Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2133 del 20 settembre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2133/XII - Futuro dello stabilimento termale Fons Salutis di Saint-Vincent. (Interrogazione)

Interrogazione

Premesso che:

- le acque minerali sgorganti dalla Fons Salutis di Saint-Vincent avrebbero una portata estremamente bassa;

- sarebbe indispensabile potenziare il prelievo d'acqua per consentire un'attività termale vantaggiosa e quindi per procedere al rilancio complessivo dello stabilimento;

tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

il Presidente della Regione o l'Assessore regionale delegato per conoscere:

1) se sono consapevoli del problema enunciato in Premessa, il quale si aggiunge alle più note incertezze sul futuro gestionale dello stabilimento termale e al suo atteso rilancio;

2) quali variazioni ha subito, in termini quantitativi, l'utenza delle Terme di Saint-Vincent nell'ultimo decennio;

3) se l'acqua termale di Saint-Vincent possiede tuttora una validità terapeutica;

4) se sono state intraprese iniziative mirate al potenziamento dell'utilizzo della risorsa idrominerale: in caso affermativo, quali sono.

F.to: Tibaldi - Lattanzi - Frassy

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.

Fosson (UV) - Rispondo molto volentieri a tale interpellanza, che potrebbe avere questo titolo: "necessità di un rilancio dello stabilimento termale", intendo come termalismo non solo Saint-Vincent, ma anche Pré-Saint-Didier, eccetera. Concordo perché penso che il termalismo, e soprattutto il termalismo montano, abbia delle grandi possibilità di sviluppo in un'Italia e in un'Europa in cui assistiamo a una ripresa di tutte le terapie termali. L'affermazione del nostro interesse verso tale settore è ampiamente sottolineata nel Piano socio-sanitario all'obiettivo n. 15. Dirò che nella recente riunione del Coordinamento degli Assessori alla sanità è stato comunicato che c'è in previsione di togliere le cure termali dai "LEA", questo complicherà la rimborsabilità, non è ancora ufficiale, è una proposta del Ministro e del Coordinamento. È chiaro che secondo noi la ripresa di importanza del termalismo, soprattutto in una sede come quella di Saint-Vincent, dove già 10 anni fa il microclima era famoso in tutta l'alta, sottolinea adesso quanto le altre fonti di guadagno per la zona vengono meno. Abbiamo sempre detto come Saint-Vincent e Châtillon siano nate attorno a uno stabilimento termale e non attorno a una casa da gioco, quindi anche i commercianti e gli abitanti che adesso riscoprono l'importanza di un rilancio del termalismo, forse negli anni precedenti si erano convinti che l'attività termale potesse essere sostituita da altre.

Come lei sa, la competenza della gestione delle terme è del Comune, molte decisioni bisogna rimandarle a quest'ultimo, non sto a sottolineare quello che il collega Tibaldi conosce meglio di me, cioè una storia di rapporti fra il Comune e la società di gestione. L'appalto di gestione delle terme fu vinto nel 2000 da "Atahotel", che ha riconfermato nel 2006 il suo pensiero di continuare in questa idea di gestire le terme, ma che ad oggi non ha presentato un progetto definitivo e infatti non sono partiti i lavori, tanto che il Comune di Saint-Vincent ha posto nel 30 settembre un limite di risposte per l'"Atahotel", dopodiché intraprenderà delle azioni diverse. Noi, rispettando le competenze del Comune, abbiamo manifestato diverse volte l'interesse verso questo sviluppo di assistenza termale e anche di medicina e riabilitazione termale, interesse che si è concretizzato nel Piano socio-sanitario 2006-2008, ma che già aveva visto delle nostre iniziative nel dicembre 2004, quando insieme al Presidente Perrin e all'Assessore Caveri avevamo incontrato tutta la dirigenza di "Atahotel" a La Thuile e già avevamo visto come questa avesse dei dubbi sullo sfruttamento e sul portare avanti tale piano di sviluppo, tanto che noi avevamo messo in piedi un gruppo di lavoro, coordinato dall'Assessore al turismo, per cercare di caratterizzare le Terme di Saint-Vincent. Ormai il trattamento termale aspecifico è molto diffuso, sono più di 100 gli stabilimenti termali in Italia, quindi la necessità di caratterizzare il termalismo e la riabilitazione nel senso vascolare, avendo inserito in questo gruppo anche il Prof. Palombo, era una delle possibilità. Su questo non abbiamo ancora ricevuto risposta da parte di "Atahotel", anche se su questo c'è stata una loro ripresa di interesse.

Recentemente abbiamo cercato, per dimostrare la nostra attenzione, di proporre una soluzione o di fare il possibile affinché tale rilancio avvenga, usufruendo di una risorsa che si è resa disponibile in Valle d'Aosta: il Prof. Canzi, un idrologo medico e che è anche stato per tanti anni il Direttore dello stabilimento termale di Riccione, che è il Responsabile dell'U.B. di Otorinolaringoiatria. La Giunta, con una deliberazione di agosto, ha dato incarico al Prof. Canzi affinché studi la situazione nell'ottica di un rilancio del termalismo montano in Valle d'Aosta, questo soprattutto per Saint-Vincent, ma anche per Pré-Saint-Didier, che ha un'acqua sulfurea non ancora utilizzata per scopi sanitari. Il problema delle Terme di Saint-Vincent, come si sa, è la carenza del getto di acqua che deriva dalla sorgente le "Fons Salutis", che ha una portata di 400 lt/giorno, questa è una portata molto bassa se si pensa che istituti termali raggiungono la stessa portata al minuto e invece le "Fons Salutis" la producono in 24 ore. Questo si sapeva già 10 anni fa, infatti su richiesta del compianto Prof. Puggioni, Responsabile idrologo delle terme, lo stesso Prof. Canzi, Responsabile delle Terme di Riccione, era stato chiamato dall'allora dirigenza sanitaria per una consulenza sullo stato delle terme per un loro ulteriore sviluppo... questo penso sia il vero problema.

Caratteristiche dell'acqua: la "Fons Salutis" è stata scoperta nel 1770 dal chimico abate Giovanni Battista Perret, nel 1973 fu analizzata dal Dott. Gioannetti, che fu il medico di Carlo Emanuele III. Anche le recenti indagini dimostrano che è un'acqua termale, un'acqua con temperatura di 9,5 gradi, con un residuo secco di 7,3 grammi, cioè superiore di gran lunga a 1 grammo per mille, è un'acqua bicarbonato, sulfato, alcalina, bromo idrica carbonica, è un'acqua che ha avuto l'autorizzazione dal Ministero sia per la terapia idropinica, sia per la terapia inalatoria. Per dirla in modo semplice è una buona acqua termale, ma un'acqua termale aspecifica, non è un'acqua sulfurea come quella di Pré-Saint-Didier che ha delle indicazioni specifiche, per esempio, per le malattie della pelle. È una buona acqua termale senza una caratteristica particolare rispetto agli altri stabilimenti termali.

Su quello che viene richiesto per l'utenza: il rischio è che le malattie termali escano dai "LEA", cioè dalla rimborsabilità dello Stato. Si pensi che nel 2002 sono stati fornite 14.626 somministrazioni di cure idropiniche, nel 2005 14.800 e le cure inalatorie sono salite da 35mila a 36mila.

Secondo me, come indicato nell'interpellanza, le possibilità di sviluppo di un termalismo in una zona con un microclima particolare sono sicuramente superiori all'attuale. Quale potenziamento? Intanto il potenziamento è necessario ed è possibile sicuramente dopo aver risolto il problema della portata dell'acqua, sempre la consulenza del Prof. Canzi e di alcuni geologi 10 anni fa avevano indicato come probabile il ritrovamento di acqua della sorgente in profondità sotto il territorio, da cui fuoriesce adesso. Riteniamo quindi, che "Atahotel" debba rispondere se portare avanti questo progetto che avevamo previsto insieme, oppure se abbandonare. In questo caso si dovranno trovare altre possibili convenzioni. Inviare sul uno specialista come il Prof. Canzi, che si trova già sul nostro territorio, può dare uno sviluppo, con le risorse possibili, già in breve tempo.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Abbiamo fatto in questa interrogazione specifica alcuni quesiti, ai quali lei ha dato risposta; naturalmente ha analizzato il problema delle Terme di Saint-Vincent in un contesto più ampio, come è giusto fare. Le sue risposte confermano le preoccupazioni che abbiamo espresso anche in premessa, ovvero manca l'acqua termale per far rifiorire le Terme di Saint-Vincent. Certamente 4-500 litri al giorno sono una portata irrisoria rispetto ad altri stabilimenti italiani e anche di altri Paesi esteri che hanno portate più efficaci. Alle difficoltà burocratiche e amministrative che lei ha affrontato brevemente, ricordando la disponibilità di "Ata Hôtel", già manifestata 6 anni fa, reiterata nella primavera di quest'anno e che ora soggiace al termine di scadenza di fine settembre, a questa difficoltà di interlocuzione fra il privato, che si propone di rilanciare le terme, e l'ente pubblico - in particolare il Comune, ma noi ci siamo permessi di allargare la responsabilità alla Regione - nel favorire la possibilità di rilancio, si aggiunge il fatto scientifico: le terme di Saint-Vincent sono a secco, il flusso d'acqua è talmente flebile che non permette di creare un vero e proprio termalismo. Anzi attività estetico-medicali dovrebbero associarsi per poter creare un'offerta più completa, più appetibile per quella utenza che oggi si riversa nelle terme, nelle "beauty farms", in centri di benessere che vanno molto di moda e danno anche dei risultati apprezzabili, perlomeno quelli che sono stati creati in altre Regioni italiane. Non vorremmo che le Terme di Saint-Vincent diventassero un reperto archeologico; sono state scoperte verso la fine del XVIII secolo, sono state frequentate da personalità illustri, rimane l'edifico circolare che sovrasta la cittadina termale e dopo il 2006 abbiamo perso Ligresti, adesso rischia di chiudersi il rubinetto dell'acqua.

Noi apprezziamo il tenore delle sue risposte, apprezziamo l'incarico prestigioso che è stato dato al Prof. Canzi, che sappiamo essere persona di grande professionalità, di conseguenza confidiamo nel fatto che vi possa essere una risposta scientifica al problema, perché il problema esiste ed è auspicabile che da questa ricerca possano nascere suggerimenti e soluzioni che, abbinate anche a una politica più oculata ed efficiente, sia da parte del Comune che è il primo interlocutore, sia da parte della Regione, possano creare questa iniziativa di rilancio con un privato, di cui necessita Saint-Vincent "in primis", ma anche la Valle d'Aosta nel suo insieme. Ci dispiace solo che al quesito n. 2 non siano pervenuti magari dati più precisi, perché a noi risulta che l'ultimo decennio sia stato stabile, ma anche con alcuni decrementi nel corso di alcuni anni; comunque ci riserviamo di guardare la tabella.