Oggetto del Consiglio n. 2864 del 10 luglio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2864/XII - Petizione di cittadini per richiedere la continuazione dell'erogazione del carburante in esenzione fiscale. (Interpellanza)
Interpellanza
Appreso dagli organi di informazione locale che giovedì 7 giugno una delegazione guidata dal Presidente della Regione composta dai Consiglieri regionali Guido Cesal e Viérin Marco, alla quale si è aggiunto successivamente anche il Presidente del Consiglio si è recata a Bruxelles per consegnare la petizione sottoscritta da ventunmila valdostani per evitare la soppressione dei buoni benzina (esenzione fiscale);
Verificato che della delegazione fanno parte i promotori del Comitato "rispettare lo Statuto" più altri esponenti di forze politiche regionali;
Considerato che la raccolta delle firme per la petizione sopraccitata è stata promossa da privati cittadini;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
il Presidente della Regione per sapere:
1) quali sono i motivi che hanno indotto il Presidente della Regione a farsi carico della presentazione della petizione promossa da privati cittadini e quale atto della Giunta o del Consiglio legittima tale partecipazione;
2) se esistono petizioni più sostenibili di altre visto che in altre occasioni cittadini valdostani hanno promosso petizioni, quali la raccolta di firme contro il passaggio dei Tir al traforo del Monte Bianco, petizione consegnata a Bruxelles al Presidente della Commissione petizioni, senza che ci fosse come capo delegazione nessuna figura istituzionale della Regione;
3) se i Presidenti della Regione, del Consiglio regionale e i Consiglieri Viérin Marco e Guido Cesal hanno posto nella sede del Parlamento Europeo anche le problematiche sollevate dalla riduzione dei servizi pubblici nei territori di montagna.
F.to: Bortot
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Sappiamo che negli scorsi mesi è stata lanciata una petizione soprattutto dall'"Union Valdôtaine", poi allargata ad altre forze politiche: "Stella Alpina", eccetera, per la sottoscrizione di firme a salvaguardia dei cosiddetti "buoni benzina" a seguito dell'intervento dell'UE e dell'intenzione di non dare ulteriore proroga su questi benefici perché considerati inopportuni e contro la concorrenza. Personalmente non ho firmato, perché parto dal presupposto che i buoni benzina vadano superati per un buono energetico a favore di tutti i cittadini della Valle d'Aosta, ma questa rimane una partita aperta.
L'interpellanza è stata fatta per chiarire i rapporti intercorsi fra l'istituzione Consiglio regionale, Governo regionale, le forze politiche e il Comitato che si è creato per raccogliere le firme: questo perché a suo tempo un comitato promotore per ridurre o impedire il passaggio dei TIR sotto il Monte Bianco, a seguito della tragedia del 1999, aveva raccolto altrettante firme. Queste firme erano state portate da una delegazione, compreso il sottoscritto, a Bruxelles e non si era scomodato nessun organo istituzionale della Regione. Quello che vorremmo capire è se ci sono firme... oppure se le firme raccolte dal Comitato per tutelare la salute pubblica non siano altrettanto importanti delle firme raccolte per tutelare le prerogative date dallo Statuto speciale della nostra Regione.
Nel merito della raccolta delle firme, nulla da obiettare, continuiamo a sostenere che questa Europa liberista di mercati non deve intervenire sulle prerogative istituzionali dei singoli Stati con il concetto che si interviene o si modifica, o si crea una concorrenza sleale nei confronti di altri Stati, altre categorie, altre situazioni. Le prerogative costituzionali vengono prima del mercato e delle liberalizzazioni dell'Europa: questo "non ci piove"! Vorremmo solo chiarire il perché in questo frangente di tale accordo... commistione, comitato promotore, organi istituzionali e il perché in altre occasioni no... e soprattutto se in futuro, di fronte ad eventuali raccolte di firme, si adotti poi la stessa prassi.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Il collega Bortot mi interroga in merito alla mia partecipazione agli incontri del 7 giugno scorso a Bruxelles, mi chiede come mai mi sono fatto carico della presentazione della petizione promossa da privati cittadini e quale atto della Giunta legittima tale partecipazione. Richiede inoltre, con evidenti intenti polemici, se vi siano petizioni più sostenibili di altre, richiamando il caso di quella presentata contro il passaggio dei TIR al Traforo del Monte Bianco, senza che ci avesse partecipato come Capo delegazione nessuna figura istituzionale della Regione. Infine il collega Bortot chiede se siano state presentate le problematiche sollevate dalla riduzione dei servizi pubblici nei territori montani. Lascio in fondo la risposta all'ultimo quesito che non ha nulla a che fare con l'interpellanza, ma che tuttavia tocca un tema così rilevante che merita una risposta.
Intanto il Presidente della Regione era a Bruxelles il 7 giugno per partecipare come membro alla Sessione plenaria del Comitato delle Regioni, di cui sono membro dal 2004, evento del tutto separato dagli incontri che i promotori della petizione hanno avuto con eminenti autorità comunitarie. Evidentemente la mia contemporanea presenza a Bruxelles ha fatto emergere l'opportunità di un mio coinvolgimento in occasione degli incontri medesimi, tenuto conto della delicatezza della questione, così importante per la Regione, che si andava a presentare. Evidentemente, non avendo - come Padre Pio - una possibilità di dividermi, di essere in 2 posti, essendo uno dei firmatari della petizione e recandosi la delegazione dal Presidente del Parlamento europeo e dal Presidente delle petizioni in una "casa" che conosco bene, qual è quella del Parlamento europeo, si è ritenuto simpatico invitarmi e io mi sono presentato per quello che sono: il Presidente della Regione e firmatario della petizione. Peraltro - e con questo affronto il secondo quesito - il collega Bortot non sarà immemore del fatto che, quando nell'ottobre del 2001 i comitati promotori della petizione a cui fa riferimento organizzarono un'audizione al Parlamento europeo di Strasburgo, il sottoscritto ebbe modo di riceverli e di partecipare all'evento. Se nessuna figura istituzionale regionale li accompagnò nella fase di presentazione delle firme, ciò non dipese dal sottoscritto che c'era, ma che non fu invitato alla fase di presentazione delle firme, altrimenti sarei andato volentieri. Ragion per cui la domanda retorica sulla maggiore o minore sostenibilità di talune petizioni rispetto ad altre non va rivolta a me, che nell'uno e nell'altro caso sono stato presente in vesti istituzionali diverse, ma sempre nell'interesse della Comunità valdostana. Quando gli anti-TIR della Val di Susa... in quel periodo non erano considerati da nessuno, io ero Presidente della Commissione trasporti, sono sempre stato molto educato nel riceverli nella mia istituzione, che era il Parlamento europeo.
Colgo volentieri l'opportunità che mi viene offerta dal collega Bortot per affrontare il tema delle riduzioni dei servizi pubblici nei territori montani. Come il Consigliere saprà, il tema della riduzione dei servizi pubblici in realtà si sdoppia in 2 filoni distinti: da un lato, c'è il rischio che taluni servizi del passato, cosiddetti "servizi tradizionali", scompaiano dalle nostre montagne (poste, scuole); dall'altro, si pone con urgenza la questione dell'accessibilità anche per le zone montane. Le moderne tecnologie che rendono accessibili a tutti i benefici della società dell'informazione. Sul primo aspetto ricordo che in tema di scuole di montagna, materia sulla quale i Valdostani possono "dormire sonni tranquilli" solo perché hanno competenza regionale in materia, io stesso, insieme all'UNCEM, sono stato protagonista di una vibrata protesta nei confronti del progetto del Ministro Fioroni, che doveva portare, con la finanziaria 2007, ad un drastico ridimensionamento degli istituti scolastici di montagna, con un ritorno al passato che avrebbe fatto venire i brividi. Questa malsana iniziativa fu tempestivamente stoppata, ma ricordo che tale minaccia veniva da un Governo che lei appoggia, quindi credo che sulla questione dei servizi pubblici nelle zone di montagna è bene che lei faccia una circolare interna ai rappresentanti della maggioranza. Per quanto riguarda i servizi postali, sono in dirittura di arrivo una serie di misure che, oltre a rendere più efficienti una serie di servizi a beneficio della Regione stessa, impegneranno le Poste a mettere a disposizione dei nostri cittadini che risiedono in centri minori e sono maggiormente esposti a rischi di disservizi, strumentazioni tecnologiche che renderanno disponibili H24 taluni servizi oggi fruibili solo tramite operazioni di sportello. Per quanto riguarda le nuove tecnologie, la Valle risulta un esempio riconosciuto a livello europeo. Sono stato relatore al Comitato delle Regioni su un parere sulla banda larga di "e-government", fra i primi risultati di questa iniziativa va segnalata l'apertura della Commissione europea al finanziamento pubblico delle iniziative volte alla diffusione della banda larga nelle aree di montagna. Credo che, al di là delle facili ironie o delle reazioni emotive alla presenza del Presidente della Regione firmatario della petizione, sia facile dimostrare invece che su talune tematiche polemicamente evocate dal collega Bortot l'impegno della Regione è serio.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Mi è piaciuta di più la seconda parte della risposta, sulla prima parte pensavo che la prendesse più alla leggera. Il fatto che lei si sia recato ufficialmente - e c'è un comunicato del Consiglio regionale che dice che la delegazione sarà guidata dal Presidente Luciano Caveri - non lo trovo di per sé grave; vorrei solo chiarire che è importante che il Governo non adotti "due pesi e due misure" a seconda delle motivazioni. Mi ricordo benissimo che lei c'era con Messner, Vattimo, abbiamo interloquito, ci ha dato una mano ed è intervenuto più volte, però in quel momento era in veste di Europarlamentare. Ci mancherebbe altro se non vi fosse stato... mettiamola così, non volevo dire questo, sono convinto che lei non è venuto per obbligo, ma è venuto perché è un problema valdostano. Vorrei solo che si chiarisse quali sono i rapporti istituzionali fra i comitati che si creano, il Governo e il Consiglio regionale, punto a capo.
Sulla seconda parte effettivamente abbiamo dei grossi problemi con l'UE e puntualmente il Presidente ha fatto anche l'elenco delle problematicità aperte. Questo grande "can-can" di parlare di Euro-Regioni, di "e-government", che è stato presentato sui giornali l'altro giorno... e l'Euro-Regione con la Liguria, la Savoia, la Valle d'Aosta e il Piemonte dovrebbe servire, oltre a creare sinergie fra le varie Regioni, anche a confrontarci con l'UE su queste problematiche, perché il rischio è che, se l'UE interviene su una "baggianata" per noi importante, quale le prerogative regionali, che si chiamino buoni benzina, ufficio postale o altro, e noi glielo permettiamo senza sollevare la questione, evidentemente con le logiche di mercato si chiuderanno tutti i servizi pubblici che non creano profitto: questo per noi è inimmaginabile... che si possa avere dei guadagni o dei profitti a seconda dei pensieri culturali e politici ed economici, perché si gestisce un servizio qual è la posta, piuttosto che un altro servizio ai cittadini. Questa cosa è importante, ce la troveremo sempre più sovente fra i piedi, vedo che c'è una disattenzione da parte del Consiglio, ma tale questione della privatizzazione dei servizi, anche quelli minimi indispensabili nelle località periferiche, che sia al mare, in montagna o in pianura ce la ritroveremo sempre più "fra capo e collo" e sempre più chi avrà soldi dovrà sopperire alla privatizzazione di questo tipo di servizi essenziali. Continueremo a sollevare questo problema, chi di noi non è d'accordo con l'Europa alzi la mano, ma dovremo discutere quale Europa: se l'Europa dei popoli come diceva Bertinotti oggi a proposito delle pensioni o se l'Europa dei finanzieri e delle finanze e dei mercati. Insisto su questo argomento, non è detto che sia solo quel tipo di Europa che deve andare avanti.
Per finire, va bene la seconda parte della risposta, va meno bene la prima parte, non è successo niente di grave, ma era giusto che intervenissimo a precisare i rapporti che intercorrono fra i comitati che si creano e le istituzioni.