Oggetto del Consiglio n. 2202 del 25 ottobre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2202/XII - Riduzione dell'orario di apertura al pubblico dell'ambulatorio di radiologia di Donnas. (Interrogazione)
Interrogazione
Ricordato l'impegno, condiviso all'unanimità dell'Amministrazione regionale nel potenziamento e nella valorizzazione dei presidi sanitari territoriali, anche nell'ottica di contenimento dei costi del cosiddetto turismo sanitario verso altre regioni;
Venuti a conoscenza che l'ambulatorio di radiologia di Donnas ha visto diminuire da 5 a 2 i propri giorni di apertura, con conseguente notevole allungamento dei tempi di attesa, che hanno ormai raggiunto l'entità di un mese;
Evidenziato come tale struttura sia stata recentemente potenziata, attraverso la ristrutturazione dei locali e l'acquisizione del sistema digitale di acquisizione delle immagini, con importanti esborsi di denaro pubblico;
Tenuto conto che ai tempi di attesa per l'esecuzione dell'esame si aggiunge almeno un'altra settimana per poter ottenere il referto medico, eseguito dall'équipe dell'ospedale con un contratto a progetto, non avendo ritenuto opportuno l'U.S.L. di sostituire lo specialista ambulatoriale già presente con un altro specialista tra quelli disponibili sul territorio regionale;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l'Assessore competente per conoscere:
1) le motivazioni per cui è stata fatta la riduzione di orario di apertura al pubblico della radiologia di Donnas;
2) se parimenti sia stato ridotto l'importo del progetto obiettivo dell'équipe medica della U.B. di radiologia;
3) quali siano i dati degli esami radiologici effettuati presso le sedi di Aosta, pubbliche e private, o presso l'U.S.L. di Ivrea, ovvero le strutture private della stessa città, da quando la riduzione di orario sopramenzionata è stata attuata, e se tali dati indichino un aumento della mobilità dei pazienti della bassa Valle causata dal disservizio;
4) quali somme ha inteso risparmiare l'U.S.L. a fronte di tale scelta.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - Ho l'abitudine di fare sempre una premessa alle risposte e la premessa è la conferma di un desiderio di potenziare l'assistenza sanitaria sul territorio: è stato uno dei temi portanti della nostra attività, confermato dal Piano della salute, quindi è una strada intrapresa su cui non vogliamo tornare indietro e che ci ha dato molti risultati in termini numerici e di efficienza. Perché è stato ridotto l'orario dell'ambulatorio di Donnas? Per la riduzione del bilancio che nella finanziaria 2006 prevedeva una riduzione dell'1% del bilancio... sul bilancio del 2004 e la proposta di finanziaria 2007 peggiora ancora questo dato, dicendo che bisogna scendere a un risparmio dell'1,8% rispetto allo stesso bilancio del 2004, senza permettere di fare ricorso al Patto di stabilità: questo ha portato ad una riduzione del bilancio, su cui abbiamo ricorso e aspettiamo il pronunciamento della Corte costituzionale. Questo ha portato a quel tipo di vincolate che prevedevano dei progetti obiettivo o comunque delle ore aggiuntive alla necessità di risparmiare un milione di euro, facendo scendere il fondo da 4,1 milioni a 3,1 milioni; quindi da qualche parte bisognava risparmiare. Si è risparmiato in molti settori e si è cercato di risparmiare anche su un'attività radiologica erogata nei distretti, cercando di risparmiare, ma non di penalizzare troppo la popolazione sul territorio. Quando si fanno dei tagli e quando si riduce il finanziamento alla sanità, qualche servizio bisogna ridurlo; non si possono fare dei risparmi senza ridurre o riorganizzare dei servizi, che è quella che è stata la nostra esigenza.
È stato privilegiato un utilizzo di queste risorse aggiuntive per esami come risonanza magnetica che avevano tempi di attesa molto lunghi: questo ha portato che l'attesa per la radiologia tradizionale a Donnas è passata da 5-7 giorni ai 26 giorni attuali, che, pur provocando comunque una sofferenza per i prolungati tempi di attesa, rientra non solo ampiamente in quanto previsto dalla legge, cioè di 60 giorni, ma addirittura i 26 giorni sono a livello di casi di cura o comunque di ospedali ultra attivi in questo settore. Non è quindi un problema di dipendenti, non è questione di mandare qualcuno laggiù a fare il radiologo, l'importante è aver avuto una contrazione delle risorse, che si è tradotta in una riduzione degli orari di servizio, che comunque hanno dato finora delle liste di attesa accettabili e comunque contenute. Le utenze erano passate dal primo nonestre del 2005 da 1.051 a 1.499 nel nonestre del 2006, quindi un aumento dell'utilizzo della struttura, segno di un buon finanziamento.
Sul secondo quesito, è stato ridotto questo servizio, ma è stato ridotto anche il budget agli specialisti che facevano questo servizio e la prima causa della riduzione del servizio è stata la necessità di ridurre il budget a chi faceva tale servizio; non riusciamo ancora a trovare dei medici che vadano a fare un servizio gratuitamente... Questo budget è stato ridotto da 505.000 euro per medici e tecnici del 2005 a 346.000 del 2006, quindi una riduzione di 159.000 euro per tali servizi. I dati della mobilità: questo mi stupisce, comunque la mobilità viene calcolata dal pubblico a semestri, quindi possiamo dire quanti si sono spostati da questo servizio ad altri alla fine dell'anno, non prima. Per la mobilità che si è rivolta ad altri servizi di privato accreditato, questi sono dati presentati dal Ministero e quest'ultimo li presenta di solito 12-15 mesi dopo, quindi noi tali dati li avremo nell'agosto 2007 e fino allora non si può dire niente.
Sulla possibilità che gli studi radiologici gestiti da privati forniscano a noi i dati dei malati che passano di lì... questi dati, come il Dott. Sandri sa, avendo un'attività privata radiologica, ci sfuggono e non riusciamo a computarli. Termino dicendo che il Patto della salute, recentemente sottoscritto dal Ministro Turco, prevede di fronte a questa crisi di finanziamenti per la sanità una partecipazione dell'utente alla spesa, che è una cosa a cui la sanità è obbligata ed è comunque una cosa non facile da accettare. Rimane sempre il concetto che, tagliando i finanziamenti alla sanità, si devono tagliare dei servizi e qui in Valle d'Aosta, dove la sanità ha dei costi maggiori che negli altri posti, è chiaro che, se riduciamo i servizi, il rischio è di andare a colpire laddove abbiamo costruito in questi anni tutti insieme un'eccellenza, che vorremmo difendere come garanzia di tale sistema sanitario.
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Mai come oggi si può dire che siamo stati finalmente chiari. L'Assessore ha evidenziato con naturalezza e con semplicità la sua posizione e credo che tutti abbiano potuto capire quanto sbagliata e quanto perdente sia la sua posizione politica. Qui, Assessore, a fronte della necessità di tagliare l'1% per contenere il debito pubblico che abbiamo ereditato da gestioni precedenti, al posto di tagliare gli sprechi e i privilegi, tagliamo i servizi, ma non solo, tagliamo i servizi territoriali, quelli ospedalieri ci mancherebbe altro! Non andiamo ad indagare se i servizi ospedalieri sono tutti utili e fino a che punto, si tagliano invece i servizi territoriali e oggi scopriamo che non solo è stata tagliata l'attività del Poliambulatorio di Donnas, ma di tutti i poliambulatori, anzi qualcuno l'abbiamo perfino chiuso: quello di via Festaz, storico consultorio al centro di Aosta non è più a disposizione delle persone, che devono prendere la macchina e andare a Charvensod, con i ringraziamenti da parte di tutte le donne che utilizzavano questa struttura, spesso di età avanzata, perché era un consultorio che si era specializzato nella cura della menopausa, e che ora devono andare a Charvensod. Questo è il rafforzamento del territorio! Quello che non abbiamo capito è che si dice nel Piano sanitario una cosa e se ne fa un'altra, ma allora cosa approviamo a fare qui i piani sanitari! Evidentemente perché manca la logica, cioè si vuole coprire una politica di tutt'altro genere ammantandosi di queste parole, ma poi nella pratica non esiste, e faccio un esempio. La Radiologia di Donnas era aperta 6 giorni alla settimana compreso il sabato, poi per riorganizzazione qualche anno fa è passata a 5 giorni, adesso siamo passati a 2 giorni e nel giro di pochi mesi da 6 giorni siamo passati a 26 giorni di attesa; non solo, abbiamo indebolito il territorio per cui una volta almeno lì l'ortopantomografia, l'esame dei denti, si poteva fare in quanto non è un esame specialistico, ora non si può più fare. Le radiografie della colonna in piedi, che servono per vedere se i ragazzini sono scoliotici... si potevano fare sul territorio, oggi non si possono più fare, si possono fare solo nell'Ospedale di Aosta. È questa la volontà di rafforzare il territorio? Questa è la volontà di distruggere il territorio e di favorire i privilegi e i privilegi - come abbiamo dimostrato in quest'aula - sono che un'unica "équipe", quella della Radiologia, si prende più della metà dei soldi di tutti i progetti obiettivo dell'Ospedale! Voglio allora capire se con la scusa di una risonanza magnetica, che, per fortuna, è un esame che raramente la gente deve fare, perché esame altamente specialistico, dobbiamo penalizzare tutte le centinaia di persone che invece devono fare esami più semplici e che sono gli esami che comunemente ci capita di fare! Assessore, lei non ha capito che il problema dell'eccellenza deve essere per tutto... bisogna fare bene tutto: le cose semplici e le cose complicate. Perché con la scusa dell'eccellenza delle cose più complicate si premiano certi primari a danno di altri ed è sempre un problema di politica all'interno dell'Ospedale. La sua testa è rimasta nell'Ospedale e lei difende tali politiche e non è un caso che in questi giorni è arrivata a tutti i Consiglieri regionali una lettera dei primari, che rivendicano questo loro potere di decidere la politica sanitaria in Valle dicendo: "siamo noi che garantiamo dove si può fare e dove non si può fare... ma dateci i soldi che gestiamo noi", ma allora cosa andiamo a pagare il Direttore generale dell'USL? A proposito di risparmi, gli avete pure aumentato lo stipendio in queste settimane, un caso credo unico in Italia, abbiamo un Direttore generale dell'USL, il Direttore sanitario - quello amministrativo no per fortuna - che prendono più dell'Assessore. E questi sono i modi per tagliare i servizi? Voi per dare più soldi a questa gente, tagliate i servizi sul territorio. Questa è una vergogna! Lei, Assessore, dovrebbe prendere la sua cartella e tornare in Ospedale a lavorare e dimettersi da Assessore, perché lei sta distruggendo la Valle d'Aosta, sta distruggendo la sanità in questa Regione e soprattutto sta distruggendo la sanità territoriale e sta coprendo sprechi e privilegi che nulla hanno da essere difesi!
Infine vorrei chiedere all'Assessore - ma presenteremo per questo un'interpellanza o un'interrogazione - perché nel frattempo si autorizzano gli stessi medici delle stesse "équipe" ad andare a fare la libera professione "extramoenia"! L'allungamento delle liste di attesa allora da dove deriva? Forse dal ricatto che vogliono fare per poter andare a farsi i fatti loro. Questa è una "roba" che o lei distrugge, o sarà distrutto da tale storia.
Si dà atto che dalle ore 10,36 presiede il Vicepresidente Fiou.