Oggetto del Consiglio n. 2053 del 13 luglio 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2053/XII - Presa d'atto della relazione della IV Commissione consiliare permanente, allargata ai Capigruppo, sulla Gestione straordinaria in liquidazione e sulle problematiche connesse all'andamento della gestione del Casinò di Saint-Vincent. (Reiezione di due risoluzioni)
Premesso che il Consiglio regionale, con provvedimento n. 1611/XII in data 23 novembre 2005, confermava il mandato alla IV Commissione consiliare permanente, allargata ai Capigruppo, di proseguire l'approfondimento sull'insieme delle problematiche connesse all'andamento della gestione del Casinò di Saint-Vincent, con particolare riferimento al "Dossier Bo" e alle controdeduzioni nel frattempo pervenute;
Considerato che il suddetto provvedimento impegnava la Commissione stessa a riferire al Consiglio, entro tre mesi, le risultanze del lavoro svolto;
Atteso che la IV Commissione consiliare, allargata ai Capigruppo, ha ultimato i propri lavori con l'approvazione, a maggioranza, di una relazione;
Visto che il Presidente della Commissione, con nota dell'8 giugno 2006, ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio la relazione in questione, con la richiesta di iscrizione all'ordine del giorno della prossima adunanza consiliare;"
Il Consiglio
Prende atto
della relazione conclusiva della IV Commissione consiliare permanente, allargata ai Capigruppo.
Allegato
(Omissis)
Président - La parole au rapporteur, Conseiller Praduroux.
Praduroux (UV) - La sintesi redatta dagli uffici circa le audizioni, visto che tutti i colleghi è da molto tempo che ce l'hanno, la do per letta. Leggo invece le conclusioni, che sono al punto n. 5, quelle firmate anche dai Commissari che hanno aderito, questo nell'ottica di risparmiare tempo:
"Il lavoro iniziato dalla IV Commissione consiliare permanente è proseguito con il mandato ricevuto dal Consiglio regionale, che aveva approvato una mozione, attraverso la quale veniva affidato alla Commissione stessa, allargata ai Capigruppo, l'incarico di completare il lavoro avviato sul "dossier Bo". Si ritiene anzitutto di mettere in evidenza che, dal punto di vista delle responsabilità penali, civili ed amministrative non è compito di questa Commissione trarre delle conclusioni circa eventuali responsabilità. Va considerato infatti che è in corso l'esame delle vicende che possono avere rilevanza penale e patrimoniale da parte della Procura di Aosta, della Corte dei Conti e dell'Agenzia delle entrate per compiere i necessari accertamenti sulla materia.
Il lavoro svolto dai Commissari, dai Capigruppo in questi mesi si è mosso attraverso l'analisi del documento conclusivo fornito dal liquidatore della "GS" e attraverso le audizioni dei soggetti già in precedenza elencati. Tale opera di analisi documentale e di approfondimento in audizione ha consentito di porre in evidenza una situazione non ben definita e di difficile ricostruzione a posteriori. Il periodo preso in esame non è relativo all'intera attività della "GS" e, come riferito in audizione, il metodo adottato è quello del campionamento casuale, senza criteri di concretezza né in termini di quantità del materiale, né in termini di arco temporale considerato, non rispondente nel suo complesso a criteri di scientificità. Sono stati presi in esame anni e periodi differenti a partire dal 1999, senza però adottare una particolare metodologia di lavoro; non è stato possibile effettuare, a detta del Presidente del Collegio sindacale e del Rag. Bo, una verifica su tutti i documenti presenti presso gli uffici amministrativi della "Casinò S.p.a." in parte sequestrati e in parte non disponibili.
Dall'esito delle audizioni e dalla successiva analisi svolta in Commissione risulta una mancanza di chiarezza nelle procedure di gestione adottate dalla casa da gioco, emerge un quadro confuso per quanto attiene i meccanismi impostati e le azioni di gestione. Si rileva inoltre che nel corso delle audizioni sono emersi elementi contraddittori per quanto riguarda le retribuzioni flessibili, le missioni dei dipendenti, la gestione delle carte di credito aziendali e dell'ospitalità. Si ritiene tuttavia inopportuno esprimere valutazioni e giudizi in attesa delle determinazioni delle autorità degli uffici competenti. Anche in relazione a quanto sottolineato in precedenza, è possibile ribadire la convinzione circa la difficoltà di interpretare la realtà che ci è stata presentata a causa della contraddittorietà delle diverse versioni".
L'obiettivo iniziale che si era posto con questo lavoro era quello di far luce su una situazione poco chiara e finora mai toccata e posta in evidenza. Tale obiettivo risulta raggiunto grazie all'opera dei Commissari e dei Capigruppo. Il dibattito consiliare che potrà ora aprirsi sulla base della relazione presentata ne è la testimonianza più diretta e concreta.
Président - La discussion générale est ouverte.
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Bisogna riconoscere che l'Assessore Marguerettaz è stato molto abile in tutta questa operazione: è riuscito a far lavorare per 7 mesi una Commissione regionale allargata ai Capigruppo su un "dossier" che è apparso esplosivo per i documenti riportati, per le allusioni a nomi di politici, sindacalisti, amministratori, che avevano fatto chissà che cosa, ma che si è poco per volta nel corso delle audizioni un po' sgonfiato. Questo "dossier" si è rivelato un insieme di informazioni, di dati, di giudizi parziali e nella maggior parte dei casi contrastanti, quasi rivisti e corretti dagli interessati chiamati in causa, tanto che la Commissione, come ha letto prima il collega Praduroux, non può non concludere... e noi su questo siamo d'accordo, anche se non abbiamo firmato la relazione, poi dirò perché... non può non ribadire la convinzione circa la difficoltà di interpretare la realtà che ci è stata presentata a causa della contraddittorietà delle diverse versioni.
La Commissione dunque ha lavorato a lungo, ha lavorato bene, pensando che il suo compito fosse quello di fare chiarezza sui contenuti del "dossier" e non si è resa conto - o piuttosto se ne è resa conto via via, ma non ha voluto esplicitare nella relazione finale questa consapevolezza - che il suo lavoro oggettivamente era funzionale ad un disegno politico preciso del committente: quello di far discutere sulla passata gestione del casinò per screditarla, così da screditare indirettamente non la forza politica - di cui lui è anche parte -, ma la corrente politica del suo partito che era responsabile di questa gestione. Secondo obiettivo: quello di far discutere del passato del casinò, così da distrarre l'attenzione dalla situazione presente. La Commissione ha discusso per 7 mesi e in questi 7 mesi si è vista via via la situazione attuale del casinò ulteriormente aggravarsi: abbiamo visto i risultati del bilancio, abbiamo visto la necessità della Regione di ripianare il capitale sociale, abbiamo visto diminuire gli introiti, abbiamo visto difficoltà di capire dove si voleva andare a parare. La Commissione ha lavorato bene e, proprio perché su ogni argomento ha cercato di capire, è giunta a cogliere il nodo politico dell'intera questione; nodo politico che poi non si è voluto riportare in relazione. Questo è il motivo per cui non abbiamo firmato la relazione: perché chiedevamo e abbiamo chiesto più volte in Commissione di esprimere nelle conclusioni una valutazione politica. Vi sono diversi relatori della maggioranza che hanno sottolineato tale discorso... "dobbiamo valutare, come dice la Commissaria Squarzino, i risultati di tipo politico in ordine a questa vicenda"; ancora - qui è il Consigliere Cesal -: "premesso che l'approfondimento della tematica sollevata dal liquidatore viene portato avanti dalla Magistratura penale e contabile..." - e condivido questo - "... ribadisce..." - siamo al 14 marzo - "... che la Commissione non ha la capacità tecnica e specifica per poter trarre le giuste e doverose conclusioni in ordine a questa materia e deve limitarne l'approccio esprimendo delle valutazioni di tipo esclusivamente politico"; poi, di fatto, nel momento in cui si giunge alla definizione delle conclusioni, questo non è più accettato. Non so quali possano essere le motivazioni, non so se nel momento della stesura della relazione si era alla vigilia del Congresso, quindi il collega Cesal magari era più preoccupato - e lo sarei stata anch'io se avessi avuto quell'appuntamento così immediato - di cosa doveva succedere al Congresso, di come fare in modo che al Congresso tutto funzionasse bene, per cui non voleva utilizzare questo "dossier" come un grimaldello per accentuare ulteriormente eventuali difficoltà e diatribe all'interno del suo movimento.
A nostro avviso sul "dossier" va data una valutazione essenzialmente politica - e cercherò di spiegare perché -, una valutazione politica sulla genesi del "dossier", sul modo in cui è stato confezionato, sui fatti presentati, sulla finalità del "dossier" stesso. Qual è la genesi del "dossier"? Il liquidatore ha più volte dichiarato, anche su esplicita richiesta dei Commissari, di aver condotto l'indagine su alcuni anni di attività della "GS", per espresso mandato dell'Assessore Marguerettaz, egli era riluttante di fronte a questa richiesta perché esulava dalle sue funzioni, tanto che solo dopo 2 anni di documentate e pressanti richieste di informazioni ha iniziato il suo lavoro. Il Rag. Bo il 2 marzo ha detto: "non ero convinto di fare questa relazione, l'ho scritto che esulava dai compiti di un liquidatore...". Ancora: "... ho spiegato che questa relazione non era nei compiti del liquidatore, l'ho interpretato come un incarico che non mi competesse, ho pensato che non fosse mio dovere fare una relazione su queste cose, ritenevo che non fosse da dare a me quell'incarico...", aggiungendo lui quello che dirò dopo io: la Regione può controllare tranquillamente tutto quello che capita al casinò, non ha bisogno di passare dal liquidatore. Non voleva farlo, non rientrava nei suoi compiti, è una scelta noi diciamo "spintanea", dettata dall'Assessore.
Chiediamoci perché l'Assessore ha bisogno di questo "dossier". L'Assessore ha detto in Commissione che ne aveva bisogno, perché aveva necessità di informazioni su una serie di procedure, meccanismi, compensi - come i "benefits" -, come se l'azionista principale non avesse accesso a tutte le fonti di informazione, come se non fosse informato passo passo di quanto stava accadendo dalle persone a cui l'azionista ha affidato la gestione della casa da gioco! L'azionista aveva bisogno del liquidatore per sapere come funzionano i "benefits" e le retribuzioni flessibili? Forse non era a conoscenza di fatti, di episodi di dubbia amministrazione? Forse non aveva la possibilità di conoscere direttamente, tramite la sua presenza nell'Assemblea dei soci del casinò, proprio quelle irregolarità su cui voleva indagare? Fra queste i "benefits", su cui il "dossier Bo" insiste in modo particolare. Nella riunione dell'Assemblea dei soci del 30 giugno 2004 è scritto che si invita l'Assemblea a rivedere l'intera politica dei "benefits" nei confronti dei dipendenti della casa da gioco; siamo nel 2004, le richieste andavano dal 2003 e anche nel 2005 continuano ancora, quindi era proprio necessario nel 2005 incaricare il liquidatore di fare un'indagine approfondita sull'argomento? La procedura, lo strumento usato per avere informazioni quindi è perlomeno dubbio.
Ugualmente non sono chiari i motivi per cui alla fine il liquidatore accetti di stendere un "dossier" dopo 2 anni di richieste continue, di sollecitazioni pervenute dall'Assessore; un "dossier" che nasce su "input" preciso dell'Assessore e che indica gli ambiti di indagine, tanto che il liquidatore accetta, però anche lui non ne è convinto. Si rendeva conto di avere a che fare con dati anche un po' esplosivi, infatti dice: "condurre questo tipo di indagine avrebbe potuto espormi a critiche da parte degli indagati" e il suo ruolo di inquisitore poteva trasformarsi in ruolo di inquisito. Perché accetta allora, qual è il "do ut des"? Questo non è emerso ed è sicuro che vi sia un "do ut des" di documenti, perché, come i Commissari hanno avuto modo di sperimentare, il liquidatore era venuto in possesso di documenti verbali della Commissione che non doveva avere! Questo liquidatore non è stato capace di dire l'origine di tali verbali: "sono arrivati per posta"; una persona così competente che è in grado di analizzare anni di Gestione straordinaria del casinò, che è in grado di "fare le pulci" a tutti i documenti dei collegi sindacali e del bilancio, su questo punto è reticente, non si ricorda e, quando gli chiediamo di darci il protocollo di questa posta, risponde: "questa è una cosa di ufficio e poi noi non teniamo tali protocolli". Non si capisce quindi perché abbia accettato questo incarico. Noi meno ancora capiamo - questo doveva dire la Commissione - perché l'organo politico, pur avendo accesso a tutte le informazioni, ha richiesto all'organo tecnico di proporre tale indagine; possiamo solo raccontare il contesto in cui questo si svolge. Le richieste di "dossier" iniziano nel 2003: cambio di Giunta, nuovo Governo, nuovo Assessore alle finanze che, guarda caso, appartiene ad una corrente politica diversa da quella a cui faceva riferimento il responsabile della "GS". Eravamo a conoscenza di diatribe, di "malaise" nel movimento di maggioranza assoluta, forse questo è uno dei segni. Allora come mai... non capiamo... o forse capiamo fin troppo bene "leggendo" il contesto... come mai sorge all'improvviso all'azionista, rappresentato in questo caso dall'Assessore Marguerettaz, l'esigenza di avere alcune informazioni che erano reperibili in documenti in possesso di responsabili amministrativi dello stesso Assessore. Il "dossier" quindi nasce non come elemento conoscitivo per conoscere una situazione, ma come strumento politico.
Secondo punto su cui va fatta una valutazione politica: come è stato predisposto il "dossier". Abbiamo visto che il Rag. Bo, pur restio, acconsente... suo compito però non è dare una descrizione chiara, esaustiva e generale sulle modalità di gestione del casinò o sui meccanismi di retribuzione; se lo avesse voluto fare, avrebbe descritto, ad esempio, come sono nati i "benefits", come sono stati applicati, come si sono modificati nel tempo, avrebbe fatto una relazione descrittiva indicando le irregolarità eventualmente dei vari momenti e se queste irregolarità erano state individuate e se si era espressa la volontà di modificarle, ma l'obiettivo non era questo. Nella maggioranza è emerso che sono state evidenziate solo le cose richieste e il liquidatore è talmente consapevole che non si possa chiedergli completezza di informazioni che "mette le mani avanti" e dice: "ho scelto le informazioni in modo casuale", lui utilizza la parola "campionatura", poi su questa campionatura la Commissione si è giustamente soffermata e ha fatto evidenziare che non era un campione, perché ha un significato diverso. Prendere dei fatti quali campioni di una situazione indica aver presente tutta la situazione, individuare di ogni situazione alcuni fatti rappresentativi, ma spiegando i criteri con cui viene fatta la selezione. Qui i criteri ci sono, ma sono casuali, lo dice chiaramente nella sua relazione: "la presente relazione in ogni caso è solo il frutto di un'indagine parziale non inerente ai compiti del liquidatore", poi scrive nel preambolo: "la presente relazione è comunque subordinata e inficiata..." - sapete cosa vuol dire "inficiare"? - "... dalle seguenti precisazioni: i fatti presi in esame sono frutto di una ricerca a campione". Quando gli chiediamo come è fatto il campione lui risponde: "sono andato a prendermi le informazioni di cui ero sicuro, che nessuno poteva confutarmi, quindi sono andato a scegliere "fiore per fiore" le cose che, data la mia conoscenza approfondita del sistema e del contesto casinò, già conoscevo". Nel "dossier" lui è consapevole che i dati presentati sono casuali e che possono inficiare... e dice chiaramente: "sono andato a vedere quello che sapevo già andando a "pescare" nei "benefits"... ho ritagliato dal cumulo di informazioni a cui potevo attingere i fatti che non potevano essere messi in dubbio", perché in caso contrario ne sarebbe andata della sua onorabilità, poi lo precisa chiaramente il 2 marzo. Ha quindi scelto fra le tante informazioni quelle che conosceva, sulla cui veridicità era sicuro, tralasciando tutte le altre, ma in questo modo ammette di aver dato della realtà una visione distorta. Focalizza uno o due episodi e tralascia tutte le altre informazioni, che potrebbero contrastare del tutto o in parte con quanto messo nei documenti riportati, come gli fanno osservare i diretti interessati auditi in Commissione. Finalità del documento: non è un "dossier" conoscitivo, ma un "dossier" di tipo politico, fatto per rispondere ad un "input" politico e non per dare elementi di conoscenza.
Qual è poi il contenuto del "dossier"? Il "dossier" si presenta come un documento esplosivo, così lo descrive la stampa, la famosa stampa di cui si parlava ieri, prima ancora che il Consiglio possa averlo fra le mani. Ma non era un documento riservato di cui l'Assessore aveva bisogno? Non doveva il politico avere informazioni tramite questo documento? Come mai un documento indirizzato all'Assessore è in possesso della stampa e divulgato dagli organi di informazione prima che il Consiglio ne prenda visione? Chi lo ha dato alla stampa? Il proprietario di quel "dossier" è il committente, fate voi, io non dico altro! Il documento si dice che è esplosivo perché denuncia irregolarità, anomalie di carattere amministrativo, contabile e fiscale nei compensi, nei "benefits" e retribuzioni flessibili, sulle modalità di gestione, come indica chiaramente la conclusione della Commissione consiliare. Chiaramente nei fatti presentati... risultano fatti gravi, che però contemporaneamente sono contrastati da altre versioni. Non entro nel fatto di quelle irregolarità di cui si occupa il Tribunale, la Magistratura, il Tribunale contabile, questo non era compito della Commissione e non è compito nostro analizzare tali elementi. Qui ci sono fatti gravi che però altri interessati contraddicono; ad esempio, è denunciata un'erogazione di finanziamenti a fondo perduto dalla "GS" alla "STV", il Rag. Bo dice: "questa è una cosa molto grave", la "STV" dice: "questo è previsto nell'accordo fatto", però il Rag. Bo aggiunge: "non risulta nessuna voce copertura per perdite alla STV"; quindi i soldi sono stati dati, per qualcuno in forza di un accordo, per altri non è così, non è un accordo chiaro comunque se non appare da documenti contabili.
Le retribuzioni flessibili introdotte dal Dott. Ramojno in seguito ad uno studio commissionato alla società "A.I. International"... allora quelle percepite in denaro dovevano essere assoggettate a contribuzioni e ritenuta fiscale, quindi dicono che le cose avvengono così, ma il Rag. Bo non trova nessuna giustificazione in atti deliberativi della "GS", quindi su questo aspetto vi sono delle cose contrastanti! Così pure l'uso delle carte di credito aziendale: alcuni dicono solo per motivi aziendali, altri dicono che anche l'uso personale è consentito, però dopo l'importo è detratto. Noi su queste cose avremmo voluto come Commissione far incontrare quelli che presentavano elementi contraddittori, ma abbiamo anche pensato che in questo modo sarebbe andato "alle calende greche" e poi sarebbero state necessarie competenze specifiche, aiuti ed esperti contabili, per cui non valeva davvero la pena, anche perché ad un certo punto la Commissione ha capito qual era la finalità essenziale del "dossier" e ha ritenuto opportuno non andare ad approfondire ulteriormente questi dati.
Rispetto ai contenuti, diciamo che non si è riusciti a valutare come veri e inconfutabili tutti i dati presentati dal "dossier", questo la Commissione lo ha fatto, ma è chiaro che, dal punto di vista politico, dobbiamo sottolineare che ci sono state sicuramente delle irregolarità: se la Corte dei Conti indaga, se l'Agenzia delle entrate indaga, se alcuni dirigenti sono stati licenziati, sicuramente qualche irregolarità c'è stata. In molti casi la gestione è stata allegra, superficiale, pasticciona, non chiare le regole per le ospitalità dei politici, dei dirigenti, non chiaro l'utilizzo del vuoto per pieno, qui vi sono interpretazioni contrastanti, non chiare le regole precise per i viaggi di istruzione e di aggiornamento. Una cosa è sicura: vi sono state pressioni da parte del "CdA" per l'assunzione di personale. Sembra che vi sia in quel di Saint-Vincent un falegname così bravo e competente che vengono addirittura allontanati nella logica dello "spoil system" i dirigenti che hanno commesso l'errore di non assumere quel famoso falegname. È emerso anche che le relazioni del Collegio dei revisori, le consulenze da parte di società di analisi, accreditamento di bilanci non sono poi così attendibili, questo è il problema! Se abbiamo visto criticare a più riprese le relazioni dei collegi dei revisori dei conti, le consulenze da parte delle società di analisi, in questi documenti contabili si riescono a nascondere delle contabilità di somme di non chiara provenienza e irregolarità che il liquidatore pare aver scoperto, eppure sono documenti che il Consiglio approva!
Perché non si è riusciti ad arrivare a conclusioni certe e inconfutabili? Forse è dovuto al fatto che il "dossier" non ha questa finalità, perché altra è la sua finalità e qui l'ultima annotazione: a nostro avviso, va data una valutazione politica sulla finalità del "dossier", quest'ultimo non è stato confezionato come documento di conoscenza di una situazione, ma per offrire elementi di scelte politiche all'Assessore. È emerso un quadro tale per cui l'Assessore ha potuto motivare il cambio del "CdA", motivare il licenziamento del Direttore generale, affermare che adesso a comandare il casinò è la sua corrente politica e non l'altra. È servito per concentrare l'attenzione del Consiglio sul passato e non sul presente del casinò, come ho detto prima; è servito per dimostrare che la gestione pubblica del casinò ingenera problemi e quindi suggerendo per converso che è migliore la gestione privata; è servito come strumento di lotta politica all'interno dell'"Union". Brutta pagina politica che vede l'uso di competenze amministrative per portare avanti la lotta all'interno di un partito, cioè si piega la trasparenza amministrativa a strumento di pressione e di lotta all'interno del proprio movimento!
Président - La parole au Conseiller Rini.
Rini (UV) - Non ho partecipato ai lavori della IV Commissione e prendendo solo atto di quanto contenuto nella relazione credo non si possano trarre delle conclusioni per quanto concerne la Gestione straordinaria, tanto meno trarre delle conclusioni circa eventuali ipotizzate responsabilità, compito che non spetta certo a questo Consiglio, ma eventualmente alla Procura, alla Corte dei Conti, all'Agenzia delle entrate, che hanno ricevuto la documentazione e che potranno svolgere meglio di chiunque altro gli accertamenti di loro competenza. Ho letto la relazione e l'intero "dossier" predisposto dalla Commissione e mi sono fatto l'idea che l'obiettivo che si pensava di ottenere, immagino quello di fare chiarezza, non sia stato centrato, mi pare anzi che a confusione si sia aggiunta altra confusione. Sono state fatte delle campionature casuali, esistono molti elementi contraddittori e l'aver preso in esame solo un limitato periodo di gestione non può dare un quadro completo e fedele della situazione, per cui credo che non saremo in grado di esprimere delle serie valutazioni e giudizi finché non si conosceranno le determinazioni delle autorità e degli uffici competenti preposti. Il nostro compito in questo momento non è quello di trarre delle conclusioni e trovare ad ogni costo dei colpevoli da condannare, ma piuttosto di prendere coscienza che le entrate del casinò stanno diminuendo, cercare le cause e mettere in atto le strategie necessarie al rilancio della casa da gioco, che è stata soprattutto in passato un punto di riferimento economico di primaria importanza per l'intera Regione viste le ricadute che si riflettono anche sui nostri bilanci; punto di riferimento anche per quanto riguarda il turismo, l'impiego di manodopera e l'indotto che esso crea.
Sulla casa da gioco si sono riempite quintali di pagine, si è detto di tutto e di più, ma negli ultimi 13 anni, da quando sono presente in quest'aula non ho mai sentito parlare da parte delle forze di maggioranza di una concreta volontà di privatizzazione: nei primi 10-11 anni dal 1993 la privatizzazione era impraticabile, in quanto vi era il problema del contenzioso che tutti ben conosciamo; negli ultimi anni, quando questa via poteva essere praticata, la scelta è stata un'altra. Recentemente l'Assessore alle finanze ha annunciato la possibile privatizzazione del casinò. Sono andato a leggermi tutti i vari ultimi programmi di Governo, i vari programmi elettorali, gli atti e gli indirizzi congressuali del movimento a cui appartengo, può darsi che mi sia sfuggito, ma non ho trovato in nessuna parte dei riferimenti alla volontà di privatizzazione, anche in occasione delle numerosissime iniziative consiliari che andavano in tal senso... ripeto in questi anni sarebbe stato possibile la privatizzazione, l'Assessore Marguerettaz in particolare ha sempre dimostrato di essere contrario e ha fortemente difeso la gestione pubblica. Non voglio ripetermi, ma la gestione attuale non sta producendo i vantaggi che ognuno di noi si auspica ed ora che la gestione privata è meno appetibile improvvisamente a sorpresa l'Assessore cambia idea e lancia l'idea della privatizzazione, cosa che andava forse fatta prima senza aspettare che gli introiti diminuissero. Non era meglio e più utile alle sorti del casinò lavorare sul concreto, piuttosto che spostare l'attenzione su nuovi assetti gestionali e portare avanti il piano di sviluppo con gli opportuni e necessari investimenti? È ovvio che un qualsiasi imprenditore che voglia gestire un'azienda, valuti la situazione della stessa e sia disposto a pagare di più se la stessa è sana e se le previsioni sono buone, ma oggi non sono queste le condizioni della nostra casa da gioco. Tornando poi all'improvvisa svolta preconizzata dall'Assessore, fra l'altro non annunciata e discussa in questo Consiglio e fatta a sorpresa in una sede congressuale, devo ammettere che sono rimasto sconcertato. È forse anche una questione di metodo e di poco rispetto degli altri. Non vorrei che queste "fughe in avanti" abbiano lo scopo di far dimenticare la critica situazione attuale. Non sarebbe forse stato meglio cercare tutti insieme la soluzione migliore per mettere in solidità la casa da gioco, in modo che la stessa possa avere un valore maggiore, che possa pesare su un'eventuale trattativa? Immagino che l'Assessore abbia prospettato la privatizzazione dopo aver fatto tutti i doverosi approfondimenti e abbia agito di conseguenza, avendo in mente anche le fasi che dovrebbero seguire, per cui gradirei sapere dallo stesso: quale procedura sarebbe seguita per l'affidamento e se la stessa ci metterebbe al riparo da eventuali futuri contenziosi; quali saranno o potranno essere le condizioni che regoleranno il contratto di concessione; chi si prenderà in carico gli investimenti necessari destinati all'ammodernamento della struttura; chi andrà a dire ai rappresentanti di categoria che circa 300 dipendenti potrebbero avere il posto di lavoro a rischio? È ovvio che un gestore privato per ottimizzare in ricavi non esita a ridurre il personale che risulta in esubero, come fra l'altro evidenziato dallo studio condotto da "Finaosta".
In conclusione credo sia utile evitare le "fughe in avanti" e i "salti nel buio", soprattutto se non si è più che sicuri di centrare l'obiettivo, che sia utile discutere dell'argomento in modo approfondito e serio, coinvolgendo tutto il Consiglio, prima di fare una scelta così importante e, se si vuole realmente arrivare alla privatizzazione, sia utile mettere in atto tutte le possibili strategie che possono riportare il casinò ai livelli che merita, onde incrementare gli introiti e mantenere i livelli occupazionali vicini a quelli attuali. Per finire sono convinto che la privatizzazione possa dare dei buoni frutti, ma che possa essere fatta solo dopo il rilancio dell'azienda e delle serie analisi e riflessioni, con un confronto aperto e leale con le parti interessate, con tutte le forze politiche e soprattutto in questa aula, che dovrebbe essere sempre la sede naturale per delle scelte importanti qual è quella che può cambiare in meglio o in peggio il futuro della casa da gioco e, di conseguenza, quello di tante famiglie valdostane, in particolare della stessa Regione.
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Non pensavo di partecipare stamani a una sessione supplementare del Congresso dell'"Union Valdôtaine", mio malgrado mi trovo in questa assise e sento che ci sono ancora delle doglianze su alcune affermazioni dell'Assessore. Ci fa piacere, come accade con le luminarie natalizie, che ogni tanto qualcuna cominci ad accendersi e dica che forse il privato è meglio. A distanza di anni qualcuno comincia a recepire, anche se timidamente, il messaggio.
Vorrei tornare al problema nodale per il quale siamo qui, ovvero il "dossier Bo", le risultanze di un esame di Commissione allargata che è stato fatto in questi mesi. Innanzitutto sono numerose e consolidate negli anni le iniziative che il gruppo consiliare di "Forza Italia" prima e "La Casa delle Libertà" poi ha fatto sulla materia del casinò, andando a toccare argomenti di tutti i tipi, evidenziando delle situazioni di disagio e di gestione disinvolta, denunciandola in quest'aula, spesso con lo scherno di coloro che ci rispondevano relativamente a queste vicende. A distanza di anni non dico che è una soddisfazione, perché di fatto questa è una preoccupazione; a distanza di anni vediamo che diverse delle nostre denunce hanno trovato sostanza in quello che è stato chiamato il "dossier Bo", in quella relazione che è stata commissionata qualche tempo fa; di conseguenza, c'è un filone di verità in tutto quello che dicevamo sulla base di informazioni più o meno circostanziate che ci venivano riferite di quello che stava accadendo lì dentro. La realtà che è emersa è drammatica, perché se negli anni '70 in Sicilia si consumava il "sacco di Palermo", a fine anni '90 a Saint-Vincent si è consumato il "sacco di Saint-Vincent", ovvero dove c'era una montagna di denaro chi più, chi meno ne ha approfittato in quantità industriale e questo penso sia emerso non solo dalle nostre iniziative, interpellanze, interrogazioni che abbiamo proposto, che sono state confermate anche con delle risposte da parte dell'Assessore Marguerettaz, perché già solo le 2 interpellanze che abbiamo proposto nel maggio 2005 sui "benefits" hanno trovato nelle sue risposte delle conferme importanti... conferme che poi sono sfociate in un atto doveroso; chiunque di noi fosse stato al suo posto avrebbe dovuto come minimo incaricare qualcuno di fare qualcosa, perché qui oggi sento dire - mi riferisco al Consigliere Rini -: "ad ognuno il suo ruolo, cioè le indagini devono farle gli organi competenti e allora rinviamo alla Magistratura ordinaria, a quella contabile il loro compito, all'Agenzia delle entrate...", ma la politica cosa fa in questa Regione? La politica ha abdicato al suo ruolo? Qui sembra quasi che vi sia la paura di affrontare i propri ruoli. Che ci stiamo a fare qui se non siamo capaci di renderci consapevoli di quello che è successo, o che stava succedendo e che magari succede ancora, se non siamo neppure capaci di decidere? Tanto vale che questo organo venga azzerato.
Visto che l'articolo 8 o l'articolo 9 della legge n. 88/1993, istitutivo della "GS", conferisce alla Giunta regionale un potere di controllo e anche di intervento, è bene che questo controllo e questo intervento, se non sono mai stati esercitati, vengano esercitati, perché ci sono anche dei periodi prescrizionali quinquennali che decorrono e poi rendono impossibili determinate azioni di responsabilità nei confronti di coloro che si sono macchiati di gravi responsabilità. Chiediamo allora come gruppo consiliare innanzitutto che la politica in Valle d'Aosta - visto che da più parti si dice che la politica non esiste, ed è vero, non esiste -, se esiste, dia un segno e dia il segno di esistere, nel senso di saper decidere qualcosa, altrimenti siamo daccapo! Ben venga allora la decisione di un Assessore, condivisa dalla Giunta e invocata dal nostro gruppo, di individuare qualcuno che faccia una forma di approfondimento, che a nostro avviso è ancora insufficiente, ma ci doveva essere comunque un primo passo, altrimenti la maggior parte di voi qui vuole abdicare alle proprie funzioni... e per le quali è stato eletto dal popolo in quest'aula.
In questi anni si sono verificati dei fatti gravi, che nel momento in cui si discuteva dei bilanci... e il collega Rini è stato testimone di queste vicende... sono stati approvati alla quasi unanimità e, nonostante le situazioni denunciate, i deficit ripianati dalla Regione... ovvero dalla Comunità valdostana non c'era mai nessuna parola che emergeva. Adesso tutti dicono che forse qualcosa non funzionava, che c'è stata un po' di confusione, che a confusione si aggiunge confusione, ma allora vogliamo decidere qualcosa o non vogliamo decidere niente? I fatti che sono stati rilevati, senz'altro sulla base di un'indagine a campione che difetta di scientificità e di metodo... ma sono fatti che sono notori, lo sanno tutti cosa si è consumato lì dentro, lo hanno scritto anche i giornali! Il Consigliere Dario Frassy ed io siamo stati querelati per diffamazione e poi prosciolti perché abbiamo osato dire delle cose che erano scomode per qualcuno. I fatti del 2002, gli scandali dei ritiri, dell'ospitalità dei giornalisti e delle mostre, che hanno una loro connotazione di gravità che adesso è oggetto di indagine della Magistratura, sono molto meno gravi di quello che invece è stato rilevato in questo "dossier".
Presidente Caveri e Assessore Marguerettaz, visto che siete i due principali interlocutori politici, nonché decisori, voi avete il dovere di decidere qualcosa, sulla base di quanto è emerso dal "dossier Bo", con tutti i limiti con i quali il rag. Bo lo ha fatto; poi in Commissione ha riconosciuto di aver accettato "obtorto collo", non essendo quello il suo ruolo, ma che sia o non sia il suo ruolo i soldi li ha percepiti anche in maniera sonante, perché conosciamo i suoi emolumenti... di conseguenza, se un Assessore o la Giunta ti dice: "fai un approfondimento", grazie per averlo fatto, grazie per aver portato questa relazione all'esame del Consiglio. Noi diciamo che non è sufficiente, perché, come gruppo "La Casa delle Libertà" avevamo proposto una Commissione di inchiesta. Per fatti meno gravi nel 2002 è stata fatta una Commissione di inchiesta che ha fatto un lavoro anche pregevole, ma non si fa per quello che è successo alla "GS" del casinò, ma questa è una follia! È stato invece inventato uno strumento mostruoso: la IV Commissione allargata ai Capigruppo che ha passato le prime 2 sedute per mettersi d'accordo sulle metodologie di funzionamento, su quanto pesavano i voti e su come questi voti dovevano essere conteggiati per fare, se ne fosse presentata l'eventualità, la valutazione della maggioranza. Siamo arrivati a questi punti, perché è stata studiata una soluzione che si è dimostrata assolutamente inadeguata ad addivenire a delle conclusioni che fossero concrete. Lo citava prima chi mi ha preceduto: sono stati 7 mesi laboriosi che sono di gran lunga superiori ai 90 giorni preventivati e in questi 7 mesi non è che si siano avuti lumi particolari. Darò poi lettura di una relazione che abbiamo condiviso assieme al collega Frassy, io membro della IV Commissione, entrambi partecipi dei lavori.
I fatti sono gravi, perché in questi anni abbiamo vissuto fenomeni come l'aumento vertiginoso delle retribuzioni flessibili dei dirigenti dal 1997 in avanti a fronte di un decremento sensibile dei proventi di gioco e della clientela. Non esiste alcun principio economico, perlomeno logico e sostenibile, che vede premiare i dirigenti in maniera più che proporzionale a fronte di risultati aziendali in costante caduta. Domande che più volte abbiamo reiterato ai nostri interlocutori in Commissione, abbiamo anche chiesto se c'era un avallo politico su una scelta di questo tipo, perché c'è una deliberazione della Giunta del 1994 che su determinate decisioni il Presidente doveva dire "sì" o "no" all'epoca... risposte vaghe, risposte che non hanno soddisfatto le nostre esigenze di chiarezza e di conoscenza, ma lo capisce un bambino: come fai a premiare una classe dirigente o amministrativa di vertice quando i risultati sono in costante calo? Vorrei ricordare che nel 1999 i contribuenti valdostani non se ne sono accorti perché non hanno pagato direttamente loro, ma hanno messo quasi 40 miliardi di lire per ripianare i deficit di bilancio della "GS" con legge speciale passata in quest'aula! Adesso sento qualcuno che ha partecipato e ha votato silenziosamente, secondo una disciplina di partito, tutti questi bilanci che osa dire: "io dissento, non sono d'accordo". Non voglio entrare nel merito, ma la contraddizione dà fastidio alle orecchie.
Abbiamo visto l'ospitalità di "STV", anche lì ripianata sulla base di un accordo intersocietario, si ospitavano tutti e il contrario di tutti in questa "brasserie", potevano andare a mangiare quelli che facevano parte di una determinata corrente di amicizie, però lì andavano tutti senza alcun problema e c'è anche qui chi ne ha approfittato. Le missioni aziendali sono state occasione di vacanza per dirigenti, dipendenti o funzionari, presupponevano una relazione e invece non c'è uno straccio di relazione, se non una, che è stata allegata nel "dossier", che era meglio forse che non venisse presentata, perché è una mezza paginetta, che la scuola elementare faceva più bella figura a fronte di quella che è stata impropriamente denominata relazione! Vi sono le carte di credito aziendali che sono state utilizzate per fini personali, per acquisti di mezzi tipo telefonini o altro, "benefits a go-go". Questo è un po' lo spaccato di una situazione, adesso non voglio entrare in altri dettagli perché per 7 mesi abbiamo fatto indigestione di certe situazioni, che comunque non creano credito né alla "GS", che allora gestiva, né alla Giunta, che aveva questi poteri di controllo ai sensi della legge n. 88/1993.
Vi sono - e dissento da quanto ha detto prima la collega Squarzino - delle motivazioni politiche alla base della scelta di individuare un liquidatore che dovesse fare un relazione, ma è naturale che vi devono essere delle motivazioni politiche, ci mancherebbe che il liquidatore di sua spontanea volontà andasse ad intraprendere la via di una relazione di indagine di questo tipo! È naturale che qualcuno glielo dovesse dire, ma proviamo ad immedesimarci nel ruolo della Giunta o dell'Assessore: chi di noi non lo avrebbe fatto a fronte di questi fatti? Ma non basta avere le motivazioni politiche per conferire un incarico a fare qualcosa, ci vogliono le soluzioni politiche e noi insistiamo perché la politica dia delle soluzioni; quindi, Assessore Marguerettaz, va bene cominciare, ma va meglio finire! Non basta arrivare a questo punto, non basta fermarsi alle risultanze che oggi sono state presentate, anche perché sulle risultanze abbiamo qualche obiezione da segnalare: la IV Commissione allargata ai Capigruppo, in quanto soggetto inadeguato ad espletare questa funzione, ha incontrato non poche difficoltà nell'espletamento del mandato conferitole dal Consiglio il 23 novembre 2005, il lavoro di approfondimento delle anomalie rilevate nella relazione del liquidatore della "GS" del casinò si è rivelato alquanto sommario e altrettanto approssimative sono le conclusioni alle quali perviene l'organismo che è stato deputato a tale compito così delicato. La decisione della maggioranza del Consiglio regionale di non istituire un'apposita Commissione di inchiesta, come dicevamo, ex articolo 21 del Regolamento interno, o in alternativa la mancata attribuzione di questi poteri alla IV Commissione allargata ai Capigruppo è stata la causa principale dell'impossibilità di effettuare per noi un'indagine organica e completa sulle criticità e sulle irregolarità segnalate nel "dossier" redatto dal Rag. Bo. Il tempo a disposizione è stato ampiamente superato rispetto a quanto previsto dalla risoluzione del Consiglio, quindi ha permesso unicamente di procedere alle audizioni dei singoli soggetti che sono stati di volta in volta chiamati o menzionati nel "dossier" e ha consentito una mera raccolta sequenziale di informazioni, deduzioni, giustificazioni ai loro rispettivi operati. Noi più volte abbiamo rilevato l'esigenza di procedere ad un'audizione in contraddittorio fra le parti, perché quello che diceva il Rag. Trentaz era contraddetto da quello che diceva in ipotesi il Dott. Ramojno. Se però sentiamo in sequenza prima l'uno e poi l'altro, l'uno sostiene "bianco" e l'altro sostiene "nero", senza avere la possibilità di avere un esame incrociato fra le rispettive posizioni è naturale che non puoi formarti un'idea complessiva più coerente e veritiera sul fatto. L'esame incrociato oggi avviene anche fuori dalle aule giudiziarie proprio per avere un confronto fra le parti; il confronto sullo stesso argomento permette di avere una visione più immediata e lucida del fatto. È naturale che non potevamo confrontare con immediata cognizione le singole posizioni per rinvenire l'attendibilità o meno delle anomalie di volta in volta denunciate, quindi questa impossibilità di fare il contraddittorio fra le parti... è stata purtroppo recisamente impedita dai colleghi della maggioranza in seno a questo organismo. Questo è stato un primo "stop": oltre non andiamo, sentiamoli in sequenza come tanti piccoli pappagallini che recitano la loro parte... è naturale che le parti non sono collimanti! Grazie quindi alla maggioranza consiliare per non avere avuto questa sensibilità, o almeno non aver dimostrato la volontà di voler approfondire tutte le anomalie emerse nel "dossier"... l'azione ispettiva di questo organismo è stata vanificata e i nostri approfondimenti si sono notevolmente limitati.
La complessità delle situazioni analizzate, visti i molteplici aspetti amministrativi, giuridici, contabili, fiscali e previdenziali che esse rivestivano, meritava l'ausilio di una società di revisione, cioè non abbiamo delle competenze così estese di carattere giuridico, economico, contabile, commercialistico per poter addivenire a una conclusione precisa dei fatti e delle responsabilità addebitabili a qualcuno, quindi una società di revisione poteva ampliare il raggio di esame su tutto il periodo di vigenza della "GS", cioè dal 1994 al 2002, ma soprattutto accertare la veridicità e l'entità delle anormalità denunciate nel "dossier", che era il nostro compito. Anche la proposta di nominare una società di revisione - da noi formalizzata come quella di fare l'esame incrociato - ha incontrato vivaci obiezioni da parte della maggioranza che, forte dei propri numeri, l'ha neutralizzata. La presenza di un Capogruppo come il Consigliere Cesal che, bastava "alzasse il ditino contro", pesava 18 punti all'interno della Commissione ci indica che questa Commissione era stata strutturata per fare in modo che si potesse andare fino a un certo punto, ma oltre l'accesso era vietato.
Il "dossier Bo" offre lo spunto per numerosi approfondimenti che, esulando dai compiti del liquidatore, richiedevano un'attività di indagine interna da realizzare tempestivamente. Tale bisogno non è stato soddisfatto malgrado il liquidatore avesse ricevuto un preciso "input" politico al fine di fare chiarezza sulla gestione della "GS" relativamente a quelle anomalie di carattere amministrativo, contabile, fiscale, previdenziale che possono evidenziare eventuali profili di responsabilità. Questo è l'"input" politico che conferì l'Assessore a suo tempo. Benché lo stesso liquidatore, presentando la relazione agli amministratori regionali li avesse esortati ad affidare il compito di un'indagine completa e accurata ad una società di revisione o a un esperto di indagini societarie, ciò non avvenne mai.
Le audizioni svolte dalla IV Commissione allargata ai Capigruppo e i documenti raccolti non hanno consentito una conoscenza più estesa delle situazioni anomale denunciate nel "dossier". Se da un lato la relazione del liquidatore si è fondata su un'indagine a campione, unico sistema oggettivamente utilizzabile non potendo disporre di tutti i documenti - gli è stata obiettata la possibilità di accedere a determinati fascicoli da parte degli organi competenti -; dall'altro, la metodologia adottata dalla IV Commissione allargata ai Capigruppo si è limitata, per volontà della maggioranza, a una rilettura superficiale dei dati e delle situazioni riferite nel "dossier" con un eccesso di circospezione, che pare trovare spiegazione nella sola necessità di non portare alla luce ulteriori anomalie che potessero compromettere la posizione personale e professionale di qualche amministratore in carica o ex, di qualcuno che era preposto al controllo, oppure ancora di qualche dipendente. L'analisi svolta dalla IV Commissione e le conclusioni alle quali è pervenuta quindi sono superficiali e non aggiungono alcun nuovo elemento a quanto già conosciuto. Questo organismo speciale ha esaurito il suo mandato con un nulla di fatto, venendo meno all'obiettivo prefissato dal Consiglio; siamo rimasti ad "accarezzare" la superficie della questione, non avete avuto il coraggio di andare oltre.
La relazione conclusiva propone paradossalmente una sorta di inversione dei ruoli, dove il "dossier Bo" figura come un documento parziale redatto da un professionista che ha agito contro la propria volontà secondo un metodo - la campionatura - privo di oggettività e di scientificità, che ha prodotto dati sommari e non attendibili. Noi la respingiamo al mittente questa considerazione, per contro le controdeduzioni effettuate da coloro che si sono avvicendati nelle audizioni in Commissione paiono assumere una pretestuosa patente di inconfutabilità, mettendo in dubbio l'operato del liquidatore e la sua relazione. Quando qualcuno dice che si aggiunge confusione a confusione lo fa solo per "intorbidare le acque", perché non ha voglia di distinguere gli elementi che "intorbidano le acque" dall'elemento "acqua". Consigliere Rini, visto che mi è parso di capire che lei amerebbe conseguire l'obiettivo della chiarezza, non può dire che si aggiunge confusione a confusione, perché la si aggiunge solo se si vuole farlo: se si evita di nominare una società di revisione, se si evita di fare un esame incrociato fra le parti, di conseguenza se si evita di disporre di quegli strumenti che sarebbero stati necessari per addivenire ad una consapevolezza concreta di quanto è accaduto. A nostro avviso, questo dubbio potrà essere dissipato solo se si affiderà un incarico a una società di revisione o se si investirà di questa materia un'autentica Commissione di inchiesta ex articolo 21 del Regolamento. È una proposta che il nostro gruppo ha già fatto e che rinnova ora con convinzione al Consiglio e lo faremo attraverso la proposta di un documento a tal uopo.
Si dà atto che, dalle ore 10,52, presiede il Vicepresidente Lanièce.
Presidente - La parola al Vicepresidente Fiou.
Fiou (GV-DS-PSE) - È con un certo disagio che ritorno sul "dossier Bo", perché ogni volta che ne parlo ho la sensazione di rivivere tutta l'ambiguità in cui si è svolta questa iniziativa. Se poi aggiungo che tale iniziativa i "Democratici di Sinistra" l'hanno vissuta, (forse sarebbe meglio dire subita) come forza di maggioranza, al disagio generale si somma anche la sensazione della poca considerazione dei rapporti fra alleati che ha caratterizzato alcuni passaggi politici. Comunque, siccome nella ripartizione delle materie all'interno del gruppo il casinò mi tocca, ritengo mio dovere intervenire in proposito.
Per la IV Commissione non è stato un compito facile portare avanti l'approfondimento assegnatole dal Consiglio sul "dossier Bo", intanto non erano chiari gli obiettivi di quell'approfondimento, se non quello un po' strumentale di diluire l'impatto per farlo dimenticare. La non chiarezza degli obiettivi ha indotto i singoli Commissari ad utilizzare l'occasione per finalità diverse: sparare ancora una volta sulla "GS"; regolare i conti fra protagonisti diversi dalla "vicenda casinò"; semplicemente per affossare tutto; direi anche altre finalità magari estranee al casinò. La relazione presentata al Consiglio è il risultato di questo stato di cose, si limita, correttamente, a fare una sintesi cronachistica delle audizioni per fornire ai Consiglieri materiale di riflessione; manca però una sintesi politica vera, forse troppo difficile da realizzare, viste le differenze di atteggiamento all'interno della Commissione stessa.
Ovviamente propongo una mia valutazione, che deriva dalla lettura del "dossier", dalle dichiarazioni sentite durante le audizioni e dai documenti ricevuti presentati dagli attori coinvolti, dalla considerazione però anche su vicende che si possono collegare al "dossier Bo". Intanto del "dossier" prendo in considerazione - molto schematicamente, (perché prima di me la collega Squarzino in particolare ha scavato nello specifico, quindi ripeterei soltanto) - i contenuti, le finalità individuabili, il metodo con cui è stato commissionato.
I contenuti: il "dossier" contiene un'analisi direi perlomeno poco scientifica e con un taglio scandalistico, relativo a presunte irregolarità contabili e a metodi di gestione approssimativi durante la "GS". Sul merito dei rilievi contenuti, la valanga di considerazioni raccolte durante le audizioni dai vari attori coinvolti non ha aiutato molto a chiarire la sostanza dei problemi: valutazioni contraddittorie, contestazioni relative all'uso distorto o parziale dei documenti, accuse reciproche di strumentalizzazioni, di ingerenze indebite, negato accesso ai documenti e chi ne ha più ne metta; tutto questo ha aggravato ancor più la "fumosità" dei fatti e dei rilievi stessi. La poca scientificità e la precarietà delle analisi e delle contestazioni richiamano subito una domanda: quale finalità si è posta un'iniziativa così approssimativa? Non mi convince in proposito la risposta dell'Assessore in un'audizione, che ha motivato l'incarico al liquidatore della "GS" con l'intenzione di verificare la fondatezza di voci su irregolarità dell'attività interna al casinò. Non mi convince questa dichiarazione perché sia per verificare la veridicità delle segnalazioni, sia per correggere irregolarità o storture gestionali aveva strumenti ben più opportuni ed efficaci di quello intrapreso. Collega Tibaldi, sono d'accordo sulle responsabilità della politica e di un Assessore che doveva fare chiarezza rispetto a voci che aveva sentito, ma l'Assessore non ha assolutamente usato lo strumento opportuno! Non posso pensare che un Assessore, fra l'altro professionalmente ben "armato" nelle materie e nelle problematiche oggetto della verifica, sia così ingenuo da accettare per buone segnalazioni informali magari venute dallo stesso liquidatore, per poi incaricare lo stesso, già parte in causa nella liquidazione, di attivare un'indagine sommaria. L'Assessore aveva competenze, poteri, strumenti per avviare una seria analisi del funzionamento interno del casinò, da cui derivare un altrettanto serio programma di riorganizzazione, cosa su cui ancora oggi discutiamo e mi sembra ancora tutto da inventare. L'Assessore è interlocutore avanzato della proprietà riguardo al casinò, è colui che ha voluto il "CdA" in carica al momento dei fatti, quindi era nella posizione di avviare ogni iniziativa anche impegnativa in merito. Mi viene da dire: perché non lo ha fatto? Perché allora ripiegare su una soluzione approssimativa, utilizzata così pesantemente in chiave propagandistica? Non dimentico come il "dossier" sia finito sui giornali prima di arrivare alla conoscenza dei Consiglieri, così come non dimentico come sullo stesso e sui fatti collaterali al "dossier" sia stata orchestrata un'altisonante campagna di stampa.
Inoltre perché concentrare le critiche sul solo periodo della "GS", mentre molti dei meccanismi criticati sono proseguiti anche con la S.p.a. pubblica, quasi a voler demolire il ruolo politico giocato dalla "GS" a salvaguardia del ruolo del casinò e delle competenze regionali relative al casinò stesso? Ieri mattina ho sentito perfino il Consigliere Frassy riconoscere alla "GS" il ruolo di passaggio obbligato, anche se ne ha criticato la durata, per far fronte a un contenzioso lungi dall'essere ancora definito. Ho valutato questo attacco alla "GS" incredibile politicamente, quando la "GS" stessa è stata fortemente voluta e sostenuta - mi verrebbe da dire "gestita" - dalla stessa forza politica dell'Assessore, anche se condivisa con convinzione come scelta - ancora mi verrebbe da dire "ma non gestita" - dagli alleati. Ecco perché la domanda: ma che finalità si voleva perseguire con il "dossier Bo"? E qui mi viene in mente il duro confronto in maggioranza al momento dell'imposizione del cambio del "CdA" del casinò all'inizio di legislatura, cambio allora poco motivato; mi vengono in mente i contrasti con la dirigenza interna anche in questo caso più mirati a contrastare persone che a motivare un progetto di riordino. Pongo allora a me stesso l'ultima domanda, alla quale non ho però elementi certi per rispondermi, ma intravedo molti avvenimenti su cui costruire teorie: tutti questi avvenimenti e anche il "dossier Bo" sono stati funzionali semplicemente a un cambio di guardia per l'egemonia sul casinò? Credo sia una domanda a questo punto legittima da porsi. Come un'altra: sono stati parte delle lotte intestine che hanno caratterizzato la forza politica di maggioranza, in parte poi emerse? Mi fermo alle domande. Spero da qui in poi di non parlare più del "dossier Bo", però questi ragionamenti non mi fanno sottovalutare l'urgenza di approfondire le disfunzioni relative al funzionamento interno del casinò.
Sulle eventuali irregolarità stanno indagando organismi deputati a ciò, con strumenti di indagine adeguati, perciò in merito è meglio attendere i risultati senza interferire. Al riguardo però un primo risultato mi sembra essere stato raggiunto dal "dossier Bo", anche se non c'è nulla di ufficiale in proposito, e questo sarebbe l'effetto autodenuncia con cui la Regione e la casa da gioco hanno voluto dare la possibilità all'Agenzia delle entrate in questa fase di difficoltà del bilancio dello Stato di recuperare un po' di risorse, a spese ovviamente della Regione e della casa da gioco.
Sulle disfunzioni di gestione dell'organizzazione interna da tempo ci sono dichiarazioni di intenti per dare a tale problema soluzioni sostanziose, devo però dire che in questo momento mi torna qualche preoccupazione. Ho sperato in una svolta sostanziale nell'affrontare la politica sul casinò con l'approvazione della risoluzione che abbiamo da poco approvato; ci sono avvisaglie però che fanno pensare ad una situazione abbastanza lontana dalla definizione di un quadro di interventi trasparente. L'ulteriore Comitato strategico, di cui si sta parlando, mi pare stia complicando un sistema di organismi con competenze al riguardo delle scelte riguardo il casinò estremamente complesso. Abbiamo il Consiglio, la Giunta che hanno competenze sul casinò, è stata inventata la "task force", c'è il "CdA", c'è il Comitato strategico: ecco questa pletora di organismi non può che ingenerare contrasti, confusione di competenze, ma nello stesso tempo fornisce organismi per scaricare gli uni le responsabilità sugli altri... è una cosa che mi preoccupa un pochino e la polemica fra i componenti del "CdA", di cui abbiamo letto e sentito in Commissione in questi giorni, evidenzia già lì differenze fra chi vuole affrontare in maniera diversa le questioni, come affrontare di petto i problemi di organizzazione interna, che pesano sull'economicità della struttura e sulla qualità dell'offerta, e chi li vuole demandare ad ulteriori esperti. Verificheremo i prossimi passi per capire quale percorso il Governo vuole intraprendere in merito.
Vado alla conclusione ancora con qualche battuta sul "problema privatizzazione", sollevato ancora una volta in maniera un po' provocatoria, più che con lo stile di aprire una tematica di riflessione. Su questo nessuna preclusione ideologica sull'eventuale privatizzazione, era già stata condivisa 12 anni fa, anche se poi l'iter è abortito non per responsabilità pubblica. Il problema è quale soluzione è più funzionale quando abbiamo alcuni "paletti" da tenere in considerazione, perlomeno da non sottovalutare: la proprietà pubblica - questo è il primo - che responsabilizza la Regione non solo sul piano del rendiconto economico, ma anche per i risvolti occupazionali e sociali riflessi, senza essere schiavi di questa questione, però è una questione di cui tenere conto; secondo: l'opportunità sempre per la Regione di considerare il casinò come una delle risorse di una proposta turistica ed economica complessiva insieme a Bard, agli impianti di risalita, ai castelli, ai palazzetti dello sport e vedere fra questi tutte le sinergie che si potrebbero introdurre - credo che obiettivi di questo genere sarebbero meno agevoli con un casinò in mano ai privati -; terzo: il rischio di incontrare ancora un privato che viva di contenzioso strumentale. Sono solo alcune riflessioni che metto lì perché ci si ragioni sopra...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... il pensare al casinò come uno degli elementi di un sistema, ad esempio turistico, dove il rapporto casinò con gli altri settori del turismo possa avere un intreccio importante. Ne abbiamo già accennato e volevo anche qui solo accennare al problema. Propongo queste poche riflessioni affinché la discussione sulla privatizzazione si incammini non solo su basi ideologiche - e voglio sottolineare che anche la spinta alla privatizzazione a tutti i costi può essere motivata da scelte ideologiche -, ma si sviluppi attorno a quale ruolo il casinò può giocare nel contesto economico della Valle e quale assetto può essere più funzionale a tale ruolo.
Si dà atto che dalle ore 11,14 riassume la Presidenza il Presidente Perron.
Président - La parole au Conseiller Lavoyer.
Lavoyer (FA) - Alcune brevi considerazioni su questa vicenda che, per fortuna, pensiamo oggi raggiunga la parola "fine", ma parlo soprattutto di una vicenda che dovrebbe oggi terminare dal punto di vista più politico e, quando parlo di vicenda politica, i contenuti del mio intervento esulano da posizioni preconcette di maggioranza ed opposizione. Mi preoccuperei anzi molto al posto dell'Assessore e del Governo regionale del sostegno che è stato offerto dall'intervento del collega Tibaldi; qui non si tratta di opposizione o di maggioranza, caro collega Tibaldi, tutti sappiamo leggere quali sono le finalità che stanno dietro il proprio intervento! Nulla di personale quindi, ma permettete alcune considerazioni su questa relazione che evidenzia innanzitutto, secondo noi, diversi aspetti negativi. Sempre dal punto di vista politico, riteniamo che questa relazione sia una brutta pagina della storia politica della Valle d'Aosta, reputiamo anche che sia una pagina figlia di un certo momento di tensioni politiche e non solo. Riteniamo anche che la relazione evidenzi un altro aspetto negativo che altri colleghi hanno sottolineato: questo "dossier" era il classico tentativo di sollevare un grande polverone per non affrontare i problemi nella loro concretezza. Direi di più: in quanto membro di un Esecutivo che ha gestito con il Governo i rapporti precedenti con la "GS" direi che questo "dossier" è un classico attacco alla Giunta precedente, un "gettare fango" a 360 gradi.
L'altro aspetto che la relazione evidenzia è uno "schiaffo" - contraddico quello che ha detto il Consigliere Tibaldi prima - all'autore di questo prodotto, una bocciatura sonora a chi ha prodotto questo documento, è una bocciatura nella concretezza delle aspettative che tale documento aveva prodotto anche sugli organi di informazione. Se l'autore ha sbagliato, se lo ha fatto in buona fede, era un cattivo professionista, se lo ha fatto in malafede, lo sbaglio era gravissimo, se ispirato lo sbaglio era ancora peggiore...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
... secondo me, ha sbagliato nel metodo e nei contenuti. Dalle audizioni sul metodo e sui contenuti di questo "dossier" è emerso un quadro disarmante, un metodo di lavoro non solo poco professionale, ma uno strumento che serviva forse a delle rese dei conti politiche e tecniche.
Detto questo, mi sembra doveroso sottolineare gli aspetti positivi del documento che oggi stiamo esaminando. Il primo aspetto positivo che emerge da questa relazione è un secco "no" alla lotta politica fatta con strumenti di questo tipo, un secco "no" alla delazione, un secco "no" alle "imboscate" con documenti a dir poco vergognosi! L'aspetto positivo è anche un cambio di clima, di atteggiamento nei confronti della problematica del casinò che si respira all'interno di questo Consiglio e di questa maggioranza, un atteggiamento più equilibrato e costruttivo, una volontà finalmente concreta di affrontare i problemi veri. Do quindi un giudizio positivo a questa relazione che va proprio in quella direzione: di essere una relazione equilibrata, una relazione che non ha finalità che non siano quelle che il documento contiene e direi che la Commissione, con gli strumenti e le possibilità che ha avuto, ha fatto un buon lavoro insieme al Presidente Praduroux. Proprio da questo documento è necessario ripartire per aprire una stagione nuova della politica, una stagione meno conflittuale e legata ai personalismi, più costruttiva e attenta ai problemi concreti da risolvere.
Président - La parole à la Conseillère Viérin Adriana.
Viérin A. (UV) - Je ne peux qu'apprécier la qualité du débat, je me disais après 7 mois en Commission personne n'aurait eu encore envie de discuter de Casino, évidemment ce n'est pas ainsi, le problème est toujours là et donc on est concernés. Je ne peux que partager la presque totalité de ce que M. Rini vient de dire aujourd'hui à propos de la maison de jeu, il s'agit là d'un terrain épineux qui se traîne depuis au moins 20 ans, mais qui a connu ces dernières années ses moments les moins glorieux. Pendant 3 ans les Gouvernements qui se sont succédés, et en particulier l'Assesseur délégué, ont gaspillé les meilleures énergies à chercher les coupables qui dans le passé récent avaient si mal géré la maison de jeu, tant au niveau de la direction qu'au niveau politique. M. l'Assesseur, vous avez peut-être oublié que vous étiez à l'époque le Président du mouvement de majorité relative qui gouvernait cette Région et vous aviez donc une énorme responsabilité quant aux choix politiques de l'époque et vous êtes aujourd'hui responsable des choix, car vous avez fait tous les choix pratiquement en solitaire concernant la maison de jeu de 2003 à aujourd'hui, avec quels résultats effectifs? D'après ce que l'on peut apprendre ou comprendre les résultats sont assez pénibles.
Je me suis souvent demandée si la volonté, l'acharnement de vouloir constamment déplacer l'attention vers le passé n'était pas simplement pour éviter que l'on regarde à la réalité actuelle et on s'aperçoive par là que la situation économique périclitait de jour en jour. Je dois rappeler - je ne veux pas là conforter dans l'idée M. Tibaldi qu'on renouvelle les diatribes du Congrès de l'"Union Valdôtaine" - que j'ai, ainsi que plusieurs de mes collègues, demandé tout au long de ces 3 années de législature de faire le point sur la situation soit au sein du groupe de l'"Union Valdôtaine" ou au sein du groupe de majorité... les groupes de majorité qui se sont succédés sans aucun résultat... pourquoi? Pour un manque de respect vis-à-vis des collègues du groupe de majorité comme quelqu'un l'a dit? Pour un manque de solution sérieuse et d'idées nouvelles à proposer? Pour pouvoir diriger le bateau sans entraves et sans embêtements? Mais diriger le bateau vers quel rivage, vers quelle destination? Là aussi à plusieurs reprises j'ai posé la question sur l'éventuelle volonté de privatisation de la maison de jeu. La réponse a toujours été la même: "non, absolument pas". D'autant plus que cette éventualité n'était nullement prévue dans les différents programmes de législature, sauf apprendre, lors du Congrès extraordinaire de l'"Union Valdôtaine", que les choses étaient peut-être différentes. Réellement différentes? Probablement différentes uniquement pour l'Assesseur Marguerettaz qui avait lancé le "scoop" le 17 juin dernier, compte tenu également de la marche arrière effectuée hier matin par le même Assesseur dans cette Assemblée, lors d'une réponse à une interpellation. Je m'associe donc à non collègue Rini et je partage son embarras, mais quand cette Assemblée aura-t-elle l'opportunité de s'occuper sérieusement de cet argument?
Permettez-moi donc, M. l'Assesseur, de continuer à exprimer ici quelques considérations, compte-tenu que vous ne m'avez pas permis de le faire dans d'autres contextes et ceci afin également de réfuter définitivement cette idée saugrenue, lancée elle aussi lors du Congrès de l'"Union Valdôtaine", selon laquelle le Gouvernement est ôtage et prisonnier des Conseillers régionaux. Pour ce qui me concerne, j'apprends la plupart des nouvelles concernant la maison de jeu en lisant la presse! Puisque M. Marguerettaz hier nous a dit que nous ne pouvons pas faire confiance à la presse et aux nouvelles transmises par les médias, je dois croire que très probablement je ne connais strictement rien.
M. l'Assesseur, le premier "CdA" du Casino de cette législature vous l'avez choisi complètement en solitaire d'après les renseignements de vos collègues du Gouvernement. Pour ce qui est du deuxième, le choix a été un peu plus partagé et, si je regarde les "curriculas" des conseillers qui le composent, il est sûrement plus qualifié du précédent, compte tenu évidemment du secteur dans lequel il doit exercer. Rien de personnel sur les autres membres. Je dois dire et je dois vous avouer qu'à ce moment-là j'ai eu pour un instant le sentiment d'assister à un tournant positif pour la maison de jeu; malheureusement on a ensuite assisté à la création d'une "task force" de très haut niveau et tout récemment d'un Comité... stratégique ou je ne sais pas quoi; mais faut-il vraiment avoir 3 structures superposées ou interposées pour gérer notre maison de jeu? Permettez-moi d'avoir de très fortes perplexités à cet égard. Pourquoi ne pas rechercher un vrai tenancier de tripot - j'ai dû le chercher sur le dictionnaire, parce que je connaissais seulement le mot en italien: "biscazziere", en français c'est "tenancier de tripot" - qui sache gérer et relancer le Casino? Pourquoi pas, par exemple, utiliser convenablement le seul membre du "CdA" qui a mûri dans son passé professionnel une brillante expérience dans la direction de la maison de jeu? Car sérieusement, à mon avis, c'est d'un tenancier de taille dont on a dramatiquement besoin pour essayer au moins d'endiguer cette chute verticale. C'est seulement quand la maison de jeu aura retrouvé une bonne santé que nous pourrons nous pencher sur la question gestion publique/gestion privée, ce serait démentiel d'y songer maintenant quand la cotation de cette industrie est au plus bas, ce serait un peu comme vendre les joyaux de famille quand les cotations de l'or sont arrivées "au raz des pâquerettes". Le Casino j'estime qu'il a toujours représenté et il représente encore de nos jours une réelle ressource pour notre Communauté, nous avons donc l'obligation d'assurer sa relance. Vous avez, M. l'Assesseur, cette obligation vis-à-vis de cette Assemblée et de toute la Communauté valdôtaine.
Le "dossier Bo": un "dossier" et une histoire plus politique qu'administrative, une histoire longue et qui, malheureusement, M. Lavoyer, ne s'achèvera pas avec la discussion d'aujourd'hui, une histoire qui même pour vous, M. Marguerettaz, a représenté un vrai tourment, beaucoup plus les problèmes et les déceptions que les réponses souhaitées ou les confirmations envisagées, donc vous aussi vous n'avait qu'une hâte: conclure ce parcours; mais, comme l'a très bien dit... et vous savez à qui je me réfère, un Monsieur de taille... il y a quelques mois, il ne fallait peut-être pas l'entamer ce parcours. Ce n'est jamais à travers les guerres et les représailles que l'on peut bâtir des parcours de paix et parvenir à des conclusions positives, sans compter que parfois on risque de devenir victime du système que l'on a mis sur pied. Mesdames et Messieurs, travaillons donc pour trouver les réponses dans ce secteur comme dans les autres, car nos employeurs, qui sont les citoyens du Val d'Aoste, ce sont eux qui nous paient, donc nous on est de simples employés, ils nous regardent et attendent des solutions concrètes.
Président - La collègue Squarzino vient de m'annoncer qu'elle est en train de préparer une résolution sur l'argument.
La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Pensiamo che alcune e ulteriori riflessioni rispetto a quelle contenute nella relazione della IV Commissione allargata ai Capigruppo vadano fatte e vadano fatte in aula per chiarezza di una vicenda che non sappiamo bene come poter definire, perché sicuramente il casinò è una di quelle situazioni che, dal punto di vista delle aspettative, delle risorse, degli interessi, occupa gran parte delle energie della politica valdostana. Sarebbe d'altronde difficile pensare diversamente per gli interessi che si muovono dentro e dietro il casinò.
Vorrei partire da lontano, partire da quel momento che ha innescato tutto l'approfondimento o il parziale approfondimento che è avvenuto in IV Commissione. La preoccupazione che alcuni colleghi di maggioranza avevano espresso fin dai primi dibattiti in aula, tenuti su sollecitazione del nostro gruppo, ovvero quella di evitare un processo... questa preoccupazione non si è superata e si è concretizzata. Qualcuno ha detto: "il Consiglio regionale e i suoi organi non possono sostituire l'azione della Magistratura civile, penale, contabile, lasciamo che questi organi facciano il loro corso, noi occupiamoci delle questioni amministrative". Assessore, non è così, forse lei non lo sa ma, in barba alle norme del giusto processo che prevedono sempre la presenza dell'imputato e la possibilità di difesa dell'imputato, in IV Commissione si è svolto un processo politico, che è il processo della peggior specie, e l'imputato, Assessore, era lei! La preoccupazione che certi colleghi della sua maggioranza esprimevano in aula di evitare un processo... lo hanno concretizzato come processo politico e così, anziché spendere energie per capire quali erano i problemi che stavano dietro a certe segnalazioni fatte dal liquidatore, la preoccupazione di alcuni suoi colleghi di gruppo era quella di capire come mai l'Assessore avesse dato l'"input" al liquidatore di fare certe verifiche, era quella di capire come mai il liquidatore aveva fatto quelle verifiche, era quella di capire se il liquidatore era stato violentato nelle sue funzioni professionali, eccetera. Abbiamo avuto la sgradevole sensazione in Commissione, e per certi versi rivissuta da questi brevi interventi in aula, che la preoccupazione maggiore fosse non quella di far emergere la verità su quanto... in sintesi e da verifiche a campione con tutti i limiti delle verifiche a campione... potesse esserci dietro una certa gestione del casinò, ma di occultare il tutto e voler far passare il messaggio che il casinò ha sempre funzionato al meglio e che quanto si va sollevando nel "dossier Bo" è frutto di una lotta interna alla maggioranza o, meglio, all'"Union Valdôtaine". Non sappiamo se sia il frutto di una lotta interna o meno, ma le riconosciamo il merito, Assessore, di aver tentato di far chiarezza su una certa gestione della casa da gioco e qui collega Lavoyer vorrei precisare quel pensiero che forse è stato travisato, ma espresso in maniera lineare dal collega Tibaldi, ovvero che abbiamo lodato l'"input" politico dato dall'Assessore, ma non possiamo sostenere queste conclusioni se non ci saranno delle determinazioni diverse.
Noi, fra l'altro, avevamo subordinato la chiusura di questi lavori di Commissione, che si sono protratti oltre il tempo della risoluzione... che il Consiglio aveva dato alla Commissione, ad ulteriori verifiche che sono state completamente ignorate, sulle quali sarebbe opportuno che l'Assessore ci desse delle delucidazioni: mi riferisco alla conclusione di quel procedimento dell'avviso di accertamento dell'Agenzia delle entrate. Se n'è parlato in maniera marginale in qualche intervento, ma quell'accertamento chiude con una cifra che non mi sembra delle più ignorabili: 3 milioni di euro a spanne. Di questi 3 milioni di euro che l'Agenzia delle entrate va a chiedere... andremo in contenzioso, andremo a trovare delle soluzioni di tipo conciliativo? Alla fine vorremmo capire che tipo di azione amministrativa e, se necessario, civilistica cautelare questa Amministrazione intende percorrere, perché se le cifre in questione saranno confermate nella loro interezza, o comunque saranno ridimensionate, sono cifre conseguenti a una serie - usiamo un termine neutro - di errori gestionali dei quali forse sarebbe opportuno che l'Amministrazione chiedesse conto a chi si è assunto la responsabilità di gestire la casa da gioco in quegli anni. Non possiamo trovarci dopo 10 anni di Gestione straordinaria a chiudere la vicenda con una relazione che è apparentemente corposa, ma che nella sostanza non ha il coraggio di arrivare a quelle conclusioni propositive che dovrebbero essere contenute in una relazione che aveva il compito di fare gli approfondimenti! Quando nella pagina e mezzo di conclusioni - questo è il motivo per cui non abbiamo firmato tale relazione - si dice che risulta una mancanza di chiarezza nelle procedure di gestione adottate dalla casa da gioco... di conseguenza, si fa un'affermazione importante, ma poi si dice che si ritiene inopportuno esprimere valutazioni e giudizi in attesa delle determinazioni delle autorità e degli uffici competenti... non condividiamo questo principio dell'attesa, perché? Perché vi sono una serie di valutazioni di tipo politico-amministrativo che competono a questo Consiglio. Non possiamo pensare, come ha sintetizzato nel suo intervento il collega Rini o la collega Viérin, che tutta questa vicenda possa ricomporsi perché l'"Union" ha fatto il suo Congresso e ha qui trovato un'apparente nuova unitarietà politica interna! Non possiamo pensare che anche la vicenda del casinò possa essere ridotta a una vicenda meramente strumentale, a un partito... seppure abbia ottenuto alle scorse elezioni regionali la maggioranza assoluta dei consensi! Riteniamo che certe questioni - ne leggo una a titolo esemplificativo - debbano essere oggetto di valutazione, pertanto quando si parla nella relazione di mancanza di chiarezza delle procedure cosa significa? Significa ad esempio che per un lungo periodo, tanto quanto la durata della "GS", tutte le spese di viaggi, di agenzia per manifestazioni e ospitalità venivano trattate non con contratti o offerte che venissero fatte a monte, ma con una trattativa diretta, talmente diretta per cui c'era una certa agenzia che stava a Palermo - e poi parlano di contiguità mafiose con le case da gioco, sarà una casualità, ma l'agenzia di viaggi stava a Palermo - la quale faceva pagamenti a terzi per conto di "GS" e li faceva in assenza della produzione di quella documentazione che è dovuta quanto meno, di lettere con certa intestata dei beneficiari dei pagamenti stessi. Queste sono le vicende di mancanza di chiarezza, certamente non cose da poco conto, soprattutto se consideriamo i bilanci della "GS" e i periodi che hanno interessato tale vicenda.
Se lodiamo l'"input" politico, Assessore, le chiediamo di essere coerente con quell'"input". Nel "dossier Bo" c'era già un'affermazione importante: "il controllo è un controllo a campione, non consente certezze sulla gestione nel suo insieme, è opportuno fare ulteriori approfondimenti", ma chi li deve fare: la IV Commissione allargata ai Capigruppo? Non scherziamo! Non avevamo gli strumenti per fare un lavoro serio. Abbiamo ascoltato tutti e nell'ascoltare tutti abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto, perché qualcuno diceva che una certa situazione era stata gestita in "bianco" e qualcun altro diceva che era stata gestita in "nero" e alla fine abbiamo verbalizzato tutto e siamo arrivati alla fine a dire che non c'è chiarezza, ma questa chiarezza la vogliamo trovare o qualcuno ha interesse a non trovarla? Perché il problema essenziale poi è banale: la vogliamo la chiarezza o continuiamo a dire che non c'è chiarezza? Penso vi siano degli strumenti contabili e amministrativi che consentano di far chiarezza... si chiama revisione contabile: uno strumento suggerito dallo stesso liquidatore nella sua relazione dell'autunno 2005. Il nostro gruppo aveva richiesto la revisione contabile in una serie di risoluzioni presentate e respinte da quest'aula, la richiediamo oggi confortati dalle conclusioni dei lavori di questa Commissione che dicono che manca chiarezza e penso che lei, Assessore, abbia il dovere di inventarsi dei percorsi che possono fare chiarezza. Quei percorsi non possono essere la rassegnata attesa delle conclusioni dei procedimenti... a mio sapere di procedimenti se ve ne sono... vi è solo forse un "dossier" che dovrà essere istruito dalla Corte dei Conti, non mi risultano che vi siano "dossier" su altri tavoli della Magistratura civile e penale. Ci potrebbero forse essere delle azioni di tipo civilistico nella misura in cui qualcuno dovesse ritenere all'interno dell'Amministrazione regionale di avviare delle azioni di responsabilità civile nei confronti di chi, dirigenti e amministratori, avevano responsabilità gestionali e in qualche maniera dovrebbero essere chiamati a tenere indenne l'Amministrazione regionale dalle sanzioni conseguenti ai maggiori accertamenti che l'Agenzia delle entrate ha recentemente notificato all'Amministrazione regionale.
Se il dibattito dovesse finire con una serie di interventi fini a sé stessi, alcuni esclusivamente di tipo polemico, altri in codice politico trasversale, come sono partiti dai banchi della maggioranza, penso che come Consiglio avremmo fallito il nostro compito, ma non sarebbe solo un fallimento politico, ma qualcosa di più grave: sarebbe una condotta omissiva da parte di un organo, il Consiglio regionale, che ha per legge dei compiti di controllo sulla materia che stiamo esaminando. Auspichiamo che si possa procedere in questo approfondimento, perché la conclusione alla quale oggi stiamo pervenendo è una conclusione insoddisfacente, per poter arrivare a delle certezze che abbiano la pretesa non dico della totalità, ma quanto meno la pretesa di far chiarezza su certi meccanismi. Non ci accontentiamo di venire in aula, come qualcuno dei colleghi di maggioranza ha fatto, a dire che non si capisce più niente, che era meglio non approfondire, non fare la Commissione, non audire. Penso sia doveroso da parte di tutti, in particolare da parte di chi ha responsabilità esecutive nei banchi di Giunta, arrivare a delle conclusioni e su questo chiediamo all'Assessore di essere coerente con l'"input" iniziale che lei a ragione aveva trasmesso al liquidatore, anche perché la gestione della "GS", collega Fiou, l'abbiamo riconosciuta come un passaggio necessario quando c'era un certo contenzioso, ma poi è diventato un passaggio che ha fatto comodo a molte componenti politiche, fra queste anche la sua componente politica che ha condiviso per un lungo periodo, con la nomina di amministratori, un certo andazzo gestionale. Oggi chiediamo che venga messo un punto fermo su come sono andate le cose negli anni della "GS", in cui la politica era la padrona indiscussa del casinò e di tutto ciò che gli ruotava attorno; con questo mi riferisco anche a quegli eventi che con il casinò c'entravano relativamente, ma che erano collaterali, perché il casinò era una bella "mucca da mungere", ed erano gli eventi che potevano avere "vestiti" culturali, piuttosto che "vestiti" di tipo sportivo e ludico.
Ha detto bene il Consigliere Tibaldi che la Commissione di inchiesta, istituita la scorsa legislatura, era una Commissione istituita su una vicenda dalla portata molto più ridotta rispetto a quella relativa a 10 anni di "GS", perché quella vicenda aveva al centro un funzionario infedele, che aveva costituito un piccolo comitato di affari per gestire a suo uso e consumo il potere che gli derivava da certe funzioni. In quella vicenda però vi fu il coinvolgimento di un Assessore che obbligò l'Amministrazione e il Consiglio regionale a prendere certe decisioni. Non vorrei che qui tutto venisse parametrato sulle disgrazie di un amministratore per valutare quello che è invece l'interesse dell'Amministrazione, perché, se qui vi fosse stato un amministratore a "scivolare", oggi ci troveremmo a formulare delle conclusioni leggermente diverse rispetto a quelle che invece stiamo dibattendo.
Non so se dobbiamo oggi augurarci che sulla "vicenda casinò" la Magistratura sia contabile che civile e penale "apra gli occhi" per consentire di fare chiarezza, se questo è l'auspicio che ci dobbiamo porre, ce lo poniamo, però riteniamo che per dividere i vari piani della giustizia rispetto al controllo amministrativo si debba procedere in autonomia, ma altresì senza indugio, senza tentennamenti e soprattutto si debba fare chiarezza, quella chiarezza che ad oggi manca.
Presidente - Non ho altri colleghi iscritti a parlare, è stata depositata una seconda risoluzione che porta le firme del gruppo "Arcobaleno".
La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Oggi con la discussione del "dossier Bo", del sedicente "dossier Bo" abbiamo...
(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)
... sì perché lo abbiamo nominato "dossier Bo", ma credo...
(nuova interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)
... in realtà, e convengo rispetto ad alcune osservazioni che sono state fatte, un argomento che ha assunto tutta una serie di connotazioni, ognuno gli dava la propria. Oggi cercherei di attenermi alle risultanze del "dossier Bo" e alla sua genesi documentata perché, rispetto alle considerazioni, ovviamente ognuno fa le proprie, ma relativamente a questo vorrei solo riguardare della documentazione che, purtroppo, non ho visto, nonostante io l'abbia data, riportata nel fascicolo: è una lettera del liquidatore, datata 28 febbraio 2005, in cui si evidenziano delle anomalie rispetto a dei "fringe benefits", ma senza che qualcuno abbia detto: "fai" o "non fai"; è una lettera a protocollo in cui si fanno una serie di considerazioni. L'ho detto in Commissione, ma forse c'è una memoria volatile e non è stata ricordata. Questa lettera evidenzia due posizioni di due dirigenti, che albergano, soggiornano, mangiano, fanno trasferte sembra al di fuori di qualsiasi deliberazione e di qualsiasi norma. La conclusione del liquidatore è - leggo testualmente in modo tale che rimanga agli atti, dovrebbe già essere... ma così cerchiamo di "riportare la discussione" non ad opinioni, ma a fatti -: "risulterebbero, oltre a quei due nominativi, altri nominativi che avrebbero usufruito di "fringe benefits" per pasti e ospitalità presso l'"Hôtel Billia" sempre senza autorizzazione". La difficoltà del liquidatore, che dice già a febbraio 2005 di accertare definitivi importi, sia per i primi nominativi che per altri, dipende dal fatto che "gli addebiti per tali costi da parte dell'"Hôtel" stesso venivano fatti per un certo periodo in maniera cumulativa con l'ospitalità dei clienti a carico della "GS", per cui si renderebbe necessaria un'approfondita analisi ed indagine presso lo stesso prestatore del servizio". Rispetto a questo dice: "la presente è stata redatta in via preventiva per conoscere le determinazioni dei destinatari della presente in ordine ai provvedimenti da assumere per i casi sopra esposti". Questa lettera è stata inviata al sottoscritto e al Presidente del Collegio sindacale della "GS", ma secondo voi quale poteva essere la risposta di fronte al liquidatore che diceva che c'erano delle anomalie, cosa potevo fare?
Ricordo alla collega Squarzino, che in modo così appassionato ha indicato come una mia azione persecutoria... che all'inizio del mio mandato, ad ottobre 2003, chiesi una serie di informazioni, e qui è di nuovo la faziosità... perché questa cosa l'ho chiesta sia alla "GS", sia alla S.p.a., collega Fiou, perché il politico non ha la possibilità di intervenire nei processi gestionali, quindi allora si chiese cosa stessero facendo e cosa avessero fatto per quanto atteneva i "benefits". Allora mi si rispose che di "benefits" non ve n'erano, che era tutto a posto, e anche qui non dico che mi hanno dichiarato il falso, però hanno dichiarato una cosa non corrispondente alla verità. Mi hanno detto nel 2003: "tutto a posto, non vi sono "benefits", niente". Alla faccia! Qui abbiamo una verifica dell'Agenzia delle entrate, che non è più come il "dossier Bo", perché tale "dossier" è stato fatto a campione, mentre l'Agenzia delle entrate sui "benefits", come su altri argomenti, ha fatto un'analisi dettagliata. Sapete quanti sono i "benefits" per il 2001? Io non lo so perché si è parlato dei contribuenti, non contribuenti, ma i "fringe benefits" presi dai dirigenti, dai dipendenti, in modo giusto o sbagliato io non lo so, sono 455.713.000. È un importo significativo? Se la Corte dei Conti me li chiedesse perché è stato un danno erariale, io non dormo di notte. Questo poi produce delle ritenute che non sono state effettuate, ma anche lì perché qualcuno ha detto: "questa è una stupidaggine" è stato fatto un gran fracasso. Non è vero, intanto sui "fringe benefits" c'è stata un'evasione di 167 milioni per il 2001 a cui dovete sommare sanzioni, interessi, poco poco andremo a 300 milioni di vecchie lire.
Mi chiedo: ci sarà qualcuno responsabile? E non cerco responsabili politici! Le responsabilità, come qualcuno molto meglio di me sa, sono normalmente personali, quindi voglio tranquillizzare il collega Fiou che non c'è alcun tentativo da parte mia di demonizzare la "GS", che ho pubblicamente nelle sedi del partito e del movimento ritenuto come scelta corretta, ma una cosa è fare una scelta di un certo tipo, altro conto è la sua applicazione, sono due cose diverse. Rispetto a questa lettera in cui mi si dice... poi nelle lettere successive addirittura vi sono delle corrispondenze in cui il liquidatore si rivolge al Sostituto Procuratore Longarini per avere della documentazione... e dice: "vi potrebbero essere risvolti anche di tipo penale". Ora, con tutta la buona volontà non ho spazi per immaginare delle cose diverse rispetto a quello che ho fatto, e lo dico con tutta la serenità possibile, perché quando si strumentalizzano alcune dichiarazioni di soggetti che sono venuti in Commissione... pensate che questi soggetti non difendano le loro posizioni? Uno di quei soggetti che avete audito ha beneficiato di 120 milioni di "benefits" per il 2001 e di 57.940 euro di "benefits" nel 2002; secondo voi questi "benefits", che quindi neanche risultano nel CUD, nella dichiarazione dei redditi o da altra parte... secondo voi questo soggetto va a difendere l'Assessore Marguerettaz? ... che non va ad immaginare... dice: "ah, chissà cosa è successo?"... ma vogliamo dare un valore ai soldi? Un contribuente che ci ascolta faccia due considerazioni... e questo non c'entra niente con la politica! Ma che ne sa il politico se un dipendente ha una carta di credito e si va a comprare il telefonino! Ma quali sono gli strumenti? Io posso andare a vedere se un dirigente va in ferie e il conto lo paga lui o lo paga il casinò? Credo che così siamo fuori dal seminato, non lo dico per difendermi, ma perché è un'offesa al buon senso! Ci sto a stare sulla graticola, ognuno di noi ha delle simpatie o delle antipatie, ha delle posizioni da difendere, è nota la simpatia che ha la collega Adriana Viérin nei miei confronti e ogni volta cerca di difendermi, lo capisco... ma, rispetto alle simpatie che possono essere dichiarate o non dichiarate, qui ci sono dei fatti! E io prego il Consiglio di attenersi ai fatti, alle lettere, altrimenti facciamo "il processo alle streghe"! Per bruciare l'Assessore Marguerettaz poi ci vuole un sacco di legna... Consigliere Venturella, qui con le nanopolveri sarebbe un pasticcio!
(interruzione del Consigliere Venturella, fuori microfono)
... ecco le "Aureliopolveri", altamente tossiche!
Rispetto a queste cose, vorrei semplicemente richiamare la lettura... in politica è difficile ma, se possibile, asettica delle stesse e, quando mi si dice: "avevi altri strumenti", chiedo: ma quali altri strumenti? Andavo giù a fare una verifica?
Credo che uno degli obiettivi... quindi concordo sulle conclusioni della Commissione... non sono d'accordo con la vostra posizione, perché la Commissione doveva fare emergere... e dare la possibilità di correggere dei comportamenti... e questo è quanto avvenuto: grazie a tale lavoro tutta una serie di anomalie di processi e di procedure sono state modificate e abbiamo fatto cessare un comportamento che non era corretto.
Dopodiché l'Agenzia delle entrate - e lì tranquillizzo il Consigliere Fiou - analizza "GS", ma anche S.p.a., quindi vi sarà un'analisi a tappeto su tutti gli anni; non è che la "GS" è cattiva, la S.p.a. è buona, l'Assessore che c'era prima era cattivo e l'Assessore Marguerettaz è buono. Qui non c'entrano gli Assessori o i Presidenti, c'entrano certe prassi e certe procedure. Rispetto a questo obiettivo, credo che la Commissione nelle sue conclusioni, anche se brevi, abbia fatto chiarezza, perché ha detto: "dall'esito delle audizioni e della successiva analisi svolta in Commissione risulta una mancanza di chiarezza delle procedure di gestione adottate dalla casa da gioco". Più chiaro di così si muore! "Si rileva inoltre che nel corso delle audizioni sono emersi elementi contraddittori" e non poteva che essere così, ma la parte sostanziale della conclusione è che c'erano delle procedure che mancavano di chiarezza e che in sostanza emerge un quadro confuso per quanto attiene i meccanismi impostati e le azioni di gestione. Detto questo, il resto, l'individuazione delle responsabilità non è compito della Commissione! Qui chi vuole andare a prendere i verbali dell'Agenzia delle entrate... lì ci sono nomi e cognomi, lì è molto chiaro: "120 milioni Tizio, 50 milioni Caio...", eccetera, per un totale di quasi 500 milioni di lire nel 2001, 350 milioni nel 2002 e poi andremo a vedere, ma lì non c'è più la possibilità di dire: "ma lì è poco preciso, il campione non è rappresentativo"; no, questa è un'indagine a tappeto fatta su tutti i documenti! Anche su questo l'Agenzia delle entrate rispetto ad alcuni argomenti non ha sollevato alcun problema, per esempio sul finanziamento a fondo perduto della "STV" non ha rilevato nulla, nel senso che le fatture fatte da "STV" a casinò erano comprese all'interno di un contratto e sono state legittimamente considerate come componenti negative di reddito. Nell'ambito invece delle retribuzioni flessibili nei "benefits" non discuto, può darsi che fossero corretti, ma gestiti in modo non corretto e qui vorrei leggere il verbale dell'Agenzia delle entrate, che ho richiesto al Presidente della Commissione Praduroux, che ringrazio per la sua attività, dove si dice che l'allora consulente della casa da gioco e oggi Presidente del Collegio sindacale della S.p.a., interrogato rispetto a questo argomento, precisava che per "fringe benefits" si intende il vantaggio aggiuntivo che il lavoratore dipendente consegue oltre la retribuzione monetaria in dipendenza del rapporto di lavoro. Il fiscalista conclude che sia i pranzi consumati presso il "Grand Hôtel Billia", sia i pernottamenti da parte di un singolo dirigente si debbano ritenere compensi in natura e vadano considerati ai fini della determinazione del reddito da lavoro dipendente, perché se uno dicesse: "ma io non lo sapevo, ho fatto un errore"... qui si sono anche premurati di fare una domanda al consulente, oggi Presidente del Collegio sindacale, il quale dice: "tutti questi "benefits" li dovete tassare" e poi qualcuno non li tassa.
Mettete a processo... ma io non ho bisogno del gruppo "Forza Italia" che mi faccia la difesa, ma mettete sulla graticola l'Assessore Marguerettaz, ma qui forse abbiamo sbagliato bersaglio! Qui alla fine uno che si è intascato mezzo miliardo di lire in "benefits" è una vittima e l'Assessore Marguerettaz il carnefice! Devo dire che sono basito, non credo di riconoscermi in una posizione del genere. Se qualcuno mi può fare dei rilievi, tutto può essere fatto meglio, anche una certa virulenza dipende dal mio carattere, non ho una "performance" normalmente da "gentleman", ma andiamo alla sostanza però, non vorrei che qui venissero invertite le cose!
Faccio una piccola considerazione a margine per comprendere che vi sono delle sensibilità diverse sulla privatizzazione del casinò. Io appartengo al movimento dell'"Union Valdôtaine", quindi non sono qui a rappresentare l'Ordine dei dottori commercialisti, allora prima di venire in aula a sostenere delle posizioni partecipo a un dibattito e a una discussione con gli organi, in modo che vi sia un ragionamento condiviso. Mi sembrava la sede più corretta... nel portare una posizione all'interno del Congresso e il collega Rini aveva tutte le opportunità di andare sul pulpito e dire il suo pensiero. Io non mi sono posto con la verità in tasca dicendo che si deve privatizzare e soprattutto neanche quello che ha detto il collega Fiou, che si deve privatizzare domani: ragioniamoci. Ho apprezzato molto le considerazioni del collega Fiou, che invita a pensarci bene, tutto vero, tanto che autorevoli esponenti del mio movimento hanno ripreso questo pensiero e chi ha detto di essere più prudente, chi ha detto che c'era una disponibilità a verificare questo discorso... Mi ha fatto piacere verificare che altre forze politiche di maggioranza hanno detto "parliamone", ma questo vuol dire prima parlarne in determinate sedi e poi fare un dibattito con le altre forze politiche e poi arrivare in Consiglio. Non voleva quindi essere una mancanza di rispetto e, se è stata interpretata in tal senso, non voleva essere; d'altra parte il collega Rini poteva nelle sedi preposte dire la sua. Io sono anche a disagio... qualcuno dice: "ma qui non siamo a un congresso dell'"Union", quindi, rispetto a questi discorsi, abbiamo delle bellissime occasioni, se crediamo nell'"Union" e se vogliamo rimanere in tale movimento, di discuterne nelle sedi preposte, io sono disponibile, ma non "mi straccio le vesti" per questo.
Credo che il "dossier Bo" abbia sollevato tutta una serie di polveroni e di questioni che poco hanno a che vedere con la sostanza, ritengo che il lavoro fatto abbia permesso di far cessare una serie di anomalie e di procedure non corrette, quindi siamo oggi in condizione di andare avanti e cercare di fare dei ragionamenti che siano meno inquinati da sentimenti personali.
Presidente - La parola al Consigliere Fiou, per il secondo intervento.
Fiou (GV-DS-PSE) - Molto brevemente. Mi pare che l'Assessore continui ad enfatizzare le cose che non hanno funzionato nel casinò quasi a giustificare un percorso che lui ha messo in moto. Nessuno di noi vuole sottovalutare le cose che non funzionano e frenare le iniziative per correggere quello che non funziona. La critica è stata sugli strumenti scelti e anche per dire che non condividiamo una certa propensione dell'Assessore a sollevare scandalo, anziché preoccuparsi di mettere in moto i percorsi per risolvere i problemi. È questo che ci mette in difficoltà. C'erano strumenti istituzionali più opportuni di fronte al dubbio che vi fossero cose non funzionanti, se poi giustificati da lettere, eccetera, ancora meglio, che sarebbero serviti eventualmente anche alla IV Commissione incaricata di seguire la cosa per affrontare meglio i problemi. Mi spiace ricordare ancora la Commissione di indagine di altri tempi, ma quella Commissione ha lavorato bene perché aveva un lavoro preparato da una Commissione di indagine amministrativa che sul piano tecnico è andata a verificare tutta la documentazione e ha fornito alla Commissione di indagine politica una serie di rilievi tecnici, su cui poi la Commissione stessa ha potuto ragionare politicamente. Questa era la strada da percorrere, perché non aveva nessuna ambiguità, avrebbe solo fornito questioni tecniche molto precise, cose che secondo me il "dossier Bo" ha fornito in maniera talmente approssimativa e tendenziosa che ha sollevato una serie di riserve e che ha fatto pensare a finalità diverse da quelle dell'intervento sui problemi. Volevo precisare questo perché il pandemonio non serve a risolvere il problema, ma serve a creare ulteriore confusione; l'indagine precisa invece serve a risolvere i problemi.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Vorrei che la smettessimo di fare "il gioco delle tre carte", perché credo sia ineccepibile l'intervento dell'Assessore quando ricostruisce le argomentazioni del suo agire, posso anche prendere atto che alcuni colleghi di maggioranza esprimano dei fastidi perché considerano questo agire un fatto non amministrativo, ma un fatto politico. Non so cosa vi sia stato dietro l'agire della lettera del liquidatore che informava l'Assessore che nella liquidazione c'era qualcosa che non andava bene e che ha dato l'"input" alla sua attività. Non lo so se c'è stata malafede e malapolitica, battaglia interna ai sistemi di potere rispetto alla nuova Giunta o a quella vecchia, ma collega Fiou voi dove eravate? Quando abbiamo detto che quel sistema, quello della IV Commissione come strumento per andare a controllare, non era un bel sistema voi dove eravate? Quando il vostro Assessore con voi in Giunta dichiarò: "sono tenuto a procedere per questa via perché il liquidatore scrive che qui vi sono delle gravi anomalie", perché non siete usciti dalla maggioranza e vi siete dimessi dall'Esecutivo, denunciando alla stampa che non eravate d'accordo sull'agire dell'Assessore? Perché lo avete sostenuto? Consiglieri Adriana Viérin e Rini voi dove eravate? Basta allora con "il gioco delle tre carte", perché questo popolo non se lo merita il vostro "giochino delle tre carte". Qui dobbiamo avere chiarezza: chi sta alla maggioranza, chi c'è stato, chi ha condiviso e chi non ha condiviso. A me non va bene far parte della vostra minoranza, perché sono 8 anni che noi diciamo queste cose, voi saltate fuori adesso perché non siete più in maggioranza e adesso le cose non vi stanno più bene!
(interruzione del Consigliere Fiou, fuori microfono)
... no, perché vi dovete vergognare! Avete "digerito" tutto voi dei "Democratici di Sinistra" per 14 anni e adesso non vi va più bene, voi e quella che è adesso la minoranza interna all'"Union" avete condiviso tutto! Dobbiamo smetterla con questo "giochino" perché la Valle si distrugge su questa cosa! Voi dell'"Union" avete fatto un congresso per dire che tutto va bene, quando invece bene non va; allora andiamo tutti a casa, diamo l'opportunità a questa Regione di rieleggere un Consiglio che sia legittimato fra maggioranza e minoranza ad agire per nome e conto della Regione, perché stiamo facendo schifo!
(interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... ho detto "stiamo", ti ci metti se vuoi. Qual è il "giochino", Consigliere Sandri? Stare in Consiglio 2 anni ogni giorno a fare la minoranza della maggioranza, riconoscersi su un provvedimento e sull'altro no, su quello che era condiviso sì, ma adesso non più: non è accettabile! Chi lo condivide deve alzare la mano e dimettersi, o mettersi all'opposizione, come ha fatto Perrin, e non star dentro per fare l'opposizione interna! Qui c'è da fare opposizione a provvedimenti e a scelte politiche! Considerate che l'Assessore Marguerettaz stia facendo un'operazione politica per distruggere una minoranza interna all'"Union"? "Mettetelo sotto", qual è il problema? Sfiduciatelo! Lo avete fatto al Congresso? No. Siete stati tutti zitti, vi siete messi Cesal perché non sapevate chi mettere, ma noi Regione cosa c'entriamo con voi, l'altro 70% di Valle d'Aosta cosa c'entra con le vostre beghe? Qui bisogna fare un gesto di onestà intellettuale e dire: "io non ci sto più", ci si dimette o si esce dal partito, ma si fa maggioranza o minoranza, non si può andare avanti così! Sono 3 anni, prima Perrin che era della maggioranza è diventato della minoranza e lo avete "fatto fuori" e avete messo Caveri, che doveva essere lui la maggioranza ma poi... ma che circo! Non possiamo stare qui, 120.000 cristiani, ad aspettare che l'"Union" faccia i suoi chiarimenti! L'"Union" è un "partito alla frutta", riuscirà Cesal a dargli il caffè e il conto? Speriamo il più presto possibile almeno finiamo questa storia! "Democratici di Sinistra", la vostra posizione è inaccettabile, vi alzate con i vostri modi cortesi e gentili: "il metodo dell'Assessore Marguerettaz non era quello giusto"... dovevate dirlo prima!
Questa relazione è indegna di questo Consiglio per quanto mi riguarda, non è vero che raggiunge gli obiettivi, perché non stava alla Commissione dire le cose che non funzionavano, perché questo lo avevano già detto... 250 pagine di relazioni! Quella Commissione doveva fare un'altra cosa che non ha fatto... fra l'altro, piccola analisi: 200 e rotte pagine di fogli, quando ho visto arrivare il malloppo sulla scrivania ho pensato che avrei dovuto passare qualche notte a leggere il lavoro della IV Commissione, poi mi sono accorto che erano solo 27 le pagine da leggere, tutto il resto erano fotocopie di documenti già conosciuti, ma nelle prime 9 delle 27 pagine ci spiegate qual è il metodo e solo in 15 pagine avete registrato le audizioni e si poteva andare tranquillamente all'archivio a prendere la registrazione delle stesse. Nella 27a pagina finalmente ci sono le conclusioni, quindi 200 pagine di documenti e 1 paginetta che traccia 5 punti, dove si dice al primo punto che non è compito di questa Commissione trarre conclusioni su legittimità e legalità: bravi, che spettacolo di decisione ci avete comunicato! Secondo punto: "l'analisi sulla "relazione Bo" e le audizioni hanno posto in evidenza una situazione non ben definita e di difficile ricostruzione". Avete ammesso la vostra incapacità a poter fare una ricostruzione, perché qualcuno dice che i documenti sono stati presi a campione in maniera manipolatoria, qualcuno dice "sì" e qualcun altro dice "no", tutto il contrario di tutto! Nel terzo punto avete detto che la "relazione Bo" è criticata nel metodo e nella casualità non scientifica, prendiamone atto! Peccato che poi arriva il Ministero delle entrate che con la scientifica ce la fa... che è peggio di quella che diceva il Rag. Bo! Qui allora stiamo facendo una "operazione Zidane": non è lui il colpevole che ha dato la testata, ma è il "cristo" che gli ha detto che la sorella era una brava donna; ma insomma! Sulle audizioni si dice che queste evidenziano un quadro confuso. Le retribuzioni flessibili? "Si ritiene inopportuno esprimere giudizi", ma come "inopportuno esprimere giudizi" se ci sono 3 milioni di euro che si sono intascati 4 o 5 personaggi! L'Assessore ha citato per delicatezza il 2001 e il 2002 e ha taciuto tutto il resto, erano mezzi miliardi all'anno che si dividevano alcune persone; noi lo abbiamo denunciato, i miei colleghi si sono presi pure una querela, naturalmente insussistente. Ma dichiarare che 14 anni di "GS" è stata una cricca che "Moggiopoli" in confronto è uno scherzo da ragazzi, ma è una cosa buona, o una cosa giusta, è un fatto politico fra voi correnti, o è un fatto di pura amministrazione di controllo della politica? Credo sia un fatto di correttezza politica dirci che 14 anni hanno avuto più ombre che luci, visto che hanno saccheggiato un casinò e lo hanno "messo in ginocchio"! È un fatto politico, punto! Questo significa che l'Assessore Marguerettaz stia condannando la "gestione Dino Viérin"? Non me ne frega niente se l'Assessore Marguerettaz sta facendo politica all'interno del vostro partito, fatevi la resa dei conti nel vostro partito! Quello che è un dato di fatto è che delle persone si sono intascati milioni di euro utilizzando la "GS"! Quello strumento noi lo abbiamo condannato non per queste cose, ma perché ritenevamo inopportuno che la "GS" gestisse un casinò in forma ordinaria per 14 anni. Quando abbiamo cominciato a sollevare le questioni di legittimità della gestione non ne abbiamo fatto un fatto politico, non pensavamo che fosse colpevole Viérin perché aveva messo Trentaz, ma era perché si stavano gestendo male le cose; se poi voi politicamente le avete sostenute, Fiou, ve ne dovete assumere la responsabilità politica, oltre al fatto che avete votato anche i bilanci quando dicevamo che erano truccati e mascherati e ripresentati bene. Gigli, il vostro rappresentante dov'era? Al "Billia". E lui dov'era? Adesso che lo dice l'Agenzia delle entrate tutti zitti. Ma questo era il "segreto di Pulcinella", altro che "Moggiopoli"! Se venissero fuori le intercettazioni di quei 10 anni, ci sarebbe da morir dal ridere!
Scusate lo sfogo, ma non è possibile dopo 3 anni di questa maggioranza che è cambiata e che tiene la Regione ferma perché c'è una crisi interna all'"Union"... non è più accettabile che l'"Union" tenga in ostaggio la Valle d'Aosta! Risolvetevi i vostri problemi, trovate un assetto politico di maggioranza, Presidente Caveri, chiedo a lei di chiedere la fiducia a questo Consiglio, ponga lei la questione della fiducia a questa Giunta... altro che lei ostaggio di qualche Consigliere dell'"Union" scontento perché non ha l'Assessorato o perché non è più al potere! Ma fate un'operazione di pulizia, chieda lei la fiducia a questo Consiglio e vediamo se ce l'ha! Se ce l'ha bene, altrimenti tutti a casa e diamo l'opportunità ai Valdostani di votarsi un nuovo Consiglio regionale che sappia almeno amministrare la normale amministrazione! Siamo qui a trattare il "part-time" con le Signore che vengono qui a chiedere gli incontri, ma scherziamo? Nella nostra Regione chiudono intere fabbriche e qui stiamo a discutere sulla scontentezza di un Consigliere che non avrà l'Assessorato dell'istruzione? "Impallinati" da "Marco Viérin sì", "Marco Viérin no"... ma chi se ne frega! Date a questa Regione una maggioranza stabile che possa governare questa Regione, perché abbiamo problemi più grossi dei vostri personali problemi!
Presidente - La parola al Consigliere Rini, per secondo intervento.
Rini (UV) - Solo per una piccola replica. Ho sentito dire sovente anche oggi dall'Assessore Marguerettaz che è sulla graticola, mi dispiace, ma vorrei ricordargli che non vi è da preoccuparsi che sulla graticola vi sia lui, vi sono i dipendenti del casinò, vi è il bilancio della Regione e vi è la Valle d'Aosta, è su quello che ci dobbiamo preoccupare.
Volevo dire all'Assessore Marguerettaz che avevo posto alcune domande nel mio primo intervento, non ho avuto risposte, ma non mi stupisco, è normale, l'Assessore Marguerettaz decide e non ha bisogno di interpellare gli altri o di dare delle giustificazioni. È sempre stata una questione di metodo che conosciamo e di poco rispetto nei confronti dei Consiglieri e di quest'aula soprattutto. Chiedo per il bene del casinò e della Valle che si apra un confronto aperto e leale con tutte le parti interessate e con le forze politiche presenti in quest'aula e che il problema venga dibattuto in quest'aula al più presto, anche con un'adunanza consiliare tematica.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per secondo intervento.
Squarzino (Arc-VA) - Solo due osservazioni rispetto all'intervento fatto dall'Assessore. Non ci siamo inventati le cose, noi prendiamo atto di quanto è emerso in Commissione. Abbiamo sostenuto che lo strumento per indagare sulle eventuali irregolarità del casinò non era il "dossier Bo", ma lo dice il Rag. Bo stesso. Lei lo avrà letto nel verbale, ma il 14 marzo il Rag. Bo riafferma la sua contrarietà ad effettuare questo tipo di indagine e sostiene di aver ripetutamente consigliato di affidare tale compito ad una società di revisione. C'erano gli strumenti per poterlo fare molto più efficaci, la persona a cui è affidato questo incarico dice chiaramente: "c'è qualcun altro che lo fa meglio questo incarico, io non voglio farlo, ci sono altri strumenti per indagare".
Seconda cos: i "benefits", e qui mi ripeto, posso capire l'esigenza di andare a vedere nei "benefits"... allora le relazioni sui "benefits" sono state presentate al "CdA" a gennaio 2004, a maggio 2004, a ottobre 2004, a febbraio 2005, ad aprile 2005, non è che sui "benefits" all'improvviso sorge il problema, ma ci sono queste relazioni. Si prenda atto di questo, si indaghi su questo, si chieda a qualcuno di fare un "dossier" su tale aspetto, ma se sono giuste le domande dell'Assessore, non adatto e non pertinente è lo strumento utilizzato.
Si dà atto che dalle ore 12,39 presiede il Vicepresidente Lanièce.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Vi sono temi così ricorrenti, e talvolta un po' autoreferenziali per le diverse percezioni che sullo stesso argomento ciascuno di noi ha, da far scattare in tutti noi quella che il Presidente del Consiglio francese di qualche tempo fa, Laurent Fabius, ha chiamato la "tentation de Venise": una specie di valvola di sfogo che ogni tanto il Presidente Fabius adoperava: "se mi rompete le scatole tutti..." - diceva - "... vado via 10 giorni e me ne vado a Venezia". In questi giorni di grande canicola tornare nuovamente sulle vicende della casa da gioco credo sia un qualcosa che non ci consente un "raffrescamento" ma, come sempre avviene in quest'aula dal 1947, da quando la casa da gioco esiste, ogni discussione riguardante tale azienda così atipica diventa il "calor bianco".
Vorrei ricordare che in un Consiglio assai recente abbiamo discusso "tous azimuts" della casa da gioco ed è un avvenimento abbastanza raro negli ultimi anni, che dimostra come vi sia una grande considerazione per la necessità di condividere questo tema. Credo che qualunque Presidente della Regione e qualunque Governo regionale di buon senso tenda a condividere che su un tema del genere, che è stato oggetto di cronache del passato estremamente delicate per chi si trovi ad essere seduto su questa sedia, è risultato un percorso incisivo nella discussione che abbiamo avuto, che ha ribadito il ruolo di questa Assemblea. Evidentemente qualcuno non si è reso conto della portata di tale dibattito. Devo dire che il documento ampio e articolato che ne è risultato è stato portato all'Assemblea totalitaria della S.p.a., purtroppo con l'assenza del Consigliere di amministrazione che più si è distinto per le dichiarazioni a mezzo stampa, che ha fissato alcuni "paletti" alla legittima autonomia della S.p.a.. Questo credo che rappresenti il percorso futuro che tutti auspicano. Il dibattito politico odierno, come sempre molto interessante, è stato l'occasione per riprendere temi, pensieri, idee tutti assai legittimi e filtrati da avvenimenti storici o anche di semplice cronaca che, come ricordavo prima, ciascuno di noi legittimamente osserva dal proprio punto di vista e alle volte anche nella convinzione che il proprio punto di vista sia esclusivo. Talvolta in politica si parla di confronto politico, ma alle volte il confronto è a "compartimenti stagni", perché alla fine della discussione ognuno la pensa come la pensava all'inizio e questo è un po' il limite della politica.
Oggi, tuttavia, eravamo sulla "storia" attraverso il "dossier Bo", documento su cui mi sono espresso varie volte - sono Presidente della Regione da un anno - e non tornerò ad esprimermi su di esso; ribadisco però che alcun rallentamento è avvenuto. Il "dossier" è stato approfondito giuridicamente, per quel che riguarda gli aspetti penalistici, il tutto è nelle mani della Procura della Repubblica di Aosta, e gli aspetti penalistici portano con sé degli aspetti civilistici successivi. Sotto il profilo contabile, la questione è oggetto di un'inchiesta della Corte dei Conti, la quale approfondisce anch'essa aspetti che potrebbero poi avere degli aspetti civilistici; in questo senso ricordo che avevo già detto al Dott. Bogetti, Procuratore della Corte dei Conti presso la Procura di Aosta, che esisteva da parte nostra, in qualunque momento la Procura della Corte dei Conti lo avesse ritenuto, la disponibilità a fare tutti gli approfondimenti necessari. Il fiscale è oggetto di una sua giurisdizione, per il resto l'attesa potrà sfociare in qualcosa e anche nel nulla perché esiste un'indipendenza delle Magistrature, quindi spetta a loro stabilire gli elementi significativi ed importanti. L'attesa non è affatto omissione, censura o altro, è solo rispetto da parte nostra del fatto che in nulla e per nulla, neppure l'ipotesi da noi rigettata della Commissione di inchiesta, può sostituirsi in nessun modo a quegli aspetti assolutamente appartenenti alla sfera di altri poteri dello Stato, rispetto ai quali abbiamo deferenza e anche l'attesa per gli avvenimenti che verranno. È per quello che - e mi esprimo già sulle risoluzioni - riteniamo non accoglibile questa idea, peraltro già proposta dal gruppo "La Casa delle Libertà", di incaricare una primaria società di revisione. Oggi questo approfondimento sarebbe ridondante rispetto all'azione delle Magistrature e peraltro anche costosissimo. Si tratta di elementi sui quali riflettere eventualmente in una fase successiva, perché è evidente che la stessa disponibilità, cioè questa, è stata espressa al Procuratore della Corte dei Conti.
La seconda risoluzione ha invece caratteristiche politiche. È del tutto legittimo che l'opposizione valuti severamente come avviene in questo documento l'operato di ciascuno di noi, però non si può chiedere a questa maggioranza quanto il gruppo "Arcobaleno" domanda. Devo dire di condividere solo un passaggio a pieno titolo: quello dell'uso spregiudicato di informazioni. Abbiamo visto la pubblicazione sui giornali di alcuni atti di cui la Giunta non aveva neanche contezza e questo ci è dispiaciuto. Ogni occasione in questo periodo è buona per letture politiche, specialmente da parte dei nostri colleghi. Siamo arrivati addirittura ad alcuni amici cronisti, che sono come le chiromanti, cioè vengono al Consiglio e poi escono con dei titoli che nulla hanno a che fare con la discussione consiliare. Si vede che preferiscono i corridoi del Consiglio e raccogliere i pettegolezzi. Sono giornalista professionista, ritengo che questo non sia giornalismo, non si fanno i titoli con i pettegolezzi, cari colleghi! E lo dice uno dei più anziani come iscritti all'Ordine dei giornalisti della Valle d'Aosta. Tuttavia non mi stupisco che ogni dibattito, compreso quello odierno, abbia ricadute di tipo politico. In questa fase politica ricordo che da parte mia viene colto sempre ogni elemento utile. Non bisogna mai spaventarsi delle critiche, anche di quelle più estreme e di quelle che hanno un fondamento di tipo strumentale. Chi mi conosce bene sa che sono fondamentalmente permaloso, ma alla fine delle cose che vengono dette faccio sempre prezioso riferimento e anche il dibattito di oggi può essere utile, a condizione che ogni fenomeno anche di libera espressione e di arricchimento del confronto sia riportato a una logica di sistema. Il sistema è la necessaria stabilità non del sottoscritto o della sua Giunta, ma del processo decisionale che in modo evidente deve consentire sul Casinò, come per mille altre questioni delicate, di attraversare il deserto e di vedere per ciascun tema il verde che è alla fine del limitare delle sabbie. Restare nel deserto invece mi convince poco, sia perché si muore di sete, sia perché ci sono i miraggi, sia perché nel deserto si gira in tondo con o senza cammello o dromedario. La serenità o la fiducia su temi come questo, ma direi sull'insieme delle attività, è vedere oltre il deserto, altrimenti ogni sforzo è inutile.
Si dà atto che dalle ore 12,42 riassume la Presidenza il Presidente Perron.
Président - Nous pouvons passer à examiner les résolutions. Nous discutons de la résolution du groupe "La Casa delle Libertà", dont je donne lecture:
Risoluzione
Premesso che:
- tra le competenze istituzionali assegnate ai Consiglieri regionali vi è quella del controllo sull'andamento dell'Amministrazione regionale e degli enti da essa dipendenti;
- la legge regionale 21 dicembre 1993 n. 88, istitutiva della Gestione Straordinaria del Casinò di Saint-Vincent, demanda al Consiglio regionale la competenza sull'approvazione dei suoi bilanci e dunque sull'esame degli aspetti contabili;
- il liquidatore della Gestione Straordinaria del Casinò di Saint-Vincent, in adempimento del proprio mandato e della richiesta pervenutagli dall'Assessore alle finanze relativamente ad una ricognizione sulla regolarità dei dieci anni di Gestione Straordinaria, ha consegnato il 2 settembre 2005 un dossier riassuntivo dei controlli a campione effettuati nei documenti contabili;
- dalla relazione del liquidatore sono emerse diverse anomalie e irregolarità gestionali;
- il Consiglio regionale, nella seduta del 23 novembre 2005, ha approvato una risoluzione con cui ha dato mandato alla IV Commissione, allargata ai Capigruppo, di proseguire l'approfondimento intrapreso "sull'insieme delle problematiche connesse all'andamento della gestione del Casinò di Saint-Vincent, con particolare riferimento al Dossier Bo e alle controdeduzioni nel frattempo pervenute";
Viste le conclusioni a cui è pervenuta la IV Commissione, allargata ai Capigruppo;
Il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta regionale a incaricare una primaria società di revisione a effettuare un esame approfondito della situazione contabile e gestionale di Gestione Straordinaria del Casinò de la Vallée negli anni 1997, 1998, 1999, 2000, 2001 e 2002 e a riferire entro il 31 dicembre prossimo al Consiglio regionale le risultanze emerse.
F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi
La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Brevemente, anche perché in sede di dibattito generale sia io che i colleghi Frassy e Lattanzi abbiamo spiegato le ragioni di questo documento. Abbiamo condiviso le motivazioni politiche che hanno avviato il "dossier Bo" e questo non per difendere l'Assessore, che non ha bisogno della nostra difesa, ma perché abbiamo usato la stessa "lente" nell'analizzare i fatti. Ovviamente questi sono fatti gravi, sono anomalie gestionali che non possono passare inosservate e sulle quali abbiamo tratto le stesse conclusioni dell'Assessore. Ben venga quindi il "dossier Bo", ma non come dice lei perché le anomalie sono cessate, questo non siamo in grado di dirlo, perché le anomalie hanno lasciato strascichi di responsabilità che vanno perseguiti nelle sedi competenti, siamo d'accordo, ma di responsabilità che presumono anche decisioni politiche. Oggi da parte vostra non c'è una decisione politica, allora vanno bene le motivazioni politiche, ma quali soluzioni politiche ci date? Il "dossier Bo" ha concluso il suo iter, la Commissione ne ha concluso un altro, quindi la Giunta cosa decide di fare? La Giunta che, ai sensi della legge n. 88/1993, ha quei poteri di intervento e di controllo di cui dicevamo prima cosa decide? Per esempio, i termini prescrizionali quinquennali, le azioni di responsabilità nei confronti di chi ha commesso i fatti e che lei prima citava... cosa decide la Giunta: indulgenza, passa inosservato, lasciamo che la prescrizione consumi il suo termine? Ci dica qualcosa, Assessore!
Noi proponiamo una soluzione di ulteriore approfondimento attraverso l'incarico a una primaria società di revisione, il Presidente Caveri dice: "costosissimo", ma quante società di revisione e quante consulenze avete nominato in questi anni? Costosissimo perché? Quando chiediamo che si faccia quella chiarezza che è stata più volte sottolineata? Forse il costo non è tanto pecuniario quanto politico. Con questa risoluzione allora vogliamo completare il lavoro; già abbiamo un merito: quello di aver sollecitato la Giunta a non lasciare impunite e irrisolte determinate anomalie quali quelle sui "benefits"... completiamo il lavoro, se la "GS" è terminata il 31 dicembre 2002, non lasciamo che il 31 dicembre 2007 passi inosservato con quest'"occhio" che si chiude quasi a non rendersi conto di quello che è successo e a non voler restituire all'erario, ma soprattutto alla dignità di una Regione che è responsabile sotto il profilo politico quello che le è dovuto! Lei prima parlava di persone che hanno accumulato vantaggi e benefici in maniera discutibile, se questi vantaggi sono stati percepiti in maniera discutibile, la Regione, in quanto ente ispiratore della "GS", deve completare la sua opera, anche perché ha potere di controllo e di intervento tramite la Giunta. Chiediamo che la risoluzione venga presa in considerazione e che vi sia una scelta politica. La nostra risoluzione ha la pretesa di essere politica e non solo di indagine, ha la pretesa di completare un lavoro che è iniziato e che non può concludersi con quella relazione di una paginetta, che è misera, che vuole aggiungere confusione a confusione secondo qualcuno, per noi non è assolutamente così!
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione presentata dal gruppo "La Casa delle Libertà":
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 23
Favorevoli: 3
Contrari: 20
Astenuti: 8 (Bortot, Ferraris, Fiou, Carmela Fontana, Lanièce, Sandri, Squarzino Secondina, Venturella)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Esaminiamo la seconda risoluzione presentata dal gruppo "Arcobaleno", ne do lettura:
Risoluzione
Preso atto della conclusione del lavoro della IVa Commissione consiliare sul "Dossier Bo", da cui risultano:
a) l'irregolarità su cui stanno indagando la Procura di Aosta, la Corte dei Conti, l'Agenzia delle entrate e su cui la Commissione non ha ritenuto opportuno interferire, anche perché non in possesso di tutti gli elementi necessari per esprimere valutazioni, ivi compresi documenti sequestrati;
b) la presenza di elementi contraddittori per quanto riguarda le retribuzioni flessibili, le missioni dei dipendenti, la gestione delle carte di credito aziendali e dell'ospitalità;
c) la mancanza di chiarezza nelle procedure di gestione adottate dalla Casa da gioco;
d) un quadro confuso per quanto attiene i meccanismi impostati e le azioni di gestione;
Considerato che dalle audizioni effettuate sono emerse perplessità sulla genesi del dossier, che è stato voluto e richiesto al liquidatore dall'Assessore Marguerettaz per avere dati, già a sua disposizione, e che è stato confezionato da un liquidatore riluttante dopo due anni di reiterate sollecitazioni;
Constatato che la scelta del contenuto del dossier pare dettato più dalla volontà di riportare notizie che mettono in cattiva luce la Gestione straordinaria della Casa da gioco, piuttosto che prendere in esame le diverse tipologie di "benefits" per descriverne genesi, evoluzione, modalità di regolarizzazione;
Il Consiglio regionale
dopo attenta analisi delle informazioni riportate e delle interpretazioni contrastanti che i diversi responsabili hanno fornito,
Esprime
un giudizio negativo sulla situazione di poca trasparenza amministrativa e gestionale che in questi anni si è stratificata e per la quale non si vedono segnali chiari di cambiamento nemmeno nella gestione attuale;
Condanna
l'uso spregiudicato di informazioni e il ricorso all'artifizio di un dossier appositamente predisposto per riverbare giudizi negativi su organi gestionali nominati da politici che si intendevano in tal modo screditare;
Ritiene deplorevole
che l'azione amministrativa di un assessore sia utilizzata a fini politici come strumento di lotta politica tra le diverse correnti del movimento di maggioranza.
F.to: Squarzino Secondina - Bortot - Venturella
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Non illustro la risoluzione perché è la sintesi di tutto l'intervento fatto, voglio solo fare una precisazione: nell'ultima frase: "ritiene deplorevole", invece delle parole "utilizzata a fini politici" vogliamo mettere: "finalizzata ai fini politici".
Seconda cosa: ricordo al Presidente che la risoluzione che come gruppo avevamo preparato sulle industrie plastiche è stata rifirmata non solo dal nostro gruppo, ma anche dal...
Presidente - ... mi consenta di dirlo io, Consigliera Squarzino.
Squarzino (Arc-VA) - ... va bene.
Su tale risoluzione chiediamo il voto segreto, chiedo se altri colleghi appoggiano questa richiesta.
Presidente - Il gruppo "Forza Italia" aderisce alla richiesta.
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Abbiamo aderito alla richiesta di votazione segreta, ma vogliamo esprimere una posizione chiara di contrarietà a questa risoluzione; di conseguenza, il nostro voto sarà contrario in quanto riteniamo che tale risoluzione non contribuisca a quella chiarezza che da più parti è stata invocata e confermi che alla fine uno degli obiettivi principali non era fare chiarezza, bensì innescare o intentare un processo politico all'Assessore di turno, questo è un obiettivo che non ci interessa.
Presidente - Pongo in votazione a scrutinio segreto la risoluzione presentata dal gruppo "Arcobaleno":
Consiglieri presenti: 34
Votanti: 31
Favorevoli: 4
Contrari: 27
Astenuti: 3
Il Consiglio non approva.
Presidente - Il Consiglio prende atto della relazione.
Con questo punto esauriamo i lavori per questa mattinata, il Consiglio è riconvocato alle ore 15,30.
La seduta è tolta.
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La séance se termine à 13 heures.