Oggetto del Consiglio n. 2774 del 6 giugno 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2774/XII - Reiezione della proposta di legge di iniziativa popolare: "Disposizioni per la realizzazione di un unico e nuovo Presidio ospedaliero regionale".
Presidente - Siamo sempre in discussione generale sulla proposta di legge n. 147.
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Cercherò di riassumere e di rimanere sul tema oggetto di discussione, cioè il punto 44 dell'ordine del giorno.
Se dovessi rispondere ad una domanda sintetica: "vuoi un nuovo ospedale", penso che risponderei come tutte le persone alle quali si chiede se vogliono qualcosa di nuovo rispetto a un qualcosa che si lascia sottendere possa essere vecchio in alternativa al nuovo; perciò non avrei esitazione a dire: "certo, che voglio qualcosa di nuovo, perché è meglio qualcosa di nuovo che qualcosa che possa essere vecchio". Penso che però una domanda e una riflessione fatta in questi termini sia fuorviante, innanzitutto perché non ci troviamo in un contesto mercatale, anche se molte volte la sensazione può essere quella, ma ci troviamo in un'Assemblea legislativa e qui normalmente non si vendono e non si comprano le cose, ma si dovrebbero predisporre gli iter legislativi, amministrativi per arrivare a compimento delle volontà politiche e amministrative. Perciò ritengo che sia opportuno, più che parlare di questo "ospedale nuovo" di cui qualcuno stamani ha tratteggiato i connotati architettonici piuttosto che sanitari, sia opportuno soffermarsi a valutare cosa significhi l'approvazione o la non approvazione da parte di questo Consiglio della proposta di legge n. 147.
Il dibattito di stamani è stato un po' surreale, a partire dal collega Sandri, che ha assunto i panni - non le sembianze, per fortuna... - della collega relatrice del suo gruppo che, per problemi di afonia, non riusciva a trovare le parole giuste per illustrare la proposta di legge n. 147, ma anche il collega La Torre è stato quanto meno originale nella sua illustrazione. È vero che i Socialisti sono in una situazione di difficoltà e forse hanno esigenza di cure particolari e forse anche sanitarie, ma alla fine questo connubio prevalente fra la sanità, l'ospedale nuovo e i Socialisti ci ha lasciato qualche dubbio su quella che fosse l'indicazione che "Fédération", tramite l'intervento dell'Assessore La Torre, voleva darci. Anche da parte dei banchi della Giunta gli interventi sono sempre stati al di sopra, o meglio al di fuori dell'argomento. L'Assessore Marguerettaz con grande foga ha chiesto: "volete le patate o volete la sanità e l'ospedale nuovo?"... non so quale avrebbe dovuto essere la risposta di questa ipotetica folla, che doveva scegliere fra le patate e l'ospedale nuovo, perciò il dibattito di stamani è stato un dibattito dove l'ospedale era nei pensieri di tutti, ma non si è concretizzato in un ragionamento sulla procedura che oggi stiamo avviando.
Per far politica in maniera chiara e trasparente, si dice che bisogna dire ciò che si fa e fare ciò che si dice; molte volte dobbiamo riconoscere che questa maggioranza e questa Giunta che ne è espressione, non sono sicuramente dei campioni di trasparenza, non sempre dicono quello che fanno! Il problema è che i referendari, che dovrebbero essere antitetici rispetto a una certa visione della politica, fanno non ciò che dicono di fare, ma fanno altre cose, perché se andiamo a leggere l'articolato della proposta referendaria, penso che non dovremmo più parlare di sanità, ma parlare di etica della politica e di rapporti con i cittadini. Se è vero che la politica rischia di essere sempre più distante dai cittadini, per il linguaggio che usa, per le situazioni che crea, penso che questa proposta referendaria abbia assunto il peggio di quello che la politica in una certa definizione comune può essere.
La Regione è stata invasa in certi periodi a ondate cicliche di manifesti che lanciavano questo "slogan" accattivante e suggestivo del nuovo ospedale, ma se qualcuno si prende la briga di andare al di là dello "slogan" e di leggere il testo della proposta legislativa, si rende conto che i referendari sono andati come minimo fuori tema... perché? Perché lo strumento legislativo è uno strumento che ha dei requisiti essenziali, al di fuori dei quali perde la sua funzione legislativa, ossia di essere motore di quegli accadimenti amministrativi che dovrebbero essere il cuore della legge stessa. Se i colleghi hanno avuto la bontà di andare a vedere questo breve articolato, si sono resi conto che gli articoli 1, 2, 3 sono un insieme di "slogan" da manifesto o comiziali, ma nulla dicono e nulla lasciano intendere su quali possono essere le risposte concrete che servono quando si vuole concretizzare un'opera importante come è un Presidio ospedaliero. È difficile pensare che si possa costruire un ospedale senza sapere dove debba essere ubicato, senza sapere quali siano i requisiti dell'ospedale stesso, o senza sapere quali possono essere le risorse finanziarie e soprattutto dove queste possono essere attinte!
Devo dire, e mi rivolgo alla maggioranza, perché penso che abbia una responsabilità in questa vicenda, che forse va ripensato il meccanismo dello strumento referendario, non per cassarlo, ma per evitare che questo strumento si trasformi in uno strumento di mera propaganda a carico delle casse pubbliche, perché la realtà di fondo è questa: che una parte politica sta attuando, attraverso il meccanismo referendario, una campagna elettorale che non è finalizzata al nuovo ospedale, né a risolvere i problemi della sanità, ma è finalizzata a dare una sovraesposizione politica ad una certa area politica. Qui devo dire che massima delusione proviene dai cosiddetti "saggi", che tutto sono stati, fuorché saggi nell'andare ad accendere il semaforo verde di questa proposta referendaria! Mi sembra che il Presidente Caveri, stamani, abbia fatto un riferimento che penso debba essere approfondito sull'inutilità di questa legge nel momento in cui dovesse diventare legge, ma come è possibile che si ipotizzi una legge che demanda a un'altra legge, a mo' di matriosca, a mo' di scatole cinesi, la concretizzazione di un obiettivo che questa legge non va a centrare?
Lasciando perdere le riflessioni sulle coperture finanziarie alle quali vorrei solo aggiungere, al di là dell'articolo 81 della Costituzione citato stamani, l'articolo 87 della legge regionale n. 90/1989, dove dice che ci deve essere il parere obbligatorio sulla parte finanziaria di tutti i disegni di legge che hanno necessità di finanziamento, è evidente che la costruzione di un Presidio ospedaliero - presupponendo che Babbo Natale non riesca a realizzarlo in una notte! - ha sicuramente bisogno di risorse finanziarie. Lasciando perdere anche questo ulteriore elemento di considerazione, mi domando: siamo sicuri che una legge di questo genere sia sensata e rispettosa dei principi della democrazia? L'articolo 3 demanda alla Giunta di fare ciò che questo disegno di legge non riesce a fare, cioè di fare il quadro finanziario, urbanistico per realizzare questo nuovo ospedale. Ho capito, ma... il Consiglio? Il Consiglio che è l'organo sovrano, il Consiglio che è l'organo che ha potestà legislativa, viene commissariato per il fatto che viene approvata questa legge che demanda alla Giunta il compito di predisporre un disegno di legge? Penso che sia fuori da ogni logica e da ogni buon senso poter sostenere che l'approvazione di questo disegno di legge ci porta a fare dei passi avanti rispetto alle esigenze di un completamento delle strutture sanitarie nella nostra Regione. E se non ci fossero i fondi? E se fra due anni o un anno e mezzo, perché questi sono i tempi rispetto all'impegno che questa legge andrebbe a costituire in capo alla prossima Giunta... e se non ci fossero le risorse, come potrebbe la prossima Giunta predisporre un disegno di legge da portare in questo Consiglio in assenza delle coperture finanziarie?
Io dico allora che c'è stata molta demagogia da parte di chi ha scritto questo disegno di legge perché, sul presupposto che chi ha scritto questo disegno di legge ha rappresentanza politica e istituzionale, sarebbe stato molto più utile al confronto politico scrivere una proposta legislativa di iniziativa consiliare, con i percorsi necessari per dare copertura finanziaria andando a spostare risorse dai fondi globali, andandole a spostare da altri capitoli, verificando gli strumenti urbanistici; ma teorizzare una realizzazione di una struttura così importante a prescindere dalla concertazione territoriale, a prescindere dagli strumenti territoriali, a prescindere dalle coperture finanziarie, a prescindere dall'unica sede legittimata ad esprimere la volontà legislativa della comunità valdostana, il Consiglio regionale, mi sembra un'opera di grandissima demagogia.
Quanto ai "saggi", non so quale sia il meccanismo con cui i "saggi" sono stati insediati, mi auguro che sia un insediamento "ad hoc" per ogni atto e che ci sia la consapevolezza da parte della maggioranza, di questo Consiglio, che ha nominato quei "saggi", di riconsiderare, in un futuro eventuale, le nomine con criteri diversi. La distrazione con cui i "saggi" hanno operato è una distrazione che costerà cara alle finanze regionali, l'Assessore Marguerettaz e il Presidente Caveri potranno quantificare cosa costa l'organizzazione di una consultazione referendaria alla comunità valdostana; io penso che di questo sperpero di denaro pubblico poi qualcuno se ne debba far carico!
È facile parlare di "costi della politica", ma forse sarebbe più utile parlare dei "danni che fa la politica". Ci troviamo di fronte a una situazione emblematica di danno politico, su un "affidamento" creato sulla buona fede di chi ha messo le firme, a chi chiedendogli se vuole una cosa nuova, rispetto a una cosa vecchia, è scontato che vada a chiedere la cosa nuova! Questa è la conclusione che si può raccogliere per strada, prendendo una firma sulla simpatia, sull'adesione ideologica, ma non sicuramente una firma ponderata su quello che è, non dico il progetto in quanto tale, ma su quello che deve essere il percorso amministrativo! Ci sono due sistemi per realizzare le cose: uno è il sistema delle procedure complesse e articolate, tipico dei sistemi democratici, e poi ci sono quei sistemi che non sono democratici e che forse riescono, a colpi di "io voglio, posso, comando", a realizzare alcune cose, poche, in tempi più veloci con procedure più snelle a prescindere da espropri, da diritti di terzi e da quant'altro.
La vicenda dell'ospedale non nasce, colleghi della Sinistra referendaria, in questi mesi; la vicenda nasce come minimo nel 1994. Penso che abbiamo tutti, voi compresi, memoria storica per ricordarvi come fosse composita la maggioranza di quel periodo, che vedeva fra i vari Assessori un Assessore del gruppo "Verde", ed è in quel dicembre 1994 che fu fatta la scelta di acquistare l'Ospedale "Mauriziano" e di farlo diventare proprietà regionale. È nel 1994 che si è innescata una modalità di ammodernamento di quella struttura ospedaliera, o forse aveva senso nel 1994 comprare il "Mauriziano" per chiuderlo? Questo vorrei domandare ai colleghi "Verdi". E poi, vorrei ricordare, quando nel 1995 timidamente qualcuno diceva: "facciamo un ospedale nuovo" o forse ancora prima del 1995, perché era prima dell'acquisizione del "Mauriziano", a me sembra di ricordare che tutta la Sinistra referendaria e non, insieme all'"Union", che già reggevano le sorti e del Comune di Aosta e della Regione Valle d'Aosta, non erano per l'ospedale nuovo! L'allora Partito Comunista che stava in maggioranza era per la ristrutturazione e per il recupero del "Mauriziano", tant'è che il "Mauriziano" venne acquistato.
Oggi si dice: "quell'ospedale è vecchio, è stato costruito negli anni '30 e successivi, inaugurato nel 1942", ma... è falso! Quell'ospedale è stato rifatto da cima a fondo nella parte più vecchia negli anni '70 e poi, andando avanti, si sono susseguiti una serie di interventi! Oggi siamo alla fase finale, che dovrebbe dare una risposta esaustiva alle problematiche della sanità valdostana in termini di spazi e noi... rimettiamo in discussione tutto? Siamo simili a quei matti che, decidendo di scappare dal manicomio, dopo aver scavalcato 9 dei 10 muri di cinta, di fronte al decimo ed ultimo muro, essendo troppo stanchi, dicono: "basta, torniamo indietro"! Mi sembra veramente un ragionamento poco coerente con quello che è stato sino ad ora fatto - mi riferisco nuovamente alle forze della Sinistra - dire oggi: "basta, non si procede alla fase conclusiva della ristrutturazione e ampliamento del Presidio di Viale Ginevra, e si va a collocare da un'altra parte il prossimo futuro ospedale". Intanto rimane il problema di quale sia "l'altra parte", perché nonostante la fantasia e le indicazioni date dallo studio di "Finaosta", non mi sembra che siano emerse delle situazioni che ci possono far dire oggi: "quella è l'area giusta", che ci possono lasciar presumere di poter arrivare in tempi ragionevoli all'acquisizione dell'area, alla variazione degli strumenti urbanistici...
Allora paradossalmente e politicamente diciamo che oggi, chi si batte per un nuovo ospedale, in realtà sta allontanando nel tempo quella risposta di certezza e di concretezza a cui da tempo attende la comunità valdostana in materia di sanità. Il nuovo ospedale è una fantasia che può essere oggetto di approfondimenti seri, ma in una prospettiva temporale che sarà successiva al ciclo finale del Presidio di Viale Ginevra, una volta che sarà ultimato nella sua ristrutturazione e una volta che avrà superato per obsolescenza i termini di una struttura sanitaria per quanto riguarda la necessità di procedere a un suo rinnovamento complessivo. Penso che questo sia l'argomento sul quale questo Consiglio debba interrogarsi e penso che siano questi gli argomenti che devono essere comunicati ai Valdostani, perché penso che qua non ci possa essere alcun amministratore di buon senso che possa fare una scelta peggiorativa per la comunità valdostana per il gusto di difendere qualcosa rispetto a qualcos'altro che potrebbe essere migliore!
Il discorso è che oggi questo percorso referendario è un percorso di fantasia politica, è un percorso di demagogia politica, è un percorso fondato sul nulla o sulle sabbie mobili, è un percorso che anche - ma penso che così non sarà - se dovesse ottenere il "placet" della maggioranza dei Valdostani, non ci porterebbe da alcuna parte, perché questo provvedimento legislativo non dice nulla, avrebbe solo il demerito di bloccare l'iter attuale di completamento del Presidio di Viale Ginevra con un obbligo che non è un obbligo giuridico, che può essere un obbligo politico, ma un obbligo politico che è tale nella misura in cui ci sarà una maggioranza politica in questo Consiglio regionale, che deciderà di portare avanti un disegno di legge che possa dare concretezza a ciò che oggi concreto assolutamente non è!
Ecco perché, in sintesi, il gruppo della "CdL" esprime un giudizio negativo a questa proposta referendaria, e non perché siamo contrari a realizzare una nuova struttura ospedaliera, anche perché riteniamo che il nuovo nella sanità soprattutto si misuri in termini di qualità e non si misuri a metri cubi, soprattutto non si misuri in base alla data in cui sono ultimati i metri cubi. La realtà è che le strutture sanitarie vanno gestite incentivando magari la mobilità attiva a discapito di quella passiva, e noi diciamo che in materia di sanità, e lo abbiamo espresso politicamente con la condivisione del piano sociosanitario, passi avanti sono stati fatti. Che passi avanti ne siano stati fatti non lo diciamo solo da un punto di vista della valutazione politica, ma lo diciamo guardando alcuni dati statistici della struttura ospedaliera valdostana, e quando guardiamo i dati statistici dell'Urologia non possiamo che non essere fieri di quello che siamo riusciti a creare nel Presidio regionale a livello di eccellenza, nel senso che quello che era un punto di debolezza prima, è diventato oggi a seguito di scelte mirate a valorizzare la professionalità medica, un punto di forza per tutto il sistema valdostano.
Queste sono le risposte che la politica deve dare alla sanità e all'esigenza di strutture più funzionali ed efficienti; tutto il resto è demagogia, quindi siamo più che mai convinti che il disegno di legge debba avere un "no" deciso, perché non porterebbe ad alcun miglioramento delle aspettative della sanità in Valle d'Aosta.
Si dà atto che dalle ore 15,55 alle ore 16,05 preside il Vicepresidente Tibaldi.
Presidente - La parola al Consigliere Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Anticipando forse una delle osservazioni dell'Assessore Fosson su ciò che è successo alcuni mesi fa, quando ero ancora in Consiglio comunale, quando in quella sede audimmo tutto lo staff dell'Assessorato regionale alla sanità, in testa l'Assessore Fosson che ci illustrò il progetto dell'ampliamento del Presidio ospedaliero di Viale Ginevra, vorrei solo dire, cercando di evitare ogni polemica, quello che dichiarai quel giorno. Parlai di un progetto affascinante dal punto di vista della qualità architettonica, ma che era come un'affascinante astronave che veniva calata sul tessuto urbano all'interno del centro della città con dei volumi enormi, con delle ripercussioni dal punto di vista urbanistico terribili. Era anche bella nel film "Independence Day" l'astronave aliena, era affascinante, ma quali danni provoca nel film! La ristrutturazione in quella zona, la costruzione di nuovi volumi in quella zona, l'ampliamento ad est è tale e quale! Quindi, Assessore Fosson, lo anticipo già, se poi lo vuole fare, lo faccia, ma la prego non tiri fuori la faccenda del mio giudizio, che confermo ancora; vorrei vedere con tutte le risorse finanziarie ed umane che sono state messe in campo, un così forte e coeso gruppo tecnico con dei professionisti forniti di ineccepibili curricula, se lei avesse portato una schifezza! Sarebbe incredibile!
Certo che dal punto di vista progettuale, anche nella presentazione, il pezzo nuovo è bello, ma io vorrei fare una piccola osservazione dal punto di vista urbanistico che ha delle ripercussioni dal punto di vista viabilistico della domanda e dell'offerta di sosta e di mobilità. Uno dei punti di forza del progetto del nuovo ospedale... è la possibilità di collegare questo nuovo polo ospedaliero con la linea ferroviaria, facendo in modo che la domanda di sosta, di mobilità sia ridotta, quindi anche l'obbligatorietà nell'offrire sosta e mobilità, che è il problema che hanno tutti sollevato e che è forse il più grave dei problemi per la città di Aosta, perché si pensa di fare circa 1.000 posti auto in quella zona, chiudere Viale Ginevra, di interrare Via Roma e Via Parigi, di far sì che le vie di penetrazione nord-sud siano ubicate in vie che sono di dimensione ridotta (parlo di Via Adamello, di Corso Padre Lorenzo e di altre vie). Questo è il maggior punto di debolezza rispetto all'urbanistica e a ciò che dovrebbe subire il Comune di Aosta e gli abitanti di Aosta, ovvero quello della viabilità e della sosta.
Ho visto nella relazione, ho sentito nelle audizioni in commissione parlare di PUT, di accordi di programma del 1998, di piano di risanamento acustico; attenzione, i PTP e il piano di risanamento acustico del Comune di Aosta non hanno fatto mai riferimento né all'ampliamento ad est, né alla chiusura di Viale Ginevra, né tanto meno all'interramento dell'asse Via Roma-Via Parigi! Certo che il PUT studiato in una certa prospettiva con l'assegnazione per ogni via del livello del traffico, della portata oraria, della capacità oraria, chiaramente quegli studi, una volta che viene tutto rivoluzionato e le carte sono tutte confuse, si chiede al progettista di ripensare e il progettista, "obtorto collo", dice: "se proprio dovete farlo"... io ero presente in III Commissione alle audizioni, è stato non dico obbligato...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... Comune di Aosta, Assessore! Non dico obbligato, ma quando la Giunta comunale dice: "guarda che forse di là la decisione è stata questa, punto, vedi di adattare il tutto", è chiaro che il professionista dice: "va bene, se proprio sono obbligato", e questo lo ha ripetuto anche in commissione: "se proprio siamo obbligati a farlo", vediamo almeno di attuare delle misure di compensazione! Ma certo, questo è un agire "obtorto collo"! Quindi credo che una delle osservazioni che potrebbe da una parte e dall'altra far cambiare opinione a quelli che sostengono l'ampliamento ad est dell'ospedale, è la questione della mobilità e della grande potenzialità di collegare il nuovo Presidio ospedaliero alla linea ferroviaria, con un evidente risparmio di tempo, di energia, di denaro, di aree. È chiaro che la posizione di chi dice: "va bene, però abbiamo speso tanti soldi lì, ormai li buttiamo via se non riutilizziamo"... ma poi la struttura che dovrebbe lì rimanere non viene demolita, verrebbe utilizzata per altre destinazioni.
Non crediamo di avere la verità in tasca e non diciamo che questa è l'unica soluzione, ma crediamo che fra le diverse soluzioni, approfondendo tutte le alternative, non con degli studi che sono già viziati alla loro origine, perché il mandato non è stato ben chiaro, il mandato è stato di un certo indirizzo per cui i progettisti non hanno potuto approfondire alcuni argomenti, sviluppare alcuni aspetti, vi sono delle alternative. L'alternativa della paventata ipotesi dell'ampliamento ad est sarà, per Aosta, nefasta, in più i tempi di realizzazione, 20 anni per realizzare opere che sono forse a confronto di ciò che si vuole realizzare ora un nonnulla, ma si prolunga il cantiere "ad aeternum" di un ospedale che non è un ospedale... di questo ve ne assumete tutta la responsabilità!
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per il secondo intervento.
Squarzino (Arc-VA) - Ho ascoltato con attenzione tutte le osservazioni fatte e non so se è possibile in 20 minuti rispondere a tutto, ma avremo poi le dichiarazioni di voto, quindi qualche minuto forse lo abbiamo ancora.
Parto da un problema che è stato posto da più colleghi, sul fatto che si tratta di una scelta politica e non tecnica, per cui la scelta politica è stata fatta e non si può tornare indietro - questo è un po' il "fil rouge" dei vari interventi - e i tecnici danno dei dati, ma non sono i tecnici che possono mettere in crisi la scelta di tipo politico. Qui vorrei intanto sottolineare che forse la scelta politica non è così chiara, perché questa scelta era chiara nel 1995 quando vi era una maggioranza coesa, i "Verdi" erano al Governo, ma l'Assessore Riccarand allora ha votato contro quel progetto, una maggioranza coesa e chiara che diceva di volere l'ampliamento a sud per una serie di motivi. Erano stati fatti uno o due studi, poi ripetuti, per l'ampliamento a sud, e quella era la scelta politica. Non si sa bene perché nel 2004 è stata fatta un'altra scelta politica, non più a sud, ma ad ovest e sempre all'interno della stessa maggioranza... cosa ho detto? Ad ovest? Chiedo scusa, ad est meno male che ho qui il mio collega che mi segue, come ci seguiamo sempre fra di noi, secondo un rapporto fra colleghi e non fra "badanti", come qualcuno vorrebbe suggerire.
Dicevo: è all'interno della stessa maggioranza che non sono chiare le scelte politiche; mettetevi d'accordo! Fra l'altro, la scelta dell'ampliamento ad est, votata da questa Giunta, non è stata votata dal precedente Assessore alla sanità. Come l'Assessore Riccarand aveva espresso un parere contrario pur essendo in maggioranza, così ha fatto l'Assessore Vicquéry all'interno della sua maggioranza. C'è un elemento di non chiarezza politica all'interno della stessa maggioranza, tanto che oggi tutti hanno sentito il dovere di dire: "la maggioranza è compatta, coesa", si è fatta più una dichiarazione di alleanza politica che non un ragionamento pacato sulle cose...
Perché parliamo di tecnici? E qui concordo con il Presidente della V Commissione, che bisogna distinguere l'aspetto politico da quello tecnico, che bisogna utilizzare i dati tecnici per le scelte politiche, ma è questo che chiediamo! È questo che chiediamo allo studio di "Finaosta", perché o c'è una scelta definitiva, si fa l'ampliamento ad est, voi siete d'accordo, e va bene; a questa scelta definitiva senza appello si contrappone una scelta dei referendari opzione: "ospedale nuovo" oppure si approfondisce il confronto. Lo studio di "Finaosta" poteva essere l'occasione perché le due ipotesi si confrontassero sulla base di dati chiari e precisi, di dati tecnici, ma questo non è avvenuto e lo abbiamo detto e ripetuto!
Noi chiediamo uno studio comparato serio, che completi quello che è già stato fatto, ma lo completi con l'ampliamento a sud, non lo abbiamo scritto, ma potremmo aggiungerlo ora come richiesta (lasciamo anche ad altri colleghi la possibilità di chiedere altri approfondimenti). Ma mi chiedo come si può pensare che uno studio serio liquidi lo studio "Limacher" dicendo in due righe che l'ampliamento a sud non va bene, non funziona! Ci sono almeno altri due punti che vanno approfonditi. Innanzi tutto: si è voluto fare un approfondimento rispetto all'ampliamento a sud? In secondo luogo: voi parlate sempre dei Sindaci... il Sindaco di Aosta ha detto una cosa molto chiara quando è venuto in commissione: l'ampliamento ad est è troppo ampio, forse bisognerebbe ridimensionarlo... Potrebbe essere questa l'occasione con lo studio di "Finaosta", proprio di pensare a un progetto eventualmente diverso, ridimensionato, più adatto alla situazione, ma questo spero che voi seriamente lo facciate e che la V Commissione accolga tutte queste proposte, in modo che si possa completare questo studio... perché? Perché voi avreste, in questo modo, gli elementi chiave per scardinare l'ipotesi del nuovo ospedale, e qui riprendo l'intervento del Consigliere Fiou. Ho stimato l'onestà intellettuale del collega Fiou, che ha detto: "c'è un problema del rapporto ospedale-città di Aosta", la domanda è: quali sono le condizioni che consentono una corretta integrazione fra ospedale e città di Aosta? Non è vero che tutti gli ospedali sono pensati dentro la città, l'Ospedale di Ivrea non sarà rifatto in città, gli ospedali di Torino vogliono rifarli fuori, quindi non è che hanno ragione gli uni o ragione gli altri, dipende dalla situazione! Ma chiediamoci quali sono le condizioni che consentono questa integrazione, che consentono alla città di Aosta di accogliere questo ampliamento ad est come qui è indicato!
C'è una condizione fra le tante che nello studio è riportata e che riguarda la viabilità, lo sappiamo che quello è il punto più nevralgico. Lo studio "Fubini" - e qui vorrei dire che lo studio "Finaosta" che è venuto 2 anni dopo lo studio "Fubini", non si è preoccupato di fare quell'approfondimento che qui era chiesto e che il Comune di Aosta chiedeva - che ha accompagnato il primo studio del 2004 di "Finaosta", studiando la viabilità elenca tutta una serie di cose che non vanno bene, e dice: "ribadisco la necessità di condurre verifiche che comportino una valutazione dell'impatto della nuova struttura non solo sulla specifica zona, ma dentro un vero e proprio progetto di trasformazione della città"... questo non c'è! Mi si dice: non tocca all'ospedale fare questo, d'accordo, ma prima aveva detto un'altra cosa Fubini, aveva detto: "attenzione, non è possibile che gli obiettivi che il Comune di Aosta aveva, di mantenere la porta a nord della città e di avere l'accorpamento dell'attività sanitaria, in Viale Ginevra siano realizzabili, a meno di non procedere ad una loro verifica dentro scenari in cui siano compresi interventi finalizzati a un abbassamento delle emissioni atmosferiche..." - c'è il piano di risanamento ambientale e lui sapeva che c'è questo piano contro l'inquinamento acustico del Comune di Aosta, ma non è sufficiente, altrimenti non avrebbe fatto questa richiesta - "in corrispondenza della struttura ospedaliera, ivi compresa la possibile realizzazione di un abbassamento del piano viabile dell'asse Parigi-Roma per un tratto significativo ad est e ad ovest dell'attuale intersezione con Viale Ginevra".
Dice Fubini, quasi rispondendo a una domanda che il Consigliere Fiou si pone, quella sull'integrazione dell'ospedale nella città, dice: "capisco che c'è questa esigenza, ma se voi volete mantenere questo progetto, voi dovete operare in modo profondo rispetto alla situazione della zona, altrimenti non va bene". E la cosa che stupisce è che, lo studio di "Finaosta" dopo che ha elencato questi problemi, invece di approfondire queste tematiche nel momento in cui riprende il progetto di ampliamento ad est, invece di integrare il gruppo di studio con esperti e urbanisti della città di Aosta o almeno sentirli per verificare i problemi, conclude. "Ciò fatto, cioè tutti i problemi elencati, suggerisce la bontà della programmazione in materia di viabilità urbana che il Comune di Aosta progressivamente pone in atto, risolvendo in buona parte delle difficoltà già oggi riscontrate nei flussi urbani di traffico". Ma gli interventi che il Comune di Aosta ha messo in atto come viabilità sono collegamenti Pont-Suaz/Grand'Eyvia, collegamenti Pont-Suaz/Grand'Eyvia sud, Via Adamello, cioè quei piccoli interventi nelle zone sud della città, ma non c'è niente che intervenga in quella zona, a parte l'apertura di Via Adamello!
Qual è la nostra preoccupazione? Che presi dall'entusiasmo della decisione si vada avanti così, non si voglia tornare indietro. Prima della decisione si redigeva il progetto, e poi si interviene per fare quello che si può, qual è il risultato? Che avremmo - spero che valga ancora il condizionale - questa struttura bella grande, questo progetto di ampliamento fra 10-12 anni, ma non ci sarà ancora l'abbassamento, perché non si riesce a fare insieme due cose, si farà eventualmente un abbassamento di quell'asse fra 15-20 anni, quindi per più di 20 anni la città di Aosta dovrà essere mortificata da questa struttura: per questo chiediamo degli approfondimenti!
Vedo che chi non sa rispondere sulle cose di fondo, si aggrappa sulla legge che non è fatta bene. Fra l'altro, collega Ferraris, anche questo disegno di legge si preoccupa della sanità territoriale, lo dice nel 1° articolo, allora la preoccupazione è che questa legge non ha i fondi. Certo, è una legge di indirizzo, ma i fondi - abbiamo visto ieri nell'assestamento di bilancio - ci sono. Volete dirmi che non ci sono i fondi per fare il nuovo ospedale o l'ampliamento? Ci sarebbero! Credo che questa sia - non uso l'imperfetto - l'occasione, sono convinta che al di là del fatto che oggi il Consiglio boccerà la legge, sia possibile ancora approfondire la questione, ma... perché? Non per il referendum che vada bene o vada male... il mio amore non è il referendum, il mio amore è la città di Aosta... allora, cosa mi importa "referendum sì", "referendum no", se la città di Aosta è mortificata?
Vedo che le persone che hanno a cuore la città di Aosta, che sono stati Sindaci come il collega Fiou, capiscono questi problemi, allora condivido quello che lui dice. Siamo per l'ampliamento se riuscissimo in modo limpido a capire che per la città di Aosta questa è la soluzione che fa vivere di più la città di Aosta senza creare caos attorno. Si vuole creare attorno un quartiere della sanità, ma che faccio? Butto giù case da una parte, che me ne faccio della scuola lì con i bambini piccoli con le ambulanze che vanno a vengono? Devo aspettare ad affrontare questi temi dopo? Prima faccio l'ampliamento ad est, e poi mi accorgo dei bambini delle scuole elementari e materne che vanno e vengono e che possono essere in pericolo? Dopo mi accorgo che il nodo della porta a nord non è risolto? Dopo mi accorgo che far arrivare più di 1.000 macchine, 600 sotto e 400 accanto nel centro di Aosta, lì, dove arrivano ambulanze e tutto il resto... questa è una cosa che non funziona bene?
Allora chiediamoci, prima di dare un okay così, in base a una scelta solo politica, che la scelta politica sia accompagnata da dati tecnici ed è per questo che chiediamo allo studio di "Finaosta" di essere completato. Se ci fosse un approccio serio in cui non ci si nascondono i problemi uno dopo l'altro, quelli urbanistici, quelli della città di Aosta, quelli del trasporto, dei costi - perché bisogna mettere nei costi per l'ampliamento anche l'abbassamento viario. Se è indispensabile perché l'ospedale possa vivere ad Aosta, quello rientra nei costi, poiché quell'abbassamento viario non rientrerebbe nei costi del miglioramento della viabilità di Aosta, quelli sarebbero altri e sono già previsti. Mettiamo seriamente tutti questi costi, allora forse si può fare un discorso serio di confronto tra le due ipotesi!
Riguardo alle aree, mi sembra che qui gli esperti abbiano individuato 2 aree che potrebbero andare bene, quella a Montfleury e quest'altra: per la prima c'è la questione dell'Aeroporto... no, ho sbagliato, "Croix Noire", dicevo l'area della "Croix Noire" oltre a quella de "L'Amérique", anche quella potrebbe andare bene, se non avesse la questione dell'Aeroporto. Poi mi chiedo che interesse ha la Valle d'Aosta a far arrivare, se mai arriveranno, 20-30-40-50 aerei al giorno? E noi, per un progetto che non esiste in concreto, rinunciamo ad un'area che sarebbe più adatta e più collegata con la città?
Comunque chiudo, questa è solo un'appendice, ma per dire che se ci fosse un approfondimento serio di questi problemi, forse sarebbe più chiaro per chi ha fatto la scelta dell'ampliamento est di documentarla e di convincere chi vuole l'ospedale nuovo che quella è una scelta perdente, ma io non ho ancora visto fare questo... provateci, se proprio ci tenete!
Si dà atto che dalle ore 16,35 presiede il Vicepresidente Tibaldi.
Presidente - La parola al Consigliere Borre.
Borre (UV) - L'intervento pacato della collega Squarzino ha fatto sì che intervenissi anch'io. Pregio di questa legge che non voterò e neanche voterò al referendum, è quello di aver forse portato in maniera concreta il dibattito in questo Consiglio. Ho iniziato a viverlo nel 1980 al Comune di Aosta, dando allora uno studio all'ing. Vallacqua per la viabilità intorno a Via Zimmermann, Via Guédoz, perché si parlava di ampliamento dell'ospedale, e già allora si parlava di ampliamento della piastra con parcheggi sull'ala est e di ampliamento dell'ospedale sull'ala est, solo che le lungaggini della palestra "Coni" hanno fatto sì che si dirottasse l'ampliamento in un'altra zona che è quella a sud.
Perché, dicevo, il tono pacato della collega Squarzino mi ha spinto ad intervenire? Sembra che si debba ancora andare a fare ulteriori studi sulla viabilità di Viale Ginevra. È vero che è la porta a nord della città di Aosta, ma è una porta che ti conduce poi in Via Saint-Martin e Via XXVI Febbraio, per finire poi in piazza o verso il Ponte di Pietra e dall'altra parte in Via Monte Vodice. Sembra una cosa di poco tempo quello che è il progetto che il Comune di Aosta sta portando avanti con i fondi di "Aosta capitale", che è quello di Via Adamello che congiunge direttamente Via Parigi con Via Monte vodice, quindi l'attraversamento della città di Aosta nord-sud verrebbe fatto da quella parte, mentre a Est abbiamo adesso quella piccola appendice che ci permette di andare in Corso XXVI Febbraio. Se si vuole quindi pedonalizzare Aosta, quelle due vie lo permettono portando il traffico in periferia, se si può chiamare poi periferia, perché sono 200 metri a destra e a sinistra. L'attestamento di quei parcheggi che verrebbero fatti all'ospedale richiama un fatto storico della città di Aosta: tutta la "Coumba Freida" scendeva, lasciava la macchina in quel piazzale e poi si addentrava a piedi in Via Martinet a fare la sua spesa. Adesso, aumentando la possibilità di parcheggi, si avrebbe la possibilità di dare più parcheggi alla gente che scende dalla "Coumba Freida".
Vorrei ricordare inoltre che oggi tanta gente prende la tangenziale a Signayes, a Variney per andare in fondo alla città, quindi un bel po' di traffico nell'asse di Gran San Bernardo è diminuito in quella parte dell'ospedale. Vorrei ricordare che forse rimarrà un sogno quello dell'interramento di parte di Via Roma e Via Saint-Martin all'incrocio, che sarebbe invece una grande opera, togliere quella frontiera che separa la città che oggi si è sviluppata a nord del centro storico.
In un intervento, oggi, è stato detto che qualcuno ha definito un fatto traumatico per l'urbanistica di Aosta il fatto di asportare l'ospedale da quella zona; condivido in pieno quello che ha detto il collega Fiou, perché portare via l'ospedale da quella zona sarebbe una perdita economica per la zona di non poco conto, ma sarebbe anche un degrado per la città di Aosta che durerebbe per degli anni, prima che si riuscisse a recuperare di nuovo il quartiere in maniera organizzata.
Oggi quello che condivido con la collega Squarzino è che, lì, si deve intervenire in maniera corretta, ma non corretta solo come fatto urbanistico, ma anche come responsabilità da parte della Regione negli interventi che va a ripromettersi con un accordo di programma con il Comune di Aosta. Mancanza di condizioni, è stato questo il fatto che ha sempre fatto sì che non si riuscisse a concludere niente. Vorrei ricordarvi un passaggio: la piastra che si è costruita con la Regione che diceva "costruiremo il parcheggio"... poi, il parcheggio, lo ha costruito il Comune di Aosta 15 anni dopo!
Sono convinto che se la Giunta prendendo questa decisione e mantenendo gli impegni farà un buon lavoro... non vedo l'Assessore La Torre, ma gli do atto che abbiamo bisogno, come maggioranza, di decidere e decidere vuol dire mantenere gli impegni... il Comune di Aosta ha approvato questo allargamento chiedendo di mantenere l'ospedale in città, e sono uno di quegli Unionisti che dal 1980 dice che l'ospedale deve rimanere in città; manteniamo gli impegni che la Regione e il Comune di Aosta si sono assunti con un accordo di programma, sono convinto che sarà un momento di crescita della città di Aosta, non solo in quella zona, ma per tutta la città.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per il secondo intervento.
Sandri (GV-DS-PSE) - Questo dibattito, credo che non si possa non dare atto alla correttezza delle parole del collega Borre, è stato un dibattito interessante, pieno di spunti, forse è la prima volta che un dibattito sul tema dell'ospedale si è approfondito in modo palese in questa legislatura. Penso che si debba raccogliere il materiale che oggi ci siamo forniti vicendevolmente, per fare delle riflessioni che saranno utili a tutti per il prosieguo della discussione sulle prospettive dell'edilizia sanitaria in Valle.
Ci sono però alcune affermazioni che meritano delle risposte. Per quanto riguarda il problema della legalità della democrazia, il Presidente Caveri stamani dice: "attenzione, se la democrazia rappresentativa viene delegittimata dalla democrazia diretta, questo comporta un grosso problema istituzionale"... è vero, ma qua siamo in una situazione molto più grave, è che qua si sta viaggiando al limite della legalità. Prima di approvare la democrazia rappresentativa o quella diretta, c'è il problema di rispettare le regole; qua si tende a non rispettare le regole e i fatti di questi giorni lo dimostrano. Non ci si può sempre appellare all'incostituzionalità, che è qualcosa che è decisa nella nostra democrazia da un organo terzo rispetto a quelli politici, e credo che sia ormai diventato un "refrain" senza più né arte, né parte, quello di agganciarsi sempre a questa questione di incostituzionalità. Non lo è, perché non lo è stato nelle sentenze della Corte costituzionale, che ha rigettato svariati ricorsi della Regione Valle d'Aosta, non lo è perché non è una competenza del Presidente della Regione esprimersi in questi termini. Se vuole fa dei ricorsi e li deposita alla Corte costituzionale, ma non utilizza questi argomenti, in questa sede!
Ci sono poi alcune argomentazioni a cui rispondiamo semplicemente dicendo che non abbiamo avuto contestazioni sui metri quadri delle camere - quelle dell'ospedale nuovo sono più grosse di quelle dell'ospedale ristrutturato -, nessuno ha contestato che ci sono molti più metri quadri di verde nell'ospedale nuovo che in quello da ristrutturare; nessuno ha contestato che ci vogliono molte più opere infrastrutturali per adeguare la viabilità di Aosta all'ospedale ristrutturato piuttosto che la viabilità di Quart all'ospedale nuovo; nessuno ha contestato che ci sono molti più metri quadri di spazi sanitari per l'ospedale nuovo (55 posti letto piuttosto che 45). Su tutta una serie di affermazioni dell'ospedale nuovo, così come lo hanno delineato dei progettisti, ed è tutto qua, scritto nello studio di "Finaosta", non è stato possibile fare delle contestazioni, perché è un progetto forte dal punto di vista qualitativo.
Ci sono state alcune contestazioni sul problema dei costi. Credo che si debba prendere atto che, se io sono disponibile a comprare l'Ospedale di Viale Ginevra per 10 milioni di euro, l'Assessore Marguerettaz è disponibile a comprare a 50 €/mq tutti i terreni agricoli di Quart, perché questo è il problema. Noi abbiamo un testo che è quello di "Finaosta", persone pagate dalla nostra comunità, che scrive 50 €/mq per l'esproprio! Allora, Assessore, lei tiri fuori dal portafoglio 50 €/mq e poi su queste cose ha diritto di parlare, perché la legge vale per tutti, la legge in Valle d'Aosta è una legge che è del 2004, la n. 11, che dà delle procedure certe. Lei deve venire qua, se ha da contestare i dati sui 10,1 €/mq per i prati, utilizzando gli strumenti non delle sue elucubrazioni, ma gli strumenti dell'Osservatorio regionale dei valori immobiliari a cui ci siamo affidati. Abbiamo preso i testi di legge, perché nello studio, al posto di disquisizioni varie, i 50 €... non è scritto da alcuna parte chi li ha forniti, ci sarebbe piaciuto sapere chi ha fornito quel dato, ma perché non ci si è attenuti alla legge che dà una procedura, dà dei valori precisi su cui non ci sono discussioni?
Chiediamo che questi valori che sono stati proposti siano certificati dagli uffici e trovo veramente buffo che si metta in discussione che un Consigliere regionale possa andare a chiedere a un dirigente regionale un'informazione. Capisco che vi dà fastidio che i Consiglieri di opposizione facciano il loro mestiere; il Regolamento dice che noi abbiamo accesso a tutti gli uffici, ma questo non è vero, lei lo sa bene, perché regolarmente ci si mette in difficoltà per ricevere le informazioni sul funzionamento della Regione, non abbiamo accesso alle banche dati, né al sistema informatico per conoscere le situazioni dei capitoli di bilancio piuttosto che altre questioni interne all'Amministrazione! Eppure è l'amministrazione su cui siamo chiamati dal popolo a vigilare, come facciamo a vigilare se poi, in Consiglio, qualcuno si permette di dire che non dobbiamo andare a disturbare i dirigenti che questa è una "roba da lavanderia"? Qui ci vuole del rispetto per le istituzioni! Può essere che i 6-7 euro di valore di mercato siano 10, di certo i valori di esproprio sono quelli che ho detto, perché sono certificati dall'ufficio e dalla legge che è competente in materia, e se fossero anche sbagliati per 5 euro, lei deve dimostrare dove ha fatto tirare fuori 50 €/mq! Questa è la vergogna della Valle d'Aosta, perché su 50 €/mq poi si costruisce di tutto, di più, così come non ha contestato il valore dell'area di Aosta, perché è un'area centrale, 8.000 mq, che non può essere a valore zero, non lo può essere perché non si possono passare degli immobili da un ente locale a un altro ente pubblico senza che si sia fatta una valutazione. Questo non lo avete contestato, non lo potete fare, non potete scrivere zero! Così come non si può scrivere 5 milioni di valore su quella cosa, su questo devo dire che non avete neanche avuto il coraggio di contestarlo, perché 125 €/mq, qualcosa su cui voi avete investito negli ultimi anni 55 milioni di euro evidentemente è una cosa che non sta né in cielo, né in terra!
Ci sono parecchie altre questioni che meritano l'attenzione, una delle quali a smentita di alcuni atteggiamenti trionfalistici che abbiamo sentito stamani è che la dichiarazione di pubblica utilità per fare l'esproprio è intrinseca all'approvazione di un accordo di programma, per cui, quando avviene l'accordo di programma con il Comune di Quart, questo diventa titolo espropriativo. Non credo che sia così difficile fare accordi di programma, ne ho visti fare in tempi più stretti di quanto voi non riusciate a pensare. Da dove viene tutto questo problema? Viene che avete paura del voto, avete paura del popolo, avete paura della democrazia diretta, avete paura di confrontarvi sui problemi concreti, perché sapete di avere poca convinzione nelle vostre idee e certamente ci sono dei dati che sono interessanti da questo punto di vista.
Se davvero non rappresentiamo che 1/7 dell'elettorato regionale, che problema avete? Che paura c'è di fare un decreto per andare a votare sulla preferenza unica piuttosto che sull'ospedale? Non rappresentiamo nessuno, quindi non c'è paura, ve la giocate senza alcuna difficoltà, avete già stravinto! Potete decidere di non mandare la vostra gente a votare, di votare a favore o contro... allora, se siete così sicuri, benissimo, bocciate questa legge, andiamo al referendum e vedremo se i dati dei risultati elettorali saranno che noi rappresentiamo 1/7 della popolazione valdostana o meno!
Credo che i Valdostani, oggi, abbiano ben chiaro 2 questioni: che in questa relazione ci sono tanti punti che non sono stati volutamente approfonditi o che sono stati presentati in modo parziale, nel senso di parte, e proprio nello spirito che dicevamo prima della "non paura" che abbiamo di avere la verità, di andare a fondo dei dati, vi sottoponiamo una lista di 14 punti da approfondire. Non abbiamo alcuna difficoltà che di fronte a questi punti approfonditi non possa che venir fuori la verità. Il primo è sul calcolo dei costi e dei tempi di acquisizione dell'area de "L'Amérique", richiedendoli agli uffici competenti, cioè prendendo i parametri dell'Ufficio espropriazioni ad oggi; due, la valutazione dell'area del parcheggio ad Aosta in collaborazione con gli uffici della città di Aosta; il calcolo sul costo delle ristrutturazioni fatte nell'ex "Mauriziano" di Viale Ginevra e l'utilizzo di tale dato come valore parametrico di costo a metro quadrato, fra l'altro è scritto anche nello studio di "Finaosta", perché non si può non tener conto di quello che si è investito finora nella valutazione dell'immobile; le previsioni finanziarie, non sto a riprendere i dati, ma ci sono alcune tabelle interessanti a pagina 165 e seguenti, illeggibili per quanto sono piccole, sarebbe interessante capire la validità di quella indagine finanziaria e capire la variabilità, fra l'altro nello studio "Limacher" si parla di un'attendibilità delle varie previsioni finanziarie, cosa che qua non c'è, per cui non sappiamo che attendibilità statistica ha questo; poi c'è il calcolo del valore dei fabbricati e negli altri immobili in affitto, quindi i costi dei vari servizi, che potremmo poi concentrare su Viale Ginevra, perché se non vale 60 milioni, come pensiamo noi, perché non lo si vuole vendere, si può utilizzare, e allora cominceremmo a risparmiare la microcomunità di Viale Europa, quella di Via Saint-Martin de Corléans, gli uffici e gli ambulatori di Via G. Rey, la "RSA" di Gotrau, l'ufficio dell'Assessorato in Via dei Tillier e gli uffici di Regione Borgnalle... tutto questo quanto vale? Possiamo scegliere di fare una valutazione immobiliare o una di tipo d'uso. E poi i costi dell'abbassamento del piano viabile dell'asse Via Roma-Via Parigi, il collega Borre si ricorderà che la città di Aosta aveva ipotizzato l'interramento di Via Roma e Via Parigi, i costi se li ricorderà anche, solo che adesso per questioni politiche non ha voluto tirarli fuori, ma siccome lui è la memoria storica della città di Aosta si ricorderà che questo sballa i conti dell'ospedale ad est di molte volte. La valutazione del complesso immobiliare di Viale Ginevra dobbiamo valorizzarla rispetto alle questioni immobiliari, ci sono delle valutazioni che sono presenti sul mercato, basta andare al catasto, ci sono delle tabelle e si prendono per quello che sono.
La cosa fondamentale che chiediamo è che questo studio abbia una parte che qua esiste in modo molto sintetico e malgrado questo è molto favorevole all'ospedale nuovo, perché da una parte cita i costi sociali interni ed esterni dell'ammodernamento e dell'ampliamento e, dall'altra, quelli del nuovo ospedale a Quart; vi renderete conto che sono: decongestionamento del centro di Aosta, possibilità di localizzazione di nuove funzioni, vicinanza dello svincolo autostradale con l'eliporto, potenziamento delle infrastrutture, notevole potenziamento della qualità dei collegamenti, la questione più grave, evidenziata anche dal collega Marguerettaz, è che una delle cose negative dell'ospedale nuovo è la vanificazione degli investimenti effettuati nel passato per lo sviluppo delle politiche agricole di valorizzazione degli alpeggi. Questo è un dato sensibile, ma che è risolvibile in altra maniera riassettando le aziende agricole e riutilizzando altri terreni che sono disponibili sia nel Comune di Quart che in Comuni vicini. Ci sono dei dati da approfondire, però dobbiamo poterli vedere ben chiari, costi e qualità. Abbiamo dei costi di questo genere per un prodotto che è comunque di minore qualità, perché le camere sono diverse, perché il verde è diverso, perché l'ottimizzazione dei percorsi è diversa, perché le sale operatorie sono diverse... Infine c'è il problema di capire all'interno della distribuzione la capacità di rispondere alle scommesse future. Questa è una struttura profondamente flessibile, vi ho letto anche la parte in cui ci si rende conto di come si possa adattare nel tempo non solo per gli spazi esterni, ma anche per gli spazi interni senza alcun impatto sulle attività, mentre l'ospedale di Viale Ginevra è un dramma solo per le esperienze che abbiamo avuto finora per gli aggiornamenti.
Una ultima questione è legata alla città di Aosta. Ho sentito da parte dei colleghi Fiou e Borre un accenno accorato a questa perdita di Aosta. Credo che il problema di Aosta debba essere visto differentemente, questo Ospedale di Viale Ginevra dovrà diventare sicuramente la "cittadella della salute" della città di Aosta, quindi non cambia la sua funzione, non c'è più la parte per acuti che viene spostata a Quart dove diventa la parte per acuti regionale, dove tutti possono arrivare rapidamente e trovare il meglio delle prestazioni, però l'Ospedale di Viale Ginevra può svolgere una grande funzione per la città di Aosta, ma tarata sulle dimensioni di Aosta, perché non avrebbe più quell'impatto stratosferico che ha la chiusura di Viale Ginevra e l'accorpamento di tutte le unità per cui tutto ciò che oggi è impatto in Via Saint-Martin de Corléans e al Beauregard, verrebbe a riversarsi su quella zona già così congestionata come è Viale Ginevra. Aosta ne avrebbe molto da guadagnare, perché avrebbe una sua dignità, avrebbe un suo poliambulatorio, la sua "RSA", la sede dell'Assessorato e la sede dell'USL, avrebbe una "cittadella della salute", ma più a dimensioni del proprio ruolo.
Credo che sarebbe però opportuno ricordarci di queste cose su tutta un'altra serie di punti: la "RAI" se n'è andata via da Aosta, la grande distribuzione l'abbiamo lasciata andare in altri Comuni, c'è tutta una deprivazione rispetto agli impianti sportivi, c'è una serie di politiche che depauperano Aosta e credo che la parte sull'ospedale sia la parte minore, perché non impatta particolarmente, anzi, consente che ciò che rimane ad Aosta possa avere una grande funzione. I cittadini di Aosta finalmente avranno il loro poliambulatorio non intasato, senza quelle code fantasmagoriche che si hanno quando si vanno a fare i prelievi in quelle condizioni insalubri! C'è quindi un risanamento di quella zona per cui l'invito che faccio a tutti, al di là delle votazioni su questo progetto di legge e sul referendum, è che tutti noi dovremmo essere sufficientemente capaci di capire, al di là delle polemiche che questo dibattito ha tirato fuori, tutto quello che avevamo da dire su questo tema. Abbiamo messo al centro del dibattito un'ampia quantità di materiale; se siamo capaci nei prossimi mesi di approfondire e acquisire nuovi dati, credo che questo sia un lavoro fatto per la Valle d'Aosta, che è poi l'interesse comune di tutti noi.
Si dà atto che dalle ore 17,10 presiede il Presidente Perron.
Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.
Cerise (UV) - Credo che il merito della questione oggi dovesse riguardare la legge sull'iniziativa popolare per la realizzazione di un unico polo ospedaliero da realizzarsi in una località che non fosse quella dove c'è l'attuale sede dell'Ospedale di Aosta, senza definire dove, senza definire i costi, ma solo dibattere sulla legge. Invece abbiamo parlato di tutt'altro, salvo qualche illuminato intervento che ho molto apprezzato la legge è stata appena sfiorata. Il merito della questione è stato un dibattito che, prendendo spunto dallo studio fatto da "Finaosta", analizzava questo studio, ne criticava le soluzioni, ma in una maniera del tutto impertinente e anticipando la discussione che questo Consiglio dovrà fare nell'ambito della procedura delle grandi opere. Mi tolgo tanto di cappello per la qualità degli interventi, ma oggi siamo usciti completamente fuori tema... allora, mi si permetta solo qualche considerazione, ma di rimettere il treno sulle rotaie.
La decisione di dove fare l'ospedale, anzi dove realizzare in un'unica struttura ospedaliera, unificando le varie sedi, questa maggioranza - in continuità con quella precedente e con quella precedente ancora - l'ha già fatta, ed è l'ampliamento ad est, ribadita dalla "Giunta Perrin", oggi Senatore della Repubblica, esponente della vostra coalizione, sia pure con delle riserve espresse dall'Assessore Vicquéry. Tant'è vero che si è commissionato, sulla base della procedura delle grandi opere, perché lì è andata a finire la realizzazione del polo ospedaliero, alla "Finaosta" di fare lo studio, poi integrato su richiesta dei gruppi di opposizione con altre figure professionali, dicevo, si è dato incarico di fare, ai sensi della legge n. 144 e non tanto della legge n. 21, poi anche della legge n. 21 per ricaduta, lo studio di fattibilità. Cosa dovevano dire gli incaricati? Dovevano dire se questa realizzazione era economicamente sostenibile, urbanisticamente realizzabile, ambientalmente compatibile... e, questo, loro hanno detto, ma per rispondere a un altro mandato, che non era quello della discussione di oggi. È vero che nella disciplina degli studi di fattibilità è imposto lo studio comparativo con altre soluzioni alternative. Allora, scartata la possibilità di realizzare un unico polo ospedaliero nell'ex "Maternità" per ovvi motivi, scartata la possibilità di ampliare l'Ospedale "Beauregard" per altri ovvi motivi, scartata... e qui, attenzione, non è vero che lo scarto lo licenzia così, ma fa un'analisi storica. Si dice: nel momento in cui lo studio "Limacher" viene preso in considerazione, siamo nel momento in cui sta partendo il triangolo sulla zona ovest dell'ospedale e contestualmente si stanno realizzando le centrali termiche in zona Saint-Martin, quindi era ovvio che l'ampliamento poteva essere messo lì, ma in quel momento. Oltretutto poi si è verificato che realizzare lì una struttura di tipo ospedaliero, così come la si voleva realizzare, avrebbe determinato un carico ambientale e urbanistico insopportabile, da qui la scelta ad est.
Comunque ribadisco che la scelta è stata fatta da questa maggioranza, lo studio di fattibilità riguardava la legge n. 144 che impone di fare gli studi di fattibilità. Quello che trovo avvilente nella discussione di oggi è che oggi ci siamo abbassati a livello dei componenti del nucleo di valutazione, perché questo abbiamo fatto! Ma guardate che questo è avvilente per un Consiglio regionale... la politica, qui, è stata completamente dimenticata! Spetta al nucleo di valutazione dirci, perché di questo è investito, se lo studio di fattibilità è redatto secondo etiche, codici e prescrizioni legislative e giuridiche, ma non al Consiglio regionale, perché se il Consiglio regionale vuole avere delle ulteriori informazioni, non si rifà a una procedura di tipo amministrativo che ha un suo percorso e una sua valutazione, è sufficiente che la V Commissione - o chiunque altro - decida di far fare lo studio, ma questo è nella libera disponibilità del Consiglio regionale, mica si deve avvalere di uno studio che peraltro è fatto per altri scopi e con altri obiettivi, in corrispondenza o in reazione a un dettato normativo che persegue altri scopi! Ecco perché dico che, secondo me, nel discutere della legge come avremmo dovuto fare, per scivolare poi nel merito dello studio, secondo me abbiamo fatto uno scivolone verso il basso e abbiamo tirato in basso la discussione politica!
Cosa politicamente possiamo dire a conclusione di un certo ragionamento? Qui, da un punto di vista della fattibilità, non è che ci sono delle alternative, anche prendendo in considerazione lo studio che è l'ultima delle considerazioni: noi, o facciamo l'allargamento ad est o non facciamo niente, perché da un punto di vista politico vi sfido di dirmi chi ha la forza politica oggi di imporre al Comune di Quart di prendersi un ospedale quando hai tutti i Comuni de "La Plaine" e il Comune di Aosta che sono tutti contrari! Messi assieme, fanno tre volte e mezzo il popolo referendario, da solo, senza prendere in considerazione il resto della geografia della Valle d'Aosta: questo è il nocciolo della questione politica. Allora, l'atto di violenza secondo me lo hanno fatto coloro che qui hanno sostenuto la possibilità di dire: facciamo lì un ospedale. Ma come? Non esiste il Comune di Quart, il Comune di Saint-Christophe, il Comune di Aosta? Nessuno, questi sono di fantasmi che subiscono la volontà del popolo referendario o di una forza politica, popolo referendario sul quale poi vorrei fare una considerazione, ma in merito alla legge.
L'opzione è quindi: o lo facciamo ad est o non facciamo nulla. Vorrei sorvolare su questa analisi di "copia e incolla" fatta da qualche Consigliere, dove quando gli faceva comodo diceva che lo studio ha detto delle cose e allora andavano bene, quando non gli faceva comodo, lo studio era da buttare. Così non funziona, rischiamo oltretutto di farci del male, perché ci sono degli organismi predisposti a valutare la qualità dello studio; rimettiamoci alle loro valutazioni, altrimenti commissioniamo un altro studio politico e facciamo delle altre riflessioni, ma non scendiamo in basso! Ultima considerazione: il collega Borre ha ricordato tutto il percorso storico, ma non c'è niente di nuovo in questa soluzione, è il buon senso negato dalla proposta portata avanti dal gruppo "Verde".
Per quanto riguarda la città di Aosta, se leggiamo... non lo studio, ma le valutazioni che sono più politiche fatte da Fubini in termini di strategia urbanistica della città di Aosta, e lo leggiamo nel senso giusto, ne viene fuori che la realizzazione di questo unico polo ospedaliero è un'opportunità per il Comune di Aosta, non un punto di debolezza, ed è l'atto, il momento conclusivo di una riqualificazione urbanistica, ambientale, peraltro anche sociale della città di Aosta, che completa un processo di rivisitazione di tutto il tessuto viario di questa città, tant'è vero che Fubini chiamato a fare delle valutazioni di altro tipo, dice che oggi abbiamo tutte le criticità per quanto riguarda gli accessi, e sono criticità che vanno fino al 20% della capacità di assorbire i volumi di traffico fra Via Ginevra, Corso XXVI Febbraio, Via Saint-Martin de Corléans che è invivibile... quindi il ribaltamento dei flussi di traffico sulla parte sud della città è una scelta obbligata e il fatto di realizzare, lì, una "cittadella della sanità" è un'opportunità per la città di Aosta e non un punto di criticità, anzi, risolve delle criticità.
Infine veniamo alla legge: c'è una norma nel Codice penale, ripresa dall'autorità sulla comunicazione, che parla di pubblicità ingannevole. Credo che metà dei firmatari di questa legge siano stati tratti in inganno da una pubblicità falsa...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... mi prendo tutta la responsabilità di quello che dico e sono sicuro di aver detto delle sciocchezze meno grosse di quello che ha detto lei, perché questa raccolta di firme è stata fatta all'insegna della menzogna, carpendo la buona fede di persone in difficoltà, perché quando si mettono dei banchetti davanti a un ospedale, dove c'è la gente che esce in condizioni psicologiche deboli e si trova qualcuno con un sorriso grande così che ti chiede: "vuoi un ospedale nuovo, dove è tutto bello, dove tu puoi arrivare"... addirittura adesso li facciamo arrivare con il treno! Mi ricordo una tradotta delle guerre mondiali, dove arrivavano i feriti, sarà la stessa cosa, perché secondo il Consigliere Venturella, a Quart, faremo la sosta delle tradotte...
(nuova interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... vorrei che la collega Squarzino fosse richiamata, così come ha richiesto lei stamani. Consigliere Venturella, questo suo "ghigno mortale" qualche volta è qualcosa di feroce, mi ha trascinato con l'idea di questa "gare des invalides" dove arrivano questi treni con i malati... una cosa anche ripugnante!
A parte gli scherzi, è stata una pubblicità ingannevole: questa gente ha firmato, ma non le è mai stato detto dove si faceva l'ospedale nuovo, quanto costava... niente, le si è fatta vedere una visione idilliaca dove a un certo punto mancava solo la "Grotta di Lourdes" in cui vi fosse l'immediata guarigione e tutto era risolto, e questi... hanno firmato! Questa è la verità e vorrei che quando sarà finito il referendum, che spero si faccia, perché farà emergere le menzogne che sono state dette e il contenuto truffaldino della legge e i costi che sosterremo per fare questo referendum - che è un insulto alle logiche referendarie -, spero che questa gente abbia il coraggio, quando si sarà accorta della fregatura che le è stata data, di chiedervi i danni, perché questo dovrà fare! Esattamente come abbiamo fatto a tempo debito di chiedervi i danni dell'autostrada, e avanti discorrendo... tutte opere che sono servite alla crescita di questa società e che voi avete cercato di non far fare con delle ricadute negative! Il giochino è lo stesso, perché volete che non si faccia assolutamente niente: questo è l'unico obiettivo di questa iniziativa politica!
Non solo auspico che si faccia il referendum, auspico che si faccia un dibattito serio, che vengano fuori tutte le sollecitazioni, che si riprenda l'esame dello studio a tempo debito quando si discuterà nel merito dello studio, non quando si discute di una legge, perché è avvilente per il Consiglio, e dopo ne trarremo le conseguenze politiche della disfatta che seguirà a questa proposta di legge che, molto volentieri, propongo di respingere.
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz, pour deuxième intervention.
Marguerettaz (UV) - Volevo soffermarmi con voi su due aspetti che mi riguardano, non voglio affrontare argomenti che competono meglio ad altri soggetti.
Nel momento in cui abbiamo affrontato il valore delle aree e la possibilità di collocare il nuovo Presidio ospedaliero a Quart, abbiamo fatto una serie di valutazioni e abbiamo preso delle scorciatoie, abbiamo fatto delle semplificazioni che meritano di essere chiarite. Oggi è stato detto in quest'aula, la dichiarazione di pubblica utilità è insita nell'intesa che avremmo con il Comune di Quart, che di fatto contiene la dichiarazione di pubblica utilità. Ora, questo ragionamento credo che la dica lunga sul concetto di democrazia che qualcuno ha nella sua testa. Sicuramente non sono un "gentleman", ma intesa ritengo che significhi un accordo fra più soggetti. Intesa - mi viene suggerito - non è uno stupro, intesa è un accordo. Il Consigliere Sandri mi dice: ma l'intesa l'abbiamo già raggiunta!
Non mi lancio in valutazioni personali, faccio un minimo di ricerca, leggo la deliberazione del Comune di Quart del 28 febbraio che dice: visto il disegno di legge n. 147, sentito il Sindaco che offre una serie di cose, ritenuto di non poter condividere la proposta riportata dalla stampa - quella di cui discutiamo oggi - sulla base delle seguenti considerazioni, la realizzazione di un ospedale nella zona di Oley comporterebbe sostanziali interventi per l'organizzazione di alcuni servizi, occorrerebbe modificare la viabilità non solo della frazione, ma di una estesa parte del Comune, vi sarebbero problemi per la distribuzione dell'acqua potabile il cui consumo aumenterebbe in modo notevole e che attualmente già non è abbondante in alcuni periodi dell'anno. La zona di Oley ha una votazione prettamente agricola, che l'Amministrazione ha sostenuto con la manutenzione degli alpeggi e dei pascoli, molti dei quali di proprietà del Comune e con l'attivazione di un progetto europeo per i sentieri dell'agricoltura, non solo in quanto si ritiene che sia da tutelare come valore sociale, ma anche al fine di salvaguardare il territorio. Ancora: la realizzazione del nuovo Presidio ospedaliero lontano dalla città di Aosta comporterebbe disagi agli utenti del Servizio sanitario a favore dei quali sarebbe auspicabile che venisse potenziata l'offerta di cure mediche sulla base del territorio, così come indicato nella relazione al disegno di legge.
Tutto questo per dire: deliberazione all'unanimità di non condividere la proposta relativa alla realizzazione. Allora, o l'intesa nella testa di qualcuno è stupro, violenza, imposizione, oppure non c'è intesa. Se non c'è intesa, tutto il ragionamento cade miseramente e quindi non abbiamo un'intesa utile per la dichiarazione di pubblica utilità, quindi tutto il percorso si inceppa e quel fantomatico cronoprogramma di uno, due o tre mesi va spalmato su più anni. Chiedo solo di prendere atto dei documenti, non lasciamoci prendere né dal panico, né dall'entusiasmo, facciamo delle analisi serie, non c'è intesa e quindi è un puro esercizio teorico. L'altro aspetto che è quello del valore dell'area... io non metto in dubbio il valore dei terreni agricoli che rispetto all'osservatorio sono definiti a 10 euro, metto in discussione il testo unico degli espropri, perché non dobbiamo fare delle valutazioni parziali. Ho solo detto che un esproprio di 230mila metri comprometterebbe la funzionalità aziendale di tutte quelle aziende che hanno i terreni.
Mi permetta, collega Frassy, non ho mai messo in contrapposizione né le patate, né le mucche con la sanità, ho solo fatto un'analisi, ma non è sanità e agricoltura che confliggono, sono solo valutazioni. Ho detto che l'espropriazione legittima e lecita, qualora ci siano quelle precondizioni che non ci sono, porterebbe a indennizzare quei terreni con un sovrappiù che è rappresentato - meno male che lo ha riconosciuto anche Sandri - da quella perdita di funzionalità che è stata dichiarata ai fini del ricevimento dei contributi e dei sussidi coerenti con il piano di sviluppo rurale; quindi tutte quelle aziende che rispetto a questo tipo di procedura si trovassero nella condizione di non avere più la funzionalità, con l'articolo 33 chiederebbero di essere indennizzati per quelle inadempienze che sono state evidenziate. Rispetto a questo ragionamento, sono nella condizione di dire: quei 10 euro sono per dei terreni agricoli, quei terreni agricoli per essere espropriabili devono diventare di pubblica utilità, una volta che siano dichiarati di pubblica utilità avranno una serie di valutazioni che faranno lievitare notevolmente. Nello studio, e non sono io a dover giustificare i 50 euro, rilevo solo che non si parla di esproprio, a pagina 145 dello studio si parla di 50 euro per l'acquisto; probabilmente - ma non voglio fare l'esegeta di quel tipo di ragionamento - è un valore rilevato correntemente per terreni nell'ambito di contrattazione di mercato.
Ho dato la mia disponibilità a comprare quei terreni in modo provocatorio, sulla base delle dichiarazioni del collega Sandri, che ha detto che quei terreni valgono 6-7 euro, perché è ovvio che 6-7 euro è un prezzo che mortifica esageratamente la proprietà. Allora diamo un peso alle parole che vengono utilizzate. Ecco che questo scenario e questa ipotesi deve fondarsi su dati oggettivi, quando parla di intesa deve verificare la disponibilità dei vari soggetti chiamati in causa, nel momento in cui si parla di valori non bisogna pretestuosamente prendere dei dati che sono di per sé esatti, ma utilizzarli ad uso e consumo, quindi con tanta serenità ho contestato quelli che erano dei dati certi che erano stati illustrati in quest'aula.
Non vado oltre, non ho voglia di chiamare in causa nessuno; quindi i cittadini di Quart, di Saint-Christophe e della "Plaine d'Aoste" hanno modo, nell'ambito di questi lavori, di capire chi cerca di mettere sul tavolo i dati, con chi vuol fare un po' di campagna pubblicitaria.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot, per il secondo intervento.
Bortot (Arc-VA) - Non accetto provocazioni, ho raccolto firme, ho distribuito il materiale a chi sottoscriveva, gli chiedevo di leggerlo perché sapesse cosa sottoscriveva e qui c'è un insulto atroce a tutte le persone che hanno firmato per quel motivo.
Non è detto che si debba vincere il referendum; noi abbiamo chiesto di fare un referendum perché le persone si pronuncino. Vi dà fastidio questo? Sì, dovete spiegarlo, perché se partite dal presupposto che i referendum servono per carpire la buona fede della persona, allora per le 17.000 firme che avete raccolto sui buoni benzina cosa avete spiegato loro? Che l'Europa cancellerà le direttive liberticide che ha fatto e ci restituirà i buoni benzina?
Assessore Marguerettaz, questa demagogia sugli agricoltori... ma la discarica di Pontey, come li avete convinti, i Sindaci, a fare quella discarica? Noi stiamo parlando di un ospedale, non di una discarica, non sono stati erosi terreni agricoli? E l'ampliamento dell'Aeroporto, dove viene fatto, si rade al suolo? C'era una cava, si poteva ripristinare e fare dei terreni agricoli, Assessore!
Parliamo dell'allargamento e prolungamento dell'Aeroporto... non ci sono terreni agricoli, lì? Forse che lì viene spianato un quartiere di Aosta, l'ampliamento non avviene su terreni agricoli? Allora lì, che interessa a voi non si sa bene per fare cosa, perché voglio vedere il numero di aerei che atterreranno e tutte le conseguenze che ne derivano compresa la sospensione della "Convenzione sulle Alpi", per poter ampliare questo, allora lì non ci sono problemi di agricoltori, non ci sono problemi di mucche... di nessun genere?
Veniamo alle acque. Finalmente scopro che questo Governo ha pronunciato la parola "acqua" e si preoccupa delle carenze idriche del paese di Quart! È un vero peccato, perché ce ne sono un'altra ventina di paesi della Valle d'Aosta che hanno carenze idriche e non ho mai sentito molta preoccupazione quanto sul futuro delle risorse idriche del Comune di Quart, se eventualmente si dovesse fare l'ospedale nuovo in quel contesto. Quanto ai costi, Assessore Cerise, non venga a parlare di costi, lei, che continua a permettere di fare rotonde che costano l'ira di Dio rispetto alle rotonde che vengono fatte nel resto del mondo! Noi abbiamo dato delle informazioni alle persone che hanno firmato, non abbiamo fatto pubblicità, non paghiamo fior di consulenti con i soldi pubblici per fare pubblicità all'Assessorato con pubblicazioni, una della sanità, una dei lavori pubblici, un'altra del turismo... quella è pubblicità e non è informazione, Assessore Cerise!
Facciamo una cosa: porti lì fuori una delle persone che ha citato lei, alla quale sia stata carpita la buona fede, personalmente non ho alcun problema di chiederle scusa. Può darsi che avendo le persone ammalate, essendo in situazione psicologica... ho girato tutta la Regione, ho spiegato che noi vorremmo un ospedale nuovo e non è vero che non abbiamo detto dove veniva fatto! Il sottoscritto ha detto a tutti che verrebbe fatto fra Saint-Christophe e Quart e non era compito tanto del Comitato promotore reperire l'area, noi non siamo dei tecnici, né degli urbanistici, tanto per essere chiari! Abbiamo individuato un'area e alle persone che firmavano il sottoscritto diceva che l'area doveva essere il più vicino possibile allo svincolo autostradale, per abbreviare il percorso degli infartuati piuttosto che chi viene colpito da ictus...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... quello della bassa Valle funziona talmente bene che vanno a Ivrea...
(nuova interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... quelli dell'alta Valle devono attraversare Aosta? Li facciamo fare con i nuovi voli che verranno aumentati con l'aumento e l'allargamento dell'Aeroporto, faremo un altro aeroporto a Morgex, sorvoleremo ad Aosta, abbiamo parlato ieri di una tangenziale a costo zero, su quello credo che siano tutti d'accordo che l'autostrada possa servire a by-passare Aosta e a non far spendere troppi soldi ai Valdostani che si recano al lavoro. Invece, entrare da Sarre e arrivare in Via Ginevra, no... lì, il traffico è scorrevole, vi immaginate voi al mattino alle otto quanto è scorrevole! Io lo faccio in senso inverso, ma sapeste quanto è scorrevole questo traffico incentivato con i buoni benzina sul trasporto individuale e collettivo! Ma siccome si discute sempre separatamente di un problema e non si ha una visione di insieme, non si riesce neanche a capire perché ci sono dei pazzoidi che vogliono un ospedale decente in un posto decente, proiettato nei prossimi 10-20 anni!
Il rischio certo è quello di perdere le clientele per la prossima stagione elettorale, perché se si va a dire a un sacco di gente che la "pacchia è finita", che devono consorziarsi, costituire un'impresa per concorrere a un appalto europeo, una procedura che fa parte di quel discorso sulla formazione dell'imprenditoria che non volete fare, per cui siamo in arretrato in tutti i comparti economici rispetto alle nuove tecnologie e non apro un capitolo visto che stiamo parlando dei referendum... ma cosa c'è di grave a volere un'altra sanità? Ho avuto la fortuna di non fare un giorno di ospedale in tutta la mia vita e trovo che non è che funziona male la sanità, non c'è nessun problema a riconoscerlo. Ma cosa c'entra la sanità che funziona bene con il farla funzionare meglio? Leggo articoli di Veronesi, di cui non condivido tante cose che dice... ma sostiene cose rivoluzionarie: che i medici devono essere al servizio degli ammalati e non viceversa... ma pensate a tutti quei bei "baroni" lì dentro che devono mettersi al servizio dei cittadini...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... perché dovrei piantarla lì che sto esercitando il mio diritto?
Sto dicendo: immaginate voi una sanità dove i "baroni della medicina" sono al servizio dei cittadini, dove c'è un ospedale con dei parametri moderni... ma non siete voi che volete la modernità, il progresso, la civiltà, l'innovazione, la valorizzazione delle risorse umane? Tutto meno che il rispetto del cittadino o di una parte di cittadini, per ora, che chiede che vengano investiti dei soldi per migliorare la sanità in questa Regione. Ma vi rendete conto che offesa a tutti quelli che stanno lavorando per la nostra salute, non per il loro portafoglio, e noi chiediamo che migliorino la loro attività e si mettano più a disposizione e forse si riducano le code per farsi operare o chiedere un intervento, senza doversi sempre inginocchiare, andare dall'amico dell'amico o a pagamento... Che scandalo per questa Regione: una popolazione che chiede una maggiore qualità dei servizi! E la finisco qua!
Président - La parole au Conseiller Vicquéry.
Vicquéry (UV) -Voglio intervenire anch'io per evidenti motivi. Mi limito all'oggetto all'ordine del giorno, perché l'argomento su quale tipo di ampliamento fare verrà affrontato quando verrà presentato nell'ambito della legge sulle grandi opere.
Oggi assistiamo a uno scontro fra due posizioni, chi è per l'ospedale nuovo e chi per l'ampliamento, e mi limito a parlare di ampliamento. È prematuro, oggi, discutere su quale ampliamento, l'argomento è di attualità in V Commissione, di certo sarà importante una contrattazione chiara e trasparente con il Comune di Aosta, che nel suo atto di indirizzo ha detto "sì" all'ampliamento a certe condizioni, ribadite durante le audizioni del Sindaco in V Commissione. Siamo contro a uno scontro ideologico, e abbiamo espresso questa contrarietà astenendoci in commissione, perché qui dobbiamo cercare di ragionare sulle cose e non su ideologie, non si può essere a favore o contro a prescindere. Purtroppo alcuni hanno inteso da anni ormai questo argomento in termini ideologici, qualcuno ha parlato in commissione di tempo perso e di soldi sprecati e tenta di addebitare a una certa parte politica, in primis l'"Union", le responsabilità di una scelta sciagurata. Mi limito a dire che la scelta è di tutti, fondamentalmente coloro che hanno assunto in questi anni un ruolo di governo in ambito regionale e nel Comune di Aosta, tutti. Sicuramente Rollandin, sicuramente Viérin, sicuramente Vicquéry, ma anche Cout, anche il compianto Mafrica, anche Thiébat, anche il Sindaco La Torre, anche l'Assessore Beneforti, anche Riccarand. Vorremmo, una volta per tutte, che si smettesse di dire che la responsabilità è solo di una parte politica!
Noi ci assumiamo una responsabilità forte, che è quella di aver acquistato il "Mauriziano", e lo abbiamo acquistato a un prezzo di 26 miliardi di lire dopo 20 anni di vertenze, in cui non si riusciva neppure a spostare una porta nell'ospedale senza dover chiedere l'autorizzazione all'Ordine Mauriziano, autorizzazione che perveniva dopo mesi. E 20 anni in cui abbiamo pagato 1 miliardo di lire di affitto al "Mauriziano"; per cui, sì, rivendichiamo questa scelta, ma non venite a dirci che siamo solo noi responsabili di aver puntato sull'ampliamento, perché tutto è nato dalla legge n. 67/1988 che ha obbligato le Regioni a predisporre dei programmi di edilizia sanitaria e tutto è partito da una deliberazione della Giunta Rollandin del 26 gennaio 1990 che ha approvato il programma decennale e triennale da inviare al ministero, incentrato sull'ampliamento dell'ospedale esistente.
In data 13 marzo 1990 viene votato un ordine del giorno del Comune di Aosta, Sindaco è La Torre, il cui intervento oggi ho molto apprezzato, che dice - cito alcuni passaggi - che: "considerata l'importanza della funzione che tale opera riveste nella nostra Regione e soprattutto per il nostro Comune in qualità di capoluogo, il Consiglio comunale esprime un orientamento favorevole all'ampliamento dell'ospedale; ... tuttavia, considerata l'estrema limitatezza dello spazio, il Consiglio ritiene che la realizzazione dell'ampliamento venga progettata contestualmente a un progetto di sistemazione e riorganizzazione funzionale, esteso all'intero comparto urbano". Vengono dette quindi le stesse cose che si stanno dicendo oggi, poi contestualmente viene votato un ordine del giorno "De Vecchi" che, pur essendo tra coloro che sostengono oggi il referendum, recita: "il Consiglio comunale di Aosta, nell'esprimere con un ordine del giorno parere favorevole alla costruzione di una nuova struttura ospedaliera in ampliamento all'ospedale regionale sito sulla piazza dedicata ai caduti nei lager nazisti, oggi destinata a parcheggio, impegna il Sindaco e la Giunta, nelle more dell'approvazione, a sottoporre al Consiglio il riesame di tutta la materia concernente la struttura sanitaria per approfondirla e studiarne tutte le possibili soluzioni migliorative"... ma di fatto esprime parere favorevole, per dire che cominciamo a mettere alcuni paletti rispetto a chi ha fatto delle scelte. Scelte che vengono poi perpetuate dalla "Giunta Bondaz", la quale, il 18 gennaio 1991, Assessore Beneforti, segue pedissequamente la scelta della "Giunta Rollandin" e approva un programma straordinario di investimenti - con deliberazione n. 409 - di cui all'articolo 20 della legge..., che dice: "evidenziato che ai fini realizzativi sono disponibili studi di fattibilità relativi alla ristrutturazione, adeguamento e ampliamento, delibera di approvare quanto previsto negli allegati ed elaborati tecnici concernenti: a) studio di fattibilità per la ristrutturazione, adeguamento e ampliamento del Presidio ospedaliero di Viale Ginevra ai fini della riorganizzazione e unificazione della struttura ospedaliera...", poi approva la "RSA" di Antey e la realizzazione di un poliambulatorio a Châtillon, ma questa è una deliberazione base da cui non si poteva più tornare indietro.
Continua la "Giunta Bondaz" e, con deliberazione del 22 marzo 1991, approva gli indirizzi e le procedure per l'attuazione degli interventi relativi all'Ospedale generale di Aosta nell'ambito del piano decennale e qui richiama la deliberazione in data 14 settembre 1990 concernente affido di incarico all'ing. Vallacqua e all'arch. Galvani per la predisposizione e la progettazione esecutiva integrale delle opere necessarie per la ristrutturazione dell'Unità operativa di Medicina interna, Neurologia, Neurofisiopatologia, Anatomia patologica, Analisi cliniche, nonché per la ricollocazione dell'Unità operativa di Psichiatria nel Presidio ospedaliero. Questa è la deliberazione più importante che ha condizionato i successivi incarichi per 10 anni, perché con questa deliberazione l'ing. Vallacqua e l'arch. Galvani avevano il monopolio della progettazione dell'ospedale. Preciso che in questa deliberazione si decide di stabilire che nell'ambito dell'attuazione degli interventi di ristrutturazione ampliamento..., tenuto conto della necessità e urgenza delle opere, della loro realizzabilità - che è un principio del piano straordinario del finanziamento da parte dello Stato - e della compatibilità con il funzionamento del servizio ospedaliero, si procede in via immediata agli interventi riguardanti la ristrutturazione interna del 1° piano dell'ala sud, parte del 2° piano del corpo principale e parte dell'ala nord del 3° piano, per migliorare le strutture delle Unità operative di Neurologia, Medicina generale, Oncologia medica e realizzare un'area di degenza per soggetti detenuti, di approvare gli elaborati progettuali dell'ing. Vallacqua. Qui c'è metà ospedale! La Giunta Bondaz, il 27 settembre 1991, incarica il dr. Balma, che agisce in nome e per conto dell'associazione "C.R.E.S.A." di Torino, di redigere la documentazione integrativa a quella già predisposta, in seguito alla deliberazione del "CIPE" del 3 agosto 1990, dove venivano stanziati per la Regione 31,68 miliardi. Qual è l'importo per questa progettazione allo "Studio Balma"? L'importo per l'ampliamento e la ristrutturazione dell'ospedale è 75 milioni più IVA, per cui è inequivocabile che già in queste fasi si è proceduto a fare delle scelte che hanno condizionato le scelte successive.
Arriviamo alla Giunta nuova, con deliberazione 26 agosto 1994, assenti gli Assessori Mafrica e Riccarand, la Giunta Viérin approva lo studio di fattibilità predisposto dallo studio "C.R.E.S.A.". Il 9 dicembre 1994 la Giunta, all'unanimità, presente l'Assessore Riccarand, approva il progetto esecutivo della richiesta di finanziamento di opere per la distribuzione dei gas medicali presso il Presidio ospedaliero di Aosta. Con deliberazione n. 10096/1994 la Giunta all'unanimità approva il progetto esecutivo e la richiesta di finanziamento per la ristrutturazione del Presidio ospedaliero del 1° lotto per un importo di 8 milioni. In data 9 dicembre 1994 approva all'unanimità il progetto esecutivo di richiesta di finanziamento per opere di ricollocazione mensa e cappella del Presidio ospedaliero di Viale Ginevra. In data 9 dicembre 1994, con deliberazione n. 10098, approva all'unanimità il progetto esecutivo di richiesta di finanziamento per la ristrutturazione e ampliamento delle centrali tecnologiche, quelle che si stanno terminando oggi, per 6,638 miliardi. In data 16 dicembre 1994 approva all'unanimità la definizione dell'acquisto dall'Ordine Mauriziano di Torino dell'immobile sede del Presidio ospedaliero di Aosta, all'unanimità dei voti, compreso il collega Riccarand. Con deliberazione in data 10 novembre 1995, all'unanimità si approva il progetto di ristrutturazione dei locali dell'Unità operativa di Neuropsichiatria sita nello stabile ex Maternità. All'unanimità, con deliberazione del 19 aprile 1996 si approva la richiesta al "CIPE" di finanziamento per la realizzazione di una nuova camera operatoria per la Chirurgia vascolare. All'unanimità, con deliberazione del 19 aprile 1996 si approva il progetto esecutivo della richiesta dal "CIPE" di finanziamento per le opere di adeguamento del Presidio ospedaliero di Viale Ginevra, relativo alla prevenzione incendi e all'unanimità il 30 dicembre 1996 si approva un atto programmatorio concernente la riorganizzazione della rete dei servizi ospedalieri ed extraospedalieri nella Regione, dove viene riepilogato lo stato dell'arte, che evito di riportare, ma che prende atto di quanto è stato realizzato e procede seguendo la programmazione precedente. Ho ripreso solo alcune deliberazioni che ho rintracciato, questo per dire che non vorremmo più sentire addossarci responsabilità che non sono solo nostre, pur difendendo questa scelta, perché siamo convinti che non c'è altra alternativa.
Attenzione a parlare di ospedale nuovo: si tratta di un'opera complessa, ci sono delle esperienze molto negative, in Italia siamo una delle poche Regioni ad essere in linea con la programmazione decennale, non abbiamo perso i finanziamenti, anche se rimane da finanziare il "triangolo", per cui abbiamo lavorato con oculatezza. Dico solo che mi pare di aver sentito da parte del collega Sandri, oggi, dei timidi tentativi di voler lavorare assieme; ribadiamo che siamo disponibili a lavorare assieme, perché certo è che l'ospedale nuovo non si farà per tutte le ragioni che sono state dette oggi, per le posizioni assunte dai Comuni; ma non è vero che non è possibile tornare indietro perché abbiamo speso 55 milioni di euro, perché quei 55 milioni di euro sono indispensabili al buon funzionamento dell'ospedale attuale, in quanto, se così non fosse stato, avremmo fatto la fine dell'Ospedale di Biella, dove fra la scelta della costruzione dell'ospedale nuovo e la scelta per la ristrutturazione hanno abbandonato la ristrutturazione dell'ospedale che è diventato obsoleto con la conseguenza che c'è un dirottamento forte presso la clinica "La Vialarda", che non è pubblica.
Abbiamo sempre difeso il sistema sanitario pubblico e questa è una scelta politica chiara, pur essendo convinti che è necessaria una sana concorrenza con il privato. Concludo dicendo che l'argomento del come ampliare a parer nostro è rinviato; auspico che in sede di V Commissione si possa fare un ragionamento serio e costruttivo.
Presidente - La parola al Consigliere Venturella, per il secondo intervento.
Venturella (Arc-VA) - Credo che il tono del dibattito con l'intervento del collega Vicquéry si sia notevolmente elevato, sia nel contenuto che nella forma, e nella correttezza formale e sostanziale.
Quanto all'intervento del Presidente della Regione facente funzione, Cerise, pensavo che fosse un intervento di carattere più spesso; invece si è chiuso in un insulto ai referendari, che accusa in maniera infamante e gravissima di avere turlupinato la loro buona fede perché erano in difficoltà. Ricordo solo all'Assessore Cerise che solo l'80% delle firme è stato raccolto nei mercati, quindi le sue accuse... sarebbe meglio che prima di lanciarle ne verificasse i fondamenti! Oltre a insultare il Comitato referendario, si è lanciato in una minaccia quasi, che a qualcuno venga in mente di chiederci i danni; penso che se si dovesse applicare la stessa richiesta sui danni che lei, come Assessore ai lavori pubblici, sta provocando alla Valle d'Aosta, credo che non le basterebbero 2 vite! Alla fine ha liquidato, in maniera un po' superficiale, la faccenda importantissima del collegamento di questa nuova "cittadella della salute", nuova sul serio e non raffazzonata come vuole l'Assessore Fosson, con la linea ferroviaria. Nessuno ha parlato di "trains des invalides"... le ricordo, Assessore, anche se lei non ama frequentare i mezzi pubblici, che esiste un'azienda che si chiama "ATM", Azienda Trasporti Milanesi, che ha inaugurato da poco una nuova linea del metrò, "M2", metrò leggero, Cascina Gobba, Ospedale "S. Raffaele", e il servizio è il seguente: vi è un collegamento da Cascina Gobba a "S. Raffaele". Il "S. Raffaele", che non è una clinica di poco conto, non è proprio situato in centro a Milano e questo ospedale giudica indispensabile il collegamento fra il metrò leggero "M2" Cascina Gobba e Ospedale "S. Raffaele"; infatti hanno progettato e costruito una sopraelevata di circa 700 metri, che raggiunge direttamente e rapidamente - così dice sia nel sito del "S. Raffaele" che nel sito dell'"ATM", poi credo che chi ha notizie diverse mi potrà smentire, l'ingresso del polo sanitario. Quindi non le tradotte di dannunziana memoria, ma i treni e i metrò leggeri per gli utenti, quelli che fanno il "day hospital", per i visitatori e per chi lì ci lavora! Ed è strategico che il nuovo polo ospedaliero sia collegato con la linea ferroviaria, ciò che non può succedere se ampliamo ad est, a sud, a nord, a ovest, sopra e sotto il polo ospedaliero in Viale Ginevra.
Solo questo, per rispondere agli insulti e alle leggerezze del Presidente della Regione facente funzione!
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.
Fosson (UV) - Cercherò di fare un intervento il più moderato possibile, di queste cose ne abbiamo parlato tante volte. Ringrazio intanto chi mi ha preceduto, alcuni argomenti sono stati molto corretti, costruttivi, sia stamani che oggi pomeriggio.
Certo, ha ragione il collega Fiou, quando si parla di ospedali si parla di bandiere che svolazzano, chissà perché gli ospedali sono uno di quegli argomenti scatenanti; Mercedes Bresso non riesce a chiudere il piano sociosanitario in Piemonte, perché non riesce a raggiungere l'accordo su dove fare gli ospedali... così a Ivrea. Ha ragione il collega Fiou, questi discorsi sugli ospedali e la sanità generano capacità di confronto e di stimoli ideologici.
Vorrei concludere questa giornata ringraziando tutti coloro che sono intervenuti, con un intervento in cui cercherò di comunicare quello che mi sta più a cuore, cioè che la sanità valdostana vada avanti, cresca, e per crescere già con le difficoltà che ha un bacino di utenza molto piccolo, una dispersione, ha bisogno di una struttura unica ospedaliera che migliori i costi e le spese, e aumenti la qualità.
Credevo che con il 16 dicembre 1994 la questione "Ospedale di Aosta" fosse finita; ha già detto bene il collega Vicquéry perché quel giorno si comprò, per 26 miliardi, il "Mauriziano" e tra quelli che firmarono c'era anche l'Assessore Riccarand. Lei mi dice che ero contrario, collega Squarzino, però ho firmato la petizione che non impegnava economicamente. Riccarand invece quel giorno lì ha firmato un acquisto! Lei che è già nata con l'idea dell'ospedale nuovo, si sarà strappata le vesti, sarà andata a cercarlo..., ma lui ha firmato l'acquisto per 26 miliardi del "Mauriziano". Poi lei mi viene a dire: "tu forse hai firmato la petizione"... non lo so, ho già detto che non mi ricordo, ne avevo discusso con il Consigliere Vicquéry, ma una cosa è firmare una petizione, altra cosa è firmare una deliberazione che ti impegna per 26 miliardi ad acquisire un ospedale! Poi - come diceva giustamente il collega Frassy -, una volta acquisito l'ospedale, si è partiti per una serie di lavori; certo, non credo che sia stato comprato per poi venderlo e poi chiuderlo e farne altro! Fu, quella, una scelta giusta, il collega Vicquéry allora capì, cosa che forse allora non avevamo capito, l'importanza di mantenere un ospedale al centro della città, che è il valore principale su cui ruoterà tutto il mio discorso.
Sempre per questa bandiera che sventola e che attira molti sull'idea di confrontarsi su come sono gli ospedali... e io non risponderò tecnicamente a tutti anche se qualcosa posso dire anch'io; abbiamo sentito il Consigliere Venturella, lui è sempre professorale, ci insegna, quando parla di uccelli o di zone umide io ascolto, ma quando parla di ospedali... forse perché ho una laurea presa con 110 e lode, 2 specializzazioni, un'idoneità primariale, potrei rispondere tecnicamente anch'io... ma penso, come si è detto tante volte oggi, che forse la scelta vada portata a un livello più alto; sono disposto a venire in V Commissione per 10 giorni a parlare di questioni tecniche che conosco.
Proprio sugli ospedali c'è una "malattia", perché quando sono in maggioranza tutti i Consiglieri sono per l'ammodernamento, quando escono dalla maggioranza sono tutti per l'ospedale nuovo. Questa è una "malattia" che ha preso anche i nostri Louvin e Vallet, che hanno condiviso delle scelte; tutti d'accordo su quello, mai ospedale nuovo, ma quando uno arriva in minoranza decide che è meglio costruirlo nuovo!
Mi scuserà il Consigliere Sandri, ma lui è stato l'ultimo di questi, lui ha condiviso 2 Governi che avevano nel loro programma l'allargamento dell'ospedale, il "Governo Perrin", il primo "Governo Caveri", abbiamo firmato e condiviso un "PREFIN" che diceva che era previsto l'allargamento; Sandri, Presidente allora della V Commissione, è stato uno dei primi a vedere questo progetto e ho una sua lettera che dice che è un buon progetto, anche se bisogna fare degli approfondimenti sui garages... Adesso, invece, dice che è inevitabile costruirne uno nuovo! Se ci avesse illuminati prima in questo senso... Mi permetta, collega Fontana, ma siamo andati a vedere tutta la discussione che il 21 dicembre 2005 il Comune di Aosta ha fatto in merito all'ospedale, una discussione molto ampia. Lei era Assessore, non ha votato, però non è mai intervenuta sull'argomento, non c'è una comunicazione su questo! Collega Squarzino... quando mi dice che "Aosta è stata mortificata dall'allargamento"... lei sa qual è il bene della città di Aosta e tutti quelli che l'amministrano non sanno qual è il bene della loro città? Perché queasti, dopo un'ampia discussione, su 29 presenti, 20 votarono per l'allargamento, 6 contro e 3 si astennero, quindi mi sembra un pronunciamento estremamente ampio del Comune di Aosta, ma la città di Aosta è stata mortificata, perché non ha seguito quello che sembrava giusto alla collega Squarzino.
I tempi passano, la medicina diventa sempre più tecnologica, le economie di scala ci penalizzano, si pensa ad un ospedale per acuti, si deve dare più spazio al territorio... verissimo; sul più spazio al territorio diceva oggi il collega Ferraris che abbiamo forse la possibilità di diminuire i volumi, perché negli ultimi 2 anni abbiamo avuto in tutta Italia una contrazione del 10-15% dei ricoveri, anche da noi con 2 "RSA" aperte, microcomunità più sanitarizzate, probabilmente anche da noi comincia a verificarsi una riduzione del bisogno di posti letto. Tutti dicono che bisogna fare un Presidio unico... sì, lo vogliamo tutti il Presidio unico, ma non quello lì; è come quello che dice: "sì, voglio tanto sposarmi, ma quello è troppo piccolo, quello è troppo alto"... nessuno va bene! E allora torna la frase del Consigliere Ferraris, stamani, che è stata utile: forse il meglio è nemico del bene e queste persone alle quali non va bene mai nessuno alla fine non si sposano!
Oggi cos'è più importante di tutto? E in questo sono stati geniali nel 1994 quando hanno sottolineato questo fatto e sono onorato che il collega Fiou lo abbia detto, perché sono onorato di condividere con lui un certo modo di pensare: la centralità e l'urbanità dell'ospedale! Le grandi culture tengono i malati e le scuole al centro, perché non è vero che muoversi e andare a Quart è la stessa cosa che andare ad Aosta, tanto prendi l'auto... ma non è vero! Intanto 1/4 degli abitanti della Valle risiede ad Aosta e quanti vanno a piedi, ma il significato filosofico è il malato al centro. Collega Squarzino, lei ha citato una o due volte il modello "Renzo Piano", ma quel modello dobbiamo leggerlo, è il nuovo modello di ospedale elaborato nel 2001 dal Ministro Veronesi e Renzo Piano, e parla di decalogo. Loro lo hanno capito nel 2001, i nostri lo hanno capito prima per fortuna!
Dice il decalogo: umanizzazione, cioè centralità della persona; urbanità, collocazione all'interno della città; socialità, espressione di appartenenza e solidarietà all'interno della struttura; organizzazione; formazione. Le sembrerà strano, ma su questo decalogo non è scritto il verde. Non ho mai visto in un ospedale per acuti uno che esca e vada a passeggiare nel prato, non sono queste le esigenze! Decalogo di Renzo Piano: uno dei criteri da sottolineare è l'urbanità, la collocazione all'interno della città; secondo me, questo è un criterio da cui dobbiamo partire. Ha detto giustamente il collega Fiou che alcuni ospedali, portati fuori dalla città, sono diventati dei ghetti. In questi 26 anni mai nessuno mi ha detto in ospedale, al mattino: sapesse che rumore tutta la notte... no, chiedono altro gli ammalati, anzi alle volte dove non sentono rumore hanno paura di essere isolati!
So cos'è l'"ATM", collega Venturella, le chiederei di spiegarlo anche all'Associazione diabetici che, da quando abbiamo detto che avremmo spostato l'ambulatorio da Viale Ginevra al "Beauregard" servito dalla "linea 3" stanno facendo... è la realtà! La gente non si vuole spostare dall'Ospedale di Viale Ginevra, perché è più comodo, perché la gente ha un cattivo rapporto con i mezzi pubblici! Se poi mi dice che dobbiamo fare la ferrovia, questo è il massimo della demagogia! Già abbiamo difficoltà a viaggiare con la ferrovia esistente, facciamo passare un'altra linea ferroviaria? Ho girato tanti ospedali in Europa, sono tutti ospedali con grandi parcheggi, proprio perché per la mobilità, per l'urgenza, è difficile che i pazienti utilizzino altri mezzi.
Lo studio cosa dice? Tutti gli studi sono perfettibili anche se questo riprende Guzzanti, che aveva detto che l'ospedale doveva essere mantenuto lì... così "Limacher", eccetera. Lo studio dice delle cose precise, voi dite: se in V Commissione si fosse lasciato alla commissione descrivere la filosofia dell'ammodernamento, vedere alcune diapositive di questo, forse sarebbe stato più chiaro, come è stato chiaro il collega Venturella quando abbiamo presentato in Consiglio comunale tutte le diapositive dell'ospedale nuovo, è saltato su e ha detto: "che bello"! Stavamo facendogli vedere che chiudevamo Viale Ginevra, quindi non mi sembra che siamo stati così confusi da far pensare che parlavamo di un ospedale di un altro mondo, pensavamo proprio a quello ed era un momento della discussione sull'ospedale aperto. Non dico che non sia una difficoltà la viabilità, ma ne parleremo dopo, comunque se li aveste ascoltati e aveste sentito come presentavano l'ammodernamento, forse alcune nozioni in più sarebbero venute. Sono falsi, sono prezzolati?
Noi abbiamo affidato uno studio sulla viabilità a Fubini su indicazione dei tecnici del Comune di Aosta, se avessimo voluto dare uno studio a un altro, non lo avremmo dato all'arch. Fubini... questo dimostra l'onestà di affrontare i problemi in modo corretto. Ma cosa dice questo studio? Siccome non si sapeva dove andare a fare l'ospedale nuovo, sono state messe a confronto tutte le aree su cui si poteva costruire un ospedale nuovo ed è venuto fuori che non si può fare in Aosta. Questa è una cosa da approfondire, non è stato analizzato l'inquinamento acustico, ma è stato fatto in funzione di dover scegliere l'area dove fare un nuovo ospedale.
Nell'ambito dei referendari c'era una persona importante, che voleva fare il nuovo ospedale nell'area "Cogne"; ecco perché, verificando una cosa così, dice: no, nell'area "Cogne" non è possibile. Così Mont Fleury, così la Croix Noire, e qui non si può fare perché le norme "ENAC" hanno delle regole particolari per caserme, per ospedali per cui non si può più costruire qui. Cosa dice questo studio, che è il più completo che mai sia stato fatto? Dice che non si può fare ad Aosta, che si può fare a Quart, ma glielo spiegherete poi voi, alla gente di Aosta, che deve andare a Quart, e non vi parlo dal punto di vista epidemiologico cosa vuol dire, perché avere un ospedale al centro di Aosta vuol dire che la mortalità per quelli che abitano ad Aosta, 1/4 della gente, è minore degli altri, perché c'è un accesso più rapido all'ospedale. Portare l'ospedale fuori da un contesto urbano, portarlo a Quart, anzi ad Oley, è veramente una follia! Ci pensate cosa vuol dire convincere il Comune di Quart a cambiare il PRG e l'accordo di programma? Ma pensate che la gente di Quart debba a tutti i costi volere l'ospedale? Questi che abitano in Viale Ginevra non vogliono l'ammodernamento per cose loro, invece gli abitanti di Quart devono accettare un ospedale che cambia tutta loro qualità di vita!
Contestazioni sullo studio: prima si diceva che l'ospedale nuovo non costa niente, che viene su in 2 giorni; questo studio indica che queste cose non sono vere. Psichiatria: proprio perché la Psichiatria ci sta molto a cuore, tutto il tempo che passa per i malati psichiatrici che vengono ricoverati lontano dall'ospedale, per cui se hanno dei problemi urgenti, bisogna riportarli il più presto lì, ed è questa anche l'enfasi per cui è necessario avere un Presidio unico. Non è vero che vanno sotto terra, vanno dove è stato fatto il Laboratorio e l'Urologia adesso, dove ci sono degli altri malati che non si lamentano per mancanza di luce. D'altronde mi si permetta di ricordare che un reparto di Psichiatria non si può mettere al 3°, 4°, 5° piano perché per i possibili tentativi autolesionisti, di legge il Ministero prevede che i reparti di Psichiatria siano a piano terra, e questo reparto è a piano terra non è sotto terra! L'Urologia e il Laboratorio non sono sotto terra, si vede la luce, c'è un terrazzamento davanti che declina, ma sono dei reparti accreditati, cioè che seguono gli standard previsti dal Ministero.
Gli elicotteri: si è parlato tante volte degli elicotteri; la normativa dell'eliporto in ospedale è cambiata radicalmente dal gennaio 2006, cioè gli elicotteri che atterrano devono essere dei biturbina, grande rumore, grandi dimensioni, fare l'eliporto sul tetto dell'ospedale vuol dire: rumore, pompieri che devono essere lì e grandi difficoltà per i piloti, perché atterrare sul tetto di un ospedale, quando c'è vento, è critico! Tutti gli ospedali si guardano bene dal fare un eliporto con quelle regole e con quei rumori.
Cosa è successo in Valle d'Aosta? È successo che l'Aeroporto è accessibile in breve tempo dall'ospedale e poi si è fatta una scelta importante: a bordo degli elicotteri della Valle d'Aosta c'è il medico, c'è l'anestesista, di solito la stabilizzazione arriva sul malato al momento del trauma, i responsabili del "118" dicono che in tanti anni non sarebbe mai cambiato nulla se avessimo avuto un eliporto così, perché il malato arriva stabilizzato. Teniamo conto poi che abbiamo un Aeroporto che è accessibilissimo, in due minuti e mezzo si arriva da noi.
L'interramento: nello studio "Fubini", che penso sia lo studio più serio della viabilità, ci sono 15 pagine sulla viabilità, e ci sono anche delle aggiunte del prof. Capolongo che insegna edilizia sanitaria all'Università di Milano; l'altro giorno non lo avete lasciato molto esprimere, ma questo è un rapporto politico con i tecnici che vede spesso i tecnici soccombere. Si è cercato di tirare Fubini da una parte e dall'altra, ma in audizione è stato chiarissimo, come è stato chiarissimo il suo scritto. Dice: "si può fare, bisogna fare dei cambiamenti ma si può fare. La viabilità è il vero problema, però è la grande possibilità per Aosta di rivedere tutta una viabilità che già adesso è critica. Certo, tutta la viabilità di Aosta non deve essere messa sul conto dell'ammodernamento dell'ospedale". Poi Fubini, in commissione, ha detto una cosa che non è scritta lì, si può fare un interramento, ma questa è una cosa che viene al di là. Faccio presente che nei costi di 145 milioni di euro dell'ammodernamento dell'ospedale è comparsa la costruzione di un parcheggio che costa 22 milioni di euro per 500 macchine, un parcheggio coperto, quindi un grande vantaggio per il Comune di Aosta, che in questi accordi ha modificato certe sue richieste che andranno riverificate nell'accordo di programma.
La "RSA": si può trasformare l'ospedale in "RSA", portare dentro 140 malati, adesso non entro nelle valutazioni economiche, ma penso che su questo possiamo discutere diversi giorni, e non vedo perché si debba accettare l'opinione di uno, anziché quella di un gruppo serio che potrà sbagliare, ma è un gruppo che fa valutazioni economiche su questo. La "RSA" di 140 malati anziani si può fare, ma la Valle d'Aosta aveva organizzato un "welfare" in un altro senso e cioè le microcomunità di 20 persone. Si era sempre stati contrari ai ghetti degli anziani, adesso invece bisogna dire che chiudiamo alcune microcomunità perché gli anziani vengono messi nella grossa sede di Aosta e non credo che siano molto contenti!
Termino con una considerazione, rifacendomi a quello che diceva il collega Fiou che mi sembra basilare, cioè mantenere l'ospedale al centro della città è un valore, ma voglio avere garanzie, perché se questo vuol dire non avere garanzie e diminuire di qualità non ha senso. A pagina 163, si confronta l'ospedale nuovo con quello che verrebbe adesso e si dice "è la stessa qualità". Questo mi convince, perché questo è un bel progetto, è un progetto che risana il resto dell'ospedale, perché costituisce un'area dipartimentale, ricostruisce un Pronto Soccorso e le sale operatorie vicine, modifica e migliora quanto già fatto.
Contesto, forse per affetto, perché ci ho lavorato per tanti anni, che sia un ospedale obsoleto. In questo ultimo anno, la Neurochirurgia di Ivrea chiede di fare gli interventi di elezione di ernia discale ad Aosta, perché la nostra rianimazione dà un'assistenza maggiore di quello che possono avere ad Ivrea. Non si può dire fatiscente, non l'ho detto io, lo ha detto in TV un esponente del gruppo referendario, ma non si può definire fatiscente, è un disonore per tutti quelli che hanno lavorato in questi anni.
Mi dispiace che un responsabile di Oncologia abbia detto: "siamo qui, in mezzo ai fumi, in mezzo ai rumori". Tutti abbiamo visitato l'Oncologia e, pure nella sofferenza del reparto, pare una clinica privata, nel senso che quando pensiamo a qualcosa di bello e funzionale pensiamo ad una clinica privata. Quel reparto è un lusso, è venuto adesso il nuovo primario e ha detto che è un bel reparto, allora non si può dire che lì ci siano rumori, fumo... ci sono sempre in turno, per 14 malati, 3 laureati in scienze infermieristiche, tutte le camere sono a 2 letti con bagno e apparato di aspirazione... Sottolineo la lettera del dr. Parini, perché non bisogna citare solo il negativo, sono apparse delle lettere di professionisti di grande stima che hanno parlato bene, dopo aver girato tutti gli ospedali d'Europa, delle nostre sale operatorie! Comunque è un progetto di qualità, che non penalizza la nostra sanità e che mantiene l'ospedale al centro di Aosta.
Collega Squarzino, so che lei sa che l'ospedale nuovo non si farà, non si potrà fare anche perché ci sono dei vincoli del Ministero, il 70% di quei 55 milioni ce li ha dati il Ministero, finiamo l'anno prossimo la Radioterapia finanziata al 70% dal Ministero, non so chi possa andare a dire che: "ci siamo sbagliati, buttiamo giù, facciamo un ospedale nuovo"! Lei sa che l'ospedale nuovo non si farà, perché sono troppi gli ostacoli e i muri da superare. Diceva bene il Consigliere Frassy, ne abbiamo già superati 9, dobbiamo superare forse il decimo. La paura è che non si voglia fare nulla, si posticipi sempre più e intanto i miei malati dovrò portarli via, tanto io ho possibilità, ma la povera gente, invece, rimane qui!
Termino dicendo che forse, in un dialogo, in questo momento - perché il territorio è stato molto potenziato, e di questo progetto che è un progetto non di fattibilità, ma un preliminare, qualche volume si può ridurre... - l'emergenza e l'urgenza a fare in fretta un unico Presidio ospedaliero è determinante, altrimenti la nostra "mission" passa da una vocazione all'eccellenza a una vocazione all'emergenza. Faremo solo quello che è emergenza, tutto il resto lo manderemo via. È tempo di decidere e non di fare altri studi. Penso che sia un dovere morale di tutti, perché buttare sabbia su questo e su quello alla fine buttiamo sabbia su tutti! Diceva il Consigliere Vicquéry, qualche tempo fa: se in questa legislatura non ci mettiamo d'accordo (con lo storico e i presupposti che abbiamo avuto) sul finire l'ospedale, sul fare un Presidio unico e le indicazioni dicono tutte che deve essere fatto lì, tutti quanti ci facciamo una figura veramente da poco!
Presidente - Dichiaro chiusa la discussione generale.
Proposta di legge regionale di iniziativa popolare
Articolo 1
(Finalità ed oggetto)
1. Al fine di migliorare l'efficienza del sistema sanitario e, nel contempo, ridurne i costi, la Regione, fermi restando la razionalizzazione ed il potenziamento dei servizi sanitari territoriali, provvede ad unificare in un unico presidio ospedaliero di nuova costruzione le esistenti strutture sanitarie per acuti.
Articolo 2
(Unico e nuovo presidio ospedaliero)
1. Considerato che il continuo miglioramento delle metodiche di diagnosi e di cura richiede una struttura flessibile, capace di adattarsi alle moderne tecnologie, la Regione provvede a realizzare un unico e nuovo presidio ospedaliero, dotato dei seguenti requisiti:
a) struttura interamente di nuova costruzione;
b) localizzazione nella città di Aosta o in un'area poco distante dai confini del capoluogo regionale;
c) ubicazione in un'area facilmente accessibile ed integrata nel sistema dei trasporti pubblici, dotata di adeguati parcheggi e di spazi verdi con alberature.
Articolo 3
(Analisi di fattibilità e disegno di legge)
1. La Giunta regionale, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, sulla base di uno studio comparativo fra le possibili localizzazioni del presidio ospedaliero e le relative ipotesi tecnico-progettuali per la realizzazione dell'opera, nonché di una valutazione della stima dei costi, presenta al Consiglio regionale un disegno di legge finalizzato alla costruzione di un unico e nuovo presidio ospedaliero contenente:
a) la localizzazione del nuovo presidio ospedaliero;
b) le modalità di finanziamento;
c) le modalità operative per una rapida realizzazione.
2. Il disegno di legge di cui al comma 1 disciplina, altresì, il recupero e la destinazione delle attuali strutture ospedaliere.
La parola al Consigliere Lattanzi, sull'articolo 1.
Lattanzi (CdL) - Di questo dibattito ci sono molte cose che mi convincono, e altre meno; di certo non mi convincono gli interventi violenti, mi convincono di più gli interventi appassionati, perché la violenza o la passione degli interventi sono lo specchio della qualità del dibattito di questo palazzo e poi di quello che le persone come noi hanno come immagine al di fuori di questo palazzo, quando si parla per strada dell'ospedale nuovo.
Ho molti amici che in questi giorni mi hanno chiesto: "perché sei contrario all'ospedale nuovo?"... e io ho risposto: "ma chi te lo ha detto..."? Non sono contrario all'ospedale nuovo, penso che nessun Valdostano sano di mente possa essere contrario alla costruzione di un nuovo ospedale, ma da buon amministratore e da buon padre di famiglia... una famiglia, una spesa importante se la può permettere se ha i soldi, o se pensa di poter pagare con un mutuo una costruzione in prospettiva. Si era partiti da un presupposto: che l'investimento sarebbe stato gigantesco e inaffrontabile, si è partiti anche dal presupposto che c'è tutto un percorso che ormai è in forte stato di avanzamento, che sarebbe assurdo annullare gli investimenti fatti negli ultimi anni.
Apprezzo molto i colleghi "Verdi" quando fanno battaglie ideologiche su argomenti ideologici - ad esempio la battaglia del Consigliere Bortot per l'acqua, se mi avessero offerto la maglietta anche a me, l'avrei comprata volentieri, perché condivido quella battaglia -, perché sono argomenti che giustificano una passione, e a volte vi invidio quando andate per strada a raccogliere le firme, con un attivismo che è proprio della vostra parte politica, ma in altri casi - questo è uno - potrebbe tradursi in facile demagogia. Non voglio usare questa parola in termini negativi, ma "demagogia" inteso come battersi su una cosa come se questa fosse di vitale importante per tutti noi. Nella società valdostana così non è! Ieri abbiamo discusso degli investimenti fatti sulle strutture ospedaliere, su quelle che verranno fatte con la divisione del "tesoretto"; abbiamo commentato come la qualità della sanità valdostana non sia coerente con gli investimenti pro abitante che questa Amministrazione fa per assicurare un buon servizio sanitario ai Valdostani, ma se governassimo insieme e dovessimo fare un elenco delle priorità sulle quali andare a investire 210 milioni di euro, detto onestamente, credo che saremmo d'accordo che questa non è una priorità su cui mettere oggi il 10% del bilancio della Regione! Credo che ci siano priorità molto più urgenti di una urbanistica sanitaria e sono convinto che, per quanto riguarda la sanità, la priorità sia più quella che citava l'Assessore Fosson di un nuovo modo di fare sanità.
Avete citato più volte il "S. Raffaele", la qualità della sanità negli istituti pubblici o privati, senza fare battaglie di religione sul pubblico o sul privato, perché il Consigliere Vicquéry potrebbe dimostrarci le eccellenze del pubblico, io potrei solo citare il "S. Raffaele" che è un'eccellenza privata, per dire che le eccellenze nella sanità ci sono là dove c'è la ricerca e la tecnologia. È su questo che, caso mai, in Valle d'Aosta si dovrebbe più investire, piuttosto che sull'idea di un'emergenza urbanistica di qualità dell'immobile - che ci è costato tanto e costerà ancora -, ma che oggi, come alternativa, ha una serie di investimenti così importanti che non vedo come priorità per questa Regione. Capisco che una iniziativa politica popolare di per sé diventa populista e il portare una legge di questo tipo, in questo Consiglio, attraverso quel percorso che avete utilizzato, è poi difficile andare a dire alla gente: "vi abbiamo coinvolto su un'emergenza che in realtà emergenza non è"! Io non riesco a viverla come emergenza, e così non riescono a viverla le persone con cui ho parlato in questi mesi e, anche quando mi avete, voi, dimostrato che sarebbe costato meno di quello che pensavo - io pensavo a 4-500 milioni di euro mentre voi mi avete dimostrato che si sarebbe potuto costruire un ospedale nuovo a Saint-Christophe con 200 milioni di euro -, io vi dico: "ma sono sempre 400 miliardi, ma siamo sicuri che abbiamo bisogno di spendere 400 miliardi per un'emergenza che non esiste? È una emergenza?". Credo che abbiamo altre emergenze, che non siano quelle di costruire una urbanistica ospedaliera nuova, scevri da condizionamenti ideologici o politici, ragionando sul fatto che c'è un percorso che il collega Frassy ha già indicato, che ormai è irrefrenabile, ma non perché non si possa decidere politicamente di fermarlo, perché non avrebbe senso aver buttato via le risorse dei Valdostani in una cosa che è stata una scelta politica, più o meno condivisa, noi non la condividevamo allora, oggi la condividiamo: quella che non si possono sprecare risorse.
Sui giornali siamo richiamati a un'oculata gestione delle risorse dei cittadini, se dobbiamo confrontarci sulle emergenze e sugli investimenti, questa sia una delle ultime che i cittadini percepiscono come emergenza. Se vanno al "S. Raffaele" o a Torino al "Sant'Anna" o al "Regina Margherita", non ci vanno perché le stanze sono più belle, ci vanno perché hanno possibilità di guarire meglio e prima di quanto non si possa fare ad Aosta! Non vedo quindi questa urgenza urbanistica. Poi liberiamo Aosta da un'operatività che diventa sempre più ingombrante e quindi per Aosta è un problema urbanistico? Certo che sì, ma se possiamo investire nella ristrutturazione dell'ospedale e coinvolgere il Comune di Aosta, bene ha fatto da grandi opportunisti dire: "attenzione, se volete continuare a ristrutturare l'Ospedale di Aosta allora dovrete dare al Comune qualcosa perché si riorganizzi la viabilità"... sono d'accordo con voi, quella sì, è una priorità in termini urbanistici, purché lo si faccia con cifre che abbiano un significato nel nostro bilancio!
Vorrei stare con voi al fianco di un ospedale nuovo bellissimo, ma lo vedo da amministratore corretto intellettualmente un po' demagogico, perché sarebbe facile raccogliere firme per promuovere una legge che porti le tasse in questa Regione al massimo al 23%, ma... chi non firmerebbe? Sono convinto che raccoglierei le firme dei miei, dei vostri e di tutti quelli che credono che in Italia si spenda troppo per l'apparato politico e pubblico! Non diciamo sempre solo politico, perché sembra che i costi alla fine siamo solo noi, e in questi giorni ne vediamo tante di denunce al sistema della politica e anche qui si potrebbe aprire un bel confronto; sarà bene che il Presidente del Consiglio cominci a dibattere dei costi della politica o dei politici, di cosa dobbiamo discutere... della politica o dei politici? Se vogliamo parlare dei costi della politica, questo è uno dei costi della politica, perché se si sceglie di spendere 200 milioni di euro per un nuovo ospedale è una scelta politica, e io su questa scelta politica faccio fatica ad allinearmi, per cui non sono contrario alla possibilità di avere un bellissimo ospedale nuovo, ma da amministratore equilibrato non trovo le motivazioni per approvare la vostra legge.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Per dichiarazione di voto. Credo che nessuno, o almeno per quanto riguarda i Consiglieri che qui hanno portato avanti la legge referendaria, né i referendari, è interessato a volere degli scontri ideologici. Lo scontro si ha quando dialogando c'è il muro, è chiaro che se io dialogo e dall'altra parte c'è il muro, quello diventa uno scontro e non un confronto.
La proposta di un nuovo ospedale è una proposta di confronto con le scelte che in questo momento si stanno facendo...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... è un confronto, ma il confronto avviene su due ipotesi di lavoro: c'è l'ipotesi di un ospedale e l'ipotesi dell'ampliamento, con tutti i problemi che questo comporta e con tutti i costi che questo comporta. Come faccio questo confronto? Lo posso fare o a livello di referendum, ma posso fare prima tutto un percorso; questo percorso finora non è stato possibile fare. In commissione si è accettato di approfondire l'argomento e i referendari hanno detto che erano contenti che il problema si approfondisse, perché quanto più si approfondisce, a nostro avviso - e qui divergono le valutazioni -, aumentano le motivazioni per la scelta per il nuovo ospedale, ma non come scelta ideologica...
(nuova interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... non so come appaia, vediamo il referendum com'è.
La storia che ha fatto il collega Vicquéry è lunga. Abbiamo sempre avuto posizioni molto chiare, noi abbiamo detto "sì" all'acquisto del "Mauriziano", ne abbiamo discusso in maggioranza parecchio, in quel momento, e abbiamo valutato che qualunque fosse la scelta futura, era importante avere il "Mauriziano", perché consentiva alla Regione di fare una politica sanitaria libera da vincoli, e su questo non torniamo indietro, ma questa è una cosa, un'altra è l'utilizzo che si fa di questo edificio e di tutti i progetti! Come non siamo contrari ai lavori di ammodernamento che sono stati fatti; abbiamo ereditato un ospedale che era fuori da ogni standard alberghiero di sicurezza per forza, quei lavori andavano fatti! Attenzione però, tutti quei lavori di ammodernamento erano fatti nell'ottica di un ampliamento tale per cui, ingrandendosi l'ospedale, non venivano rivisti per l'ennesima volta quegli stessi locali su cui si facevano i lavori di ampliamento.
Oggi cioè - per questo dico che è importante approfondire le cose - il progetto dell'ampliamento ad est prevede che si rifaccia di nuovo tutta una serie di lavori, riprendo quell'elenco di lavori che prima il Capogruppo dell'"Union" ha elencato, tutti vanno rifatti, c'è scritto, ci sono tutti quei milioni per la ristrutturazione... mica me li invento io! Ancora: credo che anche noi siamo per un uso oculato delle risorse, nessuno vuole sprecare le risorse, ma proprio per questo...
(nuova interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... aspetta, c'è tutto questo studio qui che prende in esame, forse lei non c'era stamani quando si discuteva e si mettevano in discussione le modalità di conversione. Non è in una dichiarazione di voto che risolviamo questo, ma quello che abbiamo chiesto è di approfondire questi dati, per avere elementi di conoscenza, perché se la scelta per l'ampliamento ad est - che risolva però i problemi della città e dell'ospedale - dà risposta a tutti i problemi che sono stati posti, va bene, ma il nostro dubbio è che questo non avvenga, allora diciamo approfondiamo ancora, e la legge sul referendum... cosa dice? Noi siamo per un ospedale nuovo, ma se nel frattempo si evidenzia che l'ampliamento ad est è la cosa migliore e l'utilizzo migliore delle risorse, forse gli stessi referendari diranno: "la nostra non è una scelta ideologica, la nostra è una scelta di servizio della sanità". Credo che questo debba apparire chiaramente, ed è chiaro che se di fronte a una proposta che i referendari fanno di approfondire la questione, e nel momento in cui si fa questa scelta, dall'altra parte si dice: "voi siete cattivi, sporchi e brutti, non capite niente, noi siamo i più buoni"... va bene, allora lo scontro ci sarà, ma se sarete capaci di dimostrare che l'ampliamento è il modo migliore per utilizzare le risorse, allora forse sarà possibile dialogare. Però vorrei essere chiara, collega Lattanzi, non posso dire che il problema è l'ampliamento dell'ospedale e poi la viabilità la vediamo, perché se, come appare da tutti i documenti, la condizione per rendere vivibile come ospedale nuovo l'ampliamento ad est occorre intervenire non solo nel lato sud della città, ma soprattutto lì attorno. Occorrerebbe trasformare quello in un quartiere della salute... allora facciamo una tabella e vediamo bene cosa significano i vari passi!
Cosa significa che questo deve diventare un quartiere della salute? Cosa ne facciamo della scuola, delle altre case, perché questo è l'obiettivo... ampliamento ad est in un quartiere della salute? Mettiamo a confronto questo tipo di scelta con l'altra scelta ospedale nuovo, facciamo però un confronto serio, questa è la nostra richiesta. Probabilmente non si riuscirà; i referendum sulla questione elettorale hanno obbligato il Consiglio ad un confronto e il Consiglio ha dato una risposta, che però non era quella della proposta fatta, ha risposto in altro modo, seguendo un suo percorso storico. Qui è la stessa cosa; allora credo che valga la pena di mettere sul piatto della bilancia le proposte e su queste discutere con chiarezza e con i dati chiari incontrarsi con la gente!
Président - Je soumets au vote l'article 1er:
Conseillers présents: 28
Votants: 19
Pour: 4
Contre: 15
Abstentions: 9 (Borre, Comé, Ferraris, Fiou, Lanièce, Rini, Salzone, Vicquéry, Viérin Adriana)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Aux termes de l'article 77, 2e alinéa, du Règlement intérieur du Conseil, vu que le 1er article est repoussé, la proposition de loi toute entière est repoussée.
Le Conseil rejète donc la proposition de loi en question.