Oggetto del Consiglio n. 1437 del 28 luglio 2005 - Resoconto
OGGETTO N. 1437/XII - Criteri di gestione e assunzione del personale da parte della Direzione dell'USL. (Interpellanza)
Interpellanza
Visto il recente comunicato del comparto sanità delle Organizzazioni sindacali, in cui vengono sollevate una serie di critiche alla Direzione dell'USL circa:
- le modalità con cui l'Azienda Sanitaria gestisce e assume il personale;
- la stipula di contratti di collaborazione che parrebbero privilegiare parenti di politici e di primari ospedalieri;
- il finanziamento di progetti obiettivi, non concordati, per i quali si segnala un uso massiccio di risorse pubbliche;
- la creazione di strutture organizzative poco giustificate da effettive esigenze aziendali;
- e, più in generale, la difficoltà di instaurare rapporti sindacali corretti;
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per sapere:
1) se è a conoscenza dei problemi sopra segnalati e quale è il suo parere circa le critiche sollevate dal sindacato;
2) se condivide le scelte operate dall'USL;
3) se, e come, intende intervenire per favorire l'instaurazione di rapporti sindacali corretti all'interno dell'USL.
F.to: Squarzino Secondina - Riccarand - Curtaz
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Tutti noi abbiamo avuto modo alcune settimane fa di leggere alcuni titoli di giornale abbastanza forti, come sono i titoli in genere che hanno lo scopo di attirare l'attenzione. Su "La Stampa" del 6 luglio: "Contratti USL a parenti di VIP, accuse da parte di CGIL, CISL, SAVT e UIL per la scorretta gestione dei soldi pubblici sui progetti". Su "Il Corsivo" dell'11 luglio si diceva: "I sindacati rompono con l'USL, i sindacati del comparto e l'RSU sono sul piede di guerra nei confronti dell'USL". Al di là dei titoli, che possono sembrare roboanti, se andiamo a leggere il documento che i sindacati confederali hanno inviato a tutte le autorità politiche e amministrative, ci rendiamo conto della gravità delle denunce fatte. I sindacati richiamano l'attenzione su temi particolarmente delicati e, quando dico "i sindacati", dico non solo i sindacati confederali di comparto, ma il documento è stato firmato anche dai segretari generali delle organizzazioni sindacali, quasi a voler dire che l'intera segreteria sindacale si rende conto che è un problema importante a cui bisogna trovare una soluzione.
Quali sono le situazioni denunciate? Perché la lettera inizia con un "denunciamo", quindi possiamo usare anche noi questa parola senza timore di modificare o di interpretare la dichiarazione dei sindacati. I sindacati denunciano due aspetti: uno, il fatto che vengano finanziati progetti obiettivo in cui vengono usate risorse pubbliche sproporzionate, progetti obiettivi, ne elencano anche due: uno riguardante il mantenimento dell'attività della squadra elettricisti e l'altro il controllo di impianti tecnologici. "Questi due progetti obiettivo non solo..." - dicono i sindacati - "... richiedono enormi risorse, ma sono stati attivati malgrado il parere negativo di tutte le organizzazioni sindacali del comparto". Vi è un elemento che indica come da parte dell'azienda si attivino progetti, senza che questa attivazione di progetti sia concordata con i sindacati, a cui compete per contratto tale compito.
Il secondo "volet" della denuncia riguarda l'attivazione di strutture organizzative poco giustificate dalle effettive esigenze aziendali. In una nota degli stessi sindacati si dice che la costituzione in questo caso di nuove strutture semplici pare derivare più dalle richieste di singoli responsabili dipartimento o di strutture complesse che non da una visione di insieme che coinvolga tutte le unità budgetarie. Vi è quindi una valutazione negativa del modo in cui vengono create queste nuove strutture organizzative, che pare non rispondano a una programmazione più generale dell'insieme dell'azienda, ma solo a bisogni di singoli responsabili di dipartimento o di strutture complesse.
Un terzo punto su cui i sindacati attirano l'attenzione riguarda l'assunzione di personale, cioè il fatto che vengano stipulati contratti di collaborazione senza una chiara visione di insieme e senza una chiarificazione con i sindacati; fra l'altro, i sindacati sottolineano che alcune di queste persone assunte con questi contratti di collaborazione sono - casualmente, volutamente, qui non lo so - parenti di noti personaggi pubblici o politici di primari ospedalieri. Questo non mi scandalizza più di tanto, perché ormai questa è un'abitudine invalsa dappertutto, per cui ci sarebbe da stupirsi che proprio l'USL fosse indenne da tale comportamento che è diffuso in tutte le branche dell'amministrazione!
Rispetto a tali temi, volevamo sapere dall'Assessore se conosce tali tematiche - noi pensiamo di sì -, quale parere dà circa tali critiche sollevate dal sindacato, se condivide le scelte operate dall'USL, se intende intervenire, e come, per favorire l'instaurazione di rapporti sindacali che appaiono in questo momento abbastanza difficoltosi all'interno dell'USL.
Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.
Fosson (UV) - Anch'io devo dire che ho appreso queste notizie dai giornali, non ne ero a conoscenza; fra l'altro, tutta questa vicenda e la prima convocazione richiesta è avvenuta nei giorni 27 e 28 giugno, in cui eravamo dimissionari e non mi sembrava logico ricevere i sindacati in quel momento. Sono rimasto disorientato proprio per la tempistica e per la presa di posizione così globale ed improvvisa, quando pensavo che vi fosse una coppia, USL-sindacati, che dialogasse, ma comunque una coppia che aveva dei momenti di incontro. Sono venuto anch'io a conoscenza dai giornali, soprattutto la collega parla di titoli forti; per quel che mi riguarda, è apparso un articolo l'11 luglio su "Il Corsivo" che citava il sindacalista Natale Dodaro, al quale viene richiesto: "I vostri rapporti con l'Assessore regionale alla sanità ?" e lui risponde: "Sono trascorsi 2 anni dal suo insediamento e Antonio Fosson non ci ha mai incontrati". Le darò poi un elenco di date relative all'anno 2004 che indica che con i sindacati del comparto e confederali ho avuto 14 incontri ufficiali e molti altri non ufficiali, questo per dire che il Sig. Dodaro usa toni forti questo è un tono forte, ma è anche un tono scorretto. Aggiunge poi: "Ci piacerebbe tanto sapere cosa pensa della sanità l'Assessore". Mi sembra che in questi 14 incontri avuti con il Sig. Dodaro e in tutta l'attività in Consiglio io non abbia mai parlato di turismo, ma di sanità. Questo per dire che in questi toni forti probabilmente vi è un'esagerazione; per quel che mi riguarda, vi è addirittura una presentazione della vicenda in modo scorretto. Fra l'altro, mi permetto di dire che, quando l'11 luglio è apparso questo articolo su "Il Corsivo", stavo tenendo una riunione con i sindacati proprio per la verifica a distanza di un anno del valore dell'indicatore di reddito, cioè una riunione indetta da me proprio per verificare con i sindacati se questo era corretto o no.
Un primo punto da dire quindi è che asserire che l'Assessore non ha avuto in 2 anni contatti con i sindacati è una cosa vergognosa perché contraria al mio desiderio di rapporti, è faziosa perché qui vi sono gli elenchi di 14 incontri istituzionali con i sindacati solo nel 2004. Titoli molto forti, un dialogo difficile... di colpo vieni chiamato a cercare di mettere insieme una "cosa" che non può più stare insieme, o comunque che, da una parte, ha detto giustamente, è una denuncia, una presentazione alla Corte dei Conti, dall'altra, un'azienda che vuole querelare... per cui, di fronte a questo, per i livelli citati e per la complessità del problema - perché il progetto obiettivo comprende anni di contrattazione non solo da noi, ma in tutte le regioni il progetto obiettivo e soprattutto la sua applicazione richiede anni di contrattazione, di "contrast" -, per una gravità dello stato a cui si è giunti, non posso dare in questo momento delle risposte complete. Mi riservo di riferire ulteriormente per un approfondimento su tali temi, su cui stiamo lavorando da diversi giorni per raccogliere tutte le normative e vedere di chi erano i compiti, perché questa è un'attività contrattuale, per cui è chiaro che la contrattazione e la gestione fra azienda e sindacati con delle regole che si sono date... pertanto su questo mi riservo un periodo di approfondimento, che prevede un incontro con i sindacati, prima chiaramente con i confederali e poi con i sindacati di settore.
Mi permetto di fare alcune precisazioni: intanto nessuna azienda o poche regioni come la nostra riconoscono un flusso di denaro per attività aggiuntive, sia il "pacchetto Brachetto", sia i progetti obiettivo, quindi un flusso di denaro superiore ai flussi delle altre regioni, se si pensa poi anche che vi è anche l'indennità di francese. Le precisazioni che mi sembra corretto fare, sempre di principio, riservandomi un approfondimento sul progetto obiettivo che è oggetto di contrasti in tutte le regioni... prevede delle risorse maggiori per attività aggiuntive, come quelle in questione ad esempio. A noi soprattutto interessa il progetto obiettivo per il mantenimento di certi tempi delle liste di attesa, cioè a chi fa un lavoro in più è giusto che gli venga riconosciuto un incentivo. È chiaro che tali progetti obiettivo - e su questo stiamo lavorando da tempo. Avevo promesso ai sindacati che per fine anno avremmo previsto dei pacchetti per questi progetti obiettivo, che comunque vengono applicati da tanti anni e che hanno privilegiato i servizi rispetto a chi fa attività diagnostica e clinica - devono, da un lato, essere approvati; dall'altro, però l'azienda si trova di fronte alla necessità di garantire dei servizi, come sembra questo degli elettricisti. Ad un certo punto, per difficoltà concorsuali, hanno pensato di attivare un progetto obiettivo per permettere a questi elettricisti che lavoravano di avere più risorse, per cui colmare un'emergenza che si era creata. Nell'approfondimento mi riservo di vedere quello che dice qui, se il prezzo era eccessivo, se veramente nessuna azienda locale fosse disponibile, ma è chiaro che l'azienda aveva necessità di mantenere un servizio.
Le assunzioni anomale. È chiaro che, quando si parla di parenti, non posso avere uno stato di famiglia di tutti i dipendenti dell'USL, ho chiesto delle verifiche; alcuni figli di primari sono stati assunti, state tranquilli non i miei sicuramente! Questo, come diceva correttamente lei, avviene da tutte le parti, ma questo non può giustificare niente, ma bisogna vedere - ed è questo il problema -, nel caso in cui il figlio di Fosson o il figlio di Squarzino trovino lavoro in Valle, perché anche loro hanno diritto di lavorare nella nostra Regione, se vengono assunti perché sono i figli di Fosson e Squarzino, o perché hanno delle competenze e capacità. Anche su questo chiedo un po' di tempo, perché bisogna fare degli accertamenti e poi la denuncia dei sindacati è generica, non fa nomi, non presenta situazioni particolari, che comunque andranno verificate.
Sulle strutture, lì una precisazione a livello di principio: le strutture non sono state determinate da un singolo, da una decisione della direzione strategica, ma sono state approvate a seguito di un atto aziendale condiviso dal collegio di direzione all'unanimità. Anche qui, mi permetto di dire che parla di un numero eccessivo di strutture semplici, però è generico, non precisa quali strutture semplici possano avere una valenza e quali no: ecco perché è necessario anche qui fare un approfondimento. Mi permetto di dire una cosa per completezza: è chiaro che una struttura complessa come l'Urologia che 3 anni fa, nel 2003, aveva 180 fughe in altra sede e che in questo momento ha aumentato del 300% la sua attività, a livello di competenza e di professionalità, quando il primario per garantire una professionalità mi richiede un'unità semplice, che garantisca una professionalità che prima non avevamo e che comunque fa guadagnare all'azienda, non solo recupera tutte le fughe precedenti, ma addirittura ha un'attrattiva importante, è chiaro che lì va sottolineata una professionalità che adesso c'è e che prima non c'era. Bisogna però dire che si sono ridotti 2 dipartimenti, sono stati annullati 2 dipartimenti, quindi nell'istituzione di nuove strutture bisogna tener conto che vi è stata una rielaborazione di tutto il piano, che ha previsto l'abolizione di alcuni dipartimenti e non è stata istituita nessuna struttura complessa ulteriore; quindi anche su questo bisogna fare un grosso approfondimento.
Sulla lettera si parla di problemi contrattuali, soprattutto economici: a chi vanno i soldi dei progetti obiettivo, a chi vanno i soldi delle strutture semplici, a chi vanno i soldi della libera professione che è ammessa per contratto. Proprio per non iniziare l'estate solo con un aspetto negativo, direi che, a fronte di questi problemi contrattuali, vi è stato nel 2004 un grande aumento dell'attività dell'azienda: 17% di attività operatoria in più. Fra l'altro, una cosa da verificare è laddove in questa lettera si parla di chiusura temporanea delle sale operatorie, questo a me non risulta. Abbiamo addirittura fatto venire una sala operatoria prefabbricata dall'estero per non diminuire le sedute operatorie! Nessuno prevede questo quindi, anzi, ristrutturando e mettendo alcune sale operatorie al Beauregard, pensiamo alla non diminuzione. Oltre a questo aumento del 17%, bisogna citare una RSA che si è aperta lo scorso anno, l'entrata in funzione dell'ADI, un'Urologia che ha aumentato del 300% gli interventi, una Neurochirurgia che comincia a funzionare: l'altro venerdì notte è stato fatto ad Aosta il primo intervento di neurochirurgia su un ragazzo di 23 anni con un ematoma cerebrale in stato di coma, che altrimenti avrebbe dovuto essere inviato a Torino o a Novara con dei danni importanti, se non la morte.
Per concludere, chiedo del tempo per approfondire questo tema complesso; ho voluto precisare alcune cose perché i toni forti non sono sempre stati dei toni corretti. Dico che è importante il dialogo, proprio a fronte di un'attività in aumento non si può prescindere da questo dialogo, anche se è partito male, anche se non è partito in modo corretto - e mi sfugge il perché -, chiarendo che il ruolo della Regione deve essere comunque - e lo ribadirà il Piano sanitario - un ruolo di governo e di controllo, la gestione non sarà una gestione della sanità.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Vorrei fare due o tre premesse. Innanzitutto credo che qui il problema trattato sia un problema di rapporto sindacati-azienda, quindi prendo atto che l'Assessore è intenzionato a dialogare e a continuare questo dialogo con i sindacati per capire cosa è successo. In secondo luogo, prendo atto anche dell'attenzione che l'Assessore dà alla questione, quindi penso che si è attenti a un problema, se uno comincia a raccogliere informazioni e a dialogare con i vari attori che interagiscono, credo si possa giungere a una soluzione. Vorrei tornare su alcuni contenuti. Non mi soffermo tanto sulle assunzioni anomale, sui figli di primari o figli di Assessori...
(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... non ho detto dell'Assessore alla sanità... anch'io credo che non è detto che il figlio di Squarzino sia migliore di tutti gli altri, però credo anche che nelle assunzioni vada data a tutti una pari opportunità, ma non voglio soffermarmi su questo e neanche sul problema delle strutture, che andrebbero viste non nella loro unicità, ma all'interno dell'insieme dell'azienda. Sto riprendendo delle osservazioni che i sindacati hanno fatto rispetto a questo, in cui dicono che, a loro avviso, non vi è stata questa visione complessiva delle strutture.
Credo piuttosto che il "clou" sia il problema dei progetti obiettivi; lei ha parlato della complessità, è chiaro, sono complessi e difficili da gestire, ma perché? Perché i progetti obiettivo instaurano una contrattazione parallela ed individuale rispetto alla contrattazione complessiva. È chiaro che vi è un'attenzione particolare sull'uso di risorse, perché nel momento della contrattazione collettiva si stabiliscono alcuni criteri, poi parte questa contrattazione individuale, su cui fra l'altro vi è stata a livello di USL la definizione di un regolamento appena approvato. Questo regolamento appena approvato, d'accordo sindacato e USL, viene smentito il giorno dopo, perché questi progetti obiettivo vengono attivati senza rispettare quel regolamento che la stessa azienda aveva firmato ed è talmente vero che vi è la difficoltà da parte dell'azienda di sottostare a criteri chiari, che la stessa dice: "sì, avete ragione, abbiamo fatto questi progetti obiettivo, forse non abbiamo rispettato il regolamento che abbiamo appena firmato", ma questo vuol dire che il regolamento non è ben fatto e che bisogna rivederlo! È cioè un modo distorto di presentare i problemi...
(nuova interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... vi è un regolamento che è stato fatto a livello locale, dove si individuano insieme, sulla base del contratto nazionale, i criteri e l'iter procedurale. Tale iter, definito in un regolamento che hanno concordato insieme azienda e sindacato, non è stato rispettato, questo sto dicendo! Questo dicono i sindacati: che non è stato rispettato, ma diciamo che lo ammette lo stesso direttore amministrativo, quando dice ai sindacati: "In riferimento al richiamo ai regolamenti dei progetti obiettivo, non si può negare che alcune decisioni non rispettino alla lettera i regolamenti aziendali. Ciò induce a una riflessione, cioè se gli stessi regolamenti non siano da rivedere per essere resi maggiormente conformi alla realtà operativa aziendale". È la stessa azienda che dice che non sono stati rispettati e dice che bisogna cambiarli...
(nuova interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)
... ma stiamo dicendo la stessa cosa, cioè che vi sono dei regolamenti che alcune volte non vengono rispettati e che l'azienda vuole rivedere per avere più discrezionalità. Accentuo questo aspetto, lei dice che alcune volte lo fanno; d'accordo, lo fanno alcune volte, ma altre volte no.
Voglio tornare sui progetti obiettivo e sulla loro genesi in particolare. Vi sono sicuramente delle liste di attesa che vanno diminuite, è vero; i 2 progetti obiettivo a cui si è fatto riferimento rispondono ad altri criteri, che, a mio avviso, sembrano più una carenza di programmazione che non un'effettiva esigenza emersa all'ultimo momento. Qui vediamo un progetto obiettivo: quello che riguarda la squadra elettricisti in carenza di organico, la carenza di organico non è arrivata all'improvviso, ma si sapeva. Bisogna allora porsi il problema di cosa fare di fronte a una carenza di organico; bisognerà cominciare a preparare persone competenti all'interno dell'azienda, in modo da consentire pian piano il trapasso delle competenze; invece qui non viene fatta nessuna programmazione. Vi è carenza di organico? Allora utilizzo le persone all'interno che sono competenti, ma le utilizzo come? Vi sono 2 persone che lavorano le loro 7 ore regolari e che poi danno la pronta disponibilità per le altre 17 ore e questa non è un'emergenza di una settimana, ma per un anno intero. Non dico neanche se questo progetto obiettivo è caro o no, non mi importa... fra l'altro, ci si chiede come è possibile lavorare 7 ore e dare la pronta disponibilità per le altre 17, quindi anche un carico orario personale molto difficile, ma il problema è un altro: ci si è ridotti a pensare al progetto obiettivo nell'emergenza, ma questa non era un'emergenza, era una cosa che si sapeva già prima!
Faccio un altro esempio di progetto obiettivo di cui non parlano i sindacati. Lei sa che un progetto obiettivo è stato attivato al Beauregard perché bisognava garantire il pronto soccorso di unità budgetaria di reparti, che erano stati trasferiti da viale Ginevra al Beauregard. Ora, si trasferisce il reparto, si sa che bisogna garantire un pronto soccorso lì, però non si progetta insieme il pronto soccorso, quando ci si rende conto, si fa il progetto obiettivo. Credo che il progetto obiettivo diventi un po' l'esempio in questo caso di una carenza di programmazione, cioè una difficoltà, non parlo di incapacità, da parte dell'azienda di prevedere e quindi di prepararsi di fronte a situazioni critiche che possono emergere.