Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2832 del 21 giugno 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2832/XII - Promozione di una campagna di educazione sessuale e di cultura della procreazione responsabile. (Interpellanza)

Interpellanza

Ricordato il lodevole impegno dell'Amministrazione regionale e dell'Azienda sanitaria U.S.L. della Valle d'Aosta in merito alla prevenzione delle malattie ed in particolare in merito alla vaccinazione antivirale per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina, presidio sanitario da poco disponibile e risultato attivo nei confronti di oltre il 70% delle infezioni virali responsabili di tale lesione tumorale;

Preso atto che nella nostra Regione permangono ancora livelli significativi di interruzione delle gravidanze, soprattutto tra le donne più giovani;

Ribadita la necessità di promuovere tutte le attività di conoscenza, di educazione sessuale e di educazione alla salute, al fine di garantire alle giovani e ai giovani valdostani gli strumenti necessari a vivere i propri sentimenti e la propria sessualità nel massimo rispetto della salute e nella massima consapevolezza delle responsabilità in merito alla procreazione;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

il Governo regionale per conoscere se intenda:

1) promuovere, insieme alla vaccinazione contro il carcinoma del collo dell'utero, un'ampia campagna di educazione sessuale e di cultura della procreazione e del controllo delle nascite, al fine di aumentare la responsabilità delle nuove generazioni e ridurre il ricorso all'interruzione di gravidanza;

2) avviare un tavolo di confronto con l'Azienda sanitaria U.S.L. Valle d'Aosta, con i rappresentanti delle professioni sanitarie e con gli Enti locali, al fine di definire le necessità per il potenziamento delle attività consultoriali, su tutto il territorio regionale, soprattutto dirette alle attività di medicina preventiva;

3) promuovere, in accordo con l'Azienda sanitaria U.S.L. Valle d'Aosta, progetti specifici per promuovere la massima conoscenza delle differenti possibilità di controllo delle nascite nella popolazione giovanile, con interventi nelle scuole, nei centri di formazione professionale e negli ambiti lavorativi.

F.to: Sandri

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Brevemente, ho richiamato la lodevole scelta dell'Amministrazione regionale e dell'USL della Val d'Aosta in merito alla vaccinazione antivirale per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina. Questa è una scelta innovativa anche rispetto al campo nazionale, credo sia una scelta positiva per tutta la nostra popolazione, è una cultura della salute e della prevenzione molto positiva. Pensavo però che su tale tema si poteva innescare una più ampia campagna di informazione, nel senso che, dato che è una vaccinazione che tocca le adolescenti intorno ai 9-10 anni, e poi quelle più grandine, potrebbe essere un momento di educazione sessuale e di cultura della procreazione e controllo delle nascite, nel senso di fornire tutta quella cultura e quei mezzi di conoscenza che poi possono consentire a ciascuna di loro di vivere la propria vita in modo responsabile a tutela della propria salute e a tutela della propria integrità. Forse avviare un tavolo di concertazione con gli enti locali e i rappresentanti delle professioni sanitarie per valutare anche il punto della situazione in merito alle strutture che sono attive per la prevenzione sul territorio potrebbe essere molto utile. Ricordo che negli anni '80 i consultori familiari quando sono nati avevano una predisposizione alla prevenzione più alta di quella che c'è adesso, forse perché mancavano le strutture diagnostiche terapeutiche, quindi bisognava giocare sulla prevenzione, ma credo che riattivare il discorso della prevenzione non sia male.

La terza questione era quella di prevedere in questa forma, visto che si parla di ragazzi che sono in età scolare, quindi non solo per le ragazze, ma anche per i maschi... di preventivare anche delle iniziative nelle scuole, nei centri di formazione professionale e negli ambiti lavorativi, in modo che tutta la popolazione dai 10 fino a 18 anni possa usufruire di questa campagna di prevenzione. Credo sia un momento di riflessione che ogni tanto si debba rifare, perché si ha la tendenza a dare per scontato che certi risultati siano acquisiti. Forse sono stati acquisiti da altre generazioni, oggi ho l'impressione che le nuove generazioni siano un poco demunite di strumenti di conoscenza per l'approccio a questi temi così importanti, quindi fornire loro un po' di strumentazione potrebbe essere positivo.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.

Fosson (UV) - Condivido da un lato quello che lei dice, nel senso che non sono 2 cose staccate, ossia il fatto di partire con una vaccinazione contro il cancro del collo dell'utero su 2 fasce che il Ministero ha indicato, che sono le dodicenni e le diciottenni, e noi stiamo acquisendo i vaccini e si partirà da settembre-ottobre... prima deve essere fatta una campagna di informazione, che questo possa essere legato a un'educazione sessuale o a spiegare il perché della cosa può essere un'occasione favorevole. Dall'altra parte sono, come dice il nostro Presidente, basito, perché lei sostiene - e mi trova d'accordo - che l'educazione sessuale sia importante per intervenire a bloccare quella interruzione di gravidanza che era una decisione difficile per la donna, che ha portato all'inizio a certi numeri in cui forse l'interruzione di gravidanza veniva usata con frequenza. Rileggendo questi dati, l'interruzione di gravidanza nella nostra Valle è diminuita come numeri; dal 1981, anno in cui erano state registrate 538 gravidanze, siamo scesi nel 2005 a 242, quindi l'istruzione e l'educazione sessuale hanno avuto sicuramente un buon risultato. Sono diminuite in Italia del 6,3% le interruzioni di gravidanza e nella Val d'Aosta del 12,4%, quindi vuol dire che un'educazione sessuale, una promozione delle conoscenze messa in opera da tutti, è stata utile. Le donne che effettuano un'interruzione di gravidanza adesso sono cambiate come tipologia: questo lo dico anche perché l'educazione sessuale va orientata. Sono donne sempre più avanti con gli anni, le giovani ragazze sono pochissime, mentre sono donne sempre più oltre i 30 anni e che hanno già figli; quindi una tipologia diversa a cui dobbiamo rivolgerci, con una maggiore scolarità e con un'informazione sulla maternità, perché una buona percentuale ha già avuto dei figli. Sono d'accordo sul fatto che dopo i primi momenti, in cui si faceva educazione sessuale in tutte le scuole e a tutti, e i nostri figli più grandi forse erano più educati di quello che eravamo stati educati noi, forse si è "abbassata la guardia", lasciando ad altri fare certi tipi di informazione e questo forse va ripreso e la vaccinazione può essere una buona occasione. Entrare nelle scuole non è sempre facile, bisogna presentare un progetto, come lei sa.

Noi crediamo molto al "Pangolo", questo consultorio per adolescenti ad Aosta, anonimo, gratuito che ha sempre un'utenza maggiore di adolescenti che hanno dei problemi sessuali, le psicologhe e le ostetriche del "Pangolo" vanno nelle scuole. Abbiamo trasformato questa esperienza da provvisoria a definitiva, e viene finanziata adesso con fondi regionali. È stato deciso con l'Assessore Viérin di potenziare il Pangolo quest'anno, quindi è una risposta specifica, accessibile. Sui consultori sono perfettamente d'accordo, all'inizio di quest'anno ho posto un'indicazione forte al Dipartimento materno infantile, perché ci proponesse una riorganizzazione sia della localizzazione dei consultori - ci sono consultori molto lontani, poco frequentati... -, sia sullo specifico dei consultori. Ad esempio, il consultorio non si occupa della depressione "post partum", quindi che vi sia una riorganizzazione dei consultori sono d'accordo. Aspetto un'ipotesi per la fine di quest'anno, che dovrebbe coincidere con una riorganizzazione del servizio, in cui il consultorio assuma un compito specifico, perché nella nostra Regione siamo stati i primi a creare un mucchio di consultori e questo è valido, ma c'è bisogno di un ripensamento. Gli enti locali sono d'accordo che intervengano, con il Presidente faremo l'atto iniziale dei piani di zona giovedì, il Collegio di sindaci approverà il piano di zona. Penso che i piani di zona per questa riorganizzazione dei servizi socio-sanitari siano l'occasione con gli enti locali per fare il punto sui servizi che servono, sui fabbisogni da riorganizzare.

In conclusione, anche le politiche familiari che stiamo facendo, che hanno come scopo culturale quello di diffusione di una prevenzione nel senso di diffondere sani stili di vita, penso che avranno delle conseguenze positive.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Sono basito che lei sia basito, non capisco cosa ci sia da basirsi sul fatto che un dato che è negativo oggettivamente, quello dell'interruzione di gravidanza, sia stato messo in evidenza. In 24 anni siamo scesi da più di 500 a poco meno di 250, quindi un po' più che dimezzato il numero, però credo che l'obiettivo sia lo zero; ci metteremo altri 24 anni, oppure 13, oppure 18, ma è chiaro che l'obiettivo è quello di ridurre ai minimi termini questo dato, che è un dato non ottimale per la salute delle donne della Val d'Aosta. Ho appreso invece - e sono rimasto basito - il fatto che la tipologia di donne è diversa da come la immaginavo, ossia sono donne che hanno già avuto figli; nulla vieta di tarare l'idea di fare campagna di educazione o intervento di sostegno a queste donne, che sono quelle più rappresentate.

Una piccola riflessione: apprezzo anche tutto il discorso che è stato fatto sui consultori e non ci ritorno, ma, per quanto riguarda il Dipartimento materno-infantile, forse qualche riflessione su scelte che sono state fatte ultimamente, nel momento in cui abbiamo bisogno di personale specializzato per dare questo sostegno ai consultori e alle donne, potrebbe anche essere fatta. Spero che si mantenga l'impegno che si è mostrato finora, anzi, se possibile, fare qualche passo in avanti, perché si ha l'impressione che verso le nuove generazioni non diamo gli stessi strumenti che abbiamo dato alle nuove generazioni di una generazione fa, a quei figli più grandi come si diceva prima; pertanto speriamo che con questa vaccinazione, che è un nostro "fiore all'occhiello", vi sia un'offerta più ampia che dia delle risposte positive su tale tema.