Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2745 del 23 maggio 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2745/XII - Intendimenti per ridurre l'inquinamento prodotto dalla Cogne Acciai Speciali. (Interpellanza)

Interpellanza

Preso atto delle dichiarazioni rilasciate recentemente sugli organi di informazione dall'ing. Marzorati, vice Presidente della Cogne Acciai speciali, dalle quali emergono forti rilievi critici nei confronti dell'Amministrazione regionale, accusata di non sostenere con forza la politica industriale in Valle;

Atteso che all'azienda in questione sono stati erogati fin dal suo insediamento mutui agevolati, contributi diversi per la ricerca, lo sviluppo, lo smaltimento dei rifiuti, la formazione professionale e la ristrutturazione degli immobili;

Osservato che l'attività svolta dalla Cogne Acciai Speciali pone seri problemi sul versante dell'inquinamento, come è evidenziato nelle numerose richieste di autorizzazione al rilascio di emissioni di agenti inquinanti;

Considerato che la stessa azienda produce costantemente una quantità considerevole di rifiuti industriali, per lo più di natura pericolosa o tossica, spesso tali da creare seri dubbi sulla correttezza delle operazioni di scarico e sulla sicurezza per la comunità valdostana e che la Regione è intervenuta con un investimento di 6 milioni di euro per approntare la discarica a disposizione della Cas nel comune di Pontey;

Ritenuto del tutto insufficiente, se non arbitrario, il modo in cui la Cas Cogne Acciai Speciali ha gestito la questione amianto;

Ritenuto che l'Amministrazione regionale debba farsi carico in primo luogo della sicurezza e del benessere dei cittadini, selezionando gli aiuti alle imprese in funzione della loro piena osservanza delle regole;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per conoscere:

1) quale sia l'effettiva dimensione degli "aiuti" concessi dalla Regione alla Cogne Acciai Speciali fino ad oggi, compresi gli interventi a seguito dell'alluvione del 2000, quali siano le dimensioni degli "aiuti" futuri a breve e medio termine;

2) quali iniziative si intendano mettere in atto per ridurre l'inquinamento prodotto dall'attività dalla Cogne e dai rifiuti industriali da essa prodotti;

3) quali sono le iniziative che il Governo regionale intende adottare riguardo all'osservanza delle leggi n. 277 del 15 agosto 1991 e n. 257 del 27 marzo 1992 nei confronti della CAS che ha escluso dai "benefici" di tali leggi innumerevoli dipendenti;

4) per quali motivi l'Amministrazione regionale, a seguito della condanna subita dalla CAS "per il non corretto rispetto delle modalità di effettuazione del deposito temporaneo all'interno dello stabilimento" dei rifiuti prodotti, abbia comunque deliberato di autorizzare la stessa CAS "all'esercizio di un deposito temporaneo" in deroga al DDL 5 febbraio 1997 n. 22.

F.to: Bortot - Squarzino Secondina

Président - La parole au Conseiller Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Il titolo dell'interpellanza non rende bene l'argomento che vorrei affrontare. Lo dico prima con una metafora calcistica e poi una politica: è un po' la sudditanza degli arbitri di calcio nei confronti della "Juventus", non quest'anno, ma negli anni trascorsi, oppure la sudditanza del giornale "La Stampa" alla famiglia Agnelli o alla "Fiat" nei decenni trascorsi. Per affermare cosa? Per affermare che, a seguito di una serie di indagini, c'è un rapporto non chiaro e definito fra il Governo regionale, il Consiglio regionale e la "CAS": questo non vuol dire che bisogna demonizzare la "CAS", dà lavoro a tante persone, è un'azienda che funziona, il problema è che il Consiglio e il Governo devono affrontare la "CAS" su un terreno di pari dignità. Non mi riferisco solo a come la "CAS" ha gestito in questi anni la "questione amianto", ma a come ha gestito aria, acqua, suolo, rapporti sindacali, problemi legati alla salute dei lavoratori. Forse allora qui bisogna che il Consiglio faccia una riflessione e su tutta questa problematica riprenda un rapporto di pari dignità nei confronti della "CAS" o di meno sudditanza, per dire alla "CAS" in modo chiaro che, pur creando ricchezza, non può più permettersi atteggiamenti dovuti al fatto che, tutto sommato, gli organismi istituzionali che potrebbero essere l'ARPA, piuttosto che il Consiglio, o il Governo... quando si tratta di fare delle verifiche e degli interventi, scatta un meccanismo per cui l'impressione è che alla "CAS" si può consentire di fare tutto quel che vuole. Ripeto: è legato a una verifica di una serie di atti dell'Amministrazione regionale, che partono dal contratto di affitto dello stabilimento alla "CAS" fino alla gestione della problematica amianto, di cui parleremo domani, a tutta una serie di verifiche sui livelli di inquinamento della Dora, piuttosto che del suolo e dell'aria, che non dovrebbero più essere ammessi. In questo senso Governo e Consiglio dovrebbero ridefinire meglio tali rapporti alla luce dei nuovi investimenti che vuol fare lo stabilimento e in contributi che la Regione erogherà alla "CAS" per migliorare l'immagine e l'arredo urbano dello stabilimento. Per dirla in parole povere, non basta che si dia una verniciata ai capannoni all'esterno, se non si migliorano le condizioni di salute di trattamento del suolo, acqua e aria... anche all'interno dello stabilimento e un maggior controllo di quello che ne fuoriesce.

Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives et aux politiques du travail, La Torre.

La Torre (FA) - A questa interpellanza risponderemo in 2: l'Assessore Cerise e io. Per quel che mi riguarda, il mio rapporto con la "CAS" è chiaro e anche definito, non ci sono zone d'ombra. La "CAS" è un'azienda con 1.100 dipendenti che garantisce un quadro di occupazione di eccellenza per questa Regione in una situazione di difficoltà, che in prospettiva garantirà assunzioni per arrivare a 1.300 lavoratori ed è un'azienda che ha dei progetti e dei programmi e si confronta con questa Amministrazione per trovare delle compatibilità per gli investimenti consentiti dalle nostre normative. In questo senso c'è una collettività che rappresentiamo in quanto amministratori... che tale collettività abbia delle risorse che possono essere destinate ad incrementare alcuni settori e alcuni mercati, fra questi quello industriale, e che chi beneficia dei soldi di tale collettività deve restituire alla collettività qualcosa. Ecco in cosa consiste il mio rapporto con la "CAS": io rappresento la collettività, sono pronto a investire su di te, ma tu devi restituire alla collettività in termini di posti di lavoro, di PIL prodotto, di reddito pro capite dei lavoratori, di condizioni di qualità ambientali e di tutto quello che ne può derivare e mi sembra che, anche da quello che si legge sui giornali, io non sia così "morbido" con l'amico Marzorati, al contrario, mantengo costantemente un rapporto di confronto anche teso su alcuni passaggi, proprio nell'interesse della chiarezza e della definizione di questo rapporto fra una collettività e un'azienda fondamentale per la nostra economia. In tale ambito cercherò di rispondere dando una risposta storica del rapporto che c'è stato e darò una serie di dati.

La sua domanda chiedeva: "quale sia l'effettiva dimensione degli "aiuti" concessi dalla Regione alla Cogne Acciai Speciali...". Partiamo dai finanziamenti ai sensi della legge regionale n. 37/1995 - per il trasferimento degli impianti -, i primi finanziamenti risalgono al 17 maggio 1996, si parla all'epoca di 8 milioni di finanziamenti circa, l'ultima scadenza di quel progetto, che era a valere sulla legge regionale 30 agosto 1995, n. 37, è per un valore residuo di circa 1 milione di euro. In data 19 novembre 1996 furono dati euro 1.500.000 a valere sulla legge regionale n. 37/1995 con ultima scadenza al 19 maggio 2008 e con un valore residuo ad oggi pari a euro 274mila. Sempre sulla stessa legge, in data 27 giugno 1997, furono finanziati euro 3.143.000 con ultima scadenza al 27 dicembre 2008 con un valore residuo ad oggi pari ad euro 757.000. Contributi per la liberazione delle aree: in data 29 ottobre 1998, furono dati euro 805.000 in forza dall'articolo 312 del contratto di locazione siglato in data 27 marzo 1996 tra "Cogne Acciai Speciali" e "Valle d'Aosta Struttura" quale risarcimento forfetario ed omnicomprensivo degli oneri, disagi e delle spese che "Cogne Acciai Speciali S.p.a." si è assunta per la liberazione totale delle aree oggetto di intervento di riqualificazione da parte di "Valle d'Aosta Struttura". Contributi ai sensi della legge regionale n. 84/1993 per attività di ricerca e sviluppo: ad oggi sono stati erogati contributi pari ad euro 1.500.000. Qui faccio rilevare come questi contributi siano pochi, tenendo conto degli anni su cui stiamo ragionando, tenendo conto delle potenzialità che la ricerca e lo sviluppo dovrebbero dare per un'azienda come quella anche in termini di possibili ricadute per la nostra realtà, quindi in termini di ricerca e sviluppo abbiamo investito poco e mi assumo la responsabilità di dirlo. I progetti sono elencati, poi glieli fornisco perché sono tantissimi. Contributi per lo smaltimento delle scorie di acciaieria: dal 24 marzo 2000 al 27 aprile 2006 - dal 28 aprile 2006 era disponibile la discarica di Pontey - sono stati erogati contributi per euro 3.978.000 al lordo della ritenuta fiscale, a valere sulla deliberazione della Giunta regionale n. 3502 del 11 ottobre 1999, a fronte dello smaltimento di scorie di acciaieria fuori Valle. Contributi sdoganamento: contributi dal 1995 al 1999 1.178.000 circa. Contributi in conto esercizio ai sensi della legge regionale n. 6/2003, articolo 24 - internazionalizzazione: euro 65.729, divisi per periodi. Contributi ai sensi della legge regionale n. 6/2003, articolo 17, comma 2, lettera e), adozione di misure di tutela ambientale connesse al funzionamento di insediamenti produttivi: in conto capitale di euro 272.000 - pari al 35% della spesa fatta da "CAS" -, quindi la spesa di "CAS" è stata circa 800.000 euro. Contributi in conto capitale ai sensi della legge regionale n. 64/1992 - realizzazione impianti antinquinamento: euro 311.000, anche qui contributi dati in parte sull'investimento della "CAS". Contributi in conto esercizio ai sensi della legge regionale n. 12/1987, agevolazioni per iniziative promozionali: euro 44.000, direi questi insignificanti. Contributi per iniziative di formazione professionale: euro 948.000 tutti quelli che sono stati dati, non c'è una data precisa, perché è il totale dei contributi che sono stati dati per la formazione. Contributi per i danni alluvionali del 2000: a fronte di danni di importo pari ad euro 9 milioni, sono stati erogati contributi per complessivi euro 144.000, in quanto la parte restante del danno è stata risarcita dall'assicurazione. Questi sono tutti i contributi a partire dal 1995, quando abbiamo intrapreso questo nuovo rapporto con "CAS". Non conosco il dettaglio di come si sono svolti i rapporti, ma la mia analisi mi fa dire che il rapporto con "CAS" è proficuo, perché ai nostri contributi corrispondono degli investimenti di "CAS", per quanto riguarda ricerca e sviluppo ritengo che si è chiesto poco alla "CAS" di fare in tale ambito e poco abbiamo fatto noi; questo è un settore su cui dobbiamo credere e investire e obbligare la "Cogne" ad investire, perché è il settore che potrà dare in futuro possibilità di crescita di tale stabilimento e nuove linee di produzione. Per quanto riguarda gli altri finanziamenti, sono quelli che erano previsti dalle nostre leggi e che in proporzione vengono dati a tutti nel rispetto delle normative vigenti in questa Regione.

Per quanto riguarda il punto n. 3 - lascio i punti n. 2 e n. 4 al collega Cerise -, lei chiedeva: "quali sono le iniziative che il Governo regionale intende adottare riguardo all'osservanza delle leggi n. 277 del 15 agosto 1991 e n. 257 del 27 marzo 1992 nei confronti della "CAS" che ha escluso dai "benefici" di tali leggi innumerevoli dipendenti". Parliamo di nuovo del discorso dell'amianto. La prima cosa che mi viene da dirle è che questa è la terza volta in breve tempo che mi trovo a risponderle sullo stesso argomento. Capisco che abbia un'attenzione, che abbiamo anche noi peraltro, però facciamo quasi un esercizio di ripetizione all'interno del Consiglio, capisco che ripetere aiuta, ma diciamo le stesse cose. In merito a quanto richiesto, si ritiene opportuno precisare che è la terza volta che il Governo regionale si trova a rispondere sullo stesso argomento, ossia gli eventuali benefici previdenziali a favore di lavoratori esposti all'amianto. Il problema non è rispondere la terza volta sullo stesso oggetto, ma il fatto che nel punto n. 3 dell'interpellanza non sono esposti elementi aggiuntivi rispetto a quanto affermato in passato, ossia non solo devo darle sempre la stessa risposta, ma lei mi fa sempre la stessa domanda, quindi credo che l'unica cosa nuova che le posso segnalare è il ricorso, nella descrizione della situazione, a termini impropri ed eccessivi, tendenti al sensazionalismo, ossia ogni volta pone la questione come se fosse il difensore di alcune situazioni, di cui noi non solo non ci interessiamo, ma al contrario siamo anche indisponibili rispetto a certe situazioni, cosa che assolutamente non è. Questa Amministrazione si è fatta carico in numerose occasioni e incontri con tutti gli enti e attori preposti a tale argomento di sostenere le tesi che lei porta avanti, noi lo abbiamo fatto e lo facciamo come lei, ribadendo alcuni diritti dei lavoratori. La risposta però non è semplice, perché attori fondamentali devono anche esprimere la loro posizione, che diventa preminente rispetto alla nostra. Abbiamo detto che c'è una difficoltà di ricostruire un percorso storico, che non è legato solo alla "CAS", ma addirittura a chi ha preceduto la "CAS"; abbiamo detto che le posizioni sono state viste in funzione dei reparti di lavoro e che gli ultimi che sono rimasti esclusi devono riuscire a dimostrare... quindi, Consigliere Bortot, le ho scritto un'ennesima risposta e gliela do e spero che la possa soddisfare.

Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.

Cerise (UV) - Mi permetta il collega Bortot di fare qualche controdeduzione a certe sue affermazioni, in particolare riprese al terzo capoverso. Credo sia del tutto illogico porre direttamente in stretta correlazione il potenziale inquinamento ambientale di un'attività con il numero di autorizzazioni alle emissioni in atmosfera in possesso di un'impresa. Il possesso di un'autorizzazione costituisce al contrario un elemento di conoscenza che consente di controllare e prevenire fenomeni di inquinamento. Le nuove disposizioni emanate con la parte V del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 peraltro assoggettano all'obbligo di autorizzazione qualunque punto di emissione, indipendentemente che questo risulti o meno a servizio di un impianto produttivo (a titolo esemplificativo sono assoggettati ad autorizzazione anche gli sfiati di impianti di raffreddamento, oppure le emissioni di vapore che deriva dalle macchine di lavaggio di attrezzature alimentari). In una realtà industriale complessa come quella dello stabilimento "Cogne" non è affatto corretto porre in correlazione i singoli camini oggetto di autorizzazione con altrettanti punti di emissione di agenti inquinanti. Dalle diverse autorizzazioni rilasciate alla società si può peraltro rilevare che per diversi punti di emissione non sono fissati limiti, perché non collegati ad impianti di lavorazione o di ricambio degli ambienti di lavoro.

Per quanto concerne il quarto capoverso della premessa, credo sia doverosa una precisazione anche per evitare degli allarmismi che non rendono giustizia né a quello che si fa, né alla reale situazione. I rifiuti prodotti dalla "CAS" sono di 3 tipologie: scorie di acciaieria, smaltibili in discarica fino alla concorrenza di 66.000 t/anno; fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle acque reflue del decapaggio, smaltibili in discarica fino alla concorrenza di 12.000 t/anno; fanghi provenienti dall'impianto di depurazione centrale dello stabilimento, smaltibili in discarica fino alla concorrenza di 3.000 t/anno. Ai sensi delle disposizioni vigenti, non è assolutamente possibile avviare allo smaltimento in discarica nessuna tipologia dei rifiuti che ho sopra indicato senza una preventiva caratterizzazione, ossia un'analisi di questi rifiuti, che vengono di volta in volta accertati, partita per partita di rifiuto, in maniera che sia verificata l'assoluta compatibilità degli stessi all'impianto presso cui sono conferiti. Tutte e 3 le tipologie conferite presso la discarica di Pontey, classificata per rifiuti non pericolosi ai sensi delle disposizioni di legge, a partire dal mese di maggio del 2006, sono sempre state caratterizzate analiticamente. Tutti i conferimenti sono risultati sempre conformi alle caratteristiche previste in particolare dal decreto del 2006 e nessuna delle tipologie dei rifiuti conferiti è stata mai classificata come pericolosa. Non è accettabile allora l'affermazione in base alla quale si pongono dei dubbi sulla correttezza delle modalità di gestione di tali rifiuti, almeno per quanto concerne le fasi di trasporto, conferimento ed accettazione dei rifiuti presso la discarica di Pontey. Così come è arbitrario ed ingiustificatamente allarmistica l'affermazione che la gestione dei rifiuti della "Cogne Acciai Speciali" costituisce problemi di sicurezza per la Comunità valdostana. Seppur vero che il principale conferitore presso la discarica di Pontey sarà in ogni caso la "Cogne Acciai Speciali", non essendoci, fra l'altro, nessuna altra attività industriale in Regione che abbia una produzione a livello quantitativo di rifiuti assimilabile a tale stabilimento, non è assolutamente vero che tale impianto sia stato realizzato dalla Regione per le sole necessità della medesima, questo in via principale, ma è aperto ai fini di garantire agli insediamenti industriali in Valle la possibilità di fare ricorso a quella discarica e sono in corso le procedure per l'affidamento per aprire tale possibilità alle imprese valdostane, quindi è un'opportunità per le imprese.

Per quanto riguarda i 2 punti dell'interpellanza, si sono dette delle cose grossolanamente non vere. L'applicazione delle disposizioni contenute nelle parti III, IV e V del decreto in materia ambientale attuativo di direttive comunitarie, nel fissare per quanto concerne gli scarichi delle acque reflue e le emissioni in atmosfera non individua un'assenza di elementi inquinati nelle diverse matrici, ma individua nelle differenti tabelle limiti di accettabilità di inquinanti nella fase di immissione nell'ambiente di acque reflue, delle emissioni in atmosfera o nel deposito in discarica dei rifiuti. Compito della Regione nella fase di rilascio delle singole autorizzazioni è quello di valutare se autorizzare le diverse attività, rispettando puntualmente i limiti di accettabilità previsti dalle singole normative o se fissare limiti più restrittivi rispetto a quelli riportati nella normativa di riferimento. Nel rinnovare le singole autorizzazioni alle emissioni in atmosfera per quanto concerne le attività dello stabilimento "CAS", la Regione ha valutato negli ultimi anni, caso per caso, l'opportunità o meno, in accordo con l'azienda, di iniziare un percorso di progressiva riduzione di tutti i limiti alle emissioni precedentemente autorizzate. Tale riduzione è invece sempre stata attuata per tutte le autorizzazioni rilasciate a partire dal 2005. La "CAS", peraltro, è una delle imprese assoggettate all'obbligo dell'autorizzazione integrata ambientale prevista dal decreto legislativo n. 59/2005, per la quale è già stata avviata la procedura di istruttoria della relativa istanza, presentata entro lo scorso 30 marzo 2007. Proprio in occasione del rilascio di tale nuova autorizzazione, saranno fissati per tutti i punti di emissione dei reparti di acciaieria, decapaggio e treno di laminazione, che costituiscono i principali reparti di lavorazione dello stabilimento, limiti più restrittivi rispetto a quelli stabiliti dalla normativa sopra richiamata.

Per quanto concerne la gestione dei rifiuti, ribadisco quanto già detto nella premessa e quindi non mi ripeto.

Vi è un'altra cosa che devo correggere: la "CAS" non ha subito alcuna condanna a seguito degli esiti di un controllo ispettivo effettuato dal "NOE" di Torino, che ha contestato all'impresa il non rispetto delle disposizioni allora contenute all'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e successive integrazioni e modificazioni. In particolare il "NOE" aveva dato un'interpretazione errata della definizione di "deposito temporaneo" che ha comportato l'avvio di un procedimento penale a carico della "CAS". Il Tribunale di Aosta, con sentenza in data 23 marzo 2005, nel non condannare l'impresa, "in quanto indotta in errore dall'interpretazione della Regione", disponeva alla medesima di richiedere un'autorizzazione all'esercizio del deposito temporaneo, autorizzazione ritenuta dalla Regione non corretta in relazione proprio a quanto stabilito dalla norma. A seguito di tale sentenza, che non riconosceva, peraltro, la validità di un parere espresso dalla Regione, con la quale si fornivano alla "CAS" indicazioni in merito all'interpretazione della norma sopra richiamata, la Giunta regionale, non ritenendo corretta la posizione del "NOE", ha inoltrato al Ministero una richiesta di chiarimenti. Nonostante diversi solleciti, non è mai arrivato nulla. La "CAS" però è stata assolta e ha presentato, a titolo precauzionale, alla Regione una richiesta di autorizzazione al deposito temporaneo. La Regione, in assenza di un riscontro al quesito posto al Ministero ed al fine di evitare nuovi problemi, ha ritenuto in via transitoria di dover dare una sorta di autorizzazione. La bontà della posizione della Regione è stata avvalorata in via definitiva con l'emanazione del decreto legislativo, dove l'articolo 183 dava la nostra interpretazione di deposito temporaneo. Il Ministero quindi non ha risposto sapendo che c'era forse un altro provvedimento ministeriale che confermava questa interpretazione. Andrei cauto quindi prima di fare delle accuse generiche a tale società che, quando sbaglia, viene regolarmente penalizzata, come è giusto da parte di tutti gli organi competenti, ma che, quando fa le cose come devono essere fatte, deve essergli riconosciuto.

Président - La parole au Conseiller Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Non volevo fare polemica, il prossimo Consiglio arrivo con l'elenco di lavoratori, impiegati, tecnici, capi reparto, capi servizio che sono usciti con i benefici dell'amianto senza mai essere stati a contatto con l'amianto e lo dico qui pubblicamente, così ognuno si prenderà le proprie responsabilità, nel senso che la "Cogne" ha gestito in modo clientelare, con tutti noi che stavamo zitti, una parte di tale questione. Ha mandato a casa operai obsoleti, dirigenti e tecnici obsoleti perché non le servivano, ma non erano a contatto con l'amianto, dato che parliamo della gestione e della correttezza di questo bellissimo stabilimento che continuo a difendere! Abbiamo delle responsabilità politiche e amministrative e non possiamo far finta di non vedere cosa succede lì dentro! È stata o no data l'autorizzazione temporanea al deposito di scorie all'interno della "Cogne"? Sì. Non è niente di grave, però che mi si venga a dipingere in modo idilliaco questo stabilimento non ci sto, perché dentro la "Cogne" per adesso ci lavorano degli operai che sono dei cittadini, non capisco perché le scorie nocive dentro la "Cogne" in deposito temporaneo non ci interessino solo perché lì dentro lavorano degli operai e, se ce l'avessimo qui sotto, invece noi tutti "con la puzza sotto il naso" chissà cosa avremo mai detto, oppure se ce le venissero a scaricare qui, perché quei lavoratori queste scorie ce l'hanno lì! Voi avete minimizzato tutto il discorso che ho fatto, ne prendo atto. Insisto a dire al Governo e al Consiglio che dobbiamo discutere con questo... non sono una banda di delinquenti alla "CAS", lo riconosco, sono dei dirigenti che fanno delle attività per far profitto, niente di grave... e cercano di massimizzare il profitto cercando nelle "pieghe" delle leggi... di guadagnare dei soldi: lecito, "non fa una grinza". Quello che voglio dire è che, rispetto a questa logica che "non fa una grinza", il Governo e il Consiglio devono svolgere una propria attività autonoma nei confronti di questo stabilimento per evitare che da un lato, quando si chiede il rispetto della legge, ci si venga a dire: "noi quella cosa non possiamo farla perché dobbiamo rispettare la legge", benissimo! Ma la "CAS" la legge non può rispettarla solo quando rispettando la legge trae dei benefici economici, evitando di riconoscere dei diritti a dei lavoratori, oppure la legge viene forzata per trarre dei benefici economici interpretandola a mo' di elastico a seconda di come fa comodo, un po' a Destra, un po' a Sinistra. Non sto dicendo niente di strano, non sto accusando nessuno, dico che a questi Signori bisogna far capire che si devono mettere i puntini sulle "i" e avere un ruolo meno... non dico di sudditanza, perché vi offendete, ma con occhi, orecchi e naso più attenti, perché, se venissero a produrre quello che produce dentro la "Cogne" e fare un deposito delle scorie "davanti al nostro naso", noi reagiremmo. Non capisco perché, se lo fanno dentro la "Cogne" "sotto il naso" dei lavoratori, non dobbiamo reagire come se quelli fossero lavoratori rispetto a noi di serie "B". Riprenderemo domani con la mozione il discorso dell'amianto.