Oggetto del Consiglio n. 2182 del 5 ottobre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2182/XII - Problematiche concernenti la diffusione del fenomeno della prostituzione in alcuni Comuni della media valle. (Interpellanza)
Interpellanza
Preso atto che periodicamente cittadini ed amministratori comunali portano all'attenzione pubblica e delle autorità competenti il problema della prostituzione e della presenza di "lucciole" sulle strade;
Visto che recentemente gli stessi sindaci di Châtillon e di Saint-Vincent hanno presentato al Presidente della Regione, in qualità di Prefetto, il problema che ritengono serio e da affrontare;
la sottoscritta Consigliera regionale
Interpella
il Presidente della Regione per sapere:
1) se ci sono alcuni dati sul fenomeno in Valle e in specie nelle zone di media e bassa valle, e se tale fenomeno è in crescita rispetto ai dati precedenti;
2) se nelle sedi istituzionali si sono analizzati tali dati e come, in che modo, se ne intende tenere conto.
F.to: Squarzino Secondina
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - La do per illustrata, perché mi sembra il tema così chiaro che non è il caso di "ricamarci" sopra.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Passiamo allora dal "Bubo bubo" alle lucciole...
La questione è molto seria e in effetti, partendo dall'ultima delle domande poste dalla collega, vorrei dirle che nella seduta dell'11 settembre del Comitato per l'ordine e per la sicurezza pubblica, in presenza dei Sindaci dei Comuni di Saint-Vincent e Châtillon, abbiamo discusso della questione della prostituzione, che sembrava aver avuto una "flambée" particolarmente vivace nei 2 Comuni e devo dire che entrambi i Sindaci avevano potuto riferire di quella che loro consideravano essere una recrudescenza.
Le forze dell'ordine, in particolare i Carabinieri che tutelano il territorio, ma anche la Polizia di Stato, ci hanno confermato, sulla base dei rilevamenti del fenomeno e sulla base dei controlli precisi e dell'identificazione delle prostitute presenti sul territorio, che il fenomeno non sembra essere così preoccupante come invece veniva avvertito da parte della popolazione locale. Secondo le forze dell'ordine, ci troviamo di fronte a una prostituzione generalmente italiana in buona parte domiciliata nei Comuni interessati: questo rende molto difficile prendere delle misure come quelle del foglio di via, che sono una delle poche possibilità per contrastare un fenomeno che deriva dall'ipocrisia della "legge Merlin", ossia dal fatto che nel 1958 la meritoria chiusura delle case chiuse ha trasformato le nostre strade in quello che sappiamo essere, in presenza di situazioni di gravissima difficoltà di contrastare un fenomeno che, essendo basato su una questione di domanda e di offerta, vede una corresponsabilità non solo delle prostitute che esercitano un mestiere assai antico, ma anche di una clientela che garantisce quei guadagni che sembrano essere confermati da una situazione, che, secondo le forze dell'ordine, è abbastanza significativa in quelle zone, ossia la mancata esistenza di protettori. Si tratta di un mercimonio che è legato ad attività di alcune persone, che lo svolgono però nell'ambito di modalità che sembrano impedire alle forze dell'ordine interventi diretti, perché la stessa identificazione del cliente è questione dubbia dal punto di vista della legittimità di mettere al pubblico ludibrio persone se non vengono colte sul fatto, cioè in una logica di reato pubblico. Anche il fatto che, ad esempio, il cliente colto in un'autovettura possa essere considerato imputabile di un reato purtroppo dalla giurisprudenza corrente non è così evidente.
Sono molto poche le ragazze di origine straniera che sono risultate essere in regola con le normative, quindi con dei permessi di soggiorno regolari. Sostanzialmente quindi siamo in una situazione difficilissima da affrontare sotto il profilo dell'ordine pubblico, perché non vi sono protettori, non vi sono situazioni di irregolarità come capita nella maggior parte delle città italiane, di extracomunitarie sfruttate da un "racket": siamo di fronte a delle professioniste che hanno scelto questo tipo di mestiere e lo esercitano approfittando di tutta quella serie di scappatoie presenti in quella specie di "legge colabrodo" che è la "legge Merlin", convinta nella classica ipocrisia all'italiana di sradicare il fenomeno con la chiusura delle case chiuse. Quello che noi sappiamo quindi è che le forze dell'ordine cercano di adoperare degli "escamotages" come quello di impedimento alla circolazione nel caso in cui l'affollarsi di clientela possa creare dei problemi di circolazione stradale, ma mi rendo conto che è come cercare di svuotare il mare con un cucchiaino. Il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica ha deciso di intensificare la presenza delle forze dell'ordine nella zona sia per scoraggiare i clienti, sia per sorvegliare l'evoluzione del fenomeno per una logica di prevenzione e di repressione di eventuali reati.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Ringrazio il Presidente per il resoconto che ha fatto di quello che è stato discusso e affrontato nella riunione dell'11 settembre scorso. Credo che nessuno di noi pensi che da una riunione possano emergere delle soluzioni a problemi così complessi, ritengo però che un minimo di attenzione alle varie sfaccettature della questione forse potrebbe essere messa. Emerge dalle osservazioni date dal Presidente come Prefetto e anche dalle preoccupazioni dei sindaci che la questione, proprio per la particolarità delle persone che esercitano questa professione in quella zona, è costituita dagli avventori, per cui dicono che l'unico mezzo è quello di cercare di dissuadere gli avventori, attuare provvedimenti dei confronti di questi ultimi. Credo che tale problema esista, come ricordava prima il Presidente - è questione di mercato, della regola della domanda e dell'offerta - e che su questo tema forse una riflessione maggiore andrebbe fatta. Vi è da chiedersi se fra i valori della nostra Regione autonoma, se fra i fenomeni che vogliamo mettere in luce rispetto alla nostra specificità non ci debba essere un'attenzione particolare per evitare questo tipo di fenomeno: parlo di operazioni, di educazione, di interventi e di progetti nei confronti degli avventori.
Vi è tutta la questione della prevenzione per l'AIDS, anche rispetto a questo tema forse andrebbe pensato un programma più ampio; non credo che in una riunione a livello di Prefettura con i responsabili dell'ordine pubblico si possa giungere ad una definizione di programma più ampia, ma invito il Presidente non solo come Prefetto, ma come Presidente ad interrogarsi su quali interventi sia possibile focalizzare l'attenzione, perché abbiamo una questione concernente gli avventori, abbiamo una questione di ordine morale e anche di ordine sanitario, per cui sarebbe interessante che come Regione cominciassimo a riflettere su questo e sperimentassimo delle forme di educazione, che non sono poi così impossibili se si comincia. Chiederei al Presidente di attivare dei gruppi interassessorili che affrontino tale questione e che presentino delle ipotesi di progetto interdisciplinare in modo che il prossimo anno, in una riunione di nuovo dell'ordine pubblico su questo tema, il Prefetto possa dire: "guardate che il Presidente della Regione insieme a tutte le forze interessate ha individuato un programma di questo tipo che vi presento e su cui chiedo il vostro assenso e la vostra collaborazione". Spero che questo possa avvenire, perché potrebbe essere un segno di civiltà della nostra Regione. Ho visto dei cenni del capo del Presidente, li posso interpretare come assenso a questa proposta? Silenzio-assenso, d'accordo. Grazie.
Si dà atto che dalle ore 19,00 riassume la Presidenza il Presidente Perron.