Oggetto del Consiglio n. 1435 del 28 luglio 2005 - Resoconto
OGGETTO N. 1435/XII - Norme in materia di progettazione antisismica in Valle d'Aosta. (Interpellanza)
Interpellanza
Ricordato che è attiva, dal novembre 2004, la suddivisione del territorio italiano in diverse zone sismiche, a seconda dell'intensità del rischio sismico;
Osservato che il territorio valdostano è situato in gran parte nella zona 4 (pochi comuni sono inseriti nella zona 3);
Osservato altresì che, in riferimento alla zona 4, è lasciata facoltà alle singole Regioni di introdurre o meno l'obbligo della progettazione antisismica;
Appreso che tutte le Regioni italiane, con eccezione della Valle d'Aosta, hanno già disciplinato la materia;
Ritenuto opportuno conoscere i motivi che hanno finora impedito o sconsigliato alla nostra Regione di disciplinare detta materia;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
Il Presidente della Regione e l'Assessore competente per sapere:
1) per quali motivi la Regione Autonoma Valle d'Aosta non ha ancora disciplinato il tema della progettazione antisismica in zona 4;
2) se si intende colmare il vuoto normativo in materia e, in caso affermativo, con quali contenuti, tempi e modalità.
F.to: Curtaz
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Un'illustrazione brevissima. A noi risulterebbe che dal novembre 2004 è attiva sul territorio nazionale la suddivisione del territorio in diverse zone sismiche. Il territorio valdostano è situato in gran parte nella zona 4, quella di modesto rischio sismico, mentre alcuni comuni sono inseriti nella zona 3. In riferimento alla zona 4, è data facoltà alle singole regioni di introdurre o meno l'obbligo di progettazione antisismica. Sempre a noi risulterebbe che, mentre tutte le altre regioni italiane hanno già legiferato in materia, la nostra Regione non ha ancora disciplinato questa materia. L'interpellanza quindi ha uno scopo di tipo conoscitivo, cioè vorremmo capire "per quali motivi la Regione Valle d'Aosta non ha ancora disciplinato il tema della progettazione antisismica" e "se si intende colmare il vuoto normativo in materia e, in caso affermativo, con quali contenuti, tempi e modalità".
Presidente - La parola all'Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Cerise.
Cerise (UV) - Comincio subito con il dire che si tratta di una materia in divenire anche piuttosto complessa. In ogni caso, la Giunta regionale, con deliberazione n. 5130 del 30 dicembre 2003, in ottemperanza alle disposizioni dell'ordinanza emergenziale del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, provvedeva all'individuazione, formazione ed aggiornamento delle zone sismiche sul proprio territorio, sulla base dei criteri dettati dallo Stato e della proposta di classificazione derivante dalla Commissione nazionale di previsione e prevenzione dei grandi rischi. Questo significa che la Regione è vero che poteva definire la zonizzazione, ma era molto condizionata in questa scelta perché i criteri individuati dal Ministero erano una sorta di "rotaia" che già predefiniva la situazione. Vi è quindi un'imprecisione nell'interpellanza, dove indica il novembre 2004 come data di classificazione del territorio nazionale in riferimento al rischio sismico. La stessa ordinanza prevedeva all'articolo 2, comma 1, la facoltà delle regioni di introdurre o meno l'obbligo della progettazione antisismica nelle zone 4 a basso rischio. Nella già citata deliberazione della Giunta regionale si disponeva di non introdurre l'obbligo della progettazione antisismica nelle zone 4, riservandosi di provvedervi eventualmente in un momento successivo, anche in relazione alla nuova mappatura che avrebbe dovuto essere predisposta entro un anno dall'ordinanza n. 3274/2003, che diceva che entro un anno si sarebbero riparametrati i criteri per cui quella classificazione che si era fatta all'inizio poteva non essere valida, come poi è successo.
L'azione programmatica della Regione non è stata una scelta isolata, ma è stata fatta dalla maggior parte delle regioni italiane. Sono state solo 5 le regioni che hanno fatto una legge, ma perché si trovavano in una situazione complessa, cioè si trovavano con zone ad alto rischio sismico e con zone a rischio sismico zero; di conseguenza, per non trovarsi in una situazione omogenea, ma in senso negativo, si sono dotate di una norma. Tutte le altre regioni italiane hanno adottato il nostro stesso criterio ed era inevitabile vista la transitorietà della disposizione; quindi, per quanto riguarda la zona 4, abbiamo disciplinato amministrativamente la materia.
Per comprendere il riguardo precauzionale per l'incolumità pubblica, ricordo che la stessa ordinanza prevedeva che, entro 5 anni dalla pubblicazione, si provvedesse alla verifica strutturale di una serie di edifici ed infrastrutture dichiarate strategiche per finalità di protezione civile e sensibili in caso di "collasso", il cui elenco, concordato a livello interregionale, è praticamente parallelo a quello definito dallo Stato. Avevamo dato - vi sono tutta una serie di circolari che vi posso fornire - il suggerimento che, nel caso di nuove costruzioni e/o di interventi strutturali su tali manufatti, si provvedesse alla progettazione e/o al consolidamento applicando la normativa sismica, anche per le zone 4.
L'ordinanza n. 3274/2003 a tutt'oggi non è ancora cogente, perché è passata attraverso una serie di proroghe che hanno traslato la data di entrata in vigore all'8 agosto 2005. Vi è una novità del tutto recente che è la normativa sulle costruzioni e la Conferenza Stato-Regioni ha chiesto di rinviarla. Anche la nuova classificazione definitiva del territorio nazionale non ha percorso interamente il proprio iter legislativo di approvazione, restando quindi un rapporto tecnico formulato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia depositato presso il Dipartimento nazionale della Protezione civile, in attesa di una prossima validazione in Conferenza Stato-Regioni. Da tale documento emerge una variazione importante, che imporrebbe che tutto il territorio valdostano da zona 4 diventi zona 3. Come dicevo, negli ultimi mesi si sono sovrapposte anche le nuove norme tecniche per le costruzioni, predisposte dal Ministero infrastrutture e trasporti, che richiamano e ricomprendono anche la normativa antisismica. Tale sovrapposizione, oltre che generare confusione presso gli operatori del settore, sta comportando un ulteriore rinvio dell'entrata in vigore dell'ordinanza n. 3274/2003, ipotizzato di 18 mesi, così come recentemente richiesto dal Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni in data 18 luglio 2005, al fine di omogeneizzare gli aspetti normativi, anche in relazione al prossimo passaggio in Conferenza unificata delle già citate norme tecniche per le costruzioni.
Quali sono le prossime azioni normative e tecniche a livello regionale? Le prossime azioni normative e tecniche a livello regionale debbono essere strettamente correlate all'effettiva entrata in vigore delle numerose norme e disposizioni che ho prima citato, rammentando che è competenza esclusiva dello Stato definire i criteri di classificazione e le norme tecniche progettuali. Le azioni a livello regionale, infatti, sono sempre scaturite da una fase di confronto ed omogeneizzazione a livello interregionale, conseguente ad una nuova condizione legislativa di inquadramento in ambito statale. L'indeterminazione tecnico-legislativa a livello nazionale può rendere vani interventi normativi attuali a livello locale, che sono limitati alla classificazione sismica del territorio ed all'applicazione delle disposizioni tecniche.
Nonostante questo quadro confuso, l'Amministrazione regionale sta approfondendo la conoscenza geofisica del territorio regionale, vi è qui un progetto INTERREG "Spazio Alpino SISMOVALP" per instaurare rapporti di collaborazione e consulenza tecnica con centri a rilevanza internazionale, come l'EUCENTRE di Pavia, e con l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che ha recentemente riattivato una stazione di osservazione nella Valdigne. Vorremmo poter dare un'interpretazione ai loro criteri, che ci consenta sulla base di tutte queste conoscenze di vedere se riusciamo non dico ad evadere dalla zona 3, ma non vorremmo essere costretti a essere in zona 3 solo per dei criteri che sono di larga massima.
Le azioni prossime da adottare in conseguenza della definitiva formalizzazione degli atti normativi e tecnici sopra indicati sono prima di tutto una definitiva classificazione del territorio valdostano, applicando quei criteri con delle osservazioni che possono scaturire da queste indagini; poi si passerà a delle disposizioni regolamentari sull'applicazione della nuova normativa tecnica sulle costruzioni, anche in recepimento di quella che sta elaborando lo Stato; all'attivazione di un programma finanziabile di verifiche ed interventi di consolidamento sulle strutture strategiche e sensibili, qui guardate che una consulenza di questo tipo è sempre molto onerosa, si parla di 40-50 mila euro; dovremo poi fare un ripensamento sull'organizzazione tecnico-amministrativa per assolvere alle nuove funzioni ed incombenze. Ho tutti gli atti a disposizione, sia le deliberazioni di Giunta che le circolari, che in questo periodo danno precise disposizioni su come comportarsi; fra l'altro, abbiamo avuto un comportamento molto chiaro e così mi pare sia avvenuto per quanto riguarda gli enti locali.
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Ho ascoltato con una certa attenzione l'esposizione dell'Assessore e devo francamente dire che ci ho capito poco, non certo per responsabilità dell'Assessore, forse per mancanza da parte mia di cognizioni tecniche adeguate. Una cosa che ho capito è che la materia è in uno stato di confusione, perché, se non sono neppure chiare le zonizzazioni e se vi è rischio di modifica delle zonizzazioni delle zone sismiche, è evidente che ogni ragionamento non può farsi a prescindere da una zonizzazione che abbia il carattere della definitività, perché mi sembra si tratti di una materia che, una volta stabilito se una zona ha un certo rischio sismico, non sono certo eventi di qualche mese o di qualche anno che possono modificare la qualificazione di grave, o leggera, o intermedia sismicità della zona.
Prendo atto della risposta, credo però che occorra da parte dell'Amministrazione regionale fare uno sforzo che deve tener conto delle proprie competenze e uno sforzo affinché vi sia una maggiore chiarezza a tutti i livelli, perché il problema che si pone da parte dei proprietari, dei progettisti, di tutti coloro che hanno a che fare con la realizzazione di manufatti è quello di sapere o meno con quali criteri devono essere costruiti. Immaginiamo solo per le opere pubbliche - ma questo potrebbe valere in certe ipotesi anche per le opere private - cosa significa progettare un certo edificio senza tener conto di precauzioni sismiche, quando poi potrebbe succedere che nel giro di qualche mese o di qualche anno la costruzione non è più adeguata, quindi deve essere rivista alla luce delle nuove normative.
Penso che, con tutto il buon senso possibile, sia una legittima richiesta quella di indirizzarci al Governo regionale, di fare tutti i passi possibili, sia quelli di propria competenza, sia quelli in riferimento a competenze altrui, che però vanno sollecitate, in modo che sia consentito al cittadino e a tutti gli interessati alla materia di poter agire con una certa tranquillità. Oggi ci troviamo in un'anarchia di carattere normativo, seppure colmata dalle indicazioni e dalle circolari che ha emesso la Regione, intanto però non abbiamo chiarezza su niente. Mi è sembrato di capire che è stato contestato quello a cui ho fatto riferimento, quando dicevo che la Valle d'Aosta è l'unica Regione a non aver normato, ma non credo che questo sia scorretto perché ho qui una ricerca internet, dove mi si dice: "ad eccezione della Valle d'Aosta, altre regioni nelle quali sono situati i comuni in zona A, hanno già preso posizione, ma con orientamenti diversi". Questo la dice lunga, chi lo ha fatto, l'ha disciplinato con orientamenti diversi. L'importante, tuttavia, è che vi sia un orientamento, in modo che i cittadini, i proprietari, i progettisti sappiano cosa fare.