Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1669 del 20 dicembre 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1669/XII - Diniego ad un docente di partecipare ad un convegno organizzato dall'Università della Valle d'Aosta. (Interrogazione)

Interrogazione

Appreso che il Presidente della Valle d'Aosta ha bloccato la partecipazione dell'islamista Tariq Ramadamn, cittadino svizzero e docente universitario, ad un convegno organizzato dall'Associazione dei Sociologi Italiani presso l'Università della Valle d'Aosta;

Appreso altresì che lo stesso docente è stato invitato a parlare dall'Università di Padova il 12 gennaio 2006;

Considerato che l'Università dovrebbe essere il luogo della ricerca e del confronto di idee, libero di condizionamenti politici o ideologici;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

il Presidente della Regione per sapere:

1) in base a quali motivazioni e sulla base di quali competenze ha bloccato la partecipazione del docente islamista ad un convegno organizzato dall'Università della Valle d'Aosta;

2) se non ritiene che l'affidamento della presidenza dell'Ateneo Valdostano a chi ricopre anche incarichi prefettizi costituisca un limite alla libertà di insegnamento e di ricerca.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz

Président - La parole au Président de la Région, Caveri.

Caveri (UV) - Vorrei anzitutto dire che non ripeterò quanto ho già detto il 21 e il 22 settembre in quest'aula rispetto ad una interrogazione presentata in una logica del tutto opposta dai Consiglieri del gruppo "La Casa delle Libertà" sulla questione.

Come punto di partenza vorrei dire che l'aspetto spiacevole di questa vicenda è che il Rettore e il Consiglio dell'Università non erano stati preventivamente informati dagli organizzatori del convegno rispetto alla delicatezza dell'invito rivolto a Tariq Ramadan, ma lo hanno appreso da una serie di articoli ripetuti dalla stampa nazionale nel corso dell'estate, in un contesto di aperta polemica nei confronti dell'iniziativa dell'Università della Valle d'Aosta. Fatti gli opportuni accertamenti del caso, ho quindi segnalato al Consiglio di Università - che presiedo - la delicatezza della questione e l'opportunità di soprassedere all'invito. Il Consiglio dell'Università si è espresso all'unanimità in questo senso, compresi gli autorevoli professori italiani ed europei che siedono nel Consiglio dell'Università.

Al di là delle ideologie e delle posizioni politiche personali, per cui si può apprezzare o meno il pensiero di Tariq Ramadan, non vi è dubbio che si tratti di una persona controversa, duramente criticata, non solo da esponenti occidentali, ma anche e soprattutto da molti esponenti dell'Islam moderato, in particolare per le sue posizioni ambigue verso gli attentati terroristici di matrice islamica fondamentalista, per le sue posizioni antisemite e contro Israele, ma anche, ad esempio, per le sue chiare posizioni nei confronti della bontà delle punizioni corporali e della lapidazione delle adultere. A questo proposito invierò alla collega Squarzino, che immagino sia quella che replicherà, un bel libro scritto da una giornalista francese di sinistra, Caroline Fourest, dell'editore Grasset, che si chiama "Frère Tariq". È un libro molto bello fatto di sbobinamento di cassette, articoli e interviste pubblicate su giornali di mezza Europa, e devo dire che si dice - di Tariq Ramadan - esattamente quello che pensano di lui delle persone della Gauche française, Bernard Kouchner, Bernard Henry Lévy e André Glucksman che raccontano di come questa persona dica le cose diversamente a seconda della lingua in cui parla. A dire queste cose non è la Destra italiana, ma la Sinistra francese!

Ciò detto però, ed espresso anche il mio pensiero, perché sono rimasto abbastanza turbato di alcune cose che sono state dette nel corso di questo dibattito, in quanto mi sembrava di essere uno che voleva violare la libertà dell'Università, come si evince nell'iniziativa che è stata assunta, mai come questa volta poi successivamente mi sono documentato - non solo con il libro - e ne ho trovate di cotte e di crude! Quindi nessuna ingerenza nella libertà di insegnamento e di ricerca dell'Università. Se Tariq Ramadan fosse venuto invitato da un professore dell'Università, nell'ambito di una lezione universitaria, il Consiglio di Università non avrebbe potuto "mettere becco", perché quello sarebbe rientrato nella decisione dei Consigli di facoltà e nelle decisioni autonome che l'Università fa. Ma nel momento in cui si chiede una sponsorizzazione all'Università, l'organo preposto per statuto è il Consiglio di Università, il quale ha detto esplicitamente che si invita a soprassedere all'invito di Tariq Ramadan. Pertanto le funzioni prefettizie non interferiscono per nulla con l'insegnamento e la ricerca, è il Consiglio di Università che si è espresso all'unanimità!

Mi sono limitato a dire che dopo aver letto le notizie riguardanti la possibile presenza in Valle d'Aosta, anche le Forze dell'Ordine avevano espresso delle perplessità rispetto alla presenza di questa persona, quindi mi sarei trovato nelle funzioni prefettizie a gestire anche problemi di ordine pubblico, ma - ripeto - non sono le motivazioni di ordine pubblico "in primis" ad avere influenzato l'unanimità dell'intero Consiglio di Università, quanto il fatto di aver montato uno scandaletto attorno al fatto. In particolare il prof. Allievi si è molto lamentato di questo fatto. Ricordo che il prof. Allievi è buon amico di Tariq Ramadan, tanto che ne scrive le prefazioni ai libri pubblicati in Italia, quindi credo che ci sia forse visione ideologica da un'altra parte e non certo da parte del Consiglio di Università.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Ricordo solo qual è il fine istituzionale dell'Università: quello di sviluppare la ricerca. Credo che una università abbia come suo scopo quello di approfondire, confrontare, ricercare e "ricercare" vuol dire anche esplorare spazi culturali nuovi.

Mi chiedo che senso ha avere una università libera in Valle d'Aosta, se fa scelte che non vanno nel senso del confronto, del dibattito. Invitare qualcuno a parlare, qui, non vuol dire sponsorizzare le idee di questa persona; allora siamo arrivati al punto che solo le persone che condividono le idee politiche, ideologiche e culturali del Presidente della Regione possono venire a parlare, cioè si arriva ad un sistema di regime! Si accetta e si sponsorizza soltanto...

(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)

... non l'ho interrotta, Presidente, qui il problema non è che la Valle d'Aosta dica: "accetto e voto le idee di questa persona" e non è neanche che l'Università dica: "io assumo a principio fondamentale della cultura le idee di questa persona". Ma ogni convegno ha lo scopo di confrontare fra di loro le varie proposte. Se io impedisco a qualcuno di presentare le proposte, faccio un intervento contro la ricerca, contro il confronto!

C'è una sola cosa dell'intervento fatto dal Presidente che condivido: che il mancato conferenziere è una figura chiaramente discussa, che nel mondo francofono non è ben visto, che nel mondo anglosassone è utilizzato come consulente credo che l'europarlamentare Caveri sappia che Tariq è stato assunto...

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

... prendo atto dal modo con cui il Presidente ha predisposto la risposta... faceva riferimento al fatto che fosse una donna a rispondere... questo lo trovo nettamente negativo e discriminante!

Questa persona è chiaramente discussa e discutibile, tutti lo dicono, ma questa persona come saprà l'ex europarlamentare Caveri è stato scelto come consulente dall'allora Commissario Prodi. Questa persona adesso lavora presso l'Università di Oxford e a Londra è stato chiamato dallo stesso Blair come membro di un gruppo di lavoro che deve studiare che tipo di proposte possono essere fatte, per intraprendere una lotta contro i processi di radicalizzazione e di estremismo.

La cosa grave che trovo, qui, è che si voglia intervenire politicamente e ideologicamente sulla libertà di ricerca di una università. Il fatto che altre università abbiano accolto questa persona, il fatto che questa persona abbia solo recentemente partecipato in Svizzera ad altri dibattiti, dimostra che non è né colpevole di reati, né colpevole di atti che sono perseguiti dalla legge, ma una persona che esprime un parere. Ora, la democrazia consiste proprio nel confutare idee che si ritengono sbagliate con altre idee, non nel far tacere chi esprime certe idee!