Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2139 del 20 settembre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2139/XII - Valutazioni da parte dei Comuni circa l'organizzazione del servizio idrico integrato. Ridefinizione delle modalità di organizzazione del servizio idrico integrato. (Interpellanze)

Interpellanza

Vista la recente deliberazione del Consiglio comunale di Villeneuve (n. 24 del 03/08/2006) circa l'attuazione delle proposte del BIM, riguardante l'organizzazione del servizio idrico integrato in sotto ambiti territoriali (sub-Ato);

Lette le considerazioni critiche che vengono formulate e le motivazioni di carattere tecnico e politico con cui il Comune di Villeneuve delibera, a maggioranza, di non aderire alle aggregazioni per il servizio idrico proposte dal BIM;

Ritenendo che tali osservazioni vadano prese seriamente in considerazione, perché l'organizzazione che è stata prefigurata rischia di non tenere conto né del fabbisogno idrico dei diversi territori comunali, né di precedenti investimenti fatti come Consorzi di Comuni, che non sempre coincidono con i nuovi sotto ambiti territoriali ottimali, né della titolarità delle acque attribuita finora ai Comuni;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interpella

la Giunta e l'Assessore competente per sapere:

1) se sono state esaminate le osservazioni critiche avanzate dal Comune di Villeneuve e come, in che sede e con quali modalità, se ne intende tener conto;

2) se altri Comuni hanno fatto pervenire analoghe osservazioni critiche sull'organizzazione del servizio idrico integrato in sotto ambiti territoriali ottimali (sub-Ato).

F.to: Squarzino Secondina

Interpellanza

Premesso che:

- secondo un censimento effettuato dall'Assessorato competente, nella Regione esistono almeno un centinaio di gestori diversi (esclusi gli acquedotti frazionali) che distribuiscono l'acqua attraverso circa 300 reti acquedottistiche;

- gli utenti di molti Comuni hanno subìto un incremento significativo delle tariffe idriche in questi ultimi anni;

- con Legge regionale 8 settembre 1999, n. 27 è stata disciplinata l'organizzazione del servizio idrico integrato, finalizzata alla tutela e al corretto utilizzo delle risorse idriche: tale normativa conferisce alla Regione una funzione pianificatoria e ai Comuni la gestione del servizio;

- il servizio idrico integrato è stato definito sulla base di un unico ambito territoriale ottimale coincidente con l'intero territorio regionale, suddiviso in sotto ambiti territoriali omogenei (sub-Ato) la cui delimitazione compete al Consorzio BIM ferma restando la condivisione delle amministrazioni comunali interessate;

- il Comune di Villeneuve ha recentemente deciso "di non aderire a nessuna aggregazione per il servizio idrico integrato", stabilendo che "l'ambito ottimale sia quello coincidente con il proprio territorio comunale" e manifestando apertamente il proprio dissenso "alla creazione di nuovi apparati burocratici e tecnici dei quali non si sente alcun bisogno e che avranno come unica e sicura conseguenza l'aumento dei costi dell'acqua per l'utente";

- altri Comuni valdostani starebbero valutando di seguire l'iniziativa adottata dal Comune di Villeneuve;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore delegato per sapere:

1) quali ragioni impediscono l'equanime coinvolgimento del Consorzio BIM e delle diverse Amministrazioni comunali in un'attenta analisi della situazione esistente e in un'approfondita valutazione prospettica dei servizi da erogare;

2) se il servizio idrico integrato, così concepito, non rischi di generare ulteriori costi di gestione e quindi aumenti delle tariffe idriche a carico degli utenti;

3) se intende ridefinire le modalità di organizzazione del servizio idrico integrato secondo uno schema di maggiore e più proficua collaborazione tra enti locali, al fine di conseguire una gestione e un utilizzo ottimali della risorsa "acqua".

F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Credo che questa iniziativa metta in luce l'esistenza di un problema: c'è un problema importante che preoccupa i Comuni o almeno i Comuni... nonostante tutto il lavoro fatto, il Piano regionale delle acque, la legge sul servizio idrico, nel momento in cui queste decisioni politiche prese cercano di entrare nel concreto si individuano delle questioni che vanno prese in considerazione. Abbiamo visto che 2 Comuni - quando ho preparato l'interpellanza c'era un solo Comune, Villeneuve, che ha posto la questione, ma il 6 settembre anche Introd ha seguito la stessa strada - si sono posti il problema di chiedersi quali sono le conseguenze delle decisioni prese nel Piano regionale delle acque e nella legge sulla riorganizzazione in modo integrato dei servizi idrici e questi Comuni vogliono non solo discutere il problema, ma il fatto che abbiano inviato queste deliberazioni al Presidente della Regione, ai Parlamentari, ai Consiglieri e alla stampa vuol dire che vogliono che tale tema sollevato diventi oggetto di riflessione dal punto di vista politico, oltre che diventi un oggetto su cui anche l'opinione pubblica deve essere informata. Ricordiamo che la legge che riorganizza in modo integrato i servizi vuole fare in modo che tutta la filiera che si occupa dell'acque sia analizzata congiuntamente, quasi facendo un sistema e in questo sistema di gestione delle acque la Regione ha individuato un unico ambito territoriale attribuendo al BIM le funzioni di autorità e di vigilanza sulle acque, mentre i Comuni associati in "sub-ato" devono gestire tutto questo servizio idrico integrato od organizzarsi per la gestione secondo dei territori che dovrebbero essere aderenti alle esigenze dei vari Comuni, tenendo conto della realtà esistente, dell'acqua esistente, delle fonti esistenti sul territorio; tenendo conto dei consorzi che già sono attivati; tenendo conto della partecipazione ad acquedotti; tenendo conto delle esigenze dal punto di vista agricolo e dell'acqua potabile, dal punto di vista del turismo e quindi sulla base di questi elementi devono definire il limite di questi territori. Le proposte che sono state ipotizzate, gli ambiti provvisori che sono stati individuati, i vari "sub-ato" non vanno bene; i Comuni di Villeneuve ed Introd dicono che queste suddivisioni, pur essendo provvisorie, non tengono conto di una serie di dati relativi ai vari territori. Nelle deliberazioni che vengono presentate vi sono alcuni esempi significativi, il Consiglio comunale di Introd dice: "il Comune di Introd fa parte, da un lato, del Consorzio di depurazione delle fognature; dall'altro, è consorziato con i Comuni di Valsavarenche, Villeneuve e Saint-Pierre per l'acquedotto comunale, è in convenzione con i Comuni di Rhêmes-Saint-Georges e Rhêmes-Notre-Dame per quanto riguarda l'acquedotto della Val di Rhêmes, è in convenzione con il Comune di Arvier per quanto riguarda l'acquedotto "Boregne"", quindi è in convenzione con Comuni che in questo "sub-ato" provvisorio non sono presi in considerazione in modo univoco. Il Comune di Villeneuve dice ancora: "anche noi facciamo parte del Consorzio di depurazione fognature" e questo spiegherebbe perché fanno parte del "sub-ato", che riguarda tutti i "Comuni de la Plaine", mentre è consorziato con i Comuni di Valsavarenche, Introd e Saint-Pierre per l'acquedotto comunale; Comuni che non rientrano nel "sub-ato" in cui invece Villeneuve dovrebbe rientrare. Questi sono esempi che fanno vedere come esistano dei problemi reali e noi volevamo sapere se l'Amministrazione regionale ha preso atto di tali problemi, se intende entrare nel merito e darsi degli strumenti affinché questa situazione problematica riesca a trovare una via di uscita che sia condivisa dai Comuni.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Alle considerazioni della collega Squarzino aggiungerei anch'io qualche riflessione... una risorsa forse che sembra banale, ma è talmente banale che spesso e volentieri si perde di vista: l'acqua. L'acqua è una delle grandi risorse dell'umanità, ma anche della nostra Regione, una delle grandi risorse che, proprio perché in abbondanza, viene spesso dimenticata. Mi sembra che vi siano anche recenti studi che stiano dimostrando - forse la stessa Giunta ha comunicato nelle scorse settimane - il rischio concreto di carenza idrica anche per la nostra Regione, terra di acqua, di ghiacciai che si stanno comprimendo a causa della climatologia, inquinamento, "boom" demografico, sprechi e cattiva distribuzione fanno diminuire la disponibilità idrica, da un lato, e aumentare le tariffe a carico dei cittadini, dall'altro. In questo quadro si inserisce una deliberazione del Comune di Villeneuve che è stata notificata a tutti i Consiglieri e che è stata lo spunto anche per la nostra interpellanza, quella firmata dal nostro gruppo, per capirci di più: dalla famosa legge n. 27/1999, che è stata quella che ha dato il "là" a tutta una serie di iniziative successive, ad arrivare allo schema di Piano di tutela delle acque della fine del 2004 e naturalmente a una gestione che dovrebbe essere coordinata a livello di enti locali, sotto l'egida di un consorzio che si chiama BIM. Il Comune di Villeneuve prende le distanze in una maniera direi netta: il Sindaco, ma soprattutto l'Amministrazione comunale dichiarano di non voler aderire a nessuna aggregazione per il servizio idrico integrato perché l'ambito ottimale che la Regione ha imposto, quello regionale, e i sub ambiti ("sub-ato") non coincidono con le esigenze territoriali della loro Comunità, né con le loro risorse disponibili in termini di soldi. Prendono quindi le distanze dalle burocrazie che la Regione impone e fanno una serie di osservazioni tutt'altro che secondarie. All'Assessore delegato abbiamo sottoposto alcuni quesiti, vorremmo capire perché le relazioni fra BIM e le diverse amministrazioni comunali non consentono un'analisi più attenta della situazione esistente e un'approfondita valutazione prospettiva delle soluzioni migliori, perché il Comune di Villeneuve ha fatto due calcoli e ha detto quella indicata non è una soluzione ideale per le nostre esigenze di comunità.

Vorremmo poi capire se questo servizio idrico integrato, di cui alla legge n. 27/1999, così concepito non rischi di generare ulteriori costi di gestione, quindi aumenti delle tariffe idriche a carico degli utenti. Penso che tutti noi che siamo anche utenti dei vari servizi idrici comunali ci siamo resi conto che, nonostante le belle leggi, il bel Piano di tutela delle acque, il consorzio BIM che sta pianificando quei Comuni, il meglio per noi utenti, che alla fine le tariffe sono aumentate e purtroppo parallelamente assistiamo a carenze idriche, a disservizi che vengono imputati alle ragioni che dicevo prima.

Con una ultima domanda vogliamo sapere dall'Assessore se intende ridefinire le modalità di organizzazione di questo servizio idrico integrato secondo uno schema di maggiore e più proficua collaborazione tra i vari enti a ciò preordinati (enti locali e BIM) e questo per conseguire l'utilizzo ottimale di questa risorsa così importante quanto così trascurata che si chiama acqua.

Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.

Cerise (UV) - Grazie intanto per aver voluto discutere congiuntamente le 2 interpellanze. Credo che, per poter essere più incisivi nella risposta, sia necessario ripercorrere la situazione giuridica di questa materia. È vero, tutto nasce con la legge n. 36/1994, che impone questo servizio idrico integrato, ma soprattutto instaura il principio che i costi di realizzazione e di gestione degli acquedotti siano "spalmati" sulle tariffe. In questa materia la Regione ha voluto legiferare con la legge n. 27/1999 che adatta alla situazione locale i criteri e i principi della "legge Galli" (legge n. 36/1994) e in particolare specifica i rapporti fra i diversi soggetti istituzionali operanti nell'ambito del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e impianto di depurazione). Bisogna avere chiaro questo concetto perché nella definizione dei "sub-ato" questi vanno riferiti al tipo di servizio di cui si sta parlando. Avremo non necessariamente delle coincidenze, questo è dovuto all'orografia del territorio, tra un "sub-ato" che si occupa dell'impianto di depurazione rispetto a quello acquedottistico, questo mi pare più che evidente visto che abbiamo le sorgenti in alto e i depuratori al centro o in zone più strategiche. Ancora: la Regione con la legge n. 27/1999 definisce le funzioni dell'ambito unico regionale territoriale, che sono state attribuite al BIM come autorità d'ambito regionale.

La legge regionale opera una distinzione tra le attribuzioni dei diversi livelli di funzioni relative al servizio idrico: le funzioni di programmazione e di indirizzo sono attribuite alla Regione, che attua sul territorio regionale, attraverso il Piano generale delle acque, gli obiettivi e gli indirizzi generali stabiliti dalle norme comunitarie, nazionali e dall'Autorità di bacino; le funzioni di governo a livello regionale, cioè di organizzazione, di pianificazione, di controllo e di coordinamento dell'esercizio delle funzioni dei Comuni, che devono essere associati - anche qui i Comuni non possono agire in maniera indipendente, l'affermazione: "per noi il "sub-ato" è il nostro Comune" è un'affermazione chiaramente contro la legge - nelle forme stabilite dalla legge regionale n. 54/1998, in materia di risorse idriche (articolo 1, comma 3) sono attribuite al BIM in qualità di autorità dell'ambito unico regionale; le funzioni di governo a livello locale, cioè di organizzazione, di programmazione e di controllo competono ai Comuni, ancora una volta associati nelle forme stabilite dalla legge regionale n. 54/1998 e costituiti in sottoambiti territoriali ottimali con una propria autorità di governo; infine le funzioni operative di erogazione dei servizi idrici, anche per settori specialistici, competono ai gestori che sono dei soggetti scelti dai Comuni ancora una volta secondo le procedure stabilite dalla legge regionale n. 54/1998. Fino alla legge regionale n. 27/1999 i Comuni erano titolari della competenza in materia di gestione dei servizi idrici e ancora qui facciamo attenzione, perché si legge come se i Comuni fossero i titolari delle acque, non è così: la titolarità delle acque per Statuto compete alla Regione, come meglio chiarito dalla legge n. 1/2005. La stessa legge n. 1/2005 poi ha sottolineato come ai Comuni competano alcune funzioni che voglio qui ribadire: l'individuazione della domanda di servizi, cioè della qualità e della quantità che devono essere garantite dai soggetti gestori a garanzia delle esigenze locali e a salvaguardia degli interessi degli utenti; la predisposizione, sulla base dei criteri e degli indirizzi fissati dalla Regione, del programma di attuazione riguardante le infrastrutture e le altre opere necessarie per l'erogazione dei servizi e del relativo piano finanziario; la scelta delle modalità di gestione del servizio idrico integrato nell'ambito delle forme previste dalla normativa in materia di autonomia locale; la scelta dei soggetti gestori e l'approvazione delle convenzioni regolanti i rapporti con gli stessi; la salvaguardia delle gestioni esistenti; il controllo tecnico-economico e gestionale sull'attività dei gestori del servizio idrico integrato; l'attuazione, nell'ambito delle direttive, degli indirizzi e degli interventi previsti nella pianificazione regionale in materia di usi delle risorse idriche, di tutela e di salvaguardia della qualità, di risparmio, di rinnovo e di riutilizzo idrico. Tali competenze sono affidate ai Comuni che devono esercitarle in forma associata per sottoambiti territoriali omogenei, al fine di garantire la gestione secondo criteri di efficienza, di efficacia e di economicità, che sono dei punti di equilibrio che vanno ancora ricercati. L'espletamento di tale competenze è poi coordinato dal BIM quale autorità d'ambito regionale.

In accordo con il CELVA, quindi non c'è stata nessuna decisione unilaterale, si è deciso di inserire nel Piano di tutela delle acque - allegato alle norme di attuazione - una prima ipotesi di definizione del sottoambiti e la procedura attraverso la quale doveva essere verificata e approvata dal Comuni tale perimetrazione. Ribadisco un altro concetto: non è stata la Regione a fare questa definizione, sono le proposte che sono pervenute dal BIM, sono state discusse con il CELVA e con tutti i Comuni, con la presenza dell'Amministrazione regionale; è stata individuata una perimetrazione del tutto provvisoria. Questa proposta - fra l'altro testualmente definita come "Proposta di prima aggregazione" - serve al BIM per:

- promuovere apposite conferenze dei servizi con gli enti locali interessati, aggregati in via provvisoria secondo la proposta della Regione, per definire gli obiettivi sulla cui base riorganizzare il servizio idrico integrato, quindi era uno "start" per poter avviare i ragionamenti da fare sul servizio idrico integrato;

- predisporre un piano preliminare di sottoambito che costituisce la base per la proposta di riorganizzazione del servizio idrico integrato, tenuto conto di alcune questioni che sono state nel frattempo "messe a fuoco": l'elenco delle criticità rilevate in sede di ricognizione di 1a fase dello stato di fatto delle gestioni, una proposta di modello gestionale che è stata vista e concordata, una proposta di piano economico-finanziario, una proposta di determinazione della tariffa di riferimento;

- definire le procedure e le modalità amministrative e giuridiche per l'istituzione dei sottoambiti territoriali ottimali e per l'individuazione delle relative autorità.

Si tratta quindi di una proposta di lavoro per partire con tutti gli approfondimenti, che consentisse di disegnare degli scenari che dessero delle risposte, tenuto conto della complessità del nostro territorio, che fossero coerenti con i dettati della legge.

Cosa devono ancora fare i Comuni? I Comuni devono:

- assicurare la partecipazione alle conferenze dei servizi promosse dal Consorzio BIM per la definizione degli obiettivi del servizio idrico integrato a livello di sottoambito territoriale ottimale, collaborando alla predisposizione dei piani economico-finanziari, quindi è tutto da definire, non c'è niente di stabilito;

- provvedere, entro e non oltre 6 mesi dalla data di presentazione del piano preliminare di sottoambito redatto dal Consorzio BIM, all'approvazione dell'adesione al "sub-ato" con deliberazione del Consiglio comunale. Con la medesima deliberazione devono essere approvati altresì gli atti giuridici ed amministrativi necessari all'istituzione del "sub-ato" e all'individuazione della relativa autorità, la quale governerà tutte le attività inerenti il servizio idrico integrato - evidentemente laddove c'è una coincidenza con le Comunità montane, penso che lo faranno attraverso queste ultime; purtroppo i "sub-ato" non sono dei "sub-ato" assoluti, nel senso che si modificano a seconda del tipo di servizio, della modalità di approvvigionamento, perché abbiamo le colonne portanti che servono determinati Comuni e abbiamo i depuratori che servono altri comprensori, quindi ci sarà un "sub-ato" per un servizio e un "sub-ato" per altri servizi -;

- assicurare, qualora concordato, il trasferimento all'autorità di sottoambito della titolarità delle reti e degli impianti di interesse sovracomunale, che diventa operativo con l'approvazione del piano definitivo di sottoambito. Resta in capo ai Comuni stessi la titolarità delle reti e degli impianti di esclusivo interesse comunale. Il Consorzio BIM provvede, successivamente all'approvazione dei piani preliminari di sottoambito, alla redazione del piano preliminare di ambito regionale.

Con riferimento al primo quesito posto dal gruppo "Arcobaleno", il Comune di Villeneuve ha adottata una deliberazione che è contraria a quanto stabilito dalla legge regionale e dal Piano di tutela delle acque, questo non toglie che questa deliberazione evidenzia delle questioni che necessitano da parte del BIM e dei Comuni che ricadano nella proposta di sottoambito una valutazione e una considerazione necessaria per definire il sottoambito stesso, peraltro prevista nella procedura. Il Comune è tenuto a concorrere nell'ambito del BIM alla definizione degli studi necessari per l'individuazione delle esigenze e dei piani economico-finanziari (come d'altra parte sembra indicare il punto del deliberato nel quale il Comune intende aderire a gruppi di lavoro sull'argomento). Fa esattamente quello che gli compete di fare, che è previsto che faccia e che era nelle previsioni di fare, è sbagliato il tono, ma nel contenuto si può essere pure d'accordo. Compete d'altra all'autonomia gestionale del BIM organizzare le competenze attraverso le quali addivenire alla predisposizione degli atti che la legge regionale n. 27/1999 prima e il Piano di tutela delle acque dopo ha attribuito ad esso. La considerazione poi che i Comuni siano stati privati della titolarità delle acque è del tutto sbagliata perché tale competenza è assegnata per Statuto alla Regione.

Per quanto riguarda la titolarità del servizio, l'affermazione è fuori luogo visto che la legge regionale n. 27/1999 prima e il Piano di tutela delle acque poi hanno ridefinito gli ambiti di tale competenza e non risulta che nei diversi momenti istruttori (questa è una cosa interessante, ho detto prima che tutto questo percorso è stato fatto CELVA-BIM) il Comune di Villeneuve abbia manifestato la sua contrarietà. Gli atti sono tutti a disposizione.

Per quanto riguarda il secondo quesito del gruppo "Arcobaleno", non risultano pervenute lamentele analoghe, ma solo sollecitazioni a concordare in sede di CELVA e di BIM un percorso per la riorganizzazione in attuazione di quanto previsto dal Piano di tutela delle acque, cioè la sollecitazione di fare esattamente quello che è previsto di fare. Era già previsto che entro ottobre si sarebbe svolta l'annuale conferenza dei servizi prevista dalla legge regionale n. 27, per fare il punto sullo stato di attuazione della legge e quindi definire tale percorso alla luce del Piano di tutela delle acque. Dopo questa conferenza dei servizi si metterà in moto quella procedura che si è detto, verificando ogni proposta di "sub-ato", la sua idoneità a rispondere a queste esigenze di efficienza e di efficacia, come previsto dalle leggi.

Per quanto riguarda il primo e il terzo quesito dei Consiglieri Tibaldi, Frassy e Lattanzi, devo evidenziare che il processo previsto dal Piano di tutela punta proprio a salvaguardare il coinvolgimento del BIM e dei Comuni nel processo di riorganizzazione del servizio e quindi la deliberazione del Consiglio di Villeneuve, al di là delle prese di posizioni, potrebbe essere anche vista come un contributo al confronto dialettico tra posizioni diverse, quindi avrà modo di dirlo nelle sedi opportune, ma è un confronto che deve avvenire fra BIM e Comuni e non con la Regione. La Regione con la conferenza dei servizi prima richiamata potrà fornire il suo contributo, ma solo in termini di chiarimento degli indirizzi e degli obiettivi da perseguire.

Rispetto al secondo quesito, non sono in grado di fornire una risposta precisa, perché i Comuni solo da quest'anno devono applicare il metodo tariffario approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 4149 del 2 dicembre 2005, dovendo coprire il 100% dei costi di gestione, costi di gestione per i quali sono forniti anche i metodi di calcolo puntuali. Qui ci troviamo di fronte a una situazione che potrebbe essere completamente diversa rispetto al passato, perché fino ad oggi molti Comuni hanno classificato i costi di questa gestione in modo diverso: questo ha fatto sì che nei Comuni vi sia una forte differenza di costi di gestione perché, a seconda delle voci di costo che uno metteva dentro o non metteva, si avevano determinati risultati. Adesso le voci di costo sono state individuate d'intesa fra CELVA, BIM e la Regione: questo dovrebbe portare ad un'individuazione omogenea delle voci di costo. La definizione delle esigenze e i costi gestionali sono il punto di partenza per calcolare la tariffa e sono quindi anche il punto fondamentale di partenza per ogni confronto sulle tariffe. Ad oggi i Comuni stanno lavorando a queste elaborazioni e quindi non si è in grado di fornire indicazioni precise per il momento. Si conta di poter arrivare ad avere questo quadro complessivo entro la fine dell'anno, ma ripeto che, una volta che abbiamo stabilito insieme a loro le regole, poi l'applicazione delle stesse compete esclusivamente ai Comuni.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - L'Assessore ha ricordato quello che dice la legge, ha riletto integralmente l'articolo 3, dove sono individuate le funzioni che competono ai Comuni, ha ricordato il quadro generale entro cui ci si muove, l'iter finora fatto e quello che bisognerebbe fare. Credo che qui ci sia qualche inghippo, perché a sentire lui c'è una razionalità che gestisce tutto il processo e tutto il processo garantisce che i vari tasselli al momento giusto si mettano al loro posto e tutto funzioni. Lei ha detto: "abbiamo previsto la conferenza dei servizi, gruppi di lavoro, abbiamo fatto un'ipotesi provvisoria, poi dopo tutto con il tempo si aggiusta"; secondo me, qui manca l'attenzione a due aspetti. Primo aspetto: se effettivamente il CELVA era d'accordo, tutti erano d'accordo... nessun elemento di criticità è emerso... non credo che i 74 Comuni della Valle d'Aosta fossero unanimi, ma probabilmente una serie di problemi sono già stati avanzati in sede di discussione e di analisi; però, come al solito, c'è un metodo di prendere decisioni per cui arrivano i consensi e le voci dissenzienti sono minoritarie, quindi non possono contare, quindi non hanno diritto neanche di trasformarsi in criticità. Lei ha detto: "siamo d'accordo sul contenuto, ma non sul tono delle deliberazioni dei 2 Comuni"; ora, se un Comune è stato obbligato a definire in una deliberazione il proprio dissenso e le proprie criticità, è perché non aveva altri strumenti per far sentire la propria voce! Non avendo visto le proprie obiezioni prese sul serio, ha detto: "voi adesso mi dite che devo cominciare a lavorare sull'ipotesi che il BIM ha fatto in base agli studi che ha effettuato, non solo, mi dite che devo lavorare su tali prime ipotesi di "sub-ato" e che dobbiamo trovarci come conferenza dei vari Comuni su questo tipo di ipotesi, per cui voi quasi mi costringete a lavorare secondo tali ipotesi di territorio". A questo punto il Comune ha detto: "un momento, queste ipotesi di territorio non le riconosco come confacenti a me e pongo il problema!". Questo fatto credo debba far riflettere sul modo con cui vengono prese le decisioni e anche l'affermazione che molte volte qui viene fatta: "il CELVA è d'accordo", d'ora in avanti faremo attenzione quando si dice questo, perché vorremmo capire bene se all'interno di tale organismo vi sono state delle osservazioni critiche in un senso o nell'altro.

Credo che la questione sia molto complessa e a volte ho l'impressione che vi sia un po' di banalizzazione; da un lato, la legge parla di servizio idrico integrato e propone come nuovo metodo di gestione il fatto che i servizi acquedotto, fognatura e depurazione delle acque reflue siano gestiti in modo integrato, adesso sentiamo dall'Assessore che non è proprio così, perché l'Assessore dice che vi può essere un "sub-ato" che riguarda solo le fognature, un altro che riguarda solo l'acquedotto, un terzo che concerne solo la depurazione. Rispetto a quella che doveva essere un'integrazione fra i vari servizi che riguardano l'utilizzo e il trattamento delle acque reflue, allora siamo di fronte a sottoinsiemi che a volte coincidono e a volte no. Credo vi siano dei grossi problemi che i Comuni devono affrontare, sui quali finora non hanno avuto risposte neanche nelle simulazioni di eventuali modelli gestionali. Il problema delle tariffe è rilevante, lo hanno sollevato come hanno sollevato anche come vengono calcolati ai fini delle tariffe i vari investimenti fatti dai vari consorzi finora nel portare avanti le opere di depurazione, le opere di acquedotto e via dicendo.

Quello che sottolineo come elemento su cui riflettere è che un Comune, per poter avere diritto di parola, debba ricorrere a delle deliberazioni del Consiglio comunale per dire esplicitamente "no" a certe ipotesi, altrimenti la sua voce non è ascoltata. Prendo atto che c'è la volontà politica da parte della Regione, che credo che parli a nome del BIM indirettamente, di tener conto di queste osservazioni e di portare avanti con maggiore flessibilità questo processo, in modo che i Comuni possano all'interno di tale processo ritrovarsi e scoprire il senso di tutta l'iniziativa e acconsentire, perché anche quando lei ha presentato tutto l'iter ha dato dei tempi precisi, cioè nel suo percorso non si danno ai Comuni gli spazi per approfondire la questione e capire fino in fondo l'implicazione delle decisioni che devono essere prese.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - L'Assessore Cerise ha "bollato" subito come contraria alla normativa vigente la deliberazione del Comune di Villeneuve, una deliberazione che ha il torto di dichiarare esplicitamente che il Comune stesso non vuole aderire ad alcuna aggregazione per il servizio idrico integrato. Perché fa questo il Comune? È stato ampiamente spiegato da chi è intervenuto compreso il sottoscritto: il Comune non vuole aderire a un sistema che sia penalizzante per i cittadini e più oneroso per lo stesso Comune in termini di gestione. Non so, Assessore, se la sua indicazione di illegittimità nei confronti di questa deliberazione sia acquisibile in quanto è stato fatto dagli uffici un esame preventivo; ho sotto mano la legge n. 27/1999, guardo l'articolo 3, comma 2, e leggo che ai Comuni competono determinate funzioni, fra le quali quelle che ha naturalmente esercitato il Comune di Villeneuve, quindi quella anche di valutare a garanzia delle esigenze locali e a salvaguardia degli interessi degli utenti quella che sia la migliore qualità e quantità dei servizi che devono essere erogati.

Prendo atto della sua risposta, che lei "colora" dicendo che tuttavia i contenuti non possono essere ignorati, perché i contenuti contengono sì delle valutazioni politiche, ma sono valutazioni che si intersecano anche con disamine amministrative. Cosa si dice in sostanza? Si dice che tale rapporto BIM e gli enti locali che hanno definito questo "sub-ato" non ha funzionato. Lei ha detto che il CELVA era d'accordo, il BIM ha svolto il suo ruolo, ma qui si legge che il BIM ha trasmesso ai Comuni schede di rilevazione dei fattori di criticità che sono a dir poco inadeguate e superficiali. Il lavoro svolto dal BIM quindi non è ritenuto sufficientemente approfondito e adeguato alle esigenze di questo Comune.

Abbiamo chiesto nell'interpellanza alcune cose: se l'Assessore ritiene opportuno ridefinire tali modalità, naturalmente modalità che devono soggiacere alle norme di una legge, anche la n. 54 che prevede questa interazione di funzioni fra i vari enti locali. Qui viene messa in discussione anche l'autonomia di un Comune di poter gestire al meglio le proprie energie, i propri strumenti e non vorremmo che questa imposizione di legge alla fine gravasse in termini di costi sull'utenza. Lei ricordava nella sua panoramica giuridica la "legge Galli": una legge del 1994 che ha modificato tutta la concezione dell'utilizzo dell'acqua sottolineando un principio importante, ovvero che i costi di gestione devono essere integralmente coperti dall'ente gestore, ma come fanno gli enti gestori a coprire questi costi di gestione? Lo fanno con la leva della tariffa: la tariffa aumenta o diminuisce a seconda della capacità gestionale degli enti preposti alla distribuzione dell'acqua. Tutti i Valdostani hanno verificato dal 1999 al momento in cui è entrata in vigore questa legge che i costi di gestione dell'acqua sono aumentati e in alcuni Comuni anche vertiginosamente. Se un Comune si dissocia, se vogliamo con motivazioni politiche "colorate", come quelle del dire che la titolarità delle acque appartiene ai Comuni e che l'Assessore correttamente ha smentito, però quelle motivazioni non possono essere archiviate come se fossero insignificanti. Sono il segnale di un'amministrazione comunale - e credo come quella di Villeneuve anche altre - che sta soffrendo dell'impossibilità di gestire una risorsa, perché c'è una "cappa" burocratica legislativa che sta invischiando tutto il sistema. Che sia colpa di qualche organismo, non lo so, in ogni caso Villeneuve indica il BIM come la sede inidonea per far fronte alla problematica. Noi, Assessore, la invitiamo a procedere a un riesame dell'applicazione corretta di questa legge; non basta fare una legge ed approvare uno schema di piano per dire: "abbiamo dato attuazione alla "legge Galli", il nostro compito è fatto e lo mettiamo alle spalle", i problemi nascono adesso e ritengo che Villeneuve abbia lanciato un campanello di allarme.

Sappiamo che la Regione ha stanziato diverso denaro per le risorse idriche, in un articolo che mi viene adesso sotto mano e che risale al gennaio 2005, quando era stato approvato lo schema di Piano di tutela delle acque, l'Assessore annunciava che c'erano 60 milioni per le risorse idriche, di cui 26 immediatamente disponibili. Queste sono risorse finanziarie che dovrebbero essere utilizzate per rifare anche le reti acquedottistiche e per il potenziamento dei sistemi di depurazione e di smaltimento delle acque reflue, ma che dovrebbero alleggerire al cittadino il gravame tariffario. Oggi non c'è questa razionalizzazione giuridica e amministrativa che si vorrebbe, il servizio in termini qualitativi è soprattutto di risparmio per il cittadino e per le famiglie. Con questa interpellanza, prendendo spunto da questa iniziativa singolare, ma significativa del Comune di Villeneuve, la invitiamo a riflettere, è un problema che non va assolutamente trascurato, perché la risorsa acqua è preziosa e non più abbondante come una volta.