Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1663 del 20 dicembre 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1663/XII - Attività di sensibilizzazione e prevenzione dell'AIDS. (Interrogazione)

Interrogazione

Preso atto delle lamentele espresse dalla responsabile del reparto Malattie Infettive dell'Ospedale di Aosta, la quale ha lamentato che nessuna iniziativa è stata promossa in Valle d'Aosta per ricordare la Giornata mondiale contro l'AIDS;

Preoccupati comunque per la recrudescenza con la quale il fenomeno si sta riproponendo anche in Valle d'Aosta, senza che la gente abbia chiara percezione della gravità della situazione;

Ricordato come più volte, in questo stesso Consiglio, siano state discusse le problematiche della prevenzione e dell'informazione, osservando quanto sia necessario che in Valle d'Aosta siano prodotte iniziative serie e coordinate, al fine di evitare che il moltiplicarsi di appelli e campagne per questa e quella patologia diventino una abitudine che distoglie l'attenzione da quelle più gravi;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore alla Sanità per conoscere:

1) i dati relativi all'AIDS riferiti all'anno 2005, in modo da integrare la conoscenza del fenomeno aggiornando la pubblicazione dell'anno precedente;

2) quali sono le iniziative di sensibilizzazione e di prevenzione su tale malattia previste per il prossimo anno;

3) lo stato dell'opera in riferimento al più volte accennato piano e/o progetto di armonizzazione degli interventi di prevenzione posti in essere dalla Amministrazione regionale e dall'Azienda U.S.L..

F.to: Lanièce - Comé - Stacchetti

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.

Fosson (UV) - Questa interpellanza viene da un'esternazione forse non compresa a sufficienza del Primario delle "Malattie infettive", il quale, durante la Conferenza sulla giornata dell'AIDS, ha affermato che quest'anno la giornata è passata un po' in secondo piano, che non è stata data una corretta comunicazione della giornata. Questo può anche essere vero, e ce ne scusiamo, anche se ho già risposto 2 volte alle sue interpellanze: la prima, lo scorso anno, quando si chiedeva il punto sull'AIDS, su questa terribile piaga, e noi per l'anno scorso avevamo effettivamente - qui viene citato correttamente - preparato una piccola pubblicazione sull'andamento della malattia, sulla situazione in Valle d'Aosta... Alla fine io dicevo come nei confronti di questa malattia non bisogna abbassare la guardia, che è quello che si sta facendo forse a livello nazionale; se n'è parlato per tanto tempo, ma in questo momento sembra che l'attenzione sia diminuita. Questo forse anche perché - mi collego alla seconda domanda - da noi, con i piccoli numeri che abbiamo, assistiamo ad una diminuzione dell'incidenza. Rispetto all'anno scorso e quest'anno abbiamo riscontrato 2 casi in più, il 2004 è stato l'anno più negativo, però la malattia dimostra, in tutta Italia e particolarmente in Valle d'Aosta, una diminuzione della sua incidenza. Certo, aumenta il numero dei sieropositivi, però lo diceva nel suo articolo la dott.ssa Tassara: con l'introduzione degli antivirali il periodo, che intercorre fra la sieropositività e la malattia, si è allungato di molto, per cui i sieropositivi aumentano di numero.

Ammessa questa comunicazione, forse non sufficiente, vorrei richiamare un'altra sua interpellanza, in cui lei ci stimolava a riunire tutte queste giornate, altrimenti ogni giorno è una giornata di prevenzione su questo siamo d'accordo, perché non ha senso presentare una giornata alla settimana, svilisce un po' il discorso. Infatti da quest'anno c'è stata la giornata della prevenzione con una presentazione in Piazza Chanoux di tutte le iniziative di prevenzione, i vari stand, c'erano anche le "Malattie infettive", e poi una settimana tutta dedicata alla prevenzione in cui ogni sera c'era una Conferenza... Di anno in anno si sottolinea un aspetto più che un'altro, però il desiderio è di riprendere tutte queste iniziative di prevenzione sotto un'unica regia, in modo che la gente percepisca cosa vuol dire "promozione di salute", di stili di vita e cosa vuol dire "prevenzione della malattia". Con la dottoressa ci siamo già incontrati: l'anno prossimo nella giornata della prevenzione avrà di nuovo uno spazio.

Quali iniziative di prevenzione? Il lavoro fatto lo scorso anno, che non è stato aggiornato per questi soli 2 casi, si prevedeva di aggiornarlo in tempi più lunghi. Questo lavoro continua comunque ad essere presentato nelle scuole, c'è una continua presenza di operatori del Servizio di "Malattie infettive" nell'ambito della promozione della salute e della prevenzione nelle scuole.

Per quanto riguarda il problema più generale della prevenzione: è stato detto più volte che vogliamo puntare molto su questo, anche perché il bacino di utenza e la geografia della Valle d'Aosta si prestano ad interventi di prevenzione, perché abbiamo un unico ospedale, i bambini nascono tutti nello stesso posto, quindi è più facile investire sulla prevenzione. Come lei sa, siamo la Regione d'Italia che spende di più per la prevenzione pro-capite e - come abbiamo già avuto modo di parlare - anche all'interno del piano sanitario, che abbiamo presentato in Giunta venerdì, c'è una lunga parte dedicata alla prevenzione. Il problema è che quanto spendiamo sia speso sempre meglio: questo è nell'ottica, che dicevo, di una riorganizzazione del settore nel senso di dare una regia unica.

Due iniziative recenti: il 2 dicembre la Giunta ha approvato i criteri e le modalità per realizzare gli interventi e le attività di educazione e promozione alla salute, e io penso che il 30 dicembre di quest'anno, dopo aver lavorato a lungo in tutti i vari settori, presenteremo - forse una delle prime Regioni d'Italia, anche se il Ministro lo aveva richiesto come un atto dovuto - il primo piano delle attività regionali sulla prevenzione. Sarà un piano articolato nei vari settori, sono già stati nominati i responsabili di questi vari settori, che si sono già attivati, si sta creando una rete, partiremo con dei nuovi "screenings", l'attività delle vaccinazioni è stata ulteriormente finanziata. All'interno di questo piano il discorso dell'AIDS, e del virus che lo provoca, sarà di nuovo affrontato, non è stata una dimenticanza, c'è proprio il desiderio - come insisteva anche lei, in una sua precedente interpellanza - di mettere in rete tutto e raggruppare tutte queste iniziative, altrimenti singolarmente rischiano di perdersi.

Président - La parole au Vice-président Lanièce.

Lanièce (SA) - Prendo atto della risposta dell'Assessore, ma premetto che sicuramente il sottoscritto ha presentato questa iniziativa per avere dei dati; infatti nel nostro testo non si fa riferimento alla polemica che era nata sui giornali, a seguito della dichiarazione del responsabile "Malattie infettive", perché ci interessano di più i dati che le polemiche.

Condivido quanto ha detto l'Assessore, non bisogna abbassare la guardia; quindi quello che io traggo da questa piccola polemica è proprio questo, non bisogna abbassare la guardia anche se i risultati sono migliori. Però, tenuto conto - come ha detto bene l'Assessore - che le medicine antivirali allungano il tempo della sieropositività, solo quando uno ha la malattia conclamata, si accorge di essere sieropositivo: questo deve far riflettere sulla necessità comunque di portare avanti la prevenzione, tenuto conto che rispetto al passato - queste sono le indicazioni che ho letto sulla stampa rilasciate dalla dott.ssa Tassara - si è evoluto anche il "target" del malato. Prima era considerata la "malattia del peccato", riguardava in modo particolare gli omosessuali e i rapporti sessuali a pagamento; oggi, invece, i malati sono eterosessuali e contraggono la malattia a seguito di rapporti sessuali casuali. Questo è un "target" diverso e a fronte di un "target" diverso occorre che la prevenzione sia mirata, vista la fascia delle persone coinvolte: si parla di fascia dai 35 ai 50 anni, la fascia più colpita. È ovvio che cambiando la tipologia di colui che subisce la malattia, occorre differenziare e modificare la prevenzione: questa è una prima indicazione. Come dicevo, non bisogna abbassare la guardia e occorre far sì che ci siano delle iniziative e che si continui a tenere in considerazione, anche se c'è un miglioramento, questa terribile malattia che comunque rimane una piaga nel mondo.

Per quanto riguarda invece la prevenzione, l'Assessore ha ripreso il mio concetto: occorre concentrare le campagne di prevenzione, e ben venga l'iniziativa fatta quest'anno di una festa della prevenzione che durerà una settimana. Anzi, mi permetto di lanciare una nuova proposta: si potrebbe individuare degli "screenings" in riferimento all'atto di nascita, cioè chi ad esempio compie 50 anni verrebbe sottoposto allo "screening" per diverse malattie, soprattutto quelle che colpiscono di più la popolazione valdostana. Potrebbe essere una idea vincente: uno sa che a 50 anni potrà fare lo "screening" di una serie di malattie che colpiscono maggiormente i Valdostani e ciò potrebbe essere un'idea importante per mettere in evidenza come la prevenzione sia importante, e anche per sensibilizzare l'opinione pubblica. Vedendosi arrivare a casa la lettera che lo invita a effettuare lo "screening", un cittadino si sentirebbe maggiormente coinvolto, e questo dimostrerebbe di voler andare nella direzione di far sì che la prevenzione sia mirata. Effettuare tante giornate di prevenzione perché magari le fanno anche a Roma può aver senso, ma limitatamente; invece, conviene soprattutto mirare sulle malattie che colpiscono maggiormente i Valdostani e forse l'idea che oggi lancio di uno "screening" collegato con l'anno di nascita potrebbe essere una cosa innovativa e positiva per i Valdostani.