Oggetto del Consiglio n. 2797 del 20 giugno 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2797/XII - Problematiche concernenti casi di moria di api in Europa. (Interrogazione)
Interrogazione
Appreso che è in corso, in tutta Europa, una grave moria di api che ha come conseguenza una drastica riduzione del numero di alveari, viene stimata nella vicina Svizzera una moria del 25% mentre in alcune regioni del Nord Italia le associazioni apicoltori denunciano un netto calo di produzione;
Constatato che le cause sarebbero da imputare ad un insieme di fattori quali l'uso dei pesticidi in agricoltura e le conseguenze del cambiamento climatico;
Considerato che il Consiglio di Stato francese ha vietato l'uso di pesticidi contenenti neonicotinoidi in seguito alle analisi condotte su campioni di api trovate morte;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l'Assessore competente per sapere:
1) se le associazioni di apicoltori valdostani hanno segnalato moria di api o cali di produzione;
2) se anche in Valle d'Aosta vengono utilizzati fitofarmaci contenenti neonicotinoidi od altri principi attivi tossici per gli insetti pronubi.
F.to: Venturella - Bortot
Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.
Isabellon (UV) - Gli oggetti dell'interrogazione, al punto 1, "se le associazioni di apicoltori valdostani hanno segnalato moria di api o cali di produzione", si può rispondere quanto segue: al momento attuale le associazioni di apicoltori valdostani che sono riconducibili all'Associazione consorzio apistico e cooperativa "Miel du Val d'Aoste" non hanno segnalato alle nostre strutture una moria di api o cali di produzione al di fuori della norma stagionale. La situazione nazionale ed europea viene seguita dai nostri uffici, i quali ritengono che al momento la situazione avvelenamenti non sia grave come nel resto d'Italia, per l'assenza delle colture di mais e dei relativi trattamenti fitosanitari sulle cariossidi, segnalate da alcune testate di settore e di categoria. Allo stesso tempo siamo preoccupati e stiamo monitorando la situazione per la sempre più notevole comparsa di patologie a carico della covata delle api, non sempre riconducibili a precise malattie, già conosciute per alcune infezioni già segnalate fuori Valle, che potrebbero avere ripercussioni già a partire da questo fine stagione apicola. Relativamente all'aspetto dei cali di produzione, al momento attuale gli apicoltori valdostani hanno potuto fruire del raccolto su acacia, che tradizionalmente viene effettuato fuori Valle, e che ha dato risultati altalenanti, in diversi casi deludenti nelle quantità rispetto alle scorse annate, così come le fioriture primaverili del territorio valdostano, che hanno risentito - chiaramente non è la situazione dell'ultimo periodo - in primavera dell'assenza di precipitazioni e del caldo anticipato che, accompagnato dal vento, aveva ridotto la secrezione nettarifera penalizzando soprattutto la produzione dei mieli di tarassaco e millefiori primaverile. La successiva fioritura di tiglio e castagno, a cui segue il rododendro, hanno ancora dato delle risultanze, perché sono in corso queste valutazioni. In generale, la produzione di miele sta subendo l'alternarsi della situazione climatica che non permette una regolare importazione di nettare e, in alcuni casi, l'instaurarsi di condizioni di debilitazione delle colonne di api con la comparsa di malattie della covata.
In merito al punto 2, bisogna dire che questi insetticidi contenenti neonicotinoidi rappresentano una nuova classe di insetticidi di recente introduzione in agricoltura. I principi attivi, il cui uso è autorizzato in Italia, derivano da un'autorizzazione che ha seguito le procedure normalmente da adottare in queste situazioni, sulla base di richieste dei produttori e di successive autorizzazioni ministeriali, comunque porta un elenco che potrò fornire successivamente. La loro introduzione in Italia risale alla seconda metà degli anni '90 con la registrazione da parte del Ministero della sanità di alcuni prodotti a base di "Imidacloprid", gli altri principi attivi hanno fatto il loro ingresso in Italia dal 2003 in avanti. Di tutto questo elenco di insetticidi solo alcuni prodotti commerciali contenenti questi principi sono autorizzati in Valle d'Aosta dalle norme tecniche relative alle misure agroambientali, che fanno riferimento al Regolamento comunitario n. 1257/99, la ex n. 2078/92, predisposte annualmente dall'Assessorato dell'agricoltura in collaborazione con altre Regioni italiane e con il Ministero (MIPAF). Chi aderisce alle misure agroambientali in Valle d'Aosta può utilizzare prodotti a base di neonicotinoidi, registrati esclusivamente per la lotta primaverile agli afidi delle pomacee e il prodotto a base di "Thiametoxam" per la lotta al vettore di flavescenza dorata su vite. Il loro utilizzo da alcuni anni è consigliato in frutticoltura, perché questi principi attivi sono gli unici ad avere un favorevole profilo tossicologico, cioè poco tossici per operatore e consumatore - questo è un aspetto importante che ha portato anche alle scelte fatte di autorizzazione, soprattutto a livello di Ministero della sanità - e, al contempo, ad essere efficaci contro gli afidi, mentre in viticoltura "Thiametoxam" risulta da prove effettuate da altri servizi fitosanitari il principio attivo che dimostra la maggiore validità nella lotta obbligatoria al vettore di flavescenza dorata, che è un grosso problema per la viticoltura.
In generale, i neonicotinoidi, come tutti gli insetticidi, sono tossici nei confronti degli impollinatori, ma se vengono utilizzati correttamente lontano dalla fioritura e sfalciando le erbe fiorite sotto chioma non danno problemi. Questo è importante rilevarlo, perché non è solo il prodotto, è anche come lo si usa. I principi attivi: "Tiacloprid" e "Clotianidin", al contrario, non sono stati inseriti nelle norme tecniche per le misure agroambientali regionali, perché classificati "XN=nocivo", quindi con profilo tossicologico sfavorevole. I prodotti a base di "Imidacloprid", ovvero quelli ritirati dal mercato in Francia, in quanto ritenuti responsabili della moria di api, sono autorizzati dal Ministero solo per la concia di sementi di alcune colture annuali, barbabietole e mais, peraltro assenti in Valle o presenti su superfici limitatissime, perché il mais è una coltura poco diffusa, salvo in alcune zone della bassa Valle.
Per quanto riguarda la domanda relativa all'impiego di altri principi attivi tossici per i pronubi, occorre sottolineare che tutti gli insetticidi, in quanto tali, possono provocare danni agli insetti impollinatori, come già detto, qualora siano impiegati con modalità e tempi non corretti, ma se si applicano i trattamenti lontano dalla fase di fioritura, come peraltro previsto dalla legge regionale n. 78/1993, avendo anche l'accortezza di sfalciare le erbe fiorite sotto chioma, non provocano danni ai pronubi stessi.
Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Apprendiamo con sollievo il fatto che in Valle d'Aosta questi prodotti sono utilizzati, non tutti, e che vi sono delle limitazioni proprio in riferimento alle misure agroambientali, però da un'altra parte desta preoccupazione il fatto che stanno venendo alla luce patologie non riferibili ad agenti patogeni certi, produzioni altalenanti, insomma... Questa agricoltura, già attaccata dai cambiamenti climatici, viene ulteriormente aggredita dall'uso improprio di questi insetticidi. Faccio solo riferimento al fatto che in zone vicine al di là delle Alpi, in Svizzera, l'ufficio che si occupa di apicoltura segnala una moria del 25% delle popolazioni di api. Registriamo quindi questo dato, registriamo il fatto che vengono usati insetticidi in Valle d'Aosta contenenti principi attivi che sono ascrivibili alla famiglia dei neonicotinoidi.
Invitiamo l'Assessore a tenere alta la vigilanza, perché è importante che anche noi, in Valle, cerchiamo di contenere... poi, un piccolo riferimento a cosa vogliamo, quale sarà il futuro dell'apicoltura. Stiamo aspettando - questo è un invito fuori microfono - questo famoso disegno di legge che si è bloccato sull'apicoltura, e stiamo ancora aspettando in commissione delle risposte a quei famosi problemi di finanziamento e sostegno all'apicoltura; credo sia in Valle d'Aosta un settore che debba essere particolarmente tutelato, perché non vuol dire solo miele, ma vuol dire il futuro della flori-frutticoltura e della viticoltura.