Oggetto del Consiglio n. 2394 del 10 gennaio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2394/XII - Determinazioni in merito all'assetto societario dell'INVA S.p.A. al fine di ottimizzare il sistema informatico della Regione. (Interpellanza)
Interpellanza
Venuti a conoscenza che la Regione Autonoma della Valle d'Aosta rileverà il 40% del capitale sociale della INVA S.p.A., diventandone, direttamente o tramite Finaosta, l'azionista di maggioranza assoluta;
Tenuto conto che l'attuale legislazione nazionale, specie in campo fiscale, rende particolarmente complessa e difficile la gestione di una S.p.A. pubblica, sia per quanto riguarda l'evidenza della sua redditività, sia per quanto riguarda la possibilità di lavorare per enti terzi, restringendo il ruolo di queste società per azioni a quello di "S.p.A. in house";
Constatato che l'Amministrazione pubblica valdostana, dall'Amministrazione regionale agli enti locali e all'U.S.L., necessita di uno strumento operativo che gestisca e sviluppi le infrastrutture informatiche e che tale ruolo può essere svolto sia da un "S.p.A. in house" che da una agenzia regionale, ente operativo non a scopo di lucro;
Ricordato che, anche in questo settore, i differenti assetti organizzativi e societari non devono portare a differenze nelle condizioni di lavoro e retributive dei dipendenti addetti alle stesse mansioni, a seconda che siano dipendenti regionali o delle società esterne, e che queste società esterne non devono svolgere il ruolo di gestori di forze lavoro a costo ridotto, contraddicendo il principio di uguaglianza a cui tutta l'amministrazione pubblica regionale dovrebbe attenersi;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Governo regionale per conoscere le sue intenzioni in merito:
1) all'assetto societario dell'INVA S.p.A. e alla sua missione, alla luce delle recenti normative nazionali;
2) all'eventuale unificazione nell'INVA, o in altro strumento da individuare, di tutta la struttura informatica della regione, anche quella attualmente interna all'Amministrazione regionale, al fine di ottimizzare e rendere più efficiente il sistema informatico valdostano;
3) alla perequazione dei dipendenti dell'INVA e società collegate, inquadrati nel meno favorevole contratto dei metalmeccanici, rispetto alle norme contrattuali e retributive delle analoghe posizioni del comparto unico regionale.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Non la illustro perché mi sembra molto chiara.
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Nell'ambito dell'interpellanza si fa una serie di premesse. Si ricorda qual è l'intenzione di rilevare il 40% del capitale sociale e della volontà di effettuare un'attività riconducibile al modello "in house"; rispetto a questo si conclude con queste domande: l'assetto societario dell'"INVA S.p.a." e la sua missione, alla luce delle recenti normative nazionali. Allora, la società "INVA", fin dalla sua costituzione che risale al 1987, è stata impostata come una società mista con la presenza in azionariato di soggetti pubblici e privati; attualmente la società è partecipata dalla Regione (40%), da "Telecom Italia" che è subentrata alla vecchia "Olivetti" (40%), Comune di Aosta (15%) e l'USL (5%). La società ha come esclusiva finalità la realizzazione e la gestione del sistema informativo della Regione Valle d'Aosta, degli altri enti pubblici territoriali e dell'USL, purché questi siano in possesso o acquisiscano la qualità di soci della società, nonché delle società controllate o partecipate dagli stessi.
Alcune sentenze della Corte di giustizia europea, con la definizione del modello "in house providing" hanno posto vincoli crescenti a tale società, in particolare l'azionariato deve essere interamente pubblico, deve sussistere da parte degli enti un cosiddetto "controllo analogo", similare a quello verso i servizi interni, ovviamente controllo analogo non vuol dire controllo uguale, ma bisogna immaginare che qualsiasi tipo di attività sarà un'attività compatibile con tutte le procedure che sono specifiche del pubblico. L'attività prevalente deve essere svolta verso gli enti pubblici soci, Bersani addirittura attività esclusiva, che è più restrittiva ancora rispetto alle indicazioni europee. Ovviamente il decreto legge "Bersani", alla luce delle ultime modifiche apportate alla finanziaria dello Stato, consolida questa impostazione, seppure permangano ancora approfondimenti che si rendono necessari. L'insieme delle normative non mette in discussione il modello della società, ma ne limitano l'operatività, l'esclusivo supporto verso il settore pubblico che ne detiene la partecipazione azionaria. Con la trasformazione di "INVA" in "società in house" non si intendono ridefinire le funzioni o la missione, bensì rafforzare le finalità pubbliche della stessa a supporto dell'insieme della pubblica amministrazione presente nella Regione. A tal fine sarà possibile, al termine della trasformazione, la partecipazione alla società di altri enti della pubblica amministrazione che eventualmente lo richiedono.
La seconda domanda chiede le intenzioni in merito all'eventuale unificazione nell'"INVA", o in altro strumento da individuare, di tutta la struttura informatica della Regione, anche quella attualmente interna all'Amministrazione regionale, al fine di ottimizzare e rendere più efficiente il sistema informatico valdostano. Il nostro modello è stato definito da una legge, al cui interno abbiamo individuato quali sono sia i passi che gli attori. Abbiamo l'Amministrazione regionale che definisce il piano triennale, che definisce il "POA", avente l'"ADSI" come soggetto di riferimento, e una società strumentale che è "INVA"; oggi questa è l'impostazione e nella scelta di avere l'"INVA" come società "in house providing" l'organizzazione viene impostata al fine di assicurare all'interno dell'Amministrazione regionale le funzioni di programmazione degli interventi, di verifica e controllo della realizzazione dei progetti e dei servizi richiesti alla società, e integrare le funzioni operative nella società "in house" per rispondere alle necessità di ottimizzazione ed efficienza del sistema. Tale processo è già in corso e proseguirà anche nel futuro, individuando e strutturando le varie aree di intervento. In questi mesi, dopo il decreto "Bersani", con tutta una serie di confronti, questo è il modello che viene utilizzato dalla più parte delle Regioni che hanno un'organizzazione: Piemonte, Liguria, Lombardia, Friuli.
La terza domanda si inserisce invece sulle condizioni contrattuali dei dipendenti dell'"INVA"; si tratta di dipendenti di una società pubblica, ma che ha delle società che svolgono attività simili anche private e il contratto che viene utilizzato da queste società è riconducibile o al settore industriale o del commercio, se è del settore industriale, si va nella tipologia dei metalmeccanici. Questa domanda sembra che porti ad un inquadramento improprio i dipendenti "INVA", che sono assolutamente coerenti con tutte le società che svolgono quel tipo di attività, quindi rispetto a questo ragionamento noi non avremmo alcuna possibilità di valutare la competitività piuttosto che le condizioni in cui opera la società, se dovessimo utilizzare come riferimento un contratto che non è proprio del settore.
Ribadisco, quindi: tutte le società del settore dell'"Information communication technology" hanno questi riferimenti, pertanto credo che sia preciso, perché non vorrei che per piaggeria, per avere un po' di consenso, non si arrivasse a dire che tutti coloro che sono dipendenti di società pubbliche e parapubbliche devono avere il contratto del comparto unico... se così fosse, immagino che possa essere un ragionamento che qualcuno fa, ma se così fosse, i dipendenti degli impianti a fune dovrebbero avere il contratto del comparto unico, così come tutte le società che gravitano, indipendentemente dall'attività svolta, devono essere attratte nel comparto unico. Credo che questa sia un'operazione demagogica, ma questa è la risposta che dal punto di vista tecnico è da dover dare.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Abbiamo scoperto di avere anche un Assessore tecnico, oltre che dei politici, ne prendiamo atto! Pensavo che avessimo a che fare con un Assessore politico, per cui la sua risposta la terrò in conto politico, Assessore!
Lei, è già la seconda volta, nella giornata di oggi, che non risponde, nel senso che al di là di fare una bella cronistoria abbastanza precisa... ma qui dentro c'è forse chi la potrebbe fare meglio di lei, perché ne è stato anche protagonista, non è questo il nostro interesse oggi, l'interesse è capire, essendo cambiata la maggioranza di questa società - ho visto fra l'altro che avete già deliberato, oggi, in Giunta, abbiamo un punto che è una variazione di bilancio che interessa questa parte -, come è cambiato il ruolo e il tipo di rapporto fra Regione e "INVA", perché prima la Regione era un azionista importante, ma non di maggioranza... adesso, è un azionista di maggioranza; mi sembra di aver capito - fra le righe - che va tutto avanti come prima!
Credo invece che in questa maniera si rinunci a fare i politici, cioè a capire che essendo cambiate le condizioni, si potrebbe guardare più in là e andare avanti rispetto alla legge di riassetto a cui lei si riferiva, nel senso che, essendo diventata uno strumento di proprietà della Regione perché siamo maggioritari, a questo punto credo sia il momento di rivedere i rapporti! Questo è un discorso complesso, difficile, la soluzione non credo che nessuno l'abbia in mano, ma certamente prendendo in mano l'idea che le posizioni sono cambiate, una verifica di cosa si possa fare, oggi, in queste condizioni, si dovrebbe fare e spero che si faccia, cercheremo di contribuire a questo.
C'è una questione ancora più importante rispetto a chi lavora in "INVA" che adesso emerge: mentre prima erano dipendenti di una società in cui c'era una partecipazione della Regione, oggi lavorano in una società che dipende dalla Regione. Lei giustamente dice: "qui non cerchiamo di fare populismo"... ma io credo che qui si debba evitare di fare dell'aggio sul costo del lavoro, perché in questo momento "INVA", come l'ha descritta lei, ha dell'aggio sul costo del lavoro, in quanto, a parità di funzioni e di lavoro, ci sono contratti profondamente diversi e se prima c'era una qualche motivazione societaria, oggi non c'è più, quindi bisogna andare a rivedere tutto! E questo è ancora più rilevante quando ci si rende conto che il contratto dei metalmeccanici è applicato non solo a "camici bianchi" che fanno "front office" in Radiologia dell'Ospedale, ma anche a coloro che lavorano in questo stabile, o in Consiglio o in Giunta, che si trovino a lavorare gomito a gomito con dei pari grado dipendenti dell'Amministrazione regionale.
Qual è la fine della fiera? È che noi utilizziamo "INVA" per pagare di meno i lavoratori, questa è la verità! Non credo che si possa fare una soluzione demagogica che si risolva tutto in 5 minuti, passando tutti nel comparto unico, ma è certo che la situazione di questi lavoratori oggi è cambiata e deve essere presa in considerazione nei prossimi contratti, nella prossima organizzazione dell'Amministrazione regionale, perché sarebbe scandaloso che si utilizzasse anche in questo caso il famoso "metodo dei figli e dei figliastri"!