Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2180 del 5 ottobre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2180/XII - Problematiche relative alla bonifica sanitaria del bestiame. (Interpellanza)

Interpellanza

Viste le D.G. n. 2416 e n. 2399 del 25 agosto 2006, aventi per oggetto rispettivamente l'integrazione della spesa relativa al programma regionale settembre 2005 - agosto 2006 di bonifica sanitaria del bestiame, e l'incarico ad una professionista per l'espletamento di prestazioni veterinarie nell'ambito del piano di bonifica sanitaria del bestiame, e del programma di assistenza tecnica del settore zootecnico;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

Gli Assessori alla Sanità, Salute e Politiche Sociali e all'Agricoltura e Risorse Naturali per conoscere:

1) relativamente all'anno 2004, quanti sono stati gli animali colpiti da brucellosi e tubercolosi, quanti quelli curati, quelli abbattuti divisi per specie, il numero di allevatori indennizzati e il totale degli importi erogati suddivisi per tipologia di animale;

2) l'incremento assoluto e percentuale constatato, che nella D.G. n. 2416 fa riferimento ad un aumento di casi di tubercolosi e brucellosi, comparando il periodo settembre 2004 - agosto 2005 a settembre 2005 - agosto 2006;

3) quali sono le cause accertate sinora dell'incremento di animali colpiti, e se non sono individuabili delle pecche, delle lacune, delle responsabilità nella campagna di bonifica e risanamento sanitaria, dato che questa oramai va avanti da decenni, e tali malattie non sono state debellate, ma addirittura se ne riscontra un aumento, e cosa si intende fare;

4) se l'espletamento dell'incarico affidato alla professionista di cui alla delibera sopraccitata preveda anche programmi di prevenzione, e se sì, quali sono.

F.to: Bortot - Venturella

Presidente - La parola al Consigliere Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Non sapevo bene se chiedere per iscritto i dati che ho chiesto con questa iniziativa, poi ho pensato di fare un'interpellanza e spiego il perché: ho l'impressione che l'agricoltura in Valle d'Aosta sia una "Cenerentola", cioè vi sono punte di esaltazione quando si parla di agricoltura e poi cade nell'oblio, nel frattempo tutto il comparto subisce modifiche strutturali e quasi si danno come fisiologiche; su questo non sono molto d'accordo. Se d'agricoltura si parlasse il 50% di quel che si parla di Casinò e di "Billia" qui dentro, forse godrebbe di maggiore salute. Lo dico senza nessun tono polemico e senza demagogia, anche perché è un settore che mi interessa, ci lavoro indirettamente da decenni. Noi abbiamo una diminuzione dei bovini dal 1997 al 2005 del 15% - sono dati giornalistici, non so se sono esatti, credo lo siano -, abbiamo una diminuzione del 30% degli allevamenti e abbiamo una concentrazione di bovini in sempre meno stalle, cioè vi sono sempre più stalle con un maggior numero di capi di bovini e si riducono le aziende a conduzione familiare.

Questo processo di trasformazione... dobbiamo stare attenti perché ne va di mezzo la gestione del territorio che noi giustamente abbiamo sempre legato all'allevamento e all'agricoltura. Dobbiamo stare attenti anche per porre come Governo regionale e Consiglio i problemi della montagna e dell'agricoltura, non dico che non siano stati posti, ma con maggior forza in tutti i livelli istituzionali nazionali e internazionali, perché ho l'impressione che con tutta una serie di piccoli interventi, mi rifaccio a un incarico sul problema della brucellosi e tubercolosi, a un aumento dei contributi stanziati per venire incontro a un aumento della brucellosi e della tubercolosi, leggendo questi dati rispetto a quelli che ho dato prima, non riesco a venirne a capo. Sono decenni che facciamo risanamento e continuiamo a fare risanamento, sono decenni che abbiamo investito sulle stalle per la questione sanitaria, l'abitabilità, la conduzione per migliorare le condizioni di vita e non si capisce perché questo fenomeno della brucellosi e della tubercolosi è in aumento. L'interpellanza vuole in sostanza coinvolgere l'Assessore per avere delle risposte all'iniziativa, ma per porre anche all'attenzione del Consiglio l'intera problematica.

Ho parlato di allevamento, ma dovremo prestare anche più attenzione a una diversificazione delle produzioni in agricoltura: penso, ad esempio, alla sericoltura legata alle fonti energetiche rinnovabili e a un comparto che, se non vogliamo sempre dipendere da altre aziende, è da seguire: parlo del ruolo dell'"Institut agricole", che sta lavorando bene; parlo del Centro colture sperimentali che è stato uno dei miei primi interventi in aula, ebbene questa piccola azienda che fa ricerca a Quart ha immesso nei supermercati anche della Valle d'Aosta dell'ortofrutta con un marchio da loro brevettato che ne aumenta la qualità e la salubrità. Non riscontro però un'attenzione da parte del Governo nei confronti di questa azienda, nel senso che c'è un contenzioso aperto, ma la mia idea sarebbe quella di definire il contenzioso e promuovere delle collaborazioni con tale azienda affinché assieme al loro "label" sull'insalata che va nei supermercati vi sia a fianco anche il marchio della Valle d'Aosta. In sostanza, Assessore, l'interpellanza riguarda una serie di dati che mi piacerebbe avere, ma se poi rispetto alle cose che ho accennato anche uscendo dal tema volesse rispondermi, gliene sarei grato.

Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.

Isabellon (UV) - Innanzitutto una parte della risposta sarebbe stata di competenza del collega Fosson e la svilupperò io. Faccio una premessa: se dovessi rispondere a tutti i temi sollevati, ce ne sarebbe per mezza giornata, quindi cercherò di attenermi all'oggetto di cui tratta l'interpellanza, anche se due suggestioni in merito a quello che è stato detto dal collega Bortot possono essere riprese.

Abbiamo dei dati anzitutto che dicono che la diminuzione dei bovini del 15% dal 1995, la diminuzione degli allevamenti sono sicuramente riscontrabili, ma questo non significa solo negatività, perché in tali anni si è andati nella direzione di avere un maggior equilibrio per quel che riguarda le aziende agricole fra il numero di capi delle aziende e il territorio, ma questo naturalmente è legato anche a delle politiche che sono state introdotte di premialità per quelle aziende che rientrano in certi parametri, anche dettate dalle norme europee e che sono state recepite. Avere un giusto equilibrio di rapporto fra numero di capi e territorio aziendale quindi è una buona cosa, questo anche in merito alle problematiche relative alla sovrappopolazione di certe zone che poteva esserci nel passato. Evidentemente questo non comporta un aumento di numero di capi per stalla, questo è un dato che non ci risulta, in quanto l'incentivo ad avere un numero corretto di capi è quello che permette una rimodulazione delle dimensioni aziendali.

Entrando nel merito dell'interpellanza, non c'è alcun problema a fornire i dati anche se non sono stati richiesti, perché sono dati pubblici, in merito all'aspetto sanitario, che è un aspetto importante degli allevamenti, per quanto riguarda i punti nn. 1 e 2, si possono fra di loro aggregare per chiarezza di lettura. Campagna 2004-2005, campagna 2005-2006, queste comportano un aumento della brucellosi anche significativo, in quanto sono numeri che sono legati nel caso specifico all'incidenza di un solo allevamento con moltissime positività. Si è comunque passati da 14 a 135 casi; "TBC" da 220 a 375, numero di allevatori indennizzati, hanno avuto una differenza di più 27; indennizzo per la brucellosi da 7 a 15, indennizzo per "TBC" da 12 a 31. La spesa complessiva è stata conseguenzialmente aumentata; brucellosi da 9.800 euro a 104.000; "TBC" da 139.000 a 382.000. Bisogna dire che gli animali colpiti da brucellosi e abbattuti... la legge vieta la cura di queste malattie del bestiame trasmissibili all'uomo... sono 14 nel 2004-2005 e 135 nel 2005-2006. Qui poi vi sono dei casi di atipicità che sono emersi, reazioni atipiche a piccoli focolai subito estinti. Il numero di allevatori indennizzati è ridotto rispetto al numero dei casi, perché la tubercolosi e la brucellosi hanno colpito allevamenti di grossa consistenza, interessando un numero consistente di capi, poi farò copia.

In merito al punto n. 3, c'è una premessa da fare. La situazione non è uguale per tutte le malattie soggette a bonifica. La brucellosi ovicaprina è assente in Valle d'Aosta dal 2004, dalla leucosi bovina enzootica siamo riconosciuti indenni dalla Comunità europea fin dal 2003; la brucellosi bovina è ridotta nel 2005 a 2 focolai veri, in effetti gli altri sono delle reazioni sierologiche atipiche che hanno interessato 13 bovine, che, indagate in seguito mediante analisi colturali su tessuto prelevati al macello, non hanno evidenziato la presenza della brucella. La tubercolosi ha fatto registrare un aumento nel corso del 2005-2006, perché ha colpito tra le altre 6 stalle con numerosi capi e si è sviluppata con una forte contagiosità, interessando pressoché tutti i capi presenti: questa è una situazione che si verifica quando gli animali non sono più a contatto con il batterio. Restano carenti di difese anticorporali verso la malattia, va inoltre precisato che la malattia tubercolare si presenta in Valle d'Aosta con un andamento altalenante; qui ci sarà poi un grafico che rappresenta la situazione in un arco temporale più lungo. È comunque lecito pensare che quella attuale è una fase crescente dell'andamento epidemico, poi chiaramente, secondo quelle che sono le tendenze, dovrebbe poi di nuovo diminuire. L'andamento della malattia presenta qualche motivo di perplessità in quanto le aziende positive alla prova tubercolinica sono uniformemente distribuite sul territorio regionale e l'andamento nel tempo è altalenante, anche se non si può parlare di "trend" in netto peggioramento, di fatto per arrivare all'eradicazione ci vuole ancora tempo. La malattia è ancora presente, come dimostra il fatto che la positività, la prova allergica cutanea "PPD", è costantemente accompagnata dalla presenza di lesioni tubercolari riscontrate al macello da veterinari ispettori.

Abbiamo dei fattori predisponenti nel caso della "TBC" in Valle d'Aosta, che sono un po' legati alle nostre forme di gestione degli allevamenti e della situazione zootecnica in generale. Le situazioni da mettere in evidenza sono: la prima, la pratica dell'alpeggio che comporta una promiscuità di animali provenienti da allevamenti diversi che convivono per circa 100 giorni. Tutti gli animali che salgono all'alpeggio provengono da stalle ufficialmente indenni da "TBC", ma è sufficiente che un animale si infetti per qualsiasi motivo che la malattia sia trasmessa a tutto l'effettivo di alpeggio. È comprensibile la ricaduta sulle aziende che conferiscono alla monticazione i loro capi. Ancora: la pratica dello svernamento presso altre aziende, anche fuori Valle, comporta gli stessi rischi descritti per l'alpeggio. Lo scambio di animali fra aziende è una pratica antica e molto diffusa in Valle e comporta rischi analoghi a quelli sopra descritti. In numerosi casi è stato possibile associare l'ingresso in stalla di un nuovo capo con il manifestarsi della malattia tubercolare. In ultimo la prova intradermica della "PPD" sta dimostrando dei limiti che sono rappresentati dal fatto che non evidenzia la malattia nelle forme iniziali e nelle forme post primarie molto gravi; inoltre è possibile alterare fraudolentemente la risposta con il ricorso a farmaci normalmente usati in buiatria.

Rimedi possibili. Bisogna dire che è stato associato il test del gamma interferone alla prova intradermica per definire e controllare i focolai nel corso della campagna 2005-2006: questo ha comportato un aumento dei capi individuati come positivi con il conseguente aumento di spesa per i rimborsi, perché è una verifica più precisa. Si prevede un "trend" simile ancora per il 2006-2007, un ritorno ai bassi numeri di animali positivi nel 2007-2008. Al fine di aumentare l'attenzione al momento delle compravendite, è stata introdotta la prova del gamma interferone su base volontaria a spese dell'Amministrazione regionale per permettere agli allevatori di avere maggiori garanzie all'atto dell'acquisto del bestiame.

Sulla basi di questi principi la deliberazione di Giunta n. 2636 del 15 settembre 2006, contenente il programma regionale 2006-2007 di bonifica sanitaria del bestiame, ha previsto degli interventi specifici per accelerare l'eradicazione della malattia, ai fini di raggiungere questo obiettivo e di arrestare la propagazione della malattia in tutti i casi di aziende con revoca o sospensione della qualifica di ufficialmente indenne, si dovrà procedere nel seguente modo: effettuazione di un'indagine epidemiologica che prenda in considerazione anamnesi specifica per "TBC" dell'allevamento, presenza in allevamento di altre specie serbatoi di infezione - esempio capre -, possibilità di casi di tubercolosi umana, correttezza delle registrazioni anagrafiche di carico e scarico dell'allevamento, contatti a rischio degli ultimi 6 mesi intesi come promiscuità in alpeggio e/o svernamento, quindi la tracciabilità del percorso degli animali, i provvedimenti in questi casi saranno assunti dalla Commissione sanitaria regionale di cui alla legge n. 70/1982, articolo 20, come modificata dalla legge n. 39/1997, verifica della provenienza dei capi risultati positivi acquistati negli ultimi 3 mesi da altri allevamenti. Se essi provengono da altre aziende della Regione, si procederà al blocco delle movimentazioni di animali a testare sia con il test del gamma interferone obbligatorio, sia con la "PPD" gli animali superiori a 6 settimane dell'azienda di provenienza: questo è un intervento di garanzia. Due parole sulle responsabilità. È previsto il ricorso all'autorità giudiziaria in presenza di comportamenti sospetti di illegalità e in effetti presso la Procura della Repubblica di Aosta esistono delle segnalazioni in tal senso.

Rimane l'ultimo punto relativo all'incarico. L'attività del professionista relativamente all'incarico affidato con deliberazione di Giunta n. 2399/2006 è essenzialmente legato alla gestione dell'anagrafe degli animali di interesse zootecnico e dei relativi allevamenti in quanto l'anagrafe del bestiame è uno strumento basilare per la conoscenza della situazione sul territorio e per le azioni di prevenzione, di lotta alle malattie del bestiame ed eradicazione delle stesse. La nostra anagrafe del bestiame è in una situazione ottima rispetto ad altre realtà. La banca dati dell'anagrafe rappresenta uno strumento strategico per: uno, la sorveglianza sanitaria al monitoraggio epidemiologico, è possibile localizzare precisamente gli allevamenti e i capi infetti, rintracciare gli animali a rischio; due, la tutela del consumatore, che è un aspetto molto importante: la risalita all'origine degli alimenti e agli stabilimenti di allevamento consente di etichettare le produzioni e di documentarne la salubrità, questo legato anche ad altre iniziative di promozione dell'uso della carne locale in quanto tracciabile; la definizione di piani sanitari: con la conoscenza della situazione è possibile programmare ogni intervento. In ultimo bisogna dire che la banca dati dell'anagrafe è uno strumento condiviso con i servizi veterinari e con tutti gli organismi che si occupano di sanità animale per l'attività e la realizzazione dei piani gestiti da ciascuno.

Presidente - La parola al Consigliere Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Devo dire che sono abbastanza soddisfatto delle risposte dell'Assessore, anche perché sono dettagliate e si riesce a rielaborarle, nel senso che sarebbe interessante capire la percentuale di bovini colpiti rispetto al numero dei bovini presenti nella stalla per capire se la "TBC" e la brucellosi colpiscono più stalle di media piccola dimensione o quelle più a grandi dimensioni, perché allora potrebbe esserci anche un problema di promiscuità. Un parallelo un po' "stiracchiato" riguarda l'aviaria... era solo per rendere l'idea. L'altra cosa che sarebbe da approfondire.... quando dice che il numero dei bovini è diminuito e quindi c'è un maggior equilibrio sul territorio... sul piano teorico sono d'accordo e torniamo alla media del pollo; ho paura che, è vero che sono diminuiti, ma aumentando la concentrazione di bovini in stalle sempre più grosse il rischio è che...

(interruzione dell'Assessore Isabellon, fuori microfono)

... pongo un dubbio, non un'affermazione.

L'altra cosa che mi sarebbe piaciuto sentire è che l'incarico alla Signora veterinaria riguardasse anche la possibilità che vi siano state mutazioni genetiche nei batteri della "TBC" e della tubercolosi, perché potrebbe darsi che, a seguito di decenni di cure e di interventi, avvengano delle mutazioni genetiche con batteri sempre più resistenti, con il rischio che non si riesca ad intervenire con tempestività e con medicine efficaci. Mi fa piacere che si sia "messo mano" alla produzione per consumo umano di bovine e questa è una filiera importante, perché la finanziaria del 1999 prevedeva la possibilità di utilizzare prodotti agricoli del territorio e tradizionali e biologici nelle mense scolastiche. Con l'Ufficio legale abbiamo predisposto una bozza di legge che dovrebbe incrementare la possibilità di consumo di questi prodotti biologici e locali nelle mense pubbliche della nostra Regione. Avendo un disciplinare e avendo un certo numero di capi e non solo di bovini controllati da un disciplinare, vuol dire che anche in tale settore, se il Consiglio farà propria questa proposta di legge, siamo in grado di fornire carne nelle mense pubbliche non di provenienza dall'esterno della Valle. Di conseguenza, sarebbe importante ampliare questo tipo di ricerca riguardo alla promiscuità dei bovini e degli animali nelle stalle se effettivamente tale equilibrio a cui faceva riferimento si è concretizzato, e non è solo la media che sostengo io, e soprattutto vedere se esiste la volontà politica rispetto all'allevamento dei bovini di diversificare ulteriormente nell'agricoltura nella nostra Regione.