Oggetto del Consiglio n. 2829 del 21 giugno 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2829/XII - Aumento della competitività delle stazioni invernali della Valle d'Aosta. (Interpellanza)
Interpellanza
Venuti a conoscenza dalla relazione della Banca d'Italia sull'economia della Valle d'Aosta nell'anno 2006 che tra il 1999 e il 2007 i prezzi degli skipass sono aumentati molto più significativamente in Valle d'Aosta che nell'Alta Savoia o nel Vallese;
Constatato inoltre che gli impianti di risalita in Valle d'Aosta, in rapporto alle presenze invernali di turisti, rappresentano circa 1/3 di quelle disponibili per gli sciatori in Vallese e in Alta Savoia, evidenziando quindi una molto maggiore qualità dell'offerta nel dipartimento francese e nel cantone svizzero;
Tenuto conto che sempre più, nei prossimi anni, la competitività internazionale nel settore degli sport invernali sarà di altissimo livello, non solo per il miglioramento qualitativo delle stazioni tradizionali alpine, ma anche per la "discesa in campo" di nuove località dell'Est Europeo e asiatiche (è da segnalare in particolare la candidatura di Soçi, in Ucraina, per le olimpiadi invernali 2014);
Ricordato che il settore dello sci si dovrà confrontare nei prossimi anni con un processo di rilevante ristrutturazione, legato agli impressionanti cambiamenti climatici che stiamo vivendo;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Governo regionale per conoscere se intenda:
1) aumentare la competitività delle stazioni invernali valdostane, attraverso il contenimento dei costi degli skipass, giornalieri e settimanali, reso possibile dal drastico contenimento delle spese ottenibile, attraverso l'unificazione di tutte le società di impianti di risalita a maggioranza regionale;
2) migliorare la qualità dell'offerta degli impianti di risalita attraverso l'apertura di un tavolo di confronto con le comunità locali (ad esempio Champorcher, Cogne, ecc....) al fine di coordinare le attività degli impianti di risalita anche con quelle società a proprietà pubblica, anche se non regionale, anche al fine di sollevare tali enti locali dai pesanti oneri finanziari che l'attuale frammentazione societaria comporta;
3) attivare un tavolo di confronto con le pubbliche autorità dell'Alta Savoia e del Vallese al fine di mettere in rete la gestione degli impianti di risalita, in un'ottica transfrontaliera di solidarietà e di sviluppo, anche al fine di incrementare economie di scala gestionale;
4) aprire un confronto con la Compagnie des Alpes S.A. al fine di verificare la possibilità di paternariati o alleanze tra pubblico e privato, in questa nuova prospettiva, indispensabili a mantenere accettabili livelli di competitività nei prossimi anni.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Questa è un'interpellanza che è nata da quella ottima relazione che è stata fatta dalla Banca d'Italia nella sua prolusione annuale nella sede dell'Università della Val d'Aosta. Credo che quello sia un momento interessante per la nostra Comunità e quest'anno la Banca d'Italia ha voluto completare con intelligenza e con capacità di visione lontana l'abituale resocontazione sulla fotografia della situazione economica finanziaria della Val d'Aosta con alcuni temi specifici: uno dei quali era un paragone turistico con il Vallese e l'Alta Savoia. Dal che abbiamo scoperto che i prezzi degli "skipass" sono aumentati molto meno in Alta Savoia e in Vallese che in Val d'Aosta dal 1999 al 2007 e questo a fronte di impianti di risalita molto più ricchi, quindi è una situazione organizzativa più complessa, ha costi maggiori. Di fronte a questi dati, in cui i nostri vicini si dimostrano più abili di noi e, a fronte di prospettive inquietanti in questo settore, perché già oggi ci sono delle stazioni turistiche bulgare o rumene che consentono agli sciatori pacchetti di settimane bianche a costi molto inferiori a quelli che possiamo offrire noi grazie anche ai minori costi degli "skipass", si sta per aprire un grande mercato dell'ex Unione sovietica per cui in Ucraina la città di Soci si è candidata per le Olimpiadi invernali 2014 e sicuramente anche lì il prezzo e la notorietà che quell'evento porterà consentirà di spostare altre importanti fette di mercato verso di loro, quindi vi è una prospettiva che richiede maggiore efficienza.
Ci chiedevamo se, tenendo conto di questa situazione, non si volesse fare un tentativo da parte della Giunta di maggiore competitività tagliando le spese, tagliando i costi e il costo più grosso e più facile da tagliare è questa parcellizzazione delle società di impianti di risalita di cui è proprietaria la Regione. Abbiamo 5-6 "CdA" di società di cui siamo a maggioranza assoluta... e altre decine di "CdA" di società in cui comunque la Regione, in parte con il capitale rilevante, anche se di minoranza, in parte con i finanziamenti, è determinante per la loro sopravvivenza, con tutti i costi di 15 commercialisti diversi, 15 uffici acquisti diversi, 15 manutenzioni diverse, 15 direttori di piste diversi e via di questo passo. In questo senso se c'era la possibilità, anche per le crisi che hanno vissuto alcune società come quella di Champorcher e di Cogne, di aprire un tavolo di confronto con gli enti locali per arrivare a una gestione unica regionale, che consentirebbe, fra l'altro, di sollevare le comunità locali di pesi non indifferenti. Perché poi non fare per una volta non il Monte Bianco delle vetrine dei Consiglieri regionali, ma una Regione del Monte Bianco effettiva cercando di fare rete e solidarietà con gli impianti di risalita del Vallese in particolare, che stanno già lavorando su questo tema e mettendo in piedi società comuni - qui c'è solo quella per la gestione pratica dello "skipass" -, perché si sono resi conto che o si danno una dimensione di un certo tipo, tagliando i costi, costruendo una serie di economie di scala, oppure si rischia di essere tagliati fuori.
In ultimo capire... visto che c'è già la presenza della "Compagnie des Alpes", che è una società privata, ma a capitale pubblico francese, al posto di questa scarsa comunicazione, se era possibile fare delle prospettive di partenariato o di collaborazione, visto che non solo gestisce uno degli impianti di risalita in una delle principali stazioni di risalita della Regione, Courmayeur, ma anche perché è una delle società che si è confrontata con il mercato internazionale e sta gestendo stazioni in molti Paesi. Dal punto di vista del "know how" delle conoscenze di come affrontare il mercato globale, potrebbe essere un'occasione interessante. Volevamo quindi avere un'idea se, di fronte a queste prospettive di globalizzazione, l'efficienza potesse essere raggiunta con una risistemazione e un potenziamento del nostro sistema degli impianti di risalita.
Président - La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Pastoret.
Pastoret (UV) - Ci sarebbe molto da dire, ma ci siamo impegnati a cercare di essere, se non brevi, perlomeno tollerabili nelle nostre risposte. Prima cosa: quando si parla degli aumenti degli "skipass", vorrei chiedere se questi sono riferiti a dei valori assoluti o a dei valori percentuali relativi all'andamento degli ultimi anni, perché è vero che c'è stato un aumento in Val d'Aosta, era stato detto in questo Consiglio, ma un aumento che si era verificato dopo alcuni anni di stasi, quindi i dati relativi alla percentuale di crescita sono stati influenzati da ciò. Per quanto riguarda la questione degli aumenti degli "skipass", queste sono scelte delle società degli impianti a fune, che hanno una loro assemblea e un loro direttivo e non della Regione, a meno che non si pensi che la Regione per vie traverse intervenga nel determinare questo. Io comunque non l'ho fatto, non intendo farlo, né lo farò. Abbiamo nominato dei rappresentanti attraverso "Finaosta" nei "CdA", a questi sta la capacità e il compito di gestire le società, speriamo che lo facciano bene, se lo faranno male, cercheremo di richiamarli ad un compito meglio svolto. La responsabilità di questi aumenti, che peraltro non ho condiviso, ha fatto capo alle società. Vengo ora a cercare di dare un po' di risposte, ma vorrei ricordare, quando si parla di Alta Savoia e di Svizzera, che parliamo di 2 Paesi totalmente diversi dall'Italia: la Francia perché ha una realtà di sviluppo degli impianti di risalita di un certo genere, la Svizzera perché ha la fortuna di essere calvinista di cultura e non si porta dietro tutte le malattie culturali che ci portiamo dietro noi. L'Alta Savoia ha una concentrazione di seconde case e di capacità di accoglienza che batte di gran lunga, in termini di presenze finali, il tanto decantato Sud Tirolo; ciò significa che le persone che sono presenti in quelle località lo sono in una misura tale per cui il raggiungimento di certi equilibri è meno difficoltoso rispetto a noi, anche perché si lavora su un territorio montano che è però totalmente diverso dal punto di vista delle possibilità degli interventi e delle infrastrutturazioni. La Svizzera è un Paese che fa turismo alpino da sempre, che ha infrastrutturato in modo impressionante il suo territorio con mezzi di trasporto efficaci, ma coraggiosi, ricordo il famoso treno dell'"Eiger" che in Italia non è stato pensato in passato...
(interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... nel Vallese possiamo parlare di altre stazioni, di tutto un sistema di comunicazioni in luoghi in cui da noi sarebbe impossibile. Non lo dico per contestarla, ricordo solo alcuni elementi che non sono comuni fra noi e l'altro versante... ora ci arrivo, ma è lei che mi ha citato la Svizzera e la Savoia. Altro elemento di non scarsa considerazione è che in queste 2 Regioni la gestione degli impianti di risalita è privata per larga parte. Detto questo, le società degli impianti di risalita a maggioranza regionale in questa Regione sono: "Monterosa", "Pila", "Funivie Piccolo San Bernardo", "Funivie Monte Bianco", che raggiunge Punta Helbronner. Così come evidenziato già in occasione di un'interpellanza da voi formulata, si fa presente che le società di impianti a fune valdostane hanno caratteristiche e dimensioni differenti, difficilmente coordinabili con un'unica gestione. Vi sono quelle grandi, che operano in concorrenza con i grandi "domaines" europei, quelle piccole e locali che svolgono una funzione di presidio economico sul territorio e consentono, oltre al mantenimento di piccole attività economiche correlate, alberghi, commercio, ristorazione e scuole di sci, un'offerta più rivolta alle famiglie e ai giovani residenti. Nel corso degli ultimi 15-20 anni si sono verificate scelte più dinamiche legate più strettamente al mercato con importanti cambiamenti di settore. L'attuale società "Monterosa" è il risultato di una fusione di 5 società più piccole operanti nelle Vallate di Ayas e Gressoney; alcune altre società che gestivano piccoli impianti non esistono più: cambiamento climatico, scarsità di innevamento, una collocazione strategica debole (Antey-Saint-André, Aymavilles, Saint-Barthélemy, Etroubles, Saint-Denis, Emarèse). Il settore si è profondamente rinnovato sia dal punto di vista delle strutture impiantistiche, sia sotto il profilo operativo. Bisogna considerare che, rispetto a 20 anni fa, le società funiviarie sono passate dal mero esercizio degli impianti di risalita alla cura e gestione delle piste e alla produzione di neve programmata. Rispetto al 1990, il numero degli impianti in Val d'Aosta si è ridotto passando da 190 a 125. I comprensori sono stati razionalizzati e la portata degli impianti nel rapporto persone/ora è intorno a 220mila unità.
Bisogna ricordare che i bilanci delle società funiviarie sono in larga parte condizionati da 3 voci di spesa che sono quelle fondamentali, sulle quali le economie di scala a cui lei faceva riferimento possono incidere in una misura esigua: la prima è rappresentata dal costo del personale; la seconda dal costo dell'energia e degli ammortamenti degli impianti; la terza dal costo della realizzazione degli impianti e soprattutto dell'acquisto e della gestione dei mezzi battipista. Queste sono le condizioni in cui si opera e queste devono tener conto e possono fare un conto economico sulla base del rapporto di frequentazione da parte dei clienti rispetto ai comprensori. Questo è un calcolo economico che non facciamo noi, ma che fanno le società degli impianti di risalita.
Per quanto riguarda i comprensori sciistici direttamente collegati, come La Thuile, La Rosière, o Valtournenche e Zermatt, è sempre stata evidente la concorrenza che ha contraddistinto le varie località alpine svizzere, francesi e italiane, così che lo spazio per iniziative comuni non ha potuto che essere limitato. Va sottolineato che in questi ultimi anni c'è stato un modo concorde di procedere con una certa collaborazione, l'esempio dei rapporti sempre migliori di collaborazione nel comprensorio La Thuile-La Rosière ne sono un esempio, ne è anche l'esempio il fatto che oggi, dal punto di vista dell'efficacia della qualità degli impianti, La Thuile si trova ancora abbastanza avanti rispetto al comprensorio di La Rosière, che ha però annunciato di voler fare negli anni a venire importanti investimenti sotto questo punto di vista. La possibilità di allargare i collegamenti è stata perseguita per poter avere una platea sia di territorio, sia di fruitori più ampia e un esempio ulteriore è stato introdotto con il collegamento con gli accordi della Regione Piemonte con le piste di sci e di impianti funiviari fra la Valle di Gressoney e di Alagna. Per quanto riguarda la collaborazione con i comprensori di Francia e Svizzera, laddove non era possibile realizzare un collegamento diretto per ragioni fisiche evidenti, è stato istituito un unico "skipass" di 6 giorni consecutivi denominato nel caso del Monte Bianco "Autour du Mont Blanc", che è valido nei comprensori della Val d'Aosta, "les 4 vallées" della Svizzera e Chamonix. Un'altra iniziativa concerne la possibilità con l'acquisto dello stagionale regionale di sciare per alcune volte in comprensori sciistici delle "4 vallées" e nel comprensorio di Chamonix. Tali iniziative derivano da una serie di attività di comunicazione e di confronto fra le istituzioni regionali e gli operatori d'oltralpe, che hanno per ora fornito delle risposte positive in termini di adesione degli sciatori e più indirettamente in termini promozionali; si tratta di alcuni primi passi che sono stati perseguiti da alcuni anni, rispetto ai quali ci si aspetta che vi siano dei miglioramenti, anche perché la necessità di "fare sistema", che peraltro lei ha ricordato, è presente nei vari comprensori sciistici che un po' per volta si stanno convertendo a questa idea di poter ottenere migliori risultati con migliori forme di collaborazione.
Lei poi ha citato la società francese "Compagnie des Alpes", che gestisce il comprensorio sciistico di Courmayeur dal 1996. Attualmente questa società non ha manifestato direttamente o indirettamente la volontà di acquisire anche solo parzialmente quote di altre società sul territorio valdostano. Qui esprimo un'opinione di carattere personale, rispetto alla quale sarei non contrario a una tale scelta, ma l'amministrazione pubblica non ha il compito di sollecitare da questo punto di vista la società, che, se decidesse di fare delle scelte di tale genere, mi vedrebbe appunto, non contrario. Questa società è presente in Val d'Aosta, ma è un vero "leader" nel settore soprattutto in Francia, una società privata che gestisce grandi comprensori. Ha fatto delle esperienze nel comprensorio di Courmayeur, dove il territorio, dal punto di vista degli interventi, della manutenzione e della realizzazione degli impianti, è più difficile rispetto ad altre realtà che loro gestiscono, dove la facilità di intervenire e di realizzare piste e poterle mantenere è più marcata rispetto al nostro territorio, cosa che avviene anche in Trentino, perché sia in Sud Tirolo, sia in Trentino non vi è confronto con i livelli di difficoltà di realizzazione e di mantenimento dalle nostre parti. La "Compagnie des Alpes" gestisce il comprensorio di Courmayeur, dicevo, l'esperienza di questi anni riguardo a quel comprensorio ci dice che i risultati economici non sono migliori rispetto a quelli delle società a prevalente partecipazione pubblica e ciò porta alla conclusione che non necessariamente a una gestione privata possa corrispondere una maggiore redditività.
In linea generale poi si deve considerare che tutti lavorano in un mercato, qual è quello del turismo e della neve, che è ormai considerato maturo in quanto caratterizzato da una domanda stagnante o non in crescita, da una competitività sempre più marcata, che non permette di realizzare un ritorno economico nel breve periodo e, sotto questo punto di vista, lei ha ragione, con la prospettiva di avere la concorrenza da parte di altri settori europei, che sono oggi emergenti e che cercheranno di spartirsi tale fetta di torta. Chi deve operare in questo settore quindi deve basarsi su dei criteri di oculatezza e guardare alla compatibilità dei costi. Non dico quali possano essere i costi che possono essere tenuti presenti, ma vorrei ricordare che, per quanto riguarda lo "skipass", se l'aumento c'è stato nella scorsa stagione in Val d'Aosta, proprio per quanto concerne la "Compagnie des Alpes" questa ha fissato dei prezzi più elevati di quelli delle altre stazioni della Val d'Aosta e dei giornalieri di tutte le altre stazioni. Considerare il fatto che una grande società come la "Compagnie des Alpes" sia per forza sinonimo di maggiore competitività quindi non è un fatto del tutto scontato...
(nuova interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... ma sono assolutamente d'accordo con lei: stiamo parlando della situazione della Val d'Aosta. Rispetto a quella della "Compagnie des Alpes" in Francia, lei mi trova d'accordo, ma tornerà con me a considerare che lavora in un regime di sistema privato e non pubblico. Lei converrà con me che gli impianti di risalita in Francia non sono gestiti dal pubblico, ma dal privato o questo elemento non la trova concorde...?
(nuova interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... mi permetto di dissentire da lei, perché a Zermatt, che è sempre vallese anche di lingua tedesca, non c'è una lira di pubblico all'interno della gestione degli impianti di risalita.
Detto questo, rischiamo di aprire un dialogo che andrebbe avanti, quindi mi fermo qui sperando di averle fornito, seppure non con soddisfazione, risposte relative a una parte dei quesiti che mi ha posto.
Chiudo con una considerazione: in effetti la materia non è conclusa con questa chiacchierata, anche perché si tratta di un tema in evoluzione sia per la stagnazione della domanda, sia per l'emergenza di nuovi soggetti concorrenti, per cui in futuro ci sono delle cose che andranno fatte, ma non possiamo farle senza tener conto del sistema nel quale viviamo che è totalmente diverso rispetto a quelli dei nostri "competitors".
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Ha ragione l'Assessore quando conclude dicendo: "sono ostaggio del sistema in cui siamo": "non posso licenziare delle persone che per clientelismo abbiamo messo nelle società a fare i Consiglieri, mi rovino l'elettorato di La Thuile, di Pila, di Gressoney!". Abbiamo i commercialisti, ma vogliamo togliere del lavoro ai commercialisti! Meglio dare da mangiare a 15 commercialisti che a uno solo! Questo è il problema: siete ostaggio di un sistema che ormai è ingestibile e fate pagare ai Valdostani il costo attraverso la tassa, che è lo "skipass" maggiorato. Questo "skipass" giornaliero potrebbe costare 5-6 euro in meno, rendendo di più alle società, se voi faceste quelle economie di scala. Dice: "ma solo sul personale..", sì, ma se al posto di 20 dirigenti ne abbiamo 1 o 2, o 3, se al posto di 10 direttori di stazione ne abbiamo 1, 2 o 3, se al posto di 25 Consiglieri di "CdA"... ne abbiamo solo 1, 2 o 3, non facciamo dei risparmi? Sull'energia, se andiamo a fare un contratto unico per tutte le società, con un pacchetto di energia da comprare che è 5, 6, 7 volte quello di ciascuna società, non otteniamo degli sconti più alti? Se nella gestione ed acquisto di battipista, al posto di avere 13 battipista di 15 marche diverse con problemi di magazzino, di gestione, di meccanici, prendiamo solo 2 o 3 tipi di battipista magari della stessa ditta, per cui i pezzi di ricambio sono compatibili e possiamo ottenere degli sconti... invece qui facciamo 8-10 gare di appalto per comprare un battipista, quando sarebbe più intelligente fare una gara di appalto per 10 battipista, magari ti fanno pure degli sconti! Voi avete dei sovraccosti indecorosi che fate pagare ai Valdostani e, visto che non volete fare l'azionista - riprendo il discorso che facevo prima a un suo collega -, non volete gestire... ossia siete un Governo che non gestisce, ma lasciate che le cose vadano. L'azionista ha il dovere di dare le linee politiche alla società e a verificare che i propri rappresentanti facciano la linea politica dettata. Quando la famiglia Agnelli, per fare un esempio, agli inizi degli anni 2000 per età dei "patron" di riferimento ha delegato un po' troppo agli Amministratori della "Fiat" le scelte, si è visto come è andata a finire. Quando la famiglia Agnelli è tornata pesantemente a gestire la "Fiat", le cose hanno girato. Qui è la stessa cosa, lei non può dire: "io non interverrò nella gestione", ma lei deve dare l'idea "voi vi dovete fondere, fare un'unica società e abbassare i costi e abbassare gli skipass", altrimenti gli sprechi che lasciate che queste società facciano ricadono sulla popolazione, con la ricaduta che molte persone ormai non possono più permettersi di andare a sciare, perché il costo dello "skipass", anche ridotto, per i Valdostani è eccessivo ed è in un momento di previsione di ulteriore riduzione dei costi a livello internazionale per la globalizzazione. Credo che questa sia la strada giusta per mandare al fallimento le imprese e poi "mamma Regione" deve tirare fuori i soldi, ripianare i debiti e siamo di nuovo alla situazione di prima.
Per quanto riguarda il circondario, credo che non aver capito, come lei ha dimostrato nella risposta, che collegarsi con il privato e il pubblico in Vallese, a parte Zermatt, la grande maggioranza degli impianti di risalita sono di proprietà dei Comuni e hanno lo stesso problema... e adesso stanno riunendo tutte queste società; allora non è il problema di fare dei collegamenti tra Valtournenche e Crans-Montana che, essendoci 80 chilometri di distanza, non sarebbe possibile, ma fare dei collegamenti dal punto di vista di "fare sistema", per cui, al posto di fare un appalto per 10 battipista della Val d'Aosta, si potrebbero fare degli appalti per 30-40 battipista per la Val d'Aosta e il Vallese e la Savoia. Perché non fare dei gruppi di acquisto? Perché non fare delle politiche comuni nei confronti dei "tour operators"? Non è un problema quindi di mettere in comune gli impianti, ossia è il problema di fare degli "skipass comuni", quello dei 6 giorni mi fa piacere, ma è molto poco, si potrebbe fare molto di più. Pensiamo anche agli studi tecnologici, perché non studiare assieme sistemi più efficienti di innevamento artificiale, perché non spendere dei soldi assieme per capire i mutamenti climatici e prepararci con degli impianti che siano attivi ed efficienti anche di fronte a cambiamenti climatici? Dobbiamo sempre tutto pagare noi e facendolo poi pagare ai Valdostani? Non credo che questa sia una nostra volontà, per cui bisogna cambiare mentalità, non essere ostaggio del sistema in cui viviamo, non arrendersi alla realtà e saper fare anche scelte coraggiose e questo significa dire: "ragazzi miei, qui dobbiamo fare un'unica società di impianti di risalita, che metta in rete tutte le possibilità e che faccia il massimo di economie, che coordini". Così diventa anche più facile tipicizzare le varie stazioni, perché ovviamente all'interno di un'unica società si farà in modo che quella stazione abbia quella caratteristica, evitando doppioni e sovraccosti, scarsa capacità di presentare dei prodotti differenziati alla clientela. Credo che questo possa essere fatto e anche dall'analisi dei "domaines skiables" ritengo sia più semplice non essere più soggetti al ricatto del campanilismo, perché questo sistema a cui lei si riferisce e di cui lei è ostaggio è il sistema di campanili, fonte di sufficienti consensi elettorali e quindi capisco anche le vostre ragioni, però questo lo fate pagare ai cittadini, ossia agli sciatori giovani o meno che siano.