Oggetto del Consiglio n. 2834 del 21 giugno 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2834/XII - Realizzazione di una serie di centraline idroelettriche nella Valdigne. (Interpellanza)
Interpellanza
Appreso che sarebbe in fase di studio e di progettazione la realizzazione di una serie di centrali idroelettriche di piccola e media portata nella Valdigne;
Considerato che la costruzione di queste opere, che interessano addirittura le Zone di Protezione Speciale, i Siti di Interesse Comunitario, le Zone Speciali di Conservazione e i siti d'interesse naturale regionale, provocherà indubbiamente delle interferenze negative sia sulla qualità delle acque e dell'ambiente circostante che sulle portate stagionali;
Evidenziato inoltre che la realizzazione di centrali idroelettriche pone seri problemi anche sulla futura gestione delle aree classificate come ZPS, SIC, ZSC (Rete Natura 2000) e SIR;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per sapere:
1) il numero, l'ubicazione e le caratteristiche tecniche delle centrali in progettazione nella Valdigne;
2) come si intende rispondere alla richiesta sempre più pressante di costruire nuove centrali idroelettriche;
3) come si intendono risolvere le interferenze tra la costruzione e la gestione di queste opere e l'attuazione dei piani di gestione delle aree individuate nella Rete ecologica regionale.
F.to: Venturella - Bortot
Presidente - La parola al Consigliere Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Preoccupati per la proliferazione di studi, realizzazioni di centraline di captazione delle acque di diversi torrenti sia in Val Ferret e in Val Veny, ma anche in altre zone della Valdigne: mi riferisco alla zona che da Pré-Saint-Didier sale verso la valle del Ruitor, quindi verso La Thuile; preoccupati perché abbiamo sentito che sono state depositate domande e richieste di sfruttamento delle acque di questi torrenti, fra l'altro tali domande in alcune zone interessano siti di interesse comunitario, zone di protezione speciale, siti di interesse regionale, quelli che nella sessione europea abbiamo normato con una legge di tipo comunitario. Rivolgiamo pertanto le domande credo all'Assessore Cerise, non vedo l'Assessore Isabellon... quante domande sono state depositate presso gli uffici, l'ubicazione e le caratteristiche tecniche, come si intende procedere, ossia qual è l'intendimento del Governo regionale rispetto a questa che noi giudichiamo una proliferazione eccessiva di richieste e, se esistono, ancor meglio come si intendono risolvere le naturali interferenze che si evidenziano quando in un sito protetto o anche in prossimità del sito vengono captate, sfruttate e utilizzate le acque per produrre energia idroelettrica. Ricordo che l'energia idroelettrica debba essere considerata rinnovabile fino a un certo punto, naturalmente la proliferazione di centrali di captazione nei torrenti deve essere sì considerata una captazione da fonte rinnovabile, ma al di sopra di una certa portata di utilizzazione questa non può essere considerata fonte rinnovabile, perché si toglie vita a tutto l'ecosistema sia fluviale che torrentizio.
Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.
Cerise (UV) - Vorrei iniziare dal fondo per ricordare che, se ci fossimo limitati a fare un Piano di tutela delle acque secondo le indicazioni della CE e la normativa nazionale, addirittura non avremmo neanche dovuto prendere in considerazione tutta una serie di corsi d'acqua e in teoria in questi corsi d'acqua si sarebbe potuto fare quello che non noi, ma qualcun altro voleva, invece abbiamo disciplinato attentamente la materia e li abbiamo messi in condizione di essere tutelati. Allo stato attuale sono state presentate 16 richieste di derivazione di acqua per la realizzazione di centraline idroelettriche nella Valdigne. Di queste richieste 2 si riferiscono a varianti non sostanziali a concessioni già assentite e 4 si riferiscono a domande in concorrenza con altre richieste, come prevede la normativa.
Nel secondo quesito si chiede: "come si intende rispondere alla richiesta sempre più pressante di costruire nuove centrali idroelettriche"; per quanto riguarda l'ubicazione, ho predisposto una tabellina, così poi gliela consegnerò facendole fare fotocopie autentificate in maniera che non vi siano contraffazioni... le autentifico io... Come si intende rispondere? Per certi versi, la risposta è intrinseca a 2 atti decisi da questo Consiglio: il primo, nel Piano energetico e ambientale della Valle d'Aosta, approvato con la deliberazione del Consiglio n. 3146/2003, è stato individuato lo sviluppo delle fonti rinnovabili, tra le quali quelle idro e mini-idro, come uno degli interventi da promuovere, senza individuare puntualmente gli impianti da realizzare, ma facendo riferimento genericamente allo studio preliminare per lo sviluppo e l'attivazione del Piano regionale delle risorse idroelettriche della Regione Valle d'Aosta, nel quale si erano individuati 107 impianti idroelettrici potenziali; il secondo, con il Piano regionale di tutela delle acque sono state fissate le condizioni per ritenere compatibile una derivazione con l'ecosistema fluviale, permettendo così di definire operativamente i limiti del generale auspicio alla produzione di energia idroelettrica. Voglio dire... nell'aver dato questa personalità da un punto di vista ambientale a tali corpi idrici si è detto che questo stronca la possibilità di mettere delle centrali idroelettriche dappertutto, perché, come diceva lei, ci sono delle soglie che non possono essere superate. La risposta al secondo quesito non può quindi che ritrovarsi nella puntuale applicazione di quanto stabilito dalle pianificazioni di settore: se sussistono le condizioni per ritenere la derivazione proposta compatibile con gli obiettivi di tutela fissati dal Consiglio regionale nel Piano regionale di tutela delle acque, allora si potrà procedere a completare l'istruttoria tecnico-amministrativa regolata dalla normativa nazionale, come disposto dallo Statuto, e rilasciare la subconcessione di derivazione, in caso contrario la domanda verrà rigettata.
Per quanto riguarda poi le richieste che ricadono in zone di protezione speciale, in siti di interesse comunitario, in zone speciali di conservazione e in siti d'interesse naturale regionale, qui bisogna essere corretti. La sottrazione di acqua da un corso d'acqua per fare una centralina non ha un'automatica ricaduta sull'oggetto della tutela che ha dato luogo al sito, ci possono essere delle ragioni che fra di loro non sono assolutamente indipendenti. Al di là di questa valutazione, va tenuto conto che, in sede di valutazione di compatibilità ambientale, come previsto dalla legge n. 14/1999 e successive modificazioni ed integrazioni, saranno condotte tutte le verifiche necessarie al fine di valutare le interferenze e di adottare le misure di mitigazione necessarie oppure di negare l'autorizzazione stessa. Non ultimo, lo abbiamo approvato con legge cosiddetta "comunitaria", ci sono, laddove non già previste come valutazioni di impatto ambientale, le valutazioni di incidenza. Al fine di unificare e integrare le procedure di valutazione per le aree naturali protette o comunque tutelate con quanto previsto dal Piano regionale di tutela delle acque, i tecnici della Regione con i rappresentanti dei parchi e delle aree naturali protette stanno completando la messa a punto di una metodologia di valutazione per le domande di derivazione di acqua che ricadono in tali aree. Ricordo poi che, ai sensi del decreto legislativo n. 152, gli enti gestori delle aree naturali protette e dei siti appartenenti alla rete ecologica "Natura 2000" devono esprimere un parere vincolante rispetto alla domanda di derivazione che ricade all'interno delle aree stesse. Con tale procedura unificata vengono resi noti a priori i criteri di valutazione e le prescrizioni da adottarsi a tutti i corpi idrici ricadenti in tutto o in parte all'interno di aree protette e siti appartenenti alla rete ecologica "Natura 2000". Per i siti "Natura 2000" tali prescrizioni assumono valenza di misure di conservazione per contenere entro limiti accettabili gli impatti, evitando così la presentazione di domande non coerenti con i criteri stessi e quindi spreco di risorse sia da parte dei proponenti che della pubblica amministrazione. Su molte di quelle domande che ricadono di derivazione quindi rimane pendente una sorta di sospensiva che non tocca a me risolvere in questa sede, ma è deputata agli uffici che sono competenti e che stanno predisponendo e le norme unitarie di gestione... e dovranno esprimere delle valutazioni; se diranno: "no", non si faranno.
Presidente - La parola al Consigliere Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Devo riconoscere all'Assessore che la risposta è stata articolata, è stata abbastanza puntuale, perché non è un voto, Assessore Fosson, è una battuta... se lei non riesce a cogliere la battuta che fra l'altro il suo collega Cerise ha colto benissimo, non è un nostro problema... quindi abbastanza puntuale... perché noi abbiamo questa preoccupazione: se su alcune valli della Valdigne... ma soprattutto, se lei mi consente, sono circa 3-4 corsi d'acqua su cui sono concentrate le 12 domande, perché se 4 sono in contrasto, ossia riguardano la stessa presa... faccio un esempio: 2 società diverse che fanno domanda di sfruttamento nello stesso tratto di torrente, è chiaro che su questi 3-4 corsi d'acqua a regime torrentizio sono concentrate ben 12 domande, credo che si possa parlare di assalto alla diligenza. Abbiamo dato il via con la predisposizione di un documento di tipo politico, qual è quello del 2003 e recentemente del Piano di tutela delle acque, quindi chi fa "business" è attrezzato, si attrezza e, quando vi è la possibilità, si fanno le domande di presa. Ripeto: credo che l'Assessorato che lei guida però dovrebbe fare un po' di più, nel senso che è vero che nel Piano energetico regionale 2003 vi era questa indicazione, la prospettiva... però, Assessore Cerise, sul discorso dell'energia credo che l'Assessorato dell'ambiente insieme all'Assessorato dell'energia dovrebbero essere un po' all'avanguardia. Una volta stabilito che - almeno presa come tesi che è in atto un cambiamento climatico, che vi saranno forse nei prossimi anni problemi non dico di approvvigionamento idrico, ma di portata in alcune aste torrentizie e nell'asta fluviale unica che abbiamo, il ripercorrere "leitmotiv" vecchi risalenti anche a 20 anni fa sullo sfruttamento idroelettrico, senza pensare che le condizioni stanno cambiando, mi sembra inadatto a rispondere alle nuove esigenze, nel senso che vi sono - e forse il Piano energetico 2003 le individua - altre forme di sfruttamento e di creazione di energia - mi passi il termine non troppo corretto - che sono soprattutto nella "Plaine d'Aoste" le pompe di calore, che sono sempre costanti ed è vero che utilizzano per funzionare fonti non rinnovabili, perché funzionano con l'energia elettrica, ma qualcuno ci diceva che esiste la possibilità di integrare queste forme nuove di creazione di energia. Mi pare quindi corretto richiamare l'attenzione sui tanti parametri che dobbiamo considerare per dare l'autorizzazione a captare, ma questi parametri indicati correttamente nel Piano di tutela delle acque, con ciò che abbiamo intorno a noi e considerando ciò che ci riserva il futuro non sono più adatti. Forse il Piano di tutela delle acque, che è un buon strumento di pianificazione, non guarda al futuro a nostro avviso, perché in alcune zone credo che la risposta dovrebbe essere negativa, le acque non si toccano. La sua risposta quindi ci soddisfa, perché abbiamo avuto l'elenco delle zone, quali sono le interferenze, cosa intendete fare, ma ci preoccupa il futuro: ecco perché saremo sempre attenti a far sì che alcune opere di derivazione di acqua non sfuggano a questo controllo, che gli esperti e lei stesso avete messo in piedi con il Piano di tutela delle acque.