Oggetto del Consiglio n. 2301 del 22 novembre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2301/XII - Entità del fenomeno del lavoro nero nella Regione. (Interrogazione e interpellanza)
Interrogazione
Appreso che, sulla base di studi effettuati dal Centro Studi Cgia di Mestre, il lavoro nero in Italia è particolarmente rilevante interessando oltre 3 milioni di lavoratori, con un mancato gettito di imposte e di contributi di quasi 50 miliardi di euro;
Preso atto che da tale studio si evince che la Valle d'Aosta con ben 1.095 euro di debito fiscale per abitante è al 3° posto a livello nazionale, dopo la Calabria (1.500 €), la Sicilia (1.191 €), mentre la Lombardia con 533 € è a livelli inferiori alla metà della Valle d'Aosta;
Evidenziato che il lavoro nero non solo è un'evasione contributiva e fiscale, che danneggia il lavoratore e la società, ma anche un grave pericolo sanitario, in quanto viene evasa anche l'obbligatoria assicurazione antinfortunistica, e sociale, in quanto non maturando il diritto alla pensione i lavoratori sono posti a rischio di assistenza sociale nell'età più avanzata;
Sottolineato che il lavoro nero rappresenta un preoccupante fenomeno di concorrenza sleale tra le imprese;
Ribadito l'impegno della nostra Regione, non solo nella massima trasparenza fiscale, occupazionale e socio-sanitaria, ma anche nella tutela primaria del lavoro, della sua qualità e della sua sicurezza;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l'Assessore competente per conoscere:
1) se vi sono valutazioni da parte delle strutture regionali competenti in materia di lavoro sul fenomeno del lavoro nero in Valle d'Aosta e se eventualmente i dati così raccolti corrispondano con quelli dello studio citato in premessa;
2) se esistono iniziative e attività dell'Amministrazione regionale al fine di prevenire, dissuadere e reprimere il ricorso al lavoro nero;
3) quale coordinamento vi sia tra Amministrazione regionale, INAIL e A.S.L., al fine di mettere in comune i dati in proprio possesso e di ottimizzare l'intervento sul territorio;
4) quali azioni l'Amministrazione regionale abbia in essere al fine di impedire che le società che svolgano qualunque attività per l'ente pubblico, in base a convenzioni, appalti, concessioni o qualunque altro rapporto afferente all'Amministrazione regionale stessa, occupino lavoratrici e lavoratori non in regola con le assicurazioni obbligatorie e le norme contrattuali.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Interpellanza
Preso atto dei dati forniti dalla CGIA di Mestre circa la presenza del lavoro nero nelle varie Regioni e del relativo danno al fisco per la conseguente evasione fiscale;
Appreso che, secondo tale indagine, la nostra Regione si colloca al terzo posto tra le Regioni con la maggior evasione;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
gli Assessori competenti per sapere:
1) quale valutazione viene data di questi dati;
2) se tali dati sono stati esaminati con gli Uffici competenti e con i rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali;
3) quali provvedimenti sono stati presi, o si intendono prendere, per contrastare nella nostra Valle il fenomeno del lavoro nero.
F.to: Squarzino Secondina - Venturella - Bortot
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Credo che il fenomeno del lavoro nero sia un fenomeno su cui ultimamente ci siano state molte attenzioni da parte dell'opinione pubblica e anche da parte del Governo, perché il lavoro nero è una macchia nella società, in che senso? Intanto perché queste persone, che lavorano in nero, è come se non fossero persone: non esistono per il fisco, né per i diritti sindacali, non lasciano traccia del loro apporto produttivo al Paese. Credo che anche solo questo elemento ci faccia dire che in una democrazia non possiamo accettare che delle persone non siano riconosciute in quanto tali, pur svolgendo un ruolo importante. È poi un aspetto problematico anche per lo stesso mondo imprenditoriale, intanto contrasta con la qualità dell'economia e del lavoro, contrasta con una competizione corretta e leale con tutte le imprese, quindi è un elemento che non per niente si chiama lavoro nero, perché è una "zona grigia" di questa società su cui bisogna esplorare.
È un fenomeno molto diffuso. Ho provato a cercare dei dati, ma sono un po' diversi. La "CGIA" di Mestre, che è una Confederazione degli artigiani di Mestre, calcola che sono circa 3 milioni, i dati ISTAT portano a 4 milioni, il CENSIS a 5 milioni, di questi una buona fetta ci dice la CARITAS sono immigrati. È un fenomeno che è in crescita, perché - come ci ricorda l'articolo de "Il Sole 24ore" di pochi giorni fa - nella verifica che è stata fatta è risultato che dal 2005 al 2006 la percentuale di evasioni contributive, quindi di lavoro irregolare, sale da 78% a 81% sul totale delle verifiche effettuate. È un problema su cui lo stesso Consiglio dell'Unione europea presta attenzione, nel luglio scorso nella strategia per l'occupazione ha individuato fra le 10 linee guida anche una che riguarda la necessità di far emergere il lavoro non regolare in Europa, questo come uno dei 10 obiettivi fondamentali. È un problema quindi che non riguarda solo l'Italia o la Valle d'Aosta, ma l'intera Europa, è un problema reale di cui preoccuparci e, per quanto riguarda la Valle d'Aosta, i dati non sono riuscita tanto a trovarli. Ho trovato due dati: uno sempre su "Il Sole 24ore", che ci dice come su 178 aziende visitate ne siano state ritenute irregolari oltre il 52% e il numero di lavoratori irregolari riscontrati in queste aziende è di 80, probabilmente sono aziende molto piccole, perché su 92 aziende irregolari hanno trovato 80 lavoratori irregolari, magari qualche lavoratore irregolare è presso più aziende, non lo so.
Il secondo dato che emerge da tale ricerca della "CGIA" di Mestre è che, se calcoliamo quanto il lavoro nero incide sull'evasione fiscale, verifichiamo che questo lavoro nero sottrae all'imponibile della Valle d'Aosta 274 milioni di euro, che corrisponde a circa 1.095 euro l'anno per ogni persona. C'è comunque un incidenza sulle entrate fiscali della Regione, non sarà moltissimo, ma è un costo pro capite molto alto rispetto al costo pro capite nelle altre Regioni; noi ci collochiamo al terzo posto fra le Regioni con maggiore evasione, non in termini quantitativi, ma in termini di percentuali. Di fronte a questo fenomeno, credo sia importante che chi è preposto a governare il lavoro e governare le attività produttive, a governare l'intero mondo della produzione del lavoro, debba essere interessato a valutare i dati di lavoro nero esistenti nella nostra realtà. Le domande che poniamo allora sono: che valutazione viene data, se su questi dati il Governo ha fatto una riflessione congiunta con sindacati e con imprenditori, con gli uffici competenti, per capire quale strategia può essere messa in atto e se sono già stati individuati alcuni interventi di tipo diverso, o alcuni intendimenti perché anche in Valle d'Aosta si faccia un'attività di contrasto al fenomeno del lavoro nero.
Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives et aux politiques du travail, La Torre.
La Torre (FA) - Cercherò di rispondere all'interrogazione e all'interpellanza, partendo da un'affermazione che vuole essere chiarissima: vogliamo combattere con tutti i mezzi possibili e che ci sono dati il lavoro nero, perché il lavoro nero toglie la dignità del lavoro e umilia le persone. Noi siamo ingaggiati in tutti i nostri organi, che sono il Consiglio per la sicurezza, il Consiglio per il lavoro, il Patto per lo sviluppo, a combattere qualsiasi forma di lavoro nero e a questo non solo non ci sottraiamo, nel senso che non vogliamo essere latitanti rispetto a alcuna domanda, quindi ben vengano le vostre interrogazioni, ma allo stesso tempo siamo noi che andiamo a stimolare settore per settore gli imprenditori, gli artigiani, andiamo a creare questa coscienza civile che deve innanzitutto essere rispettosa dell'uomo e conseguentemente del lavoro che svolge per vivere in modo dignitoso.
Per quanto riguarda l'interpellanza e l'interrogazione, in premessa occorre precisare con forza che le notizie diffuse con grande clamore dal Centro studi di Mestre, che è un'Associazione di artigiani e piccole imprese con sede a Mestre, a Marghera, nel Trevigiano e a Chirignago non provengono però da un ente specializzato in ricerche e produzione di dati statistici, ma sono frutto di elaborazioni e di stime su dati esistenti e prodotti da primarie istituzioni come l'ISTAT. In generale non sono accompagnate da note metodologiche che consentano di valutare il grado di attendibilità e precisione delle stime pubblicate, tant'è vero che in questi giorni è uscito invece un altro articolo importante su "Il Sole 24ore", che fa riferimento al lavoro nero, che da dei dati precisi. Ora, lei fa riferimento giustamente all'80%, per la precisione 78%, di aziende controllate che hanno dimostrato di essere irregolari; secondo i dati de "Il Sole 24ore" nella nostra Regione, dove sono state controllate 170 aziende, ne sono state riscontrate 92 irregolari, quindi, per esempio, se fossero veri i dati de "Il Sole 24ore", saremmo solo al 52% e, dando una rapida scorsa a tutte le Regioni, saremmo in assoluto la Regione con la percentuale più bassa, sebbene io stesso mi dico che è impressionante, perché si va dal 90% della Sardegna al 70% del Molise, all'80% dell'Umbria e noi con il 52% comunque saremmo gli ultimi...
Squarzino (fuori microfono) - ... e l'INPS...
La Torre (FA) - ... però i dati dell'INPS sono dati importanti, di cui c'è quasi più affidabilità rispetto a un'Associazione artigiani di Mestre, quindi non mi conforta il 52%, ma mi conforta che siamo gli ultimi rispetto alla media nazionale. In particolare nel caso di Mestre, partendo dall'indagine ISTAT sul lavoro non regolare pubblicata nel 2005 relativa al 2003 sulla base di stime successive sulle unità di lavoro irregolari, informazione che presenta livelli di incertezza - per ammissione della stessa ISTAT a causa della difficoltà, essendo un lavoro sommerso, ad avere dati al 100% precisi - da non consentire una misurazione statistica precisa nel tasso di irregolarità a livello provinciale, ipotizza comunque, prima di attribuire un valore economico al PIL non dichiarato e frutto del lavoro nero, che successivamente viene individuato in un altro valore e ad un mancato gettito fiscale e contributivo... arrivando in questo modo ad una suddivisione a livello regionale dell'evasione fiscale e contributiva... quindi anche questi 1.000 euro che vengono attribuiti vengono attribuiti in un modo approssimativo, non sono corrispondenti, ma su questo penso che siamo d'accordo...
Squarzino (fuori microfono) - ... non è questo...
La Torre (FA) - ... esatto. Con successive ipotesi viene sistemata l'evasione pro capite di ogni Regione e "dulcis in fundo" viene stabilita una graduatoria regionale, quindi non è comunque questo... credo si possa affermare - qui finivo il concetto - i 1.095 di evasione contributiva e previdenziale di ogni Valdostano sono un'ipotesi, che non ha una grande attendibilità, tutta da verificare. A monte di tutte queste osservazioni comunque occorre soffermare l'attenzione sul fatto che siamo nella difficoltà oggettiva di misurare fenomeni non direttamente osservabili per definizione trattandosi del cosiddetto "lavoro nero". Stiamo cercando di quantificare un fenomeno per sua natura sfuggente, quindi stiamo operando anche attraverso una raccolta di dati che passano dall'INPS, ma anche dall'USL, perché stiamo cercando anche di capire quelli che possono essere gli incidenti sul lavoro che, essendo lavoro nero, non vengono denunciati, ma che in realtà ci troviamo a riscontrare, per esempio, all'interno degli ospedali, i famosi uomini abbandonati sui marciapiedi che si fanno male nei cantieri e vengono abbandonati sui marciapiedi...
Squarzino (fuori microfono) -... anche in Valle?
La Torre (FA) - ... no, stiamo cercando di capire anche questo, ma i dati li raccogliamo anche attraverso queste cose, è un metodo... stiamo provando a scoprire... ad esempio, gli infortuni del primo giorno, cosa vuol dire? Sono quei famosi infortuni - adesso non stiamo dicendo nulla che voglia "gettare ombre" su professioni che magari lavorano correttamente - che a volte possono nascondere il lavoratore a nero che infortunatosi di colpo compare il primo giorno di lavoro; questo è un altro dato che fa da spia.
È importante precisare che il lavoro nero non è tutto uguale, infatti nella grande categoria del lavoro irregolare coesistono situazioni molto differenziate, che vanno dalle attività che violano ogni legge, alle attività svolte senza rispetto delle norme in materia di lavoro, fisco e contributi, alle attività che invece tendono ad evadere solo alcuni aspetti contributivi o fiscali con conseguenze diverse per il lavoratore e la società nel suo complesso; va combattuto tutto lo stesso, ma bisogna fare una gradualità delle sue sfaccettature. Tutte queste diverse forme però sono classificate come lavoro irregolare: dall'evasione totale di contributi ed imposte e al mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza del lavoro, a forme di evasione contributiva parziale come l'occultamento del lavoro straordinario festivo.
La misura dell'economia sommersa, secondo le indagini ISTAT relativa al 2003, colloca in ordine decrescente di gravità la Valle d'Aosta all'8° posto fra le Regioni italiane, come tasso di irregolarità delle unità di lavoro...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... si tratta già di una posizione diversa rispetto alla graduatoria del Centro studi di Mestre...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... analizzando in dettaglio la situazione della Valle d'Aosta, si evidenzia una situazione ben differenziata con il settore agricolo e industriale, che hanno un tasso di irregolarità ben inferiore alla media nazionale, e con il settore dei servizi privati che registra un tasso di irregolarità più elevato della media nazionale, che da solo spiega la collocazione in graduatoria regionale della Valle d'Aosta. A completamento di queste informazioni si può aggiungere che le informazioni amministrative degli enti di controllo, Ministero del lavoro, INPS e INAIL, segnalano in generale la presenza prevalente di "lavoro grigio", vale a dire il lavoratore è presente nei libri obbligatori aziendali, quindi esiste come lavoratore ufficiale, ma non tutte le componenti delle prestazioni lavorative sono registrate: questa è la situazione che forse più può capitare nella nostra Regione. Questo è il quadro generale che risponde alla prima domanda.
Per quel che riguarda l'interpellanza, il punto n. 2, rispetto sia alla data del comunicato del 9 novembre 2006, sia relativo al... dello stesso, fra l'altro finalizzato alle attività di comunicazione specifica della tassazione di categoria in questione, in relazione alla discussione in corso sulla legge finanziaria nazionale... per ovvi motivi di tempo e contenuti non ha dato per il momento origine a momenti di consultazione particolari, cioè il lavoro che stiamo facendo procede, non è che perché abbiamo letto un comunicato abbiamo cambiato la nostra posizione che stava nelle affermazioni nette che ho fatto all'inizio. Per completare l'informazione, si precisa che la Regione ha sempre designato la propria rappresentanza e partecipato alle attività quando si sono svolte, sia del CLES regionale, Comitato per l'emersione del lavoro sommerso, avente sede presso la sede regionale del lavoro di Aosta, ufficio periferico del Ministero del lavoro, sia dell'Osservatorio sul lavoro nero, costituito presso la sede regionale dell'INPS di Aosta.
Punto n. 3, premesso che le strategie per combattere il lavoro irregolare sono complesse e coinvolgono il livello nazionale per le competenze in materia di ispezione e repressione e di regolazione civilistica dei rapporti di lavoro, si segnala che nella legge finanziaria nazionale sono previste misure di rafforzamento delle comunicazioni e delle registrazioni obbligatorie in materia di rapporto di lavoro, attività che coinvolgerà i centri per l'impiego regionali, che sono già allertati, con lo scopo di aumentare conoscenze e visibilità nel mercato del lavoro e dei rapporti di lavoro esistenti. Per quanto riguarda la Valle d'Aosta, si sottolinea che l'accesso a tutte le misure di incentivazione dell'occupazione, previste dal Piano triennale regionale di politica del lavoro 2004-2006 richiede la documentazione necessaria a dimostrare la regolarità del rapporto di lavoro in essere, quindi le buste paga, i contratti individuali, con lo scopo evidente di fare un'occupazione regolare; quindi noi chiediamo di portarci i documenti perché vogliamo avere la certezza che chi chiede i contributi sia in condizioni di essere regolare.
Facendo riferimento anche all'interrogazione, punto n. 2, si riporta quanto già evidenziato in risposta al punto n. 3 dell'interpellanza: premesso che le strategie per combattere il lavoro irregolare sono complesse... ma è la stessa risposta, la stavo rileggendo, non ha senso, penso che l'abbiate sentita.
Al punto n. 3 dell'interrogazione si evidenzia che gli interroganti non hanno citato tutti gli attori, fra questi un attore importante che è l'INPS sia per funzioni previdenziali svolte, sia per attività ispettive esercitate autonomamente e in collaborazione con le altre istituzioni, infine perché si tratta dell'ente presso cui ha sede l'Osservatorio regionale sul lavoro nero. Fra l'altro, si ricorda che la Regione ha sempre designato la propria rappresentanza e partecipato alle attività quando si sono svolte, come ho detto prima, sia del CLES regionale, Comitato per l'emersione del lavoro nero sommerso, avente sede presso la Direzione regionale del lavoro.
Con rammarico si mette in luce che se alla Regione è stata assegnata un'importante funzione di coordinamento fra i diversi enti che si occupano di salute e sicurezza del lavoro, altrettanto non è stato fatto in materia di emersione del lavoro irregolare, soprattutto per gli aspetti di sorveglianza, vigilanza e repressione, pur esercitando importanti funzioni in materia di politica del lavoro e di regolazione del mercato del lavoro, cioè queste competenze non ci sono state fino in fondo assegnate.
Per quel che riguarda il punto n. 4, si precisa che nel caso di appalti per lavori pubblici viene regolarmente richiesto il DURC (Documento unico di regolarità contributiva), mentre nel caso degli appalti di servizi, prima di provvedere alla liquidazione, gli enti pubblici procedono alla richiesta agli enti previdenziali della documentazione attestante la regolarità contributiva.
Credo che le risposte ci siano state; man mano che raccoglieremo i dati... se c'è questo interesse, ve li farò avere, ritengo sia una battaglia comune che dobbiamo portare avanti con fermezza.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Siamo soddisfatti della risposta dell'Assessore, nel senso che mi sembra che su questo punto l'Amministrazione regionale continui nella sana tradizione di avere una grande attenzione su tale tema, quindi non possiamo che prenderne atto con soddisfazione. Ci sono alcuni punti che dovrebbero essere un po' evidenziati, in modo da mantenere alta l'attenzione, intanto 80 lavoratori irregolari, recuperati in 9 mesi - da gennaio a settembre 2006 così come dai dati de "Il Sole 24Ore" - sono comunque tanti, perché significano una forza lavoro superiore a quella della gran maggioranza delle imprese valdostane. Credo che da un'analisi di questi dati, che ho fatto successivamente alla presentazione di tale interrogazione, emergano anche riscontri particolari e nuovi, che meriterebbero attenzione e che non sono stati citati dall'Assessore, in particolare una presenza di... che ha messo una serie di paletti all'immigrazione che hanno comportato che le quote di immigrati per Paese vengono spesso e volentieri completate prima della stagione estiva, con il risultato che tutta una serie di operatori dell'allevamento in Valle d'Aosta, che utilizzano da tanti anni operatori extracomunitari, non possono metterli in regola, perché non riescono a rientrare negli scaglioni previsti dal Ministero. Questo è un problema complesso, cioè secondo me dobbiamo andare a focalizzare tale tema perché, da un lato, abbiamo bisogno di questi lavoratori per far funzionare i nostri alpeggi; dall'altro, però c'è una legislazione nazionale che ci pone grossi problemi rispetto all'immigrazione.
Credo che fare da tale punto di vista a questi comitati e a questi nuclei di valutazione, che si stanno occupando dei vari settori... anche un intervento su questi temi... perché alla fine di conclude che tali alpeggi si trovano in difficoltà e si ritrovano ad avere pesantissime multe e passaggi nel penale, rispetto a una situazione che fino a qualche anno fa invece si risolveva abbastanza facilmente. Ritengo sia un quadro complesso che meriti attenzione, in particolare volevo chiedere, oltre a quello che era stato detto da lei, Assessore, di porre una particolare attenzione al mondo dell'agricoltura e a quello in particolare dei margari provenienti da fuori della Comunità europea.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Mi sembra che chi le ha preparato la risposta abbia dato un quadro complesso, articolato della situazione. Credo che manchino alcune indicazioni politiche, Assessore, perché a parte l'affermazione: "a noi interessa combattere il lavoro nero, siamo contro assolutamente", però, se veramente vi fosse questa volontà politica, magari si tradurrebbe anche in momenti chiari in cui si fa il punto della situazione e si vede dopo 3-4-5 mesi l'altro punto della situazione... per vedere se effettivamente dal primo momento al successivo vi sono stati dei cambiamenti, perché lei ha spiegato una procedura, ma non ci ha fornito un dato. Per i dati che ci ha fornito, cioè lei fa riferimento a quelli apparsi su "Il Sole 24Ore" e così... ma io mi chiedevo: visto che fate questo lavoro incrociato che ritengo corretto dal punto di vista procedurale, cioè vedere i dati INPS, i dati USL, gli infortuni del primo giorno, questi dati cosa vi hanno descritto, qual è l'entità del fenomeno che vi hanno descritto? Può darsi che voi abbiate tali dati, ma questa sera non li avete forniti, però perché anche se c'è la volontà di contrastare, e giustamente si intende operare in questo tempo, sarebbe interessante verificare da un anno all'altro rispetto ai dati che avete se si verifica una diminuzione o meno. Questi "eventi sentinella", che lei giustamente ha individuato, dovrebbero emergere chiaramente e tali dati dovrebbero essere forniti a chi è interessato ad avere un quadro generale delle cose...
La Torre (fuori microfono) - ... alla fine dell'anno i vari centri che si stanno occupando di queste cose li metteranno insieme, li confronteranno...
Squarzino (Arc-VA) - ... e questa sarà la prima volta che avverrà questa elaborazione?
La Torre (fuori microfono) - ... credo di sì ...
Squarzino (Arc-VA) - ... quindi sarà interessante vedere, almeno una volta all'anno, questi dati che vengono presentati in Consiglio. Va bene.