Oggetto del Consiglio n. 2349 del 20 dicembre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2349/XII - Istituzione di un Ente museale per la gestione dei beni culturali della Regione. (Interpellanza)
Interpellanza
Preso atto che l'Ente museale, istituzione presente nei programmi di legislatura del 1998 e del 2003, non è stato realizzato, ma anzi la gestione dei beni culturali della nostra Regione si è ulteriormente complicata con la costituzione dell'Associazione Forte di Bard, istituzione che si aggiunge alla gestione diretta degli altri beni culturali, ma che opera con forme e metodi di gestione del personale totalmente diversi e non sottoposti alle regole del pubblico impiego;
Ricordato che nei beni culturali della nostra Regione sono presenti da tempo qualificati lavoratori, assunti a tempo determinato sulla base di una selezione triennale, che attualmente è composta da 131 persone, assunte in forma precaria per nove mesi, mediamente, in un contingente di una trentina di unità per la copertura del servizio sia estivo che invernale, mentre un'altra ottantina di persone, altrettanto qualificate, sono assunte per un periodo di circa 4 mesi da giugno ad ottobre;
Constatato che tali procedure hanno generato un precariato cronico, non solo disdicevole a livello sociale in quanto alcune persone vivono tali incarichi a tempo determinato da oltre dieci anni, ma anche a livello professionale, in quanto non consente un aggiornamento professionale e una crescita delle competenze, che potrebbe essere svolto in periodi di chiusura dei beni culturali;
Richiamata la necessità di esternalizzare tutta la gestione dei beni culturali in un Ente museale, agenzia regionale non a scopo di lucro, che consenta un ottimizzazione dell'offerta, una maggiore flessibilità di funzionamento e una più confacente gestione del personale, in particolare stabilizzandone il rapporto di lavoro e migliorandone la disposizione all'impegno;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per conoscere:
1) quali siano le motivazioni per cui il progetto di Ente museale è stato accantonato;
2) se intenda comunque unificare la gestione dei beni culturali e renderla indipendente dall'Amministrazione regionale;
3) se intenda comunque predisporre interventi straordinari per l'assunzione a tempo indeterminato, in un apposito organico, della trentina di precari che attualmente raggiungono una media di oltre nove mesi di lavoro a tempo determinato;
4) se intenda prolungare le assunzioni dell'ottantina di precari, addetti alle aperture nella stagione estiva in modo da poter svolgere un'attività formativa e di riqualificazione e, contemporaneamente giungere a superare il minimo di settimane lavorative per poter usufruire dell'indennità di disoccupazione.
F.to: Sandri - Fontana Carmela - Ferraris - Fiou
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Questa è una prima interpellanza di una lunga serie sul problema degli enti museali dei beni culturali, di cui ci divertiremo nelle prossime settimane, però c'è un dato storico che ci ha accomunato per un certo periodo, cioè che nei programmi della legislatura precedente e di questa era sempre stato messo l'ente museale come un ente che doveva essere unificante della gestione dei beni culturali della nostra Regione.
Ora, non solo questo ente museale non è stato costituito come una specie di "agenzia regionale dei beni culturali", cioè un ente non economico afferente alla Regione, come l'Agenzia regionale per l'edilizia residenziale, l'"ARER", che è un ente dipendente dalla Regione e che svolge una funzione importante, è però autonoma e consente di essere veloce in una serie di questioni come la progettazione - fiore all'occhiello di quella istituzione perché ha consentito di progettare rapidamente una serie di interventi -, così potrebbe essere un'agenzia regionale dei beni culturali detto anche "ente museale" che potrebbe permettere la gestione diretta dei musei, delle esposizioni e non fare in modo che sia la Regione - come è adesso - a vendere i libri o i biglietti per entrare nei musei, che non è un compito della nostra istituzione; ma non solo in questi anni non è stato fatto tutto ciò, si è andati in direzione contraria, arrivando alla costituzione dell'Associazione "Forte di Bard", che è un'associazione privata in cui chi paga è la Regione, chi decide però è fuori dal controllo della Regione, perché è un'associazione privata, non si sa bene chi assume, quando si assume, dove si assume, a chi si danno in gestione il ristorante, il bar... non lo si sa per adesso, ma lo scopriremo! Sono dei dati che non vanno molto bene nella trasparenza e nella correttezza della Regione...
Secondo punto negativo di questo problema è che si mantengono nel precariato 130 persone che sono qualificati lavoratori che formano l'attività di presentazione e assistenza delle mostre, dei castelli e di altre strutture afferenti ai beni culturali, per cui abbiamo persone che lavorano 4 mesi e persone che lavorano 9 mesi da 10 anni e anche per il fatto che non esiste un'agenzia apposta, ma questi avrebbero dovuto essere assunti dalla Regione che però ha dei vincoli..., di fatto continuano a vivere nel precariato e sono sempre soggetti, ogni 2-3 anni, alla selezione ed è anche capitato che gente che ha lavorato per svariati anni, non sia stata riselezionata e abbia perso il lavoro in una maniera poco corretta. Allora dobbiamo capire che l'esternalizzazione in questo caso è effettivamente utile, non per darla a dei privati, ma per darla a un ente che possa occuparsi in maniera seria di questo. Non deve essere l'Assessore o il politico, ma non deve essere il dirigente della Regione, deve essere una struttura funzionale che faccia tutto questo.
Volevamo capire dall'Amministrazione regionale se c'era la voglia di costituire questo ente, naturalmente all'interno di questo predisporre un progetto per il rientro del precariato di cui dicevamo prima e, in generale, capire se c'è la volontà di smetterla con le associazioni incontrollate e incontrollabili e, invece, avere una gestione più trasparente anche in questo settore.
Président - La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Viérin Laurent.
Viérin L. (UV) - Je remercie le collègue Sandri pour cette interpellation, nous avons déjà eu occasion pendant la discussion du budget d'aborder ce problème.
En prémisse je pense que rien a changé sur l'adresse de l'Administration, car le projet de l'organisme du musée n'a pas été mis de côté, au contraire l'Assessorat à la culture a, compte tenu aussi du nouveau code des biens culturels, lancé une étude finalisée à détecter les modalités d'action les plus adéquates pour garantir des niveaux de valorisation et de jouissance - dont parlait M. Sandri - qui globalement puissent être coordonnés et homogènes afin de travailler dans le respect de la tutelle institutionnelle à laquelle on fait référence. Donc je pense qu'en ce qui me concerne j'ai trouvé le dossier depuis quelques mois, on s'est mis au travail et l'idée d'étudier une gestion qui puisse être plus dynamique est une idée qui me plaît.
Le fait de vouloir rendre indépendante la gestion des biens culturels de l'Administration, qui de fait aujourd'hui est quand même unifiée, exception faite pour le Fort de Bard, mais je n'entrerai pas là dans les détails de la question du Fort de Bard, doit être précédé par une analyse - voilà pourquoi l'étude - précise des coûts, des modalités de gestion et là M. Sandri a lancé une idée assez intéressante du placement ou de la mobilité du personnel, qui actuellement s'occupe de la valorisation de ces ressources, parce qu'une chose est l'Administration qui travaille avec des situations précaires, mais qu'on ne peut pas penser que le problème serait totalement résolu avec l'institution de cet organisme. Il faut donc étudier combien de ces précaires pourraient trouver une occupation définitive ou plus sûre dans cet éventuel organisme; donc cette évaluation préventive qui est en cours d'étude et aussi une étude du point de vue des recettes sur la base des présences que je vous lirai maintenant, qui sont très intéressantes, qui pourrait aussi s'insérer dans un projet de "book shop" qui est une idée qu'on peut admirer dans d'autres réalités hors de la Région. Ici, malheureusement, il n'y a pas de "book shop" - sauf en partie à Fénis - et je pense que le "book shop" est une chose très intéressante qui s'insère dans la filière des biens culturels, des magasins de gadget et des activités de recherche et de sponsorisation. Ces changements doivent donc être évalués sérieusement et sur la base des présences importantes que je vous lirai, qui doivent, en vue d'une éventuelle transformation, être tenues en compte. Je vous cite le Château de Fénis, qui a été fermé pendant une période, qui normalement a presque 100.000 présences, a eu cette année 86.490 présences, Château d'Issogne 54.000 plus ou moins, Château Savoie 11.000, Château de Sarre 31.000, Sarriod de la Tour 9.000, Villa Consolata 189, Cryptoportique 7.727 - on présentera un travail vendredi matin sur un DVD de promotion de cette structure -, fresques 2.155, pour un total de 200.000 présences et en enlevant à côté de ces 200.000, 100.000 présences du Fort de Bard.
Un discours devra donc être entamé, qui - vu qu'on parlait tout à l'heure de "CELVA" - devra responsabiliser aussi les administrations communales qui jouissent des financements pour la restauration, pour les interventions de la part de la Région, et qui ont aussi un peu non seulement le droit, mais aussi le devoir d'être concernées dans certaines décisions et dans certaines interventions. Je dois rappeler que des Communes, mais aussi des associations culturelles, soutiennent de plus en plus à l'intérieur des châteaux des activités culturelles qui mettent en valeur à la fois le bien en question et le territoire, en favorisant la promotion de l'évènement à l'extérieur et en faisant de façon que les sites culturels deviennent aussi des promoteurs d'économie. C'est pour ces raisons qu'il me semble indispensable d'attirer vers les problèmes de gestion à résoudre les organismes locaux; donc un problème complexe et stratégique, sur lequel nous sommes en train de nous pencher et lors du budget, mais aussi en parlant avec M. Sandri on a eu l'occasion de se confronter sur certaines idées, et je crois que ce soit quand même un discours qu'on doit affronter tous ensembles.
Je distinguerais quand même en partie l'autre aspect, celui du personnel, car le développement futur du tourisme culturel est une chose et ce développement lié au personnel je crois que des logiques numériques d'embauche du personnel soient un peu réductives, du prolongement temporel des contrats aussi car l'Administration pour ce qui est de l'existant doit faire face à un pacte de stabilité et c'est impossible à l'heure actuelle d'embaucher de nouveaux gens; donc un aspect aussi critique des dépenses courantes qui, à l'état actuel, en attendant les résultats de cette étude, ne peuvent pas encore avoir réponse.
Tout en reconnaissant quand même que les difficultés liées à cette occupation précaire et déplacées au niveau social existent, je suis convaincu que l'occupation peut être résolue grâce à un projet global tendant à atteindre les objectifs que nous nous donnerons avec ce projet, dont on parlait. En absence pour l'instant d'un organisme des musées, le secteur fonctionne et n'est pas abandonné à lui-même.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Je suis d'accord sur la volonté de confrontation qu'a exprimée l'Assesseur et on est absolument disponibles à un travail ensemble, pour voir quelle est la façon la meilleure pour identifier les moyens les plus efficaces pour réaliser ce "ente museale". Du point de vue de l'occupation il faut être clairs: il y a une trentaine de personnes qui sont précaires depuis une dizaine d'années, je ne crois pas qu'il y a une augmentation des frais pour l'Administration régionale s'elles sont à temps indéterminé ou à temps déterminé, vu aussi que pour les jeunes, pour les universitaires ou pour les gens au commencement de leur vie de travail un certain nombre de places à niveau précaire c'est aussi quelque chose d'important, mais ce sont les 30 chroniques qu'il faut regarder avec plus d'attention pour voir si c'est possible de les embaucher définitivement dans les prochains mois soit avec le projet d'une structure définitive soit pendant l'année prochaine dans l'organisation de l'Administration régionale.
Per quanto riguarda invece la gestione, prendo atto con soddisfazione delle proposte; avevamo appena finito di parlare dell'intervento dei Comuni, credo che per i beni culturali certo bisogna responsabilizzare i Comuni, ma anzitutto sono stati tutti finanziati da soldi regionali, quindi il problema è che la rete deve essere efficiente ed organizzata, cioè gli interessi dei Comuni devono sapersi integrare con un'offerta che abbia senso, perché è inutile che il Castello di Issogne vada per i fatti suoi e il Forte di Bard vada da un'altra parte, bisogna capire i vari beni culturali come metterli a pacchetto in modo che il più forte tiri il più piccolo e questo consenta di fare un'offerta più differenziata che coinvolga anche le realtà, ma da questo punto di vista ci vuole una programmazione regionale e la programmazione regionale deve venire da gente che faccia questo di professione.
Ho apprezzato molto il suo slancio verso il "book shop": questo era "marketing" dei beni culturali del 1984-1985, non so dopo cosa sia successo. Sicuramente dei professionisti messi lì oggi sarebbero più bravi di noi a capire cosa si deve fare in quel settore, per valorizzare le entrate e gli stessi beni culturali senza provocarne un disastro: in tutto questo a noi competerà comunque il problema della trasparenza. Chi ha voglia di lavorare e vuole lavorare insieme è sempre ben accolto e siamo disponibili a questo.