Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1687 del 21 dicembre 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1687/XII - Disegno di legge: "Disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande. Abrogazione della legge regionale 10 luglio 1996, n. 13".

Articolo 1

(Oggetto e finalità)

1. La presente legge disciplina l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande nel rispetto della normativa comunitaria e statale, al fine di promuovere:

a) la qualificazione e la modernizzazione dei locali, favorendo imprenditoria e occupazione, nonché la formazione professionale degli addetti;

b) la salvaguardia e lo sviluppo dei pubblici esercizi nelle zone di media e alta montagna e nei comuni a bassa densità demografica, favorendo l'armonizzazione e l'integrazione del settore con altre attività economiche;

c) la valorizzazione dei pubblici esercizi per promuovere il turismo e valorizzare le produzioni locali con particolare attenzione alle attività nei centri storici, nelle aree di interesse storico, architettonico, artistico e ambientale;

d) l'efficacia dei servizi e la trasparenza del mercato in un quadro di semplificazione dei procedimenti amministrativi e a beneficio delle esigenze dei consumatori;

e) il rispetto, nei criteri localizzativi dei nuovi insediamenti, di fattori quali mobilità, spazi di uso pubblico, rischi di inquinamento, tutela e promozione della concorrenza;

f) la garanzia del miglior equilibrio tra domanda e offerta.

Articolo 2

(Ambito di applicazione)

1. La presente legge si applica all'attività di somministrazione di alimenti e bevande, come definita all'articolo 3, comma 1, lettera a), nonché all'attività di somministrazione di alimenti e bevande comunque effettuata:

a) mediante distributori automatici in locali adibiti in modo esclusivo a tale attività;

b) presso il domicilio del consumatore;

c) in locali non aperti al pubblico;

d) su area pubblica.

2. Restano disciplinate dalle rispettive normative vigenti in materia le seguenti attività:

a) somministrazione di alimenti e bevande nell'ambito di attività agrituristiche;

b) somministrazione di alimenti e bevande effettuata in complessi ricettivi alberghieri o extralberghieri alle persone alloggiate, ai loro ospiti e a coloro che sono ospitati nella struttura ricettiva in occasione di manifestazioni e convegni ivi organizzati;

c) somministrazione di alimenti e bevande presso circoli privati.

Articolo 3

(Definizioni)

1. Ai fini della presente legge, si intende per:

a) somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, la vendita per il consumo sul posto, in tutti i casi in cui gli acquirenti consumano i prodotti nei locali dell'esercizio o in un'area aperta al pubblico a tal fine attrezzata;

b) superficie aperta al pubblico, l'area adiacente o comunque pertinente al locale cui si riferisce l'autorizzazione, ottenuta in concessione o autorizzazione temporanea, se pubblica, o comunque a disposizione dell'operatore, se privata;

c) somministrazione di alimenti e bevande nei locali non aperti al pubblico, l'attività svolta presso le mense aziendali, gli spacci annessi ad aziende, le mense degli enti pubblici qualora non gestite direttamente dai medesimi, le mense gestite dai privati e dalle istituzioni scolastiche, nonché quella svolta presso il domicilio del consumatore;

d) somministrazione presso domicilio del consumatore, l'organizzazione nella dimora dello stesso o presso un locale in cui egli si trova per studio o lavoro o per lo svolgimento di convegni, congressi o cerimonie, di un servizio di somministrazione di alimenti e bevande rivolto esclusivamente al consumatore, ai suoi familiari e alle persone da lui ospitate;

e) somministrazione di alimenti e bevande su area pubblica, la somministrazione di prodotti alimentari da parte di chi è titolare dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività di vendita al dettaglio su area pubblica dei medesimi prodotti ed è in possesso dei requisiti prescritti per l'una e l'altra attività.

Articolo 4

(Tipologia dell'attività)

1. Gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande rientrano in un'unica tipologia definita esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande, comprese quelle alcoliche di qualsiasi gradazione.

2. Nell'ambito degli esercizi di cui al comma 1 possono essere esercitate, entro i limiti posti dall'autorizzazione sanitaria, tutte le attività individuate ai sensi dell'articolo 8, comma 2, lettera a).

3. Il titolare dell'autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande, prima di iniziare a svolgere l'attività, ha l'obbligo di comunicare al Comune competente per territorio tutte le specifiche attività che intende esercitare nel proprio esercizio, pena l'applicazione della sanzione prevista all'articolo 17, comma 2.

4. Gli esercizi di cui al comma 1 hanno la facoltà di vendere per asporto i prodotti oggetto di somministrazione.

Articolo 5

(Requisiti morali per l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande)

1. Non possono esercitare l'attività di somministrazione di alimenti e bevande:

a) coloro che sono stati dichiarati falliti, salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione;

b) coloro che sono stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione;

c) coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna non inferiore a tre anni per delitto non colposo;

d) coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per delitti contro la moralità pubblica e il buon costume o contro l'igiene e la sanità pubblica, compresi i delitti di cui al capo II del titolo VI del libro II del codice penale, per delitti di frode nella preparazione o nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali, per delitti commessi in stato di ubriachezza o in stato di intossicazione da sostanze stupefacenti, per reati concernenti le norme di prevenzione dell'alcolismo, le sostanze stupefacenti o psicotrope, il gioco d'azzardo, le scommesse clandestine, la turbativa di competizioni sportive, nonché per infrazioni alle norme sui giochi;

e) coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna a pena detentiva per uno dei delitti di cui al capo II del titolo VIII del libro II del codice penale, ovvero per delitti contro la persona commessi con violenza o per furto, ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, sequestro di persona a scopo di estorsione, rapina, estorsione;

f) coloro che sono sottoposti ad una delle misure previste dalla legge 31 maggio 1965, n. 575 (Disposizioni contro la mafia), ovvero a misure di sicurezza.

2. Il divieto di esercitare l'attività di somministrazione nei casi di cui al comma 1, lettere c), d) ed e), permane per cinque anni dopo che la pena detentiva è stata scontata o si è altrimenti estinta. Il divieto non si applica nel caso di sospensione condizionale della pena.

3. In caso di società, associazioni o organismi collettivi, i requisiti di cui al comma 1 devono essere posseduti dal legale rappresentante o da altra persona delegata all'attività di somministrazione di alimenti e bevande, nonché da tutti i soggetti di cui all'articolo 2, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 3 giugno 1998, n. 252 (Regolamento recante norme per la semplificazione dei procedimenti relativi al rilascio delle comunicazioni e delle informazioni antimafia).

4. L'accertamento dei requisiti di cui al comma 1 è effettuato dal Comune al quale è presentata la domanda per il rilascio dell'autorizzazione per l'esercizio di somministrazione di alimenti e bevande.

Articolo 6

(Requisiti professionali per l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande)

1. Oltre a quanto previsto all'articolo 5, l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande è subordinato al possesso, in capo al titolare dell'impresa individuale oppure, in caso di società, associazione o organismo collettivo, in capo al legale rappresentante o al delegato di almeno uno dei seguenti requisiti professionali:

a) avere frequentato, con esito positivo, un corso professionale per la somministrazione di alimenti e bevande istituito o riconosciuto dalla Regione autonoma Valle d'Aosta o da un'altra Regione o dalle Province autonome di Trento e di Bolzano, ovvero essere in possesso di diploma di scuola alberghiera o di titolo equivalente legalmente riconosciuto attinente all'attività di preparazione e somministrazione di alimenti e bevande;

b) avere esercitato in proprio, per almeno due anni nell'ultimo quinquennio, l'attività di somministrazione di alimenti e bevande, o avere prestato la propria opera, per almeno due anni nell'ultimo quinquennio, presso imprese esercenti la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di dipendente qualificato addetto alla somministrazione, oppure, se trattasi di coniuge, parente entro il terzo grado o affine entro il secondo grado dell'imprenditore, in qualità di coadiuvante familiare ai sensi dell'articolo 230bis del codice civile, comprovata dall'iscrizione all'INPS;

c) essere stato iscritto, nel quinquennio antecedente alla data di entrata in vigore della presente legge, al Registro esercenti il commercio (REC) di cui alla legge 11 giugno 1971, n. 426 (Disciplina del commercio), e successive modificazioni, per l'attività di somministrazione di alimenti e bevande oppure alla sezione speciale del medesimo registro per la gestione di impresa turistica e non esserne stato cancellato per la perdita dei requisiti soggettivi.

2. I soggetti in possesso dei requisiti di cui al comma 1, lettere b) e c), possono richiedere l'autorizzazione all'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande per l'esercizio della medesima tipologia di esercizi indicati all'articolo 5 della legge 25 agosto 1991, n. 287 (Aggiornamento della normativa sull'insediamento e sull'attività dei pubblici esercizi), già esercitata. Qualora intendano modificare o estendere la tipologia di esercizio, devono dimostrare di aver frequentato il corso di aggiornamento professionale organizzato ai sensi del comma 4.

3. L'accertamento del possesso dei requisiti di cui ai commi 1 e 2 è effettuato dal Comune al quale è presentata la domanda per il rilascio dell'autorizzazione per l'esercizio della somministrazione di alimenti e bevande.

4. La Giunta regionale, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce le modalità di organizzazione, la durata e le materie del corso professionale di cui al comma 1, lettera a), e di quello di aggiornamento professionale di cui al comma 2, le modalità di svolgimento delle prove finali e ne garantisce l'effettuazione per il tramite di convenzioni con soggetti che abbiano ottenuto l'accreditamento in materia di formazione professionale.

5. Il requisito di cui al comma 1, lettera a), è valido altresì ai fini dell'esercizio dell'attività commerciale nel settore alimentare.

Articolo 7

(Disposizioni per i cittadini dell'Unione europea e per i cittadini extracomunitari)

1. Il Comune al quale è richiesto il rilascio dell'autorizzazione per l'esercizio della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande accerta il possesso dei requisiti di cui agli articoli 5 e 6 nei confronti dei:

a) cittadini degli Stati membri dell'Unione europea e società costituite in conformità con la legislazione di uno Stato membro dell'Unione europea ed aventi la sede sociale, l'amministrazione o il centro dell'attività principale all'interno dell'Unione europea in base a quanto previsto dal decreto legislativo 20 settembre 2002, n. 229 (Attuazione della direttiva 1999/42/CE che istituisce un meccanismo di riconoscimento delle qualifiche per le attività professionali disciplinate dalle direttive di liberalizzazione e dalle direttive recanti misure transitorie e che completa il sistema generale di riconoscimento delle qualifiche);

b) cittadini non appartenenti all'Unione europea che intendono esercitare l'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande in base alle disposizioni delle normative internazionali vigenti.

Articolo 8

(Programmazione dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande)

1. Per le finalità di cui all'articolo 1, la Regione promuove la qualificazione e la programmazione della rete degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande in base ai seguenti criteri generali:

a) salvaguardia e riqualificazione della rete dei pubblici esercizi nelle zone di montagna e nei centri minori;

b) salvaguardia e riqualificazione della rete dei pubblici esercizi nei centri storici, nelle aree di interesse storico, architettonico ed ambientale;

c) garanzia di celerità e di trasparenza amministrativa relativamente alle richieste di autorizzazione all'esercizio di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;

d) localizzazione dei nuovi insediamenti dei pubblici esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande con riguardo ai fattori di mobilità, inquinamento, disponibilità di spazi di uso pubblico, integrazione con altre attività economiche;

e) garanzia del miglior equilibrio tra domanda e offerta.

2. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentito il parere del Consiglio permanente degli enti locali, delle associazioni dei pubblici esercizi e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori del settore maggiormente rappresentative a livello regionale, nonché delle associazioni dei consumatori e degli utenti iscritte nell'elenco di cui all'articolo 4 della legge regionale 7 giugno 2004, n. 6 (Disposizioni per la tutela dei consumatori e degli utenti), la Giunta regionale, sulla base dei criteri generali di cui al comma 1 e previo parere della Commissione consiliare competente, individua:

a) le singole e specifiche attività che possono essere svolte nell'ambito degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e le denominazioni delle diverse tipologie di esercizi;

b) le disposizioni generali concernenti gli orari di apertura e di chiusura al pubblico degli esercizi di somministrazione, nonché le disposizioni volte alla prevenzione dell'abuso di sostanze alcoliche;

c) le direttive generali alle quali devono attenersi i Comuni nella determinazione dei criteri di programmazione per il rilascio delle autorizzazioni all'esercizio della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, anche a carattere stagionale;

d) le disposizioni applicative relative al rilascio delle autorizzazioni temporanee di cui all'articolo 10.

3. Entro sei mesi dall'emanazione delle direttive generali di cui al comma 2, lettera c), i Comuni provvedono a determinare i criteri di programmazione per il rilascio delle autorizzazioni degli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.

4. I criteri di programmazione di cui al comma 3 devono tenere conto dei consumi extra domestici, della popolazione residente e fluttuante, dei flussi turistici, delle caratteristiche del territorio comunale al fine di garantire la migliore funzionalità e produttività del servizio di somministrazione di alimenti e bevande ed il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1.

5. Qualora il Comune non abbia approvato i criteri di programmazione entro il termine di cui al comma 3, il Presidente della Regione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di commercio, assegna al Comune inadempiente un termine di novanta giorni per provvedervi. Trascorso inutilmente tale termine, il Presidente della Regione provvede in via sostitutiva mediante la nomina di un commissario, sentito il Consiglio permanente degli enti locali.

6. Gli oneri derivanti dall'attuazione dell'intervento sostitutivo disposto ai sensi del comma 5 sono a carico del Comune inadempiente.

7. Il rilascio delle autorizzazioni non è soggetto alle restrizioni derivanti dalla programmazione quando l'attività di somministrazione di alimenti e bevande è effettuata:

a) negli esercizi nei quali la somministrazione è svolta congiuntamente ad attività di intrattenimento, in sale da ballo, locali notturni, impianti sportivi ed altri esercizi similari, all'interno di stazioni funiviarie e lungo le piste da sci. L'attività di intrattenimento deve comunque essere prevalente rispetto all'attività di somministrazione per superficie ad essa dedicata. Non costituisce attività di intrattenimento la semplice musica di accompagnamento e compagnia;

b) negli esercizi situati all'interno delle aree di servizio dell'autostrada, nelle stazioni dei mezzi pubblici di trasporto e nei mezzi pubblici di trasporto;

c) negli esercizi posti nell'ambito degli impianti stradali di distribuzione di carburanti sempre che l'attività sia funzionalmente e logisticamente svolta in connessione con l'attività di distribuzione di carburanti e l'autorizzazione sia rilasciata esclusivamente a favore di soggetti titolari dell'autorizzazione per l'esercizio di impianti di distribuzione di carburante di cui all'articolo 10 della legge regionale 21 dicembre 2000, n. 36 (Norme di indirizzo programmatico per la razionalizzazione della rete distributiva dei carburanti per autotrazione. Abrogazione della legge regionale 29 novembre 1996, n. 41);

d) negli esercizi di somministrazione annessi ai rifugi alpini;

e) nelle mense aziendali e negli spacci annessi ad aziende, enti, pubblici o privati, e scuole, nei quali la somministrazione è effettuata esclusivamente nei confronti del personale dipendente e degli studenti;

f) nel domicilio del consumatore;

g) in forma temporanea relativamente alle attività indicate all'articolo 10;

h) all'interno di ospedali, case di cura, parrocchie, oratori, comunità religiose, asili infantili, case di riposo, caserme;

i) all'interno di musei, cinema, teatri, sale da concerto ed altri locali simili.

Articolo 9

(Funzioni amministrative dei Comuni)

1. Il Comune svolge le funzioni amministrative inerenti al rilascio di nuove autorizzazioni all'apertura degli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.

2. Ai fini del rilascio dell'autorizzazione, il Comune in cui ha sede l'esercizio accerta:

a) il possesso dei requisiti morali e professionali di cui agli articoli 5 e 6;

b) l'osservanza dei criteri stabiliti ai sensi dell'articolo 8, commi 3, 4 e 5;

c) l'osservanza delle vigenti norme in materia edilizia, urbanistica, igienico-sanitaria e di tutela dell'inquinamento acustico, sulla destinazione d'uso dei locali e degli edifici, nonché delle norme in materia di sicurezza, di prevenzione degli incendi e di sorvegliabilità.

3. L'autorizzazione è rilasciata dal Comune senza limitazioni di durata, salvi i casi di revoca o sospensione di cui all'articolo 13, entro sessanta giorni dalla data di ricevimento della relativa domanda.

4. Il trasferimento di sede o l'ampliamento di superficie dell'esercizio di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande può avvenire a seguito di apposita comunicazione al Comune da parte dell'esercente, contenente la dichiarazione di osservanza delle disposizioni di cui al comma 2.

Articolo 10

(Autorizzazioni temporanee)

1. In occasione di fiere, feste o di altre riunioni straordinarie di persone, il Comune nel cui territorio si svolge la manifestazione può rilasciare un'autorizzazione temporanea, valida per la durata della manifestazione.

2. Il rilascio dell'autorizzazione di cui al comma 1 è subordinato alla verifica del possesso dei requisiti di cui agli articoli 5 e 6 da parte del soggetto richiedente, nonché all'accertamento delle condizioni di sicurezza e del rispetto delle norme igienico-sanitarie.

3. Qualora l'attività di somministrazione di alimenti e bevande di cui al comma 1 sia svolta da enti non aventi finalità di lucro, con sede nel territorio del Comune interessato, il rilascio dell'autorizzazione è subordinato al possesso dei requisiti di cui agli articoli 5 e 6 da parte del rappresentante legale dell'ente richiedente o suo delegato, fatto comunque salvo il rispetto delle condizioni di sicurezza e igienico-sanitarie previste dalla normativa vigente.

Articolo 11

(Subingresso)

1. Il trasferimento della proprietà o della gestione di un esercizio di somministrazione di alimenti e bevande per atto tra vivi o a causa di morte è soggetto a comunicazione al Comune in cui ha sede l'esercizio anche ai fini di cui all'articolo 4, comma 3. In tali casi, il subentrante può continuare ad esercitare l'attività autorizzata al dante causa in attesa della reintestazione dell'autorizzazione e della conseguente decadenza della medesima in capo al cedente, sempre che sia comprovato l'effettivo trasferimento dell'attività e il possesso da parte del subentrante dei requisiti di cui agli articoli 5 e 6.

2. Nel caso di subingresso per causa di morte, fermo restando il possesso dei requisiti di cui all'articolo 5, il subentrante che non sia in possesso dei requisiti professionali di cui all'articolo 6 può continuare nell'esercizio dell'attività del dante causa, in attesa dell'acquisizione dei requisiti stessi, che deve essere dimostrata entro un anno dal subingresso, salvo proroga per casi comprovati di forza maggiore.

Articolo 12

(Esercizio di attività accessorie)

1. Le autorizzazioni per l'esercizio della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande abilitano all'installazione e all'uso di apparecchi radiotelevisivi, di dispositivi ed impianti per la diffusione sonora delle immagini, nonché all'effettuazione di piccoli intrattenimenti musicali senza ballo, nei locali ove la clientela acceda per le usuali consumazioni di alimenti e bevande, a condizione che:

a) non sia imposto il pagamento di un biglietto di ingresso, né l'aumento del prezzo delle consumazioni;

b) il locale non sia trasformato in sala di intrattenimento;

c) siano rispettate le vigenti disposizioni in materia di sicurezza, prevenzione incendi e tutela dall'inquinamento acustico.

2. L'esercizio dell'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande deve essere comunque prevalente rispetto alle attività accessorie di cui al comma 1.

Articolo 13

(Revoca delle autorizzazioni)

1. Le autorizzazioni di cui all'articolo 9 sono revocate quando:

a) il titolare dell'autorizzazione non attivi l'esercizio entro sei mesi dalla data del suo rilascio ovvero sospenda l'attività per un periodo superiore a dodici mesi, salvo proroga in caso di comprovata necessità e su motivata istanza;

b) il titolare dell'autorizzazione non sia più in possesso dei requisiti di cui agli articoli 5 e 6;

c) in caso di subingresso, il cessionario non avvii l'attività entro sei mesi dal trasferimento della proprietà o della gestione dell'esercizio, salvo causa di forza maggiore;

d) il titolare dell'autorizzazione non osservi il provvedimento di sospensione dell'autorizzazione o non ripristini i requisiti mancanti nei termini previsti;

e) il titolare dell'autorizzazione violi l'obbligo di cui all'articolo 12, comma 2;

f) venga meno l'effettiva disponibilità dei locali nei quali si esercita l'attività e non venga richiesta, da parte del proprietario dell'attività, l'autorizzazione al trasferimento in una nuova sede nel termine di dodici mesi, salvo proroga in caso di comprovata necessità e previa motivata istanza;

g) venga meno la sorvegliabilità dei locali. In tal caso, la revoca è preceduta da un provvedimento di sospensione dell'attività per una durata non inferiore a tre giorni e non superiore a novanta giorni, termine entro il quale, salvo proroga in caso di comprovata necessità e previa motivata istanza, il titolare può ripristinare i requisiti mancanti.

2. La revoca e la sospensione hanno efficacia con la comunicazione al destinatario del relativo provvedimento.

Articolo 14

(Orari e chiusura temporanea degli esercizi)

1. Gli orari di apertura e chiusura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande sono rimessi alla libera determinazione degli esercenti, entro i limiti delle fasce orarie stabilite dal Sindaco in conformità alle disposizioni di cui all'articolo 8, comma 2, lettera b).

2. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale emana le direttive per la fissazione da parte dei Comuni degli orari degli esercizi che svolgono attività di intrattenimento musicale e danzante congiuntamente alla somministrazione di alimenti e bevande.

3. Il titolare dell'esercizio di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande deve comunicare al Comune la chiusura temporanea dell'esercizio solo se superiore a trenta giorni consecutivi.

4. Il Comune, al fine di assicurare all'utenza idonei livelli di servizio nei periodi di minore affluenza turistica, sentito il parere della commissione consultiva di cui all'articolo 16, predispone delle turnazioni nell'apertura dei pubblici esercizi per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.

5. Qualora il Comune non provveda alla predisposizione delle turnazioni di cui al comma 4, il Presidente della Regione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di commercio, assegna al Comune inadempiente un termine non inferiore a sessanta giorni per provvedervi. Trascorso inutilmente tale termine, alla predisposizione delle turnazioni provvede in via sostitutiva il Presidente della Regione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di commercio.

6. Gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande aperti al pubblico possono, a discrezione del titolare, osservare una o più giornate di riposo settimanale.

7. Gli orari di apertura e di chiusura, le chiusure temporanee e le turnazioni nell'apertura dei pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande devono essere comunicati preventivamente al Comune e resi noti al pubblico mediante l'esposizione di apposito cartello leggibile dall'esterno dell'esercizio.

Articolo 15

(Pubblicità dei prezzi)

1. Il titolare dell'esercizio di somministrazione deve indicare in modo chiaro e ben visibile, mediante cartello o altro mezzo idoneo, il prezzo dei prodotti destinati alla vendita per asporto, esposti nelle vetrine, sul banco di vendita o in altro luogo.

2. I prodotti sui quali il prezzo di vendita al dettaglio si trovi già impresso in maniera chiara e con caratteri ben leggibili sono esclusi dall'applicazione delle disposizioni di cui al comma 1.

3. Per i prodotti destinati alla somministrazione, l'obbligo di cui al comma 1 è assolto:

a) per quanto concerne le bevande, mediante esposizione, all'interno dell'esercizio, di apposita tabella, redatta almeno in italiano e in francese;

b) per quanto concerne gli alimenti, con le stesse modalità di cui alla lettera a), oltre che mediante l'esposizione della tabella all'esterno dell'esercizio o comunque in un luogo che ne renda possibile la lettura dall'esterno.

4. Qualora nell'ambito dell'esercizio sia effettuato il servizio al tavolo, il listino dei prezzi, redatto almeno in italiano e in francese, deve essere posto a disposizione dei clienti prima dell'ordinazione e deve indicare l'eventuale componente del servizio.

5. Le modalità di indicazione dei prezzi prescelte dall'esercente devono essere tali da rendere il prezzo chiaramente e facilmente comprensibile al pubblico, anche per quanto concerne le eventuali somme aggiunte attribuibili al servizio.

Articolo 16

(Commissioni consultive)

1. I Comuni con popolazione superiore a 2.000 abitanti istituiscono una commissione consultiva, presieduta dal Sindaco o da un assessore delegato, e composta da:

a) due rappresentanti designati dalle associazioni dei pubblici esercizi maggiormente rappresentative a livello regionale;

b) un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori del settore maggiormente rappresentative a livello regionale;

c) un rappresentante designato dalle associazioni dei consumatori e degli utenti iscritte nell'elenco regionale di cui all'articolo 4 della l.r. 6/2004.

d) un rappresentante designato dalla Camera valdostana delle imprese e delle professioni - Chambre valdôtaine des entreprises et des activités libérales.

2. Le commissioni consultive di cui al comma 1 durano in carica per l'intera durata dell'organo che ha provveduto alla relativa nomina; le modalità di funzionamento sono stabilite, per ciascuna commissione, dal Comune presso il quale le medesime sono istituite.

3. Per i Comuni con popolazione fino a 2.000 abitanti, è istituita una commissione consultiva, nominata con decreto del Presidente della Regione, e composta da:

a) l'assessore regionale competente in materia di commercio o da un suo delegato, che la presiede;

b) il Sindaco del Comune di volta in volta interessato o un assessore delegato;

c) due rappresentanti designati dalle associazioni dei pubblici esercizi maggiormente rappresentative a livello regionale;

d) un rappresentante designato dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori del settore maggiormente rappresentative a livello regionale;

e) un rappresentante designato dalle associazioni dei consumatori e degli utenti iscritte nell'elenco regionale di cui all'articolo 4 della l.r. 6/2004;

f) un rappresentante designato dalla Camera valdostana delle imprese e delle professioni - Chambre valdôtaine des entreprises et des activités libérales.

4. La commissione consultiva di cui al comma 3 dura in carica cinque anni, decorrenti dalla data del decreto di nomina; le modalità di funzionamento della predetta commissione sono stabilite con deliberazione della Giunta regionale.

5. Le commissioni di cui ai commi 1 e 3 sono istituite entro 60 giorni dalla emanazione delle direttive generali di cui all'articolo 8, comma 2.

6. Le commissioni consultive di cui ai commi 1 e 3 esprimono parere obbligatorio in merito:

a) alla programmazione dell'attività dei pubblici esercizi;

b) alla definizione dei criteri e delle norme generali per il rilascio delle autorizzazioni relative ai pubblici esercizi e alle loro modificazioni;

c) alla regolamentazione degli orari e delle turnazioni nell'apertura dei pubblici esercizi.

Articolo 17

(Sanzioni)

1. Chiunque eserciti l'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande senza la prescritta autorizzazione o altro titolo autorizzatorio, ovvero quando questa sia stata revocata o sospesa, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma di denaro da euro 500 a euro 3.000.

2. La violazione delle disposizioni di cui agli articoli 4, comma 3, 14 e 15 comporta, a carico dei contravventori, la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma di denaro da euro 150 a euro 1.000.

3. Quando è accertata una delle violazioni previste ai commi 1 e 2, trovano applicazione le disposizioni di cui agli articoli 17ter e 17quater del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.

4. All'accertamento delle violazioni e all'irrogazione delle sanzioni di cui al presente articolo provvede il Comune nel cui territorio è stata commessa la violazione.

Articolo 18

(Abrogazione)

1. La legge regionale 10 luglio 1996, n. 13 (Norme di attuazione della legge 25 agosto 1991, n. 287 (Aggiornamento della normativa sull'insediamento e sull'attività dei pubblici esercizi)), è abrogata.

Articolo 19

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere derivante dall'applicazione dell'articolo 6 è valutato complessivamente in annui euro 100.000, a decorrere dall'anno 2005.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2005 e di quello pluriennale per gli anni 2005/2007 nell'obiettivo programmatico 2.2.2.11 (Interventi promozionali per il commercio), e si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento iscritto al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti) dell'obiettivo programmatico 3.1. (Fondi globali) a valere sull'accantonamento previsto al punto B.2.4 (Applicazione della nuova disciplina regionale in materia di pubblici esercizi) dell'allegato 1 del bilancio di previsione della Regione per l'anno finanziario 2005 e di quello pluriennale per gli anni 2005/2007.

3. I proventi derivanti dall'irrogazione delle sanzioni di cui all'articolo 17 sono devoluti ai Comuni.

4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio e finanze, le occorrenti variazioni di bilancio.

Articolo 20

(Disposizioni transitorie)

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, i titolari di autorizzazione, rilasciata ai sensi dell'articolo 3 della l. 287/1991, diventano titolari dell'autorizzazione per la tipologia unica prevista all'articolo 4, comma 1, senza formale atto di conversione e per le medesime tipologie di esercizi previste all'articolo 5 della l. 287/1991.

2. Dalla data di entrata in vigore della presente legge, i titolari di un'autorizzazione rilasciata ai sensi dell'articolo 3 della l. 287/1991, hanno diritto ad estendere la propria attività secondo quanto previsto all'articolo 4 senza alcun obbligo di conversione del titolo autorizzatorio, previo adeguamento dell'autorizzazione sanitaria rilasciata ai sensi del regolamento regionale di cui al comma 5, fatto salvo l'obbligo di frequentare il corso di aggiornamento professionale di cui all'articolo 6, comma 2.

3. Il requisito professionale di cui all'articolo 6, comma 1, è riconosciuto a chi, nei cinque anni antecedenti alla data di entrata in vigore della presente legge, ha conseguito i requisiti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera c), della l. 287/1991, utili all'iscrizione al REC per l'attività di somministrazione di alimenti e bevande, senza essersi iscritto nel registro.

4. Il requisito professionale di cui all'articolo 6, comma 1, è altresì riconosciuto a coloro che hanno proposto domanda di ammissione al corso professionale o all'esame di cui all'articolo 2, comma 2, lettera c), della l. 287/1991, e dimostrano di avere frequentato il corso con esito positivo o di aver superato l'esame entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge.

5. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite con regolamento regionale le disposizioni igienico-sanitarie al cui rispetto è subordinato l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande.

6. Fino all'adozione del regolamento di cui al comma 5 e dei criteri di programmazione comunale di cui all'articolo 8, comma 3, e, comunque, non oltre il termine previsto per la loro adozione, si continuano ad applicare le disposizioni di cui alla l.r. 13/1996 e le altre che regolano la materia, vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge, sempre che le stesse non siano in contrasto con le direttive adottate dalla Giunta regionale.

Président - La parole au rapporteur, le Conseiller Viérin Laurent.

Viérin L. (UV) - Présentant ce projet de loi, j'interviens aussi au nom de la collègue Adriana Viérin, qui est rapporteur pour la IVe Commission.

La loi constitutionnelle n° 3 du 18 octobre 2001, qui modifie le titre V de la Constitution italienne, a conféré aux Régions la compétence exclusive en matière de commerce intérieur. Les Régions peuvent donc, entre autres, réglementer comme elles l'entendent l'activité des établissements qui servent au public des produits alimentaires et des boissons. Cela ouvre donc la voie à une modernisation des dispositions, d'autant que la réforme du commerce, lancée par le décret législatif n° 114 du 31 mars 1998, a facilité l'accès au marché du petit commerce de quartier, sans toutefois modifier le système d'autorisation administrative et de contingentement pour les établissements de commerce, qui est un système dont l'efficience laisse parfois à désirer.

En Vallée d'Aoste le secteur de la consommation de denrées alimentaires et de boissons est une ressource économique de première importance et aussi une ressource en expansion constante: il suffit pour s'en convaincre de considérer que ce commerce réunit plus de 1.400 établissements, tous types confondus (bar, restaurants ou structures mixtes). Compte tenu de son importance, ce secteur mérite bien que le législateur lui accorde la plus grande attention et définisse aussi des règles qui prennent en compte les profondes modifications qui ont récemment affecté notre style de vie, qui se reflètent sur nos habitudes alimentaires et qui ont donné naissance à de nouveaux types d'établissements. La valeur des établissements de commerce ne tient pas seulement à l'aspect économique de ces activités, mais aussi au "plus" qu'ils apportent à la qualité de la vie citadine, à leur fonction sociale et à l'animation qu'ils génèrent dans le contexte où ils sont implantés.

Quant à la réglementation de ce secteur qui - depuis la réforme constitutionnelle - relève désormais de la Région, il ne faut pas oublier que la loi n° 287 du 25 août 1991 n'est jamais entrée entièrement en vigueur: c'est une loi sur la mise à jour des normes sur l'implantation et l'activité des établissements de commerce et elle n'est jamais entrée entièrement en vigueur dans la mesure où elle est dépourvue de dispositions d'application. Le Ministère a tenté à plusieurs reprises de préparer un règlement, puis y a renoncé après le fameux arrêt n° 206 rendu par la Cour Constitutionnelle le 26 juin 2001, qui établissait formellement la compétence exclusive des Régions en la matière. Suite à la promulgation de la loi constitutionnelle n° 3/2001, le commerce - qui ne figure ni dans la liste des compétences réservées à l'État, ni dans celle des compétences concurrentes des Régions à statut ordinaire - relève désormais de la compétence exclusive des Régions.

La Vallée d'Aoste a amorcé cette réforme en ouvrant une table ronde, à laquelle elle a convié tous les représentants des sujets concernés et des collectivités locales. La Ie et la IVe Commission se sont penchées sur ce sujet et ont aussi effectué des auditions de toutes les catégories concernées, donc je vais vous tracer les principaux axes de ce programme, qui peuvent être ainsi résumés:

- tout d'abord classification des établissements qui servent au public des aliments et des boissons dans une catégorie unique, qui remplacerait les 4 catégories existant actuellement: bar, restaurants, établissements de divertissement et bar sans alcool. Le type d'activité que chaque établissement sera autorisé à exercer sera établi par un règlement régional, en fonction des conditions hygiéniques et sanitaires dudit établissement. Il en a été décidé ainsi, c'est-à-dire qu'il n'était plus possible d'établir une distinction nette entre un bar et un restaurant dans la mesure où à l'heure du déjeuner, presque tous les bar servent ce qu'il est convenu d'appeler des "premiers plats", sans cuisiner ces derniers à proprement parler, mais en les réchauffant sur place avec des fours à micro-ondes, ce qui est autorisé pour les produits de gastronomie servis dans un bar;

- exclusion du champ d'application de la présente réglementation de toute activité consistant à servir au public des produits alimentaires et des boissons dans le cadre de cercles privés, d'agrotourismes et de structures hôtelières et para-hôtelières et celle-ci est soumise aux dispositions spéciales nationales et régionales qui ont été prévues par les lois y afférentes.

- définition des conditions morales nécessaires à l'exercice de cette activité, ce sont des conditions qui sont précisées afin de résoudre certains problèmes apparus dès l'entrée en vigueur de ladite loi. A ce propos il a été décidé de suivre la solution adoptée par la Région Toscane, qui a effectué une étude préliminaire minutieuse des dispositions pénales, des textes en la matière et de la jurisprudence;

- l'abolition du REC (le fameux Registre du commerce) et prévision en alternative d'un cours de formation professionnelle spécifique en vue de l'exercice de cette profession, comme celui instauré par le décret législatif n° 114/1998 pour les préparateurs en produits alimentaires et répondant aux principes généraux du droit, y compris du droit communautaire. L'immatriculation au Registre du commerce a en effet déjà été abolie pour: la gestion d'un hôtel, pour les cercles privés, pour les préparateurs en produits alimentaires;

- un autre critère c'est le choix de l'organisme chargé de programmer la distribution et la vente de produits alimentaires et de boissons: en l'occurrence, la Commune. Afin d'assurer une certaine homogénéité des décisions prises dans la Commune et puisque les acteurs économiques opérant dans la Région ont besoin d'un cadre de référence ne présentant pas trop de disparités, le Gouvernement régional formulera, dans les 6 mois qui suivront l'entrée en vigueur de cette loi, des directives générales que les Communes seront tenues de respecter lorsqu'elles fixeront les critères de programmation;

- exclusion de certaines structures du cadre de la programmation;

- institution pour les Communes de plus de 2.000 habitants de commissions de consultation et, pour les Communes de moins de 2.000 habitants, d'une commission de consultation régionale, nommée par arrêté du Président de la Région;

- dernier critère qui inspire ce projet de loi: le renvoi à un règlement régional qui devra être adopté dans les 3 mois suivant la date d'entrée en vigueur de la présente loi, pour ce qui est des normes que devront respecter lesdits établissements dans le domaine hygiénique et sanitaire.

Voilà en bref les principes qui ont inspiré cette loi, que nous soumettons à l'attention de cette Assemblée pour son approbation. Un projet de loi qui a été concerté avec tous les opérateurs et les catégories concernées, avec les collectivités locales et qui est, d'après les auditions effectuées, partagé par le monde du commerce.

Président - La discussion générale est ouverte. Je rappelle que la Ie et la IVe, ainsi que la IIe Commission à la majorité ont exprimé leur avis favorable sur ce projet de loi, également le CPEL. Nous devons examiner le nouveau texte rédigé par la Ie et la IVe Commission. Y a-t-il des collègues qui veulent intervenir? Je ferme la discussion générale.

La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Pastoret.

Pastoret (UV) - Tout simplement pour remercier d'abord le rapporteur, mais aussi les Commissaires, qui se sont occupés de ce projet de loi maintes fois, car il a fait 2 parcours 2 fois en Commission. Je voudrais remercier aussi le Conseil qui a bien voulu patienter par rapport à l'évolution de cet acte, qui aurait déjà dû être soumis à l'attention du Conseil au mois de juin 2005. L'Assesseur Caveri le retira, également au mois de juillet j'ai fait la même chose car il y avait toute une série d'observations. Le rapporteur nous a rappelé que, pour permettre à tout le monde d'exprimer son avis, nous avons remis sur place une négociation importante, parce que nous considérions que sur ce projet de loi il y a un intérêt de la part des catégories et associés, mais qu'il doive avoir aussi une attention de la part des collectivités locales pour 2 raisons: une qui est celle administrative des compétences qui leur appartiennent, la deuxième des compétences que les Communes doivent exercer en ce qui concerne aussi la tutelle et le respect des consommateurs. Voilà pourquoi il nous semblait important de retirer, comme nous l'avons fait, 2 fois ce projet de loi, afin que tout le monde puisse s'exprimer et exprimer son avis quant aux modifications qu'il y avait à apporter. Je remercie en conclusion tous les collègues des Commissions qui ont bien voulu participer au travail, j'ai rien à ajouter au point de vue technique à ce qui a été dit très bien par le rapporteur.

Président - Nous pouvons passer à examiner le texte. Je rappelle que nous votons sur le nouveau texte rédigé par la Ie et la IVe Commission.

La parole au Conseiller Stacchetti sur l'article 1er.

Stacchetti (SA) - Solo per dichiarare il voto favorevole del nostro gruppo a questo disegno di legge, perché mette un po' di ordine in un settore commerciale molto diffuso nella realtà valdostana. Con questo disegno di legge si va a ridurre da 4 categorie a 1 categoria per ciò che è la somministrazione di alimenti e bevande. Un altro dato positivo è l'eliminazione del REC, a vantaggio della semplificazione delle autorizzazioni per l'esercizio di questa attività. Un'eliminazione del REC a favore di cosa? A favore dei corsi per acquisire maggior professionalità, perché - e ne parlo a titolo di conoscenza - sempre più vediamo l'esercizio dell'attività di somministrazione alimenti e bevande con scarsa professionalità. I corsi previsti dal disegno di legge dovranno essere fatti in modo serio, invitando anche chi ha già la patente per l'esercizio della somministrazione a parteciparvi, anche magari con delle incentivazioni.

Président - Je soumets au vote l'article 1er:

Conseillers présents: 29

Votants: 23

Pour: 23

Abstentions: 6 (Curtaz, La Torre, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 2:

Conseillers présents: 31

Votants: 26

Pour: 26

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 3:

Conseillers présents: 31

Votants: 26

Pour: 26

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 4:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 5:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 6:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 7:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 8:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 9:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 10:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 11:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 12:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 13:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 14:

Conseillers présents: 29

Votants: 24

Pour: 24

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 15:

Conseillers présents: 30

Votants: 25

Pour: 25

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 16:

Conseillers présents: 30

Votants: 25

Pour: 25

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 17:

Conseillers présents: 30

Votants: 25

Pour: 25

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 18:

Conseillers présents: 30

Votants: 25

Pour: 25

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - A l'article 19 il y a l'amendement de la IIe Commission, dont je donne lecture:

Emendamento

L'articolo 19 è sostituito dal seguente:

"Articolo 19

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere derivante dall'applicazione dell'articolo 6 è valutato complessivamente in annui euro 100.000 a decorrere dall'anno 2006.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura, ai sensi dell'articolo 14, comma 3, della legge regionale 27 dicembre 1989, n. 90 (Norme in materia di bilancio e di contabilità generale della Regione Autonoma Valle d'Aosta), nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione sia di quello pluriennale per il triennio 2005/2007 sia per l'anno finanziario 2006 e di quello pluriennale per il triennio 2006/2008 nell'obiettivo programmatico 2.2.2.11 (Interventi promozionali per il commercio).

3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede:

a) con riferimento agli anni 2006 e 2007 del bilancio per il triennio 2005/2007 mediante riduzione di pari importo dello stanziamento iscritto al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti) dell'obiettivo programmatico 3.1. (Fondi globali) a valere sull'accantonamento previsto al punto B.2.4 (Applicazione della nuova disciplina regionale in materia di pubblici esercizi) dell'allegato 1 del medesimo bilancio;

b) con riferimento agli anni 2006, 2007 e 2008 dei bilanci per l'anno finanziario 2006 e per il triennio 2006/2008 mediante riduzione di pari importo dello stanziamento iscritto al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti) dell'obiettivo programmatico 3.1. (Fondi globali) a valere sull'accantonamento previsto al punto B.2.3 (Disciplina delle attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande) dell'allegato 1 dei medesimi bilanci.

4. I proventi derivanti dall'irrogazione delle sanzioni di cui all'articolo 17 sono devoluti ai Comuni.

5. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.".

Je le soumets au vote:

Conseillers présents: 30

Votants: 25

Pour: 25

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote l'article 20:

Conseillers présents: 30

Votants: 25

Pour: 25

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.

Président - Je soumets au vote la loi dans son ensemble:

Conseillers présents: 31

Votants: 26

Pour: 26

Abstentions: 5 (Curtaz, Lavoyer, Riccarand, Salzone, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.