Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2825 del 20 giugno 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2825/XII - Soddisfacimento dei bisogni idrici della Regione a causa della carenza di piogge. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso che:

· la carenza di precipitazioni comporta, anche nella nostra Regione, una riduzione delle risorse idriche finalizzate al consumo umano, all'utilizzo irriguo e a quello industriale nonché alla produzione idroelettrica;

· alla costante diminuzione della risorsa "acqua" corrisponde, in molti comuni valdostani, un incremento tariffario per il consumo domestico;

· è stata annunciata una sospensione programmata dell'erogazione di energia elettrica con decorrenza dalla prossima estate;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione e/o l'Assessore delegato per sapere:

1) se le risorse idriche disponibili nel nostro bacino geografico sono sufficienti al soddisfacimento del fabbisogno idrico della popolazione valdostana;

2) se le sospensioni dell'erogazione di energia elettrica sono già state programmate e se sono inevitabili: quali misure precauzionali si intendono adottare per evitare il black out di servizi essenziali per la comunità (p. es. servizio sanitario);

3) quali iniziative sono state adottate o si intendono mettere in atto per evitare, o quantomeno contenere, gli sprechi di acqua;

4) quali sono i livelli di efficienza e di dispersione delle reti acquedottiche valdostane e se sia possibile introdurre criteri di calmierazione delle tariffe per l'utilizzo della risorsa idrica a fini domestici.

F.to: Tibaldi - Lattanzi

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Questa interpellanza ha avuto una grande funzione propiziatoria, perché dal momento in cui l'abbiamo depositata è iniziato un lungo periodo di precipitazioni e ha praticamente risolto il problema dell'emergenza idrica, almeno a livello temporaneo, di conseguenza è valsa più questa interpellanza che non una danza della pioggia collettiva... perlomeno un obiettivo lo ha già raggiunto. Se effettivamente l'emergenza è rientrata rispetto a quanto si profilava qualche giorno prima del deposito di questa iniziativa, possiamo dire che il problema a monte rimane, perché come si diceva anche stamani il clima globale è in una fase di profondo cambiamento che incide sulle condizioni del territorio e sulla presenza delle disponibilità idriche.

La nostra Regione non è esente da questo fenomeno climatico generale e direi che anche la riduzione della superficie dei ghiacciai, che abbiamo constatato in questi ultimi anni, è un fenomeno evidente quanto preoccupante. La carenza di precipitazioni si riflette sulle disponibilità idriche per i vari consumi: il consumo umano, il consumo industriale, la biodiversità, l'utilizzo idroelettrico. Sappiamo che l'acqua è una ricchezza della Regione insieme al suo ambiente, è giusto tutelarla, utilizzarla e finalizzarla ai suoi prioritari consumi. Recentemente l'ente erogatore dell'energia elettrica in Regione, "DEVAL", ha divulgato agli utenti valdostani una lettera sulla sospensione programmata, prevista per il periodo estivo, dell'erogazione di energia con decorrenza dalle prossime settimane. Tutti questi fattori combinati ci hanno indotto a presentare l'interpellanza suddetta. Ripeto, un'interpellanza che è stata in parte affievolita nella sua emergenza dalle ultime precipitazioni, ma il problema permane e non è di facile soluzione.

Con quattro quesiti vogliamo avere alcuni approfondimenti sulla materia che è vista nelle sue diverse sfaccettature. Anzitutto se le risorse idriche disponibili nel nostro bacino geografico - che fa parte del più grande bacino del Po e il Po ne fa per primo le spese, è il grande malato, e naturalmente anche la Dora Baltea come affluente del cui bacino facciamo parte ha ridotto notevolmente la portata di acqua, e questo è un altro indice significativo della carenza idrica - sono sufficienti al soddisfacimento del fabbisogno idrico della popolazione valdostana, oppure se questa riduzione si rivelerà quanto prima anche in sospensioni dell'erogazione dell'acqua. Tutti gli utenti valdostani si sono resi conto come in questi anni il costo dell'acqua sia notevolmente lievitato, ci sono diverse reti acquedottiche, ci sono diversi soggetti che provvedono all'erogazione dell'acqua; però quando arrivano le bollette tutti abbiamo registrato un aumento significativo della spesa!

La seconda domanda si riferisce al fabbisogno elettrico, in particolare a quelle sospensioni di energia di cui è stato fatto non solo un annuncio anche tramite una conferenza stampa organizzata dalla Giunta, ma anche attraverso le lettere a cui accennavo. Alla luce delle recenti piogge, queste sospensioni rimangono confermate, sono evitabili o sono inevitabili, o quali misure precauzionali si intendono adottare per evitare il "black out" di servizi essenziali per la comunità, per esempio il Servizio sanitario che è quello più essenziale?

Il terzo argomento riguarda le misure preventive che sono state adottate o si intendono mettere in atto per evitare, o quantomeno contenere, gli sprechi di acqua. Si è parlato più volte di condutture idrauliche, di reti acquedottiche che hanno una dispersione in parte fisiologica del prodotto idrico e quando supera certi livelli diventa patologica, cioè buttiamo via acqua senza rendercene conto, ci piacerebbe sapere se l'Assessorato ha un monitoraggio accurato degli sprechi d'acqua. Ci sono Regioni italiane come la Sicilia e la Calabria dove, su 100 litri d'acqua che partono dalla fonte, 40 si perdono a livello di condutture bucate e quindi solo 60 arrivano a destinazione.

Infine, quali sono i livelli di efficienza e di dispersione delle reti acquedottiche valdostane e se sia possibile - mi riallaccio alla questione tariffaria - introdurre criteri di calmierazione delle tariffe per l'utilizzo della risorsa idrica a fini domestici, quindi se possibile, introdurre tariffe sociali come peraltro avverrà dal 1° luglio 2007 con un'attenzione di tariffazione sociale per quanto riguarda le utenze elettriche. E questa sarà una grande sfida che riguarderà anche la liberalizzazione elettrica.

Queste sono le domande che proponiamo a fronte di una premessa che abbiamo cercato di sintetizzare; speriamo che l'Assessore ci dia qualche risposta convincente.

Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.

Cerise (UV) - Potrei dire che tutti i quesiti posti sono affrontati anche dettagliatamente nel piano di tutela delle acque, che esamina tutti questi aspetti e anche in prospettiva, non ultimo tenendo conto di possibili mutazioni degli scenari.

Per quanto riguarda il primo punto, si parte dal presupposto che ci sia un'effettiva riduzione delle risorse idriche finalizzate al consumo umano, all'utilizzo irriguo e a quello industriale, nonché alla produzione idroelettrica, così come si collega la diminuzione della risorsa "acqua" ad un incremento tariffario per il consumo domestico. Dobbiamo fare una riflessione che è più di carattere generale, nel senso che abbiamo dei "trend" che sono fra di loro contraddittori e mi spiego. Da un punto di vista dell'utilizzo domestico delle acque, abbiamo avuto una crescita esponenziale dei bisogni, perché la trasformazione della società, la forte urbanizzazione, l'utilizzo di elettrodomestici hanno fatto sì che ci sia stata una crescita esponenziale.

La prima domanda è: c'è un capitale di acqua potabile in grado di dare risposte alle esigenze? La risposta è "sì", anzi abbiamo dei quantitativi d'acqua che sono in grado di sopportare ancora dei carichi. Questo non significa che abbiamo un sistema di distribuzione dell'acqua sul territorio razionale, cioè abbiamo per esempio Aosta che ha delle carenze di acqua, non che potenzialmente manchi l'acqua per Aosta, ma bisogna rivedere le condotte di adduzione, ma lo stesso dicasi per Saint-Pierre, Sarre... Questo è un problema che verrà affrontato nell'ambito del sistema idrico integrato, è stata fatta la ricognizione delle necessità, e con il quadro delle necessità abbiamo il quadro degli interventi.

Più complesso è il discorso dell'agricoltura, perché questo settore manifesta un andamento contrario. Se sommiamo le terre agricole che non sono più utilizzate e la razionalizzazione dell'uso dell'acqua che si dovrebbe fare attraverso impianti di irrigazione a pioggia, in teoria dovremmo avere un minore consumo di acqua per l'agricoltura. In realtà per l'agricoltura ci rendiamo conto che questa spesso non è sufficiente a causa dell'andamento dei torrenti. Qui sì che è incidente l'effetto dello scioglimento della neve precoce in primavera, perché non consente di avere degli apporti idrici tutto l'anno, e allora in qualche caso vediamo che si instaura una sorta di regime di concorrenza - tipico è quello che c'è a Saint-Barthélemy - dove abbiamo delle rilevazioni idroelettriche che entrano in concorrenza con quelle agricole; ma se facciamo il bilancio agricolo di quel bacino, vediamo che per quanto è la necessità di acqua, l'acqua ci dovrebbe essere; poi scattano quegli altri meccanismi. Anche qui, quindi, il discorso è di razionalizzare i sistemi e non ultimo l'ipotesi di fare dei bacini di accumulo. D'altra parte non è una novità, perché anticamente in quasi tutti i nostri alpeggi si trovano i resti di piccoli bacini che sarebbero oggi impensabili, ma nel futuro penso che un'ipotesi del genere possa prendere corpo. Non abbiamo avuto delle flessioni per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, che rimane costante.

Per quanto riguarda la sospensione programmata di energia elettrica da parte delle aziende distributrici, ricordo che questa eventualità è prevista dal Piano di emergenza per la sicurezza del sistema elettrico (PESSE), è operativo dal 1° luglio 2005. Tale piano prevede che quando TERNA, gestore della Rete elettrica nazionale, rileva che la richiesta di energia elettrica supera la disponibilità dell'offerta, richiede alle aziende distributrici di predisporre l'applicazione del piano PESSE, ossia di prevedere dei distacchi a rotazione dell'utenza elettrica; però sono fatte salve le utenze protette: ospedali, ferrovie, Vigili del fuoco, Protezione civile, utenza industriale con connessioni dedicate e non interrompibili. Allo stato attuale si parla, quindi, di un turno di rischio di disalimentazione che interessa l'utenza generica e che verrà attivato solo nel caso di necessità di una riduzione del carico di energia elettrica al fine di evitare "black-out" incontrollati. Credo che oggi sia stato uno dei giorni di prova, perché c'è stato un'elevazione fortissima dei consumi, dovuta al calore improvviso e credo che sia stato raggiunto un certo livello di attenzione dovuto ai consumi per il raffrescamento. C'è poi questo provvedimento della Protezione civile: "Disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare lo stato di emergenza in atto nei territori dell'Italia centro-settentrionale", che è un sistema di solidarietà idrica che preleva dove ce n'è per dare delle risposte in caso di necessità secondo quella gerarchia delle priorità che vede l'acqua potabile, l'acqua ad uso irriguo... queste ultime piogge hanno attenuato questo rischio.

Per quanto riguarda la rete di distribuzione acquedottistica, abbiamo avuto, a partire dagli anni '80 ad arrivare al 2000, investimenti sulla rete acquedottistica regionale, soprattutto di carattere comunale, per circa 900 milioni di euro; però bisogna considerare che in montagna, con quelle tecnologie, una rete acquedottistica ha un tempo di vita di non più di 20 anni, tenuto conto che c'è questo fenomeno delle correnti vaganti e problemi di diversa salinità nelle condutture, che rende più fragile il reticolo.

Con le nuove tecnologie è possibile utilizzare materiali in polietilene che sono esenti da questi effetti, nel senso che in un territorio di montagna introdurre un acquedotto è mettere una struttura lineare in un ambito precario da un punto di vista geologico. La rigidità di una struttura lineare dimostra tutta la sua debolezza quando c'è un movimento di tipo geologico anche piccolo, perché si generano delle rotture. Abbiamo una perdita degli acquedotti calcolata in circa il 20%, quindi molto al di sotto della rete nazionale. Anche in questo senso ci si è - con una serie di interventi - indirizzati verso la captazione di sorgenti più sostanziose per abbandonare le piccole sorgenti superficiali che sono meno affidabili, perché molto legate all'andamento stagionale e quindi verticalizzare gli assi di portata e distribuire meglio nell'ambito dei vari comprensori. Tutto questo è programmato nell'ambito del sistema idrico integrato. Ci sono state una serie di iniziative di carattere conoscitivo e di sensibilizzazione, potrei citare "Environnement", "ECOLO", "Ecogesti", "Envie d'environnement", e manifestazioni di vario tipo che hanno teso a sollecitare il risparmio di acqua.

Infine, per quanto riguarda la possibilità di introdurre criteri di calmierazione delle tariffe, qui il discorso è molto complesso. Adesso stiamo lavorando, nell'ambito dei sub-ATO, per definire le tariffe che vanno applicate nel sub-ATO. Si tratta di un lavoro molto complesso, perché pone la necessità di perequare tariffe che sono molto basse rispetto a tariffe che sono troppo alte. Si tenga conto che nella nostra Regione l'acqua si è sempre pagata molto poco, anche perché sono stati i Comuni che pagavano tutte le gestioni; questo non sarà più possibile, perché la tariffa dovrà coprire i costi di gestione e una parte dei costi di investimento. Normalmente gli acquedotti vengono fatti con il FOSPI, quindi c'è circa il 20%, ma stiamo predisponendo una legge per fare un insieme di investimenti a regia comune, Regione, BIM, indirizzati a servire le grandi condotte, risolvere i problemi di criticità che si sono a livello comunale o intercomunale, quindi provvedere a realizzare gli interventi di depurazione... Tutto questo consentirà di definire una tariffa equa; già quando abbiamo fatto il piano di tutela delle acque, abbiamo previsto la possibilità di introdurre rispetto alla tariffa media degli abbattimenti di tariffa per le utenze deboli, oppure per l'agricoltura, e via dicendo. Si tratterà, quando sarà definita la tariffa, di vedere come applicare questi criteri. La calmierazione della tariffa è in funzione dell'efficacia delle reti, perché più le reti sono efficienti meno costi di gestione comportano, e poi però credo che sotto una certa soglia di consumo si possa immaginare una certa tariffa, mentre oltre una certa soglia di consumo la tariffa dovrà essere penalizzante: questo per evitare degli eccessivi consumi.

Président - La parole au Vice-président Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Grazie, Assessore, per aver fornito puntuale risposta ai quesiti posti.

Sicuramente una parte delle sue risposte può essere attinto sul piano di tutela delle acque, ma ha fornito elementi ulteriori che soddisfano in maniera puntuale certe nostre richieste, peraltro portano alla luce alcuni dati degni di considerazioni, e queste considerazioni vogliamo fare adesso. La prima è che mi pare una novità apprendere, oggi, che il coefficiente di dispersione degli acquedotti valdostani è stimato attorno a un 20%; pensavo che questa media fosse più bassa. È gratificante se si guardano le altre Regioni, quelle meridionali o quelle che non hanno le disponibilità non solo idriche, ma anche finanziarie come le nostre per poter organizzare reti acquedottistiche di un certo livello, ma è vero che in Val d'Aosta ciò significa che su 100 litri attinti alla fonte, 20 si perdono nel terreno e questo è un livello di cui auspichiamo un miglioramento con quegli investimenti che l'Assessore ha annunciato con questa legge a regia comune fra Regione e BIM.

Il problema, a nostro avviso, risiede in quella frammentazione che c'è nella parte distributiva e gestionale della distribuzione, che è capillarizzata in tanti enti che devono provvedere all'erogazione attraverso impianti che sono spesso obsoleti e che necessitano di manutenzione o rinnovazione completa. È auspicabile che tutto questo investimento che dovrà essere effettuato per razionalizzare la distribuzione venga fatto non solo nel migliore dei modi, ma anche in un tempo relativamente breve, perché penso che sia volontà dell'Assessore dimostrare che possiamo migliorare in questo settore e utilizzare meglio la risorsa idrica.

Farei ancora un riferimento alla carenza idrica. L'Assessore ha detto che è più complesso il discorso dell'agricoltura dove l'acqua viene utilizzata per irrigare i prati e le coltivazioni ed è una discreta quantità di acqua che viene dispersa nei prati, per mantenere il verde e la vegetazione rigogliosa, ma ci sono anche altre fonti di dispersione che non sono state citate, in particolare gli impianti di risalita. L'innevamento programmato durante l'inverno assorbe una grande quantità non solo di energia, ma anche di acqua, ne hanno fatto le spese durante la recente stagione invernale gli agricoltori che hanno dovuto cedere quote d'acqua a favore degli impianti per permettere l'innevamento programmato. Nella media e bassa montagna, essendoci stata una stagione particolarmente favorevole, proprio nella zona tipicamente siccitosa si sono verificate queste carenze...

(interruzione dell'Assessore Cerise, fuori microfono)

... non glielo dico in senso di accusa, glielo dico come dato di fatto che ci è stato comunicato; sapete che la zona dell'Adret che va da Nus fino a Montjovet è una zona fortemente siccitosa. Durante la stagione che non è stata particolarmente copiosa in termini di nevicate, per sopperire alla carenza di neve è stata utilizzata energia per sparare con i cannoni e acqua onde trasformarla in neve; quest'acqua da qualche parte è stata prelevata e ha indebolito il fabbisogno idrico per l'agricoltura. Questo è un problema che ci è stato segnalato e sul quale possiamo anche disquisire. Va bene razionalizzare l'utilizzo d'acqua per l'agricoltura, ma non sottovalutiamo il fenomeno dell'innevamento programmato; questo non vuol dire rinunciare all'innevamento programmato perché è stato un toccasana per gli operatori turistici in una stagione molto avara di neve, ma sono tutti fattori che devono essere analizzati nel loro complesso.

Per quanto riguarda il resto, la ringraziamo dei dati forniti; ci riserviamo di approfondirne la conoscenza e di monitorare attentamente l'evoluzione di uno scenario non solo climatologico, ma che si riflette sulle nostre disponibilità idriche per qualsiasi tipo di utilizzo umano e non solo umano.

Presidente - Con questo esauriamo i nostri lavori per oggi, il Consiglio è riconvocato domani alle ore 9.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 20,01.