Oggetto del Consiglio n. 2042 del 12 luglio 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2042/XII - Riformulazione della composizione degli organi di governo dell'Università della Valle d'Aosta e criteri di revisione dello statuto dell'Università della Valle d'Aosta. (Interpellanze)
Interpellanza
Venuto a conoscenza che all'ordine del giorno della seduta congiunta del Consiglio dell'Università e del Senato accademico di martedì 20 p.v. è stata posta la revisione e/o approvazione del nuovo Statuto dell'Università;
Preso atto delle osservazioni proposte dalla Federazione dei Lavoratori della Conoscenza, aderente alla CGIL, in merito alla necessità della riformulazione della composizione degli organi di governo dell'Università valdostana, tramite l'allargamento ai docenti ordinari, agli associati, ai ricercatori, nonché al personale amministrativo e agli studenti;
Constatato che sulla revisione dello Statuto dell'Università non è stato sviluppato un significativo confronto né nelle istituzioni regionali, né con le rappresentanze sindacali e sociali dei protagonisti del mondo accademico;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione per conoscere se:
1) sia intenzione del Governo regionale di aprire un ampio tavolo di confronto sia nella Commissione Consiliare competente, che con i rappresentanti dei docenti, del personale amministrativo e degli studenti, per un'opera di concertazione sul futuro dell'Università, ed in particolare sulla composizione dei suoi organi di Governo;
2) si intenda inserire nel Consiglio dell'Università e nel Senato accademico rappresentanti dei docenti, dei ricercatori, del personale amministrativo e degli studenti, così come succede nella quasi totalità delle Università pubbliche italiane;
3) se intenda diversificare la propria funzione istituzionale da quella di Presidente del Consiglio dell'Università, anche solo attraverso l'attribuzione di una Vice Presidenza operativa al Rettore Magnifico, uniformando così la nostra Università al modello europeo corrente.
F.to: Fontana Carmela - Sandri
Interpellanza
Richiamate le precedenti iniziative consiliari concernenti diverse problematiche dell'Università della Valle d'Aosta e, fra queste, le stesse caratteristiche peculiari dello Statuto, per cui risulta che il massimo organo dell'Ateneo valdostano, il Consiglio di Università, sia retto da regole poco democratiche in quanto, da una parte non si prevede alcuna rappresentanza di studenti, di docenti e di personale tecnico e, dall'altra, si indica nel Presidente della Regione, nonché Prefetto, cioè in una carica politica, il Presidente del Consiglio di Università;
Preso atto che pare in dirittura d'arrivo la procedura attivata dall'Università della Valle d'Aosta di rivedere lo statuto, tanto che a fine giugno sono stati convocati in seduta congiunta il Consiglio dell'Università e il Senato accademico per l'esame e, forse, approvazione del nuovo Statuto;
Appreso che nel corso dell'elaborazione del nuovo testo non sarebbero stati interpellati i diversi soggetti dell'Università, studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo, per esaminare la partecipazione di loro rappresentanti all'interno del Consiglio di Università, ed eventualmente del Senato accademico;
Viste le recenti richieste avanzate dalla Federazione Lavoratori della Conoscenza della CGIL, di poter avere all'interno dei massimi organi di Governo dell'Università anche rappresentanti di studenti, docenti e personale tecnico amministrativo;
Visto che rispetto a tali richieste non si conoscono risposte;
la sottoscritta Consigliera regionale
Interpella
il Presidente della Regione per sapere:
1) se la commissione incaricata di rivedere lo Statuto ha incontrato i rappresentanti dei diversi soggetti dell'Università, docenti, studenti, personale tecnico amministrativo, per conoscere le loro richieste; se tali richieste sono state prese in considerazione, e come;
2) se il Presidente della Regione condivide le richieste avanzate dalla FLC-CGIL e come intenda operare perché esse siano accolte nel futuro Statuto dell'Ateneo valdostano;
3) se si intende, prima dell'approvazione del nuovo Statuto, consultare i rappresentanti dei soggetti che operano nell'Università (docenti, studenti, tecnici amministrativi) per condividere con loro le scelte che saranno fatte;
4) se, nella revisione dello Statuto, è prevista anche la sostituzione della carica politica del Presidente del Consiglio d'Università, e come si intende operare in tal senso.
F.to: Squarzino Secondina
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Questa interpellanza voleva richiamare l'attenzione del Consiglio e della popolazione valdostana sul problema dell'aggiornamento del Consiglio dell'Università e del Senato accademico, che erano in previsione per il 20 giugno scorso, soprattutto in merito al fatto che queste modificazioni non erano state concertate, non c'era stato un ampio confronto a livello sia sindacale, sia sociale con i protagonisti del mondo accademico: parlo dei docenti ordinari, degli associati, dei ricercatori, nonché del personale amministrativo degli studenti, in modo da far evolvere l'Università della Valle d'Aosta verso un modello più europeo, più internazionale, più all'altezza dei nostri tempi. Ricordo che nel vecchio statuto c'era un'ampia presenza degli enti locali della Valle d'Aosta, piuttosto che dell'Amministrazione regionale, molto poco c'era in termini di quelli che invece fanno l'Università, ossia studenti, docenti, ricercatori, personale amministrativo. Questo dato non è importante solo in sé stesso, ma è anche una tappa fondamentale di questa Università. Abbiamo un giudizio positivo della storia e della crescita di tale Università, perché il coraggio con cui si è voluti partire con questo tipo di iniziativa è stato premiato dal fatto che l'Università sta crescendo, si sta allargando, sta facendo nuove proposte, si sta facendo conoscere anche fuori dei confini della nostra Valle sia verso gli studenti che verso gli altri centri di ricerca, quindi abbiamo una crescita positiva. Ci sembra però che parallelamente debba crescere anche la coscienza di questo e quindi le giuste modifiche dello statuto che devono avvenire. Colgo l'occasione per citare una splendida iniziativa dell'Università: il Convegno sull'Europa verso metà giugno, che ha avuto echi in mezza Europa; questo è un vanto per tutta la Comunità valdostana. Sappiamo che nel frattempo i nuovi statuti sono stati approvati nella direzione che dicevamo, ma a questo punto ci interessa conoscere non solo il come, ma anche il futuro.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Credo che molte osservazioni le abbia già fatte il collega Sandri e questo dimostra come l'Università sia un tema che interessa questo Consiglio; un'Università che sta facendo grandi passi in avanti, ma che, per quanto riguarda l'aspetto democratico, deve ancora farne. Abbiamo ricordato più volte come lo statuto dell'Università fosse poco democratico, perché non prevedeva la rappresentanza di studenti, di docenti, di personale tecnico; non solo, ancora una volta vedevamo il Presidente della Regione, nonché Prefetto, che diventa Presidente del Consiglio dell'Università, secondo noi con un accumulo di cariche e di ruoli sulla stessa persona che non va bene.
Dal momento in cui l'interpellanza è stata predisposta al momento in cui viene discussa è chiaro che le cose sono evolute e sappiamo che il nuovo statuto il 20 giugno è stato approvato, a quanto dicono i comunicati stampa, nella seduta congiunta fra Consiglio dell'Università e Senato accademico. Ricordo anche che una settimana prima, a livello di docenti, di ricercatori e di operatori all'interno dell'Università c'è stata una presa di posizione pubblica in cui si è chiesto che l'elaborazione dello statuto prevedesse la partecipazione dei diretti interessati. Volevamo fare il punto sull'iter che ha condotto il Consiglio dell'Università prima a far predisporre e poi ad approvare questo statuto; vogliamo fare il punto anche su alcuni elementi essenziali dello statuto: quelli che possono far emergere un organismo che è capace di dialogare con chi opera all'interno, oltre che con i responsabili di enti pubblici e del mondo scientifico che operano all'esterno.
Président - La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Je rappelle en ligne générale que le 20 juin 2006 les modifications des statuts de l'Université valdôtaine ont été approuvées conjointement par le Sénat académique et le Conseil de l'Université qui ont manifesté - après une longue et profitable discussion avec des votations qui ont duré un après-midi tout entier - leur appréciation pour le résultat ainsi obtenu. C'est justement grâce au dialogue constant entre les parties concernées que les nouveaux statuts ont été approuvés dans un climat serein qui est le fruit de choix partagés. Lesdites modifications ont ensuite été approuvées par le Gouvernement régional par sa délibération et par le Ministre de l'Université et de la Recherche avec une lettre du 26 juin, dont le texte sera publié sous peu au Journal officiel de la République italienne et entrera en vigueur. On a fait tout cela dans une semaine et donc avec beaucoup de rapidité.
Pour répondre à l'interpellation des Conseillers Fontana et Sandri je précise que, sans préjudice des compétences des organismes concernés, les décisions stratégiques afférentes à l'Université seront toujours prises tenant compte des indications des représentants des enseignants, du personnel administratif et des étudiants, ainsi que de la confrontation avec la Commission du Conseil compétente.
Pour ce qui est du deuxième et du troisième point de cette interpellation, les nouveaux statuts de l'Université établissent que le Conseil de l'Université est composé comme suit: le Président de la Région, qui le préside; le Recteur, qui en est (c'est une nouveauté, Madame Squarzino) le Vice-président et qui peut recevoir - et recevra - délégation à l'effet d'exercer des compétences et des fonctions spécifiques; le Pro-Recteur; le Directeur administratif; un représentant des professeurs titulaires; un représentant des chercheurs; un représentant des étudiants; l'Assesseur régional à l'éducation et à la culture; le Syndic d'Aoste; le Président du Conseil permanent des collectivités locales; un dirigeant du Ministère compétent en matière universitaire, désigné par le Ministre; 3 membres nommés par le Gouvernement régional parmi des personnes de haute qualification culturelle et ayant des compétences reconnues en matière de gestion et d'administration, dont une au moins doit appartenir à l'aire francophone. La composition du nouveau Conseil met en évidence une forte présence des représentants des enseignants, des chercheurs, du personnel administratif et des étudiants et le rôle accru et fondamental joué par le Recteur. Je précise enfin que la composition du Sénat académique - qui comprend le Recteur, le Pro-Recteur, les doyens de faculté et les directeurs des départements - a été complétée par un représentant des étudiants et par 2 enseignants, dont un provenant d'un Pays francophone. J'estime donc que les faits seuls suffisent à répondre aux questions posées par cette interpellation.
Quant à l'interpellation de la Conseillère Squarzino, compte tenu de ce que je viens d'exposer, je précise que la Commission chargée de la modification des statuts était composée des personnes suivantes: M. le Professeur Giorgio Lombardi, membre du Conseil d'Université et Professeur ordinaire de Droit public comparé à l'Université des études de Turin; M. le Professeur Marco Cammelli, Président du Comité des garants de l'Université et Professeur ordinaire de Droit administratif à l'Université de Bologne; M. le Professeur Fabrizio Cassella, Professeur ordinaire de Droit public à l'Université de la Vallée d'Aoste - Università della Valle d'Aosta; M. le Docteur Franco Vietti, Directeur administratif de l'Université. J'ajouterai que 3 de ses 4 membres étant des professeurs universitaires, la Commission était parfaitement à même de comprendre et de présenter les besoins des enseignants. Quant au personnel non enseignant de l'Université, il était représenté par le Directeur administratif.
Par ailleurs, je tiens à vous faire remarquer que le processus de modification des statuts de l'Université a fait l'objet d'une ample communication, tant à l'intérieur de l'Université que dans les organes d'information, lors des manifestations officielles liées à la vie de ladite Université et, bien entendu, ici même, au sein du Conseil régional. Or l'Université n'a pas reçu la moindre demande officielle au sujet de la modification de points précis de ses statuts, sauf celle de la FLC-CGIL, organisme qui ne représente en tout cas ni l'ensemble des personnels, ni celui des étudiants. La Commission a rencontré à plusieurs reprises le Recteur et les représentants des enseignants, c'est-à-dire les Présidents des Conseils des cours universitaires, pour examiner avec eux le détail des modifications... a tenu compte de toutes les requêtes avancées par l'ensemble de ceux-ci: je pense notamment à la modification de l'organisation des structures d'enseignement, avec la suppression de l'aire didactique, à la représentation du corps enseignant au sein du Conseil de l'Université, à la redéfinition de la composition du Sénat académique, à l'institutions des facultés et des Conseils y afférents, qui auront toute compétence pour nommer les enseignants sous contrat. Pour ce qui est du personnel administratif, il sera désormais représenté au sein du Conseil de l'Université par le Directeur administratif, qu'auparavant ne participait pas aux séances dudit Conseil, et au sein des Conseils de Département par un délégué. Pour ce qui est des étudiants, je peux vous dire que le 17 juin dernier le Directeur administratif les a rencontrés et leur a exposé les modifications qui devaient être apportées aux statuts, notamment pour ce qui est du nouveau Conseil des étudiants, de la présence d'un représentant de ces derniers au sein des Conseils de faculté et du Conseil de l'Université.
Pour répondre à votre deuxième question, Madame Squarzino, je me dois de vous apporter quelques précisions quant à la lettre que la FLC-CGIL m'a envoyée le 2 juin dernier et qui avait pour objet la "Révision des statuts de l'Université de la Vallée d'Aoste - Considérations et propositions" et quant au communiqué de presse publié par la branche "Fonction publique" de la CGIL le 13 juin 2006. Sachez en premier lieu que seuls le Sénat et le Conseil de l'Université sont compétents en matière de modification des statuts de ladite Université. Je tiens à préciser ce point parce que, même si nous sommes toujours ouverts au dialogue et aux échanges de vues, nous considérons que nous ne sommes tenus en aucune manière d'ouvrir des consultations avec qui que ce soit d'autres que ces organes universitaires, ce qu'aucune norme ne nous impose d'ailleurs. Il va de soi que lesdites consultations concernent également le Gouvernement régional et le Ministère compétent.
En deuxième lieu je voudrais vous lire un extrait du communiqué: "un Consiglio composto in massima parte da soggetti di estrazione o di nomina politica rischia di non considerare con la dovuta attenzione le istanze di coloro che provvedono quotidianamente al funzionamento dell'Università. Continuare a mantenere su due piani differenti il governo economico dell'Università e la componente operativa non può che generare uno scollamento dannoso per l'Università stessa, la mancanza di un continuo e fattivo coordinamento tra la componente politico-gestionale e coloro che lavorano e frequentano l'Ateneo genera, tra l'altro, un livello di insoddisfazione che non può non riverberarsi sulla qualità dell'insegnamento". Et un peu plus loin: "la FP-CGIL considera che la libertà di ricerca e di insegnamento non può trovare piena attuazione se le decisioni in materia economico-finanziaria sono totalmente affidate ad un organo di gestione estraneo alla vita e alle dinamiche dell'ateneo".
Il est parfaitement incompréhensible d'affirmer que la structure actuelle du Conseil de l'Université engendre une insatisfaction telle qu'elle ne peut qu'affecter la qualité de l'enseignement. Nous considérons - et je l'ai dit exprès aux représentants de la CGIL lors de la rencontre que j'ai eue avec l'ensembles des syndicats - que je trouve que c'est une affirmation offensante à l'encontre de l'Université, pas de moi-même, tant du point de vue de leur forme que du point de vue de leur substance. J'espère que les auteurs de ce communiqué se seront rendu compte - on a discuté de cela - de l'effet que peut produire sur les étudiants et leurs familles le fait de discréditer la qualité de l'enseignement ou de penser que la structure actuelle du Conseil de l'Université serait à la racine du problème.
En ce qui concerne les requêtes du syndicat, notamment pour ce qui est de la représentation de toutes les parties concernées au sein du Conseil de l'Université, je crois qu'une large part de celles-ci figurait dans le document élaboré par la Commission et soumis au Sénat académique et au Conseil de l'Université bien avant que ledit syndicat ne se soit exprimé. Je fais référence par exemple à l'attribution au Recteur de la Vice-présidence du Conseil et l'insertion au sein de ce dernier de la figure du Pro-Recteur, des représentants du corps enseignant, du représentant des étudiants et du Directeur administratif. Pendant la séance conjointe lesdits organes ont convenu d'accroître la présence du corps académique au sein du Conseil de l'Université en incluant parmi les membres de ce dernier un représentant des chercheurs universitaires et ce en réponse aux nouvelles requêtes des enseignants et du syndicat. Je dois dire à la fin du procédé et à la fin du dialogue que j'ai appris avec beaucoup de plaisir que la FLC-CGIL a récemment émis un communiqué de presse par lequel elle exprime sa satisfaction au vu des récentes modifications apportées aux statuts de l'Université.
J'ai donc répondu même à la troisième question, j'aborderai donc la quatrième en vous rappelant, sans la moindre intention de polémiquer, que les statuts de l'Université de la Vallée d'Aoste - à propos desquels le Ministère compétent avait à l'époque rendu un avis favorable quant à la légalité et à la teneur du texte - sont l'aboutissement d'un travail long et structuré. La tâche a exigé les efforts d'un Comité promoteur et d'un Comité scientifique. Disons pour mémoire que le premier réunissait des représentants des principaux acteurs du système social, politique et économique de la Région, dont un délégué désigné par les associations syndicales les plus représentatives. Je me souviens par ailleurs que la délibération du Gouvernement régional portant approbation desdits statuts et institution de l'Université a été approuvée sans difficulté aucune, avec le soutien des forces qui composaient à l'époque la majorité du Gouvernement. De ce point de vue, je répète que le système qu'on a créé avec le nouveau statut, même s'il confirme que le Président de la Région est aussi le Président du Conseil de l'Université, a relativisé son rôle avec cette Vice-présidence et il me semble qu'aucun membre ni du Sénat, ni du Conseil n'a eu quoi que ce soit à redire sur ce rôle du Président de la Région au moment de l'approbation des modifications et qu'aucune autre proposition n'a été présentée par la majorité des membres de l'Assemblée.
Pour en finir avec les perplexités que soulève le fait que le Conseil de l'Université soit présidé par le Président de la Région, je vous ferais remarquer que toutes les objections tendent à souligner la possibilité d'ingérences politiques dans la gestion de ladite Université et je me permets d'inviter la conseillère Squarzino à jeter un œil aux statuts des autres universités, celles qui ne relèvent pas de l'État, mais aussi celles qui en dépendent, comme c'est le cas à Padoue, à Gênes, à Udine ou à Bergame, pour n'en citer que quelques-unes. Elle pourra ainsi se rendre compte que de nombreux sujets politiques entrent dans la composition de leurs Conseils. A Padoue le Président de la Région Vénétie, le Président de la Province de Padoue et le Syndic de Padoue siègent au Conseil de l'Université. Si l'on considère que l'ingérence politique peut poser problème, je crois que le fait qu'il ne préside pas ledit Conseil n'empêche certainement pas le Président de la Région Vénétie d'exposer son point de vue quant à l'essor de l'Université locale, ni quant aux attentes et aux besoins de sa Région.
Je terminerai en précisant qu'aux termes des nouveaux statuts le mandat de Vice-président du Conseil de l'Université revient au Recteur et donc je répète qu'un certain nombre de compétences et missions spécifiques peuvent lui être attribuées dans ce cadre. J'ajoute enfin que le nouveau statut, quand sera adopté officiellement avec la publication sur la "Gazzetta ufficiale" - c'est désormais une question d'ordre éminemment bureaucratique -, nous pourrons lancer, et nous sommes déjà dans une phase conclusive du point de vue d'une structuration d'un document, une discussion même dans le cadre de la Commission compétente sur les lignes directrices de l'Université de la Vallée d'Aoste, parce que je pense que le problème de fond c'est d'assumer toutes les décisions qui doivent être assumées en tenant compte de l'autonomie de l'Université, ainsi que de l'autonomie de notre Région, qui finance avec 90% le fonctionnement de l'Université. Je devrais peut-être dire 95%, vu qu'avec le "décret Bersani" on coupera encore le financement aux universités privées comme la nôtre; et que cela signifiera encore un sacrifice accru pour le fonctionnement de l'Université de la part de notre Communauté. Je pense que le résultat de l'approbation rapide et à l'unanimité de ce projet de statut démontre qu'il y a eu un travail partagé et positif.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Credo che il Presidente non abbia distinto chiaramente i due momenti, ossia il momento in cui c'è il primo statuto e quello di oggi. Il primo statuto posso capire che fosse un momento di avvio dell'Università, un momento in cui non c'era nulla, stava crescendo, quindi era anche comprensibile che vi fosse una serie di organismi limitati... e paradossalmente poteva essere anche utile pensare a un Presidente della Regione come Presidente del Consiglio di Università. Adesso stiamo parlando della stesura del secondo statuto. Nella fase di passaggio fra il primo statuto e la predisposizione, votazione ed approvazione del secondo continuo a sostenere, pur dopo aver ascoltato il Presidente, che non c'è stata una vera consultazione ed una vera concertazione e condivisione di questo statuto, perché se il 13 giugno c'è stata da parte dei sindacati un'iniziativa pressante tanto da fare quel comunicato stampa duro, come ha sottolineato il Presidente, perché la situazione non era chiara, questo significa che la Commissione che si è occupata di predisporre il nuovo testo, pur avendo lavorato molto bene, non lo metto in dubbio... non si è preoccupata di sentire quello che gli altri dicevano, quello che le altre categorie avevano da chiedere, tant'è vero che il 13 giugno i rappresentanti dei ricercatori, degli associati, degli amministrativi hanno espresso in modo chiaro la loro preoccupazione che lo statuto nella sua stesura definitiva ha recepito... quindi non è indifferente l'azione che è stata fatta... all'ultimo momento la richiesta che anche rappresentanti e ricercatori siano inseriti nel "CdA".
Per quanto riguarda la presenza degli amministrativi, qui sono proprio esterrefatta perché non penso che il personale amministrativo, che rappresenta quasi il 50% del personale dipendente dall'Università, possa essere rappresentato dal suo Dirigente. C'è un Direttore amministrativo che è il Dirigente, ora se lei mi dice che il personale, qualunque esso sia, è rappresentato dal suo Dirigente, il principio democratico della rappresentatività delle varie categorie non c'è più; quindi questa parte manca assolutamente.
Ultima osservazione: questo già lo dissi quando ci confrontammo con il Presidente su chi è Presidente del Consiglio di Università. È vero che in altre Università ci sono delle figure politiche, ma hanno la buona educazione almeno formalmente di non essere loro Presidenti del "CdA" dell'Università, se non altro come rispetto dell'autonomia dell'ente. Anche formalmente il rispetto dell'autonomia di questo ente va garantito anche attraverso la designazione di un Presidente del Consiglio di Università che sia designato dal "CdA", può benissimo essere designato fra i politici o fra i membri del "CdA", ma deve essere una scelta autonoma del "CdA" e non un'imposizione dello statuto ed è normale che in un Consiglio di Università in cui è prevalente la componente politica... è chiaro che non presenta neppure l'istanza di cambiare il Presidente del Consiglio di Università e io la sfido a vedere quale Università ha nello statuto l'indicazione del Presidente della Regione come Presidente del "CdA": l'unico esempio è la Valle d'Aosta. Bel rispetto dell'Autonomia? Lei deve tener conto, Presidente, che i soldi sono di tutti, non sono del Presidente, sono della Regione e le scelte politiche...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... e le scelte politiche vanno fatte dal Governo, dal Consiglio attraverso altre indicazioni, non attraverso la persona fisica del Presidente presente alle riunioni.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Sono abbastanza contento del risultato che si è ottenuto con questo movimento di osservazione. Lo statuto che è stato modificato, anche dalle parole del Presidente, va nella direzione che ci si auspicava, anche se - prima osservazione negativa - si potrebbe pensare in futuro che i 3 membri esperti, di cui uno di area francofona, potrebbero essere rappresentativi del Consiglio regionale, piuttosto che della Giunta, probabilmente sarebbe un modo di coinvolgere il Consiglio su un tema di tanta importanza.
Dal punto di vista del coinvolgimento amministrativo, c'è il Direttore, però questo rappresenta il responsabile e non il popolo degli amministrativi. È carico il fatto che sia stato immesso, ma non risolve il problema, anzi per certi versi lo aggrava, perché questi non solo non sono rappresentati, ma rappresentati dalla controparte all'interno del "CdA"; quindi stiamo andando nella direzione giusta, ci sono altri passi da fare. Si è però un poco cascati sul concetto - ho sentito adesso il battibecco con la collega Squarzino - che riguarda il problema dell'indipendenza. È vero che non è scritto da alcuna parte che il Presidente della Regione non debba essere il Presidente del "CdA", ma un po' di buon senso e di sana scommessa politica su un'Università indipendente rende anche più forte l'immagine del Presidente Caveri, non è obbligatorio che sia presente. Nel gioco degli scacchi ci sono due grandi modi per impostare le partite: le partite di re o le partite di regina a seconda del pedone che si sposta nell'apertura. Le partite di re sono basate sull'occupazione dello spazio, quelle della Regione sull'influenza sugli spazi. Credo che forse passare da una partita di re, che è quella che si giocava nel 1800, a una partita di regina, che è stata scoperta alla metà del secolo scorso, sarebbe già fare un passo avanti. La giusta via è quella che lei diceva alla fine: diamo delle linee direttrici magari come Consiglio regionale, ma dopo lasciamo che vi sia un po' di questa indipendenza, anche perché la storia ha dimostrato che l'Università in tutto il mondo alla fine va avanti per i fatti suoi, indipendentemente dai politici, e che, per fortuna, sono strutture dal punto di vista istituzionale che hanno una vita molto più lunga di quelle politiche; quindi lunga vita al Presidente della Regione, ma sicuramente più lunga vita all'Università della Valle d'Aosta!