Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2181 del 5 ottobre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2181/XII - Istituzione di zone speciali per la conservazione di volatili. (Interpellanza)

Interpellanza

Rilevato che la Direttiva Comunitaria n. 409 del 1979, finalizzata alla conservazione e protezione degli uccelli selvatici, stabiliva che gli Stati membri dovevano adottare misure idonee atte a prevenire l'inquinamento, il deterioramento dell'habitat e le perturbazioni dannose nelle rispettive zone di riproduzione e che nel 1992, con la Direttiva Habitat, veniva iniziato un percorso di costituzione di una rete ecologica europea (Natura 2000) che oltre alle Zone di Protezione Speciale doveva comprendere anche le Zone Speciali di Conservazione istituite dalla Direttiva stessa;

Constatato che nel 2003 la Corte di Giustizia Europea condannava l'Italia per non aver individuato sufficienti ZPS, ribadendo in due diverse sentenze il regime rigoroso per l'applicazione della Direttiva 409 dichiarando inammissibile la non designazione delle Zone di protezione per sfuggire agli obblighi di legge, ingiungendo il Governo italiano ad istituire entro il 22 febbraio 2005 nuove Zone, le cui aree dovevano coincidere con quelle dei 61 siti IBA (Important Bird Area);

Preso atto che nel 2005 la Regione rispondeva negativamente alla richiesta del Ministero di ampliare la ZPS Gran Paradiso fino a comprendere il perimetro dell'IBA "Gran Paradiso e Val Soana";

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l'Assessore competente per sapere:

1) quali sono le ragioni che hanno indotto la Giunta regionale ad esprimere il diniego riportato in premessa;

2) se non si intenda rivedere la posizione rispetto al mancato ampliamento della ZPS Gran Paradiso in riferimento alla Direttiva Uccelli e al Decreto Legislativo n. 251 del 16 agosto 2006 che detta norme urgenti per assicurare l'adeguamento alla Direttiva stessa.

F.to: Venturella

Presidente - La parola al Consigliere Venturella.

Venturella (Arc-VA) - Questa interpellanza nasce dalla constatazione che intorno a una direttiva della Comunità europea - la n. 79/409 - vi è un'inadempienza su due fronti. Nell'iniziativa ho citato i passaggi più importanti, vedo ora di riassumere per brevi tratti cosa capita. La prima data è il 1979 con la direttiva comunitaria chiamata "Direttiva Uccelli", dove venivano individuate nell'allegato 1 alcune specie di volatili per le quali era prevista una protezione speciale, nel senso che doveva garantirsi la conservazione dell'"habitat". Nel 1992 viene alla luce una seconda direttiva chiamata "Direttiva Habitat", che costituisce una rete ecologica europea denominata "Natura 2000", rete che aveva, oltre le "ZPS" - zone a protezione speciale -, anche delle zone speciali di conservazione individuate in base alla "Direttiva Habitat". 1979-1992 quindi. Nel 2003 vi è una causa di fronte alla Corte di giustizia europea e l'Italia viene condannata perché inadempiente in quanto non ha individuato sufficienti zone di protezione speciale ai sensi della direttiva comunitaria n. 79/409, che stabiliva l'individuazione di queste zone speciali. Tra l'altro, oltre alla sentenza della Corte di giustizia europea del 20 marzo 2003, si aggiungono altre 2 sentenze della stessa Corte di giustizia su altri casi equivalenti, esse dicevano che l'articolo 4: quello che doveva obbligare gli Stati membri ad individuare oltre le "ZPS" anche delle zone speciali di conservazione che dovevano coincidere con altre aree individuate, le IBA ("Important bird areas"), importanti per la conservazione dei volatili... insomma queste 3 sentenze della Corte di giustizia europea ribadivano la condanna dell'Italia dicendo: "guardate che non potete sfuggire, anche se mi raccontate che non avete avuto tempo, che queste zone non potevano essere individuate, non c'entra, non è che perché non le avete individuate dal punto di vista cartografico non le dovete più individuare". Ribadiva quindi il rigore della direttiva, cioè il dovere di individuarle. Cosa capita? Capita che la Commissione europea interviene e il 14 dicembre 2004 con parere motivato ingiunge al Governo di stabilire nuove "ZPS" - fra l'altro, che devono coincidere con 61 "IBA" elencate in un allegato -, sennò, nel caso che il Governo italiano non dovesse individuare tali nuove "ZPS", verrebbe multato con 100mila euro al giorno; naturalmente questo viene prorogato. Il Ministero dell'ambiente, subito preoccupato da questo parere motivato, ingiunge alle Regioni di istituire nuove "ZPS" aggiornando le cartine. Qui abbiamo una zona: la "004", chiamata "Gran Paradiso Val Soana", in verità abbiamo una "ZPS", ma coincide solo con il territorio del Parco nazionale del Gran Paradiso, la zona "IBA" invece allarga ad un'area maggiore l'area di protezione.

Cosa risponde la Regione Valle d'Aosta al Ministero dell'ambiente? Dice: "uno, la richiesta di estensione è motivata con la necessità di assicurare la protezione al gufo reale, questa protezione però deriva non da uno studio scientifico, ma da stime", quindi risponde: "no, grazie". Aggiunge poi: "dovete tener conto che il nostro territorio è abbastanza protetto, che per noi, più che estendere la ZPS, è rilevante avviare azioni mirate volte a favorire il mantenimento delle superfici idonee alla caccia". Si parla della "Direttiva Uccelli", di protezione dei volatili; qui invece no, è meglio forse che si studino dati per delle iniziative volte a favorire il mantenimento di superfici idonee alla caccia. Siamo al paradosso qui! Ti chiedo di proteggere, tu invece mi dici: "no, vorrei allargare i territori di caccia". Vogliamo quindi sapere il perché di questo diniego, perché non avete ottemperato ciò che ha consigliato il Ministero dell'ambiente. Vi sono delle risposte un po' particolari, vogliamo in definitiva sapere quali sono le vere ragioni che hanno portato ad esprimere il diniego e soprattutto perché non si è ancora fatto nulla. Non pretendiamo che vengano coinvolti questi 13-14 Comuni della "Plaine" densamente urbanizzata, ma almeno far sì che la zona "ZPS Gran Paradiso" venga almeno allargata alle zone di alta quota già comprese nella "IBA 004".

Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.

Isabellon (UV) - Quali sono le ragioni che hanno indotto la Giunta ad esprimere il diniego riportato in premessa. Qui è bene entrare nello specifico, altrimenti generalizzando si rischia di far passare dei messaggi evidenziati, piuttosto che altri. Le premesse, quelle che citano le norme europee e le richieste da parte del Ministero dell'ambiente corrispondono, sono invece le considerazioni successive che è bene che vengano citate in maniera più specifica. Il Ministero dell'ambiente lo scorso anno ha richiesto l'ampliamento della "ZPS" "IT 1201000" - la sigla è quella del Parco nazionale Gran Paradiso - fino a comprendere l'intera superficie dell'"IBA 004 Gran Paradiso Val Soana", individuata nell'inventario curato dalla LIPU delle zone ritenute importanti per la conservazione degli uccelli. L'area, partendo dall'attuale "ZPS" coincidente con il Parco nazionale Gran Paradiso, prevede un consistente ampliamento fino a raggiungere il fondovalle della Regione in destra orografica della Dora Baltea. La motivazione a sostegno dell'ampliamento riguarda la necessità di assicurare protezione al "Bubo bubo" (gufo reale) e al suo areale, poco rappresentati nelle attuali "ZPS": Parco nazionale Gran Paradiso e Parco naturale Mont Avic rispetto alla superficie complessiva dell'"IBA".

Con nota prot. n. 13708 del 30 marzo 2005, a firma del Presidente della Regione - Carlo Perrin - e dell'Assessore all'agricoltura - Roberto Vicquéry -, l'Amministrazione regionale ha espresso al Ministero dell'ambiente il proprio dissenso per le seguenti motivazioni. Non è quindi un discorso di abbastanza, di tanto o di poco, sono importanti i numeri in questo caso, perché i numeri sono quelli che poi danno l'effettiva incidenza di quello che andiamo a trattare. La Valle d'Aosta ha un'estensione complessiva pari a 326.069 ettari, circa 38,5% del territorio è costituito da ghiacciai, rocce nude, falesie, aree con vegetazione rada, ambienti questi inospitali e assai scarsamente fruibili. Il 23,15% del territorio è tutelato, perché area naturale protetta o sito "Natura 2000" e il 18,5% ospita una zona di protezione speciale, dato questo che pone la Regione al terzo posto in Italia per "ZPS" attualmente. Al momento sono presenti 5 "ZPS" che coprono una superficie di 60.269 ettari: Parco nazionale Gran Paradiso, Parco naturale Mont Avic, Val Ferret, gli ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa e la zona umida "Les Iles" di Saint-Marcel.

Punto n. 2, l'allegato 4 al parere motivato della Commissione europea prevede per la Valle d'Aosta l'estensione dell'"IBA" Parco nazionale Gran Paradiso Val Soana dagli originali 85mila ettari fino a 117.275 ettari. La maggiore estensione, pari a 32.275 ettari, ricade interamente in territorio valdostano e porta la superficie regionale complessiva coperta dalla "ZPS" a 83.897 ettari. La richiesta di estensione è motivata dalla necessità di assicurare protezione alla specie "Bubo bubo", per la quale la relazione finale del progetto: "Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA" riporta una popolazione pari a 20 coppie.

Punto n. 3: le osservazioni note confermano la presenza della specie a ridosso del fondo valle e nell'orizzonte subalpino e alpino, ma il dato numerico deriva esclusivamente da stime di presenza e non da censimenti con precisa localizzazione dei territori e lo stesso criterio "IBA" utilizzato "C6" è applicato a specie incluse in allegato "Q 1" della "Direttiva Uccelli", presenti con popolazione significativa a livello italiano. Nel rapporto del 2000, proprio in considerazione del fatto che le specie elencate nella lista "IBA" 1989 sono presenti in un soddisfacente stato di conservazione e consistenza numerica nelle "ZPS" che ricadono nelle "IBA" e in numerose "ZPS" sull'intero territorio italiano, peraltro non si riteneva necessario alcun ampliamento dell'esistente nelle nuove istituzioni.

Punto n. 4: a livello locale l'ampliamento della "ZPS" indicata comporta l'inclusione di ben 17 Comuni: Cogne, Introd, Gressan, Villeneuve, Aymavilles, Jovençan, Charvensod, Brissogne, Pollein, Saint-Marcel, Fénis, Chambave, Pontey, Châtillon, Montjovet, Champdepraz, Champorcher, molti dei quali localizzati nel fondovalle densamente antropizzato e il cui territorio risulta interamente compreso all'interno della "ZPS". A livello regionale l'estensione porta la percentuale di territorio sottoposto a tutela a circa il 37%. La principale e più immediata ricaduta a livello locale rimane l'obbligo di applicazione della procedura di valutazione di incidenza, prevista dalla direttiva n. 92/43.

Punto n. 5: il Comitato scientifico del Museo di scienze naturali di Saint-Pierre, al quale è stato richiesto un parere in merito con nota prot. 12085 del 21 marzo 2005, non ha ritenuto indispensabile ai fini della tutela del gufo reale l'estensione dei confini della "ZPS Gran Paradiso".

Punto n. 6: per la protezione della specie segnalata, tenuto conto che ci si riferisce a una stima di presenze e non a dati certi, appare sicuramente più rilevante non tanto l'estensione della "ZPS", quanto piuttosto avviare azioni mirate quali approfondimenti scientifici che forniscano precisi dati di presenza e localizzazione dei siti riproduttivi o iniziative volte al mantenimento di superfici idonee alla caccia, in particolare alle quote medio basse ove l'abbandono agricolo ha come conseguenza l'espansione delle aree boscate. Non basta sentir nominare la caccia per fare un ampliamento generalizzato. È possibile ancora ipotizzare iniziative volte a favorire la riduzione della presenza di cavi aerei o la loro efficace visualizzazione nelle aree regolarmente frequentate dalla specie. In questo ambito può essere efficace l'applicazione della vigente procedura di VIA.

Punto n. 7: l'Amministrazione regionale ha già dimostrato impegno e attenzione in tale ambito, effettuando le designazioni sopra citate che pongono allo stato attuale la Valle d'Aosta fra le Regioni che hanno la più alta percentuale di territorio interessato da "ZPS": questo è importante che sia stato detto in occasione di tale comunicazione di risposta al Ministero.

Punto n. 8: tenuto conto della carenza di dati scientifici di supporto, l'Amministrazione si è anche impegnata ad approfondire sul piano scientifico il livello di conoscenza sulla specie, in modo da valutare la problematica su basi rigorose ed individuare appropriate misure di tutela. Proprio quest'anno sono stati avviati degli studi in collaborazione con l'Ente Parco e il Museo di scienze naturali di Saint-Pierre finalizzati a verificare l'effettiva presenza e la consistenza della specie.

In merito al punto n. 2, il nuovo decreto legislativo pone ulteriori motivi di riflessione sull'effettiva necessità di procedere all'ampliamento della "ZPS" proprio in relazione alla vastità di territorio coinvolto e alle misure di protezione previste. Questo è l'ultimo decreto legislativo n. 251/2006 che detta norme urgenti per assicurare l'adeguamento alla direttiva stessa. Per citarne solo alcune: il divieto di realizzazione di nuove discariche e di ampliamento delle esistenti, la messa in sicurezza degli elettrodotti e delle linee aeree rispetto al rischio di impatto dell'avifauna... misure che possono risultare particolarmente gravose se applicate all'intero fondovalle. È intenzione dell'Amministrazione proseguire l'attività di approfondimento scientifico e attivare un confronto con i responsabili della LIPU e con il Ministero dell'ambiente sulla base dei dati emersi e della situazione territoriale per verificare l'effettiva necessità di ampliare in tutto o in parte la "ZPS", così come la possibilità di individuare misure di protezione che non necessariamente prevedano l'istituzione di una "ZPS".

Presidente - La parola al Consigliere Venturella.

Venturella (Arc-VA) - In breve, direttiva n. 79/409 della Comunità europea, diniego, 3 sentenze della Corte di giustizia europea... non ci importa nulla; parere motivato della Commissione europea... non ci importa nulla, decreto legislativo n. 251/2006... che ci importa? Questa è la risposta dell'Assessorato dell'agricoltura della Regione Valle d'Aosta, vi sono 5 provvedimenti di tipo legislativo che obbligano e noi invece tuteliamo altri interessi, e ciò lo si apprezza benissimo! Come voi siete stati così bravi nell'argomentare con 8 punti il diniego della Regione ad estendere il perimetro della "ZPS", perché non fare una controproposta? Sono d'accordo che i 17 Comuni, soprattutto quelli che interessano il fondovalle, zone densamente antropizzate, ha poco senso lì estendere il perimetro della "ZPS", ma esiste tutta una serie di aree che sono poste a quote superiori. Siamo basiti da questo comportamento, che poco ha a che vedere con il concetto stesso di protezione. Le do solo un dato: "ZPS", "SIC" - siti d'interesse comunitario -, voi mi dite che le nostre zone sono già abbastanza protette, è una percentuale incredibile che ci pone in testa. Voi pensate che ad esempio un intero "SIC", "1204010", nella zona della Val Ferret, coincide con il territorio dell'azienda faunistica "Mont Blanc Nature". Se questa è protezione, allora veramente siamo al ridicolo, Assessore Isabellon!