Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1708 del 11 gennaio 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 1708/XII - Situazione del movimento franoso del Mont de La Saxe. (Interrogazione)

Interrogazione

Richiamate le ormai numerose iniziative consiliari presentate dal sottoscritto, a nome della Stella Alpina, in merito al movimento franoso del Mont de La Saxe;

Tenuto conto che la Giunta regionale ha deciso di classificare tutta l'area interessata dal movimento franoso, di cui sopra, area che comprende anche le frazioni di Entrèves e di La Palud, come "zona rossa" a causa dei potenziali rischi legati alla frana di La Saxe su cui non sono ancora stati completati gli studi, affidati dalla Giunta regionale con delibera n. 2656 del 23 luglio 2001;

Tenuto conto altresì che recentemente è stata sottoscritta e presentata all'Assessorato regionale al Territorio una lettera finalizzata a chiedere ufficialmente e formalmente alla Regione e al Comune di Courmayeur, a nome di tutti gli abitanti e gestori di attività commerciali che risiedono nelle località di Entrèves e di La Palud, di mettere al più presto in sicurezza il sito, interessato dal rischio frana dal versante Ovest del Mont de La Saxe, nonché di fornire chiarimenti in merito alle motivazioni che avevano comportato la classificazione in "zona rossa" di Entrèves e di La Palud;

Il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

L'Assessore competente per conoscere:

1) qual è la situazione attuale alla luce anche delle richieste avanzate dagli abitanti delle due frazioni di Courmayeur;

2) se vi è la volontà di incontrare al più presto, assieme all'Amministrazione comunale, la popolazione di Entrèves e di La Palud onde spiegare chiaramente la situazione, in modo da dirimere qualsiasi incertezze e dubbi in merito alla situazione di rischio reale della zona.

F.to: Lanièce

Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.

Cerise (UV) - Il problema è molto complesso. Come si ricorderà, le indagini geognostiche e la posa della strumentazione in foro sui 4 punti individuati, intanto sviluppati all'interno di un progetto di finanziamento Interreg III sono stati effettuati da una ditta di Milano che ha terminato i lavori ad ottobre 2005. In questo modo si ha il quadro completo dei sondaggi che avevano visto una fase precedente, eseguita nello scorso anno. L'analisi delle risultanze stratigrafiche e delle caratteristiche geotecniche e geomeccaniche dei terreni e della roccia attraversati da questi "buchi" è in corso di esecuzione da parte dello Studio "Cancelli" di Milano, che è anche depositario della fase interpretativa ed analitica dei risultati. Sulla base di questi elementi non si hanno ancora delle relazioni interpretative definitive in merito, non si possono dunque che confermare le indicazioni stratigrafiche già ottenute con il primo sondaggio, il quale ha evidenziato la presenza di più livelli rocciosi con scadenti caratteristiche geomeccaniche, che potrebbero essere oggetto di scivolamenti di questi substrati e quindi dare origine a delle frane. Le misurazioni strumentali sugli inclinometri e piezometri installati, che sono stati attivati di conseguenza, saranno funzionali ad individuare gli eventuali spostamenti delle masse rocciose fino in profondità. La durata di questa fase però dovrebbe arrivare fino ad ottobre del prossimo anno, perché ci vuole circa un anno; quindi, quando ci saranno tutti questi elementi, si potrà chiudere anche questa seconda fase. Le prime informazioni interpretative mettono comunque in evidenza l'esistenza di una massa rocciosa di notevole intensità, che un possibile scivolamento in direzione nord ovest (direzione La Palud). L'Amministrazione comunale di Courmayeur ha conferito al geologo Gregori una rivisitazione delle cartografie degli ambiti inedificabili per i terreni a rischio di frana, il professionista incaricato del Comune così si esprime al riguardo:

"allo stato attuale delle conoscenze, i dati più importanti vengono proprio dalla lettura dei prismi, che nel periodo citato hanno denotato spostamenti che vanno dai 37 centimetri agli 83 centimetri. Questi dati confermano il movimento di una vasta porzione di versante con un'evoluzione piuttosto rapida, specie nel settore più elevato, che mostra anche sul terreno le maggiori evidenze del dissesto".

Successivamente fa una serie di valutazioni e nella sostanza afferma che il punto di scollamento di questa massa potrebbe trovarsi anche a 80 metri, individuando dei possibili scenari, il primo dei quali ipotizza nell'ambito di una geometria variabile, nel senso che si immaginano 3 scenari caratterizzati da 3 perimetri, il perimetro più pericoloso e più preoccupante è un perimetro che evidenzia una sorta di pera, che potrebbe staccarsi - stimata in 618 mila metri cubi - e che nella caduta potrebbe avere uno slittamento in senso orizzontale una volta arrivata a fondovalle di circa 911 metri, quindi riversarsi sull'abitato di Entrèves. Questo è uno scenario che è stato ipotizzato dal geologo incaricato dal Comune. Noi abbiamo sposato la tesi di fronte a tale ipotesi di applicare in quest'area le condizioni più restrittive di uso del territorio, salvo che gli approfondimenti che verranno fatti dimostrino che non ci sono queste condizioni così elevate di rischio, di conseguenza avere un ripensamento anche sulle aree in edificabili. Di fronte a questa situazione è impensabile di poter immaginare degli interventi di tipo strutturali intesi a mettere in sicurezza né l'abitato, né la pendice. La risposta definitiva quindi arriverà quando avremo concluso lo studio, ci sarà una convergenza sugli scenari che possono essere ipotizzati e da quel momento potremo attivare delle strategie di intervento. Resta inteso che in quell'area sono da adottarsi le procedure di protezione civile, cioè, nel caso che questi inclinometri, costantemente monitorati, dovessero dare segnali di movimento, c'è l'allertamento come succede qui.

Président - La parole au Vice-président Lanièce.

Lanièce (SA) - Anche questa è un'iniziativa che ho per diverso tempo portato in Consiglio, mi sembra che questa sia la quinta o la sesta iniziativa sul problema del Monte de La Saxe. In effetti è un problema che ancora oggi mi suscita qualche perplessità per il modo con cui è stato affrontato, senza ovviamente addossare nessuna colpa diretta all'Assessore, ma qualche rilievo ai tecnici sicuramente c'è da farlo, anche perché, come ho sempre detto in passato, questo problema era stato sollevato nel 2000 dal Corpo forestale in quel di Courmayeur. Nel 2001 è stato affidato un incarico allo studio "Cancelli", siamo nel 2006 e oggi ci viene detto che, entro la fine del 2007, avremo finalmente un'analisi dettagliata dell'eventuale presenza di grosso rischio o meno per quanto riguarda tale zona, e quindi con eventuali ripercussioni sugli abitati di Entrèves e La Palud. Questa è una cosa allarmante, nel senso che impiegare 6 anni per sapere se c'è un rischio che possa danneggiare una comunità della nostra Regione... mi lascia molto perplesso sulla procedura adottata. Senza stare a rivendicare il passato, perché alla fine le polemiche servono fino a un certo punto dovendo poi affrontare il presente, la prima cosa da chiedere - su questo non ho avuto risposta - è la disponibilità...

(interruzione dell'Assessore Cerise, fuori microfono)

... l'importante è che vi sia la disponibilità dell'Assessore, questo me lo ha confermato adesso a voce, ad incontrare assieme all'Amministrazione comunale di Courmayeur la popolazione, perché in tale situazione occorre almeno dare chiarezza, perché adesso i cittadini di Courmayeur sentono una "campana" che dice una cosa, quella del Comune, sentono la "campana" dell'Assessore che dice un'altra cosa. Penso che occorra almeno su questo essere chiari, quindi un incontro pubblico con le due amministrazioni può dirimere tali incertezze, che sono già evidenti e che hanno sollecitato anche una presa di posizione con una lettera inviata e una richiesta di incontro. Va dato atto all'Assessore di aver incontrato subito i firmatari per spiegare quali sono le situazioni e perché la Giunta regionale giustamente ha individuato come zona rossa questa zona. Fate un incontro pubblico dove dite come stanno le cose, perché la gente deve sapere. Sicuramente oggi prendiamo atto che ci vorrà ancora un anno per avere chiarezza definitiva sui rischi che possono derivare da questa frana, ma nel frattempo facciamo sì che il piano di protezione civile sia tutto a posto, che vi sia la massima collaborazione fra Amministrazione regionale e Amministrazione comunale per fare in modo che tutto sia monitorato da adesso in poi. Occorre dimostrare ai cittadini che c'è, anche se il tempo di ultimazione delle analisi porterà via un anno, la massima attenzione, un monitoraggio attento della zona, perché questa è un'altra dimostrazione di voler venire incontro ad un'esigenza fondamentale: quella della sicurezza e di garantire ai cittadini di poter vivere tranquillamente nelle loro case. Questa deve essere un'azione fatta dal Comune e la Regione deve essere al suo fianco, perché è importante dimostrare che, pur essendoci ancora del tempo prima di avere dati definitivi - che ci permetteranno di predisporre i vari scenari di rischio, e quindi di attuare le procedure per la tutela e la messa in sicurezza della zona -, si vuole dare questa garanzia di chiarezza sul perché si sono fatte certe cose, in modo che vi sia solo una voce chiara e non un rimbalzo di competenze. Soprattutto poi è importante attivare fin d'ora tutte le procedure per far sì che vi sia un piano di protezione civile, che effettui un monitoraggio continuo della zona, a tutela dell'incolumità pubblica della zona interessata.