Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2215 del 25 ottobre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2215/XII - Problematiche per la concessione del lavoro part time ai dipendenti regionali. (Interpellanze)

Interpellanza

Richiamata la legge regionale omnibus del 2005, con cui si riduceva dal 25 al 20% la quota del Prt-time riguardante il personale dipendente dell'Amministrazione regionale e la legge omnibus del 2006 che abrogava tale percentuale;

Constatato che tali norme introducevano un trattamento differenziato nel comparto unico regionale tra i dipendenti regionali e quelli degli enti locali e delle altre amministrazioni afferenti a tale comparto, nonché rappresentavano una violazione palese dei diritti sindacali, in quanto si inserivano in una materia di competenza esclusiva della trattativa sindacale e che esiste attualmente un vuoto legislativo;

Venuti a conoscenza che nel mese di agosto u.s. il Presidente della Regione avrebbe predisposto una direttiva disciplinante tali materie, che malgrado la nostra richiesta del 2 ottobre u.s. non abbiamo avuto la possibilità di venirne in possesso;

Richiamate inoltre le disposizioni normative e gli accordi sindacali, in merito al monte di 150 ore a disposizione dei dipendenti pubblici che frequentino corsi universitari, o comunque di studio o di aggiornamento professionale, che limitano notevolmente la possibilità dei dipendenti di poter usufruire di tale facilitazione, specie per quanto riguarda la frequenza del primo anno dei corsi universitari e per quanto riguarda gli studenti a cui siano stati riconosciuti degli esami sostenuti in passato in altre università;

Evidenziato che in tutta Europa il Part-time è considerato un valido e innovativo strumento per fare incontrare la domanda di flessibilità delle amministrazioni pubbliche, o comunque dei datori di lavoro, e la domanda di compatibilità tra lavoro ed impegno familiare, per quanto riguarda le lavoratrici ed i lavoratori, tanto che il Part-time ha raggiunto, nella popolazione femminile, in Germania il 43,8% del totale dei contratti di lavoro e nel Regno Unito il 42,7, mentre la media dell'Europa dei quindici è comunque superiore al 36%;

Condivisa la necessità di riaprire un confronto politico e sindacale, non solo per motivazioni sopra esposte, ma anche per limitare qualche utilizzazione improprio di tale strumento, come ad esempio la richiesta di contratti Part-time con percentuale di tempo lavoro inferiori al 40%;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Governo regionale per conoscere se intenda:

1) fornire a codesto gruppo consiliare copia della direttiva in materia di personale dipendente, in particolare in materia di Part-time, nonché copia di tutte le comunicazioni indirizzate da codesta Amministrazione in tali materie ai sindacati e ai dipendenti;

2) se intenda aprire un alto confronto politico e sindacale con l'obiettivo di fare incontrare anche in Valle d'Aosta le domande di flessibilità e di compatibilità in materia di Part-time, al fine di raggiungere standards europei di utilizzo di tale strumento;

3) se intenda effettuare una ricognizione sulla domanda non accolta di 150 ore, al fine di aprire un tavolo di confronto con le forze sindacali e le rappresentanze dei lavoratori, perché i dipendenti che intendano migliorare la propria formazione e il proprio livello culturale possano usufruire, senza artificiosi ostacoli, del bonus di 150 ore, con un effetto finale di aumento delle competenze e delle professionalità a disposizione di questa Amministrazione.

F.to: Sandri - Fontana Carmela

Interpellanza

Ricordate le precedenti iniziative con cui è stata portata all'attenzione del Consiglio la questione della riduzione al 20% della percentuale di part time per i dipendenti regionali nell'anno 2006;

Ricordato in particolare che il Presidente della Regione, in sede di discussione di una specifica risoluzione su tale tema, nel Consiglio del 13 luglio 2006, ha preso l'impegno di "sottoporre nella direttiva ARRS il problema transitorio, in modo che si dia al più presto una risposta alle famiglie delle/dei dipendenti, ai quali, con l'atto deliberativo n. 1677/2006, è stato negato il part time";

Preso atto che le direttive sono state emanate, ma che una risposta non è ancora stata data, come hanno ricordato gli interessati in una lettera aperta a La Stampa il 29 settembre u.s.;

Ricordato che tale problema è contingente, in quanto tale percentuale è relativa solo all'anno 2006,

Considerato che è interesse della stessa Amministrazione risolvere positivamente problemi che ingenerano stress al personale e che incidono negativamente sulla vita di molte famiglie;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interpella

il Presidente della Giunta per sapere:

1) quali sono i motivi per cui non si riesce a trovare un accordo circa la gestione del part time in questa fase transitoria;

2) se intende attivarsi per sollecitare, all'interno delle trattative ARRS-sindacato, lo stralcio della parte relativa a tale problema, così da non penalizzare ulteriormente le famiglie che chiedono di avere più tempo per stare con i loro figli.

F.to: Squarzino Secondina

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - È un tema che so che sta particolarmente a cuore al Presidente della Regione, che ci ha messo molto su questo tema e so che ci tiene particolarmente, quindi cercheremo di affrontarlo nel modo più serio e costruttivo possibile.

Devo dire che i passaggi che abbiamo fatto con la legge "Omnibus" del 2005 e poi del 2006 sono stati concordati, quindi mi ci metto anch'io di mezzo in questa storia sulla riflessione che si dovrebbe portare avanti sul discorso del part-time, però credo che qualche "distinguo" anche all'epoca, soprattutto in commissione, lo avevamo fatto, perché chiaro che quella norma - che poi giustamente è stata tolta nel 2006 - portava anzitutto ad un trattamento differenziato all'interno del comparto unico fra i dipendenti regionali sottoposti a questa riduzione e quelli degli altri enti, tipo enti locali o altre amministrazioni afferenti al comparto, per i quali permaneva la percentuale del 25%.

Oggi siamo in una situazione in cui tutto questo deve essere riaffrontato e credo che questo sia un dato positivo perché significa avere la possibilità finalmente di ripartire dal tavolo sindacale, perché uno dei difetti che era stato attribuito al problema quando era stato sollevato con la legge "Omnibus", era la mancanza di una trattativa e di un tavolo aperto con i sindacati.

Il problema del part-time è importante - perché forse condizionati da una mal interpretata attenzione al mondo sindacale, mi pare che vi sia una remora a guardare con favore questa istituzione, che è un'istituzione profondamente positiva per la pubblica amministrazione, in quanto consente di avere una modularità di impegno da parte dei dipendenti -, perché là dove c'è un ufficio che ha un carico di lavoro del 50-60-70% rispetto a quello di un tempo pieno, è chiaro che se metto un tempo pieno ho una perdita di risorse, mettendo una persona a part-time invece utilizzo pienamente le mie risorse; dall'altra parte è un ottimo strumento per consentire alle persone di avere una compatibilità fra il lavoro e i propri impegni personali, su cui personalmente non vorrei entrare, perché rientra nella sfera personale, per cui quello che uno fa del part-time saranno un po' fatti suoi... Questo è tanto vero, che è diventato il part-time uno strumento straordinariamente usato; in Germania è il 43,8% del totale dei contratti di lavoro, nel Regno Unito il 42,7 mentre nell'Europa dei "15", senza gli ultimi 10 arrivi, è comunque superiore al 36%. Credo che capire che forse il part-time può essere una risorsa per tutti, un momento di incontro fra amministrazione e sindacati, può essere una nuova idea sullo stesso, in quanto consente di andare avanti e di sfruttare al meglio questa situazione.

Per quanto riguarda le percentuali nel part-time, io sono ancora più negativo rispetto al Presidente che, nella sua proposta di agosto, parla di una forbice fra il 25% e il 75%, io starei anche più su del 25%, nel senso che siccome è sotto il 40 diventa difficile capire l'utilità del part-time - ma è oggetto di trattativa - e certamente consentire il part-time al 10% mi sembra non sia una cosa assolutamente accettabile.

Una brevissima introduzione solo per la questione delle 150 ore, che è una questione marginale, ma che ho messo qua dentro per non dover perdere un altro posto fra le interpellanze e le interrogazioni. Sulle 150 ore la normativa, che è stata peraltro decisa da un tavolo di confronto ARRS-Regione-sindacati, oggi non risponde più la necessità che hanno gli universitari attuali, perché molti di loro che hanno ripreso a studiare ad Aosta si trovano nell'impossibilità di dare almeno la metà degli esami al 1° anno, perché una parte degli esami è già riconosciuta loro, in quanto li hanno dati a Torino..., quindi di fatto non possono ottenere le 150 ore. Ne ho menzionato uno ma ve ne sono anche altri. Credo che le 150 ore siano un modo molto poco costoso per l'Amministrazione regionale, per poter avere del personale più qualificato; la gente è più contenta perché studia e in più ottiene una professionalità e una maggiore competenza, che vengono anche a beneficio dell'Amministrazione regionale.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Il discorso generale sul part-time credo che vada affrontato nel momento in cui si comincerà a discutere dell'organizzazione della "macchina amministrativa regionale" e quindi si tratterà di capire come, all'interno di un modo diverso di intendere il lavoro all'interno della Regione, si trovino spazi anche per il part-time, cioè per questo istituto che ha delle finalità molto precise e che è stato voluto per consentire a chi lavora di avere la possibilità di gestire ancora delle attività di studio in alcuni casi, ma soprattutto gestire l'attività della propria famiglia e consentire alla famiglia di seguire i membri più bisognosi all'interno della famiglia: i piccoli e gli anziani.

Questo problema finora non si era mai posto in modo così evidente, perché fino all'anno scorso, con la percentuale del 25% definita anche a livello sindacale, veniva data una risposta soddisfacente alle esigenze del personale. Ricordo che il Presidente ci aveva fornito dei dati in seguito ad una nostra iniziativa, da cui risulta che finora avevano usufruito del part-time percentuali che si aggiravano sotto o al limite del 25%, in alcuni casi sopra, ma pochi casi sopra il 25%.

Sappiamo che con la legge finanziaria si è voluto ridurre per il 2006 il part-time da 25 a 20%; abbiamo visto che purtroppo, nel momento in cui a giugno dello scorso anno è stata data la risposta alle domande di part-time in base alle direttive che erano state emanate su indicazione della legge regionale, si è verificato che la percentuale del 20% penalizzava una serie di persone. A domande precise il Presidente ci aveva detto che 35 persone non avevano potuto accedere all'istituto del part-time; di queste 26 - quindi sono parecchie, sono i 3/4 praticamente - avevano fatto domanda perché avevano esigenze di assistenza agli anziani o ai minori. Il problema era stato dibattuto a lungo in questo Consiglio e, nel dibattito attorno ad una risoluzione, il Presidente si era preso l'impegno di sottoporre all'ARRS il problema transitorio di queste persone, che momentaneamente non avevano potuto ottenere il part-time perché era stato ridotto al 20%, persone che in ipotesi con le nuove domande che saranno fatte nel 2007 potranno di nuovo accedere al part-time, nel senso che questo sarà riportato di nuovo al 25%.

Il Presidente si era preso l'impegno di verificare che all'interno dell'ARRS si risolvesse in modo transitorio questo problema, quasi stralciandolo dal resto; ricordo che anche nel momento della discussione la sottoscritta aveva chiesto che fosse indicato un tempo preciso entro cui il Presidente avrebbe dato al Consiglio una risposta, ma avendo il Presidente assunto un impegno che comunque avrebbe fatto tutto il possibile, avevamo rinunciato ad individuare un tempo preciso, sapendo che nel momento in cui il Presidente si prende un impegno credo che, come carica istituzionale, porti avanti l'impegno che ha intrapreso.

Purtroppo non sappiamo per quali motivi la fase transitoria, quella che doveva trovare una soluzione seppure limitata nel tempo, non ha portato ad alcun risultato; in una lettera apparsa su "La Stampa" il 29 settembre alcuni genitori ricordano che era stato indicato che con la fine dell'estate tutto si sarebbe sistemato, "permettendoci - sto leggendo - di rientrare a part-time" - prima viene descritta la difficoltà, la corsa ad ostacoli che queste famiglie hanno dovuto affrontare per lasciare i figli e organizzare una vita familiare degna di essere chiamata così -, "ma ad oggi siamo ancora in attesa"!

Qui si chiede allora come mai, quali sono i motivi per cui non si è riusciti a trovare un accordo su questo tema; capisco che il problema del part-time è molto più ampio, come ha ricordato prima il collega Sandri, e che sicuramente va inserito all'interno di un contratto visto nelle sue varie sfaccettature, ma rispetto a questo problema transitorio ci chiediamo perché non si è ancora riusciti a trovare un accordo, se rispetto a questo tema il Presidente intenda mantenere l'impegno preso a luglio e come intenda attivarsi perché questo impegno trovi una risposta.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Mi spiace essere stato in questi mesi il "cattivo", il Consigliere Sandri è stato "bravo", perché ha scritto una lettera a tutte le mamme che aspettavano il part-time e ha detto loro: state tranquille che interverrò e quel "cattivone" di Caveri verrà messo a posto. Lo dico scherzosamente, Giovanni...

Intanto comincio dalle buone notizie e poi fornisco il quadro più epocale. La buona notizia è che lunedì all'ARRS verrà firmato l'accordo sul part-time. Non è colpa mia se c'è stata questa negoziazione così lunga. Per quel che mi riguarda ho predisposto il 10 agosto la direttiva che riguardava tale questione, quindi il tempo è passato, e non per colpa dell'Amministrazione regionale, ma perché le organizzazioni sindacali e l'ARRS erano occupate in una discussione piuttosto ampia. Rassicuro le mamme in tribuna, faccio anch'io il populista oggi, perché si arriverà ad una soluzione per loro soddisfacente. Nella soluzione è compresa la questione transitoria, l'automatica entrata in vigore della legge porta infatti a caducare la legge che a suo tempo venne fatta. È vero però che la legge, mi sento di difenderla anche perché con il Consigliere Sandri all'epoca eravamo nella stessa maggioranza regionale, quindi ne avevamo discusso. Era un po' rozza, ma in qualche maniera è stato "un sasso nello stagno" rispetto a delle questioni che probabilmente anche nell'accordo che l'ARRS stipulerà e che il Governo regionale con grande rapidità trasformerà in deliberazione, dovranno essere esaminate in una prospettiva più ampia, in quella revisione complessiva della situazione del personale regionale o, più in generale, la questione del pubblico impiego, partendo dal presupposto che volenti o nolenti, proprio in queste ore, avremo una maggior contezza derivante in parte dalla finanziaria sulle conseguenze del "Patto di stabilità" sul personale.

Patto di stabilità che ha inciso pesantemente sulle scelte nel comparto pubblico che abbiamo fatto quest'anno, e devo dir,e che è vero che in prospettiva non dovremo avere paura di formule innovative. Personalmente non ce l'ho, però la questione del part-time, per evitare una logica di "homo homini lupus", deve essere risolta già nelle procedure concorsuali, come in parte, ma pochissimo, è stato fatto in passato, e cioè, quando uno decide di entrare come dipendente pubblico, partecipa già a dei concorsi che prevedono per quel tipo di posto di lavoro un contratto part-time. Questo non impedirà l'esistenza di una percentuale di accesso al part-time per questioni particolari legate alle condizioni della propria vita. Da questo punto di vista, avendo anche parlato di questo con le organizzazioni sindacali nel momento in cui mi era parso che questa questione si inceppasse nelle discussioni fra ARRS e sindacati - capita in una logica di persuasione morale che il Presidente possa anche informalmente parlare con le parti -, credo che il tema cardine restino i diritti acquisiti e, se noi non dobbiamo essere conservatori, non deve essere conservatore neanche il sindacato. Dico questo, perché negli anni '90 e negli anni 2000 come Amministrazione regionale - naturalmente me ne assumo la colpa storica anche se non c'ero - abbiamo dato centinaia di part-time a tempo indeterminato con motivazioni che all'epoca erano flebili, perché oggi chiediamo di più. Oggi abbiamo mamme che hanno bambini di 22-23 anni che hanno il part-time per i loro "pupi", abbiamo situazioni di persone che si erano iscritte all'università per avere la laurea e sono passati 12 anni. Mi auguro che si siano plurilaureate o forse era un corso in "egittologia applicata" di particolare complessità! Scorrendo in nomi, perché alla fine in questa meravigliosa Valle d'Aosta ai nomi corrispondono dei volti e delle situazioni che tutti conosciamo, è vero che nel tempo si sono stratificate, e spero che con l'aiuto dei sindacati e con la collaborazione dei lavoratori si possa, per liberare per il futuro, che quelli che d'improvviso nella loro vita hanno una maternità, hanno un parente malato, hanno reali situazioni di studio perché vogliono migliorare sé stessi, non vadano ad impattare con chi, nel tempo, ha creato una specie di "zoccolo duro, immutabile" com'è il nostro Statuto dei lavoratori, per cui una volta fatta una innovazione di contratto e trasformata la situazione a tempo indeterminato in part-time, tutto è intoccabile, anche se quelle precondizioni che si erano ottenute in passato sono oggettivamente venute meno.

Sono lieto che nel dibattito che si è svolto anche qui dentro si siano trovate delle soluzioni ragionevoli. Penso però che dovremo, in prospettiva, fare in modo che anche nella contrattazione decentrata si trovino delle formule sempre più intelligenti che corrispondano, da un lato, ai "Desiderata" dei lavoratori, ma che creino a mio avviso per il part-time una situazione che non sia stratificata nel tempo, tranne là dove si ritenesse di fare dei concorsi per il part-time. Penso ai controllori regionali, abbiamo il sabato e la domenica una punta di necessità di controllori regionali, e allora perché non immaginare dei contratti part-time che possono consentire di rispondere ad esigenze di questo tipo. Non lo dico in polemica, Consigliere Sandri, lo dico "ad adiuvandum".

Per quel che riguarda la seconda questione, ritorniamo nell'alveo della contrattazione collettiva, così è stato fatto in una discussione e direi che è stata utile per tutti. Tengo invece a dire sulla questione delle 150 ore che nessuna richiesta è stata respinta. Le 4 richieste presentate ad inizio 2006, che non avevano potuto in quel momento essere soddisfatte a causa del plafond al 3% degli effettivi sul totale del personale, hanno, nel corso dell'anno, ricevuto una risposta positiva e quando si dice nel corso dell'anno, vuol dire che le 150 ore le fanno ovviamente, quindi non c'è un ostacolo, non ci sono pretesti. Le disposizioni contrattuali sono state quindi pienamente rispettate.

Credo che soprattutto le conseguenze del "Patto di stabilità" sul personale ci obbligheranno ad una riflessione complessiva, per una "macchina amministrativa" che resta comunque vecchia, e gli studi che abbiamo compiuto in passato, che riguardano l'insieme del comparto pubblico con i suoi 5.500 dipendenti, ci portano a dire che dovremmo, in pieno accordo con i sindacati, fare degli sforzi molto grandi per migliorare le condizioni dei lavoratori, per rendere più efficiente la "macchina" e per corrispondere in questo modo alle esigenze legittime dei cittadini.

Si dà atto che dalle ore 16,39 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Se ho capito bene, con lunedì c'è l'accordo e, nel giro di poco tempo, si riapre, quindi c'è uno spiraglio. Va bene, prendiamo atto di questo e poi vediamo i tempi necessari per tradurre in risultati effettivi per le famiglie quella che è stata una decisione presa.

Vorrei tornare sul problema del part-time su 2 punti: è la seconda o terza volta che il Presidente, parlando del part-time, presenta vecchie situazioni che sono incancrenite e che impediscono che si aprano spazi per nuove esigenze di part-time, però non possiamo far pagare a chi ha veramente bisogno, oggi, le conseguenze di scelte sbagliate del passato! Se quelle scelte oggi si ritengono sbagliate, bisogna fare in modo di correggere quelle scelte per liberare spazi nuovi, per ridare allo strumento del part-time la sua funzione, che è quella di rispondere ad esigenze precise che in alcuni periodi della vita si manifestano: questa è la logica principale del part-time. Quando vedremo l'accordo sindacale, vedremo i risultati, capiremo se le soluzioni prese rispondono a queste esigenze.

Rispetto alla questione che anch'io avevo affrontato, cioè quella dell'organizzazione del lavoro, credo che qui effettivamente bisogna fare un grosso lavoro; non so se i Presidenti o gli Assessori sono - come i comuni mortali - dei cittadini che fanno delle pratiche, ma ogni volta che devo fare una pratica, una qualunque, dai tetti in losa ai contributi vari, il cittadino deve passare 4 uffici, in ognuno svolge una parte della pratica, poi si passa all'altro, poi un altro passaggio di pratiche... per qualunque decisione al cittadino è chiesto di mettere tempo e di fare il postino da un ufficio all'altro...

(interruzione di un Assessore, fuori microfono)

... non so come sia a Torino... io vivo in Valle d'Aosta e parlo con la Giunta che governa la Valle d'Aosta e che vuol essere efficiente e io pretendo che sia efficiente, signor Assessore! È mai possibile che non ci sia alcuna testa pensante in questa Amministrazione che si dedichi a verificare e a studiare come possono avvenire i passaggi, come avvengono le varie pratiche e procedure... perché anche qui si renda efficace il lavoro! Non basta dire: "dobbiamo rivedere e poi dobbiamo risparmiare", il problema non è non assumere o licenziare, il problema è ripensare in modo diverso la "macchina organizzativa" e all'interno renderla efficiente; poi si vedrà quali sono le risorse di cui abbiamo bisogno, ma solo dopo e non prima!

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Credo che questi scricchiolii siano il segno di una crisi istituzionale grave... è quello del Presidente del Consiglio... non so quale significato attribuire, comunque chiederei, se fosse possibile, chiamare un tecnico, così evitiamo di rovinarci i timpani!

Ringrazio il Presidente intanto per la cortesia con cui ha voluto presentare questo tema che non è facile, né politicamente, né strutturalmente, e faccio una piccola premessa: non avendo la possibilità, come abbiamo potuto dimostrare, di poter essere presenti nella "RAI" sulla televisione e sulla radio, usiamo la vecchia posta e spero che a un grande comunicatore come lei non dispiaccia che anche altri comunichino, a meno che lei non voglia essere l'unico a comunicare sulla piazza! La ringrazio quindi per la disponibilità e la comprensione nei nostri confronti...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... non è detto, gli elettorati cambiano...

A parte le battute, penso che questo spiraglio che si è aperto sia positivo, perché dimostra anzitutto la volontà di confrontarsi e questo non può che essere un dato positivo su cui dobbiamo cominciare a costruire.

L'appello che hanno fatto di modernizzazione i sindacati, che io condivido, ma che faccio anche verso di me, nel senso che siamo chiamati tutti a modernizzare il nostro pensiero, il mondo va avanti, ha di fronte a sé delle sfide nuove da affrontare e certi tabù del passato diventano cose non da eliminare, ma da rivivere con occhi diversi. Se si vogliono fare i concorsi, per esempio, a part-time per posizioni particolari, credo che nulla vieti questa cosa; di certo però è capire che il part-time non è un danno, ma è un'opportunità per l'Amministrazione regionale. È una di quelle cose intelligenti, perché come diceva Cipolla è una di quelle cose con cui fai del bene a te stesso facendo del bene agli altri, quindi meglio di così non ci potrebbe essere! Seguiremo con attenzione queste deliberazioni di lunedì e tutto il procedimento, sperando che su questa strada si possa lavorare con intelligenza.

Per quanto riguarda la parte sulle 150 ore, l'interpellanza forse non è stata sufficientemente chiara; esistono, sì, quelle 4-5 domande che sono arrivate in ritardo e poi sono state recuperate, ma noi conosciamo una domanda che è autocastrata, nel senso che è inespressa, perché conoscendo il tipo di accordo che vige in Regione la gente neanche chiede, quindi si "arrabatta" a fare l'università o altre scuole superiori in altre maniere. Dico questo perché l'accordo che è stato fatto in Regione è penalizzante rispetto agli altri accordi che ci sono ad esempio negli uffici pubblici dello Stato e del para-Stato; non si capisce bene perché in Valle d'Aosta, a livello regionale, siamo su questo punto delle 150 ore molto più burocratici dello Stato italiano, che è già un bel paragone!

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

Le interpellanze, le interrogazioni e le mozioni sono il modo con cui i Consiglieri regionali si esprimono; interrompere è un piccolo inizio di come facevano certe persone che entravano nei Parlamenti con i cavalli e con gli stivali! Tornare a quel periodo non credo convenga, quindi se ha qualcosa da dire faccia delle interpellanze o interrogazioni o mozioni, ma non interrompa i colleghi, se lei è uno che rispetta le regole! Se non rispetta le regole, abbiamo capito chi è!

Chiedo quindi al Presidente di fare un ulteriore sforzo per vedere se si riesce ad armonizzare la normativa regionale in materia di 150 ore - ovviamente con un confronto sindacale - a quella vigente attualmente nello Stato e nel para-Stato, che è sicuramente più funzionale di quella in essere oggi da noi.