Oggetto del Consiglio n. 2183 del 5 ottobre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2183/XII - Realizzazione di un bacino per l'innevamento programmato in Comune di Gressoney-Saint-Jean. (Interpellanza)
Interpellanza
Vista la D.G. n. 2433 del 25 agosto 2006, nonché il Disciplinare allegato, con la quale si approvava il "Progetto esecutivo e l'autorizzazione alla Società S.A.G.I.T. S.p.a. con sede in Gressoney-Saint-Jean, per la realizzazione di un bacino per innevamento programmato sul comprensorio sciistico Weissmatten in Comune di Gressoney-Saint-Jean, ai sensi della L.R. n. 24 del 17 giugno 1992";
Vista l'intensità della pioggia dei giorni scorsi;
Viste le conclusioni e le indicazioni emerse dal Convegno "Cambiamenti climatici in Valle d'Aosta" tenutosi il 13 settembre u.s.;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
La Giunta regionale e gli Assessori di competenza per conoscere:
1) la frequenza stagionale e mensile degli impianti sciistici del comprensorio Weissmatten nella stagione 2005/2006;
2) il costo dell'opera e da dove proviene l'acqua per alimentare il bacino artificiale per la produzione di neve "programmata";
3) quali sono, e quanto costeranno le opere di presidio che dovranno essere realizzate per "la difesa dei territori a valle" e quale significato riveste il contenuto dell'articolo 6 del Disciplinare nel quale viene affermato "... saranno eseguite dal Servizio opere idrauliche a spese del richiedente, qualora questi non accettasse di effettuarle direttamente";
4) quali sono le procedure che si intenderebbe porre in essere in caso di "apporti meteorici che facciano temere il superamento della quota massima di invaso" e se, alla luce di quanto sopra esposto, il Governo regionale non ritenga opportuno il ritiro della D.G. in premessa.
F.to: Bortot
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Questa interpellanza doveva contenere almeno 5-6 domande in più di informazioni, dagli uffici mi è stato detto che non se ne possono fare più di 4. Volevo chiedere il consumo di energia di questo impianto, la lunghezza della pista dalla partenza all'arrivo, quanto costa l'impianto, la provenienza dell'acqua dell'invaso; invece ho dovuto chiedere quanti sono gli sciatori che nella stagione 2005-2006 hanno utilizzato gli impianti sciistici, quanto costa l'opera e da dove proviene, quanto costeranno le opere di presidio.
Mi riallaccio all'interrogazione fatta stamattina dalla "CdL" riguardo alla società "Gran San Bernardo". Quando "metteremo mano" a questi impianti sciistici? Quando riusciremo a dare ordine? Quando smetteremo ogni anno di ripianare bilanci in deficit? Quando faremo un inventario delle persone che frequentano questi impianti quando non c'è neve? Quando smetteremo di fare gli invasi con concessioni trentennali e arrivederci uso plurimo delle acque? Si potrebbe continuare. Non esiste una progettualità, "si va alla carlona", ogni "lobby" spinge nella direzione che ritiene più opportuno; ultimamente ho visto una deliberazione con la quale si rifanno 2 seggiovie a Palasina a Brusson e si dà nuovamente la stura alla costruzione di nuovi impianti...
(interruzione del Consigliere Vicquéry, fuori microfono)
... no? Ha ragione il Consigliere Vicquéry: ne buttiamo giù 2 e ne facciamo una. Vorrei sapere però cosa penseranno quelli di Cogne... no, non devo chiedere, è una cosa che ho pensato ad alta voce. Morale, sono in attesa delle risposte, poi mi riserverò di replicare.
Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.
Cerise (UV) - Non ho capito bene i riferimenti alle piogge degli ultimi giorni e, considerato che le conclusioni e le indicazioni del Convegno "Cambiamenti climatici in Valle d'Aosta" hanno semmai rilevato la necessità di realizzare questi bacini di accumulo di acque, contrariamente a quello che farebbe pensare l'introduzione di tale interpellanza, rispetto ai quesiti posti, cercherò di essere preciso almeno per quanto riguarda i dati. Frequenza mensile: dicembre 2005, 6.406 sciatori; gennaio 2006, 13.104 sciatori; febbraio 2006, 14.802 sciatori; marzo 2006, 10.951 sciatori; aprile 2006, 262 sciatori. La frequenza stagionale 2005-2006, dicembre /aprile, ha visto 45.525 sciatori.
"Il costo dell'opera e da dove proviene l'acqua per alimentare il bacino artificiale per la produzione di neve "programmata"". Dalle indicazioni fornite dalla società concessionaria "SAGIT" negli elaborati relativi alla progettazione esecutiva delle opere, il costo preventivato per la realizzazione del bacino risulta essere di 876.000 euro. La "SAGIT" dispone di 2 domande di riconoscimento del diritto di derivazione d'acqua ad uso innevamento programmato, ai sensi dell'articolo 34 della legge n. 36/1994 ("legge Galli"): la prima dal pozzo in località Welde per una portata di 40 litri/secondo, situato sul fondovalle nei pressi delle piste da sci; la seconda da 2 sorgenti site località Cialvrina, nei pressi delle piste da sci, per una portata di 3 litri/secondo. Complessivamente sono 7 litri/secondo. L'alimentazione al bacino artificiale sarà principalmente garantita dalle 2 sorgenti attraverso la rete di distribuzione dell'impianto di innevamento "programmato". Solo in caso di particolare necessità si potranno utilizzare le acque provenienti dal fondovalle in località Welde.
"Quali sono e quanto costeranno le opere di presidio che dovranno essere realizzate per "la difesa dei territori a valle"...". Qui devo richiamare l'articolo 6 del disciplinare relativo alle condizioni per la costruzione, l'esercizio e la vigilanza del bacino per innevamento programmato sul Comprensorio sciistico "Weissmatten", approvato con deliberazione n. 2433 del 25 agosto 2006, che si riferisce al controllo dei materiali durante la costruzione dell'opera. Dagli studi effettuati dai professionisti incaricati dalla società concessionaria del bacino, non risulta necessario effettuare alcuna opera di presidio per i territori a valle in quanto il bacino in questione non prevede lo sbarramento di alcun corso d'acqua e in esercizio sarà alimentato esclusivamente dalla tubazione di adduzione proveniente dalla rete di distribuzione dell'acqua per innevamento. Il suo funzionamento è quindi paragonabile a quello di una normale vasca di raccolta delle acque che, non essendo alimentata da un torrente, garantisce le medesime condizioni di sicurezza anche in concomitanza a fenomeni temporaleschi o piogge intense. Nel caso in cui si dovesse rendere necessario, per esigenze di tipo manutentivo, scaricare il bacino, le acque in uscita dal lago saranno smaltite dalla rete di distribuzione dell'impianto di innevamento: in condizioni di normalità, quindi, l'acqua verrà convogliata a valle dalle tubazioni dell'impianto di innevamento. Oltre allo scarico attraverso l'impianto di innevamento, è previsto il convogliamento delle acque in un impluvio naturale esistente... il nome è scritto in tedesco, quindi risparmio di pronunciarlo, credo che la traduzione sia quella di Celvrino, che è una specie di impluvio che si vede molto bene da sotto. La portata massima defluente dalla tubazione di scarico di fondo del bacino assume un valore di molto inferiore alle portate smaltibili dall'impluvio in questione, che risulta quindi in assoluto grado di riceverla senza alcun problema di natura idraulica. L'eventuale necessità di realizzare opere di presidio per la difesa dei territori a valle, sebbene al momento attuale non previste in quanto non necessarie, rimane come clausola di salvaguardia introdotta all'articolo 6 del disciplinare, nell'ottica di garantire il rispetto dei principi fondamentali di tutela e sicurezza del territorio, così come previsto dal DPR n. 1363 e sue successive modificazioni e integrazioni. L'obbligo di effettuare le eventuali opere di presidio dei territori a valle rimane a carico della "SAGIT S.p.a." in qualità di concessionario richiedente l'autorizzazione alla costruzione del bacino. Qualora la società non accettasse di effettuare direttamente le eventuali suddette opere di presidio, sarà cura del Servizio Opere idrauliche dell'Assessorato territorio, ambiente e risorse idriche provvedere alla loro realizzazione, addebitando le spese al richiedente, ovverosia alla "SAGIT", ai sensi di quanto disposto dall'articolo 6 più volte richiamato. Si ricorda infine che l'autorizzazione all'invaso del bacino rimane subordinata all'esecuzione delle opere a regola d'arte e agli esiti positivi del collaudo del manufatto.
Per quanto riguarda il punto n. 4, lo smaltimento della portata eccedente il volume massima di regolazione è garantito tramite la realizzazione di uno sfioratore posto sulla sinistra orografica del lago artificiale in prossimità del rilevato di sbarramento. Lo sfioratore è stato dimensionato in maniera da smaltire una portata di 500 litri/secondo. Considerato che il bacino di innevamento in esame è privo di affluenti naturali, il volume d'acqua in eccesso da smaltire potrà avere origine esclusivamente dalla quantità di pioggia estesa alla superficie del laghetto. Per la stima dei volumi d'acqua in eccesso si è preso a riferimento il rapporto sull'evento alluvionale del 13-14-15 ottobre del 2000 redatto dall'Assessorato territorio, ambiente e opere pubbliche. Valutando, in maniera cautelativa, un valore di intensità di pioggia pari al doppio di quella registrata durante l'alluvione del 2000, si è stimato che durante una precipitazione straordinaria il lago subisce un incremento di volume pari a 50 litri/secondo con un conseguente innalzamento del livello di circa 5 cm/ora. Tali valori risultano ampiamente smaltiti dallo sfioratore di superficie del lago anche nelle condizioni peggiori, ovverosia quelle che potrebbero verificarsi con il bacino al massimo livello di regolazione in concomitanza a precipitazioni straordinarie. Al Capo IV del disciplinare approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 2433 sono riportate come clausola contrattuale le condizioni che debbono verificarsi affinché si attivi il sistema di protezione civile e le procedure da porre in atto, così come previsto ai sensi di quanto disposto dalla circolare ministeriale n. 352. Credo di aver dato degli elementi per confermare che non si ravvisa alcuna esigenza di ritirare la deliberazione richiamata.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Parto da dove ha finito l'Assessore. L'articolo 14 del disciplinare prevede allerta per la popolazione a valle dello sbarramento. La domanda è: la popolazione è a conoscenza di questo eventuale rischio e come mai il disciplinare riporta tale frase, se è vero quanto affermato - e non lo metto in dubbio - dall'Assessore? Che poi questo disciplinare... altroché se non abbiamo dei professionisti in Regione! È un vero professionista quello che ha steso questo disciplinare... è talmente fatto bene a favore dell'azienda che non tutela assolutamente l'Amministrazione regionale! Non riesco quindi a capire se è stato fatto dall'azienda o da un funzionario all'interno dell'Amministrazione regionale: parlo dell'articolo 6, "quali sono e quanto costeranno le opere di presidio che dovranno essere realizzate per la difesa dei territori a valle" e torniamo alla difesa dei territori, mentre prima si doveva allertare in caso di piogge la popolazione. Cosa significa la frase: "saranno eseguiti dal Servizio Opere idrauliche a spese del richiedente qualora questi non accettasse di effettuarli direttamente"? Sono cioè previste delle opere, però non sono vincolanti per la società, per cui se la società si rifiuta di farle, dovremo farle noi, salvo poi capire, se fatte da noi senza l'autorizzazione dell'azienda, chi le pagherà.
Articolo 7 del disciplinare, cosa significa: "il Servizio Opere idrauliche potrà a titolo sperimentale autorizzare invasi parziali"? Che tipo di invasi, che dimensioni e che costi?
Articolo 11, cosa succede in caso di "apporti meteorologici che facciano temere il superamento della quota massima di invaso", aggiungo io: oltre che avvisare il Comune e le varie istituzioni competenti? L'Assessore ad inizio di intervento poi cita il convegno sul cambiamento climatico e proprio per questo motivo vengono date le autorizzazioni per l'invaso. Pensavo che il rischio fosse esattamente l'opposto, cioè facciamo invasi con concentrazioni di pioggia sempre più intense, con il rischio di riempire gli invasi in tempo reale, però la convenzione non prevede che vi sia una sorveglianza sul posto: prevede che in caso di allarme vi sia qualcuno che va a vedere. Va bene. Tanto non c'è pericolo, la popolazione si spera che sia avvisata.
Veniamo alla giustificazione. Cambiamenti climatici in Valle d'Aosta, è una nostra pubblicazione del 13 luglio 2006, ve la leggo:
"Turismo, innevamento programmato, un investimento opportuno?
In merito al settore turistico, alla luce dei cambiamenti climatici in vista, è lecito domandarsi se il mantenimento o l'ulteriore sviluppo degli impianti di innevamento programmato costituiscano o meno una strada accettabile per risolvere il problema della carenza di neve sulle piste...". Ancora: "... se si considerano i costi economici, nonché quelli ambientali, la strategia appare poco sostenibile a media e lunga scadenza, tenendo presente l'enormità di risorse finanziarie, energetiche, idriche necessarie per il funzionamento degli impianti a fronte di una prevedibile perdita di redditività dello sci alpino a seguito del riscaldamento globale, specificatamente nelle stazioni di media e bassa montagna".
Termino, consumi energetici: in Francia nell'inverno 2001-2002 si è stimato un dispendio di circa 25.400 kW/h per ettaro di piste di innevamento, estendendo questo dato alla Valle d'Aosta, si otterrebbe un consumo totale annuo di 16 gigawatt, pari a circa il 9% dell'intero consumo elettrico per uso domestico degli abitanti della Valle d'Aosta.