Oggetto del Consiglio n. 2319 del 5 dicembre 2006 - Resoconto
OBJET N° 2319/XII - Suite de l'examen de la loi de finance et de la loi de budget pour l'année 2007. (Continuation et clôture de la discussion générale)
Presidente - Siamo sempre in discussione generale nell'esame dei punti nn. 24.1 e 24.2.
La parola al Consigliere Segretario Maquignaz.
Maquignaz (UV) - Egregi Consiglieri, cari amici, colgo anch'io l'occasione per intervenire... amiche, sicuramente, non dimentichiamo già subito le quote rosa, non vorrei mai, scusate... vado avanti ovviamente ricordando subito i nostri Consiglieri donne, non si potrebbe mai dimenticare! Non volevo assolutamente offendere, anzi erano già comprese chiaramente.
Voglio iniziare il mio intervento chiedendo un po' di silenzio se possibile, perché già prima mi avete abbastanza interrotto, quindi almeno la possibilità di poter esprimere le proprie opinioni... ma soprattutto poter esprimere il proprio pensiero, la propria linea strategico-politica anche qui in questo Consiglio regionale, la massima istituzione della nostra Regione. Colgo l'occasione per iniziare anch'io ad intervenire su questa legge di bilancio, ricordando innanzitutto le difficoltà economiche che stiamo passando non solo noi in Valle d'Aosta, ma difficoltà economiche che l'Europa e l'Italia stanno passando in questo momento. C'è ancora una crisi in atto, in alcuni settori un po' più forte, in altri un po' meno, ma in generale dobbiamo ricordare oggi a malincuore l'effetto euro, che ancora condiziona le famiglie italiane, le famiglie della nostra Regione. L'effetto euro ha creato ancora alcuni problemi e lo abbiamo notato in varie situazioni: abbiamo meno soldi per le famiglie, di conseguenza meno sviluppo ed economia, meno turismo. Qui voglio fare una piccola considerazione, ricordando tutti quelli che troppo spesso e fortunatamente da un lato parlano della casa da gioco. La casa da gioco è un pilastro per noi portante, soprattutto per le entrate che porta alla nostra Regione. Meno soldi vuol dire anzitutto meno soldi da giocare alla casa da gioco, molti meno soldi da giocare; non si può pensare che l'economia si sviluppi solo con il gioco di azzardo. Noi siamo contenti di avere la casa da gioco in questa Regione, ma dobbiamo ricordare che con una crisi in atto - con un Paese meno ricco di prima - non possiamo pretendere che ci sia più gente che giochi al casinò. Tante volte questa demagogia sulla crescita o non la crescita, andrebbe forse analizzata più a fondo e con più attenzione, non basta criticare, ma bisogna anche analizzare il contesto in cui viviamo e il contesto in cui siamo oggi. Famiglie più povere vuol dire anche meno vacanze per tutti, di conseguenza vuol dire meno vacanze in Valle d'Aosta, meno crescita economica, vuol dire difficoltà anche nel turismo.
Qui scusate, ieri non sono riuscito ad intervenire in tempo per poter replicare nell'intervento della finanziaria nazionale, non è questo il luogo per dibattere sulla finanziaria nazionale, ma un confronto è sempre legittimo farlo, in quanto le conseguenze della finanziaria nazionale sono conseguenze che vanno ad incidere sull'economia della nostra Regione. Non voglio ripetere tutti i motivi che già il Presidente Caveri ha già spiegato in questi giorni sulla finanziaria nazionale che non vanno bene; voglio solo dire che con questa finanziaria avremo molti più poveri in Italia e molti meno soldi da spendere; di conseguenza, anche in Valle d'Aosta avremo meno turisti, meno economia che cresce e quant'altro, anche gli stessi Valdostani saranno più poveri di prima. Qui mi dispiace, volevo fare una battuta al collega Fiou, che ieri ha detto: "il mondo va avanti". Mi spiace dirlo, ma purtroppo il mondo con questa finanziaria va indietro, non va avanti, perché la nostra finanziaria non è una finanziaria come quella del Governo. Sto intervenendo quindi per sostenere questa Giunta, per sostenere le scelte fatte in tale finanziaria, per mandare un messaggio molto chiaro: non condividiamo il modello di sviluppo che è stato presentato nella finanziaria nazionale, per nulla! Non siamo d'accordo con dei Governi che sono ricattati da dei movimenti che sono piuttosto vicini all'estremismo. Qui mi dispiace, voglio dirlo, nell'alleanza che ha vinto le elezioni politiche anche in Parlamento ci sono delle frange che cedono, che forse sono pericolose per l'economia di una Nazione e di una Regione. Noi quindi ci dissociamo da un Governo che è ricattato puntualmente al Senato, perché il margine è solo di un voto. Non siamo disponibili tanto meno ad essere mischiati con chi governa oggi l'Italia, almeno personalmente, preferisco dirlo dall'inizio che le mie considerazioni sono sempre personali. Il mondo va o dovrebbe andare avanti, Vicepresidente Fiou, è vero, ma con questa finanziaria più che il mondo l'Italia e la Valle d'Aosta vanno indietro.
Vorrei precisare, prima di intervenire più nello specifico, che oggi non farò l'Assessore alle finanze, in quanto abbiamo già il nostro super Assessore Marguerettaz che ha già spiegato molto bene i contenuti e i dati, ma farò un discorso politico e, essendo un Consigliere regionale, mi sembra giusto. Ovviamente sostengo le scelte fatte dal nostro Assessore e dirò man mano il perché. Voglio però ancora fare una battuta ai nostri amici dei "DS", che anche ieri hanno continuato e continuano a festeggiare una vittoria che non si capisce o magari si capirà; una vittoria, come ha definito il Vicepresidente Fiou, una bruciante sconfitta per noi dell'"Union Valdôtaine", per i gruppi "Stella Alpina", "Fédération". È vero, l'alleanza autonomista progressista ha vinto le elezioni politiche in Valle d'Aosta, state ancora festeggiando. L'"orologio" si è fermato però, perché i Valdostani stanno capendo chi rappresenta questa alleanza autonomista progressista: è un'alleanza nata per dividere i Valdostani e dividere la Valle d'Aosta, noi non siamo d'accordo per essere molto chiari e comunque sia faremo battaglia per far capire con la democrazia e il buon senso cosa è successo. È successo un effetto un po' strano, causato da vari motivi, che forse non è il caso oggi di ricordare; si può solo fare qualche battuta per quel che mi riguarda. Il sottoscritto era con la sua squadra in quel momento a fare una battaglia, qualcun altro evidentemente ha giocato in modo diverso nel nostro movimento, tanto che alcuni uomini del nostro movimento hanno fatto la scelta di schierarsi dall'altra parte quando le candidature erano già presentate al Senato e alla Camera. Questo è un gioco che politicamente non è corretto, perché le scelte di presentare delle alleanze si fanno anche prima per quel che mi riguarda, perché le alleanze nascono dalle scelte: questa scelta ha chiaramente condizionato il risultato elettorale, ma è stato fatto dopo da molti, quindi questo va ricordato perché nessuno ha il coraggio di dirlo. Io ho il coraggio di dirlo, perché ho fatto la battaglia fino in fondo per l'"UV" e per la Valle d'Aosta, e per l'alleanza, quindi voglio togliermi anch'io qualche "sassolino dalla scarpa" visto che continuiamo a "tirare in ballo" la questione della sconfitta che c'è stata. È vero, ma sappiamo anche i motivi, volevamo ricordarlo chiaramente. Qui mi sembra che i motivi siano molto chiari, oltre a tante altre considerazioni che andranno fatte in altre sedi, ma era solo per ricordarvi che alle regionali non sarà così, perché i Valdostani credo stiano capendo l'impostazione che c'è dietro questo tipo di alleanza; di conseguenza, ritengo che alle regionali non sarà così: penso che l'"UV" alle regionali riuscirà a dimostrare ai Valdostani che sarà ancora determinante per difendere gli interessi di tutti, e qui comincio a entrare nel bilancio, cari amici.
Un bilancio che credo sia solidale, equo, un bilancio che oggi nel 2006 è la conseguenza di un lavoro fatto in tanti anni, quindi non possiamo dimenticarci il passato, ma soprattutto non possiamo dimenticarci di tutto quello che è stato fatto in questi anni in questa Regione, di quello che si sta facendo. È troppo facile criticare ingiustamente, è troppo facile non ricordare la politica fatta dall'"UV" in questi anni: quella di pensare a tutti in Valle d'Aosta. Non si può dire che l'"UV", con i difetti che può anche avere come movimento - tutti i movimenti possono avere qualche problema in certi momenti -, non abbia pensato all'interesse dei Valdostani e non abbia cercato sempre di lavorare nella direzione di creare equità, ma tenendo conto di uno sviluppo necessario per la crescita economica della nostra Regione. Non vogliamo una Valle d'Aosta, come vuole qualcun altro, che va al rallentatore: vogliamo una Valle d'Aosta dove si possa ancora lavorare, dove anche quelli che sono stati assunti oggi possano un domani essere tranquilli, e questo nel bilancio regionale e nella finanziaria si vede. Noi pertanto difendiamo anche queste scelte però, dall'altro lato, chiediamo anche - e nel bilancio è scritto a chiare lettere - la possibilità di crescere e anche che vi siano maggiori investimenti necessari per lo sviluppo economico e per far crescere l'economia, un'economia che è costruita da tantissime migliaia di imprese nella nostra Regione, che sono malgrado tutto il pilastro portante dell'economia valdostana, imprese per la maggior parte piccole, piccoli imprenditori che hanno fatto sacrifici, che hanno lavorato, che sono stati anche aiutati - come diceva prima il Consigliere Bortot - e credo sia giusto che chi si impegna possa essere aiutato come imprenditore. Vogliamo però una Valle d'Aosta dove si tenga conto delle difficoltà, ma dove si dia la possibilità a chi vuole esprimersi di potersi esprimere.
Qui voglio dire quello che è stato fatto in questo bilancio, cercherò di non dare troppi numeri, però voglio fare un intervento dove si va a far capire di massima quello che è stato fatto. Voglio ricordare la sicurezza sociale, i 305 milioni di euro che vengono immessi nel bilancio, i trasferimenti all'USL, 245 milioni di euro, quasi 500 mld delle vecchie lire, un aumento del Fondo per le politiche sociali del 16%, e qui voglio ricordare quei soldi che vengono stanziati puntualmente per sostenere gli invalidi civili, i ciechi, i sordomuti, gli ex combattenti, sono destinati 23 milioni di euro, questo non va dimenticato. Per le persone anziane, per i disabili sono stati stanziati 19,3 milioni di euro, perché questa è una cifra importante; per gli asili nido la legge regionale n. 11/2006, anche qui 3,3 milioni di euro.
Quando si fa un intervento sul bilancio non è così semplice, ma ogni volta che sono intervenuto sul bilancio per sostenere il Governo regionale... anzi in tutte le finanziarie e il bilancio di questi anni da quando sono stato eletto ho sempre difeso tutti i Governi regionali che erano lì, sempre con passione e con battaglia, difendendo queste scelte, anche criticandone molte, ma sono sempre stato a difendere la nostra maggioranza, ma ho ricordato già in altre finanziarie che non è possibile pensare di non fare delle scelte. Voglio anche ricordare che troppo spesso capita di dimenticarsi tutti quegli investimenti del passato, tutte quelle leggi che sono già state fatte e che vengono finanziate puntualmente e che vanno a completare una serie di investimenti necessari e che vanno ricordati. Voglio però ricordare soprattutto e dire che è importante la somma messa a disposizione, perlomeno con la situazione attuale credo che i 251 milioni di euro per lo sviluppo economico siano una scelta giusta e vincente, una scelta che potrebbe anche essere implementata, però bisogna anche tener conto delle situazioni che abbiamo: non possiamo solo mettere somme da una parte, togliendole dall'altra. Si parla sempre di equità, allora va bene l'equità, bisogna però pensare anche allo sviluppo e io penso che questo bilancio sia equo, ma tenga conto anche dello sviluppo necessario per la nostra Regione. Nel settore dello sviluppo economico sono stati stanziati 251 milioni di euro, pari al 17% del bilancio, il 30% ovvero 77 milioni sono destinati agli interventi in agricoltura - dopo parlerò di questo importante settore -, il 24,4%, ossia 61 milioni, sono destinati al turismo, il 15%, pari a 37,6 milioni, ai trasporti, il 13%, ossia 32,6 milioni, all'industria, artigianato e commercio, tutti settori che indirettamente vanno a collegarsi anche al turismo, quindi settori importanti, il 9,4% alla formazione professionale, ingenti somme per la formazione, somme fondamentali per la crescita professionale di tante persone nella nostra Valle, il 7,6 con 19 milioni ai programmi comunitari. Non sono qui per fare l'elenco della spesa, però volevo far capire la ripartizione di questi fondi, ma soprattutto far capire questa cifra di 251 milioni di euro, quasi 500 mld delle vecchie lire, per lo sviluppo economico della nostra amata Valle d'Aosta.
Voglio continuare ricordando quel settore di cui parlavo prima, cioè l'agricoltura come settore importante per la nostra Regione, in quanto fa parte della nostra tradizione, della nostra storia. Dobbiamo lavorare come abbiamo fatto in questi anni, sostenendo tale settore, per conservare meglio ancora una volta il nostro territorio, ma per tenere al centro l'uomo, che in questo caso è sul territorio. Dobbiamo quindi sostenere tale economia perché il Valdostano deve anche poter rimanere in quei territori difficili, perché solo così possiamo difendere le nostre radici e le nostre origini e i nostri valori; dunque per far sì che si potenzi anche indirettamente l'economia turistica è necessario e per questo condividiamo anche gli investimenti in agricoltura, ci deve essere sempre una proporzione e credo che il futuro si giochi sul binomio turismo-agricoltura, vedi la legge che ha presentato l'Assessore Isabellon: la legge sull'agriturismo, una legge che dà la possibilità agli agricoltori di diventare anche piccoli imprenditori, di poter creare una simbiosi importante fra il turismo e l'agricoltura. Ovviamente tornando all'agricoltura, non voglio qui criticare il Consigliere Bortot, che vede forse un turismo da una parte... anche giusto... però caro amico Bortot, devo dire che senza sviluppo non c'è crescita, che siamo obbligati a fare delle scelte se vogliamo tenere l'uomo in montagna, quindi sulle strade poderali andiamoci piano ogni tanto, non facciamo delle crociate contro una strada che magari diventano la risoluzione di tutti i problemi, perché forse anche tante strade sono necessarie per tenere l'uomo in montagna, tante scelte sono necessarie, quindi anche noi non vogliamo un turismo distruttivo, vogliamo un turismo di tradizione, vogliamo ricordare che per mantenere l'agricoltura è necessario fare delle scelte, per mantenere il territorio è necessario fare ancora altre scelte, quindi vediamo bene questa integrazione del turismo con l'agricoltura. Voglio soprattutto ricordare alcuni punti di queste risorse e i 52 milioni che vengono spesi negli investimenti, fra questi i principali riguardano i contributi per gli investimenti migliorativi aziendali nel settore agricolo per 5,8 milioni, contributi per lo sviluppo e il miglioramento delle infrastrutture rurali per 30,3 milioni, i contributi per gli interventi migliorativi sui fabbricati rurali, aziendali ed alpeggio per euro 7,7. Indubbiamente questi investimenti sono necessari per rimettere a posto i nostri alpeggi, per conservare il nostro territorio, scelte discutibili, ma se oggi abbiamo una Valle d'Aosta con un territorio ancora ben conservato e a dimensione d'uomo, un territorio dove si possa ancora stare in montagna, un territorio dove i nostri turisti possano ancora camminare sicuri, un territorio dove sono stati fatti grandi investimenti, credo che questa sia una scelta da difendere malgrado la possibilità e magari anche idee diverse, però noi vogliamo dirlo che tali investimenti vengono fatti, perché noi li difendiamo i nostri agricoltori per essere molto chiari, perché sono una risorsa per la nostra valle.
Voglio ricordare - mi dispiace che il Consigliere Sandri fa delle battute strane ogni volta, vorrebbe essere al posto nostro, ma purtroppo adesso è in minoranza, probabilmente è dispiaciuto di quello .... - la legge regionale n. 21/2001 in materia di allevamento zootecnico ed i relativi prodotti con uno stanziamento di 10,9 milioni di euro, di cui 8,9 milioni di euro per contributi per interventi correnti e 2 milioni di euro per contributi per interventi di investimento e di sviluppo.
Per quanto riguarda altri argomenti, voglio andare avanti nel mio intervento e, come vedete, "vado a braccio", mi sono preso degli appunti, ma faccio un intervento "a braccio" seguendo la mia passione e cercando di dire quello che penso, nel modo giusto, senza esagerare magari... voglio ricordare soprattutto i grandi investimenti fatti negli impianti a fune in questi anni, investimenti che magari a volte vengono criticati, ma che sono forse necessari e sono stati necessari per il rilancio economico e turistico della nostra Regione. Non dimentichiamo le 1.000 persone che lavorano negli impianti a fune. Gli impianti creano indotto per il turismo, e qui voglio far capire il perché delle scelte di investimento negli anni passati, investimenti un po' diminuiti in questi anni, perché molti progetti sono andati a compimento, come la riqualificazione di alcune località, ricordo gli investimenti fatti nella zona di Valtournenche per la "Cime Bianche S.p.a.", per riqualificare gli impianti in scadenza, gli impianti alla fine di vita tecnica, importanti investimenti su Valtournenche, fondamentali per la sopravvivenza del nostro Paese, investimenti negli impianti degli ex Cretaz, che partono da Breuil Cervinia con 2 seggiovie nuove ad agganciamento automatico molto importanti, che sono in fase di ultimazione, impianti fondamentali per sostenere ancora questa economia, impianti che sono importanti per difendere tutto. Lo dico qui, voglio farlo capire, mi piace poter intervenire in Consiglio per dire cose che tante volte non vengono dette, sono impianti che sono importanti per sostenere tutta l'economia turistica della nostra valle, perché parliamo di strutture che portano clientela, strutture sulle quali vivono alberghi, commerci, bar, ristoranti, negozi, imprese che forniscono gli alimenti, vivono tanti piccoli imprenditori che sono legati al mondo del turismo. Con la situazione di questi giorni purtroppo abbiamo visto che, se non parte il volano del turismo, l'economia non dico che si fermi, ma rischia di andare al rallentatore, quindi auspichiamo che le cose cambieranno in questi giorni. Sperando di fare una buona stagione in questa Regione, ci siamo accorti del fatto che se il turismo si ferma, si ferma l'economia di questa valle e, ricordando gli impianti, non voglio esagerare, ma ritengo che questi investimenti fatti negli anni, dove magari si dice tante volte che si siano iniettate ingenti somme economiche, sono investimenti forti, investimenti che sono stati necessari, che sono importanti e che vanno ricordati ancora oggi per sostenere l'economia della nostra valle. Andava quindi detto che andranno fatte scelte strategiche nei prossimi anni e vedremo, credo che il futuro si giochi con le grandi scelte, tenendo conto dell'ambiente, però bisogna sempre trovare il giusto equilibrio fra lo sviluppo e l'ambiente in cui viviamo.
Voglio ricordare gli investimenti strategici della nostra Regione, la scelta politica di ampliare l'Aeroporto "Corrado Gex", un aeroporto importante, un aeroporto che dovrà diventare un aeroporto a vocazione più turistica, un aeroporto dove potranno atterrare aerei un po' più grandi che potranno portare maggiori turisti nella nostra Regione. Ben venga quindi la radioassistenza, ben venga l'allungamento della pista, ovviamente queste cose vanno dette; capisco che ad alcuni dia fastidio, perché non si può avere tutto nella vita, bisogna fare delle scelte politiche e in tale bilancio le scelte ci sono, si sceglie comunque questa strada: quella di ampliare un aeroporto nei prossimi anni, per portare più persone, per metterlo in sicurezza - la sicurezza è fondamentale ai nostri giorni -, quindi indubbiamente tali investimenti sono fondamentali e noi li difendiamo.
Per quanto riguarda alcune altre considerazioni che voglio fare... e voglio ricordarlo, perché ripeto il turismo nella nostra Valle sempre più, almeno politicamente, è sentito da questa Assemblea, credo che negli ultimi anni si possa dire che ci sono maggiori investimenti, un po' alla volta, anche se ce ne vorrebbero di più, ho sempre detto in tutte le occasioni che ho avuto che è necessario un po' alla volta aumentare gli investimenti, fare delle grandi scelte per implementare la crescita economico-turistica della nostra valle. Lo abbiamo detto in tante occasioni, ci rendiamo conto che, quando si parla di un bilancio, bisogna tener conto di tutti, perché deve essere un bilancio equo che tiene in considerazione anche chi ha bisogno, che tiene in considerazione tutte le energie che vi sono nella nostra Regione, quindi sì un bilancio di sviluppo, come dicevo, vorremmo più fondi e dobbiamo dirlo qui, che ho notato guardando il bilancio... e mi sembra - poi avrà modo di replicare l'Assessore al turismo, Pastoret - di capire che per la promozione, un settore che abbiamo sempre sostenuto, un settore dove è necessario investire nuove risorse, abbiamo più soldi a disposizione, sembra di vedere che ci sono rispetto agli anni passati 500mila euro in più, 1 mld di vecchie lire in più per quel che riguarda la promozione turistica e le scelte strategiche, per far conoscere ancora di più la nostra Valle in Europa e nel mondo, perché qui va detto, abbiamo un territorio bellissimo, abbiamo fatto delle infrastrutture, stiamo crescendo turisticamente, però per poter vendere il nostro prodotto dobbiamo avere i soldi per farlo, quindi è necessario fare nuovi investimenti e mettere nuovi fondi, come è stato fatto, con una scelta vincente, per la promozione della Valle d'Aosta. Promuovere la Valle d'Aosta vuol dire portare un beneficio indiretto a tantissime categorie, ma soprattutto alle persone che vivono nella nostra Regione, che sono indirettamente "agganciate" al mondo del turismo. Più promozione vuol dire più turisti in Valle d'Aosta e più ricchezza per la Valle d'Aosta, quindi ben venga questa scelta di andare ad implementare la promozione, perché mi sembra una scelta vincente. Volevo ricordarlo perché troppo spesso si dice che mancano i soldi per la promozione, mentre poi, quando si va a vedere, i fondi ci sono. L'importante è fare le scelte strategiche, necessarie, per usarle nel modo migliore e negli ultimi anni mi sembra che certe scelte siano state fatte e l'aumentare questi fondi è una scelta vincente.
Voglio ricordare 9,4 milioni di euro che sono destinati alle attività turistico-ricettive e commerciali, per poter finanziare la legge n. 19/2001, che va a dare i contributi alle imprese commerciali e alberghiere, quindi ovviamente questo era un aspetto importante per la crescita turistica, era importante poter accedere a dei finanziamenti per migliorare le strutture e costruire delle strutture migliori e più belle, anche perché sappiamo bene che nei prossimi anni la sfida si giocherà sulla qualità del nostro turismo. Sono necessari grandi investimenti per riqualificare quelle strutture, per vincere la concorrenza esistente, cari amici, perché la concorrenza esiste anche se siamo in Valle d'Aosta, anche se abbiamo risorse disponibili. Esiste nel vicino Piemonte con gli investimenti fatti, sono stati costruiti nuovi impianti a fune, tanti nuovi alberghi - e sono contento per loro - e noi dobbiamo tener conto che con le nuove strutture che nascono la concorrenza aumenta. La vicina Svizzera tutti i giorni porta avanti progetti molto ambiziosi, progetti importanti e di rilancio, quindi non dobbiamo dimenticarci che la sfida è legata alla tecnologia e al futuro, ma anche alla concorrenza, non dobbiamo dimenticarci che vicino a noi ci sono grandi gruppi che investono e fanno concorrenza anche alla Valle d'Aosta. Non vogliamo una Valle d'Aosta delle multinazionali, ma vogliamo una Valle d'Aosta delle piccole imprese, una Regione dove i piccoli imprenditori valdostani possano ancora esprimersi, tenendo conto del cambiamento, dell'evoluzione delle cose, perché l'economia va avanti. Non vogliamo quindi metterci "fuori dalle cose", ma vogliamo essere protagonisti della nostra economia, essendo nati qui, quindi è giusto che anche chi è nato qui faccia la battaglia per difendere la propria Regione e la propria terra.
Voglio ricordare la legge regionale n. 45/1986 con gli interventi, qui abbiamo 4 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture ricreativo-sportive con circa quasi 8 mld delle vecchie lire: mi piace parlare ancora in lire per far capire l'impatto della manovra finanziaria di bilancio, tante volte quando si parla in euro sembra sempre di parlare di "noccioline", però tante volte con l'euro non ci si rende conto, ma si parla di cifre molto alte, quindi scusatemi se ogni tanto faccio questa traduzione in lire, mi viene naturale per far capire il peso della manovra.
Formazione professionale: qui dobbiamo ricordare anche i fondi per la formazione professionale turistica, meglio conosciuta come scuola alberghiera o, meglio, l'Istituto professionale regionale alberghiero IPRA, un istituto importante per la formazione, una scuola alberghiera che ci è invidiata da tutti, una scuola alberghiera di eccellenza che è stata costruita in questa Regione, una scuola alberghiera importante anche per i fondi soprattutto immessi in questo.
Voglio ricordare l'ultima legge che è stata fatta sui rifugi: legge regionale n. 4/2004, "Interventi per lo sviluppo alpinistico escursionistico e disciplina della professione di gestore di rifugio alpino", con dei fondi per 2,6 milioni di euro, 5 mld di vecchie lire, quasi tutti destinati per interventi, arredi e attrezzature relative ai rifugi. Crediamo che questa scelta di dare la possibilità di costruire dei rifugi e di riqualificarli sia importante perché legata alla montagna e a permettere a persone della nostra Regione di restare qui a lavorare, a difendere la propria economia e a valorizzare nel modo giusto il proprio territorio. Siamo quindi obbligati a difendere le nostre scelte, ma siamo convinti di difenderle con la coscienza a posto, poi ognuno ha le sue responsabilità in politica e nella vita e noi siamo qui per prendercele. Personalmente sono qui per prendermele negli anni in cui sono stato qui, ma difendo anche delle scelte del passato, perché hanno portato al bilancio che abbiamo qui oggi.
Per quanto riguarda le attività produttive, è necessario ricordare altri investimenti ancora, perché legge regionale n. 84/1993, una legge vecchia... cioè vecchia per modo di dire, ma non è una legge che abbiamo fatto noi sugli interventi regionali a favore della ricerca e dello sviluppo... dove è in bilancio uno stanziamento di 6,1 milioni di euro, destinati quasi interamente a contributi per la ricerca e lo sviluppo nel settore industriale. Un'industria che purtroppo stenta a decollare e che è in difficoltà, un'industria che sta passando un momento molto difficile e soprattutto la bassa Valle sta passando un momento non facile della propria economia. Va bene quindi sostenere gli investimenti e siamo d'accordo, però dobbiamo anche trovare nuove strategie di sviluppo per la bassa Valle, perché la bassa Valle è in un momento difficile. Ben venga l'ultimazione del Forte di Bard, che, se utilizzato bene a scopo turistico, potrà portare dell'indotto anche in bassa Valle, quindi ben vengano le scelte in questa direzione.
Voglio ricordare la legge regionale n. 6/2003, "Interventi regionali per lo sviluppo delle imprese industriali e artigiane", anche qui si parla di 9,6 milioni di euro destinati al sostegno di investimenti produttivi, per 5,1 destinati alle imprese artigiane. Noi gli artigiani li difendiamo, noi crediamo che sia necessario sostenere anche i nostri artigiani in Valle d'Aosta, che sono importanti; i nostri artigiani lavorano qui nella nostra Regione, quindi bisogna ricordarsi che portano un grosso aiuto all'economia regionale ed ho voluto dirlo, per sottolineare la continuità in questi ultimi anni di tali ingenti somme che sono state messe a disposizione di categorie importanti di persone. Ricordare il passato serve per crescere nel futuro, ricordando anche gli sbagli, ma ricordando anche le cose buone fatte.
Ricordo ancora gli interventi regionali per la promozione - mi sembrava che il Consigliere Venturella avesse ricordato l'energia pulita - dell'uso razionale dell'energia ai sensi della legge regionale n. 3/2006, sono finanziati per 3,2 milioni di euro, destinati a spese di investimento per 2,5 milioni, finalizzati a concedere i contributi per l'installazione di impianti dimostrativi, 1,5 milioni di euro circa, e per l'uso razionale dell'energia nel settore dell'edilizia residenziale con 1 milione di euro. Qui diventa difficile dire se sono tanti o pochi, prima di sembrava di capire dai colleghi che, secondo loro, hanno poche risorse, forse in effetti andrebbero implementati, ma siamo qui per discutere di quello, però non sono pochi soldi, parliamo già di parecchi miliardi di lire, che poi vadano implementati può anche darsi, perché il fatto di andare a riqualificare queste situazioni è importante. Voglio ricordare il discorso dell'energia generale, che tante volte si tende a criticare, si fa della demagogia sull'energia, però anche noi crediamo nell'energia pulita e qui è giusto fare delle scelte vincenti, sempre più esiste l'inquinamento. Non vogliamo dimenticarcene, colleghi del gruppo "Arcobaleno", perché anche da parte nostra negli ultimi anni una certa attenzione verso la qualità dell'ambiente c'è sempre stata. Siamo tutti per un Paese dove l'ambiente sia tutelato, soprattutto visto che l'ambiente è il nostro patrimonio principale, perché quando "vendiamo" la Valle d'Aosta, "vendiamo" il nostro ambiente ai nostri turisti e poi perché ci viviamo noi e ci teniamo alla nostra salute. Non credo quindi che nessuno abbia fatto delle scelte folli, o delle scelte fuori dai tempi, o delle scelte che non vadano nella direzione... tenendo conto dell'uomo sul territorio, perché se fare le scelte che dite voi vuol dire che i Valdostani devono andare via dalle vallate, non possono più produrre in montagna, a questo punto no, non siamo d'accordo. Chiediamo che i Valdostani possano restare in montagna a lavorare, possano costruire in montagna, nel modo giusto ovviamente e siamo d'accordo che lo sviluppo economico debba tener conto di alcuni fattori, questo sì.
Voglio ricordare l'attenzione posta da questa Giunta all'Università della Valle d'Aosta, con la legge regionale n. 25/2001, oggi nel bilancio vediamo 8,8 milioni di euro, di cui 6,9 milioni destinati al finanziamento di parte corrente e 1,9 milioni di euro per gli investimenti, quindi è importante il potenziamento della nostra Università. Credo vi sia una certa attenzione in tale direzione, voglio sottolineare l'importanza anche di questa scelta, ho voluto ricordarla perlomeno.
Cercherò di non dilungarmi oltre, per non diventare monotono, ma ho voluto dire alcune cose importanti e voglio ricordare altre cose prima di terminare il mio intervento. Ricordo alcuni contributi: quelli ai gruppi corali, alle bande musicali della nostra Valle, 150mila euro, legge regionale n. 96/1993, sempre sulla stessa legge vedo che sono stati stanziati 150mila euro per contributi all'organizzazione per manifestazioni di rilievo culturale, scientifico ed artistico, anche queste credo siano scelte importanti che troppo spesso vengono dimenticate, cestinate, qualcuno forse non vuol farlo sapere, ma noi siamo qui anche per farlo sapere. Già nella finanziaria degli anni passati ho voluto ricordare la legge regionale n. 10/1990, i contributi alla costruzione del manto di coperture in lose di pietra: anche qui ogni anno tutti si dimenticano, ma la Regione sta ancora mettendo 4,9 milioni di euro per far sì che si possa avere questo contributo. In Valle d'Aosta è importante riqualificare le abitazioni, costruirle con certi criteri... quindi anche tali contributi andavano ricordati, perché troppo spesso si tende a criticare e a non ricordare, allora mi premeva dirlo.
Voglio ricordare un'altra legge che potrà creare un po' di dibattito e che ha creato un po' di dibattito in questo Consiglio, ho voluto fare alcuni interventi su settori di cui volevo parlare oggi, senza dettagliare ogni tipo di Assessorato, consentitemi, non sono Assessore regionale e l'Assessore lo ha già fatto meglio di me, ho solo cercato di fare un discorso più politico e voglio ricordare la legge regionale n. 21/2004: la legge sulle grandi opere, una legge che quest'anno perlomeno ha più fondi a disposizione, 6 mld di vecchie lire. Voglio cercare di spiegare agli amici del gruppo "CdL", che hanno sempre sostenuto la battaglia per le grandi opere... li chiamo "amici", perché non li considero così pericolosi come altri in questo Consiglio, mi sembrano persone valide e moderate, ogni tanto eccedono anche loro, ma alla fine non credo che a parlare di "Forza Italia" ci si debba spaventare così come qualcuno si spaventa ogni tanto, io non ho paura perlomeno... ognuno fa la sua politica in questa Regione ed è legittimo che sia così. Tornando alla legge sulle grandi opere, volevo ricordare la risoluzione fatta nel 2003 che gli amici di "Forza Italia" presentarono insieme a noi per porre l'attenzione insieme a tutti gli altri amici della maggioranza che hanno sostenuto la risoluzione di allora, volevo ricordare i fondi immessi in questa legge e non che si faccia demagogia ogni volta: quando facciamo tali opere, dove sono i soldi, non bastano, i soliti discorsi... con 3 milioni cosa fai? Fai progetti! Molto semplice, si fanno i progetti con questi soldi per le opere fondamentali per la nostra Valle e qui si fanno i progetti, gli studi di fattibilità prima e si dovranno portare a compimento un po' alla volta; quindi, finiti i progetti definitivi, quando il piano passerà in Consiglio per la scelta strategica sulle opere da finanziare, andremo a implementare questo fondo e faremo un programma di investimenti. Nessuno si è dimenticato delle grandi opere, queste sono ancora attuali, nel senso che sono fondamentali per la circolazione, per lo sviluppo, per diminuire l'inquinamento nei Paesi, per aumentare la sicurezza nelle nostre comunità. Queste opere sono necessarie per essere all'avanguardia in Europa, per presentare delle località turistiche che siano a dimensione di uomo e che siano soprattutto meno inquinate e più sicure.
Voglio solo terminare dicendo che condivido le scelte strategiche e politiche di questo bilancio, che senza dubbio nella vita si possono sempre fare delle cose migliori, ma credo che vi sia la buona fede, la capacità di aver costruito un bilancio di buon senso, un bilancio che in un momento di difficoltà ha saputo tener conto di tutti quelli che vivono nella nostra Regione, quindi un bilancio equo, ma un bilancio per lo sviluppo economico.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Non vedo l'Assessore competente in materia, ecco ha tirato su la testa, perché la prima osservazione è proprio per lui. La finanziaria e il bilancio della Regione autonoma Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste, questa denominazione che è stata voluta dal Presidente della Regione quando era Deputato e che è stata messa nella Costituzione, ma di cui spesso non ci si ricorda, sono gli strumenti essenziali del governo che il Consiglio Valle esercita sulla società valdostana. Non è quindi, Assessore, un fattore esogeno la società valdostana, ma è l'oggetto stesso della nostra azione politica. Occorre quindi analizzare a fondo il quadro socio-economico della Valle d'Aosta senza farsi sconti e devo dire che, da questo punto di vista, le sue 2 paginette in francese mi sono rivelate leggerine. Cercherò di abbozzare un'analisi di tipo tradizionale, secondo i canoni della politica, quella a cui siamo abituati, per poi affrontare in un secondo momento un nuovo modo di fare l'analisi della società attraverso lo studio non solo dei fattori economici, perché dovrebbe essere così... che il benessere di una società e di una popolazione, di tanti individui messi insieme non può essere misurato solo con il PIL o con i tassi di disoccupazione, ma con gli indici di benessere sociale, come la mortalità per suicidio, il tasso di divorzio o di abbandoni scolastici, l'alcolismo.
Tornando agli elementi tradizionali, il primo elemento da evidenziare è che da quasi un decennio la crescita economica valdostana è a dir poco trascurabile, anzi la nostra economia possiamo dire che sta arretrando. In euro 2006 il PIL della Regione Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste è sceso - ripeto: sceso - da 3,4 mld di euro del 1995 a meno di 3 mld nel 2004, a parità di moneta; perciò significa che la nostra posizione in Italia, in Europa e nel mondo sta rapidamente arretrando, perché non solo gli altri non sono fermi, ma vanno avanti. Ci sono Paesi come la Cina e l'India che rappresentano 1/3 della popolazione mondiale che viaggiano a 2 cifre, Paesi ad economia matura, perché sembra che in Valle d'Aosta, quando si dice economia matura, è per dire che non ci può più essere sviluppo... dico Paesi ad economia matura come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Finlandia e molti Paesi del nord Europa viaggiano oltre il 3% ininterrottamente di sviluppo del PIL all'anno da 10 anni. Tornando più vicini a noi, alle Province dell'Emilia, della Puglia o del Friuli, sono costantemente sopra il 2% nell'ultimo decennio, ciò si traduce in lavoro, elemento essenziale per il benessere di una popolazione, è un punto di riferimento importante, ebbene qui i dati sono ancora peggiori se possibile. Nell'ultimo anno, dal secondo trimestre 2005 al secondo trimestre 2006 - dati de "Il Sole 24Ore" - l'unica Regione d'Italia in cui il tasso di occupazione per le persone dai 15 ai 64 anni è diminuito è la Valle d'Aosta (da 67,5 a 66,6); tanto per capirci, chi era più avanti di noi come l'Emilia è andata avanti dal 68,7 al 69,9, non vi dico del Trentino Alto Adige, altrimenti sarebbe esagerato, e chi era dietro come la Calabria, è passato dal 44,1 al 45,3, una sola Regione ha visto la riduzione dell'occupazione. Dobbiamo allora farci un'analisi delle cause, guardare in faccia la realtà sommariamente per quanto delineata porta a questo concetto. Sulle cause credo ci si possa confrontare, al di là delle dichiarazioni politico-teoriche che ho sentito stamani e ad inizio pomeriggio, che non possono che trovarci in posizione differenziate, ma credo che, quando si affrontano i problemi nel concreto, ci si possa confrontare con più serietà.
La nostra analisi, e che è già stata in parte illustrata stamani dal collega Fiou, è la riduzione della nostra competitività. Perché siamo diventati meno competitivi in tutti questi anni? Perché c'è stata una carenza delle infrastrutture, una carenza dell'amministrazione pubblica, una carenza della scuola e dell'istruzione e soprattutto un fallimento di un modello di sviluppo, fallimento totale dal punto di vista storico che ha avuto dei momenti positivi, ma che non è riuscito poi a trasformarsi in un progetto valido di lungo periodo. Mi permetterete di fare un'analisi più dettagliata di queste infrastrutture per permettere a voi di contestarle nel caso non le condividiate. Diciamo che le infrastrutture essenziali sono vetuste o insufficienti. La ferrovia, vera e propria colonna vertebrale di qualunque Paese o Regione d'Europa che voglia svilupparsi, ricalca quella del XIXo secolo; oggi in un continente in cui Parigi e Londra, solo 20 anni fa separate da 6 ore di viaggio, distano 2 ore e mezza... cioè la media dei collegamenti reali fra Aosta e Torino di 20 anni fa e di oggi. La nostra Valle si è allontanata da tutto e da tutti. In questi anni in Francia, dove il sistema ferroviario funziona meglio che da noi, si va da Parigi a Marsiglia in 3 ore, il che vuol dire che la Francia è diventato un Paese stretto, con grandi facilità di comunicazione e questo ha portato sviluppo, ha valorizzato il valore delle case in Provenza, perché oggi il sabato e la domenica gli Inglesi prendono il treno e se ne vanno in Provenza nella loro casa. Noi invece ci siamo allontanati da quello che è stato mitizzato come il "carrefour de l'Europe", perché nei fatti siamo diventati un'isola lontana dispersa nei margini dell'Europa e forse anche del mondo. Da questo punto di vista, ci siamo beati, e non so se in buona o cattiva fede, per anni di progetti che avrebbero dovuto legarci all'Europa, rendere tutti questi collegamenti più forti: parlo ad esempio dell'Aosta/Martigny, che sarebbe davvero una grande porta per l'Europa, pensate che Zurigo diventerebbe raggiungibile nello stesso tempo che Milano. Ebbene, pur essendo ormai 17 anni che si dichiara la volontà di fare l'Aosta/Martigny, in tutti questi anni non ci si è preoccupati più di tanto di fare quello che è il passo prodromico per l'Aosta/Martigny, cioè consentire l'accesso alla rete nazionale, da Aosta a Chivasso. Non sto ponendo colpe per qualcuno o qualcun altro, sto dicendo qual è la realtà di cui tutti siamo responsabili. A fronte di queste importanti difficoltà, ci siamo lanciati in un altro settore: quello dei grandi investimenti stradali, che però non hanno dato i risultati sperati in termini di sviluppo sia per i costi, e volevo citare subito un caro amico, Enrico Martial, che nel 1996 sulla "Table ronde", diceva che uno dei problemi per fare una "cerniera" fra Vallese, Haute Savoie e la Valle d'Aosta è riuscire a limitare i costi troppo elevati dei trafori per gli abitanti frontalieri e ancora oggi siamo qui a fare interpellanze e interrogazioni su tale problema dei costi. Quella del Gran San Bernardo è a livelli di "gioielleria", perché una galleria di 5 km... che si arriva a 30 euro! Questa questione della strada non ha avuto grande sviluppo, perché i problemi di inquinamento e la realtà politica che c'è dall'altra parte - Svizzera e Francia - hanno deciso che tale corridoio non deve essere un corridoio particolarmente importante, per cui noi abbiamo costruito l'autostrada, ma dall'altra parte non hanno costruito nulla. Noi investiremo ancora, per la contentezza del nostro Assessore Consigliere di zona della Coumba Freida... il passante di Saint-Oyen, faremo la galleria di servizio del Gran San Bernardo, ma dall'altra parte le strutture in Svizzera saranno sempre uguali. È evidente che c'è stata poca capacità di "leggere" la politica, ma anche una poca capacità di leggere il futuro, risultato finale che però rientra nelle nostre tasche è che la "RAV", di cui siamo soci a circa la metà, è la concessionaria autostradale più indebitata d'Italia, ma non solo, quella i cui proventi riescono ad intervenire meno per la copertura del debito. Se il futuro, soprattutto sulle medie e lunghe distanze, non è attraverso la strada, ma è attraverso la ferrovia, allora occorre batterci in fretta per la realizzazione dell'Aosta/Torino a livello europeo, il che significa il più possibile a doppio binario laddove non ci sono grossi impatti sul territorio ed elettrificata.
Le infrastrutture, dicevamo, sono vetuste, ma non solo quelle in muratura, anche quelle nuove, non tradizionali; per essere competitivi oggi occorre mettere a disposizione delle imprese e dei cittadini le infrastrutture informatiche come l'"ADSL", disponibile in soli 20 Comuni valdostani su 74, il "Wi-Fi", la rete senza fili, straordinario mezzo di comunicazione soprattutto in un territorio orografico complesso come il nostro, che non c'è in alcun Comune della Valle d'Aosta! Soprattutto l'Amministrazione regionale, salvo rincorrere le nostre interpellanze, finora non ha fatto molto in materia, così come non c'è stata alcuna capacità di sviluppare sistema a nostro livello, ma anche a riduzione di costi con i programmi "open source", cioè quelli per cui non devi pagare i diritti alle multinazionali, come hanno fatto altre Regioni italiane con importanti riduzione di costi nella gestione e così come fanno tante imprese private perché loro alla fine del mese i conti li sanno fare. Ciò consentirebbe un drastico taglio dei costi per l'amministrazione centrale, per quelle periferiche, per gli enti locali, per le imprese, per i cittadini. È quindi un procedimento positivo per tutti, nonché un segnale di libertà dei potentati economici, dato del tutto indispensabile perché è su questo terreno, quello dei rapporti con le grandi multinazionali molto di più che non in passato quando era problema della presenza militare, che si valuta la libertà e l'indipendenza di un popolo; da questo punto di vista, certo non siamo molto liberi.
La scarsa propensione alla programmazione poi e più in generale il non guardare al di là dello stretto presente e del "proprio naso" è evidenziato da una situazione che si è costruita nel tempo, ma che ha raggiunto un dato estremamente preoccupante: la frammentazione incredibile dell'Amministrazione regionale sparpagliata in oltre 30 sedi, con costi di gestione, sovraccosti di comunicazione e di collegamento pesantissimi sia per chi ci lavora, sia per i cittadini che lo utilizzano. È urgente progettare nel breve periodo nella città di Aosta un nuovo palazzo regionale che unifichi gran parte delle strutture in un unico edifico strettamente collegato con l'area ferroviaria e con le comunicazioni per consentire il massimo accesso rapido di tutta la Valle e anche qui aumentare l'efficienza e ridurre i costi.
A proposito di infrastrutture, non possiamo non renderci conto che le scuole superiori della città di Aosta, in particolare l'ISIP, il "Manzetti", la succursale dello Scientifico, una parte dell'Istituto magistrale presentano gravi o gravissime carenze strutturali: pavimenti che si muovono, soffitti che sono distrutti, situazione impiantistica deteriorata e questo non è solo grave in assoluto, perché significa un aspetto negativo, ma anche dal punto di vista didattico, perché, come ha dimostrato la Finlandia e più vicino a noi la Provincia autonoma di Trento, uno studente entra in una scuola fatiscente e non può che pensare che allo Stato, alla Regione della scuola non gliene frega niente, allora non si capisce perché gliene deve fregare qualcosa a lui. L'immagine della scuola è il primo segnale che noi ci teniamo a quella scuola. Andate a vedere le strutture che vi ho detto e ve ne renderete conto. Lo stesso discorso vale per l'Università: come si fa a pensare che vi sia la convinzione in questa Regione dell'importanza del ruolo trainante di tale istituzione di fronte alla frammentazione delle sedi, alla precarietà delle sedi: un anno vanno allo spazio "Cogne", l'anno dopo vanno a Quart in capannoni appena rifatti, quando di fronte a questa situazione avremmo invece delle necessità impellenti di dare prospettive reali al collegio universitario, alla biblioteca, al centro ricerche, alle aule polifunzionali? Questa è una riflessione molto importante, perché l'Università è - leggo da "Il Sole 24Ore" -: "un catalizzatore di eccellenze e di sviluppo ed è stato uno dei motori che ha permesso i risultati nelle Province di Trento e Bolzano". Qui bisogna solo imparare a copiare e invece cosa ci troviamo? Ci troviamo che, di fronte all'Università, la risposta è: "sì, ma la Caserma "Testafochi"...". Guardiamo allora la questione della Caserma "Testafochi", che mi dispiace per il Capogruppo dell'"UV" non rientra nelle competenze dell'articolo 5 o 6 dello Statuto, perché non è un edificio militare dismesso dalla difesa, quindi non fa parte di quegli immobili che potrebbero passare al demanio della Regione. Evidentemente è stato usato questo obiettivo fuori dalla Valle d'Aosta, per cui "Roma ladrona che non ci dà la Caserma "Testafochi"" per scaricare su Roma la responsabilità di una situazione critica per mancanza di scelte. Sembra quasi che l'Università in Valle d'Aosta sia stata realizzata...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... una breve interruzione per dire, Presidente, che se il Governo è "royal", dice che le cose si possono fare in 2 giorni, in 15 giorni o non si fanno mai. Quando ci si rende conto che una storia non funziona come quella della "Testafochi", evidentemente c'è qualcosa che non funziona; allora la vostra tesi, se fosse giusta... sarebbe riuscita in tutti questi anni a trovare una soluzione, se non la trovate, fatevi delle domande e datevi delle risposte. Sembra quasi che l'Università in Valle d'Aosta sia stata realizzata contro voglia, Signor Presidente, una struttura da controllare rigidamente e non da espandere per paura che questo travolga lo "status quo". "Mettetevi il cuore in pace", da tale punto di vista, credo si possa già fare un annuncio in quest'aula: l'Università di per sé è un'istituzione non confinabile, non può essere ridotta a una realtà poco più che virtuale, parafrasando un detto milanese l'Università "la ga na forsa de leun e la ga paura de nisun", che tradotto in italiano vuol dire che l'Università ha la forza di un leone e non ha paura di nessuno. Questo è fondamentale per sapere che saranno proprio gli studenti liberi di studiare, quelli che verranno da altri Paesi, borsisti di "Erasmus", professori... che saranno i numeri e le idee che daranno sviluppo a tale istituzione e la renderanno uno dei fattori trainanti della nostra Valle. Questa è una sicurezza che abbiamo tutti e di cui già abbiamo una testimonianza, credo che non possiamo che fare i nostri complimenti al personale docente e agli studenti che la frequentano, perché stanno rendendo un grande servizio alla nostra Regione con grande difficoltà, perché sulle 150 ore l'Amministrazione regionale è in una posizione di non consentire appieno la frequenza di questi studi.
L'Ospedale regionale o, meglio, i 3 Ospedali regionali sono un peso non più sopportabile per le nostre finanze, oltre che per la nostra salute. I sovraccosti della frammentazione e della vetustà delle strutture, con percorsi incredibili di centinaia e centinaia di metri, rispetto agli obiettivi di economicità e di percorsi ormai sotto i 100 metri nelle strutture più moderne; non solo, ma anche la mancanza di rispetto verso gli utenti di queste strutture, che non per colpa loro, ma solo per l'età e per la sovrapposizione stratificata di interventi successivi negli ultimi 40 anni, che va a danno non solo degli utenti, ma anche dei lavoratori... i sovraccosti di queste strutture rappresentano circa il 30% dei costi annuali della gestione ordinaria, con un calcolo assolutamente prudenziale. Il che significa che ogni anno sprechiamo 50 milioni di euro per la scarsa efficienza del sistema ospedaliero, il che vuol dire che ogni 3 anni "buttiamo dalla finestra" le risorse per realizzare una struttura nuova. Visto che stiamo andando avanti da 9 anni in tale "balletto", sono già 3 gli ospedali nuovi che abbiamo distrutto in questo modo; quanti ancora ne dovremo "buttare dalla finestra" per dare l'unica risposta realizzabile, cioè un ospedale nuovo in un'area libera adiacente al nodo stradale di Aosta est e all'aeroporto regionale?
Il secondo punto che riteniamo fondamentale per capire la scarsa competitività della nostra Regione è l'amministrazione pubblica. L'amministrazione pubblica ha una scarsa efficienza e una complessità che appesantisce sé stessa e tutta la società; la mancanza più grave è il non controllo delle spese, è l'assenza di verifica dei risultati degli investimenti fatti e questo lo dimostra la staticità del bilancio: quello che è stato deciso non si tocca mai! Se è sbagliato, si può anche tornare indietro, solo gli imbecilli non cambiano mai; certo, ci deve essere una spiegazione che qualcosa non funziona e noi invece abbiamo che non bisogna controllare le spese, dove buttiamo i soldi, ma soprattutto non verificare gli investimenti. Oltre alla già citata carenza strutturale del Palazzo regionale che costa più di un milione all'anno di affitti, vi sono alcune criticità che occorre evidenziare: in primo luogo la disorganizzazione della gestione, la Regione possiede un organico di tutto rispetto, ma utilizza in modo spropositato consulenti di tutti i tipi e di tutti i generi, con costi esorbitanti per il bilancio e la mortificazione del personale dipendente. Questa Regione vende i libri nei musei e dà in gestione a un'associazione privata, fuori di qualunque controllo istituzionale le assunzioni e le gestioni del Forte di Bard. Il "Palaindoor" viene dato in gestione provvisoria non si sa bene da chi, non si sa bene a chi, non si sa bene con quali costi e non si sa bene con quali incassi.
La scuola è pubblica ma, per mantenere alcune aree di gestione sempre fuori dal controllo istituzionale, si lascia una grande confusione sulla formazione professionale con l'individuazione sì di percorsi integrati, peraltro proposti da soggetti privati, ma che non prevede in alcun caso, unico caso in Italia, il coinvolgimento della scuola pubblica; nell'istruzione professionale dove abbiamo competenza legislativa primaria, con la costituzione di aree fuori controllo, come la Fondazione per la formazione turistica di Châtillon.
Spese fuori controllo ovviamente anche nella sanità, per la quale si dice sempre che si mettono tanti soldi, certo questo è un dato positivo se andassero alle cure, ma non se si sprecano e io voglio vedere la qualità della spesa. Lo abbiamo già detto nelle scorse settimane, la gestione della sanità valdostana è di fatto in mano al fantomatico Collegio dei primari, che dettano legge all'Assessore, all'Assessorato e all'USL, con il fine non certo di valorizzare il cittadino, ma di valorizzare la propria fama, l'enfatizzazione delle proprie attività sanitarie - qui "ci si riempie la bocca" della cosiddetta "eccellenza" -, l'attenta tutela dei ritorni economici personali, il cittadino è tutto meno che al centro della sanità valdostana e cos'è che lo conferma? Le liste di attesa, ormai incontrollate, specie nella diagnostica per immagini, il lesinare le risorse nella sanità territoriale, con strutture consultoriali fatiscenti ed insufficienti e il già ricordato "buco nero" dei costi delle strutture ospedaliere.
Sempre a livello di amministrazione pubblica o di gestione di strutture pubbliche, c'è una scarsa capacità espansiva, di sviluppo. La "CVA", piena di soldi, 300 milioni di euro nelle sue casse, è incapace di una vera politica industriale, che significherebbe alleanze, espansioni per acquisizione, collaborazione transfrontaliera, purtroppo però abbiamo visto in questa finanziaria proposte veramente di bassissimo livello. Lì ci dovrebbero essere dei "manager", non dei "trombati" dalla politica, perché occorre ripetere che, dato che gli altri vanno avanti, noi non facendo nulla non solo restiamo indietro, ma sprechiamo pian piano tutto il grande patrimonio di partenza e ricadiamo in un'ottica rinunciataria, confinata e dalle scarse prospettive. Eppure possibilità ce ne sarebbero, dalla "AEM Torino", i suoi impianti nelle Valli Orco e Soana, se qualcuno capisce, agli amici vallesani i cui Comuni possiedono importanti aziende elettriche ed altre torneranno in loro gestione dopo la scadenza di lunghe concessioni. Qui mi si permetta di nuovo un'altra citazione, sempre da Enrico Martial del 1996, perché, quando si parla di alleanze transfrontaliere, ogni tanto qui dentro ci si bea: abbiamo fatto il collegamento con il Jura, la città di Bruxelles, Vietnam, il Togo, il Dubai... ma per il "Pays de la Vallée d'Aoste" e del "Mont Blanc", cioè il collegamento con i nostri fratelli della Val Soana, Orco, Haute Savoie, Vallese... non abbiamo fatto nulla, eppure questi sono 3 elementi fondamentali per riuscire a "fare sistema" fra montanari e per essere competitivi. Martial diceva: "sotto questo profilo le 3 zone devono lavorare per superare le difficoltà della comunicazione e degli scambi reciproci, determinate dalla scarsa interconnessione delle reti frontaliere, le poste e i telefoni..." - e in 10 anni non è cambiato nulla - "... dalle barriere artificiali come i costi troppo elevati ai trafori per gli abitanti frontalieri..." - e in 10 anni non è cambiato nulla - "... dalla scarsa conoscenza dei rispettivi sistemi, di cui si dovrebbe fare da mediatori: migliorare i pagamenti frontalieri, potenziare i servizi alle imprese, una condizione fondamentale dello sviluppo economico di ciascuna parte diventa infatti l'integrazione dei reciproci sistemi e la compenetrazione economica, l'alleanza dei montanari del Monte Bianco". Queste sono cose semplici, delle cose che però si dicono, ma non si fanno.
Sulle difficoltà di promuovere sviluppo è poi un esempio lampante il Casinò di Saint-Vincent; abbiamo assistito alla stesura di 3 piani di sviluppo da parte di 4 "CdA" in 5 anni e la struttura è ancora quella pensata dai Dott.ri Masi, Chamonal e Giovannini. Non ho altri commenti.
Impianti di risalita: ne parlava prima il Consigliere segretario, la Regione Valle d'Aosta è proprietaria della maggioranza delle azioni di molte delle aziende esercitanti la gestione degli impianti di risalita nelle diverse località sciistiche valdostane: "Pila", "Funivie Monte Bianco S.p.a.", "Piccolo San Bernardo", "Funivie Monte Rosa"... dal 1995 ad oggi, cioè i soliti ultimi 10 anni, a tali società sono stati erogati 184 milioni di euro di contributi in conto capitale, oltre a 37 milioni di mutui, mentre, a fronte di tali impegni finanziari, gli esercizi si sono conclusi con una perdita complessiva di 59 milioni di euro, configurando un esborso complessivo per la società valdostana di quasi 250 milioni di euro. A fronte di queste perdite, non ci sono state ovviamente riflessioni particolari, ma bisogna ricordare che siamo di fronte a un cambiamento climatico, a dover fare una serie di riflessioni sul futuro dell'innevamento, perché, anche laddove c'è l'innevamento artificiale, non si può più neppure fare la neve. Bisognerebbe quindi rivedere i "domaines skiables", ma soprattutto bisognerebbe unificarne la gestione nell'ottica di concentrare le risorse e di "fare sistema" riducendo i costi ed aumentando l'efficienza.
Energie alternative: predichiamo bene, ma "razzoliamo" male, l'Amministrazione regionale prevede finanziamenti ai privati e alle imprese per coibentazioni, pannelli solari, centrali termiche ad alta efficienza, ma dove sono questi mezzi di risparmio energetico e di salute ambientale nelle strutture pubbliche? In questo palazzo, in moltissime scuole non ci sono, in quasi tutti gli edifici pubblici non ce ne sono, se ne vedono pochissime e con evidente appesantimento dei costi di gestione e di riscaldamento. Si pensi ad esempio a quanto pesino sulle scuole la gestione di questi impianti di riscaldamento vecchio stile e quanto sia poco educativo che il bambino arriva a scuola e gli spiegano che deve fare il risparmio energetico e poi vede che la sua scuola continua ad andare a gasolio, tanto per essere chiari. Non sto parlando poi di serre solari, di cose di questo genere... sarebbe troppo avanti... Siamo arrivati con questo non solo ad un appesantimento, ma anche a delle conseguenze, abbiamo già illustrato come alla fine ci siano scuole materne - come la "Corrado Gex" di Via della Pace - che devono andare a chiedere ai genitori di portare i pennarelli, perché non ci sono i soldi per comprarli. Diventa anche poco credibile per l'Amministrazione regionale spiegare alla gente che deve risparmiare per l'energia.
I servizi essenziali portano dei problemi. I rifiuti costano molto, perché si è andati verso la privatizzazione, teorizzando che il mercato avrebbe abbassato i costi, niente di più sbagliato: i costi, come tutti hanno potuto constatare, sono raddoppiati in 4 anni, sulla base della nota equazione: 1 euro, 1.000 lire, perché un significativo numero di società che gestiscono il servizio... hanno gli stessi proprietari, quindi non è che si facciano tanta concorrenza... basta farsi fare una visura alla Camera di commercio, soprattutto non vi è alcun controllo dei costi. Appare invero straordinario, e ce ne occuperemo prossimamente, il numero di veicoli e di personale addetto, che non ha alcun paragone in Italia. Ci sono valori multipli anche per imprese che lavorano in aree molto simili alla nostra... e la stessa cosa è in programma per gli acquedotti, rinominati i famosi servizi idrici integrati, dove c'è un tentativo chiaro di sottrarli ai Comuni per darli ai privati con l'inevitabile esplosione di costi, perché dovrà essere rimunerato oltre il servizio anche il capitale investito e anche l'inefficienza della società, perché, come per i rifiuti, nessuno controllerà se la gestione sarà efficiente e questo è un danno non solo ai privati, ma anche a tutti gli agricoltori che dite di difendere.
Le strutture sportive, piscine, palazzetti, campi di calcio, campi di golf, ricreative, culturali, le sale polivalenti... non sono state realizzate in un'ottica regionale, ma sotto la spinta localistica. Direi che partendo da questo presupposto si potrebbe dire che l'"UV" non è un partito regionalista, ma è un partito comunale, perché ha obiettivo non il bene della Regione, ma il bene dei singoli Comuni, naturalmente purché siano in rapporti con i Consiglieri di zona. Non è un caso che voi, maggioranza della maggioranza, presenti qui dentro, siate ex sindaci, ex vicesindaci, ex amministratori comunali e non è neppure un caso che il Senato valdostano è di fatto il Celva e che non si riesce a fare, proprio a causa dei potentati locali, per esempio riforme fondamentali come la società unica per le funivie di cui dicevamo prima. Da questo punto di vista, bisogna dare onore al merito al "grande burattinaio", che non citerò diversamente, lui almeno è un po' più avanti, perché ha preconizzato il "partito Comunità montana". È molto più semplice controllare gli 8 appalti delle Comunità montane per il servizio di rifiuti o il servizio del sistema idrico integrato, piuttosto che doverne controllare 74, che è un numero molto più alto.
L'istruzione e le competenze presentano troppe lacune, il modello di scuola valdostana presenta risultati che non sono all'altezza delle aspettative, come dimostrano il sempre grave abbandono scolastico nelle scuole medie superiori, la scarsa percentuale di diplomati, specie nei settori di punta, e i laureati, nonché i dati contrastanti, ma preoccupanti delle valutazioni nazionali specialmente nelle materie scientifiche. Delle strutture abbiamo già detto, dei costi eccessivi della gestione delle scuole pure; occorre ora evidenziare che siamo indietro anche su sfide essenziali come l'inglese e le competenze scientifiche e sulla scuola professionale siamo letteralmente all'"anno zero". Vorrei richiamare di nuovo la Provincia autonoma di Trento, che ha tessuto in tutti questi anni una rete di collaborazione fra scuola professionale, imprese, sindacati e servizi sociali, con l'obiettivo di recuperare l'abbandono scolastico per qualificare i giovani, offrendo loro solide competenze culturali e sociali e per contrastarne le devianze e l'emarginazione sociale, ma contemporaneamente contribuire anche allo sviluppo delle imprese, preparando le professionalità necessarie. Questo è un progetto che ha funzionato, che sta funzionando, hanno dei tassi di abbandono che sono meno della metà dei nostri e sono tornati nella classifica europea dal 23° posto dell'Italia al secondo posto subito dietro la mitica Finlandia e noi non solo siamo al 23° posto, ma siamo in fondo. Occorre allora che le scuole ripartano da locali moderni, gradevoli, equipaggiati e con strumentazione di primo ordine, ma che si riesca a fare anche un grosso progetto di ristrutturazione didattica della scuola. In questo senso credo che ripartire dal lavoro di gruppo, ripartire dalla capacità di sviluppare la curiosità dei ragazzi e di cercare di lanciarli verso il futuro e non appesantirli troppo con le conoscenze delle proprie radici e del proprio passato possa essere una strada che debba essere valutata.
Soprattutto credo che il grosso "gap" oggi esistente sia il problema delle materie scientifiche all'Università: abbiamo un'Università che, dal punto di vista delle materie scientifiche, è "zero" ed è buffo perché, nel momento in cui in Valle d'Aosta esiste un centro di ricerca di alto livello, come la "Dora S.p.a.", esistono importanti strutture industriali come la "Cogne", come altre strutture del comparto dell'elettronica... l'Università non si pone il problema di essere di supporto a questo! Noi produrremo tanti linguisti, tanti storici, tanti esperti di politica, ma non c'è materia scientifica... questo significa non "fare sistema" e quindi non riuscire a dare delle risposte, ma soprattutto la carenza di competitività per la fine ingloriosa del modello di sviluppo assistenzialista. Il modello di sviluppo che abbiamo conosciuto è stato pensato e realizzato dall'"UV" in parte dando nei primi anni un risultato positivo, credo che fra l'altro sia stato anche il frutto di 2 anni di opposizione: l'opposizione tonifica, sto apprezzando molto questa parte dello schieramento, perché significa rivedere le proprie posizioni, rimisurarsi con i concetti. Uno dei dati fondamentali per capire l'efficienza della democrazia è quante volte esiste l'alternanza ogni 10 anni: lascio a voi le deduzioni. Dal 1993 in poi questa spinta si è arenata e oggi è terminata; basta ricordare il PIL, che era al 3,4 mld di euro nel 1995 e oggi è 3 mld di euro, ma il bilancio della Regione nel 1995 era 1,2 mld di euro e oggi è 1,5 mld di euro, il che significa che in 10 anni il bilancio della Regione è passato da essere 1/3 del PIL a oltre metà del PIL: questo a sua volta significa che l'iniziativa privata da 2/3 è scesa a meno della metà del PIL, dimostrando che il denaro pubblico non è stato capace di creare sviluppo! Negli anni '70-'80 fu pensato questo progetto per la Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste, che vediamo molto ben descritto in un testo che è il libro dell'"ASTER": "Primo rapporto sullo stato del territorio valdostano. La Valle d'Aosta che cambia". Non c'è bisogno di leggerlo, per chi ce l'ha a casa se lo vada a prendere, basta guardare l'indice e prendere la prima pagina: "Il territorio che cambia" di Umberto Janin Rivolin... 1.2.1 completamento dell'autostrada "A5", non è stata ancora completata; programmi FRIO FOSPI, sicuramente sono andati avanti; Piano territoriale paesistico per quasi unanime considerazione, a parte questi che sono alla nostra sinistra, sarebbe da rivedere; nuovo PRG di Aosta, non si è visto; recupero dell'area industriale ex "ILSSA VIOLA", "comme ci, comme ça"... "Espace Mont Blanc" chiederemo al Presidente dell'"Union" se si ricorda qualcosa; piano di recupero del Forte di Bard abbiamo fatto un investimento che talmente produce interessi e guadagni che dobbiamo metterci svariati milioni all'anno dentro per ripianare i debiti; piano di percorsi di turismo culturale ed ambientale, vi sfido ad andarli a cercare; Piano decennale per la riqualificazione di Aosta, siamo alla quinta riproposizione e il "Palaindoor" da questo punto di vista non è il massimo della trasparenza; piano di ristrutturazione dell'ex autoporto in fase di completamento, ma siamo ancora "per aria"; piano di riorganizzazione dell'"area Cogne", anche qui "siamo per aria", ma non ha dato i risultati sperati; "Liaison du Grand Saint-Bernard" va da sé; riconversione dell'ex Caserma di La Thuile, piano di coordinamento fra la Valle d'Aosta e il Vallese, tutte cose non realizzate, in minima parte. Dei 14 punti del grande progetto ce ne saranno 2 o 3 realizzati, il resto è stato "lettera morta", perché? Perché non sono stati vissuti quei progetti, che erano progetti intelligenti, come momenti di sviluppo di lungo periodo, ma come occasioni di consenso nel breve e brevissimo periodo.
Altri hanno già richiamato l'assistenzialismo e il controllo puntuale "grifagno" su ciascun capitolo di bilancio, perché renda in termini di consenso; credo che dobbiamo dichiarare qui che quel tipo di impostazione aveva un errore di fondo e che era un'organizzazione statalista tipica del secolo breve e lo dimostra "ad abundantiam" il Piano di sviluppo del Parco nazionale del Gran Paradiso, che è un documento da me letto ultimamente ed è un vero e proprio piano sovietico, dove vengono descritte anche le abitudini che dovranno avere gli abitanti di quelle zone, i lavori che dovranno fare, le attività che potranno svolgerle e dove. Credo sia un documento tipo pianificazione sovietica del 1929, che condizionano pesantemente gli abitanti delle amministrazioni civili che vivono all'interno del parco. Quello che è grave è che questo piano non ha suscitato protesta nella Fondazione "Grand Paradis", nella Giunta regionale, fra i partiti politici tutti compresi; pensavo che il Parco nazionale del Gran Paradiso si dovesse occupare della tutela delle piante e degli animali, evidentemente si sta preoccupando di tutte altre cose di cui non si deve occupare. Il risultato finale è molto semplice: negli ultimi 20 anni i camosci e gli stambecchi sono raddoppiati o triplicati e le persone umane presenti sul territorio sono scese nelle valli piemontesi a 1/4 di quelle che vi erano 20 anni fa.
Credo allora che vi siano tanti punti che dobbiamo affrontare e cercare di risolvere con intelligenza, ma prima di chiudere un ragionamento sul bilancio della Regione non si può non vedere anche il bilancio con occhi diversi. Ritengo che l'analisi non possa essere confinata al PIL o a questi aspetti strutturali economici, ma che dovrebbero essere presi in considerazione anche gli elementi essenziali della vita umana, la felicità, la sicurezza, la serenità, la salute, la socialità; da questo punto di vista, la nostra Regione presenta un disagio come tante altre: un alto numero di suicidi, di divorzi, una mortalità generale più alta della media nazionale, una presenza rilevante dell'alcolismo, una difficoltà a percepire che i rilevanti flussi migratori possono portare importanti problemi all'interno della nostra società. Occorre fare delle riflessioni comuni, occorre andare al di là delle ideologie delle parti politiche, perché questi sono argomenti complessi che richiedono un grande sforzo del nostro intellettuale collettivo. Occorre ripensare a quali siano davvero i valori fondanti della nostra società, se ancora la cultura del lavoro, della solidarietà, della libertà o della giustizia o se piano piano tutti ci siamo lasciati contagiare dal "dio denaro", dal consumismo, dal concetto del profitto e magari anche di "approfitto". È strano, ma spesso in tale consesso sento ripetere la frase: "occorre fare questo perché è opportuno" - "opportun" -, oppure "è conveniente fare questo"; credo che si debba cominciare a dire: "occorre fare questo perché è giusto farlo ". Che fare? Credo che debba essere anzitutto cambiato l'obiettivo della nostra politica, rimettendo al centro della società e dello sviluppo il cittadino. Occorre liberare le energie che fino ad oggi sono state trascurate, o represse, o dimenticate, le competenze, le professionalità e anche il coraggio che è ampiamente presente nella nostra società: quanti giovani, quanti professionisti, quante donne e persone di tutte le età hanno capacità e voglia di futuro?
Mi fermo qui per una questione di tempo, riprenderò la parte finale nel secondo intervento, ma credo che in tutti noi debba rimanere questo concetto fondamentale: occorre limitare la presenza pubblica nella gestione dell'economia, non solo, occorre ridurne i costi, i contributi a pioggia, togliersi, fare un passo indietro e lasciare alla società di svilupparsi. A tale società occorre dare 2 cose fondamentali: la qualità e la quantità dei servizi e delle infrastrutture, da questo punto di vista ne riparleremo al prossimo intervento.
Depuis 16 heures 45 c'est le Vice-président M. Fiou qui remplit les fonctions de Président de la séance.
Presidente - La parola al Consigliere Vicquéry.
Vicquéry (UV) - Je prends la parole en tant que Président de la IIe Commission et non en tant que Chef de groupe, car je n'ai ni la capacité, ni la présomption d'interpréter les différentes sensibilités du mouvement, d'un mouvement si complexe: c'est une tâche qui revient au Président de l'"UV", tâche sûrement pas facile. Je veux dire avec force qu'une des raisons fondantes du mouvement de l'"UV" a été la liberté d'expression, que nous défendons jusqu'au bout: chacun est libre de s'exprimer comme il veut.
En tant que Président de la IIe Commission, je dois dire que la Commission a pris acte que presque toutes les catégories qui ont participé aux auditions, c'est-à-dire les entrepreneurs, les syndicats, les associations, les artisans et les commerçants, ont donné un jugement positif du budget, et celle-ci est la synthèse de mon discours... même si évidemment, sous sollicitation du Président de la Commission et des membres de la Commission, nous avons demandé à eux de nous faire des critiques et des propositions; ceux-ci ont étés des auditions drôles car ils parlaient en général sans proposer et là une réflexion s'impose. J'ai constaté un manque d'attention par rapport aux problèmes que nous nous posons ici. Un peu de superficialité de la part des associations, je suis totalement d'accord avec M. Lattanzi à ce propos et cela est significatif, car nous avons entendu en théorie la société valdôtaine, mais si la société valdôtaine est celle qui nous a été représentée à l'intérieur de la Commission, j'ai quelques craintes pour le futur du Val d'Aoste et pour les jeunes. J'essaierai d'esquisser quelques propositions qui ont été faites, dans le sens critique évidemment.
Pour ce qui est du tourisme, la nécessité a été soulignée de réformer le système des AIAT; on nous a dit qu'il y a trop de confusion entre promotion, réservation, accueil et qu'il est nécessaire peut-être éliminer quelques institutions. Pour ce qui est des domaines skiables, compte tenu du niveau de participation actionnaire de la part de "Finaosta", a été soulignée la nécessité de définir la nature juridique des sociétés; nous sommes face à des sociétés publiques dans certains cas, donc, même si la loi régionale a déjà donné des réponses très précises à ce propos, il est nécessaire comprendre si la Région veut et peut investir à nouveau sur les sociétés de remonte-pente, qui sont très importantes pour le bien du tourisme d'hiver. On nous a dit qu'il est absolument nécessaire d'augmenter la promotion touristique, car le tourisme avec d'autres secteurs est l'un des plus importants pour l'économie du Val d'Aoste.
Pour ce qui est de l'artisanat, a été soulignée la nécessité de financer davantage la "Valfidi" et de prêter attention à la formation, car il y a un manque de jeunes en formation. On pourrait dire qu'il y a une crise de vocation, que les cours de formation n'ont pas de réponses de la part des jeunes et cela on peut le constater jour par jour dans certains secteurs.
Le représentent de "Finaosta" nous a dit que la Vallée d'Aoste n'est pas à même d'attirer les investissements des entrepreneurs, que "l'aire Cogne" est plus chère que les aires du Piémont. Je pourrais dire qu'un cadre peu édifiant nous a été tracé, qu'un bon diagnostic peut-être a été fait, mais on ne nous a pas proposé de remèdes et là c'est le problème: nous sommes tous capables de faire le diagnostic des problèmes que notre société a, mais nous sommes moins capables de proposer de remèdes et là c'est trop commode, car si quelqu'un a des responsabilités dans des secteurs si importants, a aussi le devoir de nous proposer, à nous administrateurs, des remèdes pour sortir de la crise. Par contre Confindustria a souligné qu'il y a un très bon niveau de financements sur le budget régional pour ce qui est de la recherche et de l'innovation, deux secteurs très importants pour le futur, qui concernent en particulier la "GPS Standard", la "Cogne", et la société "Dora": trois grandes entreprises valdôtaines. L'Assesseur La Torre a envisagé quatre secteurs sur lesquels investir, et je suis d'accord là-dessus: il nous a parlé des secteurs pharmaceutique et énergétique, du secteur des produits bruts de notre Région, du secteur de la recherche appliquée avancée et de la recherche technologique. Je suis totalement d'accord avec vous, M. l'Assesseur, travaillez en ce sens. Il s'avère nécessaire travailler pour donner des espoirs aux jeunes diplômés et licenciés, procédons graduellement à réduire le poids de l'emploi public pour éviter que le secteur privé ait des dommages.
Pour ce qui est du commerce, il nous a été souligné la grave crise du petit commerce, à mon avis un problème énorme. Quelqu'un a parlé de crise irréversible, je ne sais pas, mais il faut intervenir avec urgence en 2 directions: bloquer la grande distribution désormais de propriété des grandes "lobbies" internationales, et mettre en place un système - "système Vallée d'Aoste", comme on nous a dit -, le mot d'ordre a été "fare sistema", qui puisse éliminer ou réduire les intermédiaires de façon à les rendre compétitifs par rapport à la grande distribution. C'est un thème très urgent, car on risque d'investir dans les vallées latérales le moment où elles seront désertifiées du point de vue de la population et des services. S'il manque le petit commerce dans la Vallée, les gens s'en vont et nous sommes tous témoins chaque jour de ce phénomène grave pour la Vallée d'Aoste.
Les 4 organisations syndicales ont dit qu'il faut essayer d'éliminer le travail précaire et cela est de toute évidence, même s'ils proposent des solutions qui ne sont pas faisables, c'est-à-dire d'embaucher tous les travailleurs précaires dans le "système Région". Ils ont fait une analyse claire et eux aussi ont dit qu'il s'agit d'un bon budget, sauf la CISL, qui a fait des fortes critiques à la loi de finances, en disant qu'elle ne répond pas aux besoins du travail et de l'occupation, qu'il y a une augmentation de la pauvreté, que l'industrie va disparaître, qu'il y a un manque de politique de développement et d'équité, même s'ils partageaient la proposition d'embaucher tout le monde: un peu de contradiction, j'ose dire.
Il s'agit d'un bon bilan, nous parlons de quelques milliards et demi d'euros, mais qui sont là, on ne sait pas... quelqu'un a dit qu'il n'y aura pas des "coupes" au budget, on ne sait pas; au contraire, la loi de finances dit qu'il y a 1,8 milliard qui doit être coupé aux Régions à statut spécial et la Vallée d'Aoste aussi devra participer à ce sacrifice (quelque 900 millions d'euros?). Il s'agit d'un budget qui représente une Vallée d'Aoste qui est encore en bonne santé et les données statistiques et économiques le démontrent, mais attention: même s'il est vrai, comme parait-il, qu'il y aura dans le futur prochain une situation un peu meilleure du point de vue conjoncturel, faisons attention car nous aussi nous sommes dans une situation critique.
Per rispondere al Consigliere Sandri, rispetto a 2 temi solo che ha toccato, vorrei ricordare che all'articolo 6 dello Statuto si dice: "i beni immobili patrimoniali dello Stato, situati nella Regione, sono trasferiti al patrimonio della Regione" ed è in base a tale articolo che è stato emanato il decreto legislativo del 2000, rispetto alle norme riguardanti l'Università.
Vorrei toccare un tema molto interessante: quello del PIL e della situazione socio-economica della Valle d'Aosta; mi riferisco alla relazione presentata in esecuzione della mozione del Consiglio regionale del 28 luglio 2006, che è attuale. Vorrei limitarmi ad alcuni punti esplicitati in questa relazione. Qualità della vita: secondo l'annuale indagine sulla qualità della vita effettuata da "Il Sole 24Ore" nelle 103 Province italiane, emerge che Aosta, intesa come Provincia, "ergo" come Regione, rimane ancora una delle città più vivibili sul territorio italiano. Aosta ha guadagnato rispetto al 2004 ben 4 posizioni nella posizione media finale, che riassume le 6 aree di valutazione e ciò è dovuto ai seguenti fattori: tenore di vita molto elevato, consistente spesa pro capite, bassa percezione sul territorio valdostano dell'incremento dei prezzi al consumo, sostenuto numero di nuove imprese registrate ogni 100 abitanti e rilevate nel mese di settembre 2005, modesta percentuale del numero di persone in cerca di lavoro in rapporto alla forza lavoro, media del 2004, elevato grado di efficienza della giustizia misurato dal numero di procedimenti conclusi su quelli presentati del 2004, contenuto livello della microcriminalità, furti d'auto, scippi, borseggi, sebbene stia prendendo piede quello giovanile, bassa densità demografica rilevata rispetto a tutte le 103 Province italiane, incremento del numero dei laureati ogni 1.000 abitanti, sempre crescente interesse per la cultura in generale, associazioni artistiche, culturali e ricreative... Regione più virtuosa in tema di reati ambientali commessi.
Occupazione: sulla base della rilevazione continua delle forze di lavoro che trimestralmente viene pubblicata dall'ISTAT ed effettuando un confronto fra la media degli occupati nel 2005 e quella registrata nel 2004, è emerso che l'occupazione in Valle d'Aosta è calata dell'1%. Nel primo semestre 2006 si osserva una leggera contrazione del tasso di occupazione rispetto al primo semestre del 2005, l'incidenza degli occupati sulla popolazione in età lavorativa 15-64 anni, pari al 66,3%, è rimasta ancora la più alta rispetto alla media delle Regioni del nord ovest e dell'Italia. Questi sono dati, che si vogliono contestare, collega Squarzino... si possono contestare, ma sono stati presentati in quest'aula e sono stati rilevati dall'ISTAT: giusti o non giusti, contestiamo pure l'ISTAT... sono dati.
Disoccupazione: l'analisi del tasso di disoccupazione per il 2005 conferma che la situazione occupazionale in Valle d'Aosta è migliore sia rispetto alla situazione nazionale, sia a quella europea, se sulla base del "trend" registrato nel corso degli anni precedenti si era affermato che nel 2002 il tasso di disoccupazione regionale aveva raggiunto un valore molto basso, alla luce dei dati rilevati si può affermare che nel 2005 la disoccupazione si è attestata al 3,2%, e qui potremmo aprire un ragionamento sul livello di occupazione e quali sono le categorie che rappresentano il 3,2%. Considerato che nel corso del 2005 il decremento delle forze lavoro è stato inferiore a quello dell'occupazione, il numero delle persone in cerca di occupazione è stato in leggera crescita rispetto al 2004 (+ 5,9%), in termini assoluti l'area della disoccupazione ammontava nel 2005 mediamente a circa 1.800 unità: questo è il dato ufficiale dei disoccupati in Valle d'Aosta.
Quarto tema: il contesto economico. Per il 2005, secondo l'elaborazione effettuata su ISTAT dall'Istituto "Svimez", il PIL - e qui vengo al tema portato avanti dal Consigliere Sandri - valdostano ha registrato un calo dello 0,73% risentendo della crisi economica generale che ha colpito l'intera Nazione (0,19) (e qui do ragione al Consigliere Sandri quando dice che c'è stato un decremento maggiore rispetto alla media nazionale), nonché del permanere di una fase recessiva non solo a livello italiano, ma anche a livello europeo, che ha palesato criticità ed ha evidenziato situazioni problematiche anche per il sistema economico valdostano e qui facciamo riferimento a tutto il tema fondamentale dell'esportazione delle nostre materie. Relativamente ai risultati economici, l'economia regionale mostra nel corso dell'ultimo quadriennio 2001-2004 segnali di crescita superiori ad altre aree del Paese, sia pure con forti oscillazioni attorno al "trend" e pur in un contesto temporale segnato da una bassa crescita anche a livello regionale. Nel 2004 il PIL pro capite valdostano è stato superiore alla media nazionale e a quello delle Regioni del nord ovest e del nord est, mentre per il triennio 2007-2009 a livello regionale è stimata una crescita del PIL reale che risulta essere più consistente nella Valle d'Aosta e nel Trentino Alto Adige, seguite dalla Lombardia e dal Friuli Venezia Giulia e dal Piemonte. Se vediamo i dati, la previsione sui tassi di variazione percentuale del PIL ai prezzi 2005, la Valle d'Aosta si situerà nel 2007 all'1,5 rispetto alla media dell'1,3 italiana, a 1,6 nel 2008 rispetto a una media dell'1,5, all'1,6 nel 2009 rispetto a una media dell'1,6 anche a livello nazionale, per cui vi è un "trend" di crescita tendenzialmente superiore. Per terminare, nel 2005 la composizione del valore aggiunto regionale calcolato a prezzi costanti non risulta modificata nell'apporto dei principali settori economici analizzati, se paragonata a quelli dell'ultimo triennio 2003-2005. Si è registrato un lieve decremento nel settore industriale che conosciamo, le crisi della bassa Valle, della "Tecdis", che ha interessato in particolare le industrie in senso stretto, a fronte di un leggero incremento nel settore delle costruzioni; il settore agricolo si è mantenuto sui livelli del 2003, mentre il settore terziario ha registrato un incremento significativo.
Penultimo punto: l'industria; gli indicatori qualitativi rilevati dalla Confindustria della Valle d'Aosta hanno dimostrato una riduzione degli ordini complessivi, riconducibile alla contenuta dinamica interna e alla perdita di competitività sui mercati esteri. Secondo le associazioni di categoria, le difficoltà competitive dell'industria valdostana registrate negli ultimi anni sono attribuite in particolare alla dimensione media ridotta dell'impresa, che influirebbe sulle capacità organizzative, sulla propensione all'innovazione delle strutture economiche e finanziarie, che è quanto ha detto il Dott. Cilea rispetto alla capacità attrattiva dell'industria valdostana, la quale è limitata a poche unità a causa anche delle dimensioni medie della stessa. Nel 2005 il fatturato delle imprese industriali valdostane, analizzato dalla Banca d'Italia, è lievemente cresciuto in termini reali grazie all'andamento del comparto energetico, importantissimo, dove il fatturato ha registrato un aumento dell'1,9%.
Infine, sul commercio, nel 2005 il valore a prezzi correnti delle esportazioni regionali è aumentato quasi del 5%, seguendo lo stesso aumento a livello nazionale, la vendita di metalli e di prodotti in metallo, principale comparto di esportazione, dicasi "Cogne", sono cresciute del 17,1%, seguite dalle esportazioni di prodotti alimentari, quelli della gomma e in plastica. Nel 2005 le importazioni regionali sono calate del 32%.
Questi, molto sinteticamente, alcuni dati macroeconomici che ci fanno riflettere in senso positivo, ma devono farci comunque ragionare, perché è una situazione che deve essere monitorata giorno per giorno. Tali dati dimostrano però la bontà di tante scelte che sono state fatte negli anni, "in primis" il salvataggio della "Cogne": se la "Cogne" non fosse più "Cogne", non saremmo qui a parlare di maggiori esportazioni, non saremmo qui a parlare di tassi di disoccupazione così bassi. Così come è da difendere la politica e la strategia che viene portata avanti in questi anni rispetto alla "Tecdis": qui si può fare della demagogia, si può parlare di assistenzialismo, ma mettiamoci nei panni dei lavoratori in cassa integrazione, che a fine mese non riescono a far quadrare i bilanci e ci renderemo conto che non solo è nostro compito, ma è un dovere primario concentrarci sulle fasce deboli della popolazione!
Concludo dicendo che siamo di fronte a un bilancio che a mio parere cerca di dare delle risposte alle problematicità che sono state evidenziate. Il dibattito odierno mi pare serio e costruttivo e sotto tale punto di vista posso dire che - in questo caso parlo al plurale - l'"Union Valdôtaine" è disponibile al confronto, perché è su tali temi che dobbiamo confrontarci per il bene della Valle d'Aosta.
Presidente - Prima di dare la parola al Consigliere Lattanzi, voglio informare che sono stati presentati 52 emendamenti sul disegno di legge n. 135 e 9 emendamenti sul disegno di legge n. 136 che vi saranno presto distribuiti. Sono stati presentati emendamenti anche su altri disegni di legge che vi distribuiremo in un secondo momento per non fare confusione.
La parola al Consigliere Ottoz, per fatto personale.
Ottoz (UV) - Volevo riferirmi ad alcune affermazioni che ha fatto il collega Sandri a proposito del mitico "Palaindoor", che, per usare un eufemismo, non so come si chiamano... un "understatement"... sono una vera e propria "vigliaccata"... tenuto conto del fatto che il collega Sandri, per motivi strettamente familiari e personali, conosce, ha visto e sa in quali condizioni il mondo sportivo si stia facendo carico del "Palaindoor" a causa del comportamento e di una situazione problematica, che nasce laddove il collega Sandri, anziché essere all'opposizione, è in maggioranza, cioè nel Comune di Aosta. Non ne ho parlato stamani e non ne avrei parlato, non c'era motivo. Vorrei rinnovare qui, come ho fatto in altre sedi, senza avere peraltro il piacere di essere stato chiamato, la mia disponibilità a presentarmi alla competente Commissione del Comune di Aosta per spiegare alla maggioranza e all'opposizione di quel Comune qual è la situazione del Comune di Aosta nei confronti del "Palaindoor". Vorrei fra l'altro dire che potrei portare al collega Sandri, che ha fatto un dovizioso elenco di altre realtà regionali e comunali, le convenzioni che hanno per impianti di questo genere il Comune di Modena, molto vicino al cuore del collega Sandri, Alessandria, Brescia, Formia, Saronno, Padova, Udine, Bolzano, Bressanone, perché il Comune di Aosta, dove è normale, come in tutto il territorio italiano, che i Comuni aiutino le società sportive e diano un contributo per la gestione degli impianti sportivi di questo genere. Aosta è l'unico Comune della Valle che non dà un contributo alle società sportive, salvo una, quindi sono a disposizione del collega Sandri per qualunque chiarimento.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi, per mozione d'ordine.
Lattanzi (CdL) - Per fatto personale... il collega Sandri vuole la parola e gliela lascio molto volentieri, perché credo che la forma non debba inficiare la sostanza del dibattito politico.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri per fatto personale, mi raccomando che siano dei fatti personali, altrimenti chiedete la parola per un secondo intervento, ne avete il diritto.
Sandri (GV-DS-PSE) - Semplicemente per non aver capito cosa c'entri il collega Ottoz con questa storia, sarò lusingato di poter vedere la documentazione che vorrà produrre, mi scuso, non c'era alcun tipo di riferimento, non si conoscono una serie di questioni, pertanto, se c'è l'occasione di specificarle, è sempre meglio. Grazie Presidente e grazie collega Lattanzi.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi, per secondo intervento.
Lattanzi (CdL) - Per fatto politico, Presidente... ho ritenuto necessario dare tale secondo contributo che so non essere richiesto, mi rendo conto, vi ringrazio della pazienza, ma sono poche le volte che questo Consiglio ha l'opportunità di sviluppare un dibattito politico, credo che, se lo facciamo una volta all'anno in occasione della finanziaria, che prevede ingenti risorse da collocare nel sistema economico valdostano, non sia male perdere qualche minuto per aggiungere qualche riflessione al dibattito. Volevo commentare l'andamento di questo dibattito politico, un andamento che ha visto molti interventi e condivido il giudizio del collega Vicquéry, interventi di qualità, analisi politiche, economiche e finanziarie approfondite, commenti di relazioni economiche e finanziarie molto approfondite, che però danno ragione a questo bilancio di transizione, perché credo che non vi sia sfuggito l'aspetto politico di tale dibattito, cioè che anche questa Assemblea sta dibattendo su sé stessa in una prospettiva di politica di visione futura. Mi spiego meglio: abbiamo sentito dai colleghi "Verdi" una dura e competente critica a questo bilancio, mi è sfuggito... e lo dico al collega Venturella perché, se potesse fare un secondo intervento, sarebbe interessante, perché in tutti questi anni dal gruppo "Arcobaleno" ho sempre ascoltato con attenzione la critica, mi è sempre sfuggita qual era la soluzione, perché l'unica soluzione che è stata proposta dal Consigliere Bortot... spero che non sia quella soluzione che il suo gruppo propone, perché fa parte di un bagaglio culturale che è, con tutto l'affetto che posso avere nei confronti di Sandro, un sistema che ha fallito in tutto il mondo. Fra poche ore forse anche Cuba si libererà di un concetto di economia sociale che vede ancora le persone che sventolano le bandierine, ma che non hanno da mangiare a casa. Stimolo pertanto al dibattito i colleghi "Verdi", che oggi so far parte di una coalizione più ampia, fatta con "Renouveau Valdôtain", "Vallée d'Aoste Vive", "l'intelligentia" dell'autonomismo valdostano che, insieme ai "DS", stanno riproponendo, dopo una vittoriosa "cavalcata" alle politiche, una coalizione politica che - ho letto ieri - si propone di governare. Sarebbe quindi interessante capire quale sarebbe non dico la finanziaria che proporreste, perché sarebbe inopportuno creare una "finanziaria ombra", ma almeno quali sarebbero le radici culturali che spingerebbero le vostre scelte, perché se sono quelle di Sandro, credo che non ci sarebbero neanche le risorse sufficienti, neanche i 4.000 mld basterebbero per dare tutto a tutti, come il Consigliere Bortot ha auspicato. È sicuramente un intervento, quello del gruppo "Arcobaleno", nelle sue peculiarità molto diverso da quello del collega Sandri dei "DS", della stessa coalizione, che ha fatto un intervento che come liberale potrei quasi sottoscrivere. Ha parlato della necessità di liberalizzare, di privatizzare alcuni settori di questa economia; ha parlato della necessità di far "arretrare" la Regione dagli enti economici; ha "cavalcato" temi e dinamiche culturali che sono forse più proprie al nostro gruppo che a quello suo di appartenenza, ma se questa potesse essere in qualche maniera l'avanguardia liberale di un'area moderata, un ragionamento si potrebbe anche fare, se queste fossero le proposizioni culturali che il Consigliere Sandri rappresenta, non si capisce bene se a nome suo o a nome del movimento, perché il Vicepresidente Fiou questa mattina invece, giustamente, non solo difendeva l'operato degli ultimi 15 anni della presenza "DS" in una Regione che oggi presenta dei bilanci economici di valore reale per noi disastrosi; lì in qualche modo giustificava e prendeva atto della necessità di un cambiamento. Auspicava che vi potesse essere di nuovo quella stabilità - lui ama parlare di equilibrio, di moderazione - che permetta a questa Regione di avere di nuovo una classe dirigente che non si aggredisce, ma che attorno a un tavolo ritrova quella serenità, magari ricordando quell'amore che con l'"UV" li ha per molti anni accomunati, mandando segnali politici molto chiari alla "leadership" dell'"Union", che invece è rimasta silente, ma dall'"Union Valdôtaine'" qualche voce si è levata e se forse oggi questo "blocco" di legge tutti lo consideriamo un bilancio quasi di transizione, perché tutti abbiamo condiviso alcune criticità che da tale bilancio non vengono affrontate... dall'"UV" si sono differenziate le voci. Sarà per quello che non c'è la forza politica in questa Regione? È come essere di fronte a un bivio, con davanti 2 strade concettualmente diverse per il bene di questa Regione: una che porta a mantenere un ruolo centrale importante della Regione nell'economia, perché la Regione autonoma è concepita come un sistema economico e sociale debole, che deve essere assolutamente difeso, sostenuto, assistito, e che faceva bene notare il collega Venturella, porta i governanti di questa Regione a non impegnarsi mai nei confronti del cittadino per quanto riguarda la tassazione dei tributi propri. Il collega ha fatto un'osservazione intelligente, così come è stato interessante verificare come continuando a criticare le finanziarie nazionali, di Destra e di Sinistra, di fatto poi ne beneficia a "grandi mani", perché i bilanci crescono grazie proprio a quelle finanziarie nazionali che vengono continuamente criticate, Non ultima quella di Berlusconi, quella di Prodi l'hanno criticata, ma i suoi effetti li vedremo il prossimo anno. Una "UV" quindi che nel silenzio della sua "leadership", però esprime - il Consigliere Vicquéry dice tutte le voci sono in un partito libero accettate - delle visioni diverse di fronte a questo bivio delle scelte politiche diverse.
Credo siano proprio queste le motivazioni che ci portano oggi a commentare un bilancio che io considero neanche di transizione: questa mattina utilizzavo l'immagine di un treno fermo in un binario morto con tutti gli "Eurostar" che passavano vicino, si aveva quasi l'impressione di muoversi, in realtà si è fermi: Si è fermi perché non ci sono in quest'aula i numeri per affrontare una scelta o l'altra e allora necessariamente questa maggioranza di Centro rimane al Centro assolutamente immobile. Abbiamo auspicato molte volte in questi ultimi mesi un chiarimento del quadro politico e abbiamo anche indicato una strada precisa: le elezioni anticipate, perché oggi solo le elezioni anticipate potrebbero "rimescolare le carte", lasciando ai cittadini e al popolo l'opportunità di scegliere fra queste 2 visioni, che qualcuno continua a negare, perché si continua a sostenere che c'è una visione radicale di Sinistra, una visione radicale di Destra e in mezzo invece una serie di visioni più sociali, più liberali, più autonomistiche, ma in realtà in un "minestrone" nel quale questo bilancio si cerca di districare e dal quale ogni tanto la "coperta" sembra troppo corta per tutti.
Quando stamani parlavo dell'atteggiamento dei rappresentanti delle associazioni, non mi riferivo alle associazioni: mi riferivo alle rappresentanze delle associazioni che sono intervenute nel dibattito della finanziaria in sede di Commissione. Ho avuto modo di criticare quell'atteggiamento perché non mi sembrava coerente con quello che è il nostro percepito dei commercianti e degli artigiani, che in questo istante sono sotto e mal rappresentati, perché ho spiegato che, troppo coinvolti personalmente nei rapporti con l'Amministrazione regionale per questioni istituzionali o private, non sono in grado in questo momento di rappresentare un disagio nel commercio e nell'artigianato, che è assolutamente non rappresentato e che noi con alcuni dei colleghi dell'"Union", o del gruppo "Stella Alpina", o del gruppo "Fédération" cerchiamo di rappresentare. È sufficiente ricordare che, per quanto riguarda le politiche del commercio, sono "fioriti" in questa Regione i grandi centri di distribuzione; nessuna delle associazioni dei commercianti si è battuta per opporsi a quelle aperture. Ancora oggi all'Amérique assistiamo all'apertura continua di grandi centri di distribuzione e non c'è un solo rappresentante dei commercianti che scende in piazza o porta le sue manifestazioni sotto questo Palazzo perché quello non avvenga e non questo in nome di chissà quale libero mercato, ma in nome e in difesa di quel piccolo commercio che sta morendo e il centro di Aosta ne è un evidente segnale. Da anni abbiamo indicato la strada: quella delle elezioni anticipate per quanto riguarda il chiarimento del quadro politico e quella di un'assunzione di responsabilità di questa classe politica, che auspichiamo possa essere più liberale di quanto non sia oggi.
Possiamo condividere le analisi dei colleghi del gruppo "Stella Alpina", ma su questo tipo di finanziaria è chiaro che non possiamo essere d'accordo, però le analisi le avete fatte anche voi, anche voi avete espresso le critiche e le preoccupazioni, anche voi avete indicato in una minore presenza della Regione e in una maggiore libertà dell'economia una via e una "ricetta", ma non è questo bilancio che condivide quelle scelte. Voi dite: "per senso di responsabilità noi questo bilancio lo vogliamo ancora approvare per dare il tempo alle cose di maturare", ma chi ci impedisce di bocciare tale bilancio e aprire un dibattito politico serio? Chi ci impedisce di denunciare una volta per tutte che il treno è fermo ed è davanti a un bivio e ha necessità di scegliere? Vince la Sinistra... quindi saranno loro a doversi assumere la responsabilità di governo con i programmi, con le idee e con i valori culturali che rappresentano... dopo che il Consigliere Bortot avrà finito di festeggiare le elezioni, probabilmente inizieranno le assunzioni di responsabilità: governino, prendano in mano la Regione, dimostrino come questa Regione può rimanere in un mercato economico di competitività e con le loro "ricette" competitiva! Ho qualche dubbio e lo contrasterei casa per casa, per spiegare che alternativi a voi significa essere liberali e "liberali" vuol dire fare scelte di coraggio, perché vuol dire cambiare un sistema che è complesso, che ha 25 anni di storia e radici quarantennali. Mi rendo conto quindi che il cambiamento è costoso, ma le assunzioni di responsabilità in termini politici ci chiamano a prendere delle decisioni, a riflettere sul futuro di questa Regione e a condividere che se Prodi è male per gli Italiani, è male anche per i Valdostani, che se ci sono dei milioni di persone che in Italia scendono in campo per protestare contro una finanziaria di tasse, quelle tasse per 9/10 entreranno in queste casse e da queste casse usciranno così come state facendole uscire, con "blocchi" che distribuiranno i pani e i pesci per la prossima campagna elettorale: questo è il tema.
Mi dicono, e ne ho purtroppo anche prova, che in questi mesi si è scatenata la corsa alle assunzioni da parte di chi ha il potere di assumere persone in tutti gli enti, le associazioni, gli enti pubblici o parapubblici esistenti in questa Regione. Io esprimo preoccupazione su questo e non voglio "fare di tutta un'erba un fascio", sto dicendo che ci sono gruppi di potere economico e politico in questa Regione che stanno utilizzando tale "guado politico" da qui al 2008 per acquisire consensi, scusatemi cambio il termine: per comprare i consensi e non il consenso di chi si mette di fronte al voto con un progetto politico realizzato e dice: "bene, tu su quello che ho fatto mi giudichi", perché, se dovessimo andare a farci giudicare oggi dagli elettori su quello che è stato fatto, penso che molti di voi avrebbero di che preoccuparsi per la loro rielezione! È evidente che c'è chi ha interesse a diluire questo momento di difficoltà; l'"Union" deve trovare un suo nuovo assetto culturale, perché è evidente che la difesa dell'autonomia non è più un vostro "pallino", perché in un'Europa delle Regioni, ma ancor di più in un'Italia che ti dà le competenze, ma non ti dà i soldi, l'autonomia è un bene di tutti che dobbiamo dimostrare di poterci gestire. In questo momento evidentemente abbiamo ancora l'opportunità, con la "coperta" corta, di coprire i nostri mali, ma il tempo purtroppo non ci è a favore. Il Consigliere Vicquéry ha detto: "ci sono delle scelte che vanno fatte", io sono d'accordo, probabilmente non abbiamo le stesse "ricette"... non lo voglio escludere... perché su molti punti anche con alcuni amici dell'"Union" abbiamo condiviso nei corridoi naturalmente le "ricette", ma poi le logiche del consenso e di quella che qualcuno chiama responsabilità non ci porta ancora a maturare condivise condizioni. Certo è che la Regione ha bisogno di scelte e queste scelte con tale bilancio non verranno affrontate.
Presidente - La parola al Consigliere Venturella, per secondo intervento.
Venturella (Arc-VA) - Invitato dal collega e amico Lattanzi, intervengo con piacere. Parlare di cifre e numeri senza la possibilità di scriverli è un po' difficile. Questa mattina l'Assessore Marguerettaz mi guardava stupito mentre cercavo, con tutti i miei limiti, di esporre le motivazioni, il perché dell'affermazione: "non è vero, Assessore Marguerettaz, che vi è un aumento dell'1,5% della capacità impositiva della Regione, ma vi è una secca diminuzione invece". Proverò a cercare di spiegare aiutandomi con dei numeri a 2 ordini di grandezza. Facciamo conto che nel 2006 il titolo uno categoria due, quella di tributi propri e compartecipazione dei tributi erariali, abbia totalizzato 100...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... ascolti, Assessore, lo so che le dà fastidio questo, ma lei ne ha dette così tante nella sua relazione, ci permetta...
Dicevo, abbia totalizzato 100 nel 2006, ripartite in 80 e 20 milioni. Facciamo che nel 2007 si assista ad un aumento che vada a 150 e che da 20 milioni tributi propri passi a 24 milioni di euro, parimenti passi a 126. È chiaro che la variazione assoluta da 20 a 24 è di più 4 milioni di euro, cioè più del 20%, ma se guardiamo invece la variazione percentuale in rapporto a ciò che viene introitato, abbiamo un calo del 4%, perché 24 rappresenta il 16% di 150 e non più il 20% e qui chiudo, credo di avere con l'esempio numerico spiegato ciò che volevo dire stamattina.
Vediamo ora, anche perché su un'altra questione credo sia importante rifocalizzare la nostra attenzione: le principali entrate, tabella n. 17 dell'Assessore. La tabella n. 17 dell'Assessore, se confrontata con la tabella analoga del bilancio di previsione, budget 2007 di pagina 6, è vero che parla di principali entrate, ma nei tributi propri ha i 65 milioni di euro per la casa da gioco, 89 milioni di euro per l'IRAP, ma, quando si passa alle compartecipazioni, questa tabella, che contiene 6 righe, non corrisponde alla realtà, manca la voce principale: la quota sostitutiva dell'IVA all'importazione per merci provenienti da Paesi comunitari, che ha ben 295 milioni di euro, più dell'IRPEF, più dell'IRPEG, più dell'IVA, più dell'imposta di fabbricazione della birra, più di tutti. Sembra che vi sia una difficoltà intrinseca di questo Assessorato a mettere un rigo in più: il rigo della quota sostitutiva dell'IVA da importazione, ma perché, ci chiediamo noi? Perché tale dimenticanza, questa non considerazione? Come mai, perché? È questo che si intendeva. Certo che l'Assessore mi dirà: "ma, dal punto di vista contabile e finanziario, non ha senso inserire nella tabella n. 17 il dato", però ce l'ha dal punto di vista politico ed è questo che manca nella sua relazione! Il gettito derivante dalla quota sostitutiva dell'IVA è un gettito ormai consolidato negli anni e lo ha detto bene il Presidente Caveri.
Veniamo ora ad un capitolo che mi sta particolarmente a cuore: il capitolo delle spese e rispondo in parte a ciò che chiedeva il collega Lattanzi ossia come potrebbe essere questo programma di futuro governo della Regione. Citiamo il settore 1, programma 0.1, che è assetto del territorio e tutela dell'ambiente. Le pagine vanno da pagina 126 fino a pagina 158 più o meno. Io allora ho fatto un po' di conti, naturalmente sono conti fatti a mano, non con la calcolatrice dell'Assessore Marguerettaz - della quale, secondo me, alcuni tasti funzionano male... - e più o meno la somma a disposizione del settore 1, programma 0.1, urbanistica, assetto del territorio, tutela dell'ambiente, è intorno ai 90 milioni di euro. Ho fatto una piccola analisi sulle principali uscite e sono: edilizia abitativa, viabilità, calamità naturali, opere pubbliche diverse, difesa del suolo, ambiente e sviluppo sostenibile, protezione civile. La sorpresa, ma non era una sorpresa, era quasi lapalissiano proprio per la struttura che si è dato questo Assessore, è che quasi 1/3 delle spese di tale Assessorato vanno al programma 0.3, viabilità, su 89 milioni circa 27-28 milioni di euro sono impegnati per la viabilità. Una parte preponderante, altro che difesa del suolo! Altro che protezione civile! Vanno alla viabilità! È un tipo di scelta che non condividiamo, è un tipo di scelta che presuppone che si faccia politica del territorio costruendo strade e ancora strade. Certo che se si aggiunge al numero del capitolo 51300 spese per opere stradali di interesse regionale, ivi comprese le opere di protezione da valanghe e frane... allora anche qui naturalmente non diciamo che questa affermazione non corrisponda alla realtà, assolutamente no, ma con tali parole: "ivi comprese le opere di protezione" certo che si vuole mascherare quella che è la politica di questo Assessorato, che più che del territorio e dell'ambiente è l'Assessorato alla viabilità! Lo si dica chiaramente, perché ditemi allora come chiamare diversamente un Assessorato che impiega il 31% delle proprie risorse in opere viabili: come se i 2.500 km. di strade regionali, comunali, poderali e piste forestali non bastassero! È quindi chiaro, e qui rispondo al Consigliere Lattanzi, che in un futuro governo della Regione su questi capitoli di spesa sicuramente una riflessione in più dovrebbe essere fatta. È chiaro che ora, essendo noi all'opposizione, abbiamo il compito di far risaltare tali piccole anomalie, che poi non sono anomalie, ma vanno nel segno della politica di questa Giunta.
Torneremo poi capitolo per capitolo e articolo per articolo del disegno di legge su ogni argomento, abbiamo presentato alcuni emendamenti e presenteremo anche alcuni ordini del giorno.
Presidente - La parola alla Consigliera Viérin Adriana.
Viérin A. (UV) - J'ai toujours du mal à m'exprimer dans cette Assemblée, parce que je ne possède pas les qualités de certains de mes collègues qui arrivent à parler pendant 45 minutes, voire plus, et savent capter l'attention de l'Assemblée pour si longtemps. Sur le budget c'est encore plus difficile, quoique je possède un diplôme d'expert comptable, mais cela fait partie des erreurs de jeunesse, les chiffres ne sont pas mon "violon d'Ingres". Plus tard d'ailleurs j'ai entrepris des études en philosophie et en littérature, qui me conviennent beaucoup mieux.
D'abord je dois dire que je partage complètement ce que l'Assesseur nous a dit lors de la présentation de ce budget 2007, il s'agit sûrement d'un budget sérieux et responsable, rédigé selon des règles comptables, sérieuses et responsables. Il n'est donc pas étonnant qu'il termine en disant, en bon expert comptable, parce que lui avait bien trouvé son "violon d'Ingres" depuis le début, que s'il avait la possibilité de le réécrire sur une page blanche, il referait à l'identique. Il ajoute une chose intéressante: il dit qu'il s'agit du meilleur budget envisageable dans les conditions actuelles, car - et il le disait quelques lignes plus haut - ce budget est la conséquence d'un système législatif qui a été approuvé par ce Conseil au fil des années, le fameux "plâtre" représenté par les lois en vigueur, qui emboîtent un peu tous les budgets chaque année et sur cela je suis totalement d'accord avec lui. Je n'oserais donc pas dire, comme l'avait fait l'année dernière M. Cesal, qu'il s'agit d'un budget qui ne nous fait pas rêver, car je prendrais des risques là, les foudres et les tonnerres tomberaient sur moi! Permettez-moi de dire que pour les années prochaines il faudrait au moins essayer de lui donner une âme... Il est vrai, les lois nous les avons votées, nous pouvons les modifier, nous pouvons en faire d'autres, nous pouvons tout changer, mais dans une logique de stratégie à long terme, car à mon avis nous avons le devoir de bâtir un projet politique, de faire des choix; projet politique qui nécessite entre autres d'un travail synergique entre les différents secteurs. Ce qui manque à mon avis est un fil rouge, qui relie les dépenses et les investissements des différents Assessorats, mais probablement, comme je vous l'avais annoncé au départ, mes compétences ne sont pas suffisantes pour arriver à le dénicher ce fil rouge. Je me bornerai donc à faire quelques modestes considérations sur quelques secteurs que j'estime prioritaires.
Energie: d'abord, merci M. La Torre, un petit élan vous l'avez lancé, donc je vous fais officiellement mes compliments. L'épargne énergétique et l'utilisation des sources énergétiques renouvelables: il s'agit là d'un vrai défi pour les années à venir, un défi qui nous concerne aussi. Je me demande si on n'a pas intérêt à suivre l'exemple de la Province de Bolzano, qui a pris depuis plusieurs années des décisions draconiennes et courageuses en la matière. Je vois que l'Assesseur me fais des gestes: dernièrement à un colloque auquel lui il a participé les Sud Tyroliens disaient: "nous on est 10 ans en arrière par rapport à l'Autriche", si eux, ils sont 10 ans en arrière par rapport à l'Autriche, nous on est au Moyen âge. Grâce à des normes très strictes et également une modification des règlements d'urbanisme des Communes, qui ont primé tous ceux qui ont décidé de bien isoler les bâtiments et d'investir dans l'épargne, ils ont obtenu des résultats remarquables et une forte adhésion de leur société à un vrai épargne énergétique, d'autant plus que cette politique énergétique a permis de développer une vraie filière industrielle et commerciale, ce dont nous avons besoin, la fameuse aire de la "Cogne" est là pour trouver des investisseurs. Le Sud Tyrol s'est posé en quelques années à l'avant-garde au niveau italien dans ce secteur et il exporte une bonne partie de sa production dans les autres Régions italiennes et même à l'étranger. J'estime que nous devrions suivre cet exemple, parfois il suffit de faire ce que les autres ont su faire beaucoup mieux avant nous. Nos cousins situés à l'est de l'arc alpin nous apprennent plein de choses, à nous de suivre.
Tourisme. Je partage entièrement ce que M. Lattanzi a dit sur le thermalisme et plus en général sur les s.p.a.; j'estime que nous avons cumulé un retard que nous avons le devoir de combler rapidement dans les années à venir. Les touristes ont désormais démontré qu'ils sont disponibles à se rendre dans n'importe quelle localité à condition d'y trouver essentiellement 4 choses: un urbanisme respectueux de la nature, un environnement de qualité, un accueil chaleureux et riche en traditions et des centres de bien-être qui à n'importe quel moment et indépendamment des conditions climatiques - tant pis s'il ne neige pas - peuvent satisfaire la demande croissante de bien-être et de câlins, on a tous besoin de câlins. Il suffit de regarder la reconversion que toutes les plus grandes structures hôtelières ont effectuée ces dernières années. Il n'est donc pas étonnant qu'une Commune comme Cogne ait conquis la première place dans un classement qui concerne les plus belles et importantes stations des Alpes. Une Commune qui a suivi, parfois malgré elle, un modèle de développement qui ne nécessite pas forcément de grandes et onéreuses infrastructures, mais où une grande partie des hôtels a beaucoup investi dans l'accueil et le bien-être de ses clients. Nos plus grandes richesses sont représentées par le splendide environnement qui nous entoure et par le contexte que nos ancêtres ont su bâtir au cours des siècles et qui nous ont légué.
Ces dernières considérations me portent évidemment à l'agriculture. Je suis obligée de dire deux mots sur cet important secteur de notre économie. J'estime que nous avons très bien fait de soutenir nos éleveurs et nos campagnards. Nous avons très bien travaillé dans le passé soit pour l'aide concrète et directe, soit pour la formation. Maintenant, sans pour autant changer brusquement de cap, j'estime qu'il faudrait axer notre politique agricole principalement dans les secteurs du "marketing" et de la commercialisation. Nous devrions faire en sorte que nos produits, produits de niche, de grande qualité puissent être placés sur le marché à leur juste prix. Nous ne vendons pas nos produits, à mon avis, à leur juste prix, nous les vendons à un prix trop bas. Nous devons arriver à vendre nos fromages, nos vins, et cetera, dans les magasins de haute gastronomie et non dans les grandes surfaces. Un prix plus élevé à la vente permettrait d'augmenter les revenus des producteurs et ainsi de réduire les contributions régionales à ce secteur. Un exemple pour tous: le "passito" de Chambave. Dernièrement à une compétition internationale sur les vins flétris - je crois à Bruxelles -, le "passito" de Chambave arrive deuxième ou troisième sur une palette de 40-50 producteurs internationaux; quand les autres producteurs ont appris quel était le prix de vente de la bouteille du "passito" de Chambave, ils ont commencé à prier nos producteurs de ne jamais le dire, parce que le "passito", qui était arrivé à la 30e, à la 40e position, était vendu 3, 4 ou 5 fois plus cher. Une éventuelle filière du bois... mise sur pied au Sud Tyrol, j'y reviens, je m'en excuse, mais c'est un exemple pour moi... grâce à leur politique énergétique... permettrait également d'assurer un revenu complémentaire à nos paysans.
Un autre secteur en grande expansion est représenté depuis quelques années par l'industrie phytothérapique. A mon avis, notre territoire se prête très bien à une production de plantes médicinales qui pourraient entraîner la création d'une filière de grande envergure dans ce secteur, et je reviens à l'industrie et à "l'aire Cogne", et cela nous permettrait de réutiliser les terrains maintenant en jachère, les terrains sous-utilisés sur notre territoire.
Je m'arrêterai là, il y a encore un argument sur lequel je reviendrai, mais j'attends la réponse du Gouvernement.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per secondo intervento.
Squarzino (Arc-VA) - Non avevo messo in programma questo secondo intervento, nel senso che pensavo di soffermarmi in particolare sui vari articoli della legge finanziaria, ma sono stata un po' sollecitata sia dal Capogruppo dell'"UV", sia dal collega Lattanzi, che in fondo ci hanno detto: "volete un cambiamento, ma non dite in che prospettiva" e la stessa cosa indirettamente anche il Presidente della II Commissione, ha detto: "sì, le critiche vanno bene, ma ci vogliono le proposte". Noi chiaramente non anticipiamo qui il nostro programma futuro di Governo del 2008, si tranquillizzi il collega Lattanzi: se esistono all'interno della maggioranza e dell'"Union Valdôtaine" delle voci così divergenti, che si uniscono per gestire il potere, noi riusciremo, le varie forze, a metterci insieme per un progetto della Valle d'Aosta, che è qualcosa di più importante. Per questo motivo abbiamo fatto una serie di osservazioni, dalle quali si evincono le nostre priorità. Non ci viene chiesto di preparare un bilancio alternativo, di scrivere una legge alternativa oggi. Cosa abbiamo fatto per rispondere a questa domanda, al quesito che tutti ci pongono: "ma voi come spendereste i soldi?". Il tentativo che abbiamo fatto sia negli emendamenti che abbiamo pensato, sia negli ordini del giorno che abbiamo preparato e che discuteremo è stato quello di individuare alcuni settori, alcuni punti che riteniamo importanti come pilastri del cambiamento che bisogna imprimere a questa Regione nel modello di sviluppo. Vi sono alcuni emendamenti, cose piccole rispetto al grande progetto che si sta costruendo, ma un primo punto su cui insistiamo è proprio l'etica della politica, la sobrietà nel modo con cui si gestisce la politica, la sobrietà nei comportamenti. Abbiamo quindi individuato alcuni emendamenti che vanno nell'ottica di diminuire, se possibile, i costi della politica, non solo. Proprio perché riteniamo che alcuni costi dell'Amministrazione che appaiono come costi che servono allo sviluppo della Regione, a studi, ad approfondimenti... in realtà, i costi della politica sono il far lievitare i costi per persone che vengono contattate, sollecitate e a cui si offre un lavoro, perché questo può essere comodo politicamente per garantirsi il voto di tali persone... Proprio in questa ottica abbiamo cercato, da un lato, di dire che in questa Amministrazione regionale bisogna aumentare le persone più professionalizzate, aumentare le figure che sono più competenti; dall'altro, bisogna diminuire in modo drastico le risorse per le consulenze e per le collaborazioni. Dovete pensare che nel bilancio 2007 sono stanziati oltre 5 milioni di euro per consulenze e collaborazioni tecniche e questo senza indicare tutte quelle specifiche dell'Assessorato del territorio, senza tener conto di tutti gli incarichi che sono legati a progetti specifici di studi, di progettazione, di piani di sviluppo e via dicendo. Ci sono architetti, ingegneri, geologi che sono chiamati a lavorare per un progetto, qualunque esso sia, una strada, un progetto edilizio e i costi di quegli esperti sono all'interno dell'intero progetto, per cui quelli non vengono neanche conteggiati con questi. Il bilancio che è stato portato all'attenzione di questo Consiglio prevede nel 2007 altri 5 milioni di euro per spese di consulenza e collaborazione tecnica, con un aumento rispetto agli anni precedenti, rispetto al 2005-2006 di 1,2 milione di euro. Diciamo che bisogna diminuire queste spese perché il più delle volte, come abbiamo illustrato in diverse iniziative del nostro gruppo, tali consulenze, tali collaborazioni tecniche sono inutili e le persone che hanno avuto un contratto per consulenze o per collaborazione tecnica si trovano poi negli uffici a fare il lavoro degli impiegati al posto di questi che sono magari in ferie o in malattia, cioè qui si usano i soldi pubblici in modo distorto rispetto alle esigenze e noi diciamo che queste risorse vanno diminuite, per diminuire quei costi inutili nell'amministrazione. Questo è un altro grosso filone a cui noi continuiamo a prestare attenzione, su cui bisogna lavorare, ma non per penalizzare le persone, ma perché bisogna rendere il lavoro produttivo, occorre valorizzare le risorse dei giovani e bisogna dare a tutti i giovani le stesse possibilità di entrare nel mondo del lavoro.
Riteniamo che gli investimenti nella scuola siano importantissimi, stamani avevo sottolineato con forza una serie di dati purtroppo negativi che riguardano il livello di istruzione della popolazione valdostana, per cui noi abbiamo proposto degli emendamenti con cui chiediamo che siano potenziate ulteriormente le risorse alle scuole, in modo che nella loro autonomia possano fare quei progetti che sono utili per lo sviluppo del territorio, per l'apprendimento dei ragazzi e per l'innalzamento della qualità dell'istruzione. Ancora: sempre nell'ambito della cultura abbiamo sottolineato con forza come tutto il sistema della formazione e dell'istruzione vada integrato in modo più chiaro di quanto non sia fatto adesso, quindi chiediamo con una serie di ordini del giorno che questa direzione venga intrapresa con forza, coraggio e decisione. Come pure chiediamo che siano potenziati quei centri di educazione per adulti; a fronte di un dato preoccupante della formazione degli adulti, chiediamo che altre risorse qui siano impegnate, come chiediamo anche che siano aumentate le risorse per i centri culturali, per i centri che producono studio e che innalzano il livello culturale di questa Regione, perché siamo convinti che impegnare fondi nell'istruzione, nella cultura sia impegnare fondi per il futuro di questa Valle.
Come pure abbiamo anche individuato alcuni emendamenti che riguardano il settore della sanità. Stamani avevo fatto un elogio al fatto che vi sia questo Osservatorio epidemiologico in Valle d'Aosta che consenta di conoscere la realtà, ma, per quanto riguarda la sanità, intendiamo fare alcune critiche. Abbiamo visto come la sanità costituisca una fetta importante del bilancio: il 24% delle spese correnti. È una cifra che quest'anno si attesta sui 245 milioni di euro, con una contrazione rispetto agli altri anni, ma abbiamo visto come anche negli assestamenti di bilancio grosso modo la cifra si attesti sui 250 milioni di euro, che è una cifra consistente. Quello che contestiamo non è la quantità di risorse impiegate per la sanità, piuttosto il modo con cui la sanità viene governata e l'enorme costo della mobilità passiva è un esempio di come ci siano molti aspetti della sanità che vanno potenziati (vedi l'ortopedia). Abbiamo visto in questi mesi la conflittualità con gli operatori e abbiamo visto anche questo modo zigzagante con cui viene affrontata la questione dell'unificazione delle 3 sedi ospedaliere: manca un'idea chiara di tale maggioranza e del suo partito maggioritario. Pare quasi che questa sia diventata una questione personale, ogni Assessore, anche se dell'"UV", porta avanti la sua idea particolare di unificazione delle 3 sedi. A un Assessore viene l'idea dell'ampliamento a sud, noi avevamo contrastato questo, però ci eravamo rassegnati, se questa è la scelta del Governo prendiamo atto di tale scelta; poi cambia l'Assessore e viene l'idea invece di un ampliamento ad est, che è un progetto abnorme, è un obbrobrio per la città, per cui non poteva che nascere spontanea una reazione dei cittadini e degli operatori della sanità nei confronti di questo progetto. Con i nostri emendamenti diciamo, proprio perché su questo progetto ci sono delle riflessioni, aspettiamo, non spendiamo altri soldi su progetti che devono ancora partire, aspettiamo a far partire alcuni progetti finché non si decide cosa fare, utilizziamo in modo più serio i soldi della collettività. Per quanto riguarda l'attenzione alle fasce più deboli, abbiamo visto che ci sono diversi soldi per il sociale, ma saremmo più interessati a capire come vengono di fatto collocati tali soldi, ma la nostra attenzione è sempre per la casa e in questo senso abbiamo presentato alcuni emendamenti che indicano la strada che a nostro avviso per la casa andrebbe seguita. Come pure rispetto all'ambiente, è chiaro che questo è un tema che ci interessa, in quanto abbiamo individuato una serie di scelte, che già alcuni qui hanno sottolineato come positive e ci fa piacere vedere che temi che erano fino a pochi anni fa solo del mondo ecologista stanno diventando patrimonio comune...
Marguerettaz (fuori microfono) - ... lo erano già prima...
Squarzino (Arc-VA) - ... certo, quando è nato l'Assessore Marguerettaz, questi temi erano già all'ordine del giorno, molto prima...
Mi fa piacere vedere che tutto il tema delle energie alternative comincia ad essere considerato in maniera positiva e soprattutto le energie alternative cominciano ad essere considerate un "atout" forte di sviluppo economico per la nostra Regione, come pure l'agricoltura biologica, su cui abbiamo presentato un emendamento, perché vogliamo dire che sono questi i settori di qualità che vanno potenziati. Concludo dicendo che a noi interessano anche i temi più ampi, che sono la pace e la solidarietà, e anche in questo contesto abbiamo presentato un emendamento.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri, per il secondo intervento.
Sandri (GV-DS-PSE) - Mi ero interrotto prima per rispettare i 45 minuti del primo intervento, quindi riprendo con una certa fatica - spero di riuscire a riportavi in argomento - l'intervento. Dicevo che c'è un problema leninista, come si suol dire: che fare? Abbiamo davanti dei problemi importanti, li avevamo ricordati; abbiamo ipotizzato di rimettere il cittadino al centro della società e quindi al centro dello sviluppo e proprio questo consentirà di liberare le energie finora trascurate, represse, le competenze e le professionalità. Naturalmente, cosa che ha infervorato i colleghi del Centro-Destra, avevo fatto riferimento a questa necessità di limitare la presenza pubblica nella gestione dell'economia, e non solo, a ridurre i costi degli apparati pubblici, il sistema dei contributi a pioggia, proprio per fare un arretramento rispetto alla libera competitività e alla libera capacità di organizzazione e al coraggio delle persone, alle loro professionalità, aumentando invece con i soldi risparmiati dai contributi a pioggia la qualità e la quantità dei servizi. Questo è un processo difficile, complesso, non c'è una specie di "bacchetta magica": significa riprendere con calma, ma sapendo qual è la strada, quindi con un altro progetto rispetto a quello portato avanti fino adesso, che consenta di riaggiustare pezzo per pezzo, con la certosina attenzione di tutti i giorni, ma che è dettata dall'amore. Mi permetterei da questo punto di vista tale attenzione che ci vuole è solo legata all'amore che si ha per un popolo, che si ha per la cosa pubblica, che consente di avere quell'attenzione alla qualità così come abbiamo l'attenzione per le persone a cui vogliamo bene, per cui se vediamo che hanno un problema, subito ce ne accorgiamo ed interveniamo. La mancanza di attenzione, la mancanza di capacità di reazione, il trascinare i problemi spesso quindi è anche un grande sintomo evidente di mancanza di amore per il proprio popolo. Occorre allora un'attenzione forte alla qualità, ma anche un grande coraggio e la capacità di aprire strade nuove e il tempo è un fattore determinante che dobbiamo tener presente. Varie volte in quest'aula ho preso a riferimento alcune grandi opere che sono state fatte nel passato per rendersi conto dell'incapacità a realizzare.
Anche il collega Pastoret, come Assessore ai trasporti, ha presentato un bellissimo lavoro in cui si ricorda che la ferrovia Aosta/Pré-Saint-Didier fu fatta in 2 anni; il canale di Panama, una delle più grandi e straordinarie imprese del genere umano, è stato fatto agli inizi del secolo scorso in 8 anni. Andate a vedere il cantiere dello "Splendor", quanto è durata la costruzione della piscina di Gressoney, la questione dell'Ospedale e vi renderete conto che il tempo è la dimostrazione dei nostri fallimenti. Occorre allora avere il coraggio anche di fare scelte importanti che intervengano sul fattore tempo, quindi nella realizzazione delle infrastrutture, di tutte quelle infrastrutture sia concrete che virtuali di cui siamo carenti, occorre avere il coraggio di utilizzare i nostri soldi per realizzarle. È chiaro che dobbiamo avere la forza di capire che il miglior investimento che possiamo fare non è quello di tenere i soldi della "CVA" a reddito da un "broker" finanziario locale, ma quello che questi soldi vadano reinvestiti nel territorio, perché i soldi del "broker" finanziario andranno a finanziare lo sviluppo di altri Paesi e Regioni, non della Valle d'Aosta! La costruzione del Lötschberg, costata 3 mld di euro, ha comportato un reinvestimento nei 2 stretti Cantoni di Berna e del Vallese di 1,5 miliardi in 10 anni, il che significa che il PIL di quei 2 Cantoni è aumentato del 2% l'anno solo per quella opera. Questo è quanto dobbiamo fare adesso per andare avanti e, per fare ciò, con tutti i soldi di cui c'è bisogno, bisogna cominciare a ragionare in termini economici, cioè a dare delle priorità. È prioritario spendere 60 milioni di euro nel trenino di Cogne o spenderne 10 milioni, cioè 1/6, nella lunetta di Chivasso? L'avessimo pensato 10 anni fa, 5 anni fa, 3 anni fa, 2 anni fa... ma possiamo farlo anche adesso? O dobbiamo scaricare tutto su Roma, dicendo: "o ce lo dà lo Stato...", oppure stiamo qui a "guardare per aria"? La lunetta di Chivasso è un intervento che farà risparmiare per ogni anno 10 minuti a 600mila viaggiatori, il che significa 7 anni di vita regalati per ogni anno di utilizzazione agli utilizzatori della ferrovia. Quanto ci farà invece guadagnare in termini di tempo il trenino di Cogne a 25 km./ora? Dobbiamo allora avere dei criteri per capire l'efficienza. L'aeroporto sicuramente è stato un investimento importante, ma bisogna capire che utilizzo ha. Quanti passeggeri passeranno di lì, quanto sviluppo porterà, quanto ci costerà quello sviluppo? Sicuramente molto di più di quanto non sia la ferrovia. Dobbiamo allora certo continuare a chiedere allo Stato importanti compartecipazioni e finanziamenti, esattamente quanto tutte le altre Regioni e Province autonome d'Italia, ma dobbiamo capire che è il momento di "aprire i cordoni della borsa" su questi grandi piani di investimento e risorse, se tagliamo gli sprechi, ce ne sono tante.
Vi è un altro punto debole nel sistema, che voglio ricordare perché è anche il punto di sviluppo più importante del futuro sviluppo della Valle d'Aosta, qualunque sia quello che vogliamo immaginare: è che lo sviluppo è possibile soltanto se un corpo ha un cuore pulsante, ha un motore di forza che dà l'impulso a tutto e questo è il capoluogo regionale: Aosta. Qui dobbiamo dire che con determinazione, secondo me in parte anche preconcetta, si è voluto svilire negli ultimi 10-15 anni il ruolo della città di Aosta, togliendo le risorse e togliendole qualunque tipo di ruolo, anzi direi che, se si va a rivedere la storia passata, è stato proprio il dualismo fra Aosta città e Regione a fare da motore al nostro sviluppo già in passato, perché proprio i contrasti erano lo stimolo per migliorare e rendere più efficiente il sistema, perché se non c'è una differenza di potenziale fra 2 realtà, non passa l'energia elettrica, se non c'è una differenza di altezza fra 2 posti, non c'è l'acqua che passa e Aosta e la Regione erano 2 contrapposizioni che però consentivano di creare energie, che poi servivano a tutti. Oggi invece Aosta è una città sotto tutela innanzitutto per le proprie entrate in conto corrente; abbiamo rilevato nel 2002, e purtroppo non siamo stati ascoltati, che si è cambiato il meccanismo di determinazione delle entrate correnti della città di Aosta: dal 2002 decidono quanto deve prendere la città di Aosta il Presidente della Regione e il Presidente del Celva. Il Sindaco di Aosta non viene neppure contattato, mentre per tutti gli altri Comuni esiste tutta una serie di valutazioni per cui automaticamente si ridistribuiscono i soldi. Potete allora capire che nella logica più sopra riportata del partito dei Comuni quale sia poi il risultato finale per il povero Guido Grimod e per i suoi concittadini. Nei 5 anni di applicazione del sistema di cui dicevo prima Aosta non è mai riuscita ad ottenere dalla Regione trasferimenti che consentissero di coprire per più dell'81%, ma spesso sotto l'80, le proprie spese correnti al netto delle proprie entrate, mentre per tutti gli altri Comuni, garantiti da un meccanismo molto più partecipato e controllato da appositi comitati, la media della copertura delle spese è il 103% e, se si vanno a togliere alcuni Comuni che hanno particolari caratteristiche, come Courmayeur, Valtournenche, Gressoney e La Thuile, i trasferimenti sfiorano mediamente il 115% delle spese correnti, il che significa che queste importanti risorse vanno a coprire tutte le spese correnti e diventano soldi in libera disponibilità dei Comuni. Questo spiega anche un'altra discriminazione nei confronti del capoluogo: ormai la riproposizione automatica irragionevole per certi aspetti del programma di Aosta capitale è il mezzo per controllare l'evoluzione urbanistica della città, insomma per tenere la città di Aosta sotto controllo. Di questo ci si rende conto dal comportamento; allora se si decide di ampliare l'Ospedale, di fare un palatenda, di fare qualunque altro tipo di intervento, non si chiede, si decide e poi si manda a far sapere e "Aosta capitale" non è mai stato rispettato come progetto, perché, a fronte di costruzioni come questa meraviglia, di cui abbiamo da poco visto la fine dei lavori in Via Ribitel, ci dovevano essere trasferimenti di terreni. A proposito di quanto citava prima non ho capito per quale motivo di offesa personale... sulla questione del "Palaindoor" il CONI all'interno dell'accordo di programma con la Regione e con la città di Aosta avrebbe dovuto trasferire un determinato terreno alla città di Aosta all'inizio dei lavori del "Palaindoor"... ma non credo sia stato mai rispettato, così non è mai stata rispettata la costruzione di tutta una serie di parcheggi che erano previsti dall'accordo di programma. L'accordo di programma allora cos'è? È un cappio al collo la città di Aosta, in cui ci sono impegni da mantenere da parte della città di Aosta, ma poi gli altri si ritengono assolutamente in diritto di non rispettarli e di questo ne discuteremo in una mozione, non so se sarà ancora possibile in questo Consiglio, altrimenti verrà trasferito al prossimo.
Vi sono altre cose che pesano sulla città di Aosta e che meritano una profonda attenzione: è il totale disinteresse a capire i pesi che la città di Aosta sopporta per il suo ruolo di capoluogo regionale e che mette a disposizione di tutti i cittadini, ma le cui spese ricadono solo sui cittadini di Aosta: la manutenzione delle strade, lo sgombero neve, i servizi delle strutture sportive, i servizi di autobus di linea, i parcheggi e tante altre cose. Tutto questo già è un peso, è un peso per il bilancio, ma in più ci si ritrova di fronte che la Regione è mancante anche dal punto di vista normativo. Ci rendiamo conto tutti con facilità dell'inquinamento che c'è nella città di Aosta, lo si vede visivamente, se qualcuno di voi lo vuole vedere in modo più chiaro, basta che prenda quella splendida pubblicazione e bisogna fare i complimenti in pubblico perché è una struttura che funziona molto bene, che è l'ARPA, che nella sua terza relazione annuale ha presentato una bella ricostruzione della distribuzione dell'inquinamento. Ora l'inquinamento a livello rosso c'è solo ad Aosta città e in qualche Comune della "Plaine"; quell'inquinamento è in parte, se non in gran parte, responsabilità del carico di auto che tutti i giorni arrivano in città. A questo si deve aggiungere il carico per la città di Aosta della quantità di parcheggi che sono stati realizzati a fronte dei cittadini che vengono da fuori, che non sono Aostani, perché il sabato e la domenica la maggior parte dei parcheggi sono tutti vuoti, però i cittadini di Aosta... hanno asfaltato che potevano essere verdi, aree che potevano diventare giardini, e tutta una serie di strutture per mettere a disposizione questo...
A fronte di tutti questi carichi abbiamo un piano di bacino di traffico fermo a parecchi anni fa, in cui si destinava allora 300mila km. autorizzabili di servizi di autobus di linea, a fronte, tanto per capirci, Courmayeur 200mila. Ora quel piano di bacino di traffico deve essere urgentemente modificato, perché bisogna dare non solo ai cittadini di Aosta, ma anche a tutti quelli che vi arrivano nella giornata una reale alternativa. È chiaro che se il servizio in termini di frequenza, di qualità e di capillarità non è assolutamente competitivo con l'auto, tutti continueranno a venire con l'auto, ma per poter fare più frequenze di corse, nuove linee che arrivino più a destinazione, che si distribuiscano meglio sul territorio ci vogliono i chilometri. Bisogna allora arrivare a fare un grosso sforzo perché il piano di bacino del traffico della città di Aosta possa essere incrementato almeno a 1 milione di km., in modo che questo possa consentire di avere una maggiore efficienza nel servizio, un minore inquinamento, ma soprattutto minori costi. Qui mi riallaccio, e concludo con questa considerazione lasciando poi le considerazioni più squisitamente politiche alle dichiarazioni durante la discussione dei disegni di legge nn. 135 e 136, al piano di bacino di traffico e alla ferrovia, che sono una delle grandi scommesse per migliorare il benessere economico dei cittadini valdostani. I cittadini valdostani sono schiavi della necessità di avere una o più auto, perché senza queste non hanno la possibilità di muoversi, perché non ci sono servizi che siano all'altezza: non lo è la ferrovia, non lo è l'autobus. Tornando alla valutazione che facevamo prima - meno contributi, più servizi -, ecco dove dobbiamo andare a fare gli investimenti: dobbiamo andare a fare gli investimenti perché il pullman sia sotto casa non dico tutti i minuti, ma a frequenze sufficientemente alte, che vi siano degli autobus frequenti che da Hône portino alla stazione di Verrès e consentano ai Consiglieri regionali anche della bassa Valle di non dover prendere l'auto per venire ad Aosta, ma di salire sul treno e in 25 minuti essere ad Aosta. Questo è possibile realizzarlo, ma alla fine ciò significa che la gente privata, le imprese, gli artigiani potranno risparmiare di dover mettere i soldi nella struttura macchina, il che significa assicurazioni, benzina, manutenzione... e invece destinare a degli investimenti.
Credo che questo sia il tipo di logica, ma per chiudere sul punto della città di Aosta vorrei essere molto preciso. Non faccio delle considerazioni politiche, però è certo che non è un caso che dalla parte dell'"UV" una grande maggioranza di elettorato e di eletti non venga dalla città di Aosta: questa può essere una considerazione deduttiva, però è evidente che rafforza quella ipotesi che si faceva prima di un partito che per troppo tempo si è lasciato condizionare dai propri interessi di zona, da interessi particolari.
Presidente - Vi sono altri interventi in discussione generale? Sono stati presentati 5 ordini del giorno, di norma essi andrebbero discussi subito dopo la chiusura della discussione generale; siccome l'articolo del Regolamento dice "di norma", è possibile concordare anche altre modalità: una richiesta è di discuterli subito prima delle votazioni del disegno di legge.
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Chiedo la sospensione di 5 minuti per valutare insieme alla Commissione del Regolamento e ai Capigruppo il proseguimento dei lavori.
Presidente - Siccome vi è anche una richiesta della possibilità di vedere insieme alla Giunta qualche emendamento, questo può essere fatto solo durante la discussione generale, altrimenti non vi è più possibilità di fare modifiche; vi prego di utilizzare questa sospensione per verificare tale possibilità. Sospendo il Consiglio per 10 minuti.
La séance est suspendue de 19 heures 04 jusqu'à 19 heures 34.
Presidente - Annuncio la sospensione dei lavori a questo punto, i lavori riprenderanno alle ore 21,00 con l'intervento del Presidente Caveri.
La séance est suspendue de 19 heures 35 jusqu'à 21 heures 12 et, à la reprise des travaux, c'est le Président M. Perron qui remplit les fonctions de Président de la séance.
Presidente - Riprendono i lavori.
La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Ringrazio tutti per le sollecitazioni, le suggestioni e anche le provocazioni. Un dibattito ricco a vantaggio reciproco, visto che questo è un Parlamento dove tutti e ciascuno dei Consiglieri è libero di presentare, come è giusto che sia, iniziative e proprie idee in finanziaria, ma anche nel resto dell'anno e, certamente, di alcune delle proposte che ci sono state presentate oggi "faremo tesoro". Il Governo regionale è convinto e sereno nel sostenere - non nel difendere, perché non siamo per nulla sulla difensiva - la bontà della manovra finanziaria, comprese certe regole che evitano "l'assalto alla diligenza" e che rischierebbero di trasformare la nostra discussione in una sorta di "Far West". Sui singoli punti risponderanno tutti gli Assessori questa sera, non lo avevamo fatto lo scorso anno nella logica - che è un po' mia - di accelerazione dei tempi, ma avevamo fatto male, perché si è pensato, lo scorso anno, che, rispetto a certe esibizioni verbali, non vi fossero da parte nostra delle risposte; quest'anno invece i colleghi ribatteranno, punto per punto, per evitare degli equivoci.
Potrebbe esserci in questa discussione la tentazione di cadere nella trappola delle polemiche politiche, polemiche che scaldano i cuori, altrimenti avremmo fatto nella nostra vita altre cose, ma non lo farò. Il gioco maggioranza/opposizione rischia di essere, in tale fase, una sorta di gioco inutile, visto che la maratona a cui siamo sottoposti è fatta di gioco delle parti, spesso di giochi di parole, ma è anche fatta di posizionamenti personali per cercare il consenso, specie - come sta avvenendo - con l'approssimarsi delle elezioni, che sono il momento topico della democrazia, ma che innescano anche dei climi un po' innaturali. Quando i toni si fanno tristemente propagandistici, si va alla ricerca di una critica costante con il "paraocchi" e talvolta si vedono anche imbarazzanti enciclopedismi sui diversi argomenti, bisogna comunque cercare con serenità di dire la propria. Trovo molto istruttivi certi interventi, perché "fanno piazza pulita" di chi "ammicca in privato e spara in pubblico": questa è una logica furbesca che non regge più. Non esiste un doppio canale di dialogo politico: nei corridoi "si fa flanella" e in quest'aula si attacca con furia. Chi predica morale ed etica e anche buon Governo lo sappia: i ponti del dialogo si creano su fondamenta vere e non su generici "desiderata" o su atteggiamenti che sembrano la logica del "solo piede in 2 scarpe" e l'unico "piede" che entra dappertutto è quello luciferino. Certe opposizioni, qui ad Aosta, sono come il Dr. Jekyll... chiedendo al Governo regionale una serie di cose, come lo straordinario insieme di "slogan" "botte piena e moglie ubriaca", per cui assumiamo tutti, ma riduciamo il personale, oppure "meno pubblico nell'economia", ma interveniamo ovunque, o ancora: "più velocità per le opere pubbliche" e poi si ricorre per bloccarle... e a Roma si trasformano in maggioranza Mr. Hyde... cioè, nella finanziaria dello Stato, fanno ben peggio di quello che qui ci viene rimproverato. La crisi italiana è migliore o peggiore della presunta crisi valdostana? Vorrei dire che ancora oggi, al di là di tutte le discussioni che abbiamo fatto all'inizio di questo Consiglio, siamo di fronte a vive incertezze di una finanziaria dello Stato che è "in progress". È normale? È cioè normale che non si siano ancora "fermate le bocce", per cui su alcune decisioni importanti di questa nostra finanziaria dobbiamo andare "a tentoni nel buio", in attesa di conoscere in maniera definitiva quali saranno le determinazioni in materie significative, che ricadranno anche in parte sul nostro ordinamento finanziario?
Quale Valle d'Aosta, perché di questo si è discusso in queste ore... vorrei dire una Valle d'Aosta moderna, solidale, forte, grazie anche ad una maggioranza politica comprensibile e coesa, che ha i suoi punti di aggregazione e, se oggi guardiamo alle alternative, cogliamo un clima simile al "Circo Barnum" del Parlamento italiano...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... al "Circo Barnum" del Parlamento italiano, cara Squarzino, perché la Senatrice Levi Montalcini ha detto chiaramente: "non voto al Senato se non ci sono i fondi per la ricerca", e sono apparsi i fondi per la ricerca; il Senatore eletto nel collegio sud America Pallaro ha detto: "se non si danno i soldi agli emigrati italiani all'estero, non voto la finanziaria", quindi devo dire che siamo di fronte a dei comportamenti di questo genere. Cos'è il nuovo? Lo vedremo. Oggi si registrano confini di profondissima ambiguità, è un nuovismo balbettante, tinto più di odio che di corrispondenza a progetti alternativi, legittimi come tali, ma l'odio è un collante estremamente mediocre.
Vorrei allora difendere qui, nella prima replica, il modello valdostano, una sorta di modello scandinavo di "welfare state", reso più liberale in senso buono dalla concretezza alpina e addolcito dal "côté" mediterraneo del versante sud delle Alpi. Un modello valdostano che ha saputo in questi ultimi mesi riaffermare l'importanza dei fondi comunitari, ottenendo gli stessi fondi comunitari per il periodo 2007-2013: 140 milioni di euro a cui si aggiungono 45 milioni di euro per il Piano di sviluppo rurale; un ordinamento finanziario che, come nei sistemi moderni di "welfare", serve per finanziare l'economia, le infrastrutture, le politiche sociali. La nostra logica è quella dell'inclusione sociale, è una logica importante che parte dai Comuni, dal sistema democratico dei Comuni che non sono i "campanili". Qualcuno si deve essere sbagliato nella discussione perché i Comuni sono la democrazia di prossimità, sono il presidio della montagna e oggi immaginare che si voglia creare qualche situazione di dissidio fra la capitale regionale, la quale è stata riconosciuta come tale anche da una legge regionale, che è stata votata negli scorsi anni, e il sistema dei Comuni, ebbene, sbaglia. Queste contrapposizioni sarebbero errate e minerebbero profondamente quella unitarietà dell'ordinamento degli enti locali nella quale in passato ci siamo riconosciuti. Di cosa si occupa il nostro "welfare"? Si occupa del lavoro: in questa finanziaria vi è il Piano straordinario dell'occupazione per far fronte a una situazione ereditata di gravi difficoltà in tale settore, ma siamo ancora di fronte, per fortuna, a un basso tasso di occupazione, a un forte investimento nelle politiche attive del lavoro, che confermeremo con 83 milioni di euro nel settore della formazione, del Fondo sociale europeo. Un sistema di "standard" professionali e di crediti formativi che favoriranno la personalizzazione dell'offerta per ciascun lavoratore. Un'attenzione poi che non si vede altrove, a tutti i livelli di età: all'infanzia, agli anziani, una fortissima partecipazione delle donne al mercato del lavoro, abbiamo un tasso di occupazione femminile del 57,9% contro il 45,9% esistente in Italia. Il sistema pensionistico, tutta quella parte integrativa che viene da noi gestita in una logica importante di autonomia regionale, per dare senso, come ricordavo la scorsa volta, a quella previsione statutaria che prevedeva che anche in materia di previdenza vi fosse una competenza integrativa e il sistema scolastico, ci tornerà l'Assessore responsabile, la gratuità dei libri, le borse di studio, il finanziamento degli istituti professionali. L'Università che abbiamo voluto noi e gli unici rischi che oggi esistono relativamente ad essa, cari amici, è che si applichino delle norme dello Stato che rifacciano fare i calcoli sulla nostra Università rispetto al 2004, con il rischio che non si possa incrementare l'offerta formativa e universitaria e con il rischio perfino che possa saltare quell'inserimento che abbiamo voluto in finanziaria... dell'accordo con il Politecnico di Torino, che darà sostanza all'utilizzo della struttura dell'ex filatura "Brambilla" di Verrès. Ci torneremo in questa logica di un modello scandinavo valdostano di un "welfare state", al servizio sanitario regionale, che è molto più generoso del servizio sanitario nazionale e il sistema dei trasporti, con un sistema diffuso di sconti che consente a tutti di poter viaggiare con delle tariffe ribassate. La ferrovia è colpa della Regione, ci tornerà certamente l'Assessore Pastoret; i treni moderni li abbiamo pagati noi, 9 minuetti in 2 anni; chi ha fatto la progettualità della lunetta di Chivasso? Vorrei ricordare che per la sola autostrada del Monte Bianco per fortuna abbiamo speso 335 milioni del bilancio regionale e questo ha cambiato in positivo il volto dell'alta Valle d'Aosta. Vi sono altri temi del "welfare": come stiamo studiando le questioni delle immigrazioni, il temi dell'energia, i temi delle nuove tecnologie... No, qui, in occasione della finanziaria, sembra che questo pullman sia guidato da un gruppo di simpatici coscritti diciottenni, che, come dei pazzi nella nebbia, viaggiano a 150 all'ora: questa è un po' la descrizione goliardica che viene fatta in occasione della finanziaria da parte di qualche gruppo di opposizione.
Non torno poi sugli argomenti "spiccioli". Sulla Caserma "Testafochi" potrei con una lunga memoria, spiegare la "topica" del Consigliere Sandri, vi è qualcuno che vuole fare cassa nell'emendamento inserito nella finanziaria, non tiene conto di una norma di attuazione. Non posso pensare che, rispetto alle esigenze dei giovani delle Università, si vogliano far pesare i privilegi dei militari, perché questo sarebbe in contrasto netto con il nostro Statuto di autonomia. L'Euro Regione: si dice: "ma non fate i rapporti transfrontalieri...", abbiamo speso milioni di euro in "Interreg 1", "Interreg 2", "Interreg 3", la logica transfrontaliera si concretizza anche in un accordo che si firmerà a febbraio ad Aosta con la nascita dell'Euro Regione "Alpmed", l'apertura verso i Cantoni romandi, in collaborazione piena con il Piemonte e la Liguria e il Parco del Gran Paradiso? Chi ha evocato il Parco del Gran Paradiso ha "preso un granchio", perché sono l'unico Parlamentare che in sede legislativa alla Camera dei deputati ha votato contro la legge sui parchi, coerentemente con l'idea che il parco, così come si incarna nel Parco del Gran Paradiso, non è purtroppo sviluppo, ma lo abbiamo detto già in tempi passati. Il precariato: questo è un tema che non può essere affrontato nella manovra, stiamo lavorando, ma dobbiamo tener conto del Patto di stabilità e dobbiamo tener conto che non si può oggi inserire "tout cour" dei precari all'interno dell'Amministrazione, bloccando un progetto di sviluppo di tutta la movimentazione del personale e allora evidentemente viene il sospetto che la presentazione di alcuni emendamenti, che abbiamo visto, sia "ad usum" del "pueblo", cioè si dice: "avrei voluto far entrare tutti questi qui, vedremo delle lettere che verranno ricevute come in questo caso, come per il part-time", per dire: "il Governo è cattivo, io vi avrei fatto assumere, mi raccomando nel 2008 cambiate strada, perché noi "vi promettiamo la luna"".
Sul finanziamento dei Comuni, discutiamo il caso di Aosta, ci mancherebbe altro, ma si può veramente pensare che in quest'aula andiamo a decidere un nuovo riparto finanziario dell'IRPEF che distribuiamo ai Comuni, che deve essere frutto di un'intesa fra i Comuni stessi, in una logica federalistica, e noi oggi ci impegniamo e imponiamo "d'emblée" una qual certa decisione rispetto a un dibattito e una dialettica politica che riguarda il CELVA, le collettività locali, che devono trovare una "pesatura"? Riteniamo che Aosta non sia abbastanza soddisfatta dei trasferimenti? Apriamo un tavolo di trattativa. Noi, Assessore Marguerettaz, quanto tempo fa siamo stati con tutti i Comuni? Siamo andati a settembre ad incontrare tutti i Comuni e la ripartizione che è fotografata qui è esattamente la ripartizione che all'unanimità è stata decisa dai Comuni valdostani. Avrebbe allora una legittimità il Consiglio a scardinare un sistema di questo genere, che è frutto di un'intesa democratica fra i Comuni della Valle? Ritengo francamente che questo non possa avvenire.
Come dicevo all'inizio, faremo buona memoria di tutte le questioni che abbiamo inteso nel corso del dibattito, trovo però che tale complesso della manovra finanziaria abbia degli elementi di continuità e anche degli elementi di novità, nel solco di un programma che è ben conosciuto, che è stato espresso in quest'aula, che mira soprattutto alla governabilità, da un lato, che è un valore supremo, e, dall'altro, anche a dare una risposta precisa a tutte le problematiche che emergono in un periodo non facile. Se uno avesse dovuto scegliere nella propria vita un periodo della storia della Valle d'Aosta durante il quale governare, eccettuate le drammatiche vicende del dopoguerra che furono veramente difficili - e il nostro pensiero non può che andare sempre, riconoscente, a chi ha saputo costruire la "macchina autonomistica" e farla funzionare -, ma, se uno avesse deciso di vivere tempi più lieti, avrebbe scelto epoche diverse, epoche di finanza più ricca, di trasferimenti crescenti e non un'epoca "grama" in cui purtroppo l'economia italiana non riparte, non certo per colpa della piccola Valle d'Aosta. Questa ripartenza sembra emergere dappertutto, per adesso nell'economia italiana solo molto timidamente si vede una ripresa. Auguriamoci che i tempi che verranno saranno tempi migliori, ci sforzeremo di lavorare in maniera quotidiana da qui alla fine della legislatura per poter essere all'altezza delle sfide che dobbiamo raccogliere. Il Vicepresidente Fiou ha citato la logica della programmazione; credo che ci siamo dati una logica di programmazione settore per settore, saranno gli interventi degli Assessori responsabili a dimostrare che il disegno c'è, non siamo un gruppo di simpatici "scavezzacollo" che si trovano ad avere nelle mani il Governo regionale della Valle d'Aosta, ma siamo stati chiamati a questo posto da un voto democratico che è avvenuto nel 2003. Saremo pronti nel 2008 ad affrontare con grande serenità le elezioni e siamo convinti che la concretizzazione del programma, che abbiamo presentato ai cittadini valdostani con questo nostro Governo, sarà rispettata. Porteremo fino in fondo gli impegni che abbiamo assunto e lo faremo nella logica politica che comprendiamo, che è una logica fatta di scontri, di dialettica, di polemiche, ma vorrei che sullo sfondo restasse, almeno, la considerazione di un nostro impegno e di una nostra buona fede quotidiana.
Presidente - La discussione generale è chiusa. Alcuni emendamenti sono stati presentati da parte del collega Sandri e vi saranno distribuiti fra poco.
La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise, per la replica.
Cerise (UV) - Chiedo scusa per la voce e perché non sarà così performante come qualcuno che mi ha preceduto negli interventi, ma credo sia doveroso dare delle risposte ad alcune sollecitazioni, in particolare comincerei da quella che riguarda la casa. Uno degli argomenti più scottanti e più sensibili è la casa, in quanto è uno di quei problemi che chiama un'attenzione tutta particolare. Sulla casa riposano i sogni dei cittadini, sorgono delle tensioni e si verificano qualche volta anche delle tragedie. Non mi piace però come è stato fatto qui, per questo mi sono permesso di riprendere il collega Marguerettaz... non illudetevi, niente a che fare con il carnevale romano... mi sono permesso di riprenderlo perché nella sua relazione aveva fatto un infelice accostamento fra gli investimenti fatti sulle strade e quelli fatti sulla casa; da qui gli spunti polemici che sono venuti da parte dell'opposizione. In realtà, il dato che compare in questa relazione non è corretto, perché vi sono una serie di altri fondi che giacciono nell'ambito dei fondi di rotazione e mi piacerebbe qui ricordare che abbiamo le risorse per circa 9 milioni di euro da investire nel recupero dei centri storici, sono circa 18 milioni di euro per i mutui prima casa, 2,5 per quanto riguarda l'edilizia convenzionata, il che porta a 29,55 milioni di euro. Ad essi dobbiamo aggiungere 1 milione di euro che sono previsti nei fondi globali e che saranno messi a disposizione per l'istituzione di un fondo, che ci auguriamo sarà integrato dai fondi da parte dei Comuni e dell'ARER e che sarà previsto da un'apposita legge regionale che la Giunta sta per proporre al Consiglio. Questo porta per gli investimenti strutturali a un montante superiore a 31 milioni di euro. Oltre a ciò voglio dire che abbiamo già attivato... e, avvalendoci anche della collaborazione di colleghi della maggioranza che in tale settore hanno maturato molta esperienza, vogliamo "prendere in mano" la questione dell'emergenza abitativa per dare una risposta definitiva a tale problema. In questo senso abbiamo fatto una ricognizione sul territorio e su delle ipotesi di investimenti, abbiamo già delle proiezioni su quanto serve per fare degli investimenti che siano in grado di dare risposte immediate e tutto questo sarà concretizzato nei primi mesi del prossimo anno. Capite allora che è ingiusto, a fronte di tali investimenti, dire che questa maggioranza non si occupa del problema della casa. Credo che, se in tutta Italia il problema fosse affrontato con la stessa efficienza e con la stessa complementarietà con cui è stato affrontato in Valle d'Aosta con gli enti locali e con gli enti strumentali che si occupano di case, a livello nazionale sarebbe un sottoproblema, invece sappiamo che questo è un dramma.
Una piccola rotazione per quanto riguarda i fondi non strutturali: abbiamo una disponibilità al momento di 840mila euro per quanto riguarda il sostegno all'affitto. Avevo avuto modo di dire che la scelta di mettere delle risorse per dare una risposta puramente di tipo economico a un problema come questo non è una risposta, ma rischia di mettere in moto un meccanismo dal quale non veniamo più fuori. Tale tema è anche oggetto di un dibattito con lo Stato, perché anche qui abbiamo assistito a delle prese di posizione da parte del Ministro competente che sono assolutamente inconcludenti, una che era concludente è stata "segata" al Senato. Voi capite che diventa difficile, quando si hanno dei comportamenti di questo genere, avere delle collaborazioni costruttive; vorremmo non essere soli, ma anche se fossimo soli, troveremmo il sistema per far fronte in maniera razionale e non in maniera semplicistica a tale problema.
La questione delle strade: anche qui, collega Venturella, io ho apprezzato le sue interpellanze perché sovente esse sono presentate - cosa rara anche da parte del suo gruppo e contrariamente a quello che fa qualcuno del suo gruppo - dopo che lei ha fatto i sopralluoghi. Voglio continuare a garantire che lei possa fare in tutta sicurezza i sopralluoghi sulle strade regionali, su quelle comunali ed interpoderali, che lei usa con dovizia ed estrema efficienza, se vuole le potrei citare tutte le stradine che ha percorso, da quelle di Cogne a quelle di Bionaz e quant'altro... allora vede, se non vi fosse questa efficienza nel mantenere la rete delle strade regionali, probabilmente le sue interpellanze finirebbero nell'arco di 500 metri della città di Aosta! Questo premesso, è vero che l'ammontare complessivo può sembrare una cifra... ma se la cifra viene letta così, sembra che qui vi sia... in realtà, non è così, non è così! Voglio intanto ricordare, poi se ne avremo il modo lo potremo fare nell'analisi dei capitoli, che abbiamo 500 km. di strade regionali, che non sono strade di fondovalle, ma sono strade che si inerpicano nelle vallate laterali, alle quali bisogna garantire lo sgombero della neve, la cura dei "guard-rail" e cose del genere e far fronte agli interventi di manutenzione straordinaria che non mancano, tenuto conto che abbiamo ereditato dallo Stato nel 1994 una serie di strade, allora statali e poi diventate regionali, che erano vecchie, con un basso livello di manutenzione e sulle quali oggi si sconta questo handicap e si deve intervenire; infatti, noi siamo purtroppo impegnati a fare tutta una serie di "sacconi": questo consuma qualcosa come 10 milioni di euro l'anno. Il resto degli investimenti, contrariamente a quanto pensate voi, non vanno nella costruzione di nuove strade, cosa che non fa parte del programma della maggioranza, tanto che abbiamo escluso la realizzazione di nuove strade regionali in particolare, ma siamo fortemente in ritardo con la messa in sicurezza di queste strade. La cartografia degli ambiti inedificabili fatti dai Comuni denota che più del 60% delle strade regionali sono sottoposte a pericolo di dissesto idrogeologico, allora il grosso di questi interventi -, ma tali aspetti li ridiscuteremo quando andremo a ridiscutere il Piano triennale delle opere pubbliche - va per la messa in sicurezza di queste strade, oppure per consentire a queste ultime di essere percorribili con i mezzi pubblici, perché abbiamo ancora delle strade regionali dove oggi il pullman arriva, deve far scendere le persone... vi è la ripresa da parte di un pullman più piccolo perché la strada è piccola e non consente il traffico ai pullman ordinari. Qui dentro poi vi sono anche degli investimenti che non riguardano le strade in quanto tali, ma i parcheggi naturalmente di interesse regionale: uno dei quali è a servizio della cultura, perché qui vi è il finanziamento del parcheggio del Forte di Bard, che è fondamentale per consentire la fruizione di questo Forte sul quale anche voi avete fatto, almeno in linea teorica, degli apprezzamenti quanto a realizzazione. Vedete allora che, a fronte di questo panorama, il quadro delle esigenze da solo per la messa in sicurezza è infinitamente più grande di quante sono le disponibilità finanziarie.
I rifiuti. Nell'aprile 2003 il Consiglio approvava il Piano regionale dei rifiuti, che veniva predisposto sulla base di un decreto che tutti conoscono come il "decreto Ronchi" e che faceva parte di un Governo di Centro-Sinistra. Questo decreto indicava come doveva essere fatta la pianificazione regionale e provinciale dei rifiuti, noi ci siamo strettamente attenuti a quel decreto. Se vi ricordate, quel decreto aveva una premessa, che però in Italia non è sempre stata attuata, e la premessa era quella che i rifiuti dovevano costituire parte integrante di un ciclo economico, quindi nella logica della gestione il concetto di rifiuto doveva convertirsi in qualcosa che doveva essere recuperato e valorizzato e questo imponeva un forte impegno per quanto riguarda la raccolta differenziata. Fare la raccolta differenziata in aree urbane a forte concentrazione di abitanti ha delle difficoltà, ma semplifica il quadro dell'azione; andare a raccogliere invece i rifiuti in forma differenziata sul territorio urbanisticamente polverizzato com'è quello della Valle d'Aosta richiede una diversificazione anche nell'attrezzatura e nei mezzi di trasporto. È vero che vi è stata una lievitazione dei costi, ma era inevitabile: una volta passava un camion a raccogliere dei bidoni verdi con tutto quello che c'era dentro, adesso come minimo ci sono 10 o 15 tipologie di rifiuti, per i quali occorre un ciclo di prelievo specifico, che va dal deposito al trasporto alla collocazione. D'altra parte, voglio ricordare che l'attuazione del piano avviene nell'ambito dei "sub-ato", che sono stati identificati con le Comunità montane per tutta la Regione, salvo che per il Comune di Aosta, perché qui è il Comune di Aosta... che hanno fatto precedere l'appalto del servizio a un progetto di gestione conforme alle norme, sono stati regolarmente appaltati con una procedura aperta, dopodiché la cosa ha avuto un seguito. Il collega Sandri si è dimenticato di dire che noi in pochissimo tempo, a partire da quando hanno avuto luogo queste riorganizzazioni, abbiamo visto crescere in maniera esponenziale la raccolta differenziata, che era uno degli obiettivi sollecitati non solo qui dentro, ma da tutti. Certo la raccolta differenziata si fa gratis, poi noi siamo l'unica Regione d'Italia che non fa pagare il rifiuto quando arriva differenziato in discarica, tutti gli altri pagano. In ogni caso arriveremo presto al 45% e forse anche al 50% con una piccola precisazione, che le "furberie" che sono così frequenti in Italia sulla raccolta differenziata a noi non interessano, tanto che noi, proprio in coerenza con il "decreto Ronchi", non abbiamo solo l'obiettivo di raggiungere livelli alti di raccolta differenziata, ma vogliamo avere un'alta raccolta di prodotto valorizzabile, che presuppone un lavoro di verticalizzazione per quanto riguarda la raccolta differenziata.
Il servizio idrico integrato. Anche qui, la legge n. 36/1994 non ce la siamo inventata noi...
(interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... no, no, momento, non vada così forte... gliela racconto io la cosa, altrimenti si fa "male ai denti"... nel 1999 questo Consiglio regionale approvava la legge n. 27, che era una legge fortemente innovativa perché cercava di applicare i principi della "riforma Galli" alla realtà valdostana, esattamente come lei auspica e sollecita. Cosa diceva l'articolo 3 di quella legge? Diceva testualmente che i Comuni in forma singola o associata organizzano quello che è... dopo 7 anni sono stati i Comuni stessi che sono venuti a chiederci di provvedere all'organizzazione del servizio idrico integrato in forma associata, perché in forma singola per loro era impossibile riuscire a fare questo tipo di operazione. Voglio poi ricordare al collega Sandri che, se fossimo stati così interessati a carpire le acque dei Comuni, non avremmo speso qualcosa come mille miliardi per rifare acquedotti, fognature, colonne portanti a servizio dei Comuni in questi pochi anni; quindi mi pare fuori luogo. Sul sistema idrico integrato voglio rassicurarla che è in atto un serrato confronto con gli enti locali e stiamo elaborando una proposta di lavoro per trovare le risorse e fare quegli investimenti necessari a dare la risposta completa al problema. Voglio peraltro far presente che quasi tutte le condutture che abbiamo realizzato in favore dei Comuni portano con sé, perché i Comuni hanno voluto farselo per conto loro, delle centraline elettriche; non ci è mai passato per la testa di andare a chiedere o di fare dei rientri finanziari, abbiamo sempre rispettato gli utili che fanno.
L'ambiente: so che voi avete una frustrazione, Consigliere Venturella, però la vostra è una cosa da "masticarsi la dentiera"...
(ilarità dell'Assemblea)
...è una battuta, ho mal di gola... voglio solo qui ricordare che stiamo attuando un programma di legislatura che fa una grossa scommessa sull'ambiente e lo stiamo puntualmente realizzando. Ricordo che con la legge n. 1 abbiamo fatto investimenti per la riqualificazione del territorio di quasi 8 milioni di euro, abbiamo approvato il Piano di tutela delle acque, abbiamo in approvazione in questo Consiglio la legge sugli elettrodotti, abbiamo sottoposto al Consiglio il Piano di tutela dell'aria con legge relativa, che riporta sotto il "cappello" delle politiche ambientali politiche di tipo settoriale, ognuna con la propria autonomia operativa, ma pur sempre ricondotta a un disegno che ha il punto forte nell'ambiente. Potrei citare la lunga serie di iniziative e di impegni anche personali che abbiamo profuso per cercare di adeguare i PRG comunali al PTP, operazione che speriamo di concludere attraverso l'ultima manovra che è stata fatta con l'ultima "omnibus". Abbiamo poi approvato una legge che non riusciva ad essere operativa, con sforzi notevoli: mi riferisco alla legge sulla compatibilità ambientale e urbanistica degli impianti emananti onde elettromagnetiche. Nei fondi globali abbiamo previsto delle risorse per dare attuazione al Piano integrato di azione ambientale. Questo era per fare il quadro. È chiaro che sono tutte iniziative legislative che comportano degli oneri, cioè abbiamo una concezione diversa della politica ambientale: la nostra si fa anche con gli incentivi e con la partecipazione, la vostra la fate con l'olio di ricino; il risultato è che dopo un po' di ambiente curato da voi non si conclude niente. Questa è la differenza, ma quando si vuole ottenere il consenso soprattutto nelle azioni bisogna avere la disponibilità per aprire a delle iniziative di tipo promozionale e non solo quelle di tipo repressivo.
Concludo qui il mio intervento, perché altre sollecitazioni non mi pare di averne avute, sono a disposizione quando faremo l'analisi dei capitoli per ulteriori approfondimenti.
Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.
La Torre (FA) - Intanto mi complimento subito con l'Assessore Cerise perché aveva detto che non era in forma, ma ha fatto un intervento notevole. Anzitutto sono pochi mesi che sono Assessore, affrontando quindi il mio primo bilancio in questa nuova veste cerco di capire fino in fondo il mio ruolo, memore anche delle esperienze che ho vissuto dall'altra parte dei banchi della Giunta. Qui nasce subito la prima considerazione, che il confronto del bilancio è utile che ci sia, però, proprio perché quel briciolo di esperienza ce l'ho, so che il confronto del bilancio non nasce in questa ora. Se poi vogliamo fare un po' di sceneggiata per i giornalisti o tenere posizioni, lo capisco, ma il confronto del bilancio nasce giorno per giorno all'interno delle Commissioni, perché non è l'emendamento dell'ultima ora che è quello determinante, perché lo sappiamo bene che tutto quello che si deve fare lo si fa prima, qui giustamente ognuno recita il suo ruolo. Ecco che, quando forse si parla di continuità, è una continuità reciproca, una continuità dei ruoli. Il vero problema è forse la domanda che ci dobbiamo porre, se l'obiettivo che abbiamo all'interno di quest'aula è lo stesso. Credo che sotto il piano amministrativo potremmo trovare dei punti di incontro, ma sotto il piano politico no, perché è evidente che noi lavoriamo per la stabilità ed è altrettanto evidente che le forze di opposizione lavorano per l'instabilità...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... va bene, è un'osservazione che accetto nel buon senso, l'accetto, quindi è ovvio che lavoriamo per la stabilità e le forze di opposizione lavorano per il cambiamento. Sul piano politico sono sempre in difficoltà su quello che devo dire, perché qualunque cosa dico probabilmente i rispettivi ruoli che ci stiamo definendo con molta correttezza fanno sì che non ci possiamo capire. Sul piano amministrativo invece ritengo che molto del lavoro è stato fatto nelle Commissioni, forse non abbastanza, quindi oggi qui alla fine traiamo delle conclusioni, ma restiamo ognuno sulle proprie posizioni, quindi non ci si deve neanche tanto stupire se poi si dice che un bilancio è blindato: ci mancherebbe altro che arrivassimo in quest'aula con un bilancio aperto, vorrebbe dire che forse saremmo messi peggio di quello che volete dipingerci. Ritengo invece che abbiamo la serietà di assumerci le nostre responsabilità, ognuno nel proprio ruolo, e reputo che anche il fatto di intervenire stasera numerosi - penso che interverranno tutti gli Assessori - non sia un sintomo di non coesione, al contrario: penso sia un sintomo di perfetta coesione su delle politiche che condividiamo, in cui ognuno di noi vuole recitare la sua parte, e assumersi le sue responsabilità.
Ho apprezzato molto l'intervento dell'Assessore Cerise quando parlava dell'ambiente, perché come si fa a dire che questa Giunta non si sta occupando dell'ambiente? Io per primo, che mi occupo di energia, mi sono sentito coinvolto nelle politiche dell'ambiente, perché con l'Assessore Cerise stiamo portando avanti delle politiche comuni, perché ha senso che l'energia e l'ambiente siano argomenti trattati insieme, così come ha senso che energia, ambiente e trasporti "in caduta" abbiano delle cose in comune: ecco che allora, se cominciamo a ragionare su questi aspetti di tipo amministrativo e non politico, cominciamo a vedere che c'è un disegno, poi è chiaro, e qui mi riferisco a delle osservazioni...
(nuova interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... che si integrano però, ci sono dei progetti settoriali che cercano di integrarsi, mi conceda almeno questo: ecco che allora in un dialogo che diventa praticabile, mi sento di poter dire delle cose con più serenità, altrimenti se lo scontro è solo frontale, diventa un discorso fra sordi e si perde il confronto. Parlando di energia e di ambiente, ci dovete dare atto che stiamo cercando di muoverci e lo stiamo cercando di fare, certo, sempre in maniera insufficiente, ma con determinazione. Qualcuno ha detto che siamo indietro rispetto ad altre Regioni sul discorso energetico, ed è vero, ma cosa c'è di male ad ammetterlo? È un punto di partenza su cui stiamo riflettendo e su cui stiamo cercando di recuperare, perché, usando il pensiero antitetico, il fatto di essere più indietro rispetto ad altre Regioni sul risparmio energetico oggi ci permette di cogliere il meglio di quello che in altre Regioni viene fatto. Noi su questo vogliamo dispiegare una serie di opportunità per questa Regione, perché come altre Regioni hanno "CasaClima", hanno "Best Class", anche noi possiamo dotarci di una certificazione per le nostre case e per il nostro risparmio energetico e su questo stiamo lavorando ed è un argomento di sicuro interesse per questo Consiglio, se si spoglia dal discorso politico della contrapposizione. D'altronde, e ringrazio, mi è stato riconosciuto che abbiamo dato un forte impulso al discorso dell'energia, che stiamo portando avanti con convinzione perché ci crediamo, non è solo "di maniera", come si suol dire, noi ci crediamo. Sento, e mi fa piacere, che non ci credo solo io, ci credete anche voi: ci credono altri, è diffusa la cosa, ma l'aspetto più importante è che si tratta di un qualcosa che serve per la nostra Regione. Questo è un grande tema su cui possiamo differenziarci rispetto ad altre Regioni e su cui possiamo costruire qualcosa. "Costruire qualcosa" cosa vuol dire? Vuol dire che le basi che getto io oggi, chiunque venga dopo di me, sarebbe assurdo che le buttasse via solo perché la pensa in modo diverso e appartiene ad un'altra forza politica: ecco cosa vuol dire concertare, quel discorso che faceva il Vicepresidente Fiou, questo è il discorso della concertazione, questo vuol dire portare avanti un progetto. Siccome uno spazio politico per quanto importante sia comunque è limitato nel tempo, se chi viene dopo, solo per partito preso, per politica, per posizioni supponenti, butta via tutto quello che c'è stato, si riparte sempre da zero e questa è la mia preoccupazione nel porgere alcune idee al Consiglio, perché, quando vengo qui e cerco di fare qualcosa sulle benzine, pensando che la nostra Regione ha il record italiano di macchine possedute - 1,4 per abitante! -, forse maldestramente - perché ci credo, sono genuino e addirittura ingenuo su alcune cose, "parto in quarta" - comincio a dire delle cose che poi ritrovo pari pari nel "Governo Prodi". È il "bonus" da 800 euro per chi rottama l'auto, 2 anni di bollo gratis e questo e quello... e cavolo... poi vengo qui e non mi si dà neanche il beneficio dell'inventario! Mi si dice: "ma tu vuoi ammazzare la gente, vuoi umiliare le povere persone, ma sei un delinquente!". Mi si dovrebbe invece dire: "guarda, l'operazione ha un senso, va inserita in un contesto più ampio, la condividiamo, mettiamo qualche "mitigazione" perché chi la subisce magari non la comprende, andiamo tutti sul territorio a spiegarla", perché se vado sul territorio a dire: "ma è colpa di quello lì, quello lì è un cretino, l'ha fatta lui questa cosa"... allora mi chiedo se abbiamo fatto un passo avanti, se stiamo facendo un passo indietro o se non facciamo alcun passo. Ecco che il discorso dell'energia che sta a cuore a tutti è un discorso delicato, su cui dobbiamo cominciare a pensare che all'interno delle cose che facciamo dobbiamo anche metterci qualcosa di più che delle semplici azioni, anche cultura, che dobbiamo estendere ai cittadini e far comprendere che non sempre chi amministra agisce nell'interesse contrario di chi è amministrato. C'era una famosa battuta, se la ricordo bene: c'era un povero pulcino che moriva dal freddo in inverno, passa una mucca, lo vede e, per non farlo morire dal freddo, gli lascia cadere la famosa "cacchina" addosso e questo pulcino è nella "cacca", però è al caldo. Dopo un po' questo pulcino pigola, passa un lupo, il pulcino pigola: "sono qui nella "cacca"...", allora il lupo lo tira fuori, lo pulisce tutto e se lo mangia. Qual è la morale di questa storia: che non sempre chi ti mette nella "cacca " lo fa per il tuo male e non sempre chi ti tira fuori lo fa per il tuo bene.
Il concetto è sempre quello di come ci vogliamo capire, allora o fra di noi troviamo questo famoso "gentlemen's agreement", che su alcuni argomenti si trova una condivisione perché si parte dal presupposto che tali argomenti, come per l'energia, sono nell'interesse di tutti e su questi argomenti tutti esprimiamo in modo univoco una politica... e in tal caso riusciamo a fare dei passi avanti lasciando a chi verrà dopo di noi la possibilità di continuare un percorso. I soldi che vengono destinati all'energia allora è evidente che possono essere considerati appena sufficienti o poco sufficienti, ma è evidente che all'interno di questo bilancio un segnale vi sia stato. Non a caso il nostro Assessorato ha ricevuto per l'ambito dell'energia degli incrementi di bilancio, non solo, se andate a leggere nella finanziaria, troverete che è stata espressa così come mi ero impegnato... e chiedo a voi l'aiuto per poterlo realizzare concretamente questo accordo di programma con "CVA"... ma all'interno della finanziaria è scritto quello su cui mi ero impegnato: ovvero che vi è la volontà di trovare un accordo di programma con "CVA", che permetta di sviluppare quelli che abbiamo definito un po' impropriamente - ha ragione il Consigliere Bortot - interventi sperimentali. Vi è poco da sperimentare oggi, le cose ci sono, le cose si possono fare, ma, siccome in questa Regione ancora non sono state fatte, diamogli questo "imprimatur" di sperimentale, perché dà anche il piacere ai Comuni, alle realtà territoriali che si presentano di fregiarsi di essere sperimentali rispetto a un progetto, cioè di essere i primi che si presentano e di avere quasi una rincorsa all'innovazione, che è quello che stiamo creando. È una sorta di attesa all'interno delle amministrazioni comunali, che poi sono il primo esempio nei confronti dei cittadini - e qui entro in argomenti più delicati - di risparmio energetico, di come l'amministrazione comunale può bene gestire i suoi servizi, quali l'illuminazione pubblica, il riscaldamento delle scuole, il riscaldamento dei Comuni stessi. Dobbiamo allora essere il primo esempio, perché se nei trasporti non metanizziamo i pullman, come possiamo pretendere che poi i mezzi ibridi vengano acquistati dai cittadini? Possiamo dare tutti gli incrementi - e li daremo - per i mezzi ibridi, per i mezzi elettrici, ma come possiamo pensare che poi ci arrivino a farcela?
Andare ad investire questi soldi sul territorio, andare a creare questa cultura di rispetto dell'ambiente, di risparmio energetico con la certificazione residenziale, con tutti gli strumenti che stiamo mettendo in piedi, con il Centro di osservazione con "Finaosta", con "l'Aria ed energia", che abbiamo fondato insieme all'ARPA e insieme all'Assessore Cerise, dove si dovranno dare gli spunti innovativi e tecnologici ai cittadini, sono dei passi continui e costanti in direzione di un obiettivo che non potrò conseguire io, perché sarei un presuntuoso, se pensassi che in un anno e mezzo arrivo e faccio quello che altri prima di me non sono riusciti a fare in 10 anni. Non credo di avere queste capacità taumaturgiche, mi viene in mente la battuta su Lazzaro che torna a casa, gli dicono: "ma tu sei qui?" e lui risponde: "sì, sono vivo per miracolo...". Qui cioè nessuno di noi è in grado di fare dei miracoli e trasformare di colpo una realtà e questo vale per il processo industriale. Il Consigliere Lattanzi diceva che tale realtà è andata in crisi perché c'è stato un salto di qualità, occorre fare un salto di qualità, questa è una crisi annunciata. Certo, ha anche ragione, questa Regione forse fino in fondo non ha saputo cogliere dei segnali di trasformazione nel tempo, partendo dalla "Olivetti" a tutto quello che veniva dopo, per cui è successo che, fintanto che quel meccanismo e quel sistema ha tenuto, l'aspetto industriale di questa Regione si è salvato. Non sostituendo man mano nel processo di cambiamento, introducendo altre realtà, è chiaro che, quando il sistema ha "collassato", essendo tutto basato sulla stessa tipologia di prodotto, ha "collassato" nel suo complesso. Introdurre nuove tipologie, nuovi concetti, me ne dava atto anche il Consigliere Vicquéry parlando di ricerca innovativa, ricerca applicata, accordi con l'Università, "spin off" fatto da brevetti industriali, farmaceutici ed altre cose non è un qualcosa che si inventa dalla mattina alla sera. Non credo che neanche un imprenditore riesca a creare una rete di vendita da un giorno all'altro, ma ha necessità di tempo, di un progetto, di una credibilità che cresce con la sua stabilità, perché, se non sono stabile, è difficile che il mio messaggio di credibilità passi sul territorio perché, se tu sei credibile, sei anche stabile: devi dare la sensazione di poter portare avanti.
Quello che ti volevo dire, Consigliere Lattanzi, è questo: non è attaccando e demolendo una "immagine" che tu riesci a superare un problema, al limite lo metti di fronte all'evidenza della crisi. Il punto è: fin dove uno si può spingere per l'aspetto politico per creare quel cambiamento e fino a che punto uno invece ha diritto e legittimità per garantire una stabilità amministrativa di sostenere le sue tesi? Credo che vi sia dignità in una posizione e anche nell'altra, quindi rispetto al vostra, però mi piacerebbe che fosse rispettata anche la mia, anche perché questa è una Regione dove il terziario copre l'80% del valore aggiunto, il turismo esprime il 98% delle entrate valutarie per i servizi: questo vuol dire che commercio, alberghi e costruzioni impegnano più della metà delle imprese locali. Le imprese locali sono circa 14mila, voi pensate in una Regione come questa 14mila imprese quale "molecolarismo" c'è... sono molte. Che poi in questa Regione non ci sia dinamismo può essere, andiamo anche ad analizzarlo... in Valle d'Aosta forse non c'è un dinamismo, o c'è ridotto. Che poi ci sia una prevalenza dell'occupazione nel terziario, come ho appena detto con tali dati, può essere, c'è questo peso prevalente dell'occupazione nel terziario; che vi sia un'ampiezza del lavoro offerto dagli enti può essere vero; che vi sia anche tale peso riflesso della finanza pubblica può essere anche questo, non sono qui a negarlo. Diciamoci però anche che questa è una Regione solida, che ha delle basi solide e tutti ce ne dobbiamo compiacere, perché il fatto di avere la metà della disoccupazione nazionale, anche se possono esserci gli impiegati forestali o quello che volete che possono anche cambiare la classifica, in realtà è un dato. Questa è una Regione che è ricca in termini di reddito personale, anche se non è più la prima, ma è fra le prime 4 o 5 in Italia. È ricca in termini di consumo, ma attenzione, non siamo in linea con i consumi alti dell'alimentare: siamo in linea con i consumi che danno maggiore propensione ai consumi, cioè quelli più liberi e soggettivi, che accertano e testimoniano una ricchezza. È una Regione ricca in termini di veicoli circolanti, 1,4 per abitante: ma sapete che i consumi annui di carburante pro capite sono 4,37 ql a persona contro il dato nazionale di 2,5!
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... certo, ma lei lo sa che sto cercando di modificare il sistema e lei mi ha "dato in testa" fino all'altro giorno! È proprio lì che la volevo portare! È proprio lì che volevo pulirmi la coscienza e onestamente ragionare con lei senza il discorso politico, per far capire che sto cercando di portare il discorso onestamente sul tavolo. È ricca in termini di sportelli bancari, con uno sportello ogni 1.260 abitanti contro il dato nazionale di 1.860; è ricca soprattutto di occupazione (la disoccupazione è solo al 3%). Qual è allora la domanda che ci possiamo fare? Questa Regione è statica forse proprio perché è ricca e solida? Il fatto di essere ricchi e solidi lo dobbiamo vivere con un senso di colpa o con un senso di fierezza? Il fatto di garantire ai nostri cittadini uno stato di ricchezza e di solidità deve essere un "minus" o qualcosa...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... va bene, recepisco il messaggio del Presidente... volevo parlare di extracomunitari e anche della formazione, perché lei aveva citato la formazione, allora ne parleremo in finanziaria, lo ha detto il Consigliere Frassy, lui è autoritario e io subisco la sua autorevolezza.
Credo che ci siamo ingaggiati su tanti argomenti e lo stiamo facendo seriamente, io lo faccio da pochi mesi, ma lo sto facendo seriamente. Ci siamo ingaggiati sull'innovazione e sulla tecnologia, stiamo portando avanti innovazione e tecnologia, non abbiamo la pretesa in pochi mesi di dare la soluzione, ma stiamo gettando le basi con le università, con un lavoro quotidiano, che era già stato portato avanti, ma che noi portiamo avanti. Che devo dire? Penso che il mio predecessore lo possa dire con molta onestà, non è che la situazione è esplosa nelle mie mani, stava già esplodendo, ma non per colpa sua, ma perché il sistema stava già esplodendo, quindi, se si vuole sempre ragionare onestamente, si deve prendere atto che qui c'è solo una strada: quella di lavorare, "rimboccarsi le maniche", riprendere con umiltà a ragionare, ma bisogna anche smontare questa posizione di contrasto fine a sé stessa.
Concludo anche se non sono pronto a concludere... volevo parlare dei giovani e di altre cose, ne parlo dopo negli argomenti.
Presidente - La parola all'Assessore all'istruzione e cultura, Viérin Laurent.
Viérin L. (UV) - Pour ce qui est du domaine de la culture, et plus précisément de l'école, de l'instruction et de la formation, l'objectif de ces années est de définir un projet d'une école valdôtaine en mesure de relever les défis dans les prochaines décennies et d'assurer aux générations futures, qui sont celles qui garantissent l'avenir, une formation culturelle et une préparation au monde du travail, un ensemble de savoirs et de compétences susceptibles de maintenir, d'un côté, l'identité de la Communauté valdôtaine tout en répondant aux exigences de la mondialisation. Nous voulons donc aussi réaffirmer la volonté politique d'exercer pleinement nos compétences législatives en matière scolaire, en nous appuyant sur la double autonomie, la régionale et l'autonomie scolaire, pour être à même de continuer à assurer et à améliorer l'originalité, la spécificité, la qualité et le niveau des prestations et les performances de notre système éducatif et, je le dis pour les collègues qui l'ont attaqué en quelque sorte, un système éducatif que je me sens de défendre. Pour atteindre cet objectif, il s'avère nécessaire dans nos écoles de prévoir un véritable - quelqu'un en a parlé, a parlé de langues - curriculum bilingue et plurilingue pour tous nos élèves, avec la certification et la reconnaissance des compétences acquises et ce sans oublier l'enseignement dans la Communauté walser de la langue allemande et la promotion de notre franco-provençal, promotion de notre patrimoine culturel et linguistique qui passe aussi à travers ces 2 enseignements, une école ouverte vers l'Europe, mais qui n'oublie pas le passé... quelqu'un a parlé de passé, j'y reviendrai. Bien des choses ont déjà été faites... et, malheureusement, je ne voudrais pas le rappeler à ceux qui ont gouverné avec nous jusqu'à il y a quelques mois... mais dans ce domaine aussi beaucoup de choses ont été faites et je ne crois pas que dans ces mois tout a été détruit, surtout dans le domaine scolaire on ne construit pas dans quelques mois. On planifie, on essaie de penser à l'avenir, mais il faut essayer d'être objectifs, car personnellement je ne crois pas à ceux qui donnent de bons conseils quand ils ne peuvent plus donner le mauvais exemple. La loi n° 18: le Conseiller Sandri à la loi n° 18 il y a travaillé avec nous, ensemble, il a été le rapporteur de cette loi. C'est une loi avec l'ancien Assesseur Teresa Charles, qui nous a permis de garder notre modèle d'école et qui ne constitue que le nécessaire point de départ d'une inévitable révision d'ensemble du système, donc il reste du chemin à parcourir, mais ce chemin on voudrait le parcourir tous ensemble.
Detto ciò, gli obiettivi che ho enunciato e prima di passare ai vari problemi che sono stati sollevati, considerazioni alle quali cercherò di dare puntuale risposta, credo che questi principi trovino concreta traccia in tale bilancio. Cito 2 dati, l'ho già detto in Commissione per i colleghi che ne fanno parte. Gli stanziamenti per il Dipartimento del mio Assessorato che si occupa di scuola, il Dipartimento Sovrintendenza agli studi, nel previsto per il 2007 rispetto al previsto per il 2006 abbiamo 10 milioni di euro in più e, rispetto all'assestato, abbiamo quasi 3 milioni di euro in più, quindi bisogna riconoscere che questo Governo investe sulla scuola, sulla formazione e sull'Università. Per il personale scolastico, stesso principio: rispetto ad un previsto dell'anno scorso di 120 milioni, abbiamo quest'anno quasi 10 milioni di euro in più e 3 milioni in più rispetto all'assestato, quindi i numeri parlano da soli. Per quanto riguarda le osservazioni dei colleghi, per quanto riguarda il discorso in generale della carenza del livello dell'istruzione valdostana in termini di formazione e preparazione, "un modello non all'altezza" qualcuno lo ha definito, credo che, per quanto riguarda la questione della valutazione dei nostri studenti, lo avevo già accennato, avevo avuto modo di parlarne negli scorsi Consigli, stiamo lavorando ad un nostro sistema di valutazione. Per quanto riguarda invece l'innalzamento e la valorizzazione dell'offerta, stiamo lavorando attraverso diverse iniziative, che si ritrovano nel bilancio. In ambito di curriculum bilingue e plurilingue è previsto un aggiornamento per i dirigenti e per gli insegnanti in ambito francofono, aggiornamento incentrato su diversi "volets", quindi in ambito internazionale e in primavera e in autunno saranno organizzati questi corsi. La finalità è quella di riportare il tema dell'insegnamento bilingue al centro dell'attenzione e si ritrova tale impegno che è dovuto alla necessità di organizzare nuovamente queste attività di rafforzamento delle competenze linguistiche, che vanno nel segno di innalzare l'offerta formativa dei nostri studenti. A tali iniziative si sommano il Progetto "ESABAC", importante progetto binazionale che viene portato avanti con le strutture del Servizio supporto autonomia scolastica - che ha cambiato denominazione - impegnate sul fronte della sperimentazione del dispositivo nelle scuole superiori e che dovrebbe nei primi mesi dell'anno arrivare alla sigla di questo importante accordo con il Ministero francese e quello italiano dell'istruzione.
Il collega Sandri parlava dell'inglese. Quando parlo di curriculum plurilingue, mi riferisco anche all'inglese e si trova appunto in un articolo in legge finanziaria... l'insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria con un importante impegno per permettere alle istituzioni scolastiche autonome di coprire il fabbisogno di docenti con adeguata preparazione all'insegnamento della lingua inglese anche, in ultima "ratio", con l'utilizzo di personale esterno in attesa di un conseguimento di titoli da parte del personale docente e del piano ipotizzato in sede nazionale di formazione, perché abbiamo delle carenze di personale; a tal fine è previsto un stanziamento di 100.000 euro, non indifferente.
Sempre il collega Sandri parlava - cito - "di ristrutturazione didattica della scuola, al fine di non appesantire i nostri giovani con la conoscenza del passato". Inviterei a riflettere su questo tema e a stare attenti a certe affermazioni. Eviterei, e combatteremo, come abbiamo sempre combattuto, la globalizzazione anche nella scuola, ritengo sia importante la conoscenza del passato, che in tutto il mondo si sta riscoprendo, mentre in Valle si è sempre valorizzato e si sta riscoprendo il fatto di ancorare alla tradizione le nuove opportunità e le nuove conoscenze, la riscoperta delle tradizioni e delle caratteristiche di ogni popolo che, secondo me, passano, appunto, attraverso la storia. Starei attento anche, per quanto riguarda la storia, a non dimenticarla e starei attento anche al revisionismo. In poche parole eviterei di far diventare la scuola un presidio "slow food" che un domani poi cercherà magari di recuperare tutto quello che qualcuno vorrebbe cancellare, anzi stiamo lavorando per aumentare ancora la conoscenza del nostro passato, perché solo anche attraverso la conoscenza del passato si può costruire il nostro avvenire e l'avvenire dei nostri giovani.
Sempre il collega Sandri, trattando di Università, parla di frammentazione delle sedi. Non stiamo aspettando esclusivamente le caserme o, meglio, ci siamo mossi e ci stiamo muovendo anche su altre ipotesi nel caso in cui le caserme non fossero un'ipotesi percorribile. Le ricordo che già per il 2006 per il Centro "Saint-Bénin" sono stati investiti 4,5 milioni di euro, che vanno a residuo perché i lavori non sono stati ancora effettuati, ma che verranno utilizzati nel corso dell'anno e un altro milione per ogni anno sul triennio è stato impegnato. Sul fatto che quelli che vengono da fuori, borsisti e quant'altri, renderanno la nostra Università di qualità... su queste affermazioni ho qualche dubbio; piuttosto sono un po' preoccupato - lo ricordava il Presidente Caveri - sui rischi che esistono in tale finanziaria e spero che quest'ultima non metta a serio rischio la sopravvivenza della nostra Università. Materie scientifiche all'Università - poi parlerò delle materie scientifiche non solo all'Università -: ecco non penso che esse rimarranno a lungo all'"anno zero", è sufficiente prendere le linee guida che sono state approvate quest'autunno - e avevo già avuto modo di rispondere in Consiglio ai colleghi -, perché lì si parla - cito -: "per quanto riguarda i corsi di laurea di Io livello, l'attuale offerta può considerarsi adeguatamente esaustiva, ma si ritiene possa ancora essere auspicabile la realizzazione di uno studio di fattibilità e progettualità in ordine all'istituzione di un corso di laurea di area scientifica, con particolare riguardo al settore dell'ambiente, dell'agricoltura e del contesto montano, considerata la particolare connotazione geografica della Regione"; quindi non siamo stati fermi a guardare neanche in questo ambito. Per la scuola in generale, sempre collegato all'offerta formativa e alla preparazione degli studenti in ambito scientifico, vorrei ricordare: la direttiva IRRE che ho fortemente voluto in ambito scientifico per quest'anno e alla quale appunto L'IRRE sta lavorando.
Diversi progetti: fra i più importanti - lo dico anche per il collega Bortot - la collaborazione con l'Osservatorio astronomico per conferenze espressamente per studenti, la prima sarà il 15 dicembre alla Biblioteca regionale; la partecipazione ad un progetto sperimentale ministeriale sui metodi di insegnamento della matematica, che è un progetto innovativo che potrà essere fruibile da tutti i nostri ragazzi o a quelli che accedono a questa sperimentazione. Un inciso per la collega Squarzino, che parlava di una certa dimenticanza, cioè di un'attenzione per i ragazzi di 15-19 anni, ma una leggera dimenticanza per l'ambito adulto. A parte il discorso dell'Università, vorrei ricordare che, per quanto riguarda l'Università della terza età, è stato ripristinato, dopo un incontro con i rappresentanti dell'Università della terza età, la sovvenzione originaria e in finanziaria il Centro territoriale permanente per l'istruzione e la formazione in età adulta, uno stanziamento di 70mila euro è da ricordare.
Formazione professionale: giustamente il collega Sandri ha sollevato un tema che ci è caro, la confusione sulla formazione professionale... ecco io non la definirei così, ma lancio un'idea che potrebbe diventare uno spunto di riflessione: l'innalzamento dell'offerta formativa e dell'obbligo scolastico a 16 anni riporta la scuola a ripensare il biennio delle superiori e ad un confronto, secondo me, con la formazione professionale su basi che potranno dare magari l'occasione di esercitare appieno la nostra competenza primaria sull'istruzione professionale. Questo innalzamento ci impone un ragionamento in termini di continuità di educazione, istruzione e formazione dai 3 ai 16 anni, quindi potrà essere l'occasione per rifletterci. Per quanto riguarda il FOPADIVA, penso che qualcun altro ne parlerà per il collega Bortot.
Sempre per il collega Sandri, le infrastrutture vetuste e insufficienti e l'edilizia scolastica, grave immagine della scuola... anche questo non penso che lo scopriamo oggi e neanche in questi mesi. Per quanto mi riguarda, mi sono subito attivato e senza demagogia attraverso la creazione di una struttura dedicata alla pianificazione dell'edilizia scolastica con relativo impegno in bilancio, una struttura che in collaborazione con i Lavori pubblici potrà operare non solo sui problemi contingenti sollevati dal collega e quelli di alcune succursali, ma con azioni a medio e lungo termine. Ragioniamo quindi già sulla "scuola-polmone", un vecchio progetto che stiamo cercando di concretizzare e comunque questo servizio ha non solo dotazioni in termini di personale, ma anche in termini finanziari per potersi interfacciare con gli altri Assessorati che si occupano di tale tema per cercare di monitorare l'esistente e di pianificare il futuro.
Collega Bortot, per i progetti energetici e sulla richiesta di una sinergia tra scuola e Università, e concordo con lei... con il collega La Torre stiamo lavorando ad un progetto con l'"ISITIP" per predisporre un pannello fotovoltaico in quella scuola e lavorando su progetti energetici che possano, anche attraverso delle sinergie con le scuole, sensibilizzare e operare concretamente su questo tema.
Altro tema che non è stato troppo abbordato, ma a cui, in collaborazione con "l'ASIVA" e l'Associazione maestri di sci, stiamo lavorando, anche in conseguenza alla risoluzione approvata dal Consiglio e alla quale avevamo lavorato all'epoca in V Commissione, è il tema dello sport nelle scuole, dello sci. Anche con il collega Ottoz e con il "CONI" e con tutti i soggetti interessati al mondo sportivo stiamo cercando di riflettere su questo tema. Anche qui abbiamo potenziato in termini di unità di personale un distacco che ha la mansione di seguire specificatamente il discorso dello sci nelle scuole, quindi nei prossimi mesi presenteremo i primi progetti.
Per quanto riguarda invece il discorso beni culturali, ci ritorneremo nello specifico nelle varie "pieghe" del bilancio.
En conclusion, je crois que nous sommes en train de travailler pour une école valdotaine à même d'assurer l'avenir de nos jeunes, mais surtout une école qui puisse assurer cet avenir en relevant les défis de l'avenir, sans oublier bien évidemment notre passé.
Depuis 22 heures 23 c'est le Vice-président M. Lanièce qui remplit les fonctions de Président de la séance.
Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Pastoret.
Pastoret (UV) - Vorrei intanto ringraziare tutti quelli che sono intervenuti e hanno rivolto la loro attenzione ai temi che concernono l'Assessorato del turismo, sport, commercio e trasporti. Nel corso di questo intervento alla fine tratterò alcuni temi che fanno capo all'insieme dell'Assessorato, ai Dipartimenti dei trasporti, del turismo, dello sport e del commercio, ma, poiché si è parlato oggi molto di turismo ad ampio raggio in alcuni casi, in modo più angusto in altri, mi perdoneranno i colleghi se a mo' di introduzione farò un'analisi generale più specificamente su questo argomento.
Vorrei intanto partire da un luogo comune: si dice che il turismo rappresenti la ricchezza dell'Italia e che costituisca una vera e propria industria; non so se ciò sia vero o se lo sia ancora dal momento che l'Italia è passata in qualche decennio dal primo al quinto posto nel mondo per quanto riguarda l'arrivo dei turisti, superata in Europa dalla Francia e dalla Spagna. Secondo dei dati "Unioncamere", la Francia raddoppia quasi il dato italiano e attualmente il prodotto interno generato dal turismo in Italia è fermo sull'11%, la Spagna ha raggiunto il 18,8% e lì questo dato è in continua crescita. Visti tali pochi dati, verrebbe da dire che l'industria turistica sia in fase recessiva in Italia, quasi ad un passo dal fallimento, dovuto sia al calo degli arrivi e delle presenze... per ragioni dovute soprattutto alla difficoltà di tenere il passo di "competitors" più aggressivi, che si piazzano meglio e con più facilità con il loro prodotto, ma che soprattutto hanno saputo strutturarsi dandosi regole di governo del sistema assai più duttili e in linea con la realtà attuale. L'industria turistica italiana invece non è fallita, anche se ha pagato un prezzo abbastanza pesante: ha visto l'uscita di scena di diverse aziende, la riconversione di altre, con la continua sofferenza di altre ancora e questo fenomeno ha toccato pure noi.
Oggi molti si chiedono quali siano state le ragioni di ciò e quali sono stati i deficit che stanno impedendo al "sistema turismo" di muoversi maggiormente. Credo che questa riflessione dobbiamo cercare di trasporla dalla situazione italiana a quella della Valle d'Aosta. In primo luogo dobbiamo considerare che l'economia turistica della nostra Regione è però fortemente dipendente dal sistema italiano, soprattutto per quanto concerne gli aspetti programmatici di carattere strutturale: sarebbero diversi gli esempi che si possono fare a questo proposito, uno su tutti riguarda il non considerare la promozione come una spesa di investimento. Essa nel nostro sistema è considerata una spesa corrente, una di quelle spese correnti che gonfiano il dato complessivo delle stesse e che sono così demonizzate a partire da questo Consiglio quando si apre il dibattito sul bilancio. Un'analisi del nostro sistema non può però prescindere da alcuni aspetti di carattere generale, che riguardano il comportamento, anzi il nuovo comportamento di molti turisti e di molti utilizzatori, comportamenti che hanno delle costanti riscontrabili a livello internazionale nel modo di concepire il tempo libero, di organizzare la vacanza. È nota la tendenza attuale a moltiplicare le partenze per destinazioni spesso variate e con soggiorni sempre più brevi, ciò vale soprattutto per i clienti che giungono da luoghi più vicini, mentre chi arriva da destinazioni più lontane tende ad avere dei periodi di soggiorno tendenzialmente più lunghi dei vacanzieri di prossimità, poiché, è ovvio, vi è la necessità di ammortizzare i costi che sono proporzionalmente elevati in relazione alle distanze. Questa analisi spesso introdotta qui è condivisa e rafforzata da analoghe tesi sia in Italia sia all'estero. Oggi poi la vacanza è destinata a subire sempre più la rivoluzione dei cosiddetti "low cost", che hanno completamente rovesciato alcuni presupposti storici dell'organizzazione della vacanza stessa: in passato il turista sceglieva la destinazione, in seguito individuava il vettore più soddisfacente, infine cercava l'albergo facendo ricorso all'intermediazione se non era egli in grado di contattare da solo le strutture ricettive sulla base di parametri propri; oggi il turista sceglie sempre più sulla base della convenienza e della praticità del vettore, in questo senso l'acquisto del viaggio a prezzo inferiore e più competitivo determina o influisce fortemente sulla destinazione. Quando si sceglie in tal modo, quasi sempre la destinazione è poco nota e la scelta dell'albergo è sempre più lasciata all'organizzazione commerciale intermediata. Noi per ora non stiamo totalmente in mezzo a questo "vortice", ma certo non siamo esenti dalle turbolenze che esso provoca. Per ora continuiamo per certi versi ad avere il privilegio di essere scelti per il valore intrinseco della località, ma questo fattore si sta affievolendo. Non possiamo pensare che i fenomeni tipo "low cost" non condizionino anche i nostri possibili ospiti, che saranno sempre più numerosi in futuro a scegliere questo nuovo modo di fare vacanza.
A ciò si deve poi aggiungere il fatto che siamo di fronte a una sfida terribile, che riguarda la nostra capacità di essere collegati con il resto del mondo: questo è un problema tutto italiano, ma anche in Valle d'Aosta sotto questo punto di vista non godiamo di "buona salute". Oggi abbiamo una rete di trasporto su gomma, di automezzi privati o collettivi, efficace e di valore, certo si possono trovare delle "pecche", ma abbiamo ottime strade regionali, abbiamo un forte collegamento sull'autostrada. Siamo però troppo deboli per quanto riguarda le restanti comunicazioni: treno e aereo. Il problema energetico peraltro complicherà queste cose, perché sarà uno dei grandi temi del futuro e già oggi ci si chiede di trovare delle soluzioni a medio e lungo termine. Rimanendo ad oggi, come possiamo condurre a buon fine qualsiasi sforzo promozionale su mercati lontani, anche se potenzialmente floridi, se poi non sappiamo con quali mezzi portare da noi i clienti attratti, siano essi Russi, Giapponesi, Scandinavi o Spagnoli? Attualmente la nostra capacità di trasportare in Valle importanti flussi turistici deve fare i conti con la situazione esistente ed appoggiarsi al sistema italiano dei trasporti ed alle città limitrofe. Qui bisogna considerare quindi che facciamo tutti parte di un sistema e che i principali competitori italiani hanno grande accessibilità grazie ai voli "low cost" (parlo di altre località alpine). Rispetto a questo fenomeno però l'Italia è debole, piazza solo 2 città - Roma e Milano - ai primi posti in Europa, Milano non è lontana, ma serve un efficace collegamento con il suo aeroporto se vogliamo garantire accessibilità verso la Valle da parte di coloro che usano questo vettore. Discorso analogo vale per Ginevra, per Torino, pur se questa ultima località è ancora molto debole rispetto a tale tipo di voli. Un dato interessante è questo: i turisti che viaggiano "low cost" su una spesa media di 900 euro spendono meno del 10% del loro budget per il trasporto, ecco quindi che le località che possono godere dell'opportunità di vicinanza rispetto a tali aeroporti che ospitano questi vettori staccano nettamente le altre. Ugualmente soffriamo per la cronica inefficacia del sistema dei trasporti valdostani sia sulla rete valdostana, sia su quella italiana. Quale sia il nostro attuale livello di infrastrutturazione ferroviaria è noto, il nostro futuro, quello dei nostri figli dipenderà anche in gran parte dal rafforzamento dello sviluppo di una struttura ferroviaria all'altezza dei nostri bisogni e in grado di darci prospettive nel medio e lungo termine. Il Consiglio a breve sarà chiamato a discutere di ciò in modo approfondito e spero fruttuoso; certo è che il nostro obiettivo dovrà essere quello di innestare il nostro sistema sulle grandi bisettrici internazionali del trasporto ferroviario, e qui dobbiamo prendere atto di come l'Italia paghi già da ora l'assenza di collegamenti rapidi, l'alta velocità. Da un lato si blocca la "TAV"... non entro nel merito di questa contestazione, ma dobbiamo prendere atto che altri Paesi corrono con una velocità da capogiro rispetto al ritmo da tartaruga dell'Italia. Un nodo che dovrà essere sciolto in futuro sarà quindi anche quello delle destinazioni. Vedo che si sta perdendo un poco quella tendenza a volere da noi un ferrovia Torino-centrica; personalmente credo che il futuro debba essere per una ferrovia euro-centrica che ci porti sulle grandi bisettrici internazionali.
Un altro tema che ci riguarda è quello relativo alla politica del turismo di montagna. Qui lo Stato ha dimostrato finora uno scarsissimo interesse per le zone di montagna, sia dal punto di vista dell'approccio culturale, sia per quanto riguarda il suo impegno promozionale interno ed esterno. D'altronde basta guardare qualche servizio televisivo per vedere come la destinazione mare sia sempre in cima ai pensieri di tutti coloro che parlano di turismo in Italia, dopo il mare un po' di città d'arte ed è tutto. Io poi non vorrei farlo - forse stasera da qualche parte in Valle nevicherà -, ma devo citare quella specie di attentati terroristici perpetrati dalle previsioni del tempo, che nell'intento di fare "audience" contrabbandano qualche benedetta precipitazione... in un evento sottoposto alle attenzioni della Protezione civile... con il consiglio di non rischiare né viaggi, né vacanze! Un'economia fragile come quella di montagna, dove investire costa assai più che da altre parti, dove il presidio del territorio è fondamentale per la salvaguardia di equilibri delicati, non riscontra attenzione, ma anzi una forte e reiterata disattenzione. Ciò mette in forte discussione quella unitarietà del sistema turistico italiano che si vorrebbe veicolare verso l'esterno con il consenso di tutte le Regioni, compresa la Valle d'Aosta, lo abbiamo assicurato questo allo Stato. Ora si è finalmente giunti, dopo anni di discussioni spesso sterili, a definire la realizzazione di un portale unico per il turismo italiano per fornire una visione d'insieme del "sistema Italia". Finalmente un primo intervento di carattere generale che altri Stati e altre realtà hanno già fatto da anni.
Vi è un problema più grande di carattere strutturale, che riguarda non solo la concezione dell'unitarietà del sistema turistico, ma anche la necessità di intervenire in modo deciso su alcune questioni: una su tutte è la necessità di rivedere il rapporto fra il valore immobiliare e la rendita immobiliare, fatto indispensabile se si vogliono porre dei limiti generali e condivisi alla proliferazione delle seconde case che "strangolano" gli alberghi, facendo sì che non si passi impunemente ai cambi di destinazione per chiudere alberghi e realizzare appartamenti. Stiamo vivendo oggi un periodo in cui la voglia di investire in strutture ricettive si sta "muovendo", vi sono capitali in circolazione, vi sono aziende alberghiere che vogliono trasformarsi, ampliarsi, migliorarsi o insediarsi; qui però è necessaria la certezza di risposte rapide, perché non si può deprimere chi intende investire. Nessuno può permettersi oggi di avere capitali e prospettive di sviluppo immobilizzate, in attesa di risposte troppo lunghe e incompatibili con la necessità di avere rapidità d'intervento... che garantiscono la competitività delle aziende e dunque di tutto il comparto. Sotto questo punto di vista, questo sì, una riflessione e una garanzia da parte del pubblico rispetto al sistema turistico e all'attività dei privati si impone. Sono convinto che il ritardo dell'adeguamento dei piani regolatori al PTP sia stato un fattore negativo e che pure noi abbiamo commesso degli errori nel consentirlo con delle norme di rinvio. Credo che, se il sistema è riconosciuto come fattore economico strategico - parlo di quello turistico -, gli si debbano dare le opportunità per svilupparsi con delle certezze e allora non si possono apportare delle varianti occasionali come è accaduto in passato ai piani regolatori solo in presenza di sporadiche richieste di realizzazione di qualche struttura. Non si hanno e non si potranno avere investitori che intendano realizzare nuove strutture se mancano certezze. Di fronte al rischio di immobilizzare in modo poco profittevole i capitali, si cercano altre opportunità a volte in altre realtà, spesso in altre Regioni e qualche volta in altre Nazioni.
Oggi uno dei temi più dibattuti riguarda vari percorsi di riforma dell'organizzazione turistica. In Italia molte Regioni lo hanno fatto, la Valle d'Aosta vi ha provveduto non troppo tempo fa con la legge n. 6/2001, altri vi sono giunti dopo, altre Regioni con le quali sono in contatto stanno pensando di riformare ciò che hanno appena riformato. Nel nostro programma di legislatura, "Giunta Caveri", è stata avanzata una riforma della nostra legge. Sono d'accordo, prima di riformare credo però si debba fare un'analisi del nostro attuale modo di funzionare e, per affrontare questo tema, ritengo si debba chiarire qualche aspetto: in primo luogo per fare un'offerta è necessario avere un prodotto, la domanda che oggi ci dobbiamo porre è la seguente: abbiamo un prodotto da offrire, da commercializzare, da vendere? E soprattutto chi deve fare questo, chi deve organizzare l'offerta: l'ente pubblico, la Regione o non piuttosto l'iniziativa privata? La risposta a queste domande già sta nella legge n. 6/2001. Qualche decina di anni fa la gente comprava sull'onda del proprio desiderio una vacanza: al mare, in montagna, ai laghi, allora comprava la vista sul Bianco, sul Cervino e il luogo in cui era ospitata aveva un'importanza più ridotta rispetto ad oggi. Oggi la gente vuole comprare il luogo in cui stare per poi avere la vista sul Bianco o sul Cervino, perché cerca altro, vuole di più, vuole un prodotto completo e tanto più questo è accattivante e può soddisfare le sue esigenze, in relazione ai trasporti efficaci - mai dimenticarlo questo - economici e rapidi, tanto più sarà acquistato. Qui è vero: i trasporti competono a noi, non solo a noi anche allo Stato per la sua parte, ma il prodotto, l'adeguamento delle strutture e la loro qualità non spetta alla Regione; se non usciamo da questo modo di considerare le cose, ci avviteremo sempre su noi stessi. La soddisfazione delle esigenze varia dal livello di spesa che si può raggiungere con riferimento ai nostri ospiti, ma che i clienti stiano in un albergo di superlusso o di medio livello a loro importa poco se percepiranno una qualità all'altezza delle loro aspettative e soprattutto di quanto è stato loro promesso. Saranno soddisfatti allora poiché i clienti arrivano oggi alle strutture sapendo sempre meglio cosa ci troveranno. Oggi il turista è un viaggiatore consapevole, che conosce e percepisce molto di più di quanto non si pensi. "Internet" è uno strumento che consente da lontano di entrare nelle strutture, di conoscerle, di visitarle. Oggi si chiede cosa c'è in un luogo, cosa offre; poi magari se le informazioni ottenute sono soddisfacenti, ci si va, perché oggi nel turismo non è l'offerta che fa la domanda, ma è il contrario: è la domanda che determina l'offerta e chi è più bravo ad offrire un prodotto che conquista ha più possibilità di successo. La domanda si sviluppa e aumenta in relazione alla qualità percepita del prodotto che si desidera acquistare, insomma non basta, come si dice in gergo, limitarsi ad alzare la serranda dell'esercizio, è ben altro che si vuole! Qui dobbiamo dire che abbiamo molte persone che fanno qualità; purtroppo, a fronte dei molti che fanno qualità, che offrono grande professionalità, che lasciano percepire amore per il loro lavoro e per la loro professione, ci sono delle "zone grigie" che influiscono negativamente sul comparto, perché bisogna avere coscienza che il successo non può più essere individuale, senza la capacità di "fare sistema" le prospettive di successo si indeboliscono, diventano scarse. Occorre quindi muoversi nella stessa direzione e con la stessa unità di intenti e qui ci sono alcune cose che devono far parte del nostro patrimonio: in primo luogo ciò che è indispensabile è avere una classificazione alberghiera corretta, che riporti i valori a un criterio di omogeneità. Se si sceglie un "3 stelle", "3 stelle" deve essere, altrimenti non soddisferò il cliente e introdurrò anche un elemento negativo che avrà delle ripercussioni nei confronti del sistema e dei colleghi stessi: questo sì è un compito che spetta alla Regione. Sempre per rimanere a questo, non è un mistero che la cortesia, la percezione della veridicità fra quanto promesso e quanto effettivamente offerto siano elementi che contribuiscono a far crescere l'immagine complessiva del comparto. Nulla è troppo caro se se ne percepisce il valore effettivo. "Internet" rafforza questo concetto ma esso è anche uno straordinario propagatore dei reclami, delle insoddisfazioni, delle inefficienze. Tale strumento poi è un "atout" da non sottovalutare, certo, esso consente di accedere alle strutture, di visitarle, di comunicare, ma può anche ritorcersi contro ed è il caso delle prenotazioni "on line", delle richieste di informazioni, che chiedono risposte rapide e sul "web" la rapidità è associata all'efficienza. I collegamenti e l'efficienza del "web" deve assicurarli la Regione, ma la gestione dello strumento non tocca alla Regione: questo è un altro elemento che credo debba essere chiaro, altrimenti ci "parliamo addosso" senza costrutto.
Tornando al tema delle eventuali necessità di modifica dell'attuale legislazione del settore, credo che la legge n. 6/2001 sia una buona legge; certo essa ha mostrato dei limiti, in parte per ragioni intrinseche, ma soprattutto per una sua lettura spesso affrettata e per via anche di una certa confusione semantica. La legge n. 6 ha fissato dei compiti relativi alla promozione affidata alla Regione, all'informazione e all'accoglienza affidata alle AIAT, alla commercializzazione dei prodotti affidata ai consorzi. I compiti sono chiari, ma sono spesso malintesi e la confusione dei ruoli diventa impedimento nell'esercizio delle rispettive competenze e noi sappiamo che un sistema funziona se ognuno fa la sua parte in una logica unitaria. La confusione inizia quando qualcuno sostiene, come ho sentito diverse volte in quest'aula, che le AIAT devono fare promozione o che la devono fare i consorzi: non è così, non è così ora perché le regole che ci siamo dati dicono altro, secondo la "sintassi" che ho appena finito di citare. La promozione, malgrado la chiarezza dell'individuazione del soggetto titolato ad effettuarla, è però diventata un'attività contesa. Sono tanti i soggetti che ne reclamano la competenza con una tendenza a voler spesso svolgere compiti che spettano ad altri. È opinione però comune e diffusa, supportata da pareri di tutte le Regioni, dello Stato, che la promozione è tanto più inefficace quanto più numerosi sono i soggetti che se ne occupano, cioè la confusione non serve a nessuno. La conseguenza di un tale modo di procedere è quindi la mancanza di chiarezza, l'emanazione di un messaggio confuso e sovrapposto, quando invece il soggetto che opera deve essere individuabile, parlare un linguaggio chiaro che consenta di far emergere un marchio riconoscibile, che si imponga, superando ogni confusione. Sotto tale punto di vista, certo abbiamo delle responsabilità ed è necessario che si inizino a tracciare dei consuntivi rispetto alle operazioni fatte sui vari mercati: questo per consentirci di verificare la validità delle iniziative e di portare i correttivi e riorientare le azioni in caso di scarso successo. Tale scelta comporta quindi una necessità: quella di procedere in modo sistematico ed affrontare i mercati con metodo, questo al fine di evitare inutili confusioni.
Sentiamo dire ultimamente - sarà una moda - che sarebbe importante andare in Cina e io vi chiedo dove, a far cosa, in quale modo, offrendo quale prodotto? In un anno abbiamo ricevuto circa 10 proposte diverse per la Cina, bisogna solo intendersi sull'obiettivo, perché se il nostro obiettivo è quello di portare il nostro denaro in Cina per affittare degli "stands", non serve a nulla, forse bisogna individuare delle iniziative serie su quel mercato. Una volta arrivati in Cina, ammesso che ci si vada, quando ci chiederanno come si raggiunge l'Italia o la Valle d'Aosta, dovremo rispondere, ma come faremo a rispondere se il sistema dei trasporti, quello italiano, da un lato, e quello valdostano, dall'altro, si trova nelle condizioni che sappiamo? Oggi ci poniamo il problema di accogliere i turisti russi, che vengono qui, parlano il russo, pochissimo l'inglese, ai quali bisogna offrire un'accoglienza che li soddisfi se vogliamo che la destinazione Valle d'Aosta sia da loro apprezzata, bisogna che si trovi qualcuno che parli la loro lingua. Sappiamo che essi viaggiano con i "tour operators", ma sappiamo anche che le nostre strutture non garantiscono tutto quello che i "tour operators" vorrebbero. Dobbiamo prendere atto che ciò accade, dobbiamo essere consapevoli che in Valle le strutture non sono grandi e non possono essere interamente dedicate a questi nuovi clienti senza dover rinunciare ai propri. Forse servirebbero altri e più grandi alberghi, ma conosciamo le difficoltà di realizzarli se non ci sono le aree per fare ciò, se le aree individuate dai piani regolatori per la realizzazione delle strutture alberghiere non sono previste o sono scarse, ciò di fatto mortifica gli investimenti.
Nel corso del dibattito è stato detto: "attenzione ai grandi gruppi". Certo bisogna agire con giudizio, ma credo non si debba aver paura della prospettiva che si creino sinergie in loco o che si verifichino investimenti importanti nel settore, ovviamente con giudizio, poiché è dimostrato che strutture di grandi dimensioni non "cannibalizzano" le piccole, ma che al contrario possono rappresentare un soggetto che contribuisce a rafforzare il mercato. Abbiamo a questo proposito alcuni esempi interessanti, ne cito uno: La Thuile con il "Planibel", che è stato, contrariamente all'opinione di molti, un soggetto che, grazie alla sua capacità di garantire nel tempo una clientela stabile, ha consentito al sistema intero di avere flussi costanti. Non a caso La Thuile è una di quelle stazioni che non sono "in rosso" per quanto riguarda gli impianti di risalita, anzi questa struttura ha consentito ad altri sulla base di tali flussi costanti di accrescerli fino a far emergere l'esigenza di nuove strutture alberghiere. Ne sono state realizzate e La Thuile sta superando i 2.000 posti letto, cosa che 10 anni fa sarebbe stata impensabile.
Ho detto che il sistema non cresce se non introduce ulteriori elementi di competitività. Sotto questo punto di vista, stiamo lavorando per creare un provvedimento di legge che consenta, per quanto possibile, di velocizzare le procedure autorizzative per la realizzazione di nuove strutture alberghiere o per l'adeguamento di quelle esistenti, cercando di raggruppare in un'unica conferenza dei servizi tutte le pratiche ed i pareri. Sempre per quanto riguarda le nostre strutture, esse sono mediamente piccole, il periodo di ammortamento dei mutui è troppo ridotto soprattutto alla luce del fatto che è particolarmente oneroso per molti albergatori procedere a necessarie riqualificazioni non ammortizzabili in periodi troppo brevi. Siamo intenzionati, se - come speriamo - varieranno alcune disposizioni dell'Unione europea, a procedere a una ridefinizione dei periodi di ammortamento e ad aumentare la soglia dei finanziamenti a valere sui fondi di rotazione, ma qui dobbiamo essere consapevoli che questo non dipende solo da noi, dipende soprattutto da regole che altri stabiliscono altrove. Sappiamo che il problema delle nostre realtà è spesso legato alla capacità di poter in tempi rapidi allinearsi alle nuove esigenze di un mercato che è cambiato, cambia e cambierà ancora, le innovazioni sono sempre più rapide e la platea dei consumatori finali è in rapida evoluzione, i gusti stessi delle persone sono in evoluzione. Di tutto ciò va tenuto conto, perché qui i dogmi non servono, le attività imprenditoriali devono soprattutto in questo campo essere legate alle iniziative private. A noi, a questa Assemblea, tocca il ruolo di dare regole di funzionamento precise ed utili, dobbiamo facilitare l'accesso al credito per gli investimenti e promuovere adeguatamente il territorio della Valle, il resto però sta fuori di qui, appartiene alle singole capacità imprenditoriali. Come possiamo quindi pensare che strutture piccole possano dotarsi dei centri benessere oggi tanto di moda se poi non riusciranno ad ammortizzare nei tempi previsti dai mutui e dai loro attuali "trend" di crescita? E conseguentemente esse saranno "impiccate" dai debiti? Questo allora è il momento per cui gruppi di albergatori si consorzino, che nascano strutture collettive gestite dai privati però; se queste volontà ci sono, qui sarà nostro dovere assecondarle creando gli strumenti per giungere a ciò.
Colleghi, sono stato forse un po' provocatorio, ma credo stia a tutti noi di avere un livello di analisi e di dibattito appropriati, qui in quest'aula, che è quella dove si fanno le regole che contribuiscono a far funzionare un sistema: se intendiamo proporre qualcosa di utile che disegni prospettive per i nostri concittadini. Prendiamo atto che questo non lo fa un bilancio, né una discussione capitolo per capitolo, ma la capacità della politica di dare delle risposte strutturali di ampio respiro. Ho sentito spesso dire che l'economia di questa Valle è Regione-dipendente, ma ho anche sentito invocare oggi l'intervento della Regione nei settori più disparati; allora credo che ci si debba intendere su ciò che si vuole, ma questo è un tema per il futuro. Oggi parliamo di bilancio, quindi ci si deve attenere a questo, perché spesso ci si è concentrati sui capitoli e sulle cifre. Concludo e farò un secondo intervento...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... ricordo che in bilanci passati la collega Squarzino diceva che la Giunta non esprimeva mai il suo pensiero, dopo tanto tempo siamo arrivati sulla "strada di Damasco", siamo stati colpiti dal fulmine della trasparenza... Bene, tutto questo ho detto per introdurre tutta una serie di questioni, però ho dei dati che vorrei dare di confronto rispetto al bilancio ed è quanto mi propongo di fare in un secondo intervento. Questo era il prologo indispensabile se si vuole sapere su quale confine e su quale campo si ragiona nell'ambito del turismo.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.
Fosson (UV) - Vorrei intanto evidenziare una preoccupazione sui dati demografici che non è ancora stata fatta e che mi sembra molto importante. Manteniamo in Valle d'Aosta un numero di nascite stabile o in aumento proprio per l'intervento di altre forze riproduttive, cioè di immigrati... questo pone un grande problema per i servizi sociali e per tutti noi: perché i Valdostani non fanno più figli in un periodo in cui sono molto più ricchi di una volta, quando ne facevano tanti? Perché tanti divorzi, perché tante famiglie monogenitoriali, tante famiglie in cui manca uno dei coniugi? Questo penso sia, con le analisi che stiamo facendo e soprattutto con la IIa Conferenza della famiglia che stiamo preparando per l'anno prossimo, uno dei temi che vorremmo affrontare, che si porta dietro anche un altro grande problema e comunque un altro dato anche positivo, cioè come gli immigrati si stabiliscono in Valle d'Aosta e come siano presenti nel territorio valdostano molti più minori immigrati di quanto questo succeda nelle altre Regioni: questo vuol dire che gli immigrati vengono da noi, si trovano bene, ricongiungono le famiglie e fanno i figli. Questo però è anche dovuto - e per tale motivo la Valle d'Aosta è un'attrattiva - al fatto che certi lavori non vengono più svolti dai Valdostani, quindi sicuramente gli immigrati sono in questo momento una risorsa, perché ci permettono di portare avanti certe attività che senza la loro manodopera non potrebbero essere portate a termine, però questo creerà un problema nel futuro, perché, se gli immigrati sono una risorsa e questa risorsa bisogna comunque trattarla come tale, cioè darle una stabilità, fra qualche anno i Valdostani si troveranno ad avere una popolazione maggiore e una povertà in crescita anche tra una popolazione storicamente residenziale, che non può più accedere a certi lavori.
Entrando nello specifico, collega Squarzino, cosa vuole che si dica? La spesa dell'USL: vorrei che si partisse se non altro da dati oggettivi, quando invece questi dati non vengono riferiti o vengono rigirati penso che un colloquio sia difficile. La spesa dell'USL quest'anno: per quanto riguarda il mantenimento dei "LEA" è diminuita rispetto agli anni precedenti, il finanziamento dei "LEA" aumenta del 2,4% (l'anno scorso era del 4%), quando l'aumento dei "LEA" a livello nazionale è del 4%; quindi quest'anno, aumentando il finanziamento solo del 2,4% e avendo comunque un aumento dei costi, (tecnologia, ecc...), ci troviamo nella necessità di risparmiare, le risorse che c'erano una volta non ci sono più. Lei chiede come si spende. Non si può dire - farò alcuni "flash" - che si sia speso male in questi anni. L'attività dell'U.B. di Urologia da quando è cambiato il primario, ma pur sempre nella stessa struttura, anche se fatiscente, è aumentata del 300% con interventi di grande eccellenza come le cistectomie robotiche, le prime in Italia sono state effettuate in Valle d'Aosta, e se c'è questa eccellenza gli ammalati vengono anche da fuori, così come i residenti si fermano se la qualità del servizio offerto è di un certo tipo. Che dire dell'U.B. di Otorinolaringoiatria, che è completamente riorganizzata, che effettua degli interventi che prima non erano neppure affrontati o dell'U.B. di Neurochirurgia che a un anno e mezzo dalla sua istituzione, sicuramente come modello organizzativo, è un successo e sempre più viene riconosciuto da tutti. È un modello fra l'altro quello della presenza di 12 ore, della reperibilità notturna ripreso addirittura da altre ASL del Piemonte; la Fisiatria con la nuova organizzazione comincia a riorganizzarsi, la RSA di Antey funziona, la RSA appena aperta ad Aosta dà una risposta, soprattutto nella degenza a lungo termine, a molti problemi che avevamo prima. L'affluenza e la mobilità verso Albenga è sicuramente ridotta e pensiamo addirittura di ridurre la convenzione che era in atto da tanti anni. Tutto questo porta a risultati significativi. L'U.B. di Oncologia ha in corso un concorso per primario e si sono presentati i 2 massimi esponenti dell'Oncologia piemontese: il Responsabile dell'Oncologia di Candiolo e il Responsabile dell'Oncologia delle "Molinette", quindi la nostra struttura sanitaria è una struttura che richiama e richiamerà ancora di più quando l'anno prossimo sarà finita la nuova Radioterapia e sarà sistemato correttamente anche il "day hospital oncologico" - e parleremo delle osservazioni del collega Venturella - che in questo momento soffre di limitazioni strutturali. Tutto questo cosa ha portato? Ecco il dato: è il primo anno in cui la mobilità verso l'esterno è diminuita numericamente di alcune centinaia di unità, che se non è una risoluzione del problema, comunque è un risultato, è un'inversione di tendenza e il frutto di un certo lavoro fatto da tutti insieme! Il Ministro Turco dice giustamente che la mobilità ha dei meccanismi da rivedere, questo è evidente, perché volentieri ci mettiamo in concorrenza con alcune strutture, anche se private e accreditate da altri, ma che tali strutture però diano una risposta non solo ad alcuni servizi, ma siano delle strutture dotate anche di strutture di pronto soccorso, con reperibilità notturne, con servizi per anziani e diabetici. La mobilità e il mettere le varie strutture a confronto può essere possibile se la gara è fatta fra concorrenti che abbiano gli stessi requisiti e offrano gli stessi servizi. Il Ministro Turco prevede una ridiscussione di questo meccanismo, noi la settimana scorsa alla fine di un percorso che ha portato anche all'approvazione all'interno della V Commissione di un accordo di mobilità con il Piemonte ci siamo visti con l'Assessore Valpreda, siamo stati 2 ore a concordare i meccanismi di accordi interregionali che devono dare dei risultati in breve tempo. La mobilità quindi comincia ad avere dei servizi e dei dati positivi. Stiamo lavorando su questo con le altre Regioni. Certo è che tale atteggiamento di denigrazione verso i servizi presenti e verso una struttura considerata fatiscente, culturalmente porta all'incentivazione della mobilità.
Il Consigliere Lattanzi ha detto che la nostra sanità è buona: lo ringrazio, non è che la sua opposizione sia sempre così disposta a riconoscere certi valori, non fa sconti sicuramente; lui è una persona che gira, che vede, e penso sia vero quando dice che la nostra sanità è una sanità buona. Ho visitato anch'io tanti ospedali in Italia e in Francia e in altri luoghi dove ho lavorato e devo riconoscere che questo è vero. Quando il collega Lattanzi dice che è cara, è vero, saggiamente l'Amministrazione regionale nel tempo ha sempre investito nella sanità soldi in più di quanto ci avrebbe dato il servizio sanitario nazionale, ma in questo c'è un errore di fondo: l'economia di scala con cui ci confrontiamo è un'utenza talmente limitata che, quando c'è un servizio di eccellenza, è sicuramente nella maggior parte dei casi un servizio in soprannumero, per cui se vogliamo un'eccellenza - altrimenti se manca la gente va via -, questa spesso è sovradimensionata.
Paghiamo anche dei deficit strutturali: il presidio unico - su cui adesso sono tutti d'accordo, forse all'inizio lo erano un po' meno, perché è da 14 anni che si parla di questo e non si è ancora riusciti ad ottenere un risultato - sicuramente penalizza i costi, ma collega Lattanzi, pensi ai centri traumatologici che abbiamo: ne abbiamo 6, il Trentino ne ha 3 per tutto il territorio, sono servizi splendidi, sono servizi che il turista cerca, però sono servizi di grande costo. Così pensi cosa vuol dire mantenere dei consultori sul territorio, cioè sono servizi che teniamo a mantenere, ma che ci penalizzano moltissimo per le economie di scala. Pensi anche a cosa vuol dire avere degli operatori di eccellenza, e tenerli in una struttura in cui il privato e comunque "l'intramoenia" non ha gli stessi ritorni che hanno in una Regione diversa. È chiaro, è una sanità che costa, è una sanità di montagna, lo diciamo sempre; il Governo ha riconosciuto con il suo gruppo interministeriale che la sanità in montagna costa il 20% in più, ma non ha ancora messo in atto certi meccanismi per combattere questo problema.
Collega Bortot, gli invalidi: è vero, forse le persone con invalidità non sono gran cosa, ma non le fissiamo noi le pensioni di invalidità, nel senso che pagando noi forse semplifichiamo le procedure, adesso le Commissioni funzionano meglio, ma la legge e le quote previste sono delle quote nazionali. Con il Ministro Turco stiamo parlando di queste cose, soprattutto del fatto che non deve essere una Commissione che in mezz'ora accerta lo stato d'invalidità, ma dovrebbe essere un'osservazione più lunga. Aspettavamo tutti che tale legge sulla non autosufficienza, rispetto alla quale siamo inseriti nel gruppo di lavoro, avesse un finanziamento maggiore, perché è una categoria di persone che ha più bisogno, però in questo caso risentiamo comunque di una legge nazionale.
Consigliere Sandri, cercherò di affrontare i problemi concreti da lei sottolineati, facendo però una parentesi, il collega Viérin lo ha detto molto bene: fino a poco tempo fa avevamo il piacere di averlo con noi in maggioranza a condividere tante scelte, e questo succedeva particolarmente sulla sanità, perché il collega Sandri era il Presidente della V Commissione, quindi aveva una responsabilità diretta nella gestione della sanità, poteva convocare i primari, intervenire sulle liste di attesa, liste di attesa che è un argomento facile da "cavalcare". Il Ministro Turco sulle liste di attesa dice: "non scendo a giocare su questo, però chi ha cercato di "cavalcare" questo politicamente non è durato molto, perché è un argomento che non può essere risolto solo dicendo che le liste di attesa sono lunghe". Tutti sanno, se affrontano il problema seriamente, che le motivazioni sono diverse, che più si offrono servizi più si allungano le attese, per cui bisogna intervenire sull'appropriatezza e sulle richieste. Fra l'altro, proprio guardando i dati: questa mattina la prenotazione di una TAC era a 30 giorni, la prenotazione di una "RX" colonna aveva 28 giorni di attesa, poi comunque per i malati che hanno un'urgenza, questa urgenza viene fatta in 7-15 giorni, quindi siamo al di sotto di gran lunga di tutte le liste di attesa esistenti nelle altre Regioni, per cui uscirà a breve una regolamentazione. Sul non mortificare gli utenti... è uscito stamani da un'indagine dell'USL un indice di soddisfazione dei bisogni, che non è un indice sul PIL, ma è un indice sulla risposta delle persone, nel quale sono contenuti dei dati che il 97,1% dei pazienti - è un dato ANSA - che hanno risposto al questionario ha dichiarato che tornerebbe in questo Ospedale in caso di necessità, con un aumento del 3% dei pazienti rispetto a quanto era stato detto 3 anni fa, poi dice tante altre cose tutte positive, tutte di una qualità della sanità valdostana in evoluzione.
Termino sul problema dell'Ospedale. Da un lato c'è il desiderio di portare a termine il problema che si discute da tanto tempo; dall'altro, c'è una necessità di non lasciar fare, di dire: "era meglio ad est o a sud", "si era detto...", si denigra comunque una struttura che è una struttura che tutti riconoscono, soprattutto quelli che sono stati in altre sedi, che è una struttura più che efficiente e qualificata, dove il personale, a cui tutti riconoscono una professionalità è stato formato da qualche parte. Se la struttura è così fatiscente, mi chiedo dove tale personale così idoneo è stato formato? Dico ancora che non è un'idea mia, né di chi mi ha preceduto, ma è stata una decisione presa nel 1994 e fino al 1994 si poteva parlare... dico a posteriori che è stata una decisione molto saggia e chi l'ha presa è stato lungimirante, ma la decisione di comprare il "Mauriziano" per 26 mld è stata presa nel 1994 e, se guardiamo quella deliberazione, collega Squarzino, vediamo che è stata firmata da Riccarand, il Capo dei "Verdi". Mi chiedo allora se i "Verdi" quando sono al potere diventano saggi o se i "Verdi" quando sono al potere cambiano idea, ma comunque la decisione nel 1994 fu presa anche da Riccarand, che decise di comprare il "Mauriziano". Prima si poteva discutere, da allora è stata accettata l'idea di comprare tale struttura. Dopo questo la "Giunta Perrin" con lui in testa ha voluto verificare la cosa, ha fatto studiare l'argomento, sempre su sollecitazione del Comune di Aosta, un gruppo ha studiato il problema, ha visto che - anche nell'ottica di riqualificare la zona - era meglio costruire ad est, è stata votata questa decisione, "PREFIN" 2005, la maggioranza di allora votò l'ampliamento ad est. Il Comune di Aosta il 23 dicembre 2005 con tutti i Consiglieri "DS" all'unanimità e anche parte della minoranza decise, dopo ampia discussione, che l'allargamento ad est fosse più favorevole. A questo punto nella legge delle grandi opere è stato deciso che poiché mancava un confronto fra tutte le varie ipotesi, confrontate in base all'economicità della loro fattibilità... di fare uno studio che sarà ultimato nel mese di dicembre, come tutti sanno. Certo che se questo gruppo, che ha già sentito le varie voci, potesse concentrare la propria attenzione fra est e sud e un'ipotesi dove fare l'Ospedale nuovo, potrebbe fornire degli elementi vantaggiosi a chi deve cercare di esprimersi nel modo più obiettivo possibile. Fatto questo, la maggioranza si esprimerà, lo studio verrà presentato in Consiglio. Personalmente non sono contrario ad un momento referendario, abbiamo avvertito anche noi le sensazioni della gente - non solo dei firmatari, ma anche dei non firmatari. Penso che sia una soluzione molto corretta che la maggioranza, presa visione di questo studio che sarà portato in Consiglio, si esprima.
Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.
Isabellon (UV) - Il bilancio in discussione è stato definito un bilancio di continuità e di programmazione, chiaramente con dei punti di vista diversi, perché continuità ha un significato positivo per chi fa parte della maggioranza, per chi si è espresso per la maggioranza, ma può essere vista in senso negativo per chi in questo bilancio vede una continuità che non risponde ai propri obiettivi.
Per quel che riguarda l'Assessorato dell'agricoltura e delle risorse naturali, a maggior ragione, il discorso di continuità è presente perché veniamo da una programmazione 2000-2006 che si va a chiudere e che si incentra sul Piano di sviluppo rurale e una programmazione per il nuovo Piano di sviluppo rurale 2007-2013. Una programmazione che riprende tutti i temi e gli obiettivi che abbiamo lasciato con il vecchio piano di sviluppo, andando a rimodulare le azioni sulla base anche dell'evoluzione che in questi anni si è verificata nel settore sia dal punto di vista della situazione delle nostre aziende agricole e della situazione del territorio in genere, sia per quel che riguarda l'evoluzione legislativa. Gli interventi che si sono succeduti hanno messo in evidenza un comune denominatore, che emerge in tutti gli interventi: quello di andare a puntare su degli elementi chiave, principalmente l'elemento più ricorrente come obiettivo è quello di valorizzare i prodotti del territorio, valorizzare i prodotti di nicchia e di qualità che il nostro territorio può mettere sul mercato. Questo anche in funzione di una multifunzionalità che le nostre aziende in questi anni stanno cercando di portare avanti ed è quella che anche viene riconosciuta dal pubblico inteso nel senso dei consumatori locali e anche dei consumatori provenienti da fuori Valle. Le ultime manifestazioni che abbiamo avuto nel periodo autunnale hanno riconosciuto questa valenza dei nostri prodotti, ad esempio, la "Desarpa", la "Festa del miele", insomma c'è stato un grosso interesse in questo campo.
Il prossimo Piano di sviluppo rurale sarà un Piano di sviluppo rurale che avrà una dotazione finanziaria, come ha ricordato il Presidente, che anche facendo seguito a degli scenari che si prospettavano secondo qualcuno a "tinte fosche"... una dotazione dello stesso livello per quel che riguarda le dotazioni che ci verranno trasferite dalla Comunità europea e questo a noi fa piacere, perché non è sicuramente stato casuale, ma è stato il frutto di un lavoro che si è fatto attraverso i nostri uffici con i rapporti che si sono instaurati a livello delle Commissioni politiche agricole, quindi a maggior ragione ci dà soddisfazione. Quello che in sintesi sarà l'obiettivo degli investimenti che sono previsti in bilancio è, per quel che riguarda le aziende agricole, di mantenere la diversificazione con i diversi indirizzi, con la valorizzazione del settore zootecnico, la viticoltura, la frutticoltura, la multifunzionalità riconosciuta fra l'altro dalla recente approvazione della legge sull'agriturismo. Una particolare attenzione alla famiglia rurale, quindi qui è importante riconoscere che nelle "pieghe" delle azioni che si fanno, anche senza grossi proclami si dà attenzione ai ruoli che possono rivestire le figure che operano in agricoltura, non solo legate all'attività dei capifamiglia, ma anche i ruoli complementari che all'interno della famiglia possono svolgere tutti i componenti. Il servizio al territorio, il riconoscimento e la valorizzazione dell'architettura tradizionale, per poi passare agli investimenti per le strutture rurali, gli adeguamenti igienici sanitari, la dotazione di attrezzature adeguate, la valorizzazione delle aziende agricole, intese come aziende di piano, "mayen", alpeggi, tutto questo lo ritroviamo nei vari capitoli che andremo ad esaminare in dettaglio domani.
Vi è poi il grosso settore delle infrastrutture sovraziendali, che vengono gestite nella loro modernizzazione dai consorzi di miglioramento fondiario, che vanno a migliorare i fattori produttivi delle aziende agricole. Teniamo conto della nostra realtà, per cui le aziende agricole non sono da intendersi solo quelle gestite dagli agricoltori che fanno questa attività a tempo pieno, ma da una miriade di situazioni di microgestione sul territorio di chi fa delle attività agricole part-time. I consorzi di miglioramento fondiario danno servizi a tutti, quindi da non confondersi con delle azioni mirate esclusivamente alle categorie che sono quelle identificate nei coltivatori diretti. Qui si cerca di dare impulso e priorità agli interventi globali, intesi come interventi che danno una risposta generale per quel che riguarda questi servizi: la sistemazione dei terreni, gli impianti di irrigazione, viabilità, con particolare attenzione ai riordini fondiari, che, secondo qualcuno, sono una maniera traumatica di intervenire sul territorio. Per noi invece sono gli interventi più qualificanti, perché i riordini fondiari, anche se fanno perdere la strada di un sentiero a qualche "anima bella", sono comunque importanti perché chi vive sul territorio e soprattutto chi opera sul territorio non si perde nei piccoli riordini fondiari in termini assoluti, che sono quelli che sono i nostri numeri, qualche ettaro. Non si scandalizzi, collega Bortot, non mi sto riferendo a nessuno in particolare di questo Consiglio.
Abbiamo poi il settore importante della valorizzazione dei prodotti, come dicevamo all'inizio, che sono stati evocati da tutti gli interventi, la valorizzazione dei prodotti del territorio, la necessità di incrementare le coltivazioni biologiche, naturali, di promuovere l'utilizzazione dei nostri prodotti e di incentivare il binomio turismo-agricoltura. In qualche intervento è emersa anche la necessità, mi riferisco alla collega Adriana Viérin, di avere una maggiore valorizzazione anche a livello di ricavo per quel che riguarda i prezzi che possono spuntare i nostri prodotti sul mercato. Qui si sta lavorando con l'obiettivo della filiera corta. La filiera corta è sicuramente un obiettivo che in una Regione turistica come la nostra può essere perseguito, in quanto il primo obiettivo che si può raggiungere è quello di far sì che nel campo turistico, nel campo della ristorazione, nel campo alberghiero, nel campo dei nostri punti vendita commerciali vi sia l'utilizzo massiccio dei nostri prodotti. Qui è importante ricordare che quando 2 anni fa è stato, con un obiettivo lungimirante, approvata la "loi des saveurs du Val d'Aoste", che qualcuno all'epoca con ironia definì una "scatola vuota"... in questo momento questa "scatola" è quasi riempita, nel senso che il disciplinare per il rilascio del contrassegno che andrà a qualificare le attività commerciali che utilizzeranno i nostri prodotti con un vantaggio reciproco è in via di definizione. Recentemente abbiamo avuto un incontro quasi definitivo di concerto fra Assessorato del turismo e Assessorato dell'agricoltura per "limare" gli ultimi dettagli. Ci aspettiamo molto da questa legge, perché è una legge che andrà ad incentivare l'utilizzo dei nostri prodotti con anche una valorizzazione dell'insieme della cultura che sta dietro questi prodotti e anche di altri fattori che sono chiaramente da prendere in considerazione, che sono anche gli sforzi nell'allestimento e nella presentazione dei piatti, nell'allestimento dei locali, gli sforzi di fare una presentazione globale della nostra cultura da parte delle attività ricettive, che sarà di interesse reciproco; quindi un'aspettativa in questo senso risponderà a quasi tutti gli interventi che si sono succeduti, che chiedevano di agire in tale direzione.
Un cenno poi sulle risorse naturali: anche qui si proseguono i programmi, quando questi funzionano come per quel che riguarda la gestione e manutenzione del territorio... in questi anni si sono avuti benefici e credo si avranno ancora in futuro con le attività che si fanno; questo va bene, perché non è un segno negativo il fatto di non dover sempre "cambiare rotta". Nel campo della forestazione abbiamo un'evoluzione in senso positivo dell'utilizzazione del legname, qui le cose magari vanno più lentamente; qualcuno negli interventi oggi parlava di filiera legno, evidentemente l'appetibilità dell'utilizzo del legname nella nostra Regione è da far crescere, ma già nello scorso Piano di sviluppo rurale si parlava di azioni, vi era un'azione per quel che riguarda l'incentivo alla manutenzione dei boschi per produrre in alcuni casi il legname da termovalorizzare, vi è un'azione specifica sulla termovalorizzazione delle biomasse legnose. Abbiamo purtroppo un territorio difficile, un territorio che richiede dei costi elevati per andare a recuperare tale legname che si trova a volte in zone impervie; di conseguenza, questo può essere fatto anche realizzando delle infrastrutture che molto spesso non piacciono, però non possiamo avere "la botte piena e la moglie ubriaca", nel senso che non è più pensabile di recuperare legname come si faceva tanti anni fa e neanche è pensabile realizzare delle strutture precarie come le vecchie teleferiche della bassa valle, che una volta avevano dei costi di realizzazione accettabili, attualmente con le normative cui queste devono sottostare hanno dei costi molto più elevati, quindi a volte si deve fare anche qualche strada forestale.
Per quel che riguarda poi la messa in sicurezza dei versanti, la posa dei paravalanghe, gli interventi di regimazione delle acque, le opere di prevenzione diffusa integrate, naturalmente, con gli interventi più importanti, quelli realizzati dai Lavori pubblici: "più importanti" perché riguardano i corsi d'acqua maggiori... però c'è tutto un reticolo di manutenzione che viene realizzato attraverso i cantieri forestali e integrati anche con gli interventi dei consorzi di miglioramento fondiario... con tutti questi interventi si va a fare un'opera di prevenzione diffusa. Questi interventi sono importantissimi, pur se non appariscenti, per quel che riguarda la messa in sicurezza del territorio. Tali interventi, insieme alla sentieristica, che ha lo scopo di mantenere vivo il segno del passato... una volta i sentieri avevano un'utilizzazione forte dal punto di vista agricolo e di collegamento fra i villaggi, attualmente questi interventi sono più legati a una fruizione turistica minore, turismo naturalistico, che si lega anche con gli interventi delle aree attrezzate, tali interventi si realizzano sulla base di un monitoraggio dettagliato sul territorio. Infatti gli interventi si inseriscono in un programma che annualmente viene approvato dal Consiglio, che riguarda gli interventi segnalati da Comuni, consorzi di miglioramento fondiario, enti locali, stazioni forestali, chi opera sul territorio, privati, quindi anche singoli cittadini possono segnalare degli interventi da realizzare, il tutto viene valutato e inserito in questa programmazione. Non ultimo non bisogna dimenticare che questi interventi permettono anche di dare qualche risposta dal punto di vista occupazionale, un'occupazione però non di assistenza, ma di promozione di professionalità, che in questi anni si sono stabilite, che danno dignità a chi per un periodo della sua vita si va ad occupare di tali lavori. Questo è importante sottolinearlo, perché abbiamo creato in questi anni un'occupazione partecipata, per cui soprattutto per chi vive in certe zone più distanti e marginali il fatto di avere un'occupazione nel proprio Paese, intorno al proprio villaggio con la motivazione di andare a mettere in sicurezza casa sua dà sicuramente delle motivazioni maggiori rispetto a un lavoro meno coinvolgente.
Per quel che riguarda il bilancio nel suo complesso, dagli interventi che si sono succeduti non abbiamo verificato degli interventi negativi rispetto all'impostazione che è stata data per quel che riguarda il settore dell'agricoltura e delle risorse naturali, almeno non particolarmente negativi, in quanto sia dalle voci provenienti dalla maggioranza che dalla minoranza qualche comune denominatore si ripete. Alcune iniziative attualmente non previste saranno inserite nel prossimo Piano di sviluppo rurale, che verrà presentato sicuramente nei primi giorni di gennaio alla Comunità europea: questi sono i tempi che sono stati stabiliti per quel che riguarda le Regioni italiane perché c'era una tempistica che prevedeva in precedenza un'approvazione del piano strategico nazionale che era prioritario rispetto ai piani di sviluppo regionali. Nel nostro bilancio comunque teniamo già conto della dotazione necessaria per le misure che in questo Piano di sviluppo rurale saranno delle misure cofinanziate, in quanto usufruiscono anche di finanziamenti comunitari e statali. Principalmente le misure cofinanziate saranno quelle che dovranno essere trasferite all'organismo pagatore, che contiamo per il 2007 di organizzare in loco, in sostituzione dell'AGEA, che non pochi problemi ha creato in questo ultimo periodo per quanto riguarda la solvibilità dei pagamenti. Prevediamo di presentare a breve una legge che istituirà questo organismo pagatore regionale, che avrà il compito di gestire tali risorse, con indubbi vantaggi per le nostre aziende agricole. Le misure cofinanziate previste in fase di definizione dovrebbero interessare l'indennità compensativa, l'agro-ambiente, le misure di nuovo ripresentabili sulla forestazione, il settore giovani agricoltori, le indennità di "Natura 2000", i sistemi di qualità - riferito ai prodotti sui quali bisogna agire per migliorare la qualità -, il risarcimento dei danni per il rispetto delle norme imposte dalla Comunità europea. Qui bisogna ricordare che un indirizzo importante sarà quello di far sì che vi sia un'autotutela da parte delle nostre aziende, quindi un incentivo all'assicurazione di esse sui rischi.
Rimaneva un ultimo punto citato dal collega Bortot: la necessità di prevedere dei progetti in agricoltura per l'innovazione e la ricerca. Ci tengo a ricordare che qui abbiamo un grosso rapporto di collaborazione con l'"Istitut agricole" e con delle università, in particolare l'Università di Torino di agraria, per le attività di ricerca, un esempio per tutti... è nota l'evoluzione di questi anni nel settore della viticoltura, questo è dovuto a tali azioni di innovazione e di ricerca che si sono intensificate in questo campo. Evidentemente tali azioni sono previste per tutti i settori, soprattutto per il settore della zootecnia che a volte presenta, per una situazione anche di tipo storico, maggiori inerzie nel recepire alcune situazioni che si possono prospettare di evoluzione nel senso dell'innovazione. Si lavorerà anche in tale direzione e le risorse previste cercheranno di dare risposte anche in questo senso.
Per quel che riguarda le azioni di commercializzazione, di "marketing", ricordate come necessità dalla collega Adriana Viérin, visto che vi è interesse verso i legami dei prodotti con il territorio, sicuramente le azioni in questa direzione con la dotazione di bilancio che è stata prospettata si potranno attuare. Mi riservo di intervenire per le singole voci quando si andrà ad esaminare capitolo per capitolo.
Depuis 23 heures 29 c'est le Président M. Perron qui remplit les fonctions de Président de la séance.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - La discussione è stata molto bella e intendo con questo giudizio valutare positivamente tale scambio che credo sia uno scambio chiarificatore ed illuminante. Peccato l'ora, perché se uno avesse avuto la possibilità di ascoltare con una certa continuità tutti gli interventi di maggioranza e di opposizione del Governo, avrebbe potuto farsi un quadro abbastanza preciso su chi ha voluto speculare o ha voluto affrontare l'argomento in modo corretto: questa chiaramente è una lettura di parte. Così come è di parte il mio giudizio su alcune componenti politiche. Vi stupirete, ma ringrazio la collega Squarzino e il gruppo dei "Verdi" di esistere, perché, finché ci saranno loro, sicuramente non andremo mai all'opposizione, sicuramente saremo da qui all'infinito in una posizione di grande soddisfazione. Vi sono poi delle componenti che si stanno "verdeggiando", nel senso che si stanno avvicinando al partito di quelli che sono contro sempre in qualsiasi situazione. Sicuramente sono in una posizione di malafede congenita, nel senso che tutte le iniziative che vengono proposte dal Governo e dagli altri vengono bocciate e considerate clientelari. Dopodiché è sufficiente che 3-4 persone si mettano assieme e vengano da loro dicendo che hanno un problema, voilà che "fioccano" le interpellanze, le proposte, ma queste sono nobili, invece quando qualcuno cerca di risolvere dei problemi ed è al Governo: "eccolo, il clientelare!". Se lo fanno loro: "no, noi siamo i salvatori della patria"! Chiude un'azienda, c'è un problema di uno stoccaggio di 4 bottiglie di plastica e subito un'interpellanza o una mozione... c'è un rischio ambientale! E lì non è clientelismo, lì è un problema che è di somma urgenza! Ho voluto iniziare in questo modo, perché sono stufo di sentire qualcuno che si erge a giudice del bene e del male e, guarda caso, si pone sempre dalla parte del bene e il male è negli altri. Anche avendo la memoria corta, si trovano a giudicare il bene e il male quando ieri hanno fatto il male e oggi lo giudicano bene o viceversa. Io allora dico: "lunga vita alla Squarzino, lunga vita ai "Verdi"", perché credo vi sia un ecosistema che ha bisogno di tutti e nell'ambito di questo ecosistema viene mantenuto l'ordine naturale delle cose, cioè voi all'opposizione e noi in maggioranza.
Rispetto a questo tipo di ragionamento poi devo invitare anche gli amici del gruppo "CdL" a non farsi affascinare da tali teorie, perché anche loro si immedesimano e quando anche il collega Lattanzi dice: "noi rappresentiamo le categorie produttive"... ma hanno la presunzione di rappresentare loro le categorie produttive? Hanno la presunzione di giudicare i rappresentanti delle categorie che vengono in Commissione e dicono: "a noi questo bilancio tutto sommato non dispiace". Ecco che cade la "mannaia" del giudizio: "queste categorie sono "prezzolate", queste categorie non sono rappresentative, ma le categorie le rappresentiamo noi". Eh no, Consigliere Lattanzi, non ci sto! Capisco che voi facciate la vostra politica e rappresentiate il vostro pensiero, ma non fate come gli amici dell'estrema Sinistra, ovvero non abbiate la presunzione di essere gli interpreti del bene e del male. Rappresentate correttamente il vostro pensiero, ma non "bollate", insomma non prendetevi la paternità di quello che è patrimonio di tutti! Nel momento in cui abbiamo un bilancio che viene presentato e che ha tutti i limiti di tutti i bilanci, ovvero nella limitatezza delle risorse vi è la possibilità di fare meglio e di più in tutti i settori... ma dicono: "tutto sommato, consideriamo che questa proposta sia accettabile", credo che lo facciano in buona fede e tutelando i propri interessi, non credo vi sia una corruzione dilagante.
L'Assessore Fosson ha appena citato anche gli utenti non sono, così come voi dite, così arrabbiati e insoddisfatti del livello dei servizi. Sicuramente ci sono delle situazioni che possono essere migliorate ma, nel momento in cui si approfondisce l'argomento, si trova una soddisfazione forte e documentata, così come si rilevano i dati. Si rilevano i dati e la collega Squarzino prende questi dati e dice: "sì, tutto vero, la disoccupazione è bassa, la qualità della vita è alta", però poi prende un sondaggio e dice: "la gente è preoccupata dalla disoccupazione", ma certo che è preoccupata dalla disoccupazione, tutti lo sono! Abbiamo visto altre preoccupazioni, il Presidente del Consiglio si è fatto interprete; siamo preoccupati dell'AIDS, ma non siamo malati! Così come uno è preoccupato dalla disoccupazione, ma non è disoccupato! Un conto allora è la misurazione, per quanto oggettiva possa essere, dello stato di salute di un sistema economico-sociale, altro è lo stato d'animo, le preoccupazioni e gli effettivi bisogni della popolazione. Rifuggo quindi questo approccio che non è particolarmente onesto dal punto di vista intellettuale, nel senso che i dati sono dati e sono inconfutabili, rispetto alle rilevazioni non fatte dall'Assessore Marguerettaz, né da altri, ma sono delle rilevazioni che sono state validate scientificamente da altri, un conto è lo stato d'animo. Se poi volessimo filosofare, la felicità e le paure non sempre sono spiegabili oggettivamente, ma ci sono delle situazioni in cui uno può essere felice o infelice indipendentemente dal suo benessere. La prego quindi di valutare le ricerche e i dati, così come invito il collega Sandri, prima di parlare delle 2 paginette in francese, di fare almeno i compiti a casa. Per fortuna, e ringrazio il Presidente della II Commissione, che è un esempio di diligenza, perché gli ha riportato pari pari tutto il rapporto consegnato nella II Commissione ed essendo avvezzo alla scarsa frequentazione della Commissione, il Consigliere Sandri non ha letto, lui va sempre sul "Bignami", va sempre sulle 2 paginette. Consigliere Sandri, faccia i compiti e poi parli delle 2 paginette, perché le paginette erano di più e i dati erano completi e, se avesse letto questo, avrebbe potuto fare una figura più accettabile. Al contrario apprezzo le riflessioni che ha fatto il collega Fiou, che mi trovano perfettamente allineato, dice: "guardate, abbiamo costruito in 10 anni una certa situazione di benessere". Il Consigliere Sandri non parla la stessa lingua e dice che in 10 anni si è distrutto tutto, mentre il Vicepresidente Fiou dice che in 10 anni si è costruito, quindi mi ritrovo di più nella posizione del Vicepresidente Fiou, ma nell'asserire questo il Vicepresidente Fiou non ha delle "fette di salame", ma dice: "ho dei dubbi, ho delle apprensioni e delle preoccupazioni per il futuro". Vicepresidente Fiou: e chi non le ha? Ma, come ha visto, dai banchi del Governo abbiamo cercato di darle una soluzione a queste preoccupazioni, un insieme articolato di attività che riguardano tutti i settori. Non c'è un'attività di distribuzione a pioggia, ma c'è un insieme organico di provvedimenti che hanno dei supporti legislativi alle spalle, che hanno un dibattito consiliare e delle norme. Possiamo rivedere il sistema? Sicuramente. La collega Viérin ha dato delle suggestioni, qui il Consiglio è sovrano, ma se è vero che abbiamo costruito per 10 anni, stiamo continuando e stiamo cercando di costruire per gli anni a venire, poi se qualcuno ha delle idee migliori, le "metta sul tavolo", ma con questa logica. Abbiamo delle sfide future che prescindono dalla nostra volontà, non saremo noi che fermeremo i Cinesi o che fermeremo gli Indiani, ma possiamo fare una serie di attività, quindi credo si debba riconoscere a questa maggioranza la volontà di risolvere i problemi della Valle d'Aosta e non solo di fare i notai che allocano le risorse nei vari capitoli di bilancio.
Per riprendere il discorso dell'amico Sandro, la cui genuinità che non voglio paragonare a quella di "Alice nel Paese delle meraviglie"... ma sicuramente tutti noi saremmo per vedere un benessere universale, per volerci tutti bene, per andare in giro con ghirlande di fiori al collo, ma, al di là di questo mondo, dobbiamo prendere delle decisioni, quindi, pensando al bene universale, si rischia di non fare nulla, perché il bene universale è qualcosa di indefinito. Consigliere Bortot, allora le dico: ma cosa ha fatto per rendere felice il suo vicino di casa o per far felice un abitante del suo Comune? Posso capire che ha la necessità di far felici i "Campesinos" del Chiapas che hanno tutta una serie di problemi, ma questi ultimi probabilmente non li risolve il Consigliere Bortot, ma al suo vicino di Marsan ha portato dei benefici con la sua politica? È questa la domanda a cui dobbiamo rispondere! Quando lei parla del FOPADIVA, lei non deve pensare al bene universale, è sufficiente che lei si decida se vuole tutelare i lavoratori, la loro pensione, il loro benessere futuro o vuole tutelare un sistema finanziario internazionale. Pensiamo che con questo sistema previdenziale si possa intervenire sul benessere e sul futuro dei lavoratori della Valle d'Aosta e crediamo che nel fare questo si contribuisca al bene universale, per approccio. Cerchiamo quindi di essere concreti: questo è il nostro pensiero. Così come il nostro pensiero è pratico e costruttivo quando si parla di energia rinnovabile, perché vi "riempite tutti la bocca" di energia rinnovabile, dopodiché fate di tutto per bloccare tutte le iniziative. Vi è una nuova centrale: bisogna bloccarla; vi è un'iniziativa: bisogna bloccarla, ma l'energia rinnovabile si fa con delle strutture; se dessimo retta alla vostra impostazione, l'energia rinnovabile sarebbe un'energia esoterica che mette in moto degli strani meccanismi, ma che farebbe poco. Così come quando lei parla di agricoltura biologica, di gestione del territorio e poi interviene su tutti i capitoli dove abbiamo dei contributi ai consorzi di miglioramento fondiario, così per le infrastrutture in agricoltura, non magari lei, ma la sua componente politica, gridando allo scandalo per la deturpazione e il sacrilegio che facciamo intervenendo in aree immacolate. Per fare l'agricoltura anche biologica, per preservare il territorio, un minimo d'infrastruttura bisognerà farla; dopodiché convengo con voi che bisogna farla in modo non impattante, ma bisogna che alla fine vi sia un'assunzione di responsabilità e non sempre "no, no, no". Il partito del "no" è un partito che dura da Natale a Santo Stefano, poi finisce perché la gente non crede in un progetto di questo tipo!
Nel continuare il pensiero vostro, dite: "va tutto bene", ma in realtà la finanza dell'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta è una finanza completamente a rimorchio di quella statale... e si è inventato tutta una serie di percentuali che hanno avuto la presunzione di scoprire una chissà quale manipolazione. Ho solo fatto una relazione prendendo 2 dati oggettivi: ovvero il dato dei tributi propri del 2006, quelli del 2007 e fatto una percentuale. Lei mi dice: "no, lei deve fare il peso fra la percentuale dei tributi propri sul paniere del titolo I, così come lo deve fare per il 2007", ma vi siete accorti che all'interno di questo paniere c'è l'imposta sulla birra, che ha avuto un'esplosione indipendentemente dal nostro volere? Vi siete accorti che andate a fare dei paragoni all'interno di un insieme che sfugge al nostro controllo? Le compartecipazioni su quei tributi sono compartecipazioni che fissano gli altri; volete dimostrare che la nostra capacità di emettere tributi propri è indietreggiata, ma non è così, Consigliere Venturella, lei è bocciato in statistica, fa dei paragoni che non hanno "né capo, né coda", perché, se non avessimo adeguato delle percentuali, avremmo avuto un peso che diminuiva, ma scientemente, invece non è così e le ho anche scritto: "attenzione, la birra è esplosa perché c'è stata una recrudescenza dell'imposta voluta dallo Stato, indipendentemente dai nostri voleri". Se il Presidente Prodi per pareggiare i conti mi mette l'IRAP al doppio, vedrà che i nostri tributi migliorano, ma sono manovre indipendenti da noi. Concentriamoci allora su delle valutazioni che sono riconducibili alla volontà dell'Amministrazione regionale e non a quelle che l'Amministrazione regionale subisce. Per quanto attiene l'IVA sostitutiva, non è stata una dimenticanza. Tutti gli anni qui vi è anche una certe ripetitività dei riti, il suo ex collega Riccarand tutte le volte si alzava, diceva: "ma l'IVA sostitutiva...", quindi non volevamo occultare nulla. Il problema è che quella è una posta che ha una tutela fino ad oggi, ha una copertura costituzionale, è una norma di attuazione dove noi abbiamo un valore che non è una compartecipazione, è una posta indicizzata che non dà alcun tipo di notizia in più nell'ambito della relazione. È una posta che ogni anno viene rivalutata con l'indice di inflazione, punto, quindi di anno in anno lei la prende, calcola l'indice di inflazione e trova... non c'è una compartecipazione, da questo dato lei non capisce nulla, non è che può vedere se i tributi stanno salendo, se è aumentata la tassazione, non ha alcun dato: ecco perché all'interno di quel quadro non è stata inserita, perché le altre hanno un "trend" che è riconducibile a una politica fiscale e a una misurazione del sistema economico, l'altra è una posta che è stata introdotta e che negli anni ha un suo percorso autonomo.
Rispetto all'avanzo di amministrazione, anche qui non voglio dire che probabilmente non sia ancora sintonizzato fra l'avanzo di amministrazione del Comune e quello dell'Amministrazione regionale, ma se si vanno a vedere le relazioni ai consuntivi, si vede che all'interno dell'avanzo di amministrazione un peso preponderante lo abbiamo dai residui. Nell'ambito della contabilità comunale, che lei conosce meglio, quindi non c'è più questo tipo di approccio, ma noi dopo 2-3 anni di permanenza dei residui abbiamo i residui che vengono considerati perenti, quindi spariscono dal bilancio: questo vuol dire che all'interno del bilancio ci sono dei debiti che per via della loro permanenza continuata all'interno del bilancio vengono considerati perenti e mettono in pratica un affrancamento di risorse. In realtà, così non è, perché il debito rimane anche se viene considerato perente, tanto che di anno in anno mettiamo un fondo per i residui perenti, ma questo permette di mettere in circolo delle risorse tenuto conto del tempo allungato di realizzabilità degli interventi e tale discorso ha avuto una sua accelerazione, quindi l'impatto è in questi ultimi anni cresciuto notevolmente in virtù dell'alluvione, perché con l'alluvione gli interventi di bonifica sono cresciuti notevolmente e, essendo degli interventi pluriennali, il gioco dei residui ha avuto una sua importanza. Ecco perché lei si trova con delle importanti risorse, che vengono rimesse in circolo e il mutuo a pareggio è fatto in virtù di questi ragionamenti, al fine di poter risolvere tale problema della rigidità del bilancio, che comprometterebbe l'azione dell'Amministrazione regionale, tanto che fino a quest'anno avevamo dei mutui che non contraevamo mai. Quest'anno abbiamo fatto una cosa diversa, perché abbiamo fatto dei mutui per l'acquisto del "Grand Hôtel Billia", ma è proprio questo il ragionamento: non mettiamo il debito per fare poi l'avanzo, lei l'ha semplificata in questi termini, ma non è così!
Vorrei riprendere alcune considerazioni che sono state fatte dal Consigliere Sandri, al di là dell'aspetto di non aver potuto apprezzare la relazione sulle risorse, vorrei dire che deve decidere cosa fare di questi utili di "CVA". Credo che "CVA" gli crei delle insonnie, ma le risorse di "CVA" o servono per delle politiche... e lì ho apprezzato la prima parte, però nel secondo intervento si è contraddetto, ma credo sia nel solco del "Sandri-pensiero". Nel primo intervento ha detto: "cerchiamo di fare delle attività di investimento, cerchiamo delle aggregazioni", ha parlato di progetti che sono rivolti a creare delle cooperazioni e questo mi pare un discorso condivisibile; nel secondo intervento però ha asserito: "questi devono essere investiti sul territorio, bisogna fare dei tunnel", ha fatto una serie di considerazioni che nulla hanno a che fare con una politica industriale di "CVA". Credo che questa di "CVA" sia una "cosa" che può essere dibattuta, ho apprezzato l'ultima risoluzione approvata in Consiglio, che ci vede impegnati in un percorso dove dopo l'approvazione da parte del "CdA" del bilancio ci vede confrontati in Commissione sulle indicazioni che dobbiamo dare all'azionista di riferimento, al fine di fare un'azione industriale corretta, in modo da dare un senso e non fare della demagogia.
Sulla finanza locale ha già detto il Presidente, mi permetto di aggiungere che è non solo fuori tempo limite, ma anche scarsamente rispettoso dell'autonomia finanziaria che vogliamo dare ai nostri Comuni. Abbiamo dato un'indicazione che è assolutamente stata condivisa da tutti, Comune di Aosta compreso, ovvero le risorse della finanza locale devono essere gestite nell'ambito delle autonomie locali. Come lei sa, nell'ambito della ripartizione ci sono vari criteri: la popolazione, il territorio, la popolazione fluttuante... qualsiasi tipo di criterio avrebbe scardinato qualsiasi ripartizione e questo meccanismo di dare al Comune di Aosta il 17,32% delle risorse è assolutamente stato introdotto a tutela del Comune di Aosta, tanto che se quest'ultimo avesse fatto un altro tipo di riparto, con l'ICI che raccoglieva dal punto di vista dei tributi, avrebbe preso come il Comune di Courmayeur, zero!
(interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... quindi questa norma, e si vada a leggere tutti i verbali, è stata introdotta a tutela del Comune di Aosta. Prima di dare del bugiardo e faccio finta di non sentire, lei va a prendere delle percentuali che "non stanno né in cielo, né in terra", perché lei dice l'83%, si immagini, se fa questo discorso con il Comune di Courmayeur e con il Comune di Ayas, forse è ancora meno...
(nuova interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... ma per carità, non dica così! Abbiamo una risoluzione su questo argomento, quindi avrà modo di scatenarsi.
Visto che è scaduto il tempo, farò un secondo intervento, come il collega Pastoret, perché non sono riuscito a parlare dell'innovazione, della tecnologia, argomento anche lì in contraddizione: il Consigliere Sandri dice che va tutto bene, il Consigliere Bortot dice che spendiamo troppo ma, quando parleremo sui capitoli, potrò argomentare per i Consiglieri Sandri e Bortot.
Presidente - La parola alla Consigliera Viérin Adriana, per mozione d'ordine.
Viérin A. (UV) - Una semplice richiesta, per il seguito. Ritengo che la registrazione necessita di microfoni, quindi o è possibile diminuire il volume dei microfoni, oppure chiedo ai vari interlocutori di abbassare il tono, perché si sta urlando per niente, perché non dobbiamo parlare con un pubblico che si trova in cortile.
Presidente - Grazie, ci scusi se l'abbiamo disturbata...
(ilarità dell'Assemblea)
Presidente - Ciò detto, credo che possiamo... lasci perdere, collega Viérin...
Viérin A. (UV) - ... lasci perdere lei, Presidente!