Oggetto del Consiglio n. 2052 del 13 luglio 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2052/XII - Riconversione della struttura adibita a palazzetto dello sport in Comune di Ayas. (Interpellanza)
Interpellanza
Premesso che:
- il Palazzetto del ghiaccio di Ayas di proprietà dell'Amministrazione regionale, la quale ha iniziato i lavori di costruzione nel 1987, non è mai entrato in funzione;
- nel 2004 la Giunta regionale ha deciso lo smantellamento dei macchinari per la preparazione del ghiaccio, poiché divenuti obsoleti e fuori norma;
- attualmente solo una parte marginale dei locali accessori sono utilizzati dall'USL, che vi ha collocato il Centro Traumatologico;
- i sottoscritti Consiglieri sia nell'aprile 2003 sia nel novembre 2004 avevano chiesto conto degli intendimenti dell'Amministrazione regionale riguardo il Palazzetto;
- l'allora Assessore allo sport Caveri aveva dichiarato che la struttura avrebbe dovuto essere "riconvertita il più in fretta possibile";
- lo stato di abbandono della struttura permane tuttora e il Presidente Caveri ha recentemente dichiarato "Dobbiamo ancora valutare le scelte da intraprendere";
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
Il Presidente della Regione e gli Assessori delegati per conoscere:
1) quali azioni sono state intraprese dal novembre 2004 ad oggi relativamente al Palazzetto di Ayas;
2) quale fine ha fatto l'impianto di produzione del ghiaccio e quali oneri ulteriori ha comportato per la sua installazione;
3) con quali tempi, modi e risorse intendono procedere per ridefinire una destinazione d'uso della struttura;
4) in quali condizioni sono gli arredi a suo tempo acquistati.
F.to: Frassy - Tibaldi
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Questa vicenda non è sicuramente nuova, nel senso che è stata portata più volte all'attenzione dell'aula e degli Assessori che nel frattempo si sono succeduti fin dal finire della scorsa legislatura da parte del nostro gruppo. Devo dire che, per certi versi, è un po' una vicenda emblematica, che dovrebbe essere tenuta presente nell'andare ad effettuare tutte quelle scelte che dovranno essere operate su quello che ieri avevamo definito il "Pala-Aosta"... rispondendo ad un'altra interpellanza del nostro gruppo.
Penso che, prima di entrare nel vivo della parte delle questioni che vengono poste da tale interpellanza, sia opportuno fare una piccola cronistoria di quella che è stata la vicenda infinita di questo palazzetto. Devo dire che la definizione di "infinita" ben si adatta a questa situazione, perché, nonostante i lavori di costruzione siano iniziati nel 1987, oggi nel 2006 a 19 anni di distanza quei lavori non sono mai finiti o, meglio, quella struttura non ha mai acquisito quella fisionomia e quella funzionalità che era insita nella progettazione e nei successivi lavori. Sono successe diverse cose nel frattempo e le cose forse più significative sono accadute negli ultimi 3-4 anni. Nel 2004 la Giunta regionale di allora decise di rinunciare alla funzione per la quale era stata costruita la struttura, ossia alla funzione di palazzetto del ghiaccio e con un proprio provvedimento decise lo smantellamento dei macchinari per la produzione del ghiaccio, macchinari che a suo tempo erano costati qualcosa come circa 450mila euro. L'allora Assessore, nel puntualizzare la decisione politico-amministrativa di cambiare destinazione d'uso e dunque di smantellare tutti i macchinari inerenti la preparazione del ghiaccio, la giustificò con il fatto che quelle tecnologie nel frattempo erano state superate, erano tecnologie poco rispettose dal punto di vista ambientale, erano tecnologie che si basavano sull'ammoniaca e si disse che si sarebbe smantellato un impianto che avrebbe avuto necessità di manutenzioni onerose e di ulteriori costi per poterlo adeguare alle norme di sicurezza. Si disse all'epoca - nel 2004 - che una buona parte di quei macchinari sarebbero stati ceduti a ditte operanti nel settore e che avrebbero avuto interesse ad acquisire questa attrezzatura. Forse non tanto i macchinari in quanto tali, ma macchine tipo la levigatrice del ghiaccio e altre che potevano avere un utilizzo al di fuori di quella struttura. A noi risulta che ad oggi di tutto ciò non sia stato fatto nulla, nel senso che in effetti i macchinari per la produzione del ghiaccio sono stati smantellati rispetto al loro posizionamento in locali tecnici, siano stati messi su un piazzale esterno e siano stati abbandonati al degrado delle intemperie; perciò anche quella ipotesi di recuperare qualche lira probabilmente è un'ipotesi che non si è concretizzata, ma su questo l'Assessore potrà essere più preciso.
La cosa più significativa però, Assessore Pastoret - e lei per la prima volta è chiamato a rispondere su questa vicenda, sulla quale ebbe modo di esprimersi il suo collega con delega ai lavori pubblici, Vallet, a fine della scorsa legislatura e poi ad inizio di questa legislatura il suo predecessore Caveri -, è che nel 2004, proprio in risposta ad una nostra interpellanza su cosa si voleva fare di questa struttura, l'allora Assessore Caveri aveva detto che doveva essere riconvertita il più in fretta possibile. Penso che nessuno nel 2004 potesse non concordare su questa affermazione, che non era né politica, né amministrativa, ma solo di buon senso. Siamo rimasti molto sorpresi quando l'allora Assessore Caveri, divenuto Presidente della Regione... ha avuto modo di dichiarare sui giornali di queste settimane: "dobbiamo ancora valutare le scelte da intraprendere riguardo alla nuova destinazione d'uso del palazzetto di Ayas". Dal novembre 2004 perciò sono passati quasi 2 anni, non solo non si è fatto niente, ma non sono state fatte neppure le valutazioni sulle scelte! Lei capisce allora, Assessore, che se questi sono i tempi di reazione e di risposta della pubblica amministrazione, non dobbiamo stupirci di tutta una serie di problemi nei quali sistematicamente si trovano i lavori pubblici di questa Regione: lo "Splendor", la "Torre dei Balivi", per citare quelli più evidenti; qui c'è qualcosa che non funziona nella catena di trasmissione delle decisioni dal livello politico al livello tecnico. Fra l'altro, non riusciamo a capire come si possa dimenticare una struttura che è costata alle casse pubbliche una cifra superiore ai 5 miliardi di vecchie lire, una struttura che da più di 15 anni è completamente inutilizzata, che era stata data in comodato, con un comodato a scadenza, al Comune di Ayas, ci risulta che ad oggi tale Comune non ne voglia sapere di gestire tale struttura, salvo un congruo e generoso contributo da parte dell'Amministrazione regionale. Nonostante questo, ci risulta che comunque tale struttura in maniera episodica, qualche giorno durante l'estate, venga utilizzata e che proprio in questi giorni dentro tale struttura abbiano montato un tendone di tipo circense, è curioso, probabilmente serve un po' a mascherare il degrado della struttura stessa... per utilizzare questo ricovero - che verrebbe da chiamare di fortuna se non fosse per i costi che ha comportato - per qualche manifestazione estiva... anche questo però in assenza di ogni chiarezza sui rapporti, le responsabilità e gli oneri di gestione di questa struttura, che rimane in proprietà dell'Amministrazione regionale e senza titolo particolare viene episodicamente utilizzata dall'Amministrazione di Ayas.
Vorremmo allora sapere se vi sono state delle azioni concrete dal punto di vista amministrativo e di valutazioni chiamiamole politiche che siano state intraprese da quel novembre 2004 - data in cui l'allora Assessore Caveri rispondeva che doveva essere riconvertita il più in fretta possibile - ad oggi e, se non vi sono state azioni, quali sono i motivi per i quali avete dimenticato per 2 anni di occuparvi di quello che è un bene pubblico che sta andando in rovina. Vorremmo qualche chiarimento rispetto a quelli che sono elementi evidenti, che si possono rilevare da un giro sui piazzali e sulle aree antistanti e retrostanti il palazzetto, sulla fine che hanno fatto i macchinari e le attrezzature inerenti la produzione del ghiaccio. Vorremmo capire una volta per tutte, ma in maniera seria e possibilmente con azioni conseguenti, quali sono i tempi, i modi e le risorse con cui ritenete di procedere ad una ridefinizione della destinazione d'uso di questa struttura, che con il passare del tempo inizia ad accusare i limiti di un'assenza totale di manutenzione ordinaria e straordinaria; poi, non ultimo, perché a fronte degli investimenti andati in fumo anche questo è significativo, seppure forse marginale, quale fine hanno fatto gli arredi che a suo tempo erano stati acquistati per dotare questo palazzetto del ghiaccio di un bar, di una cucina ristorante e degli spogliatoi e tutte quelle attrezzature che erano state comprate per una gestione efficace ed efficiente e mi fa ridere in questo momento sottolineare con questi due aggettivi una gestione che non c'è mai stata. Ci auguriamo che le sue risposte, Assessore, siano frutto anche di un impegno successivo, nel senso che lei adesso ci darà delle risposte e probabilmente saranno ponderate, le anticipiamo già che è opportuno che queste risposte abbiano un seguito operativo.
Président - La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Pastoret.
Pastoret (UV) - Il collega Frassy è particolarmente sorridente, non so se è l'effetto del clima mattiniero o è l'argomento che vedo essere stato, da lui, particolarmente approfondito e che quindi lo fa sorridere. Non credo che egli sorrida per una sorta di compiacimento poichè rispetto a questa iniziativa è stata scritta una pagina non troppo nobile per quanto riguarda il comportamento delle pubbliche amministrazioni. Non starò qui a fare la storia, che il collega Frassy ha già riassunto in parte: una vicenda iniziata nel 1987 rispetto alla quale una cosa mi preme dire: questo dovrebbe servirci da monito per il futuro a non assumere iniziative senza che siano prima chiari quali sono i contraenti e i partecipanti ad eventuali operazioni di questo genere. Dico questo perché la questione viene da lontano e le azioni intraprese dal 2004 ad oggi relativamente al palazzetto di Ayas sono state semplicemente quelle relative alla possibilità di cercare di giungere ad una soluzione definitiva che consentisse all'Amministrazione regionale di cedere tale palazzetto e all'Amministrazione comunale di prenderlo in carico. Questo ha portato a numerosi contatti con l'Amministrazione comunale di Ayas e si giunse allora alla decisione di demandare al Comune l'incarico di predisporre la progettazione preliminare dell'intervento di adeguamento funzionale della struttura, in modo da condensare in maniera chiara i nuovi orientamenti in merito al suo utilizzo e il soddisfacimento conseguente dell'Amministrazione per poter giungere alla stipula di un contratto che, come il collega sa, per essere tale deve vedere entrambi i contraenti d'accordo. Nell'estate 2005 il Comune, con una nota dell'8 luglio, ci ha informati dell'intenzione di avviare nella località adiacente un intervento volto alla realizzazione di un campo di calcio o di calcetto e di campi da tennis con annesse strutture di servizio, sottolineando l'opportunità di coordinare la realizzazione per la riconversione del palazzetto. Il 1° agosto di quello stesso anno abbiamo chiesto elementi aggiuntivi riguardo a questo studio di massima che ci era stato presentato e non abbiamo più avuto risposte; d'altronde credo sia nota l'instabilità politica di questo Comune, che poi ha visto le dimissioni del Sindaco, del successivo Sindaco e del Consiglio comunale. Questo ha impedito di giungere ad un'idea condivisa sul futuro della struttura e delle aree adiacenti. Sotto questo punto di vista ora si sono svolte le elezioni ad Ayas, ho incontrato il Sindaco recentemente eletto e tra le altre problematiche prese in esame c'è stata anche quella concernente il palazzetto del ghiaccio, perché è un problema che è sul tappeto. Dirò poi alcune cose su come ci si dovrebbe muovere.
Si chiede che "fine ha fatto l'impianto di produzione del ghiaccio e quali oneri ulteriori ha comportato per la sua installazione". I macchinari sono stati smontati per far posto ai nuovi locali del centro traumatologico, come è stato ricordato dall'interpellante; sono custoditi all'interno della struttura e questo non ha comportato, per fortuna, ulteriori oneri aggiuntivi, ad esclusione di quelli relativi allo smontaggio dei macchinari stessi. Sul fatto di vendere questi macchinari credo sia un problema che dobbiamo ricondurre ad una considerazione di carattere generale, che introdurrò successivamente.
Si chiede: "con quali tempi, modi e risorse si intenderebbe procedere per ridefinire una destinazione d'uso della struttura", per giungere a tale risultato è necessario conoscere gli intendimenti e le strategie complessive della nuova Amministrazione comunale da poco insediata, cioè se quella idea che ci era stata presentata formalmente nel luglio 2005 è condivisa dall'attuale Amministrazione, spero e credo di sì. Ho già anticipato al Sindaco che chiederemo di avere una risposta e sotto questo punto di vista l'intenzione è quella di procedere alla definizione di una nuova convenzione, perché il comodato d'uso è scaduto, rispetto a quella che era in vigore precedentemente e che per le note vicende anche di turbolenze politico-amministrative del Comune non ha potuto essere puntualmente rinnovata. Nell'ambito del nuovo comodato dovranno essere coinvolti l'Amministrazione regionale, il Comune, ma credo sia noto al collega Frassy che quella struttura sorge su dei terreni di proprietà della consorteria locale... che è proprietaria del terreno sul quale si trova il palazzetto e che ha consentito l'utilizzo di questi terreni fino al 2039. In questo momento è in corso una trattativa fra l'Amministrazione comunale e la consorteria per operare uno scambio di terreni di modo che questi diventino di proprietà effettiva del Comune. È evidente che tutto questo insieme di questioni deve trovare una soluzione e, come ho già detto, chiederemo formalmente di procedere ad un rinnovo della convenzione, ma per fare questo dovrà essere una convenzione tripartita in base alla quale dovremmo sederci tutti attorno ad un tavolo e vedere quali sono le esigenze della consorteria, che dovranno essere soddisfatte dal Comune, e quelle del Comune che dovranno essere soddisfatte dalla Regione, se vogliamo uscire da questa "impasse" nella quale ci siamo trovati per le ragioni che sono state evidenziate.
Il collega Frassy chiede infine: "in quali condizioni sono gli arredi a suo tempo acquistati", credo faccia riferimento agli arredi del bar, dell'alloggio del custode, della parte sportiva. Questi sono tutti in buone condizioni, sono inventariati e custoditi all'interno della struttura ma, come tutti sappiamo, non utilizzati, quindi con poca soddisfazione da parte nostra. Ho detto prima che questa è una pagina non esaltante dell'Amministrazione che dovrebbe servire da esempio per non ripetere simili esperienze. Per quanto riguarda l'impegno, non solo e non tanto perché lo chiede il collega Frassy, ma perché è di carattere istituzionale, il primo passo da fare sarà quello di chiedere al Comune di comunicarci le sue intenzioni, di definire un tavolo di lavoro per mettere in pista questa nuova convenzione facendo in modo che si risolva anche il problema della proprietà dei terreni, che è questione che sta molto a cuore al Comune, perché tutto questo altrimenti continuerebbe a muoversi in uno stato di promiscuità che personalmente non condivido molto.
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - La replica non è facile, perché mi rendo conto che la sua risposta non era facile, ma devo dire che essa, rispetto alle risposte precedentemente acquisite dal nostro gruppo su questo argomento, purtroppo non ha neppure il pregio della novità, in quanto gran parte delle cose che ci ha raccontato in risposta a tale interpellanza, se non sono le stesse cose che ci sono state raccontate nel 2003-2004, non fanno fare dei passi avanti alla vicenda. È questo il primo aspetto di grande preoccupazione, tant'è che lei nel chiudere la risposta a tale interpellanza ha detto testualmente: "il primo passo da fare", cioè dopo 19 anni siamo ancora in attesa di fare il primo passo e questo sicuramente è l'elemento di maggior preoccupazione, perché? Perché probabilmente, Assessore - lei lo sa anche se ci ha girato attorno e per scaramanzia forse non ne ha voluto parlare -, l'accordo con il Comune non si può fare, nel senso che il Comune di prendersi quella struttura sobbarcandosi gli oneri di gestione, di manutenzione, eccetera, non ne ha intenzione alcuna. Non ne aveva intenzione l'Amministrazione dimissionaria, non ne aveva intenzione l'Amministrazione precedente a quella dimissionaria e ci risulta che non ne abbia intenzione neppure la nuova neo-eletta Amministrazione, che avrebbe quantificato anche in una cifra superiore al milione di euro l'appannaggio necessario per poter iniziare ad occuparsi di questa struttura con una serie di lavori di ristrutturazione edile importanti per cambiare fisionomia e organizzazione degli spazi interni. Il fatto che lei non ci abbia fatto tale passaggio ci lascia smarriti, perché o le è mancata l'ultima sequenza di questa "telenovela", oppure aveva l'imbarazzo di raccontarci che anche questa reiterata trattativa si è arenata. Penso allora che l'Amministrazione regionale debba prendere una decisione, perché quella struttura è di sua proprietà, è stata costruita con i suoi soldi e, se nessuno la vuole, ha l'obbligo di farsi carico di questo impianto; poi lo può utilizzare per ricoverarci i mezzi sgombero neve, piuttosto che per metterci i mezzi dei pompieri volontari se lo ritiene, ma la deve utilizzare, altrimenti si incorre in una serie di responsabilità che dopo 19 anni è abbastanza facile intuire quali possano essere. Non vorrei neppure che si dicesse: "aspettiamo il 2039 perché fino ad allora non abbiamo certezza di quello che accadrà dei terreni". Il fatto che i terreni siano lasciati in uso sino al 2039 lei dice che è una cosa che dovremo risolvere... Assessore, questa cosa la si può anche risolvere prima del 2039, ma il primo problema da risolvere è cosa fare di tale struttura!
Qui vorrei riaprire una parentesi guardando più vicino rispetto alla sede fisica del Consiglio, a quello che abbiamo definito ieri il "Pala-Aosta". Penso che da tale vicenda un minimo di lezione vada tratta per iniziative similari che si vorranno mettere in piedi un domani e allora forse è bene che, quando si mettono in piedi iniziative di questo genere, si capisca chi andrà a gestirle e si faccia il tentativo di capire se non sia possibile che la gestione esca dal giro vizioso delle amministrazioni pubbliche: vuoi regionale, vuoi comunale. Esistono i privati, esistono i consorzi turistici, esistono altre forme di gestione che funzionano a tutte le latitudini meno che in Valle d'Aosta. Penso perciò che sia questo il tentativo che lei debba fare e la scommessa che debba vincere, andare a parlare con il Comune di Ayas senza avere la disponibilità di cassa di un oneroso assegno penso che sia tempo perso e penso che ci porterà a ridiscutere tale argomento in una situazione identica a quella di oggi da qui a un anno. Ritengo che lei debba fare uno sforzo di fantasia e verificare se non è ipotizzabile di coinvolgere privati, consorzi di operatori turistici nella cogestione insieme all'Amministrazione regionale di questa struttura. Pensiamo che non si possa continuare a dire: "il primo passo da fare" dopo 19 anni. Dopo 19 anni i passi avrebbero dovuto essere effettuati e le soluzioni ottimali o non ottimali essere individuate! Non si può continuare a rimanere in attesa che un'amministrazione comunale dica: "va bene, mi prendo carico della struttura"! Anche perché non vorrei che, incassato il "no" della neo-amministrazione, si aspettino i 5 anni della legislatura comunale per dire: "vediamo se con la prossima Amministrazione siamo più fortunati". È vero che in quel Comune hanno la capacità di rinnovare in tempi più brevi le amministrazioni comunali e perciò di aumentare la "chance" dell'Amministrazione regionale di avere nuovi interlocutori, però sono passati 19 anni, perciò su questo argomento ritorneremo e nel tornare su questo argomento... se la colpa è sempre di quelli che hanno preceduto l'Assessore di turno, quando torneremo su questo argomento lei sarà ancora Assessore allo sport e difficilmente potrà dire che è colpa di chi l'ha preceduta; perciò su questo tema torneremo a porre la nostra attenzione.