Oggetto del Consiglio n. 1439 del 28 luglio 2005 - Resoconto
OBJET N° 1439/XII - Prise d'acte de la pétition concernant la recherche d'une solution alternative à la réalisation d'une route pour la circulation des tracteurs agricoles dans le vallon de Comboé. (Approbation d'une résolution. Rejet d'une autre résolution)
Petizione
Noi sottoscritti Amici del vallone di Comboé,
Venuti a conoscenza del progetto approvato dal Comune di Charvensod per la realizzazione di una strada trattorabile che partirà dall'alpeggio di Ponteille per raggiungere il soprastante vallone di Comboé (nonostante il tracciato debba traversare l'area interessata dalla frana della Becca di Nona);
Considerato che tale opera ha ottenuto il parere positivo dell'ufficio preposto alla Valutazione dell'Impatto Ambientale;
Dato atto che tale opera andrà ad inserirsi in maniera molto pesante in un ambiente ancora integro e ricco di bellezze naturali a tutti note e di un patrimonio storico culturale che appartiene a tutta la comunità valdostana;
Visto che la strada carrozzabile, come si può evincere da precedenti esperienze, non è determinante nel mantenimento delle attività agro pastorali;
Chiediamo
- di rivalutare la validità del progetto approvato dall'Amministrazione comunale;
- di prendere in considerazione soluzioni alternative (ad esempio monorotaia) meno impattanti e più convenienti da un punto di vista economico;
- di valutare l'opportunità di adottare delle misure legislative atte a mantenere e a promuovere l'attività agro pastorale in zone particolarmente sensibili, salvaguardando nel contempo l'ambiente naturale.
Confidiamo pertanto nella sensibilità dei nostri Amministratori di voler procedere nell'interesse della collettività.
Aosta, febbraio 2005
Seguono le firme di 1.638 cittadini
Président - Le 14 avril 2005 une pétition signée par 1.638 citoyens pour la recherche d'une solution alternative à la réalisation d'une route pour la circulation des tracteurs agricoles dans le vallon de Comboé a été déposée à la Présidence du Conseil, aux termes de l'article 36 du Règlement intérieur du Conseil. Par sa délibération du 29 avril 2005, le Bureau de la Présidence a décidé sur la recevabilité et l'admissibilité de la pétition et a envoyé une requête d'informations au Président de la Région, à l'Assesseur à l'agriculture, à l'Assesseur au territoire compétent en matière de protection de l'environnement, ainsi qu'à la compétente Commission du Conseil chargée de l'aménagement du territoire. L'Assesseur au territoire a répondu par sa lettre en date du 19 mai 2005, tandis que le rapport de la IIIe Commission est parvenu le 15 juillet dernier. Aux termes du 4e alinéa de l'article 36 du Règlement intérieur, donc la pétition est maintenant soumise à l'examen du Conseil.
Une résolution à la signature de tous les groupes, sauf la "Casa delle Libertà", a été déposée à la Présidence et a été distribuée à tous les conseillers. Je donne lecture de la résolution:
Résolution
Le Conseil de la Vallée
Considéré que la valeur absolue de notre Région est représentée par son territoire, riche de biens, de paysages et d'un environnement unique;
Rappelé que les richesses naturelles telles que cimes, glaciers, cours d'eau, prairies et hauts pâturages, foisonnent et représentent une ressource fondamentale pour la vie et le développement de notre Pays;
Retenu que le Paysage a été modelé à travers l'histoire et que des signes importants de la civilisation valdôtaine sont évidents (tels que rus, vignobles, champs, bâtiments et villages);
Tenu compte que ce patrimoine nous a été légué par nos ancêtres et nous avons donc le devoir de le sauvegarder, de le valoriser afin de le retransmettre intègre aux générations futures;
Relevé que ces ressources doivent être valorisées et protégées en collaboration avec les collectivités locales et les organes qui s'occupent de maintien et de gestion du territoire;
Exprime
l'opportunité d'intervenir par des instruments législatifs et administratifs afin de valoriser et protéger des sites d'intérêt paysager, naturel et architectural du territoire de la Vallée, en accord avec les collectivités locales et la nécessité de soutenir par des mesures adéquates l'activité agro-pastorale compatible et utile pour leur maintien.
Signé: Praduroux - Riccarand - Vicquéry - Nicco - Salzone - Fiou - Fey - Lavoyer - Comé - Cesal - Borre - Perrin - Viérin Laurent - Rini - Squarzino Secondina - Curtaz - Viérin Adriana - Maquignaz - Lanièce
Je déclare ouvert le débat.
La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Non è la prima volta che il Consiglio affronta la problematica della strada trattorabile per Comboé, perché il nostro gruppo è già intervenuto in occasione di iniziative ispettive su questo tema, ma credo che la petizione oggi all'ordine del giorno ci offra l'occasione per due tipi di riflessione: una, per quanto riguarda il caso specifico della strada al vallone di Comboé e l'altra di carattere più generale relativamente ai problemi della viabilità rurale e delle conseguenze che un certo tipo di viabilità ha nei confronti dell'ambiente della nostra regione. Mi propongo quindi di affrontare entrambe le questioni in maniera sintetica e un po' "a braccio", come al solito, cercando di evidenziare alcuni elementi di riflessione. Mi auguro anche che, su questo tema, la cui importanza va al di là del caso specifico, vi sia un po' di dibattito all'interno del Consiglio e che si avvii una riflessione su tali temi, anche se mi rendo conto che, visto l'ordine del giorno che stiamo discutendo in questa sessione del Consiglio e vista anche l'ora poco propizia per lunghi ragionamenti, non è facile soffermarsi su un tema di questo tipo.
Cos'è probabilmente che ha spinto oltre 1.600 persone - cittadini un po' dell'Envers, soprattutto di Aosta, anche qualcuno di fuori - a sottoscrivere la petizione? Credo che la motivazione centrale sia di carattere sentimentale. L'ho già detto in questo Consiglio e in altre occasioni: io trovo che, dal punto di vista affettivo, stride il dover constatare come un luogo come quello di Comboé, ricco dal punto di vista naturalistico, storico, alpinistico e culturale, sia avviato a modificare le sue abitudini, a modificare il suo paesaggio. Mi immagino con una certa impressione il dolore con il quale, arrivando al Col Fenêtre, si vedrà forse relativamente - ne parlerò - una strada che va verso l'alpeggio di Comboé e vedremo dei mezzi di trasporto all'interno dei prati che circondano l'alpeggio. È soprattutto una questione sentimentale che ha spinto tante persone a firmare tale petizione. Voglio ricordare un dato statistico: che questa petizione, come numero di sottoscrittori, è la seconda in tutta la storia della Valle d'Aosta. Vi è stata solo una petizione che ha raccolto più firme: quella contro i TIR al Monte Bianco. Male fanno quindi coloro che hanno cercato di sminuire l'iniziativa, dicendo che vi erano tre persone che non hanno firmato o che non hanno capito. Certo, ci sarà qualcuno che ha firmato due volte, ma vi sarà anche qualcuno che ha dimenticato di firmare... voglio dire, di fronte a un dato del genere, non ci si può "nascondere dietro un dito"! È stata fra l'altro una mobilitazione spontanea, a carattere popolare, senza una grossa organizzazione, perché non aveva dietro nessun partito o sindacato, è stata solo un'Associazione, gli "Amici di Comboé", che stampando dei moduli da sottoscrivere è riuscita a raccogliere 1.600 firme; quindi è un dato che ci deve far riflettere, perché si tratta di una questione sentita anche dalle persone comuni. Riservo alcune osservazioni sul fatto che per queste persone è facile firmare, perché "tanto tu non hai da passare, non hai da portare dei carichi pesanti, non hai l'alpeggio da governare", su questo ci torneremo perché vale per tutti i siti.
Credo però che, al di là dell'aspetto emotivo, vi siano anche delle motivazioni più tecniche che rendono questa strada discutibile. Dirò poi anche quello che vi è di buono, perché voglio essere onesto intellettualmente, di una strada fatta in una zona particolare. Intanto si tratta di una strada, non voglio più sentire qualcuno che dica che è un sentiero: questa è una strada trattorabile perché, se non fosse una strada, non sarebbe passata alla VIA! Una pista trattorabile, senza asfalto, molto ripida, comunque di strada si tratta. Un progetto che ha dei problemi tecnici perché vi sono delle pendenze esagerate, vi è la frana della Becca di Nona che è incombente, che, se dovesse scendere, avrebbe delle conseguenze letali rispetto al tracciato. È una strada sotto valanga, parlo della neve, cosa che comporterà dei problemi di manutenzione significativi ogni primavera. Vi è poi il problema dell'uso degli esplosivi in quella zona molto delicata; vi sono dei problemi naturalistici, perché vi sono delle zone umide. È un vallone di particolare pregio dal punto di vista naturalistico, quindi avrebbe dovuto sconsigliare la realizzazione di una strada. Gli amministratori, rendendosi conto che avrebbero suscitato la reazione che ha suscitato la vicenda, si sono però premurati di rendere l'impatto il più dolce possibile, sono stati fatti degli sforzi almeno a livello progettuale, se poi la realizzazione sarà adeguata al progetto, lo verificheremo, ma alcune indicazioni dimostrano che è stato fatto uno sforzo per attenuare l'impatto ambientale.
Sono stati fatti tutti gli sforzi possibili per trovare soluzioni alternative? La risposta è "no" e questo emerge anche dagli atti che l'Assessorato ha trasmesso al Consiglio. Si sono prese in considerazione tre ipotesi: ipotesi zero, non si fa nulla - e io quella l'avrei votata con due mani alzate -; ipotesi uno, quella scelta; ipotesi due, quella della realizzazione di una strada dal Col Fenêtre, che sarebbe stata molto più impattante e che aveva avuto precedentemente una VIA sfavorevole; ma, per esempio, non è mai stata presa in considerazione la possibilità di utilizzare un mezzo di trasporto più agile e meno impattante che è la cosiddetta "monorotaia". Devo dire che, rispetto alla monorotaia, all'inizio avevo anche qualche perplessità, mi chiedevo: ma non è che la monorotaia alla fine finisce per impattare quasi quanto una strada? Ebbene, dopo aver visto come viene utilizzata la monorotaia, devo dire che molte di queste riserve sono state superate, perché ritengo sia molto meno impattante, ha il pregio enorme di non far salire gli automezzi in alpeggi, perché solo le merci e le persone salgono; ripeto: costa meno, ha teoricamente meno costi di manutenzione e soprattutto è meno impattante, in particolare se fosse stato individuato quello che, a mio giudizio, era il percorso migliore: quello sempre nel vallone, ma alla sinistra orografica del torrente Comboé. Ma questa soluzione alternativa non è mai stata esplorata in nessun momento dell'iter progettuale. Sappiamo che oggi, da questo punto di vista, siamo in ritardo.
Forse vi è stata una scelta sbagliata da parte del comitato di partire in ritardo aspettando che la VIA facesse il suo iter, però chiediamo al Comune di Charvensod - che è il legittimo "titolare" di tale vicenda, fra l'altro, è il progettista e anche l'unico proprietario dell'alpeggio, questa è anche una contraddizione perché, finché l'alpeggio era privato, non vi erano tanti problemi, mentre adesso che è del comune e che dovrebbe essere tutto più facile, è invece più difficile - un momento di riflessione. Capiamo che vi è stata una campagna elettorale, vi sono state delle prese di posizione forti, si sono creati malumori, pregiudizi, noi chiediamo che vi sia un rasserenamento, che si faccia una valutazione serena su questa cosa e si valuti se non è meglio andare verso soluzioni alternative, che ci sono. Questo lo dico perché il Presidente ha annunciato la presentazione di una risoluzione, che io stesso ho firmato e che condivido: condivido le premesse, condivido anche il deliberato, ma mi sembra troppo debole: stiamo parlando di viabilità, però non vi è un cenno alla viabilità non dico a Comboé, ma neppure alla viabilità in generale! Siamo d'accordo che il Consiglio impegni la Giunta a proteggere i siti di particolare interesse naturalistico, architettonico e ambientale, però diciamo qualcosa anche sulla viabilità. Noi allora proporremmo un'altra risoluzione, che non è alternativa, ma complementare, che dice qualcosa su Comboé. Ci limitiamo in questo momento a chiedere al Comune di Charvensod di fermarsi un attimo a riflettere, di guardarsi intorno, di vedere cosa succede in altri luoghi.
Domandiamo poi un'altra cosa - e qui entriamo nel secondo campo di osservazioni che volevo fare, ma cercherò di essere più breve, anche perché è un tema che abbiamo portato più volte all'attenzione del Consiglio -: secondo noi, è urgente che ci si ponga in quest'aula, e credo che troppo timidamente sia il tema che vuole introdurre la "risoluzione Perrin", una riflessione su cosa vogliamo fare dei valloni, dei siti di particolare pregio ambientale, fragili, da tutelare in questa regione in cui non vi è ancora una strada... perché mi rifiuto di credere che nel 2005 l'unica soluzione a un problema di trasporto rurale sia quella di fare la strada! È che siamo culturalmente arretrati, tutta la società valdostana, a cominciare dal Consiglio regionale, ad andare ai comuni, è culturalmente arretrata sotto questo punto di vista! Questa è una sfida che il Consiglio e il Governo regionale si devono porre: possibile che non vi sia nel 2005 un'alternativa a una strada? Capiamo anche noi che l'attività di chi ha gli alpeggi è un'attività dura, si parla spesso di mettere sullo stesso piano l'importanza dell'attività agro-pastorale e di quella ambientale, ci sembra che finora però sia stata vista come preminente l'attività agro-pastorale. Non lo diciamo perché siamo contro questa attività, ma dobbiamo anche vedere gli aspetti ambientali, perché, dal punto di vista economico, nessuno disconosce l'importanza dell'agricoltura in alta montagna, ma non va dimenticato che, se vogliamo avere degli "atout" di carattere turistico, saranno sempre più degli "atout" da individuare nell'ambito di un ambiente naturale antropizzato in maniera "soft". In questo dobbiamo tener conto di una valutazione di carattere economico-geografico, cui ha fatto riferimento uno dei promotori della petizione, cioè il valore di esistenza di un bene, che è un valore quantificabile economicamente. Vi sono dei beni che, in quanto esistono ed esistono in un certo modo, hanno un valore, che va conservato non solo per noi, ma per le future generazioni. Se trascuriamo queste cose e pensiamo che l'unica soluzione sia sempre quella di fare una strada, perché vi è questo mettere in primo piano il lavoratore che lavora in montagna, il quale ha tutta la solidarietà della comunità perché fa un lavoro molto duro... però vivaddio non è più un lavoro mal retribuito, non è più un lavoro a cui non si possa dare anche altre risposte. Certo dobbiamo agire sugli incentivi economici, dobbiamo poter dire a questi lavoratori di alta montagna che lavorano 100 giorni in alpeggio: "quando non avete la possibilità di raggiungere il vostro alpeggio con una strada ed avete un'attività più disagiata, potete avere ulteriori incentivi economici o di altro tipo". Su questo però dobbiamo riflettere, vedere se sono possibili delle iniziative legislative, vedere cosa ci consente di fare la Comunità europea, perché questa è la strada per conservare e consegnare alle future generazioni un "pezzo" di Valle d'Aosta ancora non interessato da strutture, che poi diventano definitive e immodificabili perché percorse da più o da meno persone, che alterano un certo equilibrio fragile dal punto di vista paesaggistico. Per tale motivo presentiamo una risoluzione che accoglie queste due riflessioni - una risoluzione molto moderata sottoscritta, oltre che dai componenti del nostro gruppo, anche dal collega Salzone - e la poniamo all'attenzione del Consiglio, sperando che possa avere un consenso più ampio rispetto a quello dei suoi firmatari.
Risoluzione
Il Consiglio regionale
Preso atto della petizione con la quale oltre 1600 cittadini sollecitano le Autorità politiche affinché prendano in considerazione soluzioni alternative alla prevista strada trattorabile nel vallone di Comboé, nel Comune di Charvensod, e chiedono di valutare l'opportunità di adottare misure legislative atte a mantenere e a promuovere l'attività agro-pastorale in siti particolarmente sensibili, salvaguardando nel contempo l'ambiente naturale;
Ritenuto che le perplessità e le proposte avanzate nella detta petizione siano condivisibili sia in riferimento al caso specifico, sia in ordine alla preoccupazione di evitare che tutte le località, anche quelle ambientalmente più sensibili e preziose, della nostra Regione siano comunque raggiunte da una strada poderale, quale unica risposta ai problemi di trasporto nel settore rurale;
Osservato che il caso di Comboé, particolarmente significativo per le caratteristiche naturalistiche, storiche e culturali della località, evidenzi la necessità di una profonda riflessione sull'esigenza di contemperare le legittime esigenze del mondo agricolo, con la protezione e la conservazione ambientali del nostro territorio, che costituisce l'unica, autentica ricchezza della Valle;
Chiede
1) al Comune di Charvensod, committente del progetto di strada trattorabile e proprietario dell'unico alpeggio nel vallone di Comboé, di voler aprire una riflessione serena e priva di pregiudizi sul significato simbolico e sulle conseguenze ambientali ed economiche della scelta di costruire la progettata strada trattorabile e di valutare appieno eventuali ipotesi alternative (come la cosiddetta "monorotaia");
Impegna
2) la Giunta regionale ad approntare i necessari interventi legislativi ed amministrativi atti a salvaguardare i siti di particolare interesse ambientale, naturalistico ed economico della Valle d'Aosta, e nel contempo a sostenere adeguatamente l'attività agro-pastorale in tali siti, laddove particolarmente disagiata.
F.to: Curtaz - Riccarand - Squarzino Secondina - Salzone
Président - La parole au Conseiller Borre.
Borre (UV) - La III Commissione ha ricevuto la petizione e ha ritenuto, dopo aver ascoltato il sindaco e alcuni firmatari, di non trarre delle conclusioni come commissione, ma di inviarla in Consiglio, dove il dibattito avrebbe permesso ai consiglieri di esprimere la loro valutazione. La petizione fa seguito a diverse interpellanze, dove sia l'allora Assessore all'agricoltura Vicquéry, sia l'Assessore Cerise avevano risposto in modo più che compiuto per quanto riguardava questo tipo di tracciato, anche se a il Consigliere Curtaz non piace sentir dire che si tratta dell'allargamento di un sentiero ma, se voi prendete il progetto, è l'allargamento del sentiero esistente.
Non voglio entrare nel merito delle 1.600 firme, seconda petizione nella nostra Regione per numero di firme, se siano vere o firme ripetute. Il fatto che si dica che queste sono firme legate all'affetto e al sentimento questo può essere vero, ma vorrei che noi consiglieri valutassimo anche l'altro aspetto, che non è solo quello del sentimento, quello dell'affetto di gente che magari una volta all'anno va a fare una visita in una certa zona e poi vorrebbe che essa rimanesse per tutta la vita incontaminata. Noi sappiamo bene che quella è una zona dove vi è un alpeggio con 3 tramuti... per 70 giorni all'anno rimangono in quella zona, quindi non è come altre zone dove forse l'ultimo tramuto ormai è oggetto di pascolo e di pecore, o solo di camosci e stambecchi, quindi magari spendiamo ancora dei soldi per rifarlo e non viene più utilizzato: quella invece è una zona dove il sistema agro-pastorale ha un risvolto non indifferente. Il fatto che non vi sia stata la ricerca di altre strutture per permettere la viabilità, per permettere alla ditta in quella zona per 70 giorni... di chi gestisce l'alpeggio... quindi mi sembra che non sia corretto, perché è stato valutato anche il discorso della monorotaia, è stato valutato il fatto che era sotto frana e quindi aveva dei rischi come struttura fissa di essere riportata in quel di Charvensod durante l'inverno, mentre la strada permetterebbe con una manutenzione di non grandi costi di essere ripristinata. La strada stessa permetterà a quei Signori - che oggi non sono più quelli che rimanevano 100 giorni in montagna - di scendere ogni 4-5 giorni, perché la vita è cambiata anche in montagna, quindi, se vogliamo far sì che si possano lavorare quelle zone, ritengo che non si possa non valutare la struttura della strada in quella zona come la più consona, visto anche il progetto. Qui può essere vero che l'intervento di quel gruppo nei confronti del comune ha fatto sì che sia stata prestata più attenzione ancora alla costruzione di questa strada; una strada che, da quello che ci viene detto sia dall'Assessore Vicquéry sia dall'Assessore Cerise, non presenta dei grossi impatti ambientali. L'unica raccomandazione che posso fare quindi è quella di sorvegliare al massimo l'opera nel momento in cui viene appaltata, e poi permetterà di raggiungere gli alpeggi.
Anche il nostro gruppo ha presentato una risoluzione, che approfitta di questo momento di discussione su Comboé e anche della petizione, al terzo punto della quale si chiedeva di prestare maggiore attenzione a dei siti di particolare pregio. Ringrazio per il consenso che la risoluzione ha avuto, perché quasi tutti i consiglieri l'hanno sottoscritta, mi dispiace per la "Casa delle Libertà" che forse la ritiene inutile; può anche darsi che sia un appello inutile ma, se il Consiglio intero continua a "stare dietro" alle proprie richieste, potremmo anche ottenere dei risultati. Tale risoluzione potrà contenere nelle premesse delle cose ovvie, ma sono cose sempre più alla nostra attenzione, perché sempre più dobbiamo riflettere su questi beni che ci rimangono, ai quali forse non è stata prestata la dovuta attenzione, perché non era il momento, vi erano altri "momenti" di grande sviluppo, mentre oggi abbiamo la necessità di trovare questo momento di riflessione su tali luoghi. Questo non vuol dire che presentiamo una risoluzione per far sì che si ponga anche il problema sulla viabilità; stiamo proponendo una risoluzione per proporre una riflessione sulla valorizzazione di certi siti, su quella che è la possibilità di intervenire nei sistemi agro-pastorali con delle strutture che permettano non solo alla gente di lavorare, ma ai siti stessi di sopravvivere, perché, se pensate a una zona che non è lavorata e quindi abbandonata... tutte quelle cose che prima il Consigliere Curtaz diceva, quella flora e quella fauna di cui si potrebbe fruire, non ci sarebbero se non vi fosse il lavoro dell'uomo; per questo vi chiediamo di votare la risoluzione, ma soprattutto ringrazio chi l'ha sottoscritta.
Président - La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) - È indubbio che, anche se vi sono dei doppioni, 1.638 cittadini sottoscrittori di una petizione meritano certamente attenzione da parte delle istituzioni e da parte di quegli organismi chiamati in causa dalla petizione stessa. Il progetto di realizzazione del sentiero carrabile fra Pontey e Comboé nel territorio comunale di Charvensod ha sollevato in questi ultimi mesi l'attenzione di una parte dell'opinione pubblica, giornali, conferenze, passeggiate e non per ultima la petizione che siamo oggi qui a discutere.
Prima di analizzare il contenuto della petizione, vorrei brevemente ripercorrere le tappe con le scelte politico-amministrative che hanno portato alla realizzazione di tale progetto. L'Amministrazione comunale di Charvensod fra il 1994 e il 1995 decise di acquistare il vallone di Comboé, allora di proprietà della società "SAV", e nel 1998 definì l'acquisto e ne divenne proprietaria. Sin da quegli anni si decise di dare priorità assoluta al mantenimento dell'attività agro-pastorale, mettendo in atto soluzioni per migliorare le condizioni di vita, essendo gli alpeggi in uno stato di degrado non più accettabile, e cercando fin da subito di eliminare la situazione di isolamento dell'alpeggio raggiungibile solo con l'elicottero o con i muli, evitando così il progressivo abbandono. Vorrei ricordare a tale proposito che i gestori e il personale che soggiornano per 70 giorni a Comboé devono ad oggi sperare di non avere necessità di interventi urgenti di pronto soccorso nelle ore notturne o in giornate piovose con nebbia, perché in queste condizioni, non essendoci la possibilità di utilizzare l'elicottero, diventerebbe necessario il quadrupede con i suoi tempi di trasporto. Collega Squarzino, ti vorrei solo ricordare che 17 anni fa in quel di Comboé è morto il gestore per infarto; siccome tu non conosci la situazione, non lo volevo dire, ma ora te lo voglio ricordare. Tornando all'iter progettuale, nel 1999 la Giunta, composta da chi oggi sostiene il contrario, incarica un progettista per realizzare la sistemazione e la razionalizzazione dell'alpe anche attraverso un sentiero carrabile e fra le indicazioni più caldeggiate dall'allora Giunta vi era quella rappresentata dalla costruzione di una strada poderale sul versante che, affacciato sul vallone di Comboé, collega il tramuto centrale al Col Fenêtre, che a sua volta viene poi collegato con una pista forestale verso l'alpeggio di Chamolé. Tale proposta fu respinta dal VIA e non ritenuta accoglibile, in quanto avrebbe creato un forte deturpamento ambientale. Se il VIA avesse dato parere favorevole, alcuni "Amici del vallone di Comboé" che oggi richiedono soluzioni alternative non l'avrebbero forse realizzata? Dopo un anno di discussione, quindi si sono fatte le analisi per cercare i possibili tracciati, si arrivò all'approvazione unanime in Consiglio comunale a Charvensod del progetto preliminare, nel dicembre 2001, dove si stabiliva la razionalizzazione dell'alpeggio Comboé con la soluzione della pista trattorabile oggi in discussione. Pista che, come previsto dal progetto, arriva all'inizio del vallone di Comboé, evitando di incidere sul territorio del vallone, mantenendolo assolutamente integro. Vorrei sottolineare che quella fu la data dove il Comune di Charvensod fece la sua scelta politico-amministrativa, dal 2001 in poi tale progetto seguì l'iter delle diverse fasi come previsto dalla legge, con le richieste dei diversi pareri obbligatori, pareri peraltro tutti favorevoli: vincolo idrogeologico, paesaggistico, aree boscate, deroga per le zone soggette a inondazioni e frane, VIA procedura semplificata, autorizzazione ai fini idraulici e autorizzazione della commissione edilizia. Questi sono arrivati nel 2003.
Dal 1999, anno in cui si iniziò con l'incarico per la realizzazione di una trattorabile verso Comboé, fino a pochi mesi fa mai nessuno mise in discussione tale scelta. Improvvisamente, all'inizio del 2005 vengono esternate le prime posizioni contrarie e allora viene alla memoria il detto Andreottiano: "a pensar male si fa peccato, ma tante volte ci si azzecca", ma non è che certi amici degli "Amici del vallone di Comboé" hanno cercato di utilizzare quel vallone come cavallo di battaglia per la campagna elettorale delle consultazioni amministrative? Se così fosse, di fronte alle 2 posizioni chiare, ma diverse, l'elettorato del Comune di Charvensod ha fatto la sua scelta alle elezioni del mese di maggio, respingendo in maniera forte ed evidente il programma e le proposte dell'attuale minoranza, fra cui la soluzione di una monorotaia per raggiungere Comboé. Ora bisogna anche stabilire e comprendere se il 72% dell'elettorato di un comune, sede del territorio del Comboé, ha un peso e un significato meno forte - ritengo che sia da considerare anche la petizione - di una petizione sottoscritta da 1.638 persone, di cui 90 residenti a Charvensod.
Entrando ora nel merito della petizione, bisogna subito rilevare come il testo sottoposto alla firma dei cittadini - e anche al sottoscritto fu chiesto di firmare, cercando di ottenere in maniera non del tutto ortodossa la firma - sia un testo che presenta diverse inesattezze. Intanto viene utilizzato il termine "strada" - io contesto quanto dice il Consigliere Curtaz, che questa è comunque una strada -, anziché "pista trattorabile", con il chiaro intento di creare immediatamente l'immagine di un'opera di una certa consistenza, cosa che invece non è, essendo tale pista un allargamento del sentiero pedonale che da Pontey collega l'inizio del vallone di Comboé con un allargamento della sede viabile di 2,50 metri utile per il transito di trattori di dimensioni ridotte. Qui devo riconoscere anche l'onestà del collega Curtaz, che più volte ha sostenuto che il progetto presentato, e grazie ad una scelta scrupolosa degli amministratori, prevede il minor impatto ambientale possibile. Ho assistito alla riunione organizzata dagli "Amici del Comboé" presso la biblioteca, anche la geologa ha detto che, dal punto di vista del tracciato e della pista progettata, vi è un ridotto impatto ambientale. Viene poi scritto nel testo della petizione "nonostante il tracciato debba attraversare l'area interessata dalla frana della Becca di Nona"; qui magari per coloro che non hanno letto le osservazioni presentate dall'Assessore leggerò quanto è stato scritto:
"Tale osservazione risulta imprecisa in quanto la relazione dello studio di impatto ambientale nel capitolo dedicato agli aspetti geomorfologici, geologici e litologici specifica che: "... i fenomeni legati alla frana della Becca di Nona non hanno interessato il tracciato del sentiero. Quest'ultimo non interferisce infatti direttamente con il canalone lungo cui si sono riversati i materiali mobilizzati dalla frana, che è posto alcune decine di metri ad est dell'estremità inferiore del sentiero e dal quale ci si allontana progressivamente risalendo verso Comboé...", sebbene la stessa successivamente aggiunge che: "... la linea di abbassamento del materiale coinvolto dal dissesto sembra prolungarsi verso un settore posto a monte del tratto medio inferiore del sentiero. In corrispondenza di questo settore, benché non se ne siano ancora verificati, non si può escludere che, soprattutto in occasione di precipitazioni particolarmente intense e prolungate, si manifestino dei fenomeni di collasso del materiale coinvolto dall'abbassamento. In tale situazione è ipotizzabile che almeno una parte del materiale collassato raggiunga il tracciato in esame...".
Ci dice ancora che tale opera andrà ad inserirsi in maniera molto pesante in un ambiente incontaminato. Questa è una definizione che pare smentita da più persone, seppure su posizioni diverse, che hanno seguito il progetto, tant'è vero citavo prima il collega Curtaz e la geologa... ma, se dovesse optare per questa monorotaia, saremmo poi così certi che tale opera si inserisca in maniera armoniosa con il territorio? Infine, l'ultima citazione: "visto che la strada carrozzabile, come si può evincere da precedenti esperienze, non è determinante nel mantenimento delle attività agro-pastorali". Tale affermazione è in parte da me condivisa, in quanto non sempre si riscontrano mantenimenti e recuperi agro-pastorali dei siti a seguito dei collegamenti con piste o strade trattorabili, ma certamente il vallone di Comboé necessita di interventi immediati e importanti, agevolando la conduzione degli alpeggi che sono sempre meno appetibili da parte degli agricoltori, anche se il Consigliere Curtaz sostiene che oggi sono situazioni favorevoli; al contrario - questo lo dico in maniera positiva - sempre più assistiamo a grandi e numerose sensibilità di persone che con passeggiate e manifestazioni, che si concludono però poi alla sera, esprimono il desiderio di un mantenimento incontaminato dei siti e del territorio. Certamente sarebbe auspicabile che da parte di chi è più sensibile ad un mantenimento integro del territorio scaturisse qualche richiesta di disponibilità concreta alla gestione di tali siti. Riuscire a salvaguardare alcune zone particolarmente interessanti dal punto di vista della bellezza del territorio è anche nella mia e nella nostra intenzione, tant'è che feci parte di un gruppo di consiglieri per verificare l'opportunità di individuare politiche incentivanti. Devo riconoscere che abbiamo fatto anche dei tentativi con la Giunta comunale di Charvensod, dove, a seguito dell'incontro con l'Assessore, essendo queste... la possibilità di sfruttare non nell'immediato, ma attraverso tutto un iter legislativo... non siamo riusciti a concludere per quanto riguarda la zona del Comboé... ma tutto questo deve essere fatto salvaguardando "in primis" la tutela dell'agricoltura di montagna.
Crediamo che la petizione sia uno strumento importante e fondamentale per la vita democratica di un paese, ma con serenità e serietà riteniamo che tale strumento debba essere messo in campo da chiunque, mantenendo però correttezza e oggettività delle cose; pare cogliere invece in questa vicenda che siano stati messi in atto... forse per qualcuno per eccessivo entusiasmo... qualche battuta sopra e oltre le righe.
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Credo sia un sentimento diffuso presso la popolazione valdostana, e soprattutto presso i colleghi presenti in quest'aula, la tutela e la valorizzazione del nostro ambiente. Come Valdostani, tutti quanti noi abbiamo a cuore le bellezze paesaggistiche e ambientali che costituiscono la Valle d'Aosta. Credo non sia necessario avere un cognome particolare o una casacca particolare per amare la Valle d'Aosta nelle sue bellezze, quindi direi che la premessa fondamentale è quella di continuare in questa direzione, di salvaguardare la nostra principale risorsa: l'ambiente.
Parto con questa premessa che è un po' sentimentale, come lo è stato del resto l'intervento di un collega che mi ha preceduto, perché è bene far riferimento al sentimento, ma è bene non eccedere. Penso che il Comboé, che ho visitato una volta come turista domenicale, sia uno dei siti più belli esistenti in Valle d'Aosta, come ce ne sono altre decine, perché la Valle d'Aosta è ricca di luoghi di questo tipo e naturalmente alcuni hanno avuto il privilegio di avere una tutela particolare come siti ambientali di pregio, quindi come siti sensibili, e altri no, il Comboé è fra questi, però questo non lo squalifica nel rapporto agli altri. Ho avuto occasione di fare una classica gita domenicale e di rendermi conto della bellezza della zona. Credo che non sia affatto l'occhio del turista domenicale a dover condizionare la tutela, da un lato, e lo sviluppo, dall'altro, di una zona. Il Comboé, oltre ad essere un ambiente alpino di particolare pregio, è anche un ambiente alpino che viene utilizzato per delle attività agro-pastorali, quindi gli alpeggi circostanti meritano di essere mantenuti. Più volte in quest'aula è stata sottolineata l'importanza del binomio tra l'opera dell'agricoltore, da un lato, e la salvaguardia del territorio, dall'altro; più volte sono stati definiti l'allevatore e l'agricoltore come "i giardinieri della montagna", questo termine l'ho sentito per la prima volta quando era Assessore il collega Perrin. Questo è un binomio che condivido appieno, perché non è necessario vestire la stessa casacca per sposare una tesi che mi sembra naturale e facilmente condivisibile. Alla tutela del territorio fa da contraltare lo sviluppo economico, strutturale ed infrastrutturale di una zona. Sono situazioni che devono conciliarsi e trovare una via di conciliazione non sempre è semplice. Indubbiamente il sentimento pervade la mente e la volontà di coloro - più di 1.600 - che hanno firmato una petizione; spero che lo abbiano fatto con la convinzione e soprattutto con la conoscenza necessaria dei fatti che gli saranno stati rappresentati da coloro che hanno raccolto le firme.
Il numero delle firme, come veniva detto, è un numero importante, ma sappiamo come spesso si tende a raccogliere le firme, a rappresentare la situazione con un eccesso di enfasi e magari a non riprodurla nella sua realtà complessiva. Se vogliamo tutelare però il nostro territorio, non possiamo impedire all'uomo di farlo e, per permettere all'uomo di farlo, il concedere la realizzazione di una strada trattorabile o, meglio, l'allargamento di un sentiero per arrivare fino al vallone del Comboé, non credo sia un delitto ambientale, inteso in senso lato. Se vogliamo permettere che questa zona sia effettivamente tutelata, abitata, che lì si persegua anche l'attività dell'allevamento del bestiame, se vogliamo evitare che succedano fatti deprecabili come la morte di una persona, perché i mezzi di soccorso non riescono ad arrivare celermente per portare le soluzioni medicali necessarie, credo che dobbiamo fare un salto in avanti proprio da un punto di vista culturale, collega Curtaz. Favorire lo sviluppo, non lo sviluppo inteso in senso deteriore del termine, ma semplicemente lo sviluppo di un sentiero che diventa percorribile anche ad un mezzo di piccola entità non è un qualcosa di anacronistico e di fuori dal mondo, ma anzi un qualcosa in linea con i tempi per permettere di portare degli ausili alle persone che lì abitano per una parte dell'anno e che lì svolgono un'attività quotidiana, un'attività che non è quella occasionale del turista domenicale.
Senz'altro vi sono delle alternative alle strada, ma definire questa una strada forse è un eccesso. La mia famiglia è proprietaria di alpeggi nella zona di Valtournenche, alpeggi che sono situati in un sito naturalistico altrettanto bello e questa zona è stata interessata dall'attraversamento di una strada trattorabile, che è stata la benvenuta, perché ha permesso il recupero di baite che altrimenti sarebbero state destinate al diroccamento irreversibile, ma che, una volta ricostruite, hanno permesso ai gestori degli alpeggi di portare il bestiame in quota e di ricoverarlo in stalle che hanno quel minimo di strutturazione necessaria a un allevamento corretto dei bovini. Le alternative alle strade ci sono, certo, ma non possiamo portare la ferrovia lassù: so che siete dei fautori della ferrovia a ogni costo e in ogni luogo. D'altronde l'elicottero non vi piace, più volte avete fatto interpellanze contro l'elicottero, penso che, se si va avanti di questo passo, con una filosofia rigoristica di tale livello, anche agli aquiloni verrà impedito di volare perché disturbano gli uccelli... penso che si debba coniugare, oltre al sentimento, anche il buon senso e la ragione, e in questo caso ringrazio il collega Comé anche per aver fatto un "excursus" storico dell'evoluzione del vallone di Comboé e delle considerazioni che spesso ci vengono negate quando il sentimento prevale su altre nozioni obiettive e fondate sulla ragionevolezza. D'altronde, se fosse così carico di sentimento l'intervento del collega Curtaz, penso che non avrebbe firmato la risoluzione "fumosa" che è stata presentata questo Consiglio, che neppure cita il Comboé. Se ritenete che il Comboé sia degno di una tutela superiore o al massimo, utilizzate gli strumenti legislativi e urbanistici di cui già dispone la Valle d'Aosta, che sono stati messi in cantiere e approvati quando era Assessore Riccarand: mi riferisco alla legge n. 13/1998, PTP della Valle d'Aosta...
(interruzione del Consigliere Curtaz, fuori microfono)
... ho visto che avete presentato una seconda risoluzione, perché vi eravate pentiti di aver firmato la prima, ma non ho ancora avuto occasione di leggerla. La legge n. 13/1998, Consigliere Curtaz, ha tutti gli strumenti per poter intervenire non solo nelle aree e negli insediamenti agricoli, ma anche per la tutela del paesaggio sensibile...
(nuova interruzione del Consigliere Curtaz, fuori microfono)
... della mia disonestà magari parlerai dopo, adesso guarda la tua disonestà nell'enfatizzare determinate situazioni e, se sei educato, mi lasci terminare l'intervento!
L'articolo 38 prevede che siano individuati siti di specifico interesse naturalistico oppure parchi, riserve, aree di valorizzazione naturalistica, o aree di specifico interesse paesaggistico; se volete presentare una risoluzione specifica e seria, non "fumo", non demagogia, non populismo come quella che avete proposto in seconda istanza e che ancora non abbiamo avuto tempo di leggere, chiedete di inserire il vallone del Comboé in uno di questi elenchi, utilizzando gli strumenti che sono vigenti e che sono anche efficaci, perché la petizione che avete firmato ci ha fatto specie quando l'abbiamo letta, abbiamo pensato: è strano che il gruppo "Verde", che ha questa carica emotiva forte quando si parla di ambiente, vada a sottoscrivere una risoluzione che dice delle cose talmente naturali che non possono non essere condivise, ma non affronta il problema del Comboé, perché qui non vi è scritto "Comboé"! Il voler allegare la petizione a questa risoluzione allora è un'offesa a chi ha sottoscritto la petizione ed è come scrivere una lettera a Gesù Bambino, che non ci crede nessuno o, meglio, ci credono i bambini, ma non le persone che hanno raggiunto un minimo di maturità. Noi, con tutto il rispetto per chi ha redatto e sottoscritto la petizione, ci crediamo in questi valori ma, se vogliamo ribadirli con una certa efficacia, non scriviamo queste cose in maniera così banale, anche perché, se dovete trovare un accordo trasversale per condividere l'ovvio, ditecelo prima! Se si vuole risolvere la situazione del Comboé in una maniera diversa rispetto a quella che è attualmente esistente, utilizzate la risoluzione, ma scriveteci del contenuto, utilizzate le leggi vigenti, ma fatelo, perché tutti gli strumenti amministrativi e legislativi sono a vostra disposizione!
Président - La parole au Conseiller Nicco.
Nicco (GV-DS-PSE) - Intervengo brevemente, perché abbiamo più volte in quest'aula esposto i nostri orientamenti in materia di politica ambientale. Lo abbiamo fatto in particolare in occasione della discussione del disegno di legge concernente interventi per la valorizzazione della riserva naturale denominata "Mont Mars", che era e rimane per noi un buon esempio di realizzazione o, se vogliamo, di tentativo di realizzazione di un progetto con il quale si ricerca l'equilibrio difficile fra l'obiettivo, da un lato, di salvaguardia ambientale, naturalistica, paesaggistica di un dato territorio e, dall'altro, di mantenere su quel territorio l'uomo e quindi la necessaria messa in opera di quegli interventi che consentano all'uomo di continuare ad operare in un determinato territorio, interventi che non sempre necessariamente devono contemplare la costruzione di infrastrutture stradali.
Abbiamo poi scritto il programma di maggioranza, che contiene un esplicito impegno che voglio ricordare: "Occorrerà redigere in accordo con le comunità territoriali il piano regionale delle aree naturali protette, quale strumento di gestione e indirizzo unitario del settore". Lo scorso anno, in occasione della discussione del PREFIN, noi abbiamo voluto riproporre espressamente questo punto. Mi sembra che anche la questione di Comboé - i cui valori naturalistici, paesaggistici, ambientali, storici, dalle riunioni della "Jeune Vallée d'Aoste" a quant'altro, sono troppo noti per essere qui ulteriormente richiamati - vada inserita in questa ottica, cioè che occorra uscire dall'esame del singolo caso per una valutazione che sia più complessiva dell'intero territorio regionale e che vi sia la necessità di riprendere in esame la legge n. 30/1991, di aggiornarla, di prevedere normative specifiche di salvaguardia relative a situazioni quali quella di Comboé e di predisporre quel piano regionale delle aree protette che, dopo lo studio preliminare approvato dal Governo regionale nel 1993, è rimasto "lettera morta". In conclusione, colgo questa occasione per risollecitare il Governo ad un impegno in tal senso.
Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.
Cerise (UV) - Voglio solo fare alcune puntualizzazioni, perché non vorrei che il nostro Assessorato, che ha per onere quello di occuparsi del VIA diventi il protagonista, quando non lo è, di questa vicenda. Abbiamo fatto un'istruttoria, che è quella del VIA, nella quale abbiamo acquisito i pareri di tutte le strutture regionali che hanno il mandato di presidiare aspetti paesaggistici e via dicendo e tutte queste strutture hanno espresso un parere favorevole, poi ribadito in un'assise che li ha visti tutti assieme dove ognuno ha potuto mediare le proprie posizioni con quelle degli altri, tanto che ne è uscita una valutazione positiva condizionata sulla compatibilità ambientale.
Stiamo a discutere su 961 metri di pista, di allargamento di un sentiero, poi si sente dire come se questa pista attraversasse dei siti particolari... si dice: "l'unico posto in Valle dove vi è la pinguicola..." - che so io? - "... verde"; no, non vi è una flora particolare che viene interessata dalle infrastrutture, né viene ipotizzato che la realizzazione di questa infrastruttura pregiudichi l'assetto idrogeologico - semmai lo stabilizza - o ancora che tale struttura deturpi il paesaggio; anche questo non risulta da nessuna parte, anzitutto non si prevedono neppure delle opere murarie. Diventa però pericoloso quando si dicono alcune cose, perché ho la sensazione che chi le afferma a Comboé non sia mai andato, perché, quando mi si parla di fare la monorotaia sul versante sinistro orografico del torrente Comboé, è come se ci si preparasse tutti gli anni in primavera non a sgomberare la neve, ma a tirare via la monorotaia che è diventata un "cavatappi", perché lì sì che cade la valanga! Quando si propugnano certe opere, allora bisogna anche capire dove si fanno, perché al di là dell'impatto di tipo ambientale... che poi impiantare una monorotaia lì da un punto di vista ambientale è ancora più distruttivo che far allargare un sentiero per tutta una serie di motivi! Non fate confusione con quello che è successo all'alpeggio di Fontaine, perché non siamo nella stessa situazione. Ecco perché saggiamente l'unica ipotesi di monorotaia che stata in piedi era quella che passava per il Col Fenêtre, ma allora sì che vi era un disagio, perché uno dei più bei sentieri te lo trovi affiancato da una monorotaia e non avrebbe dato la risposta che ci si attendeva.
Devo poi capire in riferimento a quanto diceva il Consigliere Nicco... con il quale non voglio entrare in polemica, ma qui bisogna che ci mettiamo d'accordo, perché ogni volta si parte con il presupposto di fare un'area protetta per non fare infrastrutture, salvo poi utilizzarla per fare infrastrutture, esattamente come è successo con il Mont Mars. Da Pian e Coumarial ad arrivare al lago Vargno vi era una strada che era una roba da andarsi su con i gingolati, appena si è fatto l'accordo di programma sul Mont Mars, la prima cosa che è stata chiesta e che si è fatta è di fare la nuova strada che va su agli alpeggi esistenti! Lasciamo stare se, quando porto il piano lavori qui, si grida allo scandalo perché si chiede di adeguare gli "standard" delle strade regionali che portano ai capoluoghi, nessuno grida al fatto che per andare al Parco del Mont Avic abbiamo speso 70 miliardi per fare una strada, su cui bisognerebbe convincere la Provincia di Brescia con quella di Bergamo, ma lì va bene.... qui non possiamo usare queste "lingue" pittoresche e difformi. Collega Curtaz, le moto a Comboé vi sono già perché gli "arpian" che sono lì portano su e giù le fontine con le moto, perché non hanno nient'altro, anzi sono "motocross" che fanno tanto rumore e scassano i sentieri; forse, se si fa un tracciato per andare su con un trattore, si tirano via le puzzolenti e distruttive "motocross". Con queste logiche Comboé e chi lo ha frequentato, quando eravamo piccolini era un po' la riviera alta dei Valdostani... Carrel è un criminale nazista perché è stato così sciagurato da fare una costruzione grande per quell'epoca che, fatte le equivalenze, dovrebbe esserci adesso un palazzo da 4 piani. Lui si è fatto una villa vicino a un alpeggio, deturpando, adesso invece quello è un punto di riferimento... non voglio proporre queste due cose, ma non si può, ogni volta che si deve fare un intervento, subito farne la demonizzazione. Si sente parlare di questa pista come se sconvolgesse gli equilibri ambientali, non è così e lo dimostra il fatto che un VIA dice esattamente il contrario. Agli studi di impatto ambientale, se poi vengono confermati dalle strutture regionali, o ci crediamo o non ci crediamo, perché se qui dentro vi fosse stata solo una frase che diceva: "non fate quella roba perché pregiudicate.. che so io... la sopravvivenza del "Dahu"", magari non si faceva, invece non vi è niente che viene pregiudicato da questa opera.
Concordo con quanto dice il Consigliere Tibaldi: scusate, abbiamo un PTP, abbiamo fatto un elenco dei gioielli della Valle d'Aosta, forse vi sono dei ritardi nell'attuare quel programma di valorizzazione delle aree protette, è stato tutto detto e fatto, gli strumenti vi sono, vi è una legge regionale sulle aree protette e Comboé è fuori da tutto questo e guardate che, quand'anche Comboé vi fosse dentro, vi assicuro che vi sarebbe difficile da dimostrare che tale infrastruttura, così come stanno le cose, sarebbe incompatibile con la logica di valorizzazione dell'area protetta Comboé. Prendo atto quindi che qui sono state esplorate le vie conoscitive per fare una valutazione e la valutazione dice che questa opera si può fare.
Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Isabellon.
Isabellon (UV) - Vorrei anzitutto fare una precisazione, in quanto facevo parte della III Commissione prima di assumere questo incarico, avevo partecipato ai lavori di tale Commissione e in quella sede avevo avuto modo di esprimere qualche pensiero in merito all'argomento e, come si era deciso in commissione, si rimandava alla discussione in aula per ulteriori approfondimenti. In questo momento vorrei riprendere quello che avevo detto in quella sede in merito a quello che penso e all'idea che mi sono fatto negli anni dell'importanza delle petizioni e di come esse a volte vengono organizzate. Con questo in nessuna maniera si vuole sminuire questo tipo di azione, anzi massimo rispetto per chi sottoscrive delle petizioni, però anni fa mi ricordo che in Val d'Ayas nella zona di Mascognaz, dove avevo degli amici, era stata aperta una sottoscrizione di firme per quel che riguarda la strada di Mascognaz, che è una strada con delle similitudini con il Comboé, nel senso che aveva necessità di avere un primo accesso e aveva delle necessità che sono legate poi al mantenimento delle caratteristiche della località. Ultimamente a Mascognaz sono stati fatti alcuni interventi, sono interventi che erano probabilmente già nelle intenzioni di chi diceva che la strada di accesso era da fare e sono precisamente la ricostruzione di un alpeggio... quest'anno, fra l'altro, è stata fatta una delle tappe di "Alpage ouvert", un alpeggio che ha avuto le sue vicissitudini nella realizzazione, ma che fortunatamente ha avuto una soluzione favorevole in quanto una famiglia, che da moltissimi anni aveva l'attività in quel luogo, ha potuto realizzare quello che era l'obiettivo a beneficio di tutta la zona. "Alpage ouvert" in quella località è andato molto bene, vi è stata una fruizione importante da parte dei turisti che all'epoca magari avevano firmato. Inoltre il vecchio nucleo di Mascognaz ha avuto un recupero di tipo architettonico molto buono, vi è stata anche la realizzazione di una "dépendance" del Breithorn che è di buona immagine per quel che riguarda la modalità di recuperare il nostro patrimonio rurale esistente. Il fatto che vi sia stata questa petizione all'epoca, nel momento in cui questa ha avuto tanti consensi ha creato delle discussioni, però erano discussioni legate a volte anche a un approccio sentimentale, come qualcuno ha detto, e, se me lo permettete, da parte di qualcuno un approccio "bucolico" nel senso buono nel termine. Ben vengano quindi le petizioni, perché fanno riflettere, ma dobbiamo tener conto anche dei vari aspetti, non ultimo anche delle probabilità di recupero e di utilizzo delle aree dal punto di vista agricolo e del recupero del patrimonio rurale.
Per quel che riguarda le aree protette, l'Assessore Cerise ha già messo in evidenza che abbiamo diverse zone in cui sono state attivate delle procedure per avere la protezione di aree: Mont Avic, Mont Mars, lo stesso vallone di San Grato, che è una zona molto bella, ha avuto necessità nella parte di arroccamento di avere una strada fino a Sant'Anna, il Mont Avic fino a Chevrère, il primo tratto del Mont Mars ha richiesto di avere comunque un accesso, anche a Cheneil, se non si arrivasse fino a Chanlève, bisognerebbe arrivare almeno in prossimità. Tante iniziative che adesso sono giacenti in Assessorato anche per alcune zone particolari... per esempio per gli alpeggi del Monte Crabun a Perloz, dove è necessario passare per zone difficili, si studiano anche dei tratti di soluzione diversa, però è imprescindibile l'accesso stradale fatto con criterio.
Alcuni giorni fa ho avuto un incontro con gli Amministratori del Comune di Charvensod, dove si sono dette alcune cose, alla luce di tutto quello che si è già detto fin qui. Prima di tutto nell'ultima revisione progettuale sarà necessario andare a rivedere tutti i dettagli al fine di mitigare il più possibile la realizzazione dell'intervento. Sarà necessario prevedere di avere dal punto di vista progettuale la soluzione definitiva senza necessariamente intervenire con delle varianti, perché è delicato intervenire dove vi è una situazione di massima attenzione, quindi pensare a tutto, fare le cose con criterio, fare i lavori con la necessaria attenzione e successivamente avere l'accortezza di predisporre una regolamentazione come si deve, che sicuramente vedrà anzitutto il comune come attore con l'accordo con anche chi sul territorio opera, come la stazione forestale di competenza.
Quanto alle soluzioni alternative, della monorotaia si parla tanto. La monorotaia era partita da Donnas, dove vi era una situazione in cui non vi era magari un'alternativa diretta, e si prestava bene a servire la zona dei vigneti. Sono stati fatti altri interventi sempre con la monorotaia, però ogni volta vi sono delle motivazioni che non sono solo di carattere ambientale, ma anche di carattere tecnico, perché nel caso, per esempio, dell'alpeggio di Lechy a Quart vi è anche un motivo di carattere tecnico, perché in quella area vi è una zona che è sottoposta a possibili situazioni di dissesto, nell'ultima alluvione è stata una zona che è stata molto colpita, come tutto il vallone di Saint-Barthélemy, e vi erano microfrane fin quasi sullo spartiacque, e in questa zona si presta la soluzione della monorotaia, dicevo l'altro giorno... quando si parlava di viabilità in generale. Credo il fatto di avere questo allargamento di una viabilità esistente sia una soluzione che è stata valutata a tutti i livelli e, probabilmente, è quella auspicabile ancora, quindi ritengo che sarà da seguire con attenzione in accordo con il comune.
Per quel che riguarda il discorso della risoluzione che verrà considerata, questo non prescinde dall'assumere delle iniziative di tipo legislativo e amministrativo al fine di andare a valorizzare i siti, perché vi sono tanti piccoli siti nei comuni. Noi abbiamo individuato negli anni dei macrositi che sono più appariscenti, ma ogni comune può avere una piccola zona che intende valorizzare, però questo deve essere fatto compatibilmente con l'uso agricolo del terreno, perché, per esempio nella zona di Albard di Donnas, è stato necessario individuare delle soluzioni, perché il PTP la prevedeva come zona di massimo rispetto e il fatto di essere intervenuti con il recupero agricolo è a tutela di tutto l'insieme del territorio; quindi bisogna ragionare volta per volta e non bisogna avere un approccio solo di tipo sentimentale e "bucolico", ma anche di tipo pragmatico. Con questo non vuol dire che chi ha tale atteggiamento non debba essere sensibile verso il mantenimento del territorio, perché questo lo si può perseguire anche con degli interventi di tipo infrastrutturale purché fatti con criterio.
Infine, il collega Curtaz parlava di incentivi per i conduttori degli alpeggi. Volevo ricordare che attualmente con il Piano di sviluppo rurale abbiamo già in atto per gli alpeggi non raggiunti da strade la possibilità di riconoscere un'integrazione per quel che riguarda l'indennità compensativa; questa è stata predisposta a seguito della non accettazione da parte della Comunità europea dell'uso degli elicotteri per il trasporto agli alpeggi. Prima vi erano delle misure specifiche per il rimborso spese per gli elicotteri, nel caso di strade non raggiungibili si riconosce l'integrazione all'indennità compensativa, che però prevede l'uso dell'elicottero, cioè non è "istigazione a delinquere" per chi non vuole gli elicotteri, ma è comunque un incentivo all'uso dell'elicottero che di per sé è "inquinante" da tutti i punti di vista, perché chi è tranquillo a fare una passeggiata o una dimostrazione, se si vede atterrare l'elicottero a fianco, si incattivisce ancora di più. Direi che quindi anche lì diventa difficile andare a riconoscere ulteriori incentivi e quindi avere delle particolarità di intervento in più. Queste erano alcune considerazioni che ritenevo opportuno fare per quanto riguarda l'agricoltura.
Président - On passe à l'examen des résolutions.
La parole au Conseiller Curtaz, pour déclaration de vote.
Curtaz (Arc-VA) - Alcune brevi considerazioni in sede di replica. Intanto voglio chiedere scusa al collega Tibaldi, perché l'ho interrotto in malo modo durante il suo intervento ma, come il collega Lattanzi sa, so fare anche di peggio: stavolta mi sono trattenuto. Spiego perché mi sono arrabbiato con il collega Tibaldi. Non per il suo intervento, perché, se mi consente la battuta, da un Consigliere di "Forza Italia" non mi aspettavo nessun altro intervento: mi ha dato fastidio la dietrologia relativa alla presentazione di due risoluzioni, "una fatta in pentimento dell'altra", perché non è affatto così. Come possono testimoniare tutti i colleghi, le due risoluzioni sono state fatte perché una è più generale ed è condivisa da tutti, tanto che avevamo proposto di emendare quella risoluzione in maniera da renderla più efficace, non è stato possibile, abbiamo dunque presentato una seconda risoluzione che è circolata stamani con un taglio più specifico. L'accenno del Consigliere Tibaldi a non so quali scenari era totalmente infondato ed è per questo che ho interrotto l'intervento; fra l'altro, lo stesso collega Tibaldi ha riconosciuto di non aver letto il testo della seconda risoluzione, in cui si fa riferimento a Comboé.
Detto questo, penso che il dibattito sia stato particolarmente acceso, forse persino troppo, ma il calo di zuccheri e la stanchezza giocano il loro peso, poi bene o male l'ambiente è sempre un tema che suscita particolari impeti in quest'aula. Personalmente lo vedo come un segnale positivo, anche se, dal nostro punto di vista, non si fanno molti passi avanti nell'opera di sensibilizzazione; vi è una sorta di dichiarazione di principio sempre condivisa che però rimane sempre a livello astratto, poi, quando cerchiamo di concretizzare certe affermazioni di principio, ci troviamo di fronte al muro del pragmatismo. Voglio fare solo due osservazioni dicendo che di positivo vi è che questa petizione abbia suscitato un discreto dibattito in Consiglio, sono emerse delle posizioni che hanno chiarito le rispettive idee, quindi mi sembra che in sé vi sia un qualcosa di positivo.
Due osservazioni specifiche su due interventi, l'una indirizzata al collega Borre per un dato di verità: quando si è sostenuto da parte nostra che non vi è stata un'analisi delle ipotesi alternative non si è espresso un'opinione: sta scritto sulla relazione dell'Assessorato, dove si fa riferimento alle diverse soluzioni stradali e si dice: "Ulteriori soluzioni alternative, quali ad esempio la realizzazione di una monorotaia, non sono state considerate nello studio di impatto presentato".
L'Assessore Cerise ha detto cose interessanti su cui magari torneremo, tipo quella della contraddizione fra la naturalità delle zone protette e le strutture nelle zone protette, e questo è un tema che deve far riflettere anche noi. Rispetto alla soluzione della monorotaia, non so se la monorotaia poteva andare meglio sulla sinistra orografica, piuttosto che sulla destra, però la situazione andava esaminata con più attenzione, magari con altre soluzioni che a noi non sono venute in mente, ma che immaginando lo scenario si possono prevedere.
Devo dire con un po' di rammarico che non ho apprezzato l'intervento del collega Comé, che pure ha seguito in maniera corretta tutto l'iter della vicenda. Perché? Intanto perché né io, né lui siamo medici, quindi non sappiamo perché il gestore dell'alpeggio 17 anni fa è morto in montagna e non sappiamo se la strada lo avrebbe salvato. Non mi è piaciuto un altro punto del suo intervento: quando, seppure in maniera indiretta, il collega Comé ha fatto riferimento a qualcuno del gruppo che ha raccolto le firme della petizione degli "Amici di Comboé", andando a polemizzare su proposte del passato che sarebbero state condivise. Ciò lo ritengo improbabile, anche perché il precedente progetto, bocciato dalla VIA, era stato fatto a cura non già del comune, ma del precedente proprietario. Questo per amore di precisione ma, se anche fosse, trovo poco corretto che in quest'aula si faccia riferimento a persone che non hanno la possibilità come noi di rispondere, replicare e esprimere la propria opinione. Se vi è qualcosa da dire ad altre persone, che lo si dica direttamente e nelle sedi competenti. La cosa che mi è piaciuta meno del suo intervento è che risente ancora del clima elettorale in Comune, mentre la petizione deve portare a fare un altro tipo di ragionamento. Lo riconosce anche lei, solo novanta persone di Charvensod l'hanno sottoscritta: questa petizione porta all'attenzione un problema di più ampio respiro. Dimentichiamo quindi le elezioni di Charvensod, dimentichiamo quello che è successo nell'ambito del normale contraddittorio politico-amministrativo di un comune e cerchiamo di vedere qual è il messaggio che viene dall'iniziativa e dal dibattito scaturito. Messaggio che noi abbiamo cercato di cogliere con la risoluzione che abbiamo proposto.
Ovviamente, avendole sottoscritte entrambe, voteremo entrambe le risoluzioni: una di carattere generale che contiene delle indicazioni condivisibili, alle quali non possiamo dire di no, ma noi intendiamo dire anche qualcosa di più specifico sia in riferimento a Comboé - il problema della pista trattorabile -, sia in riferimento al più generale discorso della conservazione dei siti naturalistici di particolare pregio nella nostra regione, per cui abbiamo preferito affiancare alla risoluzione generica, un'altra risoluzione più specifica.
Président - Je soumets au vote la résolution qui porte la signature de tous les groupes, sauf la "Casa delle Libertà":
Conseillers présents: 27
Votants: 24
Pour: 24
Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Le Conseil approuve.
Président - Je soumets au vote la résolution présentée par le groupe de l'"Arcobaleno" et du collègue Salzone au nom de la "Fédération":
Conseillers présents: 27
Votants: 5
Pour: 4
Contre: 1
Abstentions: 22 (Borre, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Ferraris, Fiou, Frassy, Isabellon, Lanièce, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Tibaldi, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Le Conseil prend acte de la pétition et de la documentation y afférente. Avec ce point nous terminons nos travaux. Je vous rappelle la ponctualité pour samedi matin à 9 heures.
La séance est levée.
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La séance se termine à 14 heures 11.