Oggetto del Consiglio n. 2170 del 5 ottobre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2170/XII - Ripercussioni sulla Casa da gioco di Saint-Vincent a seguito dell'entrata in vigore del decreto Bersani-Visco. (Interrogazione)
Interrogazione
Premesso che il decreto Bersani-Visco, diventato legge il 4 agosto scorso, assoggetta a imposta anche i proventi derivanti dal gioco d'azzardo;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
il Presidente della Regione e/o l'Assessore regionale delegato per sapere:
1) attraverso quali modalità operative il Casinò de la Vallée sta ottemperando a quanto disposto dalla norma citata in Premessa;
2) quali ripercussioni si prevedono sulla Casa da Gioco valdostana, in termini di presenze di clienti e di proventi di gioco, a seguito dell'entrata in vigore del decreto Bersani-Visco.
F.to: Tibaldi - Lattanzi
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - I colleghi interrogano su un tema molto specifico, che è il decreto "Bersani-Visco" e chiedono attraverso quali modalità operative il "Casinò de la Vallée" sta ottemperando a quanto disposto dalla norma citata in premessa. Il casinò, da me interpellato su questa vicenda, dichiara che non ha messo in atto alcuna modalità operativa, in quanto non risulta a questa società che nuove e diverse imposizioni dei proventi derivanti dai giochi di azzardo siano state messe in atto con il decreto "Bersani-Visco", diventato legge il 4 agosto 2006. La tassazione dei proventi della casa da gioco è regolamentata dal DPR n. 640/1972 e successive modificazioni, imposta sugli intrattenimenti, che definisce agli articoli 2, 3 e 4 la soggettività passiva, base imponibile ed aliquote di imposta. La società di gestione è assoggettata alla normativa relativa all'IRES, all'IRAP, così come qualsiasi altra società.
Rispetto alle ripercussioni non è quindi facile, al momento, stimare quali potranno essere le future ripercussioni in termini di presenze e proventi di gioco conseguenti all'entrata in vigore del decreto "Bersani-Visco". Appare peraltro scontato che, allargando la possibilità di gioco in un contesto economico di recessione, è facile prevedere che non potranno che manifestarsi ulteriori riflessi negativi. Al fine di valorizzare le nuove opportunità offerte dal dispositivo di legge di cui sopra, la società sta valutando - ovviamente previo verifiche del caso con gli organi competenti - di partecipare alla gara per l'assegnazione di un punto vendita da aprire all'interno del casinò e di chiedere una concessione governativa per essere autorizzati alla raccolta del gioco a distanza. Le 2 azioni sopra descritte, che sono delle idee, sarebbero finalizzate a diversificare con risultati ancora in corso di valutazione il "business" aziendale, creando una nuova fonte di proventi di giochi che deriverebbero dall'"online", ipotizzare la gestione del gioco "online" limitatamente ai cosiddetti "giochi di abilità" ("skill games"), individuando un alleato fra gli operatori che già dispongono di offerte di gioco "online" in ambito di scommesse sportive, migliorare la visibilità del marchio e dell'attività del casinò sul mercato dell'"online", accrescere di molto il potenziale di fidelizzazione di nuova clientela da dirottare nelle sale giochi: questa è la risposta e queste le ipotesi di lavoro che il casinò ha sotto esame.
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Il decreto "Bersani-Visco" è stato il "tormentone estivo". Adesso inizia il "tormentone autunnale" della finanziaria, però quello estivo portava la firma di Bersani e di Visco... non so se chiamarlo Visco o Fisco... comunque il senso rimane quello!
Abbiamo ascoltato la sua risposta, Assessore, e non possiamo che manifestare una certa meraviglia. L'iniziativa trae spunto da una norma del decreto citato, in particolare l'articolo 36, il cui comma 34 bis recepisce una recente pronuncia della Corte di Cassazione del 19 luglio - leggermente antecedente alla trasformazione in legge del decreto "Bersani" - dove le vincite costituiscono - si dice, come quelle da giochi e da scommesse lecite - sempre reddito imponibile. Il problema non si pone allora nei confronti della casa da gioco come soggetto imponibile, ma si pone nei confronti dei giocatori che possono vincere al gioco di azzardo determinate somme. Questo principio è stato recepito dal decreto "Bersani-Visco" ed estende il concetto di reddito illegale prevedendo che i proventi illeciti, qualora non siano classificabili nelle attuali categorie, siano inquadrabili nei cosiddetti "redditi diversi".
Perché abbiamo posto questa domanda alla Giunta? Perché immaginiamo che dall'entrata in vigore di questa legge anche le vincite successive - immagino che ci sia stata la "vacatio legis" - a metà agosto debbano essere inserite nella dichiarazione dei redditi dei contribuenti che hanno percepito le vincite stesse, ma immagino che queste vincite a tal titolo siano anche registrate nei documenti della casa da gioco. È naturale che qualche modalità operativa dovrà essere introdotta, perché se c'è una norma che prevede un nuovo sistema di imposizione fiscale, anche l'ente erogante dovrà essere chiamato a degli adempimenti.
La sua risposta ci dice che il casinò per adesso non ha messo in atto alcuna modalità operativa, né risulta richiesta, perché la norma non andrebbe ad incidere sul normale "ménage" contabile e fiscale; però, a nostro avviso...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... no, sto immaginando che chi vince dovrà dichiararlo e lei sa bene che la Guardia di Finanza prevede dei controlli incrociati, quindi sia il percettore della somma vinta, sia l'erogatore potrebbero essere suscettibili di questi controlli. È naturale che questa norma va a creare delle ripercussioni negative e lei lo ha citato, sono prevedibili, e queste ripercussioni negative si aggiungono ad iniziative di questo tipo, che già sono state messe in cantiere non solo da Bersani e Visco, ma in generale del Governo di Centro-Sinistra.
Prendiamo atto della risposta; ci fa piacere che la Giunta abbia impugnato alcune parti di questo decreto, perché straripano nell'ambito delle competenze che sono riservate alla Regione. Per il resto non è salutare una iniziativa fiscale di questo tipo e si assomma alle numerose iniziative fiscali promosse da questo Governo che andranno a recare danno alle aziende operanti sul territorio nazionale e anche su quello valdostano... e non vorremmo che il casinò non fosse immune dall'effetto devastante di una norma di questo tipo!