Oggetto del Consiglio n. 2041 del 12 luglio 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2041/XII - Ricorso al lavoro a tempo parziale in seno all'Amministrazione regionale. (Interpellanza)
Interpellanza
Preso atto della Delibera di Giunta n. 1677 del 9 giugno 2006, con la quale viene determinato l'accoglimento o il diniego della richiesta di part-time da parte di dipendenti dell'amministrazione regionale;
Ricordato che su tale tema erano state avanzate richieste ben precise da parte delle Organizzazioni sindacali in sede di approvazione della finanziaria per gli anni 2006/2008 (legge regionale n. 34/2005);
Verificato che con tale Delibera sono oltre 35 le persone che hanno avuto risposta negativa alla richiesta di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale;
Atteso che il part time è uno degli strumenti previsti dalle politiche sociali a favore della famiglia, dato che permette a chi deve occuparsi di figli piccoli o di anziani, di conciliare gli impegni di cura con gli impegni lavorativi;
Ritenuto che la prima applicazione della legge finanziaria che, per contenere la spesa, ha ridotto dal 25% al 20% la percentuale di posti a tempo parziale consentiti, ha dimostrato che esiste nell'amministrazione regionale un alto tasso di richiesta di part-time, e che tale richiesta - specie nei casi in cui vi sono motivi familiari alla base - non può essere disattesa;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione per sapere:
1) quante delle domande non accettate godevano nello scorso anno dell'orario a tempo parziale e quante, tra le domande non accettate, sono state presentate da chi si deve prendere cura di bambini o di anziani;
2) se il governo regionale, alla luce della volontà politica più volte affermata di volere mettere al centro del proprio operare la famiglia, intende rivedere tale meccanismo rigido di riduzione di percentuali dell'orario a tempo parziale almeno fin tanto che non sia attivato l'asilo nido aziendale;
3) in caso non ritenga di rivedere tali percentuali, come intende dare una risposta alla domanda di conciliazione del lavoro di cura e del lavoro professionale delle persone che si sono viste rifiutare l'accesso al part-time;
4) se sulla ricerca di una soluzione a tale problema intenda coinvolgere altri soggetti interessati, quali il Forum della famiglia, i sindacati e la stessa Consigliera di parità.
F.to: Squarzino Secondina - Bortot
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Torniamo su un argomento che già abbiamo trattato altre volte, ricordo solo gli estremi dell'argomento: si parla delle quote di part-time previste per il personale regionale. A dicembre dello scorso anno, in occasione della discussione della legge finanziaria, abbiamo approvato una norma che prevede la riduzione della quota di part-time prevista per i dipendenti regionali; la quota era fino a dicembre 2005 il 25%, con la legge finanziaria è stata diminuita fino al 20%. Ricordo che discutendo di questo tema il Presidente aveva presentato alcuni dati da cui risulta che la situazione precedente all'applicazione di questa nuova norma prevedeva che in alcune posizioni - le posizioni "B1", "B2", "C2" e "D" per quanto riguarda il Consiglio - vi fosse una quota di part-time che superava il 20%, pur collocandosi - a parte un caso - sotto il 25%; quindi la situazione era tale, per cui non avrebbe richiesto un intervento così drastico, tanto più che è un intervento deciso dall'alto, senza prima un accordo chiaro con le organizzazioni sindacali. Recentemente, nell'aprile di quest'anno, è stata emanata la circolare in cui si comunicavano ai nuovi dipendenti regionali i nuovi criteri per l'assegnazione del part-time e la deliberazione di Giunta del 9 giugno 2006 ha dato conto dell'esito delle domande pervenute, dell'esito dell'applicazione dei nuovi criteri di part-time (non più 25%, ma 20%) e del risultato che si è verificato. Qual è stata la conseguenza? La conseguenza dell'applicazione di questa nuova norma della finanziaria è stata che almeno 35 persone - 35 donne credo, poi vediamo quanti uomini ci sono - hanno avuto una risposta negativa, quindi 35 persone che avrebbero fatto richiesta e che avrebbero visto la loro domanda accolta se fosse rimasto il 25%, hanno visto rifiutata la propria domanda. Il Presidente, durante la discussione su questo tema, più volte in aula aveva detto: "bisogna mettere ordine nel part-time perché ci sono molti liberi professionisti che utilizzano il part-time per fare questo"... allora io chiedo: delle 35 persone che hanno visto non accolta la loro domanda quanti sono i liberi professionisti e quante sono invece le persone che hanno chiesto il part-time perché hanno problemi di cura in famiglia o per bambini, o per anziani? Questo vogliamo sapere, perché se l'operazione di ridurre dal 25% al 20% portasse alla conseguenza che genitori che hanno chiesto il part-time per seguire i loro figli o le persone anziane sono costretti, come sono costrette alcune persone, a ricorrere a che cosa non sappiamo... ma si sono trovati all'improvviso con i figli o gli anziani da accudire senza avere più lo strumento "tempo", necessario per garantire la conciliazione fra il tempo di cura e il lavoro. Tale riflessione va fatta e ci si chiede: valeva proprio la pena di ridurre dal 25% al 20% questa quota di part-time per avere tale risultato? Vorremmo quindi avere questi elementi e, se fosse vero che è così, che le persone penalizzate sono persone che hanno cura dei familiari, allora chiediamo che rapporto c'è fra la politica di cura della famiglia che questa Giunta dice di voler portare avanti e questo atto concreto che penalizza la famiglia quando vuole prendersi cura dei propri figli.
Ancora: chiediamo se, visto come sono i risultati, non si voglia rivedere questa percentuale. Abbiamo l'occasione della legge finanziaria di assestamento di bilancio e di modifica di legge, questo è il momento per inserire fin da subito, se c'è una volontà politica, tale tipo di norma. Sappiamo poi che su questo tema altre istituzioni sono attente, abbiamo letto l'articolo apparso su "Il Corriere della Valle" in cui mi sembra che molto chiaramente ci si chieda come è possibile che un'Amministrazione che fa della politica della famiglia il proprio "atout" dopo non si renda conto di questi dati! In merito alla cura della famiglia, Roberto De Vecchi nel "Corriere" del 22 giugno dice che molte volte i provvedimenti a favore o a scapito della famiglia non sono originati dall'Assessorato a cui la famiglia è assegnata, cioè l'Assessorato della sanità, ma è spesso l'azione amministrativa nel suo complesso ad essere orientata verso obiettivi immediati che non favoriscono la famiglia... quindi si chiede: perché? Si dà per scontato che il part-time è chiesto per motivi personali, ma dice ancora l'articolo che quasi senza eccezioni tali motivi sono costituiti dalla presenza di figli o anziani da seguire o da accudire. Chiediamo allora quali sono le intenzioni del Presidente della Regione rispetto a questo tema, come intende intervenire e poi riprenderemo la parola.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Quant on touche arguments de ce genre il y a toujours le danger de la démagogie, de la logique facile "tutto per tutti" et cela du point de vue de la popularité personnelle ce serait une chose à faire, car il suffit de dire: moi je donne le part-time à tout le monde et tout le monde dit: "bravo, M. le Président!".
Je note une contradiction dans votre exposé Madame la Conseillère, vous avez dit à l'époque: "il ne faut pas employer la loi pour toucher le part-time" et maintenant vous me dites: "il faut profiter dell'assestamento di bilancio pour la modifier". Moi je proposerais de revenir au contrat, vu qu'à l'époque il y avait eu de votre part une farouche bataille de défense des droits syndicaux des employés de la Région, moi je pense que c'est bien justement de revenir à travers l'instrument que moi aussi j'ai retenu, lors de la discussion sur le budget 2007, comme l'instrument le meilleur, c'est-à-dire le contrat.
Le temps partiel est une conquête sociale importante, dont il faut être fiers. Je pense qu'en regardant les chiffres dans notre Région, on est vraiment très touchés par le fait qu'au moins la moitié des employés de sexe féminin ont un part-time. Cela signifie que c'est un instrument largement employé surtout dans le public et cela a été facile quand les ressources étaient infinies et quand le public n'avait pas d'entraves du "Pacte de stabilité" qui touche à la question du personnel. J'espère avoir déjà démontré dans le passé que la question du temps partiel ne signifie pas pour l'Administration épargner de l'argent, mais au-dessus de certains chiffres il signifie un coût pour l'Administration.
Ce Conseil a décidé librement de baisser de 25% à 20% le temps partiel, les conséquences administratives, c'est-à-dire la délibération du Gouvernement citée même par l'éditorial de M. De Vecchi en est la conséquence. Le débat a été un débat démocratique et la majorité a décidé de s'assumer cette responsabilité. Les demandes de transformation du régime de travail à temps plein en régime à temps partiel non accueillies par la délibération du Gouvernement régional sont au nombre de 35 et 14 de celles-ci concernent des fonctionnaires qui travaillaient déjà à temps partiel au moment de la présentation de leur demande. Parmi les 35 employés dont la transformation du régime de travail a été refusée 26 ont demandé cette transformation pour assister des enfants ou des personnes âgées.
Au cours des premières années d'application du régime de travail à temps partiel divers problèmes ont vu le jour et la grande complexité de ce système ne se résume pas à la définition du pourcentage maximal admissible. Le problème n'est pas le 20 ou le 25, mais le problème de fond est celui de trouver un équilibre et de renouveler l'ensemble de cet instrument. Un instrument qui devrait concilier vie professionnelle et vie familiale, non vie professionnelle et vie professionnelle. La Présidence entend respecter ce principe dans la directive qu'elle adressera à l'ARRS et qui contiendra les indications suivantes: le pourcentage à définir, compte tenu des demandes des employés, ne doit pas dépasser 25% des effectifs visés au 3e alinéa de l'article 6 de la loi régionale n° 34/2005, sans préjudice de l'autonomie organisationnelle de chaque organisme, c'est-à-dire vu qu'il y a la logique du "comparto unico"...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... on revient à 25% dans notre perspective de directive, évidemment avec la directive on retient, comme vous l'avez soutenu à l'époque, qu'on peut déroger d'une indication minimale ou maximale fixée par la loi.
Le pourcentage général afférent au régime de travail à temps partiel devra être fixé dans une fourchette comprise entre 30 et 70%, les pourcentages précis étant à définir dans le cadre de la négociation décentralisée relative à chaque organisme. Le régime de travail à temps partiel de type vertical doit comporter au moins 2 journées entières de travail par semaine - dans la situation actuelle il y a de gens qui viennent à la Région une fois par semaine dans l'après-midi, il reste quelques heures dans le bureau et cela à mon avis dans une organisation moderne c'est tout à fait inutile -; les critères pour l'octroi du temps partiel sont liés à la persistance des conditions initiales - par exemple, la nécessité d'assister des enfants -, car nous avons des situations là où l'enfant fait l'université aujourd'hui et le régime de temps partiel est resté, et, en tout état de cause, à des besoins effectifs au moment de la présentation de la demande y afférente. Si moi je dois assister un parent mourant et malheureusement le parent n'est plus vivant, c'est difficile de maintenir avec la même raison le système. A cet égard, l'octroi du temps partiel à durée indéterminée sera limité, parce qu'évidemment pour quelle raison le pourcentage de 20% n'est pas suffisant? Parce qu'il y a eu des stratifications dans le temps, des avantages contre ceux qui légitimement ont aujourd'hui leurs problèmes, tandis que les autres qui avaient des problèmes il y a 10 ans ils ont continué à jouir de cet avantage. L'accord ne sera pas rétroactif, mais on s'efforcera et on donnera comme indication à l'ARRS de trouver une solution transitoire pour les exclus. Ces indications répondent à la volonté de concilier vie professionnelle et vie familiale qui est à la racine de la création du régime de travail à temps partiel et visent à en réformer la réglementation qui, bien que théoriquement correcte, a révélé des failles au niveau de son application et surtout de son équité, parce qu'aujourd'hui moi j'ai des gens qui m'écrivent sur le forum de mon site qui me disent: "c'est injuste ce traitement, moi j'en ai besoin, j'ai un bébé" et quelqu'un a écrit disant: "moi je me rends compte qu'aujourd'hui je n'arrive pas à résoudre mon problème, parce qu'il y a quelqu'un qui dans le temps a résolu son problème, en gardant un part-time qui peut-être aujourd'hui n'est plus justifié".
Quant à l'institution d'une crèche d'entreprise, qui devrait être un instrument utile pour limiter là aussi un emploi du part-time, parce qu'évidemment si moi j'ai une crèche régionale, je pourrais en profiter pour limiter ma requête de part-time, la procédure est engagée, avec le régime de travail à temps partiel cette crèche constituera l'une des mesures destinées à aider les employés à concilier vie professionnelle et vie familiale. La directive sera transmise à l'ARRS après que le Conseil permanent des collectivités locales aura donné son avis en la matière, afin que les négociations avec les syndicats puissent commencer.
Tout autre avis exprimé par Madame Squarzino pour l'égalité des chances ou par d'autres organismes contribuera à la recherche de solutions adaptées au problème difficile qui doit être affronté, qui doit permettre de tenir compte des exigences des travailleurs, ainsi que des employeurs et surtout à la recherche d'une équité formelle et substantielle entre les différents cas que nous devons affronter. Ce serait facile de ma part accueillir avec une espèce de "baguette magique" l'ensemble des demandes actuelles, ce serait populaire, mais je trouve qu'une solution doit être rapide, mais doit être une solution d'ensemble. On revient à 25% avec une logique syndicale, en tenant compte quand même de la nécessité de réduire certains privilèges qui se sont fondés dans le temps - pas pour une question d'avantages de l'employé -. À mon avis chacun a pu en jouir et évidemment du point de vue formelle tout le monde a bien fait d'en profiter, mais aujourd'hui nous sommes à même de dire que certains qui ont profité des avantages du contrat actuel ont empêché aux autres d'obtenir les mêmes avantages peut-être dans des cas dans lesquels ils avaient plus de droit. La solution dans quelques jours sera soumise à l'ARRS et je peux vous dire que l'ARRS a déjà commencé à y réfléchir et j'espère pouvoir obtenir un accord syndical valable et positif qui puisse résoudre le problème que je comprends parfaitement. Moi je comprends parfaitement les 26 qui ont demandé cette transformation pour assister des bébés ou des personnes âgées, donc je ressens le devoir de trouver une solution logique, mais dans un cadre général qui puisse améliorer l'application de ce régime de temps partiel.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Non sono soddisfatta della sua risposta e spiego i vari motivi, punto per punto. Lei dice che questo è un problema che si vuole affrontare in modo demagogico, ha detto che c'è molta demagogia sotto, che c'è un rischio, che non si può dare a tutti... allora, qui... chi ha parlato di dare a tutti il part-time? C'era il n° limite del 25%, nessuno ha chiesto di aumentare quel limite e il limite del 25% con possibilità di eventuale aumento noi non lo abbiamo chiesto, ma altre Regioni, altre istituzioni lo consentono e lo prevedono! C'è la possibilità in alcune amministrazioni non solo di prevedere il 25%, ma anche di aumentare fino al 2% o al 10% addirittura questo part-time a fronte di casi particolari: questo per dire che nessuno parla del part-time per tutti!
Non capisco veramente la logica del Presidente: quando questo Consiglio, su sua richiesta precisa, ha deciso di diminuire dal 25% al 20% e noi ci siamo opposti dicendo: "lasciamo il 25%, questa è una questione contrattuale, non mettiamolo qui", mi è stato risposto che questo non andava bene. Adesso si vuole prendere quella strada mantenendo però nella legge il 20%! Bisogna necessariamente togliere quel comma della legge, altrimenti non ci sono le basi per la contrattazione sindacale. A questo punto mi dice che la legge che prevede il 20% è "carta straccia", non serve a niente, nel senso che è stato deciso, ma adesso si cambia; ma allora si cambi la legge! Non si può spostare il problema come interessa meglio farlo!
Ancora: continuo a non capire l'atteggiamento critico e perplesso che ha il Presidente nei confronti del part-time. Continua a dirmi che c'è una stratificazione, che c'è gente che non ha diritto, che ci sono persone che non dovrebbero farlo e che tolgono il posto agli altri, ma allora gli uffici cosa hanno fatto? Penso che abbiano verificato sulla base dei criteri; allora se oggi come oggi 26 persone su 35, quindi diciamo i 3/4 delle richieste hanno dei bambini o delle persone anziane, queste rientrano in base alla circolare che è stata data, perché si dice che i primi criteri sono dipendenti portatori di handicap, familiari che assistono portatori di handicap, genitori con figli minori in relazione al loro numero. Ci sono tutti questi criteri, non sono i criteri che sono sbagliati, perché finora con questi criteri si rispondeva a tutte le esigenze, tant'è vero che in nessun caso dai dati che lei mi ha fornito, a parte un caso nel Consiglio regionale, si superava il 25%; quindi tutti coloro che avevano fatto richiesta in base ai criteri della circolare avevano fino allo scorso anno potuto accedere al part-time, tutti in base a questo criterio. Oggi non più perché si è abbassata la percentuale e questo è un errore fondamentale: primo, perché non è stato contrattato con nessuno; secondo, perché non nasce da un'analisi puntuale. Lei continua a dire che ci sono casi che non vanno bene, dica il numero esatto di casi in cui il part-time è usato in modo improprio.
Terza cosa: la Giunta deve dare una risposta immediata a queste 26 persone in difficoltà; ci sono 26 persone che hanno impostato l'organizzazione familiare fin dallo scorso anno tenendo conto del part-time, questo non c'è, devono ripensare il tutto. Lei deve spiegarmi come tali persone riescono dall'oggi al domani a trovare una sistemazione per i figli. Qui la risposta che lei mi ha dato è una risposta di tipo burocratico, non attenta alle persone, non attenta ai casi che ci sono realmente. Chi ha un figlio o 2 figli come fa? Noi le chiediamo di dare una risposta immediata, sarebbe sufficiente nel frattempo che lei pensasse a tutte le varie possibili risposte: sospendere per questi pochi mesi l'applicazione della circolare e accettare queste 35 domande o 26 domande...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... come "come si fa?"... io, sarò demagogica, ma lei è impreciso, non ha fornito i dati e non si prende carico delle persone che hanno dei bisogni! Voi siete abituati ad affrontare il problema in modo generico e generale senza tener conto dei casi di persone che sono in difficoltà. Prima o poi arriveranno tutte queste persone e vi porteranno i loro figli in Presidenza della Regione e sarà il Presidente della Regione che si prenderà cura di questi! Quello che continuiamo a dire è che, in attesa di trovare una soluzione a tale problema, che si troverà con la contrattazione e con l'asilo nido, si sospenda tale provvedimento, si torni al 25% in questi mesi: questo le chiediamo in modo formale.
Presidente - Sospendiamo i lavori su questo punto per riprenderli alle ore 15,30.
La seduta è tolta.
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La séance se termine à 12 heures 45.