Oggetto del Consiglio n. 1639 del 5 dicembre 2005 - Resoconto
OGGETTO N. 1639/XII - Normativa in materia di illuminazione esterna. (Interpellanza)
Interpellanza
Ricordato il contenuto della legge regionale 28.4.1998 n. 17 "Norme in materia di illuminazione esterna", avente quale principale finalità quella del contenimento dell'inquinamento luminoso;
Ritenuto che, dopo oltre sette anni di vigore della normativa, sia necessaria una riflessione sullo stato della sua applicazione e sul raggiungimento delle finalità perseguite;
Creduta opportuna un'ulteriore riflessione sulla necessità di aggiornare la legislazione vigente, anche in riferimento alle normative più avanzate, recentemente approvate da altre Regioni italiane;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l'Assessore competente per sapere:
1) qual è lo stato di attuazione della legge n. 17/1998 "Norme in materia di illuminazione esterna" e quali interventi concreti sono stati attivati per il raggiungimento delle finalità indicate;
2) se il Governo regionale intenda proporre un aggiornamento della normativa di settore, anche alla luce delle esperienze di altre Regioni.
F.to: Curtaz
Presidente - Non c'è illustrazione.
La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.
Cerise (UV) - La legge regionale n. 17/1998 disciplina la materia di illuminazione esterna ed ha alcune finalità: quelle del contenimento dell'inquinamento luminoso, la salvaguardia della fauna notturna, la tutela dei siti degli osservatori astronomici professionali e non professionali. Si tratta di una legge che ha delle valenze importanti per quanto riguarda l'aspetto ambientale relativamente all'argomento della luce. L'articolo 3 definisce i requisiti di qualità dell'illuminazione stradale e delle aree esterne, che devono possedere tutti gli impianti di illuminazione esterna di nuova realizzazione o rifacimento. L'articolo 5 sancisce il rilascio da parte dell'installatore di un certificato di conformità degli impianti e il controllo di conformità di tale certificato è affidato all'ARPA. La richiesta di controllo di conformità del certificato rilasciato dall'installatore è del tutto volontaria e l'ARPA è stata chiamata ad esprimersi a questa conformità sì e no 3 o 4 volte nei primi tempi di entrata in vigore della legge. Per quanto riguarda i dati sulla brillanza relativa del cielo notturno, ovvero il rapporto fra la luminosità artificiale e naturale del cielo notturno, sono forniti per tutta l'Europa dall'Istituto di scienza e tecnologia dell'inquinamento luminoso. Sono ottenuti da misure satellitari mediante modelli matematici calibrati con misure fotometriche da terra. Tavole di brillanza del cielo notturno sono consultabili nell'annuario "APAT" dei dati ambientali, per intenderci il volume II edizione 2003, pagine 884-886.
Seconda domanda: "se il Governo regionale intenda proporre un aggiornamento della normativa di settore, anche alla luce delle esperienze di altre Regioni", l'Assessorato ha provveduto all'analisi della normativa in materia ambientale con l'obiettivo di procedere ad un completamento e aggiornamento di questo quadro, secondo un ordine di priorità per i settori più direttamente riferibili alle valenze di prevenzione per la salute umana e di salvaguardia dell'integrità degli ecosistemi connesse allo stato dell'ambiente. In questi ultimi 2 anni si è proceduto alla regolamentazione di importanti ambiti e temi ambientali, acqua e aria, il piano delle acque... è in fase di predisposizione il piano di risanamento di qualità dell'aria, è stata predisposta la legge a tutela dell'inquinamento elettromagnetico, nonché quella a tutela dell'inquinamento acustico, che saranno presto oggetto di esame da parte della Giunta regionale.
Per quanto riguarda la questione relativa alla tutela dell'inquinamento luminoso, avevamo fatto una disamina della legge n. 17/1998 rilevando che questa aveva dei punti di forza, ma aveva anche tanti punti di debolezza. Nel contempo abbiamo preso atto che c'era il disegno di legge n. 2288 recante: "Norme in materia di illuminazione esterna", a firma del Senatore Basile, che aveva la finalità di riformare molto la materia, togliendole questa alea di volontarietà e dando delle indicazioni più precise e cogenti. In questo ambito la Regione ha una competenza residuale e regolamentare, mentre ripeto tale disegno di legge era più articolato e poteva essere un punto di forza su cui articolare la legge regionale. L'ultima volta che abbiamo avuto modo di discutere di questo disegno di legge è stato in data 21 luglio 2005 in Conferenza Stato-Regioni, quindi l'argomento è tutt'altro che accantonato, c'è tale iter a livello nazionale e finalmente siamo arrivati all'esame in sede referente del testo unificato, perché c'erano delle proposte che erano state avanzate da altre sedi, a seguito di una conferenza del 23 settembre 2003. Questo è il motivo per il quale abbiamo decelerato l'approfondimento. Abbiamo rilevato che nel disegno di legge nazionale sono elencati una serie di osservatori, che dovranno essere tutelati e ai quali vengono attribuite specifiche competenze, quali il monitoraggio dell'inquinamento luminoso e l'individuazione delle sorgenti di luce non rispondenti ai requisiti di legge - questo per dare forza a un "elemento" sul territorio più impegnato in una sorta di autodifesa - e abbiamo così scoperto che fra questi osservatori mancava l'Osservatorio astronomico di Saint-Barthélemy, seppure avente tutte le caratteristiche necessarie per il suo inserimento. Abbiamo preso contatto con l'Osservatorio astronomico per vagliare i bisogni e abbiamo fatto presente l'opportunità di integrare il disegno di legge prevedendo anche la presenza dell'Osservatorio di Saint-Barthélemy. Abbiamo poi messo in cantiere l'opportunità di cogliere questo adeguamento normativo a livello razionale per cercare di integrare la legge regionale con dei sistemi illuminanti, che si appoggino sulla più avanzata tecnologia per determinare dei minimi consumi energetici, oppure dei consumi energetici più intelligenti, collegati con delle forme energetiche rinnovabili. Naturalmente, un aspetto un po' particolare di cui la precedente legge - forse perché mancavano gli strumenti di riferimento - risultava carente era la questione dei controlli, in particolare chiamando in causa tutti i soggetti della Regione, soprattutto i Comuni, l'Osservatorio come ho detto prima e associazioni che si occupano del contenimento dell'inquinamento luminoso, non ultimo anche associazioni che si occupano di aspetti naturalistici. È quindi un tema che non abbiamo nessuna intenzione di sottovalutare, lo abbiamo in agenda, stiamo cercando di lavorare in armonia con quello che avviene in scala nazionale, per entrare anche in rete con quanto si fa in altre Regioni. Indubbiamente resta ferma la volontà di porre mano alla rielaborazione di tale normativa, chiamando in causa però anche l'Osservatorio di Saint-Barthélemy, che riteniamo in questo ambito possa essere uno dei punti di forza.
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Sono parzialmente soddisfatto della risposta dell'Assessore, mi sembra che sia stato frettoloso relativamente allo stato di attuazione della legge che abbiamo già in vigore, su questo sarebbe stato interessante avere dei dati e degli elementi di ragionamento e di confronto. Probabilmente tali dati non ci saranno, però credo sia buona cosa attivarsi per capire quanto questa legge, pur nei suoi punti di debolezza, sia stata applicata o meno; ho l'impressione che sia stata applicata molto poco e questo è un difetto della stessa, perché non prevedeva meccanismi di controllo e di adempimento delle prescrizioni.
La seconda parte, per quanto un po' generica, invece mi ha soddisfatto maggiormente; condivido le osservazioni che ha fatto l'Assessore in merito alle necessità di valutare l'evoluzione legislativa nazionale, sempre che il Parlamento italiano riesca a legiferare in tale materia, perché l'Assessore ci ha appena segnalato che la legge sarebbe alle Commissioni competenti in sede referente, quindi non so se ci sarà lo spazio per farlo in questa legislatura, perché le priorità siano sempre quelle di carattere economico e giudiziario per qualcuno, mentre tutto il resto langue. Se questo non capitasse, credo sia opportuno che la Regione, pur nell'ambito delle sue competenze residuali, metta mano a tale materia; soprattutto è opportuno - qui condivido molto quanto ha detto l'Assessore, sperando che alle sue intenzioni seguano i fatti - salvaguardare sotto questo profilo l'attività dell'Osservatorio di Saint-Barthélemy, perché, se non facciamo una politica attenta e di contenimento e di riduzione dell'inquinamento luminoso, va a finire che l'Osservatorio di Saint-Barthélemy non avrà più ragione di esistere, in quanto un osservatorio può lavorare nella misura in cui vi siano delle condizioni obiettive che gli consentono di svolgere la propria attività scientifica. Sappiamo che già da parte delle persone competenti in materia, delle associazioni che si occupano di queste cose vi sono delle preoccupazioni; io alle preoccupazioni generali ne aggiungo un'altra, anche se ancora in divenire: si tratta della problematica legata all'illuminazione nell'eventualità che l'aeroporto venga ampliato, questo è un problema grosso, lo dico con spirito costruttivo...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... non tanto, perché abbiamo sentito l'altro giorno in sede di audizione l'Ing. Brunod, vi sono tre porte a scalare da 1.200 metri in poi e riguardano la parte della Valle interessata anche dall'Osservatorio di Saint-Barthélemy. Attenzione perché questo è un problema reale; nel momento opportuno diremo chi è d'accordo per l'allungamento dell'aeroporto e chi non lo è e perché, ma questo è un altro discorso... attenzione però, perché, se non adottiamo delle politiche di attenzione nei confronti dell'inquinamento luminoso, potrà succedere che l'Osservatorio di Saint-Barthélemy sia impossibilitato ad operare, dopo aver fatto gli investimenti che sono stati fatti, dopo aver apprezzato tale iniziativa che ha ancora delle potenzialità notevoli. Mi sembra che questa sia un'istituzione che dà prestigio all'attività scientifica valdostana, la cui attività andrebbe incrementata a fini scientifici e turistici. Concludo invitando a stare attenti a non vanificare gli sforzi fatti in quel settore con una politica in materia di inquinamento luminoso che sia penalizzante per quella struttura.