Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1440 del 30 luglio 2005 - Resoconto

OBJET N° 1440/XII - Communications du Président du Conseil régional.

Presidente - Iniziamo con una comunicazione del Presidente del Consiglio e in seguito una breve comunicazione del Presidente della Regione.

Per quel che mi riguarda, ritengo opportuno rendervi conto che il 27 luglio scorso presso il Tribunal des grandes instances de Bonneville in Alta Savoia il Presidente del Tribunale ha dato lettura della sentenza di primo grado per l'incendio del 24 marzo 1999 nel Traforo del Monte Bianco, che causò la morte di 39 persone e danni per oltre 300 milioni di euro. Sulla base di tale sentenza, la maggior responsabilità del rogo è da attribuirsi alla gestione della struttura, con attenzione particolare alle norme di sicurezza. I giudici savoiardi hanno condannato 13 dei 16 imputati, tutti accusati di omicidio involontario semplice. La causa proseguirà in sede civile di Aosta.

Vorrei comunicare al Consiglio che sono pervenute alla Presidenza 2 risoluzioni, la prima a firma dei colleghi Salzone, Squarzino e Frassy, riguardante il patrimonio archeologico presente nella città di Aosta, in modo particolare sul criptoportico, e una seconda a firma dei colleghi Frassy, Tibaldi, Lattanzi e Salzone, che riguarda l'attività promossa dal "Centro Sviluppo S.p.a.".

La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) -Vorremmo fare un commento succinto in ordine alla sentenza del Tribunale di Bonneville. Conosciamo il dispositivo della sentenza in oggetto e non conosciamo le motivazioni, ma ci pare che emergano chiari due punti: l'uno che è stato addirittura sottolineato dal Presidente del Tribunale in apertura dell'udienza prima della lettura del dispositivo, laddove il Presidente del Tribunale di Bonneville ha affermato che la tragedia del Monte Bianco si poteva evitare solo se si fossero messi in atto quei meccanismi di sicurezza, quei controlli preventivi che avrebbero evitato la catastrofe e salvato molte vite umane; il secondo punto è conseguente al primo: se valutiamo la "misura" delle condanne, capiamo subito che i massimi responsabili sono coloro che hanno mancato colposamente ai controlli preventivi e all'adozione di adeguati sistemi di sicurezza. Tali prime osservazioni ci fanno affermare che questa è una sentenza importante, equilibrata, una sentenza che solo apparentemente sembra aver inflitto pene non troppo pesanti; in realtà, il diritto penale francese prevede per l'omicidio colposo - quello che in Francia viene chiamato l'omicidio involontario - delle pene massime più contenute rispetto a quelle previste dal Codice penale italiano. Quindi si è trattato, in riferimento alle fattispecie francesi, di una sentenza abbastanza dura.

Questa sentenza importante e, per certi versi, severa ci deve far riflettere sulla sicurezza all'interno dei trafori, su tutte le problematiche che riguardano il trasporto internazionale, riflessione che è in corso in questa Regione da anni e che la tragedia del Traforo del Monte Bianco ha accelerato e che oggi è più che mai all'ordine del giorno a causa della chiusura del Fréjus e di tutte le conseguenze che ciò ha comportato per il traffico pesante nella nostra regione. A tale proposito segnalo che una delegazione del Consiglio regionale composta dal sottoscritto e dai colleghi Riccarand e Cesal ha partecipato alla manifestazione di protesta svoltasi nella Valle dell'Arve giovedì scorso, alla quale hanno partecipato oltre un migliaio di persone.