Oggetto del Consiglio n. 2802 del 20 giugno 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2802/XII - Diminuzione del numero di imprese nel primo trimestre 2007. (Interrogazione)
Interrogazione
Premesso che:
· la rilevazione trimestrale di Unioncamere registra un consistente calo di imprese in Valle d'Aosta nel primo trimestre del 2007;
· le aziende cessate sono superiori a quelle avviate con un saldo negativo di 120 unità (-0,82%) al 31 marzo 2007;
· tale diminuzione è la più rilevante tra le varie regioni italiane ed evidenzia la crisi che sta attanagliando l'economia valdostana nel suo insieme;
· da una parte gli industriali accusano l'assessore regionale delegato di destinare esigue risorse al loro comparto, dall'altra lo stesso assessore ha modificato i criteri d'intervento della Legge regionale 6/2003 penalizzando notevolmente le imprese a dimensione familiare, siano esse artigiane o commerciali;
ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l'Assessore delegato per sapere:
1) se considera i dati di Unioncamere un campanello d'allarme;
2) se ritiene che la crescente invadenza della mano pubblica regionale nei diversi settori produttivi sia una causa della contrazione dell'economia valdostana;
3) se la Giunta regionale ha in mente una strategia di rilancio del sistema economico valdostano.
F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi
Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.
La Torre (FA) - Ho letto con attenzione l'interrogazione presentata dal collega Tibaldi, i dati devono essere presi anche in un contesto che è quello annuale, quindi va subito fatto rilevare che il trimestre in oggetto è assolutamente, per consuetudine a livello nazionale e locale, il trimestre per cui vengono per motivi fiscali definite le posizioni delle aziende; quindi è evidente che nel primo trimestre esiste sempre un numero più alto di rilevazioni di dismissioni di aziende.
Per avere certezza di quello che sto dicendo, sono andato a fare una verifica a livello nazionale per vedere se quello che pareva emergere fosse reale, e infatti è così. Normalmente le cessazioni avvengono proprio nel primo trimestre e quindi andiamo a verificare che la Valle d'Aosta è in una media statistica, seppure non positiva, perché non sono dati belli. Sempre la stessa media fa sì che si dimostri nel corso dell'anno - facciamo riferimento al 2006 - che c'è un recupero sostanziale, dato dalla creazione delle nuove imprese e quindi dalle successive iscrizioni. Infatti verifichiamo che nel 2006 si era partiti più o meno con lo stesso livello di cessazioni, in realtà alla fine dell'anno il saldo era stato negativo per 87 unità; quindi anche questo dato finale, paragonato alle altre Regioni, è in percentuale minore, sicuramente è un campanello di allarme, va rilevato e va tenuto conto che comunque le aziende che muoiono sono di meno che quelle che nascono, ma lo dico solo per correttezza di dati che i numeri non sono quelli che apparentemente si rilevano osservandoli nel primo trimestre. Su questo argomento c'è una nostra attenzione e stiamo portando avanti una serie di iniziative, fra l'altro iniziative su cui mi ero impegnato a relazionare in commissione.
Avevamo detto che era necessario avere una capacità di progettare e di condividere, quindi mi ero preso un impegno su quello che avevamo definito il "Progetto Sviluppo Valle d'Aosta", parafrasando "Sviluppo Italia", quindi stiamo mettendo in atto una serie di azioni combinate che, a breve, porterò in commissione per confrontarmi e verificare se la commissione condivide gli indirizzi che stiamo dando. Sono azioni combinate in più settori e anche con contatti con numerose imprese, con cui stiamo cercando di approfondire e poi avremo modo di relazionare su altri punti che sono all'ordine del giorno.
Presidente - La parola al Vicepresidente Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Direi che, a fronte di 3 domande puntuali, è giunta una risposta piuttosto generica, Assessore... Nella replica sicuramente non ho la pretesa di imputarle determinate responsabilità, però con questa interrogazione abbiamo solo posto l'indice su quello che riteniamo un campanello d'allarme, come diciamo nell'interrogazione.
Il campanello di allarme è che il saldo delle imprese fra quelle avviate e quelle cessate nel primo trimestre è un saldo negativo, ed è un saldo negativo che si sarà ripetuto anche negli anni passati - come lei ha detto -, ma quest'anno è ancora più negativo rispetto al passato, in particolare rispetto alle altre Regioni se facciamo un'analisi comparata. Quella valdostana è la diminuzione più rilevante fra le varie Regioni italiane e sta mettendo in luce una crisi che attanaglia l'economia valdostana, non certo dal 2007 - questo è il dato del primo trimestre, come lei ha ricordato - ma da un po' di tempo a questa parte. Allora 120 imprese chiudono, sono 120 imprese di piccola entità, piccole o microimprese, perché il tessuto economico valdostano è composto in prevalenza da queste microimprese, però non si può rispondere - e lei in questo caso non ha risposto - con frasi vaghe o generiche oppure cercando di tacitare un problema reale.
È inutile mettere in moto una grancassa mediatica attraverso enti e organi di informazione che cercano di divulgare ciò che in realtà in Val d'Aosta non c'è, perché leggendo questi dati, sentendo quello che emerge dalla "Chambre" e cosa dicono gli industriali, o anche guardando cosa è stato affermato dai dirigenti locali della "Banca d'Italia", ci pare di capire che la situazione non sia così rosea come qualcuno vuol fare apparire... Peraltro, il peso fiscale, le tasse e in particolare la burocrazia risultano i veri freni della ripresa, e fra le varie denunce che vengono additate alla sua responsabilità è che, per esempio, lo sportello unico delle imprese non è mai partito. Esiste a livello virtuale come sito consultabile, con una mole di informazioni più o meno interessanti per chi naviga su quel portale, ma al di là di quello lo sportello unico delle imprese, che doveva essere anche una "chicca" della nostra Regione, un motore dello sviluppo per snellire tutta questa mole di burocrazia e di carta che è richiesta agli imprenditori per avviare un'impresa o per gestirla, in realtà non è mai decollato. Sta di fatto che il risultato è di segno opposto, in quanto le imprese purtroppo chiudono, e la Val d'Aosta non è neppure appetibile come terreno ove impiantare le proprie attività. Purtroppo abbiamo visto che il fallimento della "TECDIS", la crisi di "SET" o di altre realtà industriali che avevano un peso significativo nella nostra regione, si sta riverberando non solo sulle stesse aziende e sui dipendenti, ma anche su un certo indotto.
Quali sono le risposte che intendete dare a questo fenomeno critico che si sta registrando? Le risposte non le abbiamo sentite! Abbiamo letto a più riprese degli annunci che dicevano che la mano pubblica si sarebbe tirata indietro a fronte di un avanzamento dell'iniziativa privata, ma questo non accade, e come strategie di rilancio del sistema economico valdostano - era il terzo quesito -, anche qui, non abbiamo sentito particolari affermazioni confortanti. È vero che è stato annunciato un disegno di legge per le imprese in difficoltà, che ha già avuto anche un vaglio nella IV Commissione, ma è vero anche che è un disegno di legge che non lenisce il problema di un sistema economico di sviluppo che si vuole attuare in Val d'Aosta, ma che di fatto rimane nelle intenzioni. Citare "Sviluppo Italia" penso che non sia di buon auspicio, perché quella è stata un'esperienza negativa a livello governativo italiano, anzi i dati sono drammatici dei risultati che non si sono mai conseguiti.
Assessore, la sua attenzione su questo argomento deve essere più profonda, lei deve cercare di non stigmatizzare determinati dati che possono essere anche sconvenienti, ma analizzarli nel suo insieme e nel suo contenuto e sono dati che indicano una temperatura di febbre crescente dell'economia valdostana. È una malattia che si colloca sì in un disagio congiunturale, ma abbiamo anche delle debolezze strutturali che finora non sono state affrontate in maniera incisiva e concreta.