Oggetto del Consiglio n. 2618 del 4 aprile 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2618/XII - Riapertura di un'adeguata sede dell'Agenzia del Demanio nella nostra regione. (Interpellanza)
Interpellanza
Venuto a conoscenza della notevole rilevanza che riveste il patrimonio del Demanio Statale nella nostra Regione, tra cui almeno 120 immobili e terreni per cui è aperta una procedura di trasferimento all'Amministrazione regionale;
Constatato che tra questi immobili vi sono alcuni beni importanti, in particolare per la realizzazione di progetti, come ad esempio la Caserma del Piccolo San Bernardo per il Comune di La Thuile, i terreni della Caserma dei Carabinieri per il comune di Etroubles, i terreni dell'ex campo di volo della Città di Aosta;
Tenuto conto che l'Agenzia del Demanio Statale non è più presente nella nostra Regione, se non con un ufficio secondario, e che pertanto i decreti di trasferimento devono essere istruiti nella sede di Torino;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Governo regionale per conoscere se intenda:
1) attivarsi presso il Ministero delle Finanze perché venga riaperta un'adeguata sede dell'Agenzia del Demanio nella nostra Regione, almeno fino al completamento del trasferimento di tutti i beni demaniali alla Regione, ivi compresi quelli che saranno resi disponibili dal Ministero della Difesa (Caserma Testafochi, eccetera);
2) richiedere il trasferimento dei beni già identificati alla disponibilità della Valle d'Aosta nel più breve tempo possibile;
3) effettuare una consultazione con tutti gli enti locali della Regione per definire le priorità in tema di beni demaniali;
4) vigilare perché, nel frattempo, tutti i terreni e gli immobili che potrebbero essere trasferiti alla Regione non siano oggetto di trattative con privati al fine della stipula di contratti di affitto, d'uso o di servitù di passaggio, che possano condizionare la loro futura piena disponibilità per l'Amministrazione regionale.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Il problema è relativamente complesso, nel senso che credevo fino a poco tempo fa, scioccamente, che non vi fossero più proprietà del Demanio dello Stato nella nostra Regione, pensavo che fossero tutte state trasferite alla Regione Valle d'Aosta, a parte gli immobili della difesa che per questioni nazionali potevano essere rimasti in capo al Demanio. Sono invece venuto a conoscenza che esiste un elenco di oltre 120 immobili e terreni sparsi in tutta la Valle d'Aosta, di cui è aperta una procedura di trasferimento che però finora non si è concretata. In questo "pool" di immobili e terreni ve ne sono alcuni di grande rilevanza, come la Caserma del Piccolo San Bernardo in Comune di La Thuile, credo sia la Caserma della Guardia di finanza, i terreni della Caserma dei Carabinieri per il Comune di Etroubles, gli importanti terreni dell'ex campo di volo della città di Aosta che sono al Quartiere Dora e sono oggetto di varie problematiche rispetto alla vicinanza con momenti difficili, tipo il decapaggio della "CAS" o alcuni PUD abbastanza contestati nella stessa area. Vi sono poi alcune difficoltà operative relative al fatto che ad Aosta non esiste più un ufficio del Demanio, per cui chi ha dei problemi di rapporti con il Demanio e chi ha in affitto o in uso alcuni di questi terreni o che vorrebbe utilizzare tali immobili - come le Amministrazioni comunali di La Thuile e Etroubles - hanno grandi difficoltà ad avere anche solo rapporti con questi uffici, perché bisogna far riferimento ad un funzionario del Demanio di Torino. Da questa situazione emergono anche difficoltà di tipo operativo, ad esempio, gli immobili del Demanio dovrebbero, quando saranno conferiti agli enti locali competenti, in questo caso la Regione Valle d'Aosta, essere liberi da contratti, mentre mi viene segnalato che non tutti gli immobili che dovrebbero entrare in questo "pool" dovrebbero essere liberi, anzi vi sono trattative in atto per l'acquisto di tali terreni. Il problema allora è capire se vi è la volontà da parte del Governo regionale di prendere in mano questa situazione, per arrivare al trasferimento al Demanio regionale il più in fretta possibile di tali immobili importanti e se vi è la volontà di aprire un rapporto con gli enti locali della Valle d'Aosta per favorire il successivo trasferimento all'ente locale di questi immobili per consentirne gli usi che tali enti hanno ipotizzato di fare. Credo che su questi temi valga la pena fare chiarezza, anche perché in tali fasi di momenti di difficoltà potrebbero inserirsi manovre speculative, come stiamo vedendo per i terreni dell'ex campo di volo di Aosta.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) -Vorrei intanto tranquillizzarla, nel senso che non vi possono essere fenomeni speculativi perché, mentre fino al 1991 poteva esistere una qualche alea di dubbi sul trasferimento di una serie di beni alla Regione, con la sentenza n. 383/1991 della Corte costituzionale, la quale afferma che l'articolo 5 dello Statuto prevede il trasferimento "ipso iure" dei beni del demanio dello Stato situati nel territorio regionale, oggi siamo tranquilli, ossia qualunque bene si dismetta, nel tempo, passa alla Regione: questo è significativo perché l'interpretazione che lo Stato dava all'epoca era contraria, era quella di dire: "lo Statuto è stato fatto nel 1948, ci si riferiva ai beni del 1948"; allora tale sentenza è importante perché segna una tendenza evolutiva. Credo che se oggi chiedessimo al Ministero delle finanze di aprire una sede dell'Agenzia del Demanio alla nostra Regione, il Ministero ci farebbe una pernacchia, perché la realtà odierna è quella di una dismissione continua degli uffici dello Stato rispetto ai quali siamo in gravissima difficoltà. Abbiamo degli uffici esistenti in cui, se domattina si rompe una porta alla Questura di Aosta o si svita un tubo nell'Ufficio delle entrate, con i tagli che ci sono stati in questi anni nei trasferimenti agli uffici periferici dello Stato, questi non sono in grado di far niente.
Prendo invece l'impegno di riflettere se la Regione non possa nella fase gestionale intermedia prima dell'acquisizione definitiva... poi la prego di darmi il documento che lei ha, per una volta sono io che chiedo a lei un documento - e non viceversa - ai sensi dell'articolo 116, ma non so se vale che il Presidente della Regione, ai sensi dell'articolo 116, lo chiede al Consigliere regionale, è un'inversione di ruoli significativa... perché, a quanto ci consta, abbiamo un elenco, un DPCM di alcuni anni fa, che fotografa il trasferimento.
Lei cita alcuni beni che sicuramente hanno degli aspetti particolari, ad esempio la Caserma "Testafochi" non passerebbe mai dal Demanio dello Stato, perché c'è un'intesa prevista dalla norma di attuazione, così come devo dirle, pur avendo il Sindaco di La Thuile e un po' meno quello di Etroubles negli uffici della Presidenza, che non mi hanno mai manifestato questa problematica. Nel tempo, con La Thuile abbiamo seguito dei trasferimenti di beni quasi sempre direttamente con il centro, perché sono dei decreti che alla fine vengono fatti dai Ministeri competenti a Roma. Credo che potrebbe essere interessante capire se questo può essere uno di quegli argomenti di cui possiamo chiedere fin d'ora una regionalizzazione nella gestione di alcuni beni, come hanno fatto Trento e Bolzano, per cui le manderò una "e-mail" per chiederle l'accesso a tale documento.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Ci faremo parte attiva affinché la risposta possa essere consegnata nei 30 giorni canonici al Presidente Caveri, che ringrazio per la disponibilità ad affrontare il tema per il bene della Valle d'Aosta. Sono particolarmente contento che siamo al riparo da manovre speculative, ma richiamo l'attenzione del Presidente, perché la mia impressione è che, sfruttando giochi vari, servitù di servizio, affitti... c'è chi in questo momento sta tentando di utilizzare tali cose.
La seconda questione è che da questa analisi e dagli intendimenti che ha espresso il Governo regionale può venir fuori una cosa interessante in materia di gestione di tale patrimonio. Prima si arriva alla sua definizione e meglio è, se questo può diventare un momento di potenziamento degli strumenti regionali, ben venga. La mia preoccupazione è di capire qual è la via migliore per arrivare ai decreti: se è Roma che sia Roma, se è Torino sia Torino, non mi faccio problemi in materia. Chiedo solo di poter lavorare su questo tipo di argomento.