Oggetto del Consiglio n. 2389 del 10 gennaio 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2389/XII - Indicazioni sulle origini dei prodotti agroalimentari. (Interrogazione)
Interrogazione
Premesso che:
· dal 1° gennaio 2005 sono entrate in vigore in Italia le norme del Regolamento CE n. 178/2002, che impongono agli operatori del settore agroalimentare di fornire ai consumatori precise indicazioni sulle origini dei prodotti e su chi è intervenuto nelle singole fasi di produzione lungo tutta la filiera;
· un Accordo del 28 luglio 2005, siglato tra il Ministro della Salute e i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, stabilisce precise linee guida in merito alla rintracciabilità degli alimenti e dei mangimi per fini di sanità pubblica;
ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
il Presidente della Regione e/o l'Assessore delegato per sapere:
1) se tutti gli operatori valdostani del settore agroalimentare hanno adottato sistemi di rintracciabilità dei loro prodotti;
2) quale tipologia di informazione delle nuove regole vigenti è stata effettuata dall'Amministrazione regionale o dalle autorità competenti;
3) con quale metodologia e con quale frequenza vengono effettuati i controlli da parte delle autorità competenti sui cibi che finiscono sulle nostre tavole nonché quali sono le risultanze;
4) a quanto ammontano gli incentivi e i contributi previsti dal Piano di Sviluppo Rurale a favore delle certificazioni di qualità e quali sono i prodotti valdostani che le hanno conseguite.
F.to: Tibaldi - Lattanzi
Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.
Isabellon (UV) - In merito all'interrogazione presentata, si evidenzia come il regolamento comunitario n. 178/2002, al quale sono seguiti una serie di regolamenti denominati "pacchetto igiene", sia di competenza applicativa del settore sanità; in base a un accordo con il collega Fosson risponderò su tutti questi argomenti, anche sulla base di comunicazioni che pervengono dagli uffici competenti.
Per quel che riguarda i punti 1, 2, 3 dell'interrogazione si fa riferimento al settore della sanità e si può riferire in merito che, per il punto 1: "se tutti gli operatori valdostani del settore agroalimentare hanno adottato i sistemi di rintracciabilità...", il Servizio veterinario dell'Unità budgetaria e igiene, alimenti di origine animale, alla luce dei controlli finora effettuati in corso di vigilanza, ha potuto verificare che tutti gli operatori di loro competenza - macelli, sezionamenti, depositi e spacci di carne fresca, caseifici, depositi di prodotti a base latte, laboratori di smielatura e spacci di prodotti ittici - hanno adottato le opportune procedure di rintracciabilità dei loro prodotti. Nell'arco della vigilanza sono state comminate le seguenti sanzioni amministrative per il mancato rispetto delle normative riguardanti la tracciabilità degli alimenti di origine animale: una sanzione amministrativa comminata in data 24 novembre 2005, una sanzione amministrativa comminata in data 7 luglio 2006, sempre riferiti al regolamento comunitario n. 178/2002; poi, sempre in merito a questo punto, abbiamo una comunicazione del Dipartimento di prevenzione dei servizi igiene, alimenti e nutrizione dell'USL, in cui si riferisce che gli operatori del settore agroalimentare della pubblicazione del regolamento n. 178/2002 sono stati informati sulle modalità da adottare nelle procedure ai fini della rintracciabilità degli alimenti.
Passando al punto 2: "quale tipologia di informazione delle nuove regole vigenti è stata effettuata dall'Amministrazione regionale o dalle autorità competenti", si può riferire quanto segue (farò un'elencazione di situazioni che sono state oggetto di pubblicizzazione): sul n. 2 dell'anno 2006 dell'"Informatore agricolo", a pagina 24, è stato pubblicato l'articolo avente come oggetto "Produzione zootecnica e sicurezza alimentare", scritto dal dr. Rovarey e dalla dott.ssa Laura Maccarone, dove vengono chiarite le disposizioni della nuova normativa comunitaria per la sicurezza alimentare, "pacchetto igiene", e viene affrontata in modo esauriente la questione della rintracciabilità degli alimenti. Poi il 13 giugno 2006 durante l'8° corso di formazione per i giovani agricoltori tenutosi a Saint-Christophe, località Charrière, dal dr. Paolo Sonzini, sempre dell'Unità budgetaria igiene e alimenti di origine animale, Servizio veterinario, sono stati spiegati i principi riguardanti la rintracciabilità degli alimenti ai fini della sanità pubblica. Nell'autunno 2005 presso la sala riunione dell'Assessorato dell'agricoltura, si è svolto un incontro con tutti gli allevatori valdostani, gestito dall'"AREV", poi nel trimestrale di informazione dell'USL della Valle d'Aosta è stato pubblicato, nel marzo 2006, un articolo sulle nuove prospettive per la sicurezza alimentare alla luce delle normative del "pacchetto igiene", a cura del dr. Alessandro Sezian. Il 18 maggio 2006 sono state registrate da parte della "RAI" regionale 2 puntate del programma televisivo "Rien qu'une vache" andato in onda negli ultimi 2 martedì dello stesso mese, con intervista al dr. Marco Ragionieri, al dr. Carlo Bandirola e al dr. Mauro Ruffier; si sono tenute poi delle riunioni informative aventi come oggetto le nuove normative del "pacchetto igiene", con particolare riguardo alla rintracciabilità alimentare, sempre organizzate dall'Unità budgetaria igiene, allevamenti e produzioni zootecniche, l'8 novembre 2006 presso il salone polivalente di Donnas, il 15 novembre 2006 presso la sala polifunzionale "Grande Place" di Pollein e il 22 novembre 2006 presso l'auditorio nelle scuole di Morgex, quindi decentrate sul territorio. Il 9 novembre 2006 sono state inviate, a tutti i responsabili di sale di macellazione autorizzate presenti sul territorio regionale da parte dei servizi preposti, delle note informative riguardanti i principi e gli adempimenti previsti dai regolamenti del nuovo "pacchetto igiene". In seguito, in base al piano regionale di prevenzione dell'aflatossina nel latte vaccino, è stata eseguita da parte del Servizio veterinario una verifica riguardante la presenza di procedure sulla rintracciabilità e sul ritiro-richiamo previsto dal regolamento comunitario n. 178/2002. Infine, il 21 novembre 2006, è stata inviata una lettera a tutti i responsabili delle aziende di trasformazione del latte autorizzate, presenti sul territorio regionale, una nota informativa riguardante i principi e gli adempimenti previsti dai regolamenti del "pacchetto igiene". Questo è integrato da quanto riferito dall'USL, dal Dipartimento di prevenzione e servizio igiene, in cui si dice che tutte le associazioni di categoria sono state informate mediante degli incontri avvenuti presso la sala riunioni del Dipartimento di prevenzione, tutte le aziende che risultano all'anagrafe ditte del servizio interessato sono state informate sulla nuova normativa mediante l'invio di un dépliant, cui è seguito un incontro il 9 novembre con i responsabili delle aziende interessate presso la sala polivalente di Pollein: questa è una comunicazione a firma del dr. D'Alessandro.
Passando al punto 3: "con quale metodologia e con quale frequenza vengono effettuati i controlli da parte delle autorità competenti sui cibi che finiscono sulle nostre tavole nonché quali sono le risultanze", qui si può riferire che i controlli nel settore degli alimenti di origine animale vengono eseguiti rispettando le procedure interne, sempre dell'Unità budgetaria igiene e alimenti di origine animale, e precisamente la procedura n. 3 avente come titolo: "procedure di vigilanza periodica", e la procedura n. 4, avente come titolo: "procedure di vigilanza permanente". Le seguenti procedure sono uniformate alla procedura di vigilanza del Dipartimento di prevenzione. Si evidenzia che durante l'operazione di vigilanza il veterinario ispettore controlla sistematicamente la presenza di adeguate procedure e la loro applicazione sulla rintracciabilità dei prodotti alimentari. Si può dire che la frequenza minima della vigilanza periodica è la seguente:
- vigilanza periodica e saltuaria nei macelli: 2 volte all'anno;
- i macelli carni bianche, agricoli, agriturismo: 2 volte all'anno;
- le casere di alpeggio secondo un piano annuale, le casere aziendali di piano: 1 volta all'anno (come minimo si sta parlando);
- le casere pluriconferenti inferiori ai 500mila litri/anno di conferito: 3 volte all'anno;
- depositi e grossisti: 2 volte all'anno;
- stabilimenti sottoprodotti di origine animale: ogni 3 settimane;
- spacci carne: 3 volte all'anno;
- spacci prodotti ittici: 3 volte all'anno;
- mercati a posto fisso: 3 volte all'anno;
- mercati ambulanti secondo un piano annuale, laboratori miele definitivi: 1 volta all'anno;
- laboratori miele temporanei: 1 volta ogni 2 anni.
In merito poi alla vigilanza permanente, viene eseguita ogni volta che gli operatori del servizio veterinario si recano negli stabilimenti in cui è prevista tale vigilanza. Sempre in merito al punto 3, la metodologia e la frequenza dei controlli viene effettuata ai sensi del piano regionale per il controllo dei prodotti alimentari; anche qui, nel 2006, ci sono state 645 ispezioni, 620 campioni, 40 sanzioni, 25 indagini ministeriali, 9 notizie di reato, 70 verifiche di piani di autocontrollo e 755 autorizzazioni.
Per concludere, in merito alla richiesta del punto 4, si può rispondere che relativamente alle certificazioni di qualità non necessariamente di prodotto, ma anche di qualità aziendale, esistono misure previste dal piano di sviluppo rurale, precisamente l'azione 2. C.1.1 del PSR 2000-2006 che ora è in scadenza; sono state concesse le certificazioni aziendali come di seguito proposto: 2 aziende, norma "ISO 9001" con contributi ammessi € 36.850 rispettivamente e € 16.180. Bisogna ricordare che esiste la legge regionale n. 13/2001 che prevede la concessione di aiuti a copertura delle spese di certificazione sostenute per i prodotti "DOP" e "IGP" che possono essere concessi per un periodo non superiore a 6 anni con importi a decrescere. Vi cito quali sono i prodotti interessati: la "Fontina", che è partita nel 2000 e si conclude nel 2005; "Valle d'Aosta fromadzo", partita nel 2002; "Valle d'Aosta lardo Arnad", partita nel 2001; "Valle d'Aosta jambon de Bosses", che è partita nel 2002 (qui bisogna considerare i 6 anni a decrescere). Se poi interessano anche le cifre, posso fornire la documentazione adeguata.
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Per una breve replica. Le domande erano il preludio di risposte tecniche e complesse, quindi ringraziamo l'Assessore per aver compiutamente risposto ai singoli quesiti. Alcune considerazioni, riservandoci di avere una copia di quanto ha letto.
Il regolamento CE n. 178/2002 ha cambiato radicalmente il modo di rapportarci all'alimentazione e alla sicurezza nell'alimentazione. Ci sono strutture preposte a fare i controlli adeguati, sulla base della prima risposta che ci ha fornito, Assessore, abbiamo compreso che il Servizio veterinario dell'USL dichiara che tutti gli operatori, in particolare quelli che producono carne, miele, latte e derivati, si sono adeguati alla normativa, mentre per quanto riguarda il Dipartimento di igiene e prevenzione dell'USL, gli operatori sono stati sensibilizzati, però ci manca il dato su quanti effettivamente applichino la normativa, e ci risulta che - fermo restando che non necessariamente si debba entrare nell'ambito di un procedimento sanzionatorio - nonostante la sensibilizzazione effettuata, e lei ha citato tutta la tipologia delle informazioni che sono state date nel corso di questi anni a mezzo incontri, opuscoli informativi, programmi RAI..., non tutti gli operatori - anzi, ci risulta... ben pochi - si siano adeguati alla normativa, ovvero prevedere le classiche etichette con tutte le indicazioni richieste. È vero che non si può mettere la grande industria alimentare alla stessa stregua della locanda di paese e la prevalenza dei nostri operatori economici interessati dall'applicazione di questa normativa sono ristoratori, ma è altrettanto vero che spesso ciò non accade in Valle d'Aosta.
La nostra interrogazione voleva avere una certezza delle procedure adottate: ci fa piacere sapere che gli organi competenti si siano attivati, ci piacerebbe sapere che una certa mentalità da parte degli operatori è cambiata, perché è venuto il momento di rendere conto al consumatore delle procedure adottate per vendere o trasformare i vari alimenti che giungono sulle nostre tavole. Auspichiamo che i controlli da parte degli Assessorati competenti - in prevalenza quello dell'Assessore Fosson - controllino, non nell'ottica sanzionatoria, ma nell'ottica della prevenzione, che alla fine è lo strumento più efficace per far sì che tutti noi siamo tutelati e assicurati nelle assunzioni dei diversi cibi che finiscono sulle nostre tavole.