale connesse con la presenza delle discariche. La relazione è finalizzata a valutare preliminarmente la possibile sostenibilità dell'opera in relazione alle necessità di trattamento dei rifiuti prodotti (qualità e tipologie) ed alle garanzie di tutela igienico-sanitaria e ambientale richieste dalla Regione. Il documento, partendo dalla situazione pianificatoria vigente, ne analizza le problematiche e le criticità, verifica la coerenza con la vigente normativa, descrive i 2 possibili scenari (di piano e alternativo) futuri, esprime la sostenibilità dell'ipotesi alternativa fondata anche sulla possibilità di bonificare le discariche di Brissogne avviando al termodistruttore i rifiuti estratti.
Nel documento "BII" viene illustrata un'analisi comparativa delle migliori tecnologie riferite ad impianti di termovalorizzazione presenti ad oggi sul mercato; assume una funzione di indirizzo al fine di permettere una prima riflessione, fondata su elementi sostenibili di confronto, sulle possibili tecnologie adottabili. Vengono descritti i diversi processi di termovalorizzazione, dalla combustione su griglia, con letto fluido, con tamburo rotante, alla gassificazione (pirolisi) - che, come abbiamo preso atto di recente, pare sarebbe accettata anche da un'associazione ambientalista piuttosto belligerante di solito -, alla gassificazione con produzione di gas di sintesi e combustione ai diversi processi quali quelli al plasma, quelli di combustione dedicata o no del CDR. Il documento, che riporta in allegato un'approfondita analisi dei diversi sistemi di termovalorizzazione, assume, per la scelta della tecnologia più rispondente alle esigenze specifiche della Regione, criteri di confronto quali: la maturità tecnica, la continuità di funzionamento, la capacità di trattamento dei fanghi, la flessibilità della portata e del potere calorifico, i rischi potenziali per anomalie di funzionamento e le relative conseguenze, la necessità di pretrattare o meno i rifiuti, la manovrabilità e la manutentabilità. Vi è poi il criterio di valutazione ambientale, che mi pare sia un aspetto sensibile, ossia emissioni in atmosfera, emissione di acque reflue, produzioni di rifiuti, potenziale rendimento energetico. Infine, vi sono i criteri di valutazione riguardante i costi gestionali di ciascuna tecnologia assunta a riferimento.
Vi è poi un documento, che richiama le migliori tecnologie attuali, dove viene riportato un confronto fra i diversi sistemi di abbattimento dei fumi emessi dagli impianti di termovalorizzazione, per i diversi gruppi di inquinanti, individuando la migliore soluzione impiantistica di trattamento dei fumi da adottare. Voglio ricordare come per rapporto alle prescrizioni di legge è stato richiesto che i fumi siano ulteriormente abbattuti del 50%, quindi per avere un elemento ancora più prudenziale, quindi una riduzione del rilascio dei fumi che è del 50% inferiore alle previsioni previste dalla legge.
Sulla base delle assunzioni di cui all'elaborato "BII", sono descritte le caratteristiche di un impianto di termovalorizzazione dimensionato per l'eventuale trattamento dei rifiuti prodotti in Valle d'Aosta in proiezione a fine 2012 e dei rifiuti estratti dalla riqualificazione della discarica di Brissogne.
Vi è poi la messa a confronto dei costi, il documento riporta un'analisi comparativa dei costi di investimento e di gestione.
Sono poi esaminati tutti gli impatti sul territorio con riferimento alla soluzione alternativa al piano regionale, i principali impatti ambientali e l'impatto sanitario e sono descritte le procedure da adottare per la loro analisi, gli effetti delle emissioni in atmosfera, sono infine illustrate le metodiche di valutazione del rischio e delle esternalità, in particolare è evidenziato che, grazie a quest'ultima metodologia, è possibile risalire al cosiddetto "danno attuale" e quindi al "danno evitato", conseguente all'ipotesi di introduzione dell'impianto di termovalorizzazione.
Arriviamo alla fase conclusiva, dove il documento contiene la relazione finale riepilogativa delle attività di studio finalizzate a fornire elementi per una prima valutazione sui possibili sistemi di riorganizzazione e gestione dei servizi di smaltimento e di recupero e valorizzazione dei rifiuti prodotti in Valle d'Aosta. Sono stati fatti poi dei confronti con termovalorizzatori esistenti (Bolzano e Arnoldstein Carinzia - Austria) aventi caratteristiche coerenti a quelle proposte per la soluzione alternativa al Piano regionale dei rifiuti.
Da tutto questo emerge che l'impianto di termovalorizzazione è uno degli impianti possibili da realizzare in Valle d'Aosta. Tanto più la cosa è interessante se si tiene in considerazione che l'impianto consentirebbe il recupero della discarica, quindi recuperando al territorio questa superficie oggi occupata dalla discarica, che, voglio ricordare, se resta così com'è, per 30 anni dovrà essere monitorata, sorvegliata, vincolata, quindi è come rinunciare per 30 anni a questa parte, non ultimo, con qualche rischio di tipo idrogeologico. Non è tanto il mio giudizio che conta, quanto una valutazione complessiva politica, nel senso che scelte come queste non si impongono, scelte come queste vanno condivise largamente con la popolazione. Abbiamo per questo, contestualmente al dibattito aperto in III Commissione, aperto anche un tavolo di confronto con gli enti locali, perché senza un accordo con i Comuni "de la Plaine", che sono vicini alla località dove dovrebbe sorgere... in quanto, se il termovalorizzatore s'ha da fare, andrebbe fatto in adiacenza alla discarica, perché sarebbe impensabile fare una bonifica estraendo i rifiuti dall'attuale discarica, portarli chissà dove, ma questo mi pare sia riportato chiaramente nello studio. È una valutazione quindi che deve essere condivisa il più largamente possibile, non per sottrarsi a delle scelte, ma abbiamo individuato il percorso del dibattito in Consiglio regionale e attendiamo che su questo vi siano delle determinazioni da parte della III Commissione, in modo da aprire in Consiglio un dibattito che porti il Governo e il Consiglio regionale - si tratta di un investimento superiore ai 100 miliardi, quindi non è una cosa da poco - a fare una scelta.
Tutta la filiera si basa sull'aumento della raccolta differenziata al 60-65%, che corrisponde alla possibilità di un recupero di circa il 50%; sul mantenimento in essere del Centro regionale di trattamento dei RU ed assimilati di Brissogne per il ricevimento e lo stoccaggio dei rifiuti soggetti a valorizzazione o a smaltimenti particolari - ossia, se arriva un prodotto che è già selezionato, dovrà essere smaltito secondo le forme consuete -; sulla realizzazione di un impianto di termovalorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, a valle delle raccolte differenziate, dei rifiuti sanitari, dei farmaci, degli animali e parti di animali destinati alla distruzione, nonché dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle acque reflue urbane e assimilate pre-essiccati, quindi la termovalorizzazione prenderebbe in considerazione tutta la serie di rifiuti che non possono essere destinati se non a questo genere di utilizzo... questo presuppone la necessità di mettere in piedi un impianto di pre-essiccamento dei fanghi, perché i fanghi con quella percentuale di umidità non possono essere avviati alla termovalorizzazione, altrimenti genererebbero un consumo di energia; su un impianto di selezione meccanica per la vagliatura dei rifiuti depositati nelle discariche da recuperare ambientalmente; sulla costituzione di un nuovo polo ecologico che si era individuato nella zona di Issogne e ci si riferiva a quelle cave aperte, per la realizzazione di un deposito controllato in cui conferire i rifiuti urbani non trattabili altrimenti - rifiuti da spazzamento, sabbie -, nonché le scorie dell'impianto di termovalorizzazione e la frazione di sottovaglio derivante dalla selezione meccanica dei rifiuti delle discariche da recuperare, che sono materiali inerti, mescolati con dei rifiuti che sono stati stoccati. Il sito ho già detto che è lì.
In merito alla quarta domanda, più che alla Giunta regionale mi permetto di ribadire che lo studio mi pare sia sottoposto a un esame da parte della III Commissione piuttosto avanzato, la III Commissione ci ha chiesto di far integrare questo studio con alcuni aspetti che riguardano una sorta di confronto mirato sotto l'aspetto ambientale e sanitario. Abbiamo già dato mandato ai professionisti di fare anche tale valutazione, dopodiché la III Commissione dovrebbe portare i risultati del suo approfondimento, sulla base di questo la Giunta farà le sue valutazioni e porterà il discorso in seno al Consiglio regionale. Penso che con i primi Consigli di settembre dovrebbe essere possibile... da fare... Mi piacerebbe anche, visto che si tratta di una scelta molto importante e visto che tanti sono profeti di soluzioni alternative al termovalorizzatore, sebbene adesso vi siano stati anche dei ripensamenti, che la III Commissione con una rappresentanza allargata del Consiglio e degli enti locali facesse la visita a queste soluzioni alternative, perché darebbe la possibilità di constatare la bontà o meno, o la fattibilità o meno di certe proposte.
Président - La parole au Vice-président Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - La sua conclusione, Assessore, è un po' l'esordio della mia replica: effettivamente è importante integrare lo studio che è all'esame della III Commissione, così com'è allargato anche ai componenti degli enti locali, però è ancora più importante andare a fare qualche visita presso impianti analoghi che già sono funzionanti e, a nostro sapere, funzionano anche ottimamente in altre realtà avanzate del nostro Paese: mi riferisco alla Lombardia, che è una "Regione traino" a livello nazionale. Sono molto grossi come impianti, anche perché la demografia ha dimensioni diverse, sono 9 milioni e oltre di abitanti, quindi anche gli impianti lì sono proporzionati per lo smaltimento di una quantità di rifiuti che è ovviamente massiccia. Il sopralluogo, una visita accurata a un serie di questi impianti però penso che potrebbe allargare le vedute di coloro che forse sono un po' più scettici e giustamente hanno qualche perplessità, perché le perplessità, stando agli esempi di qualche decennio fa, sono assolutamente fondate. Anzitutto la ringraziamo per questa disamina che ha fatto nel riproporre alcuni aspetti fondamentali dello studio che abbiamo citato in premessa. Naturalmente per arrivare preparati al 2012, che è il termine ultimo entro il quale la discarica andrà a saturazione, bisogna fare una scelta ponderata, una valutazione tecnica prima e una scelta politica poi è quanto mai necessaria. È vero che il piano del 2003 non prevede oggi la realizzazione di un termovalorizzatore all'interno del perimetro regionale, ma nell'ambito della scelta che dovrà essere compiuta bisogna prevedere anche le modifiche del piano che sono necessarie, con un intervento legislativo "ad hoc". Credo che di esempi ve ne siano, sono esempi funzionanti, senz'altro non è da imitare, ma penso che la nostra Regione mai traguarderà una situazione come quella della Campania, dove i rifiuti si accumulano ormai per le strade in una maniera disordinata e particolarmente preoccupante sotto il profilo della salubrità, ma lì ci sono Bassolino e Pecoraro Scanio che stanno facendo giochi differenti e riescono ad aizzare la popolazione per mantenere i rifiuti a cielo aperto, poi li mandano a smaltire a Pavia, altrimenti ci sarebbero problemi di epidemie insormontabili.
Assessore, la ringraziamo per questa risposta, speriamo che a tali valutazioni quanto prima anche il Consiglio possa esprimersi su una determinazione politica vera e propria. Non nascondiamo un certo favore per una scelta che sia più innovativa e vada in questa direzione, anche perché le discariche oggi rappresentano una metodologia obsoleta, inquinante e naturalmente vanno ad occupare porzioni di territorio sempre più estese. Esempi di termovalorizzatori ve ne sono anche in Stati che sono particolarmente attenti alle tutele ambientali e le tutele sociali e di salute umana, cito la Svezia, la Danimarca e Vienna, dove la sensibilità ambientale è all'ennesima potenza. Attendiamo fiduciosi che la Giunta in tempi non troppo lunghi sia in grado di adottare una determinazione in merito e, insieme alla III Commissione, portare all'esame di questa Assemblea una determinazione politica che possa garantire alla Valle d'Aosta un processo di differenziazione e di raccolta dei rifiuti che sono recuperabili. Questo comunque rimane l'obiettivo fondamentale, su questo penso che siamo tutti quanti d'accordo: arrivare a dei livelli come lei ha citato del 50-60% e naturalmente su ciò che non si può recuperare che vi sia una distruzione, ma soprattutto una valorizzazione energetica e quindi si possa anche conseguire quel "business" che finora non si è mai conseguito, come avviene a Brescia o a Pavia, dove ne traggono giovamento le casse degli enti pubblici, in particolare delle Province rispettive.